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Autore: _Bri_    16/02/2018    2 recensioni
Tratto dal prologo:
...Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te, si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
[Storia sospesa]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Matt/Mello
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO VIII
Veleno
 
 
 
Come gli adesivi che si staccano, lascio che le cose ora succedano
Quante circostanze si riattivano fuori dai circuiti della volontà.
Come il vento gioca con la plastica, vedo trasportata la mia dignità.
Oggi tradisco la stabilità senza attenuanti e nessuna pietà.
Oggi il mio passato mi ricorda che io non so sfuggirti senza fingere.
E che non posso sentirmi libero dalla tua corda, dal tuo patibolo.

E un'altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un'altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò.

Come gli adesivi che si staccano come le cerniere che si incastrano
Come interruttori che non scattano, o caricatori che si inceppano
Io tradisco le ultime mie volontà, tutte le promesse ora si infrangono.
Penso ai tuoi crimini senza pietà contro la mia ingenua umanità.
Scelgo di dissolvermi dentro di te mentre tu saccheggi le mie lacrime.

E sarò cieco, forse libero solo nell'alba di un patibolo.
Dentro una storia senza più titolo, scegliendo un ruolo senza credito
Strappando il fiore più carnivoro, io cerco il fuoco e mi brucerò.

E un'altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un'altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò

 
Veleno – Subsonica
 
 
Agosto 2005
 
Mello era ormai abituato alle continue intromissioni di Ái nella sua vita, del resto era stato lui a sceglierla come amica, nonostante la ragazza fosse fermamente convinta del contrario non volendo accettare la realtà dei fatti, ovvero che era sempre il biondo a manovrare i fili delle proprie relazioni. Comunque Mello apprezzava sempre la schiettezza e la sincerità di Ái, continuando anche a stupirsi davanti alla risolutezza di lei ogni qualvolta si scontravano su un qualche argomento, dimostrando di non avere mai timore delle reazioni esagerate e schizzoidi di lui.
Eppure trovarsela davanti alla faccia, con quegli occhi grigi sgranati e gonfia di rabbia, in quel momento, risultava difficilmente tollerabile. Era successo infatti che Ái avesse iniziato a tormentarlo da qualche tempo riguardo alla sua totale incapacità di gestire le emozioni in maniera sensata, come se lei ne fosse capace tra l’altro. Da che pulpito viene la predica! pensava lui, visto che Ái era sempre sul podio quando si trattava di dare di matto per ogni genere di sciocchezza, esempio lampante quella scenata che aveva tirato su quando l’aveva sorpreso a baciare Tess sulla terrazza (che poi lui lo avesse fatto per gelosia cieca nei confronti dei sui due amici, questa era un’altra questione). Comunque da quando Mello aveva preso a frequentare lezioni private con L in persona ed in compagnia del suo peggior nemico Near, era diventato ancor più suscettibile e scontroso ed Ái non mancava mai l’occasione per rinfacciarglielo.
In quel giorno specifico tutta la rabbia della ragazza era concentrata sul comportamento insopportabile e ritroso che pareva assumere Mello ogni volta che la sera tornava nella sua stanza e trovava lei e Matt a ridere, giocare ai videogiochi o chiacchierare fittamente
 
-Ti prego vuoi stare zitta?! Non sopporto più la tua stupida voce tanto stridula!- si alterò lui, incapace di tacere davanti a tutto quel gran gesticolare di Ái e dei suoi occhi macchiati di follia
 
-Devi ammetterlo! Ammetti che non ti va giù che passiamo tutto questo tempo insieme senza di te! Se riuscissi a rendertene conto, magari, realizzeresti che è da coglioni prendertela tanto!-
 
-Basta falla finita! Ti dai tutta questa importanza tu, ma invece a me non frega un cazzo, lo capisci o no?! Preferisco passare il tempo con quello sgorbio di Near, dato che è L in persona a seguirmi!-
 
Le labbra di Ái tremarono in un modo davvero ambiguo, Mello era sicuro che presto sarebbe esplosa. Difatti pochi istanti dopo dalla bocca di lei uscirono grida tanto acute che a stento ne riconobbe il senso
 
-Dici sempre così e dimostri proprio di essere un coglione! Perché L abbia scelto te ancora non lo capisco! Sei un fottuto idiota! Egoista di merda! Poppante viziato!-
 
La ragazza continuò a gridare una lunga serie di offese all’amico prima di placarsi un po’ e riprendere fiato, per poi spintonarlo con furia su una spalla
 
-E ti dirò di più: qui il problema non siamo tu ed io, tu non accetti di stare lontano da Matt!-
 
 
Birmingham – Agosto 2007
 
-Quindi mi stai dicendo che quell’idiota irlandese ha fatto un passo più lungo della gamba-
 
Oleg si rivolge a Shakro fra gli sghignazzi convulsi, mentre al solito si ripulisce la bocca con la vodka; Shakro se ne sta poggiato alla ringhiera del privé della sua discoteca ancora vuota, mentre alle sue spalle i suoi più stretti collaboratori bevono e fumano, mentre parlano del caso Mr Kee, quell’imbecille che si crede tanto potente da sentirsi legittimato ad appropriarsi del giro di cocaina alla guida della claudicante Irish Mob, e che ora sembra volere allungare le mani anche su Birmingham
 
-Campano di gloria, quelli lì!- continua ridendo sguaiato Oleg, che poggia una manona sudicia sulla spalla di Mello, seduto sul divano intento a sublimare la noia con una tavoletta di cioccolata –Pensano ancora di essere negli anni settanta, quando si guadagnavano fama e rispetto con gli incontri clandestini-
 
