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Autore: FastDivergent156    16/02/2018    0 recensioni
Erano passati tre giorni. Erano tre giorni che Harry, Ron ed Hermione potevano dormire in un vero letto. Quella notte, però, nonostante le calde coperte e il letto a baldacchino con i colori di Grifondoro, Harry non riusciva a riaddormentarsi. Era andato a sedersi sulla poltrona davanti al camino della sala comune di Grifondoro e fissava i pezzi di legno bruciati. La testa gli faceva male, in parte per il sonno, in parte per i mille pensieri che gli ronzavano in mente. Il giorno dopo ci sarebbe stato il funerale per tutti i caduti, ed Harry non faceva altro che pensare ai fantasmi di tutti coloro che erano morti per lui.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 1 - SOGNI INFESTATI


Erano passati tre giorni. Erano tre giorni che Harry, Ron ed Hermione potevano dormire in un vero letto senza pensieri o preoccupazioni. Dopo la battaglia erano rimasti tutti a scuola per poter rimettere in piedi l'edificio nel minor tempo possibile. Era stato un lavoro faticoso, i danni che il castello aveva riportato erano inimmaginabili, ma in fondo c'era da aspettarselo. I mangiamorte non avevano avuto pietà, neanche per il luogo che un tempo forse era stata anche la loro casa. Quella notte, però, nonostante le calde coperte e il letto a baldacchino con i colori di Grifondoro, Harry non riusciva a riaddormentarsi. Era seduto sulla poltrona davanti al camino della sala comune di Grifondoro e fissava i pezzi di legno bruciati, ricordando il giorno in cui da quel camino era uscito Sirius per aiutarlo a superare la prima prova del torneo tre maghi. Quanto tempo era passato. La testa gli faceva male, in parte per il sonno, in parte per i mille pensieri che gli ronzavano in mente. Avrebbe tanto voluto dormire, ma aveva appena fatto un sogno orribile, ed era divorato dal terrore che se si fosse riaddormentato il sogno sarebbe ripreso. Harry ne aveva fatti di brutti sogni nella sua vita, in fondo Voldemort era stato connesso alla sua mente da quando era appena un neonato, ma quello era anche peggio delle cose che il signore oscuro gli aveva fatto vedere. In quel sogno i protagonisti erano le persone che amava, e il fatto che la metà di esse fosse morta, certo non aiutava.

