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Autore: izzie_sadaharu    16/02/2018    3 recensioni
La Casa è un'associazione di viaggiatori nel tempo, il cui scopo è prevenire le Crepe e lasciare che la storia faccia il suo corso. Baekhyun ne è un membro da ben cinque anni, per cui non si sconvolge più di tanto quando gli viene assegnata una missione nella Germania degli anni Venti.
[CHANBAEK] [Side!Kaisoo] [Side!tante altre coppie che si vedono e non si vedono]
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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5

                                        



 
 
Baekhyun decise che, decisamente, la sorella di Chanyeol era la sorella di Chanyeol. Occhi grandi e dolci, un viso grazioso e dall’aria simpatica, e gambe molto, troppo lunghe. Se a Baekhyun non fossero piaciuti i ragazzi, si sarebbe sicuramente infatuato di Yoora: appena la ragazza l’aveva visto, aveva abbassato la testa per una frazione di secondo, in segno di educazione, poi l’aveva subito alzata con un’espressione scherzosa. «Piacere, sono Yoora.» Si era presentata con un sorriso, e aveva allungato la mano per stringere quella di Baekhyun. La sua stretta era stata forte e vigorosa, e Baekhyun la aveva apprezzata da subito. «Posso darti del tu?» Aveva chiesto, senza mai perdere il sorriso cordiale. Baekhyun aveva annuito sereno, chinando leggermente la testa. Accanto a lui, Chanyeol aveva ridacchiato. «Yoora, smettila. Sei fidanzata.» La sorella era scoppiata a ridere e gli aveva colpito scherzosamente il braccio, passandosi una mano sulle guance. Non era arrossita, però. «Lo saresti anche tu, Yeol, se non fossi così convinto nel rifiutare tutte le tue corteggiatrici!»
Ok, Chanyeol era decisamente arrossito. Baekhyun sorrise, mentre il più alto cominciava a tossicchiare nervosamente e a balbettare che Yoora non è assolutamente vero, non ho così tante ammiratrici, anzi, e bla bla bla. Sì, beh, effettivamente era strano che un ragazzo di quell’età non fosse già fidanzato con qualche dolce donzella tedesca. Baekhyun avrebbe voluto chiedergli il motivo, ma si trattenne. Sarebbe sembrato importuno e maleducato, e lui non ci teneva proprio ad avere un’immagine ancora peggiore agli occhi di Chanyeol. Già si era presentato come ubriaco nel vicolo sotto casa sua, con i capelli verdi, gli aveva mangiato tutta la torta e, da ultimo, si era presentato come l’amico del proto-nazista che aveva tentato di dar fuoco al suo negozio. Decisamente un ulteriore motivo per essere odiato era l’ultima cosa di cui avesse bisogno in quel momento.
Finì per passare la sera in compagnia di Chanyeol e della sorella; quando tornò a casa anche la madre, fece conoscenza della donna più dolce che avesse mai incontrato in vita sua: l’aveva stretto in un abbraccio, neanche si conoscessero da una vita, e gli aveva accarezzato la guancia con la mano ossuta, esclamando che era troppo magro per la sua età. Senti chi parla, avrebbe replicato volentieri Baekhyun, ma si era trattenuto di nuovo.
La cena fu frugale come Chanyeol gli aveva predetto, ma a Baekhyun non importò: l’atmosfera era allegra e festaiola, e per un paio di ore gli fece dimenticare la missione che lo avrebbe atteso il giorno dopo: trovare Jongin e dissuadere un non meglio definito ragazzino dal suo proposito di far fuori Hitler, prima ancora che gli nascesse in testa tale proposito. Sì, decisamente Baekhyun aveva bisogno di un paio di ore di distrazione, per cui se le godette con gioia, ridendo con la famiglia di Chanyeol. Ogni tanto giocò anche con la gatta, sotto lo sguardo divertito e intenerito del padrone di casa; per Baekhyun era una sensazione abbastanza nuova: un’atmosfera così calda e domestica era difficile da crearsi alla Casa, nonostante i membri dell’associazione si considerassero come una grande famiglia. Vedere Chanyeol scherzare con Yoora e la madre, coinvolgendolo e inserendolo a suon di risate nella famiglia, fece venire a Baekhyun un gran senso di nostalgia. Di cosa, però, non riuscì a spiegarselo.
 


