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Autore: Notteinfinita    18/02/2018    3 recensioni
Può un incubo permetterti di realizzare il tuo più grande sogno?
E' ciò che scoprirà Marinette...
*****
Dal testo:
Marinette silenziò la sveglia prima ancora che suonasse; ormai per lei era diventata un'abitudine visto che passava le notti quasi in bianco. E come avrebbe potuto dormire proprio quella notte visto ciò che l'attendeva nel pomeriggio?
Si alzò mezza intontita dalla stanchezza e sorrise con sguardo perso nel vuoto.
Con gesti meccanici si lavò e si vestì alternando attimi di gioia assoluta ad altri di terrore paralizzante.
La verità era che non sapeva se essere grata ad Alya per la sua presenza di spirito o se strozzarla per averla messa in quella situazione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2- Cara, pestifera Alya


Per tutto il tragitto lei non poté fare a meno di pregare che i suoi non la mettessero in imbarazzo.

Stava quasi accarezzando l'idea di passare dal retro così da poter rimandare il loro incontro a più tardi quando Alya in un attimo distrusse ogni sua speranza.

«Marinette, passiamo dalla pasticceria, vero?» domandò, ignara dei pensieri dell'amica. «Così salutiamo i tuoi e io confermo l'ordine per la torta di compleanno delle mie sorelle.»

«Ok.» si limitò a mormorare lei in risposta, anche se in cuor suo avrebbe volentieri scrollato l'amica per le spalle per farla rendere conto della situazione in cui l'aveva messa.

Il tintinnio del campanello posto sopra la porta risuonò per il negozio attirando l'attenzione dei signori Dupain-Cheng.

«Mamma, papà sono a casa.» avvisò Marinette, nella speranza che ciò mettesse i genitori sull'avviso e le evitasse qualche brutta figura.

«Ragazzi, ben arrivati!» esclamò Sabine, uscendo dal bancone e salutando con una stretta di mano i due ragazzi, riservando invece un sonoro bacio sulla guancia per Alya e sua figlia.

«Sabine prima che me ne dimentichi, mia madre voleva che confermassi l'ordine per la torta di compleanno delle mie sorelline. Naturalmente la farcitura deve essere al cioccolato, se no chi le sente quelle piccole pesti!»

«Certo Alya, nessun problema.» rispose ridacchiando la donna per poi tornare dietro al bancone e controllare su un'agenda che tutti i dati fossero appuntati correttamente.

«Tesoro, sei tornata!» salutò il padre, uscendo dal laboratorio. «Ciao Alya, Nino!» aggiunse, facendo un cenno in direzione dei due.

«E tu? La tua faccia non mi è nuova.» disse, volgendo lo sguardo su Adrien. «Sabine ma non è quello dei poster...» continuò portando un dito in alto in direzione dei piani superiori.

Un pestone sul piede da parte della moglie, però, gli impedì di continuare.

«Si caro, è lo stesso dei cartelloni pubblicitari che hai visto in giro per la città.»

«Sono Adrien Agreste, signore. Piacere.» si presentò, intimidito, porgendogli la mano.

«Piacere mio ma chiamami Tom.» rispose l'uomo stringendogli vigorosamente la mano.

«Ed io anche per te sono Sabine, va bene?»

«Va bene, grazie.» mormorò Adrien, in preda all'imbarazzo.

Suo padre e i suoi collaboratori erano tipi così gelidi da non essere abituato ad avere a che fare con adulti socievoli ed affettuosi come i genitori della sua amica.

Con una leggera invidia non poté fare a meno di pensare che Marinette era davvero fortunata.

«Ragazzi gradite qualcosa da mangiare prima di salire a studiare?» chiese ancora la donna.

«Grazie mamma, magari più tardi. Abbiamo molto lavoro da fare quindi è meglio se iniziamo a portarci avanti.»

«Allora buon lavoro.» augurò loro schioccando un ultimo bacio sulla tempia della figlia che arrossì a disagio.

