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Autore: Ely_Dan_Potter    20/02/2018    3 recensioni
L'abbraccio a volte può trasmette emozioni che nemmeno si possono immaginare. Anche tu, come Harry, lasciati trasportare dalla magia di un'abbraccio e potrai così capire quello che davvero trasmetti.
Siamo nella quinta estate di Harry e solo ora Albus e Severus si accorgono di come viene trattato Harry dai Dursley.
Harry e Severus vivranno insieme e entrambi scopriranno qualcosa dell'altro. E' la mia prima FF dedicata a JKRowling e a tutti gli amanti di Harry Potter; i personaggi che sono stati utilizzati non intendono violare il Copyright della saga.
Buona Lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Terminata l’intensa giornata di lezione, il trio Grifondoro si diresse verso la Sala Grande per la cena. 
“Ragazzi, purtroppo vi devo lasciare, Piton mi aspetta nel suo ufficio fra.. cavolo, mancano solo 10 minuti!” esclamò Harry arrivando sulla soglia della Sala Grande.
“Oh, giusto.. Ma, Harry, non mangi?” chiese Ron stupito, considerando mentalmente che forse anche questo facesse parte della punizione. 
“Ron, Piton si farebbe torturare dal Tu-Sai-Chi in persona piuttosto che affamare Harry!” disse Hermione al rosso, roteando gli occhi.
“Hermione, io non ci metterei troppo la mano sul fuoco, per quanto io debba ammettere che Piton sia molto cambiato nei miei confronti negli ultimi mesi..” disse Harry sospirando “Ora vado, altrimenti temo che la mia punizione si allungherá inevitabilmente” aggiunse.
“Ah Harry, hai preso il mantello, vero?” chiese la riccia vedendo Harry allontanarsi, ma non ricevette risposta perché nel rumore della folla che si dirigeva in Sala Grande per Harry era impossibile sentire la domanda. 