**


 
«Lay?»
Yixing alzò lo sguardo dal computer, posandolo sull’uomo che gli si era parato di fronte. «Myeon?»
«Ti andrebbe di uscire a bere qualcosa?»
Yixing sorrise comprensivo. Lui e Junmyeon si conoscevano da anni, da molto prima che Junil morisse lasciando la Casa nelle mani del figlio; tuttavia, da quando si era ritrovato sulle spalle un carico di responsabilità impressionante, Junmyeon aveva preso un’abitudine che prima non aveva: quella di uscire a bere un bicchiere di whisky ogni qualvolta sentisse la necessità di sfogarsi un po’. Beveva un solo, singolo bicchiere di liquore: non si ubriacava, e nemmeno diventava allegro, ma in quell’ora riusciva a tornare il Junmyeon rilassato e spensierato che Lay aveva conosciuto a diciotto anni. Era come se staccasse per un attimo la spina dal mondo crudele che la Casa talvolta presentava, permettendosi per soli sessanta minuti di essere un normale trentenne alle prese con le mondane difficoltà quotidiane che tutti gli uomini di quell’età dovevano affrontare.
«Certo, Myeon. Finisco di catalogare questi dati e sono a tua disposizione.»
Junmyeon annuì, riconoscente. Gli poggiò una mano sulla spalla e sussurrò: «Grazie, Xing.»
Lay non rispose. Non ce n’era bisogno, dopotutto. Si conoscevano da talmente tanto tempo, che sarebbe bastato uno sguardo per capirsi al volo anche su questioni più complicate. Accennò un sorriso, mentre sentiva la porta del suo laboratorio chiudersi con uno scatto leggero.
 


**


 
Jongin camminava per le strade di Berlino, fischiettando fra sé e sé un motivetto allegro. Quando si rese conto, con orrore, che Dio, sto canticchiando Despacito, smise all’istante. Avrebbe dovuto trovare Baekhyun al più presto, prima di combinare qualche disastro storico o dire qualcosa di sconveniente a qualcuno. Era stato addestrato, era vero, ma quella restava comunque la sua prima Missione: era abbastanza spaventato, perché si era reso conto che la sua recita non era stata troppo convincente. E se avesse combinato qualche casino? E se avesse creato delle Crepe, invece che impedirne la formazione? Sospirò rumorosamente, occhieggiando timidamente le persone che si erano voltate verso di lui stranite. Ops. Non aveva fatto caso alle buone maniere.
Era talmente assorto nei suoi pensieri, che non si rese conto di essere andato a sbattere contro qualcuno finché non sentì un urletto. Sgranò gli occhi e allungò una mano verso la ragazza a terra per aiutarla ad alzarsi, profondendosi in decine di scuse. La donna sembrava più sconvolta dal fatto che si stesse scusando, che dalla caduta in sé. «Jongin?»
Fantastico. Un’altra persona che a quanto pareva avrebbe dovuto riconoscere.
Rimase per un attimo in silenzio, tentando di trovare qualcosa di furbo da dire per non fare errori, quando la ragazza parlò di nuovo. «Bene, a quanto pare ancora non mi rivolgi la parola. Perfetto.» Si passò una mano tra i capelli scuri, sbuffando. Jongin la guardò in faccia per la prima volta, e vide che aveva i lineamenti asiatici; era molto bella, con occhi grandi e molto espressivi. Beh, esprimevano puro disgusto, in quel momento. «Yeollie mi ha detto della tua bravata al Blumenladen. Complimenti. Spero che ti senta a posto, adesso.»
Jongin sgranò gli occhi, ma decise di continuare con la tattica del silenzio. Se non altro, non avrebbe potuto dire niente di sbagliato, in quel modo.
«Tu e le tue idee perverse. Vai a quel paese.» La ragazza aveva abbassato il tono della voce, per non farsi sentire dai passanti. Non abbastanza, evidentemente: una signora anziana alle sue spalle la riprese, scandalizzata: «Dara!»
Jongin non aveva nemmeno notato la donna alle spalle della ragazza. Quando la guardò, lei abbassò lo sguardo, per poi afferrare il polso di Dara e tirarla via. «Andiamo via. Questa feccia non merita la nostra attenzione.»
Quando si furono allontanate, Jongin sbuffò sconsolato. Sarebbe stata una Missione molto, molto lunga.