-Kee si è fatto collaboratore qualcuno di molto bravo- Shakro dando ancora le spalle agli altri fa un gesto con la mano per farsi allungare le sigarette; è Ruslan a cogliere il suo gesto e subito gli porge il pacchetto, così Shakro dopo averne accesa una si gira verso i presenti
 
-E questo non va bene, giusto?-
 
Gli uomini cominciano a bofonchiare ed inveire contro Mr Kee e l’intera organizzazione irlandese, tutti tranne Mello, che continua  a fissare il capo silenzioso, mentre la lingua ispeziona la cioccolata con voluttà. E proprio su di lui ricade lo sguardo di Shakro, che storce la bocca in un sorriso
 
-Noi non possiamo permettere che allunghi le mani sulla nostra roba, specialmente ora che si sta rafforzando, ora che si avvale di elementi molto più forti e capaci di lui- dice allungando la mano con la sigaretta verso Mello, che inarca il sopracciglio
 
-Per questo noi agiamo da gran signori quali siamo, giusto Mello?- ghigna ancora, Shakro, fra una boccata di fumo e l’altra prima di continuare a parlare –Questa sera Kee ed i suoi più fidati, tra cui questo fantomatico nuovo membro tanto bravo che si porta dietro, ci raggiungeranno e voi assicuratevi che passino una splendida serata. Li invitiamo a passare un paio di giorni a Birmingham chiaro? Con la scusa di proporre loro una piccola parte in un grosso lavoro…-
 
Mai gli occhi del russo si scollano da quelli di Mello, che ricambia con la solita aria annoiata
 
-…Non li colpiremo di notte, dobbiamo dargli il tempo di fidarsi di noi. Quindi godranno del massimo confort delle suite extralusso, intesi? Domani sera dopo aver stretto l’accordo li voglio tutti secchi-
 
Urla di esulto da parte dei mafiosi, solo Mello si intromette con un’osservazione
 
-Pensavo volessi accaparrarti il loro pezzo forte-
 
Shakro getta il mozzicone di sigaretta nel posacenere e mostra i denti gialli in un sorriso
 
-Un uomo dall’altra parte della barricata, rimane sempre dall’altra parte della barricata. Li voglio tutti morti, mi sono spiegato?-
 
Mello fissa Shakro per un po’, prima di alzare appena le spalle con noncuranza, per poi tornare a mangiare la sua cioccolata.
 
 
Agosto 2005
 
Quella stronza di Ái aveva sempre l’assurda capacità di metterlo davanti alla realtà e, se possibile, di mandarlo in totale stato confusionale. Mello era dotato di un cervello con prestazioni molto più alte della norma, ma quando si parlava di sentimenti dimostrava dei deficit importanti; avevano giocato per due anni a fare gli amici inseparabili, quei tre, ma era innegabile che quello strano rapporto non si limitasse ad una semplice amicizia: provavano forte gelosia l’uno nei confronti dell’altra, si attaccavano a vicenda ma davanti gli altri facevano muro e sfoderavano tutte le loro armi pur di difendersi e rimanere compatti; nei rari momenti di intime coccole (e questo valeva specialmente per Mello, che era il più restio al contatto fisico) si attivavano dei meccanismi non proprio chiari, sicuramente niente a che vedere con puerili dimostrazioni d’affetto senza l’intromissione degli ormoni.
Per giunta era difficile da mandare giù, ma Mello incominciava a soffrire della costante intimità con Matt che con lui condivideva la stanza. Doveva accettare di provare qualcosa di più per il ragazzo?
Ma nemmeno Ái gli era indifferente, come poteva affermare il contrario?
E se provava quello che provava per colpa dell’eccessiva e costante vicinanza con Matt, doveva allora tenersi la cosa per sé?
Sentiva la bestia incominciare a sbuffare dentro di sé, quel mostro che si svegliava ogni volta che Mello non aveva la situazione sotto controllo; avrebbe voluto reprimerlo, concentrarsi solo sul lavoro che stava portando avanti con L e non preoccuparsi affatto di questioni sentimentali.
E mentre sperava con tutto se stesso di riuscire a tornare il più possibile attaccato alla realtà, i suoi piedi intanto lo avevano già condotto in biblioteca, dove Matt era curvo davanti al suo portatile personale con un paio di grosse cuffie a coprirgli le orecchie, concentrato ed assorto.
Quando si rese conto della presenza del biondo accanto a lui trasse un grande sbadiglio prima di sfilarsi le cuffie, così puntò i grandi occhi verdi in quelli più freddi di Mello
 
-Ehi, che fai? Ti serve qualcosa?-
 
-Non lo so- Ed era vero, che non sapeva perché diavolo si era ritrovato lì.
 
Matt aggrottò le sopracciglia e ci volle un attimo per capire che l’amico avesse qualcosa di strano, con le braccia abbandonate lungo il corpo e quell’espressione accigliata. Chiuse il programma che stava utilizzando, ripose il pc nello zaino e  si alzò
 
-Forza, andiamo in camera-
 
Mello non disse nulla, si limitò a scartare una tavoletta di cioccolata e a seguire i passi di Matt.
 
 
Birmingham – Agosto 2007
 
L’interno della lussuosa automobile è permeato di buon profumo da donna e da forte colonia maschile. Ái osserva con distrazione il panorama fuori dal vetro oscurato, in silenzio, mentre sfrega con agitazione la mani sulle ginocchia scoperte. Mai è stata così impeccabile, mai si è sentita tanto femmina prima d’ora: ha scelto per l’occasione un tubino nero ed un paio di alte decolté di lucido smalto dello stesso colore che ora sente già infastidirle i piedi; i capelli rossi e sempre abbastanza corti ben sistemati, come la corta frangia; si è permessa persino di osare col trucco, molto scuro a risaltare il tono grigio degli occhi e sulle labbra abbondanti un forte rosso brillante.
Deve sembrare sicura di sé, perché non ha che diciassette anni e l’età, per i normo dotati, risulta sempre un problema. Inoltre il suo capo l’ha caldamente invitata a rendersi presentabile e piacevole, perché li conosce bene i russi e sa quanto non disdegnino una bella ragazza.
 