***
Harry si diresse ad ampie falcate nell’ufficio del professor Piton, zigzagando nella folla per velocizzare i tempi. Il suo tutore teneva al tempo più di ogni altra cosa, e ne odiava gli sprechi, soprattutto se l’appuntamento é per una punizione.
Arrivato davanti alla porta dell’ufficio si fermò, prese un bel respiro e bussò.
“Avanti” disse una voce gelida proveniente dall’interno della stanza. 
Harry aprí la porta e la richiuse alle sue spalle, sputando uno stentato “Buongiorno” al professore.
“Vedo che le maniere non sono affatto cambiate, Signor Potter.” disse il pozionista inchiodando con lo sguardo Harry al pavimento. 
Il ragazzo si guardò intorno e notò che vi era solo lui nella stanza, nessun altro sembrava essere in punizione. Allora come mai il professore era tornato a chiamarlo “Potter”? 
“Severus, siamo soli, potremmo-”
“Potremmo cosa, Potter? Per quanto mi riguarda siamo a scuola, non nei miei appartamenti, e tu sei qui per svolgere una detenzione, non per un’allegra chiacchierata fra amici” disse Piton guardando il ragazzo negli occhi. Giurava di aver quasi ghignato nel vedere negli occhi del ragazzo un velo di tristezza per aver anche solo tentato di tornare ai toni confidenziali. 
“Tornando a noi, Signor Potter, prima di tutto mi consegni il mantello dell’invisibilitá, poi passiamo al resto.” aggiunse il professore indicando un punto esatto della cattedra in cui appoggiare il mantello.
Il ragazzo, che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo deluso dal ritorno del “lei” del suo professore, tirò fuori il mantello dalla tasca e lo appoggiò con delicatezza sulla cattedra, in silenzio. Parlare non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, considerando la già precaria situazione in cui si trovava.
“Molto bene, noto con estremo piacere che il suo carattere Grifondoro sembra plasmarsi molto bene con un po’ di sana disciplina. Ora, vorrei che interagisse con me per il resto del discorso, dal momento che sembra aver perso la lingua.” disse Severus alzandosi, ma rimanendo sempre dietro la cattedra. 
“La ascolto.” borbottò in tutta risposta il ragazzo, non riuscendo a trovare parole piú gentili per dare il suo consenso.
“Ottimo. Vorrei mettere in chiaro un paio di punti. Il primo riguarda ciò che è successo ieri sera nel mio ufficio: Potter, non azzardarti mai più a violare il coprifuoco per venire a parlare con me. Se necessiti di venire da me, per qualsiasi motivo, puoi mandarmi un gufo o un elfo domestico, e sarò ben felice di darti la facoltà o meno di venire qui. È chiaro o devo fartelo entrare in quel tuo minuscolo cervello facendoti scrivere 200 volte questa frase?”
“No, signore, è chiarissimo.” disse Harry, lo sguardo fisso sul pavimento. 
“Potter, guardami mentre ti parlo!” disse il Serpeverde con una punta di irritazione nella voce, ed Harry alzó subito lo sguardo, affogando negli occhi color ossidiana del suo tutore. 
“Secondo punto: il mantello resterá qui con me finchè non mi dimostrerai di avere un comportamento più maturo e responsabile. Un mantello si presume venga utilizzato nelle situazioni di pericolo, non per girovagare per il castello di notte! A questo proposito, dal momento che converrai con me che su questo punto non posso lasciar correre, verranno detratti 50 punti a Grifondoro e ti presenterai nel mio ufficio alle 20 in punto di ogni giorno, per una settimana a partire da domani, per riflettere sulle tue azioni con la pulizia di alcuni calderoni.” concluse Severus.
“Domande?” chiese, quasi retoricamente.
“Sì” disse Harry con un velo di rabbia nella voce “Perchè lo fa? Perchè tutto questo teatrino per essere il mio tutore se poi non fa altro che ostacolarmi? Passiamo dal tu al lei come fosse niente, interi mesi buttati al fuoco, solo perché lei deve salvare la sua reputazione da professore di pozioni che ama torturare gli studenti come Lord Vold-”
“Signor Potter, veda di moderare i termini, o le conseguenze non saranno piacevoli. Io sono il suo tutore, è vero, ma lo sono nei miei appartamenti. Io non confondo la vita professionale con quella privata, al contrario di lei” disse, acido.
“Ovviamente” disse seccamente Harry, le lacrime che sentiva premere per uscire. 
“Eccellente. Puó recarsi in Sala Grande per la cena, la aspetto qui domani sera e mi raccomando la puntualità, se non vuole che altri preziosi punti vengano detratti alla sua Casa.” aggiunge il professor Piton. 
Harry annuì e silenziosamente si voltò per aprire la porta, quando una grossa lacrima gli solcó il volto, ma per fortuna stava già dando le spalle a Severus. 
Fece per chiudere la porta dietro di sè quando una voce lo fece esitare.
“Potter, non ho detto che non saró più il tuo tutore, ho detto che lo saró quando mi chiederai di esserlo. Aspetto un tuo gufo a riguardo, metti da parte il tuo orgoglio Grifondoro ferito e vedi di non deludermi.” disse Piton ed Harry capì.
In fondo, le abilità del suo tutore nel leggere nella mente di Harry erano sufficienti da aver visto tutta la sofferenza e il controllo che il ragazzo aveva dovuto tenere mentre il suo professore rimarcava i suoi errori. Errori che peraltro erano ormai considerati normali, dal momento che nei 5 anni precedenti nessuno gli aveva mai severamente impartito una lezione per queste sue passeggiatine notturne. 

CONTINUA..
*Angolo autrice*
Un grazie di cuore a coloro che nonostante gli anni trascorsi da un capitolo all’altro sono ancora qui a seguire e a recensire la storia. Spero vi piaccia e che possiate darmi ottimi consigli e spunti per i capitoli successivi.. See you soon!
  
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