 
**


 
«Sicuro che non ti metta in imbarazzo?» Chanyeol lo guardò con un misto di curiosità e timidezza, mentre preparava il letto. Letto che avrebbe ospitato entrambi, per quella notte.
«Perché dovrebbe? Siamo entrambi uomini, no?» A parte il fatto che sono gay e mi piace la melanzana, avrebbe volentieri aggiunto Baekhyun. «Mi stai già ospitando per la notte, figuriamoci se mi lamento pure per la sistemazione.»
Chanyeol ridacchiò, guardandolo negli occhi. «Il buon costume vorrebbe che io andassi a dormire sul divano, o con mia sorella.»
Baekhyun scosse la testa, ricambiando lo sguardo. «La tua schiena la pensa diversamente, e tua sorella probabilmente anche. Dovrei andare io a dormire nel divano.»
«…O con mia sorella.»
Il più alto scoppiò a ridere vedendo la faccia scandalizzata di Baekhyun, e agitò la mano in aria. «Scherzavo, scherzavo… dovresti proprio vedere la tua faccia!» Si ricompose e indicò il letto al più basso. «Se a te non disturba, a me non dà fastidio dividere il letto.»
Baekhyun gli rivolse un sorriso, mentre si infilava sotto le coperte con un sospiro soddisfatto. Fu subito raggiunto da Chanyeol, che mantenne una distanza di una spanna circa tra i due. Era un letto molto spazioso, e Baekhyun non sapeva se esserne sollevato o no. Si sentiva inspiegabilmente attratto da Chanyeol, come accadeva ogni volta che lo incontrava nei suoi viaggi. In un modo o nell’altro, finiva sempre in situazioni compromettenti con lui o con i suoi alter ego delle diverse epoche storiche. L’idea lo faceva un po’ ridere, ma lo spaventava anche: non si riusciva proprio a spiegare come fosse possibile che incontrasse sempre la stessa persona, più e più volte nella vita, nei posti (e anni) che meno si aspettava. Quando si era confidato con Junmyeon, il trentenne si era limitato a ricordargli, con sguardo grave, che non era sempre la stessa persona che incontrava: si trattava di identità diverse, che condividevano solo il corpo, l’aspetto fisico. Baekhyun non aveva insistito, quella volta, tuttavia sapeva che era diverso. Le varie personalità che incontrava avevano qualcosa che le accumunava tutte, ma non riusciva a identificare cosa fosse.
Si girò su un fianco per poter guardare Chanyeol: il più alto aveva il viso rivolto verso il soffitto, gli occhi chiusi e le labbra semi aperte. Baekhyun notò con un sorriso che aveva delle ciglia lunghissime e naturalmente curve, che contribuivano a dargli quell’aria di innocenza ed eterea bellezza. Nella penombra, era evidente il contrasto in controluce, e si vedeva solo il profilo del ragazzo, impreziosito da quelle ciglia bellissime.
«Perché mi fissi?»
La voce profonda di Chanyeol vibrò nel buio, e Baekhyun rabbrividì impercettibilmente. Non rispose alla domanda; si portò una mano sotto la guancia e tirò su con il naso, senza smettere di guardare il più alto. «Non ti senti a disagio, a dormire con un perfetto sconosciuto?»
Chanyeol ridacchiò e voltò la testa per guardarlo. Nell’ombra non riusciva a definire bene i dettagli del viso di Baekhyun, ma trovò lo stesso gli occhi del più basso e incatenò lo sguardo al suo. «Mi prenderai per pazzo, ma mi sembra di conoscerti da una vita.»
Baekhyun sorrise. Anche a me, Chanyeol. Anche a me.
 
 
 
 
   
 
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