-Mi raccomando, con Shakro e i suoi non si scherza, ci siamo capiti? Qualsiasi cosa ci chiederanno di fare noi risponderemo con gran sorrisi d’assenso. Giusto?-
 
Ái che si sente gli occhi del suo capo puntati addosso annuisce con gesto vago
 
-Comunque occhi sempre aperti, il fatto che loro abbiano fatto un passo avanti nella nostra direzione non vuole di certo dire che ci dobbiamo fidare. Ron siamo arrivati, ecco quello è il parcheggio privato-
 
Il suono della discoteca arriva fino alla strada. Il buttafuori controlla l’identità dei cinque irlandesi e subito li lascia accedere al parcheggio privato; Ái afferra la corta giacca di pelle e la sua borsetta e, stranamente silenziosa, segue Mr Kee, Evan e gli altri due fedeli uomini del suo capo, Ron (un uomo sulla cinquantina dalla bassa statura, con la faccia cupa e la calvizie incipiente) e Ceat, più corpulento di Ron ma dall’aria meno minacciosa.
 
 
Alla mezzanotte la discoteca inizia ad animarsi, merito dello spettacolo burlesque che dà vita alla serata. Shakro ed i suoi uomini sono in attesa dell’arrivo degli irlandesi nel privé dalle luci soffuse, accompagnati da ragazze sufficientemente scollate e fiumi del migliore champagne in circolazione. Una bella ragazza dai capelli color del grano si piega su Mello offrendo al ragazzo la propria scollatura ed un bicchiere di champagne, che Mello non esita a buttare giù in un solo sorso, per poi attirare la ragazza al suo fianco che inizia a dedicare attenzioni al collo del giovane ragazzo.
 
 
I cinque attraversano la sala preceduti da uno dei buttafuori; sono appena stati perquisiti e le pistole che avevano portato con loro vengono requisite per scontati motivi di sicurezza. Gli occhi grigi di Ái corrono da una parte all’altra: privata della sua pistola si sente nuda, ma tenta di mantenere la calma nonostante il suo cuore abbia iniziato ad accelerare nei battiti. Inizia così a salire la scalinata che sta conducendo il gruppo al privé dove Shakro ed i suoi li stanno attendendo; gradino dopo gradino cerca di regolarizzare i respiri e tanta è la concentrazione che impatta infine contro Evan, fermo davanti a lei
 
-Signori siamo arrivati, Shakro vi sta aspettando- dichiara il buttafuori prima di spalancare la porta del privé. Ci siamo, pensa Ái mentre ingoia una buona dose di saliva.
 
 
Le risate dovute alla presenza delle ragazze e annaffiate dall’alcol si arrestano quasi di botto, quando Mr Kee fa il proprio ingresso nel privé. I russi si mettono subito in allerta, ma un cenno svogliato della mano di Shakro pone immediatamente fine ai movimenti agitati, per cui Mr Kee elargisce uno dei suoi migliori sorrisi e fa cenno agli altri di entrare nel privé
 
-Vi stavamo aspettato, benvenuti, venite pure non siate timidi- mastica ironico Shakro che tenta di scorgere, come gli altri presenti, le figure che fanno la loro entrata in controluce. Solo ora Mello distoglie l’attenzione dalla ragazza al suo fianco  e dalla cioccolata nella sua bocca;  getta un’occhiata svogliata a quelli che presto diventeranno carne da macello ma la cioccolata gli cade di bocca, quando i suoi occhi di ghiaccio si scontrano con la siluette di Ái , fasciata dal sinuoso tubino nero.
E non appena Ái scorre timida lo sguardo sugli uomini di Shakro per soffermarsi infine su quegli occhi gelidi che riconosce all’istante, sente come se il mondo le avesse appena rifilato un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
 
 
 
 
 
Agosto 2005
 
-Dai Mello, ti ho guardato camminare agitato per un quarto d’ora senza chiederti nulla, ora per piacere mi vuoi dire che hai?-
 
Mello arrestò il passo e rimase così immobile al centro della stanza, dando le spalle a Matt che, paziente, si era seduto ai bordi del proprio letto
 
-Non ci sto capendo più niente. Tutta colpa di quella stronza- borbottò Mello continuando a dare le spalle all’amico
 
-Lo sapevo che c’entrava Ái- sghignazzò Matt, ancora all’oscuro dei pensieri che si erano andati ad incastrare con tenacia nella mente ingarbugliata dell’amico –Che ha combinato questa volta?-
 
Mello si voltò di scatto in direzione di Matt ed iniziò a fissarlo con quello sguardo che non lasciava mai intendere nulla di buono
 
-Mi fa pensare troppo, ecco cosa! Perché cazzo non si fa mai gli affari suoi?!-
 
-Perché è tua amica e glielo permetti, ecco perché- Matt rispose con serafica ovvietà; quando si rese conto che Mello si era imbambolato come se gli avesse rivelato la risposta ad uno dei massimi sistemi che manovra il mondo, Matt sospirò e prese a cercare le sigarette nella giaccia
 
-Non fumare ti prego- lo interruppe Mello, che si era rivolto al ragazzo con un tono molto distante dalle solite corde, ovvero con supplica. Matt smise quindi di cercare le sigarette e tornò a guardare Mello con gli occhi verdi che si erano fatti ormai sottili
 
-Che ti succede? Me lo vuoi dire?- chiese poi con accortezza e tatto. A quel punto Mello senza pensarci su si avvicinò al ragazzo, si chinò su di lui stringendogli le spalle e lo guardò con intensità tangibile
 
-Scusami Matt, ma io devo provare a fare una cosa-
 
E l’istante dopo, senza che Matt potesse avere possibilità di replica, le labbra morbide di Mello erano pigiate sulle sue.
 