«Scusate, a volte i miei genitori sono un po' troppo espansivi.» si giustificò, imbarazzata, mentre faceva strada verso camera sua.

«Scherzi? Sono fantastici!» esclamò Adrien, cercando di non lasciar trapelare quanto avrebbe desiderato essere al suo posto.

Marinette si volse sorridendogli grata per poi tornare a concentrare la propria attenzione sul difficile compito di salire le scale senza inciampare nei suoi stessi piedi al pensiero che tra qualche secondo Adrien sarebbe entrato in camera sua.

«Eccoci qua, mettetevi comodi.» disse, appena aperta la botola che conduceva in camera sua, facendosi da parte per far salire gli altri.

Alya, per cui la stanza era ormai familiare, si mise comoda sulla chaise-longue trattenendo a stento una risata al pensiero di come si presentava quella stessa camera fino al giorno prima e della faccia che avrebbe fatto Adrien vedendo le sue foto ricoprire quasi ogni superficie libera mentre i due ragazzi, ignari dell'opera di pulizia effettuata, si guardavano intorno con aria curiosa e affascinata.

Il picchiettare leggero della pioggia sulla finestra a tetto attirò la loro attenzione.

«Siamo arrivati a casa tua appena in tempo.» affermò Alya, sbuffando scocciata. Odiava la pioggia, rendeva i suoi capelli più ribelli del solito.

«Controllo un attimo che la finestra sia chiusa.» disse Marinette, salendo sul soppalco che portava al proprio letto.

L'arrivo della pioggia le aveva permesso di avere un'ottima scusa per salire e portare Tikki al sicuro.

Appena Marinette ebbe raggiunto il proprio letto, la piccola Kwami scivolò lesta fuori dalla borsa e prese posto nella casetta delle bambole che aveva sistemato sul ripiano dietro il letto.

Era un oggetto un po' infantile ma almeno lì era certa che la sua piccola amica sarebbe stata al sicuro.

Chiusa la finestra scese nuovamente dai suoi amici guardandosi bene da alzare lo sguardo su Adrien onde evitare di rotolare giù dalle scale.

«Ragazzi, non so voi ma io non ho nessuna intenzione di passare tutto il pomeriggio a studiare quindi mettiamoci all'opera, togliamoci dai piedi la ricerca e poi divertiamoci!» li incitò Alya, alzandosi dalla chaise-longue con un gesto energico. «Il soggetto, come d'accordo, è il David di Donatello. Come concordato, tu Adrien ti occuperai delle specifiche dell'opera, Nino farà una breve sinossi della biografia dell'autore.» spiegò, avvicinandosi al suo ragazzo e dandogli un bacio a fior di labbra che fece arrossire Marinette e sorridere Adrien. «Io mi occuperò di curiosità e aneddoti riguardanti l'opera e la nostra artista la riprodurrà sul cartellone che presenteremo. Giusto?» concluse la ragazza, guardando i suoi compagni accovacciati in semicerchio sul soffice tappeto posto al centro della stanza, in cerca di una conferma che non tardò ad arrivare sotto forma di un cenno di assenso.

«In realtà ho già cercato il sito con tutte le informazioni che mi servivano quindi mi basterà ritrovarlo e farne una sintesi.» spiegò Adrien tirando fuori il computer dalla tracolla e poggiandolo di lato per poi riprendere a cercare qualcosa nella sua borsa.

«Ma dove cavolo è finita!» esclamò ad un tratto esasperato, lanciando uno sguardo di traverso in direzione del suo Kwami con il vago sospetto che avesse preso la sua chiavetta per un pezzo di formaggio e avesse provato a mangiarlo.

«Che succede fratello?»

«Mi ero portato la chiavetta per connettermi a internet ma non la trovo più.»

«Puoi usare il pc di Marinette.» propose Alya, ignara dell'infarto che aveva appena causato all'amica.

Aveva passato il pomeriggio precedente a togliere qualsiasi traccia di Adrien dalla sua camera e aveva dimenticato di cambiare il desktop del suo pc!

