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Autore: LunariaScrittrice    16/02/2018    0 recensioni
Ciao a tutti sono Lunaby.
Questa storia è una crossover con tantissimi anime :)
Se accadesse che il destino venga alterato con solo l'amore, cosa accadrebbe se fosse scoperto da delle divinità?
Lo affrontano Lisa Elison (Meimi) e Kaito Kuroba.
Loro hanno tre segreti: una doppia vita da ladri, una promessa d'amore e un potere magico.
Yugi Mutou e Yami, dopo aver conosciuto Kaito, giura che si vendicherà per come lui abbia deciso di tradire la sua amicizia.
Yuno, conosce Key, una divinità dell' occidente
Il Dio della morte e del tempo dell' oriente, organizza un piano per poter eliminare Kaito e Lisa (Meimi) sfruttando Yuno senza sapere che Key la controlla. perciò punterà a Yugi?
Intanto Melody viene accusata di omicidio su Sinfony, e tutti sono ignari che la colpevole è Lullaby che, andando da Akako Koizumi( una strega), ha rovinato la vita a Melody, e con esso stipulato un contratto con Ade.
La pietra Pandora è svanita.
KaitoKid la cerca senza sapere che lui è la chiave, assieme a Lisa, per trovarla e vendicare suo padre.
Rossana Kurata, figlia adottata, ha un rivale, Akito hayama.
Yugi e Atem come affronteranno la loro vendetta se kaito è protteto dagli Dei?
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Un amico non dichierato.

Tra le rovine del Egitto giace una tomba nascosta su un faraone dimenticato da secoli.
Un archeologo ne studia i suoi scritti scoprendo che nell' antichità è esistito il "Gioco delle ombre "che in Giappone viene chiamato "Yami No Game" ovvero "Gioco Oscuro."
Successivamente a questa scoperta, la moglie di suo figlio partorisce un neonato dagli occhi spalancati di suo già ametista assieme a diversi ciuffi da tre colori: viola, giallo, nero.
La madre  e il pardre per lui provano un amore incondizionato. « Come lo chiamiamo? » chiede l'uomo guardando la donna.  « Yugi » Che significa proprio gioco.

Dopo quattro anni il nonno di Yugi Mutou torna a casa dove i genitori di Yugi accudiscono loro figlio.

La porta di casa viene aperta dal signor Salom Mutou che è il nonno di Yugi. « Sono tornato. » Afferma felice delle scoperte fatte e di tutto ciò che ha portato.


 

Yugi intanto beve la sua cioccolata al latte mentre guarda la televisione.

Sentendo che c'è qualcuno si volta guardando suo nonno chiedendosi chi sia l'uomo dagli occhi viola come suoi e dalla sua stessa forma solo che i capelli sono sparpagliati a destra e sinistra, non a stella come il piccolo, ciò che colpisce al nonno del piccolo, sono i colori che sono pressoché innaturali per un bambino, però non vuole farne peso.

Si avvicina a lui che lo guarda con visetto curioso, vestito con una maglia celeste e pantaloncini neri corti dato che è estate. « Ciao piccolo, sono tuo nonno. » saluta lui con un sorriso ad occhi.
Il bimbo si alza in piedi muovendo la testa in modo confuso come se non realizzasse. « Il mio nonno che è in Egitto? » Domanda curioso.
« Sì, sono tornato. » Si aspetterebbe anche la diffidenza, ma l'altro gli regala un sorriso frizzante, genuino per poi spalancare le braccia e correre da lui abbracciandolo esclamando. « Nonnino, che bello ora ti conosco!»
All' anziano basta solo toccarlo per amarlo già come farebbe con un nipote; del resto è sangue del suo sangue.

Il padre di Yugi che si chiama Artes lo chiama un attimo in privato assieme a sua moglie che gli annunciano che vogliono fare un viaggio e che quindi vorrebbero che lui accudisca loro figlio, cosa che accetta volentieri.

Il piccolo intanto cammina per la stanza del salotto vedendo verso l'atrio una borsa semiaperta.
Curioso va a vedere cosa c'è dentro trovando diversi oggetti come: pergamene, quaderni, fogli, appunti e poi una scatola dorata che suscita subito il suo interesse.