 
Birmingham – Agosto 2007
 
Le voci arrivano come un lontano rumore di fondo alle orecchie di Mello. Tutto ciò che lo circonda non è diventato che una scenografia di quell’istante assurdamente cinematografico, laddove solo l’immagine di Ái, bellissima come non ne ha ricordo, resta chiaramente a fuoco fra i presenti.
Il cuore accelera. L’ansia domina il corpo e con essa un’incontestabile paura.
Che cazzo ci fa qui?
Perché è con quella gente?
Quindi è lei il pezzo grosso che ha assoldato quel bastardo?
Non è possibile. Non può essere vero. A che gioco sta giocando il maledetto destino?
La ragazza al suo fianco gli scuote appena la spalla per destarlo da quello che ha tutta l’aria di essere un bellissimo sogno, od un tremendo incubo. Nel sentire quel tocco Mello strattona via il braccio e sposta con assoluta assenza di delicatezza la giovane bionda, mentre Shakro lo richiama con voce divertita
 
-Abbiamo un’altra giovane leva qui, come il nostro ragazzo- Dice Shakro con la sigaretta in bocca, mentre fa scorrere gli occhi porcini da Ái, intenta a trattenere lo sbigottimento, a Mello. I due ragazzi sono gli unici che ancora non si sono presentati.
Mello cerca di comportarsi come nulla fosse, si alza svogliato dal divano e si avvicina al gruppo variegato di russi e irlandesi. Mr Kee sorride rilassato e pone una mano sulla spalla di Ái, che ha forzatamente distolto lo sguardo da Mello ed ora sorride a Shakro davanti a lei con apparente spensieratezza
 
-Non giudicate le apparenze, la nostra ragazza è molto giovane, ma con un cervellino così io non c’ho mai avuto a che fare prima. Comunque spero avremo modo di darti una dimostrazione delle potenzialità di questa mia figlioccia, non è vero Ái?-
 
-Sicuro- risponde la ragazza che allunga la mano minuta e decorata con smalto scuro in direzione di Shakro, che la stringe senza trattenere un sorriso carico di malizia
 
-Allora siamo entrambi molto fortunati Kee, anche io ho fatto un ottimo acquisto con questo piccolo genio- Shakro sposta ora lo sguardo verso Mello e lo incita ad avvicinarsi. Il biondo saluta con un gesto del capo Mr Kee ed ora fissa Ái, proprio davanti a lui che nonostante i tacchi molto alti ancora non raggiunge la sua altezza
 
-Mello- mastica allungando la mano per stringere quella di Ái ma, nonostante il tono appaia distratto, i grandi occhi chiari trasmettono alla ragazza tutt’altro. E lei ricambia lo sguardo, mentre stringe la mano di Mello come si stessero presentando davvero per la prima volta.
Eppure non vuole lasciarla quella mano lì, ma si impone di farlo
 
-Ái- risponde lapidaria
 
-Bene bene, Kee…- dice Shakro mettendo un braccio intorno al più basso –Ci occuperemo domani di lavoro, ora divertitevi, casa mia è casa vostra: bevete, fumate e approfittate di tutti i nostri confort-
 
Nell’immediato gli uomini cominciano a mettersi a loro agio, chi raggiungendo lo spettacolo al piano inferiore, chi beandosi della compagnia delle belle ragazze presenti. Ái scambia qualche parola con Shakro in persona, mentre l’uomo le fa portare del buon gin sotto sua richiesta. Gli occhi di Mello non riescono a discostarsi dalla ragazza che sembra propriamente a suo agio in quella situazione, mentre sorseggia il drink e fuma una sigaretta offertale dal capo.
E tutto d’un tratto, mentre guarda il russo parlare con fare accattivante alla sua bella Ái, Mello realizza con orrore che il giorno dopo, di lei non rimarranno che dei brandelli inanimati.
 
 
Agosto 2005
 
Quel tocco totalmente inaspettato irrigidì Matt e rese impossibile qualsiasi tipo di movimento. Che cosa fosse successo, come fosse accaduto e perché si trovasse con la bocca incollata a quella di Mello, Matt non riusciva proprio a capirlo. L’unica cosa che fu in grado di capire era che gli stava piacendo, visto il battito del cuore che aveva accelerato di botto.
Quando Mello si scostò di poco tornando a spalancare gli occhi chiari per ricercare quelli di intenso verde dell’altro, rimasero entrambi in silenzio; solo dopo una manciata di secondi Matt ebbe il coraggio di schiudere la bocca per pronunciare qualche parola
 
-Ma questo…perché…-
 
-Non lo so idiota. Te l’ho detto che non ci capisco più un cazzo-
 
Ad essere in totale stato confusionale ora si trovarono entrambi. Rimasero ancora in quell’assurda posizione, con Mello a trattenere le spalle di Matt e Matt con le braccia abbandonate sulle ginocchia che ricambiava lo sguardo di Mello. Se doveva essere una prova, pensò Matt, era bene che la portassero sensatamente a compimento forse, dato che quel casto scambio aveva di certo scatenato un turbinio irrazionale ed indecifrabile.
Non ci pensò a lungo, prima di tirare il volto di Mello a sé per poi tornare a baciarlo, questa volta premurandosi di schiudere le labbra e ricercare la lingua dell’altro, che ricambiò d’istinto senza esitazione alcuna.
Era la prima volta per entrambi, ma quel bacio non era affatto diverso da quelli con le ragazze.
Era ugualmente intenso, altrettanto piacevole e se possibile ancora più sconvolgente.
Si scostarono ancora, poi Matt si alzò, stanco di starsene con la testa all’insù e tirò Mello ancora a sé, Mello che appena si staccavano assumeva un’aria tanto destabilizzata che non gli apparteneva affatto.
Ripresero a baciarsi e quella ricerca dell’altro, pian piano, si faceva sempre più passionale.
Quanto sarebbe durato, i due non erano intenzionati a capirlo.
 