-James, piantala con quel boccino! Non capisco come dopo quasi 20 anni non si sia ancora rotto!-
-Oh, andiamo Felpato! è Natale! Fammi giocare con il mio gioco preferito!-
-Potrei trasfigurarlo in una caccabomba, vediamo se sarà ancora il tuo gioco preferito-
Sirius scattò in avanti ridendo, la bacchetta in mano, puntando al boccino della prima partita di Quidditch dell'amico. James lo scartò, uscendo dalla cucina verso il corridoio, ma dopo pochi passi andò a finire contro il porta ombrelli a forma di zampa di troll.
-Maledetto Troll!- disse James, facendo scoppiare a ridere il piccolo Teddy in braccio a Remus, che li stava osservando da lì vicino.
-Non cambiate mai voi due, vero?- Lupin era divertito da come i suoi due compagni non fossero praticamente cambiati dai tempi della scuola.
Harry non poteva credere ai suoi occhi. Dal ciglio della porta della cucina di Grimmauld Place osservava estasiato la scena. Tutta la sua famiglia era lì. I Weasley, i suoi genitori, Lupin, Tonks, Teddy ed Hermione. In un angolo della cucina era anche comodamente appollaiato Grattastinchi, il gatto che era appartenuto a Sirius e poi ad Hermione. Una voce femminile separò il battibecco dei due migliori amici. Una chioma di capelli rossi passò davanti a Harry senza che lui venisse visto. Non era Ginny e nemmeno Molly. Era sua madre. Proprio sua madre. Era ancora giovane, gli occhi verdi proprio come i suoi e un sorriso smagliante sulla bocca.
-Smettetela e datemi una mano a preparare la tavola piuttosto! James puoi andare a prendermi qualche bottiglia di succo di zucca giù in cantina?-
-Agli ordini, piccola!- James la baciò e scese le scale, dandole una piccola pacca sul sedere. La moglie si girò per lanciargli uno sguardo truce, ma il sorriso che aveva stampato sul volto tradì il fatto che trovasse le attenzioni di James piacevoli.
-Sarà il caso che anche io mi trovi una signorina come James e Remus o finirò single per tutta la vita-
Sirius a fare la persona seria e responsabile con una moglie ed un figlio. Harry non ce lo vedeva proprio. Era stato un padrino fantastico, per il tempo in cui ne aveva avuto la possibilità, ma lui era la persona a cui ci si poteva rivolgere per un aiuto su un piano per infrangere le regole, non la persona che avrebbe punito il figlio se avesse infranto le regole. Harry rise al pensiero, e forse anche Sirius stava pensando la stessa cosa, perchè dopo pochi secondi anche lui disse
-Anche se forse fare lo zio che vizia i vostri figli è abbastanza-
Lily rise, circondando le spalle di Sirius con un braccio.
-Non ti sembra che mandare ad Harry una Firebolt nuova fiammante al suo terzo anno di scuola sia stato abbastanza da zio che vizia i nipoti?-
-Beh, forse...- rispose Sirius compiaciuto.
Allora si ricordavano di lui! Sembrava che nessuno riuscisse a vederlo.
James tornò dalla cantina e Molly gridò dalla cucina:
-Ciurma, il pranzo di Natale è pronto!- Fred e George si materializzarono alle sue spalle, come al solito, facendola innervosire. Harry rise, non poteva smettere di sorridere.
-Oh, non vedo l'ora di vedere cosa hai preparato quest'anno Molly- disse Sirius andando di scatto verso il tavolo. Si sedettero tutti e fecero un brindisi, poi Harry decise che era il momento di entrare nella stanza. Aveva sempre voluto passare un Natale insieme a tutti loro. E adesso erano lì, anche se forse erano solo nella sua testa.
-Mamma... Papà... Sirius... non ci posso credere siete tutti qui!-
I volti delle persone sedute attorno al tavolo si scurirono improvvisamente, l'aria si raggelò e i volti di tutti sembrarono invecchiare di anni in un solo secondo
-Che cosa ci fai tu qui?- disse Lily con voce dura.
-Mamma, io... Sono... Cosa vuoi dire?-
-Stavamo meglio senza di te- disse Remus. Abbracciando Teddy e tenendolo il più lontano possibile dal punto in cui era in piedi Harry
-No. Non è stata colpa mia-
La mano di Harry si avvicinò alla bacchetta. Il suo corpo era fuori controllo. Non poteva fare nulla per fermarsi.
-NO! NO! Non voglio!- il suo braccio era praticamente teso davanti a lui, pronto a scagliare l'incantesimo.
Un ultimo secondo.
-Mi dispiace. Io non volevo niente di tutto questo!
Una forte luce verde uscì dalla bacchetta di fenice e inondò la stanza. La sua mente e il suo corpo non gli appartenevano, non riusciva a controllarsi.
La scena cambiò e la cucina di Grimmauld Place si trasformò nella sala grande. Remus e Tonks erano sdraiati a terra, inermi, freddi. Ai loro piedi il piccolo Freddy, con il suo ciuffo di capelli azzurri, stava piangendo e singhiozzando, picchiando i piccoli pugnetti sui corpi dei genitori che non sarebbero mai più stati in grado di rispondergli. Al loro fianco Fred era circondato dai Weasley. George, con un solo orecchio, era chino sul suo petto, stringeva tra le mani la maglietta impolverata e piena di lacrime che indossava il fratello e non sembrava che avesse intenzione di smettere mai di piangere. Ginny si asciugò la guancia bagnata e poi si alzò, fissando Harry con delusione e rabbia.
-Come hai potuto farmi questo?-
-Ginny... Non sono stato io... Io non volevo che loro morissero- la voce gli tremava.
Harry fece per voltarsi ed andarsene, ma i fantasmi di James, Sirius e Lily erano davanti a lui, a bloccargli il passaggio.
-è solo colpa tua!-
-Tu ci hai uccisi-
-Sei un assassino tanto quanto colui che hai cercato di combattere-
-Se non fossi nato niente di tutto ciò sarebbe successo!-
-ASSASSINO!-
Harry voleva scappare, ma non aveva via d'uscita. Ovunque si girasse i fantasmi delle persone morte gli urlavano addosso. Silente, Malocchio, Dobby, Cedric Diggory, Colin Canon. Non poteva scappare. Quella era l'unica verità. Era colpa sua...

Harry si era svegliato di soprassalto, sudato e con gli occhi lucidi. Si guardò intorno: per fortuna Ron non si era svegliato. Si asciugò il volto pieno di lacrime e scese in sala comune. Sentiva una gran voglia di gridare, ma non poteva, era notte fonda e non poteva permettersi di spaventare tutti quanti uscendo di notte dopo gli ultimi giorni. In fondo non era colpa sua. Remus, Sirius e i suoi genitori glielo avevano detto quella notte nella foresta proibita. Non incolpavano lui per la loro morte. La colpa era di Voldemort, non sua. Ma se... No, non poteva permettersi di pensare che forse avrebbe potuto fare di più. Il signore oscuro se ne era andato. Nella testa di Harry tuttavia quei pensieri continuavaano a rincorrersi, senza dargli pace. Sarebbe mai andato tutto bene?

 

   
 
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