Come aveva potuto essere così stupida?

Adesso Adrien avrebbe visto il collage delle sue foto che lei aveva fatto e l'avrebbe presa per una stalker, gemette tra se la ragazza.

Alya stava già per accendere l'apparecchio quando un'illuminazione colse Marinette che mollò la matita che aveva in mano e schizzò in direzione della scrivania.

Dopo avervi rovistato brevemente sopra, sotto lo sguardo attonito di Alya che se l'era vista passare davanti con uno scatto da centometrista, prese un foglietto e lo porse ad Adrien.

«Se vuoi puoi connetterti alla rete di casa mia.» propose, porgendo il foglio al ragazzo con mani leggermente tremanti.«Eccoti la password.»

«Grazie Marinette, è perfetto, ho il link che mi serve nella cronologia, così non dovrò neanche perdere tempo a cercarlo.» la ringraziò sorridendole e facendole diventare le gambe molli.

«Di-di nulla.» riuscì a pigolare prima di allontanarsi e lasciarsi cadere davanti al cartellone che doveva disegnare proprio nel momento in cui le sue gambe avevano smesso di reggerla.

Da quel momento i quattro ragazzi si concentrarono sul loro lavoro, impegnati nella missione di finire al più presto la ricerca per poi godersi un po' di meritato riposo.




Un paio di ore dopo, mentre la tenue pioggerella di prima si era trasformata in un vero e proprio acquazzone, qualcuno che bussava alla botola li fece sussultare.

Marinette si alzò e andò ad aprire.

«Pausa merenda.» annunciò sua madre porgendole un vassoio pieno di prelibatezze e bevande.

«Grazie mamma!» esclamò Marinette, prendendo il vassoio e poggiandolo sulla scrivania.

«Ci voleva proprio! Grazie!» disse Nino, adocchiando i dolci con l'acquolina in bocca.

«Grazie Sabine!» disse a sua volta Alya.

«Grazie signora...» iniziò Adrien

«Mmmm...» mugugnò la donna, lanciandogli uno sguardo obliquo.

«Grazie Sabine.» mormorò allora, arrossendo leggermente.

«Così va meglio.» affermò la donna, facendogli l'occhiolino per poi andarsene.

Marinette chiuse la botola scuotendo la testa. Sua madre era tutta matta.

«Dovresti farti dare qualche lezione da tua madre su come trattare con Adrien.» le mormorò Alya all'orecchio guadagnandosi un'occhiata scioccata da parte dell'amica.

«Su, servitevi.» li esortò Marinette.

I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e si buttarono a capofitto sulle leccornie che erano state offerte loro.

Agguantato ognuno il meritato premio per il loro duro lavoro, i quattro ripresero posto sul tappeto dopo aver scostato cartelloni, computer e quant'altro onde evitare possibili incidenti.

Adrien trovava difficile trattenersi dal sorridere beato, stava trascorrendo un pomeriggio tra amici senza altri impegni che quelli da lui stesso presi; senza contare che stava mangiando dei dolci davvero fantastici.

Marinette, seduta accanto ad Alya, sbocconcellava il suo macaron ed osservava rapita il viso beato del ragazzo che amava e che sembrava davvero felice di essere lì.

«Direi che il pomeriggio sta andando bene.» le sussurrò Alya, avvicinandolesi. «Adrien sembra a suo agio e anche tu non hai combinato disastri.» aggiunse, ridacchiando e picchiettandole una guancia appena arrossata dall'imbarazzo.

«Adesso però è giunto il momento di fare un altro passo avanti.» affermò con uno sguardo niente affatto rassicurante, finendo di bere la sua bibita.

Marinette le rivolse uno sguardo intimorito senza il coraggio di chiederle cosa intendesse.

«Ragazzi, prima di riprendere i compiti che ne dite di fare un piccolo gioco, giusto per svagarsi un po'?» propose.

«Che gioco?» chiese Adrien incuriosito.