 
Birmingham – Agosto 2007
 
Mello si impegna al massimo, ma proprio non riesce a perdere di vista Ái, prima intenta a parlottare con Shakro in persona, ora circondata da un altro paio di uomini più giovani, della stessa ristretta cricca di russi
 
-Sei imbambolato dalla rossa?- la voce di Oleg è accompagnata da un forte odore di vodka, mentre l’uomo gli stringe una spalla con la mano –Non pensavo fosse il tuo tipo. Comunque non farci troppo la bocca, hai sentito Shakro no?-
 
Il primo istinto di Mello è quello di estrarre la pistola e fare un bel buco al centro della testa di Oleg; invece accenna un ghigno e si rivolge all’uomo mantenendo lo sguardo su Ái
 
-Appunto, prima posso sempre pensare di divertirmi un po’- recita la parte, Mello.
 
-E bravo ragazzo, non penso proprio che disdegnerebbe la ragazzina-
 
-Non penso…- ripete sovrappensiero Mello che con un colpo di reni si tira su e si avvicina ad Ái tentando di mantenere la sua solita aria indifferente. Quando lei lo vede avvicinarsi con la coda dell’occhio coglie al volo l’occasione per fare un passo indietro rispetto a quell’uomo tanto invadente che aveva capito chiamarsi Ivan
 
-Spostati, non vedi che non ha voglia di parlare con te?-
 
Ivan si volta verso Mello e assottiglia gli occhi fattosi lucidi dalla cocaina sniffata da poco; non sopporta il tono saccente di quel ragazzino, ma sa che Shakro lo porta su un piedistallo e quindi si limita a grugnire qualche offesa in russo, che Mello ignora per poi spostare l’attenzione su Ái
 
-Ti va di ballare?- chiede con semplicità alla ragazza, che fa correre gli occhi da Mello ad Ivan
 
-Scusami, emh…Ivan giusto?- Ái spiega un bellissimo ed accattivante sorriso –Ho già bevuto troppo, ballare un po’ mi farà bene-
 
Mello passa con noncuranza una mano sul fianco di Ái e con lei si allontana dall’irato Ivan. Scendono i gradini in silenzio, ma Ái sente la mano di Mello farsi più stretta sul suo fianco e tanto è il giramento di testa portato da tutta quella situazione così assurda che per poco non rischia di cadere prima di raggiungere la pista. Sul palco le bellissime ballerine portano avanti il loro spettacolo ed intorno ai due l’atmosfera si è fatta calda; nessuno presta attenzione a Mello che la attira a sé, nessuno fa caso ad Ái che cinge il collo di Mello con le mani mentre prendono ad ondeggiare con passo meno scalmanato di quanto la canzone richiederebbe.
Si fissano, studiano i lineamenti dell’altro, riconoscendosi alla perfezione, come non fosse passato un solo giorno dal loro ultimo, disperato incontro
 
-Cosa ci fai qui? In che storia ti sei cacciata?- Le chiede Mello non mutando l’espressione accattivante per non destare sospetti ad occhi indiscreti
 
-Posso farti la stessa domanda. Ti ho cercato per due anni- Ái si permette di solleticare il collo di Mello nascosto dal caschetto biondo, seppure più disordinato di quanto lo ricordi; il ragazzo stringe più forte i fianchi di lei
 
-Adesso ti dico cosa faremo: hai una suite riservata al terzo piano; balleremo ancora un po’ e faremo finta di flirtare, mi hai capito?- chiede sorridendo mentre la stretta di lei si fa più salda intorno al collo –Dopo di che io farò intendere di volerti seguire in stanza; nessuno si stupirà della cosa, ma tu devi continuare a fare finta di essere ben predisposta Ái. Non fare come tuo solito e non lasciarti prendere dall’ansia, rischi di farci ammazzare in un attimo-
 
Ái continua a sorridere poi si sporge e, attirandolo un po’ verso di sé, scosta i capelli biondi con la punta del naso per ricercare il suo orecchio, infine sussurra
 
-Sei il più grande bastardo che abbia mai conosciuto…ma mi sei mancato tantissimo-
 
Ái si scosta e torna a sorridere con aria provocante e Mello ricambia il sorriso
 
-Guarda un po’ quei due capo- dice Oleg a Shakro, che si avvicina alla ringhiera del privé per lanciare uno sguardo alla pista sotto di loro –Il ragazzino vuole farsi un giro sulla rossa sai?-
 
-Che si divertisse fin quando può farlo. Ha un giorno di tempo per rigirarsela come vuole- Ghigna Shakro, prima di tornare sulla poltrona a farsi viziare da un paio di ragazze avvenenti.
 