Quando vuole metterci le mani viene sollevato in braccio da suo nonno. « Yugi non sono cose per te, vieni andiamo a giocare. »

Il bimbo in braccio a suo nonno guarda dietro la sua spalla la borsa bianca per poi muovere la mano verso essa come per dire all' oggetto che tanto gli piace. " Tornerò!"

Dopo qualche giorno i genitori del piccolo lo avvisano che partiranno in un viaggio di lavoro, la cosa lo rende triste perché non li rivedrà per un bel po' ma non fa storie. « E poi mi porterete tanti giocattoli? » Chiede senza mostrare che sta male poichè è un tipo che si tiene tutto dentro.
« Quanti ne vorrai, non smetteremo di pensarti. » Afferma la mamma dagli occhi castano gentili che gli riscalda il cuore con il suo sorriso rassicurante.
« Allora va bene. »

Dopo la partenza dei suoi genitori suo nonno si prende cura di lui insegnandogli molte cose come a giocare a Dual monster e gli parla del Egitto argomento che lo affascina moltissimo.

Dalle foto scattate nei viaggi di suo nonno, vede: le piramidi, il sole, la sabbia e i cammelli e poi l'uomo giovane assieme ai suoi colleghi che esultano trionfanti di chissà quali scoperte.
« Sai Yugi si narra che ci fosse stata una dinastia di uomini superiori nell' antico Egitto. » Inizia il nonno indicando un luogo chiamato "Valle dei Re"
Yugi distoglie lo sguardo dalle foto per guardare l'uomo. « Che cosa significa? » Chiede incuriosito.
« Ovviamente è una leggenda ma pare che esistessero le divinità, ed il gioco delle ombre. »

Il bambino rimane affascinato, preso, catturato dal nome. « E che cosa fa questo gioco? » La frenesia, l' eccitazione c'è nel tono della sua voce già di per sé acuto.
« Non ne so molto, ma credo che siano poteri oscuri della magia nera che oltrepassano lo spirito e il tempo. » Afferma l'uomo poco convinto.
« Wow, ma allora la magia esiste?» Chiede a tono sognante.
«Possiamo dire che in questo caso la magia sarebbe malefica. »
Yugi non crede, scuote la testa con le gote rosse. « Se la persona è buona quel potere è buono! » Ci crede, ne è convinto e questo fa scoppiare in una risata il nonno.
«Oh Yugi, beata la tua ingenuità!Voglio premiarti, sai tra i miei scavi ho trovato questo cofanetto. » Esprime alzandosi dal tavolo, aprire un armadio e prendere un cofano dorato che è lo stesso che Yugi ha voluto aprire qualche settimana prima.

Il cuore del piccolo batte forte ad ogni passo che l'uomo verso lui fa perché l'attenzione è solo sulla scatola che ha diverse incisioni sopra: scritte in una lingua incomprensibile . « Ecco tesoro qui c'è un oggetto di inestimabile valore. » avvisa il nonno tutto sereno.
Le mani del bimbo si muovono e si morde le labbra resistendo alla tentazione di toccarlo. « E posso vedere cosa c'è al suo interno? »
Il nonno senza problemi solleva il coperchio mostrandogli il fondo: dodici pezzi dorati, piccoli dalle forme geomet

riche d'angolo, ma tra essi quello che più colpisce il piccolo è quello più grande con un simbolo ad un occhio aperto.
Non resiste, lo tocca e suo nonno ordina.« No, aspetta. »

Troppo tardi Yugi l'ha toccato ed esso s'illumina.
Il piccolo avverte un calore in sè che mai ha sentito
.



Chiude gli occhi e vede nella sua mente solo un immagine di un ragazzo sui diciassette anni con i capelli a punta a forma di stella identici ai suoi solo che ha come vestiti una tunica bianca e tantissimi gioielli d'oro.