«Il gioco della bottiglia.» rispose Alya, dondolando leggermente quella che aveva appena svuotato e che teneva tra le mani.

«Alya, non so se è il caso...» provò a protestare Marinette sentendo il sangue affluirle alle guance al solo pensiero di fare quel gioco con lui e delle conseguenze che avrebbe potuto avere.

«In cosa consiste? Non ci ho mai giocato.» ammise Adrien, incuriosito.

«Non preoccuparti, le regole sono abbastanza semplici.» lo rassicurò Alya. «Ci si pone in cerchio e a turno si sceglie tra bacio bianco, rosa o rosso poi si gira la bottiglia e si dà il bacio a chi viene scelto dalla sorte.»

La faccia perplessa di Adrien gli fece capire che le regole non gli erano ancora chiare.

«E che differenza c'è tra i tre?»

«Bacio bianco sulla guancia, rosa a stampo sulle labbra e rosso, bé, bacio con la lingua.» precisò.

«Oh.» fu l'unico commento del ragazzo, leggermente rosso in viso mentre Nino ridacchiava divertito dalla sua espressione.

«Naturalmente chiunque capiti bisogna baciarsi, maschio o femmina che sia.» aggiunse la ragazza con nonchalance beccandosi le occhiate scioccate degli altri tre. «Pronti a giocare?»

«Ma Alya, tu e Nino siete una coppia, e se vi capitasse di dover baciare qualcuno che non siate voi due?» domandò Marinette, in preda al panico.

Sapeva che la sua amica stava tentando di crearle un'occasione per baciare Adrien ma quello non gli sembrava il metodo giusto, senza contare che con la fortuna che aveva di certo la bottiglia non si sarebbe fermata su di lui.

«Marinette, non farti problemi, è solo un gioco.» la rassicurò Alya, lanciando un'occhiata d'intesa al suo ragazzo. Avrebbero fatto mettere insieme quei due, anche a costo d'imbrogliare al gioco.

«Visto che sei tu la padrona di casa, a te il primo giro, così fai vedere ad Adrien come si gioca.» la incitò sorridente, poggiando la bottiglia in mezzo a loro.

«Ti odio.» bisbigliò l'altra di rimando, portando lo sguardo sulla bottiglia senza il coraggio di alzare gli occhi. «Ba-ba-bacio bianco.» sussurrò.

«Fifona.» le mormorò Alya all'orecchio, ridendo.

Fatto un bel respiro, Marinette fece girare la bottiglia e chiuse gli occhi, non aveva il coraggio di guardare.

Passato qualche secondo socchiuse un occhio e vide che la bottiglia si era fermata. Fattasi coraggio alzò lo sguardo trovandosi davanti quello leggermente imbarazzato di Nino.

«Scommetto che adesso sei felice che abbia scelto bacio bianco.» la punzecchiò Marinette.

Evitando di guardare Adrien, si sporse in avanti per poi schioccare un sonoro bacio sulla guancia dell'amico che le sorrise comprensivo. Sapevano bene entrambi quanto fosse testarda Alya. Se si metteva qualcosa in testa era impossibile farle cambiare idea.

«Tocca a me!» annunciò la ragazza in questione. «Bacio rosa.» disse, girando con slancio la bottiglia.

Dopo aver girato vorticosamente per un po' iniziò a rallentare fino a fermarsi.

«Cosa!?» strillò Marinette vedendo il risultato mentre fischi e acclamazioni si alzavano dalla parte maschile dei partecipanti.

«Molto maturi, complimenti.» sibilò Alya, facendogli una linguaccia.

«Ci vorrebbero i pop corn.» commentò Nino, sistemandosi meglio sui cuscini mentre Adrien ridacchiava, divertito e imbarazzato al tempo stesso.

«Dai, vieni qui Marinette.» la esortò Alya.

«Scherzi!?» domandò lei, scioccata.

«Le regole sono regole.» ribatté semplicemente la sua amica.