 
Agosto 2005
 
Stravolti e sconvolti, infine i due si staccarono fosse anche solo per riprendere fiato. Quando Matt tornato vagamente lucido si soffermò a fissare il viso di Mello e nello specifico le labbra fattosi rosse e screpolate, scoppiò a ridere. Il biondo non la prese bene, quella risata, così con un gesto di stizza spinse la spalla di Matt
 
-Ehi, che cazzo c’è da ridere?!-
 
-Scusami!- continuò sghignazzando l’altro non riuscendo proprio a trattenersi –ma tutto mi sarei aspettato tranne che questa…questa cosa qui ecco!-
 
A Mello non veniva affatto da ridere. Se possibile tutto quel baciarsi lo aveva mandato ancor più in confusione e di certo l’afa di Agosto non lo stava aiutando a recuperare una temperatura normale. Scompigliò la frangia esasperato, quindi sedette sul proprio letto ed affondò le mani nei capelli biondi con fare eccessivamente disperato; Matt riuscì a smettere di ridere e finalmente sentì di essersi guadagnato la sigaretta di prima, che si sbrigò ad accendere per poi sedersi sul davanzale della finestra spalancata
 
-Stai attento coglione, siamo al primo piano ma rischi comunque di cadere-
 
-Meglio no? Così se crepo elimini il problema alla radice-
 
Mello roteò gli occhi e tornò ad affondare le mani nei capelli –Che cazzo stiamo combinando?-
Chiese più a se stesso che a Matt; il ragazzo sbuffò il fumo e scosse la testa senza riuscire a trattenere il sorriso –Non lo so, però niente di buono credo-
 
-Grazie tante!- Mello alzò il tono della voce ed alzandosi di scatto si avvicinò al ragazzo e si posizionò davanti a lui con quegli occhi tanto sgranati che avrebbero messo in soggezione chiunque –Certo che così non mi aiuti, Cristo!-
 
-Vuoi darti una calmata? Mica abbiamo ammazzato qualcuno!- rispose Matt con la sigaretta nella bocca –e poi se ti può consolare…a me non è mica dispiaciuto-
 
Nel sentire quelle parole Mello distese appena il viso e rilassò lo sguardo
 
-Quindi?- gli chiese poi
 
-Quindi cosa?- rispose Matt con la sigaretta nella bocca
 
-‘fanculo! Ti limiterai a ridere e ripetere quello che dico io?!- Si spazientì nuovamente Mello. Matt alzò gli occhi al cielo come a voler cercare una risposta, ma che c’era da dire alla fine? Era chiaro come la luce del giorno che quello che era accaduto era stato strano, ma piacevole e…semplicemente bello. Eppure sapeva anche lui che di certo avrebbe complicato ancora di più il loro rapporto già di per sé ingarbugliato
 
-Senti…- disse infine dopo aver spento la sigaretta, così scese dal davanzale e rimanere in piedi davanti all’amico più basso di lui –Io non lo so perché siano andate così le cose…quello che posso dirti è che non mi è dispiaciuto, che tu sei un coglione che non riesce a tenere a freno l’istinto e che forse…beh forse è meglio così- concluse accennando un sorriso poi.
Mello assottigliò lo sguardo –Ma? Perché c’è un ma, vero Matt? Perché io sento esserci un ma e non capisco che cazzo sia- disse confusamente.
Matt sospirò, perché lui sapeva quale fosse quel ma che tanto andava cercando Mello
 
-Il mio ma, o meglio il nostro ma, io lo so qual è. Tu sei sicuro di volertelo sentir dire però?- osò Matt continuando a guardare Mello negli occhi. Proprio quando quest’ultimo stava per replicare, un furioso bussare alla porta lo fece voltare verso di essa ed entrambi guardarono Ái entrare senza nemmeno attendere una risposta; la ragazza guardò i due accanto alla finestra ed infine puntò, furiosa, lo sguardo su di Mello
 
-Ti pare il modo di andarsene?! Stavamo facendo un discorso! Idiota che non sei altro!- riprese a strillare lei. Matt ghignò divertito, così si rivolse a Mello trascurando le urla dell’amica
 
-Eccolo qui, il nostro ma- affermò Matt, con estrema serenità.
 
 
Birmingham – Agosto 2007
 
Mello non si è dovuto impegnare nel dare spiegazioni: una volta che Ái era stata accompagnata nella sua suite lui non aveva dovuto fare altro che aspettare non fossero presenti gli irlandesi per far intendere che avrebbe seguito la ragazza.
Ora bussa alla porta e pochi istanti dopo quella si schiude; i due si guardano dallo spiraglio per un po’, prima che Mello faccia il suo ingresso e si chiuda la porta a chiave dietro di sé.
Rimangono in piedi, uno davanti l’altra a fissarsi con occhi tremanti, non sapendo bene come comportarsi; è infine Ái che getta le braccia intorno al collo di Mello e lui, incapace e disorientato, la stringe, la stringe fortissimo
 
-Sei sicuro non ci siano videocamere?- sussurra lei nel suo orecchio e lui annuisce
 
-Mi sono assicurato non ci siano né telecamere, né microfoni. Ho fatto disattivare tutto visto che sono convinti che passeremo la notte insieme. Shakro si fida di me- La scosta, ancora rintronato e la guarda, rimira i suoi capelli rossi ed i suoi occhi grigi, affonda le pupille nelle labbra scarlatte e corre a seguirne il corpo avvolto da quel tubino nero che proprio non è da lei, per poi risalire fino ai suoi occhi.
Ed improvvisamente sente la rabbia montare
 