 

 

Suo nonno rimane impietrito a vedere che è stato scelto. « Yugi, vorresti completarlo? » Domanda il nonno ed il piccolo annuisce. « Sì! Ci riuscirò! » Prende la scatola rimette il pezzo a occhio che ha preso nella scatola e lo chiude. « Nonno ho visto qualcuno prima. »
Suo nonno sbatte le palpebre, vuole pensare che stia usando solo l'immaginazione ma dopo ciò che ha visto non sa cosa credere. « E cosa hai visto? »
« Un ragazzo identico a me con gli occhi diabolici rossi, portava dei gioielli e mi ha detto di liberarlo, credi che qui dentro ci sia uno spirito? » Chiede curioso come non mai e il nonno ammette. « Secondo queste incisioni: il prescelto libererà i segreti del gioco delle ombre attraverso uno spirito. Sai prima io... » Guarda il bambino che ha un' espressione innocente. - No, non posso dirglielo... - « Niente... »

Yugi non sa cosa lui voglia dirgli ma afferma sicuro. « Lo completerò, e lui sarà il mio primo vero amico! Non importa se è malefico, lui sarà buono! » Ci vuole credere e così in camera inizia ad assemblare il puzzle mentre suo nonno non smette di pensare.

Aveva il simbolo della scatola sulla fronte, che significa, devo preoccuparmi? Se è davvero lui il prescelto la sua vita sarà tra le ombre... che gli Dei abbiano pietà di lui.

 

A casa, Il padre di Kaito gli inizia a spiegare i trucchi magici ma il bimbo non riesce a capire il perché usare la logica se 

può usare la magia.
Inclina la testa chiedendoselo spesso; a volte pensa che suo padre gli nasconda qualcosa.

 

Da bravo bambino fa i trucchi magici non riuscendoci molto quindi usa la magia per fare tutto: gli è così semplice, gli basta solo pensarlo e tutto ciò che vuole si avvera, eppure nei mesi che passano lui inizia ad avere dubbi sul perché in famiglia non ci sia questa capacità.

Nella scuola materna, Kaito si isola completamente da tutti, non li bada: per lui sono bambini privi di senso perché si divertono con dei giochi che lui  trova così noiosi.
Preferisce di più parlare solo rimanendo con la sua fantasia.

Tra questi bambini c'è uno timidissimo che si chiama Yugi Mutou, lui è da poco un suo compagno di classe, da quello che Kaito sa, si è trasferito da pochi giorni a causa di un incidente successo ai suoi genitori.

In classe poi c'è anche un altro bambino con gli occhiali: occhi marroncini e un visetto da studioso, nulla a che vedere con la perfezione della famiglia di Kaito.



 

Questo bambino a vista sua non è carino ed è forse è per questo che le bambine lo chiamano " "Quattrocchi" tuttavia lui ha un carattere molto prepotente nei confronti di Kaito dovuto a chi è suo padre e sua madre, e appunto lui spesso gli fa i dispetti e nonostante Kaito possa rispondergli sta sempre zitto facendo il superiore perché l'ha compreso che è un bambino superiore agli altri.

Yugi nei mesi a seguire guarda spesso la scena che c'è tra Kaito e il bulletto che si chiama Terence.

Alcune volte Yugi giunge in difesa di Kaito. « Non vedi che sta giocando da solo, perché gli dai fastidio? »

Kaito lo apprezza ma non glielo fa capire apertamente perché è timido, introverso, ma molto dispettoso. « Non preoccuparti, gli infastidisce solo che io sono popolare e lui no. » Che poi è vero, Kaito potrebbe avere molti amici se non fosse così selettivo.

Terence afferma indicandolo « Sei tu che sei strano, non parli con nessuno e fai l'altezzoso! Nessuno ti sopporta! » Afferma il piccolo con il grembiule verde.
Kaito non risponde alla provocazione, di suo sa che sono litigi infantili, ma ugualmente è un bambino quindi è molto suscettibile alle emozioni, però si dice che finché non parla dei suoi genitori quel bambino può anche infastidirlo anche se ha in mente un piano vendicativo.

Yugi s'intromette: lui ha quattro anni e mezzo e cerca di mostrarsi un vero maschietto peccato che la sua voce smielata lo facciano pensare ad una bambina. « E sarà anche strano ma è indifeso, e tu vieni con i tuoi amici; è scorretto! »
Infatti Terence sempre infastidisce Kaito con un gruppetto di cinque, ma luisa che è Terence il capo e non quei quattro.