In cuor suo Marinette fu tentata di ringraziare Dark Cupido. Voleva bene ad Alya ma non le andava di dare a lei il suo primo bacio. Molto meglio averlo dato a Chat Noir.

Resasi conto del corso dei suoi pensieri, Marinette sgranò gli occhi e arrossì.

Lei era innamorata di Adrien, non poteva pensare a Chat Noir in quei termini.

Come sempre, menzionare il suo compagno di battaglia fece ritornare a galla le immagini del suo incubo facendola incupire.

«Bacio, bacio!» iniziarono a gridare i due ragazzi, distraendola dai suoi pensieri.

Alzando gli occhi al cielo Alya l'afferrò per un braccio per poi avvicinarla a se e sfiorarle le labbra con un bacio tra le acclamazioni sempre più scalmanate degli altri due.

A quel punto fu la volta di Nino.

«Bacio rosso.» disse, guardando intensamente negli occhi la sua ragazza.

La scena di poco prima lo aveva decisamente mandato su di giri facendogli dimenticare la presenza degli altri due partecipanti al gioco e il rischio che correva scegliendo quel tipo di bacio.

C'era poco da fare, da che mondo e mondo la visione di due ragazze che si baciavano mandava in tilt le funzioni cognitive dei maschi.

Per fortuna il destino, o forse la punta di un piede intervenuta al momento giusto, portarono la bottiglia a fermarsi proprio di fronte ad Alya.

Dopo averle sorriso con sguardo malandrino, Nino le si avvicinò carponi, quindi sedette sui talloni e le cinse il fianco con una mano mentre portava l'altra dietro la sua nuca per poi baciarla con trasporto venendo ricambiato in pieno.

In breve Marinette si trovò ad arrossire e a distogliere lo sguardo mentre Nino spostava entrambe le mani sui fianchi della sua ragazza portandola a cavalcioni su di lui.

«Volete che vi lasciamo soli?» chiese ad un tratto Adrien, lasciando uscire la parte più maliziosa di lui.

«Fratello sei un rompiscatole.» affermò Nino, staccandosi infine da Alya con un sospiro frustrato mentre la ragazza, rossa in volto, nascondeva il viso sulla sua spalla.

Il tonfo della botola che si richiudeva insieme ad un “Tom, no!” sussurrato in tono di rimprovero li gelarono sul posto.

«Forse sarebbe il caso di interrompere il gioco.» propose Marinette, preoccupata.

«Non possiamo, Adrien non ha ancora giocato.» le fece notare Alya.

«Tranquille, non voglio mettere Marinette nei guai.» rispose lui, conciliante.

«Niente ma. Ora tocca a te.» ribatté la riccia, spingendo la bottiglia verso di lui.

Adrien la osservò indeciso per qualche istante.

Non voleva fare la figura del codardo e scegliere bacio bianco ma non gli andava neanche di mettersi a limonare con una delle sue amiche.

«Bacio rosa.» sussurrò prima di far girare la bottiglia.

Un sorriso soddisfatto si aprì sul volto di Alya mentre posava il suo sguardo su Nino che la ricambiava con uno sguardo complice.

Certo non era un bacio rosso ma era comunque un inizio.

Gli altri due, ignari, osservavano il vorticoso roteare della bottiglia.

Forse a causa dell'agitazione Adrien l'aveva girata troppo forte e così adesso appariva come una trottola impazzita sul pavimento della stanza, decisa a non fermarsi.

Seduta di fianco a lui, Marinette non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. Sentiva il cuore a mille e il viso andarle a fuoco.

Una parte di lei sperava di essere la prescelta e già immaginava come avrebbe raccontato ai loro futuri figli del loro primo bacio ma un'altra non sopportava di baciarlo a causa di uno stupido gioco e non perché lo desideravano entrambi.

Quando la bottiglia iniziò a rallentare la tensione all'interno del cerchio era palpabile.

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Angolo autrice: Che ne pensate del piano di Alya?

                        E sopratutto come pensate che andrà adesso?

                Appuntamento a domenica prossima con il terzo capitolo.

  
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