-Adesso spiegami che cazzo ci fai con quella gente, come sei arrivata a loro?!-
 
Ái sospira e scrolla appena la corta frangetta con una mano
 
-Ho scoperto che mio nonno non era affatto un uomo per bene, Mr Kee era un suo caro amico e…collega diciamo. Quando ho lasciato la Wammy’s House…- sospira ancora, prima di avviarsi verso il comodo divano della suite ed affondare in esso –Ho fatto una breve ricerca e sono andata a Dublino, L’ho rintracciato e mi sono fatta spiegare un po’ di cose; appena ha capito chi fossi mi ha accolta senza fare una piega, era molto legato a quel figlio di puttana. Per il resto, beh…mi sono fatta valere quasi subito- Mello intanto si avvicina a lei, ma rimane in piedi facendo scorrere lo sguardo sulle sue gambe accavallate –Non sarò la numero uno, ma credo che chiunque faccia parte del nostro istituto sia un paio di spanne sopra a qualsiasi essere umano, specialmente a quella gente lì-
 
Mentre Ái parla, Mello apre il frigo bar e versa per sé e per la ragazza due abbondanti bicchieri di gin, per cui la ragazza comincia a bere –Ed il resto puoi immaginartelo da te: mi occupo principalmente di hackerare sistemi informatici, che è il principale lavoro su cui si concentra l’organizzazione, ma pare che ora si siano anche dati ad altri tipi di affari, come lo spaccio di cocaina- Ái alza il bicchiere verso Mello –E qui arriviamo alla tua organizzazione, non è assurdo?- conclude piegando la bocca morbida in un sorriso
 
Mello butta giù in un sorso il bicchiere di gin e ne versa un altro prima di piazzarsi nuovamente davanti a lei –Come ti è venuto in mente di mischiarti a questa gente, sei andata fuori di testa? Lo sai quanto sei in pericolo?-
 
-Proprio tu vieni a farmi la predica?! Cristo Mello, i russi…sono i più pericolosi, lo sanno tutti cazzo-
 
-Di me non c’è da preoccuparsi, ma tu…non sai in che storia ti sei cacciata- Mello continua a bere con nervosismo e, nonostante Ái non lo incontri da due anni, riconosce in lui un atteggiamento anomalo, per cui si alza trattenendo il bicchiere in mano e si pone davanti a lui
 
-Che succede? Perché mi dici questo?-
 
Mello distoglie lo sguardo e frettolosamente cambia argomento –E Matt? Hai notizie di lui?-
 
Ái si affretta a voltare lo sguardo e butta giù un sorso di gin –l’ultima volta che l’ho visto è stato circa un anno fa; ci ha messo un attimo a scoprire dove fossi…- sospira –ero tornata nella mia vecchia casa, quella dove vivevo con mio nonno- ed in un attimo torna ad incastrare gli occhi in quelli di Mello –sono fuggita dopo che abbiamo passato la notte insieme- conclude fissandolo.
Quell’ultima frase arriva a Mello come uno schiaffo
 
-Che intendi per abbiamo passato la notte insieme?-
 
-Siamo stati a letto insieme Mello. Come al solito Matt raccoglie i nostri pezzi, non credo cambierà mai-
 
Che rabbia che prova. Si immagina quei due, vivida è l’immagine del loro scontrarsi ed aggrapparsi l’uno all’altra e non lo tollera, non ci riesce. Poggia con tanta forza il bicchiere ormai vuoto sul tavolino che quasi lo manda in frantumi
 
-Lo sapevo ti saresti incazzato, ma ricordati che sei tu quello ad essere scappato via! Ci hai fatti a pezzi, te ne rendi conto?! Scappare così…- cautamente Ái lascia il bicchiere accanto a quello di Mello e si avvicina a lui –Non ha senso, insieme ce l’avremmo fatta ad affrontare tutto, ma tu hai preferito fare da solo, ci hai esclusi un’altra volta dalla tua vita- allunga una mano per ricercare quella di lui, ma Mello la strattona via
 
-E voi vi siete rifatti giusto?! Non appena me ne sono andato non avete perso l’occasione per tradirmi!- urla irrazionalmente, così anche Ái inizia ad alzare la voce, nonostante sia conscia che entrambi debbano trattenersi dal gridare cose che potrebbero farli scoprire
 
-Ma che cazzo! Non ci arrivi proprio mai eh?! Me ne sono andata non riuscendo a sopportare la tua assenza e Matt…Matt era distrutto! Senza di te non abbiamo retto, io non ho retto!-
 
Ái afferra con forza i polsi di Mello che tenta di divincolarsi, ma questa volta lei non lascia la presa e lo costringe a guardarla negli occhi –Se solo avessi parlato con noi prima di fare al solito tuo saremmo potuti andare via insieme…quello che c’è stato con Matt sai…è stato fantastico- lo dice continuando a trattenerlo con presa salda –ma non c’eri comunque tu. Ho cercato di farmi forza e convincermi che le nostre strade si erano ormai divise eppure guarda, guardami!- Lo strattona e Mello la fissa tremante di rabbia –Sono qui e rivederti oggi, saperti qui, averti ritrovato…io non sono stata più felice di così in questi ultimi due anni- con cautela lascia la mano destra di Mello per avvicinare la propria al suo viso pallido, che accarezza con estrema delicatezza scontrandosi con i capelli biondi –ora so che entrambi siete vivi, come so che dobbiamo tornare uniti-
 
Mello si lascia accarezzare da quelle dita sottili e sente la tristezza prendere il posto della rabbia. Scuote appena il capo ed Ái lo guarda accigliandosi
 
-Anche se lo volessi non potremo fare finta che nulla sia successo- così la guarda e, solo allora, azzarda un movimento sincero nei confronti di lei nel momento in cui allunga la mano per smuoverle la frangia e sfiorarle la fronte –Shakro…non l’ha presa bene l’intromissione del tuo capo. Questa è tutta una trappola Ái. Domani vi vuole morti, te inclusa-
 
Gli occhi di Ái si sgranano terrorizzati ed in un attimo ritrae le mani –Non è vero, non è possibile-
 
