Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: Domenico De Ferraro    17/02/2018    0 recensioni
Ascoltando questa morte che ti prende per mano e ti porta via, verso un nuovo amore , verso di te che siedi nel mio cuore ferito, incapace di comprendere cosa c’è ancora da dire.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CANTO  IN   FEBBRAIO  

DI DINO FERRARO
 
 
Canto  Febbraio , ebbro nei  miei versi che   fuggono  lontano,  nel freddo si destano, si cambiano  d’abito ed oltre vanno, camminando, indenne sul filo della memoria  tra  mesta gente  rimasta da sola   lungo strade bagnate , ascoltando   i loro  passi nella fitta nebbia.
Ascoltando  voci  cantare, il cielo cambiare aspetto.
Ascoltando questa morte che ti prende per mano e ti porta via, verso un nuovo amore , verso di te che siedi nel mio cuore ferito, incapace di comprendere cosa c’è ancora da dire.
In viaggio verso questa realtà
Ridere ,morire
Provare  a capire
Sono li che aspetto da tanti anni
Non fare tardi
Cercherò di uscirne vivo
Sogno o son desto ?
Bevo un bicchiere di vino
Ammirare  volare  i bianchi gabbiani sulle onde d’un mare in tempesta.  Con un libro in mano ,senza  paura di voltar pagina  di chiudere questo capitolo infame .Abbandonarsi a mille  melodie, navigando tra mille incertezze, naufragare in  un’altra  storia per giungere alfine  sull’isola che non c’è , in una nuova dimensione più congeniale.
Incredulo, nudo
Seduto fuori al balcone
Con tanti ricordi  intorno
Vai dove credi ,la tua fede ti ha salvato
Oh dio sono cosi felice
Senza  paura di rimanere prigioniero dei propri incubi.
Eppure mi ritorna in mente i giorni trascorsi insieme le lunghe  chiacchierate al bar  sull’arte ,sul desiderio di partire di andare lontano da dove eravamo nati  di non fermarsi  a quel vago concetto  di  cosa   essere  oggi .
Senza  paura di affrontare i grandi signori della guerra.
Continuando  a ridere di se stessi.
Facendo  finta che non è successo nulla.
Aprire , questa porta ?
Quando vieni di nuovo a trovarci ?
Te si miso o sottanino buono?
Me pareva nà cosa fine
Vincenzino
Ha chiamato ò cane
Sentite ,sono tre ore che aspetto ò tram
Giovinotto fatevi sotto che questi,  vi buttano sotto.
Che scostumati ,  screanzati  ,tale quale a mamma
Uhe carta e cesso
Mo te mette a pistola in bocca
Chiamate le guardie
Fate largo
Che macello
Sono , stati quei tre sfaccendati
Qui,  bisogna chiamare subito il commissario
Pronto,  il commissario non è in casa
E’ una cosa importante
Chi siete ?
Vicebrigadiere sgozzapecora
Questa è la casa di un  commissario non il macello comunale
Ma è  una cosa importante
Avete fatto il biglietto ?
Ma chest’amme coppe ò pullman
Da qui non scende nessuno
Oh madonna questi sono dei veri banditi
La signora è svenuta.
Fate largo sono un infermiere so  io come intervenire
Simme troppo assai
Non si respira
Tenete le mani a posto
Signora m’avite pigliate per un maniaco
Che brutta bestia
Sarà quello che sarà
La storia si ripete
Facciamo finta di volerci bene
Sentite voi non m’imbrogliate
Cosa avete  detto non la capisco
Scusate voi parlate  giapponese ?
No , sono di piazza Dante
Fuori di testa
Quante spiegazioni
Allora  lo volete questo perdono ?
Sacrilegio
Chiamate il parroco
Stà arrivando  il commissario
Guardie e Ladri
Chi se rubato ò  fazzoletto mio?
Vi dovete sempre farvi conoscere
Scusate capo,  avete una sigaretta ?
Guagliò mò  stai esagerando
Che scarafone
Chi ha scorreggiato ?
Che nebbia
Non se capisce chiù niente
Ma stà pizza è pronta ?
Fuggire ,  sfidando  l’ignoto ,oltrepassando dimensioni ,momenti utopici che recludono la propria indole , prigionieri  in uno scambio di dare e avere,  in un progetto comune , navigare in mare aperto per vincere  mille paure , sconfiggere  quei mostri chiusi dentro se stesso. Un  lenta agonia , un morire lento fatto di versi e canzoni , di pallide emozioni . Senza  paura  di gridare la  propria  ragione d’uomo qualunque.
Avete fatto bene
E già cosa vi credevate
Filippo
No , sò Pasquale
Chiedo scusa
Sono tre ore ed ancora non si fa viva
Vedete prima o poi qualcosa accadrà
Già la vita è una rota
Siamo tutti figli di  san Gennaro
Io sono devoto di san Ciro
Guardate il delatore
Ci sono sempre stati e sempre ci saranno
Aprite,  dobbiamo entrare ,fuori fa freddo
All’Anema e chi vè vivo
Tenete le mani a posto
Signora un bicchiere d’acqua ?
Mamma vado a giocare a pallone
Gli lo hai detto a tuo padre ?
Stà in cantina con gli amici
La musica in testa
Perplessi  nel   credere  che una   poesia
sarebbe  stata capace di cambiare  noi stessi.
Continuando a dialogare  con un funambolo
con un ladro  ,con un viaggiatore notturno 
con un pazzo   , con la morte e sua sorella sorte
con la fortuna   d’un venditore di collant .
Senza  paura di  continuare a credere in ciò che  si crede
giusto o sbagliato che sia.
Non chiedendo  nulla in cambio , solo davanti ad un foglio bianco su cui far danzare   i propri  pensieri.
Una pacca sulla spalla
Un ciao come va ?
Tutto bene grazie
Mi sembrava una bella serata
Avete cambiato l’acqua ai pesciolini ?
Cheste sò cose è pazze
Puozzo campà  cient’anni
Incredulo amore hai spezzato le catene della  cieca fede per diventare un cane randagio a spasso  per strade  deserte. Hai cambiato gli uomini e le donne  ,hai reso folli intere generazioni , hai fatto nascere una speranza in molti , visto una lacrima scendere, hai assistito a cosa incredibili. Hai cantato di gloria ed onori   ,hai  seguito il triste destino d’ognuno, hai donato la pace  a chi disperato giace in un letto di ospedale ,hai reso  alfine la vita santa  attraverso  il redento corpo suo  morente.
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: Domenico De Ferraro