Quando Terence se ne va Kaito prende una bambolina. - Oh Terence, preparati a soffrire! -



 

Yugi avverte un brivido, ultimamente Kaito gli trasmette sempre qualcosa di raggelante, e il più delle volte qualcosa accade.
Yugi non sa se questo è dovuto al caso o è proprio dovuto a Kaito, ma sa che lui non è un bambino come gli altri, ed è per questo che decide di testare se i suoi presentimenti siano giusti. « Cosa combini? » chiede a Kaito sedendosi a gambe aperte sul tappetino colorato dove ci sono tanti giocattoli.

Kaito gli risponde con uno sguardo; forse è l'unico tra tutti i bambini che risponde a sguardi e parole. « Gioco! » Non smette di fissare la mano della bambola immaginando quella assunta di Terence.

Yugi di nuovo avverte un brivido e vede un alone nero attorno alla bambola.
Si stropiccia gli occhi. - Mi bruciano gli occhi, ci vedo male? -

Kaito di colpo gira il polso della bambola che è un giocattolo della lego e contemporaneamente si ude un urlo acuto da parte di Terance.

Yugi si volta, corre da Terence per guardare cosa abbia, nota lo stesso alone nero che ha avvolto la bambola. - Ma che ho? Non ci vedo bene? Non capisco, è da quando conosco Kaito che mi sento strano. - pensa confuso sentendo che sta impazzendo.

Tutti i bambini si voltano per vedere che cosa sia accaduto, e Kaito intanto continua a giocare con la bambola prendendo di mira stavolta le dita di essa iniziando a martellarla con un altro giocattolo duro. - uno, due, tre, quattro, cinque, sei... Urla ancora, dai distruggiti! -

Yugi rimane impallidito a vedere che tra le dita della mano di Terence si stiano formando diverse macchie coloraterosse che colpiscono le ossa frantumandole poco a poco a seconda delle martellate che Kaito dà alla bambola.

 

Yugi si volta verso Kaito andando di logica. - Non non può farlo, con che stregoneria? E se avesse quello che nonno chiama il gioco delle ombre? -

Terence non riesce a muovere le dita e non riesce a sentirle, e Kaito continua mentalmente a maledire il ragazzo a distanza.

Yugi si spaventa molto per Terence vedendo quella mano contorcersi dal dolore mentre il bimbo piange e urla acutamente angosciando tutta la classe e l'insegnante che tenta di calmarlo.

Yugi si volta verso Kaito, va da lui e lo ferma prendendolo per il polso. « Smettila!! »
Per la prima volta si è arrabbiato molto.

« Non ho fatto nulla

« Non ho fatto nulla. » S'Inventa Kaito.
« Bugiardo tu... Non so come ci riesci, ma sei tu che lo fai, ed è sbagliato! »
Kaito domanda. « Non so di cosa parli.»
Il bimbo dagli occhi viola ci riflette chiedendosi perché abbia reagito così, ma non è la prima volta: è proprio Kaito che lo aizza contro sopratutto dopo che ha avuto da suo nonno il puzzle. « Tu sei uno che usa la magia! »
Il sorriso sadico di Kaito si raggela per lasciarne uno presuntuoso. « Da cosa lo deduci? »
« Forse perché martellando una bambola Terence soffre!? » Si mette le mani verso il petto chiudendoli in pugnetti stretti per la timidezza. «Sei malvagio! »
Kaito non batte ciglio. « Non è una prova sufficiente, è solo una coincidenza. »
Yugi si rende conto di parlare a un ragazzo molto sveglio, acculturato poi. « Non smettevi di sorridere! »
Kaito guarda Terence che è inginocchiato a terra con la mano dolente. - Beh, capirà ora che non deve più infastidirmi. - « Dovrei dispiacermi per chi mi infastidisce ogni giorno? » Ridacchia tra sé e sé, ma Yugi non vuole sentire ragione. « Vuole solo avere attenzioni. »
« E le sta avendo. » Non risponde oltre.
« Kuroba senti, quello che fai è sbagliato! Il male è male a se stesso! Un giorno ti si ritorcerà contro! »
Kaito ci riflette a quelle parole che l'hanno scosso. - Il male mi andrà contro? Che significa? -
« Ti ripeto che non so di che parli, mi stai accusando di una cosa impossibile. »
Yugi non gli crede. « Impossibile?! Quello che è accaduto è impossibile! »
« Oh ma allora non capisci è una coincidenza, io non l'ho nemmeno toccato! »
« Usi la magia! »
« E che magia userei, eh? »
« Il gioco delle ombre! »
Kaito sbatte le palpebre. « Eh? »
« È qualcosa di egiziano credo. »
« Intendi che esiste la magia in Egitto? » Chiede interessandosi sull' argomento.
« Sì! Ecco, mio nonno mi ha portato un puzzle da là... Credo che abbia i segreti del gioco delle ombre, ma dovrebbe essere sigillato ma tu hai questo potere. »
Kaito allarga un sorriso domandando per avere più informazioni. « Hai qui questo puzzle?»
« Perché vuoi saperlo? »
« Vorrei aiutarti, sono molto bravo nei giochi, ti va? »
Yugi si chiede se Kaito sia sincero. « Non vorrai rubarmelo vero? »
Kaito si alza esprimendo. « Ehi, mi hai preso per un ladro? Non te lo ruberò » - Su avanti fammelo studiare, magari è la risposta a questo mistero... - pensa con il suo sorrisetto furbo.
Yugi di suo crede nell' innocenza di tutti quindi dal suo zaino prende la scatola e l'apre mostrando a Kaito i pezzi. « E va bene, ma non romperlo... Ecco... »
Kaito domanda. « Posso prenderne uno? »
Yugi annuisce. « No, solo guarda! »