-Non dare di matto ora e ascoltami, ehi ascoltami!- la afferra per un polso e la tira a sé –Farai come ti dico io: Shakro vi vorrà fare secchi solo domani sera, dopo aver stretto l’accordo con Mr Kee, ma tu non sarai qui domani sera, niente repliche Ái!-
 
La ragazza cerca di divincolarsi terrorizzata da quella presa, ma Mello non la lascia, anzi la tira ancor più a sé, le afferra il viso con le mani e si china appena per avvicinare il proprio
-Scapperai di giorno, è la soluzione migliore perché non sospetteranno della tua fuga. Devi andare subito via da Birmingham ma non azzardarti a tornare a Dublino né dovrai andare alla Wammy’s House. Non contattare Matt che se riescono a rintracciarti per lui è la fine, devi solo trovare un luogo sicuro dove startene buona per un po’, mi ha capito? Ái dimmi che mi hai capito!-
 
Scossa, confusa e terrorizzata Ái annuisce, le labbra tremano appena così come le sue mani
-E tu? Cosa farai? Perché non vieni via con me?!-
-Sei impazzita?! Io scapperò ma dobbiamo dividerci! Non devono assolutamente sospettare  che ci conosciamo già da tempo ok? Dobbiamo confonderli il più possibile se non vogliamo che risalgano immediatamente a noi e al nostro passato. Ti prego fai come ti ho detto o non ci salveremo, nessuno di noi tre si salverà-
 
-Ma proprio ora…proprio ora che ti ho ritrovato! Non posso, non posso…- Ái sente salire le lacrime e con quelle accompagna le mani a stringere quelle di Mello che avvicina ancor più il viso a quello di lei, arrivando a far sfiorare il proprio naso con l’altro
 
-Si che puoi, ce la faremo, dobbiamo farcela-
 
Mentre le lacrime di Ái bagnano le sue mani ancora agganciate al viso, Mello annulla la distanza tra le labbra. La bocca di Ái ha il sapore del rossetto, è morbida, morbidissima, pensa Mello mentre schiude la propria senza remore. Così Ái senza smettere di piangere lo segue nel gesto ed i due si abbandonano al loro secondo, intenso e drammatico bacio.
Non c’è tempo per le parole, ora non è che un ricercare l’altro con passione e violenza, con quel fare che contraddistingue i due giovani ragazzi, all’unisono.
Le mani di Mello vanno a ricercare la cerniera del tubino che tira giù rischiando di romperla per la foga, così afferra la stoffa dal seno e lo fa cadere a terra; subito Ái slaccia il gilet di pelle lasciando così il torso di Mello nudo unicamente ornato, ora, dal rosario che pende in mezzo allo sterno.
La afferra con furia, quella ragazza così piccola e la getta sul letto, getta via i tacchi alti e la libera dagli slip.
Si sente soffocare dall’uragano di emozioni, Ái; annebbiata sfila i pantaloni dell’altro, con frenesia lo spoglia e si aggrappa a lui, gli afferra i capelli biondi, le lacrime continuano a bagnare il viso rendendo i loro baci arroganti, salati e umidi. Soffoca un singulto nel sentire i denti candidi di Mello morderle il collo, la clavicola, la spalla e poi agganciarsi al seno.
Che male che le fa.
Che piacere che le concede.
Il pensiero si spinge fugacemente a Matt e alla loro prima volta, al tocco accorto e gentile del ragazzo così distante dalle strette violente di Mello intorno ai propri fianchi. Eppure tutto quel dolore la libera e scioglie la tensione.
La vuole divorare, Mello. Riconosce nel corpo di lei tutto il loro mondo, quello che non ha nulla a che fare con la mafia, le prostitute, la guerra. Torna a baciarla e vicendevolmente si tirano i capelli, si massacrano, sfregano i corpi nudi, si toccano con audacia, si nutrono dello sguardo dell’altro, si assaggiano.
Quando Mello le allarga le gambe si spinge in lei senza remore; il momento di pura estasi è indescrivibile nel sentirla bagnata, nel vedere quelle labbra rosse schiudersi in un gemito di piacere assoluto.
Sembra una lotta, la loro; uno scontro per la sopravvivenza.
Rosso, solo un manto rosso a coprire gli occhi mentre Mello la tira su e la spinge al muro con rabbia e lei è costretta ad agganciare le gambe sottili intorno alla sua vita con tutta la forza che ha, mentre il ragazzo la tiene sollevata con una mano e con l’altra le trattiene la testa per i capelli.
E si spinge ancora in lei con affondi decisi e carichi, mentre si fissano ed ansimano, fino arrivare ad un’esplosione di gioia, raggiungendo infine l’orgasmo.
 
Le poche ore concesse loro, Mello ed Ái le passano avvinghiati in estenuanti e muti abbracci, trattenendosi l’un l’altra con lo sguardo, nel disperato tentativo di sublimare l’imminente separazione, che li costringerà drammaticamente lontani.
 
 
 
Questa è stata un’assenza lunga, lo so; ma non è stato un periodo semplice, in realtà non lo è tutt’ora, ho il cuore in pezzi per una grave perdita che ho subito, ma cerco di rimettermi in piedi e la scrittura in qualche modo mi aiuta. Comunque spero che questo lunghissimo capitolo, che per me è molto importante, vi sia piaciuto. Spero che sia arrivata tutta la passione che ci ho messo nello scriverlo (finalmente si sta districando un po’ la matassa ingarbugliata, giusto?)
Non so con quanta celerità riuscirò a pubblicare il prossimo, ma cercherò di non metterci troppo. Al solito mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, con totale sincerità da parte vostra ovviamente.
A presto.
D.
   
 
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