Kaito non l'ascolta che inserisce la mano nella scatola e prende il pezzo. «No, ti ho detto di non prenderli! » Esclama Yugi come un ordine!
Kaito prende un pezzo ma il contatto si spezza subito perché poi viene respinto da un' energia che si contrasta alla sua che crea elettricità e una scintilla rossa.
« Cosa?! » Mormora Kaito vedendo sulla mano una ferita ed una cicatrice che in poco tempo va via. « Credo che non abbia questo potere. » Conclude con delusione.
Yugi chiede. « Che intendi? »
Kaito abbassa lo sguardo ammettendo. « Non ho il gioco delle ombre, questo oggetto mi ha voluto fare male. » Gli indica il palmo della mano che è con un segno nero che a poco a poco sta tornando normale grazie alla sua protezione perché se no sarebbe stato sanzionato.
« E allora che cosa è il tuo potere? »
Kaito svolta lo sguardo, si mette le mani in tasca. « Vorrei saperlo, secondo me i miei genitori non sanno niente di ciò, ma penso che mio padre mi nasconda qualcosa che ha a che fare con questa storia, in più credo che i miei poteri per ora siano solo alla pari di un Esper, ma non muoio, non vengo ferito da nulla, questo è strano! Nessuna magia riesce, nemmeno il tuo giocattolo ci è riuscito.»
Yugi accenna un sorriso. « Intendi che sei una divinità? Lo sai nonno mi ha detto che esistono gli Dei! »
Kaito sbatte le palpebre incredulo. « Yugi tu sei un genio! Forse è così! Farò ricerche...
Come mai mi difendi sempre se non ti sto nemmeno simpatico. »
Yugi afferma arrossendo. « Perché siamo compagni di classe e ci si aiuta no? »
Kaito si arrende indicandolo. « Comunque sia quel puzzle è tuo di diritto, io non posso toccarlo come altri, quindi impegnati, vorrei proprio capire cosa è questo gioco delle ombre. »
Yugi sorride di cuore sentendo che ha trovato un amico non dichiarato. « Allora vuoi che giochiamo assieme? »
Kaito ci pensa su per poi sedersi accanto a lui invitando a lui a fare lo stesso.« Ma sì, ti aiuterò a comporlo. »
Yugi chiede. « E come se non puoi toccarlo? »
Il ragazzo fa apparire della carta e una penna. « Schematizzando! Studierò un po' di matematica e geometria e così ti aiuterò! »
Yugi spalanca la bocca incredulo. « Wow! Sì che bello, grazie, tu sei geniale. »
« Comunque sia cosa è questo gioco? »
« Semplice è la prigione di uno spirito che diverrà il mio migliore amico! »
« allora sì, ti aiuterò! »

E intanto Meimi a s' Tail usa la magia di nascosto ferendo i suoi ex-amici.

 
 
   
 
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