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Autore: Myra11    20/02/2018    1 recensioni
Sequel di "Bring Me Back To Life".
Cinque anni dopo aver sconfitto l'oscurità ed essere miracolosamente sopravvissuti, Noctis è il re, e Nyx conduce una vita tranquilla al fianco di Lunafreya. Finchè gli spettri non tornano a tormentarlo, e tra di loro, uno molto particolare...
[Dalla storia]
Il fantasma gli sorrise, ma fu più un ghigno crudele.
"Se non sono reale, come posso fare questo?" Gli domandò con aria divertita,e poi affondò la spada dritto nel cuore della recluta. Fu così improvviso che Nyx quasi non si accorse del sangue che sgorgava dalla ferita.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Nyx Ulric, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 41
 
 
455 anni dopo la sua ultima visita ad Insomnia, essere solo una leggenda gli permetteva di andarsene in giro senza essere disturbato. Una parte di lui era vagamente dispiaciuta di non avere più un ruolo nella salvezza del regno, all’altra piaceva poter entrare in un ristorante e guadagnarsi occhiate stupite solo per essere un uomo dalla faccia mezza coperta di cicatrici.
«Ti basta come prova?» Domandò al padrone della stazione di servizio alzando la zampa mozzata di behemot. Il suo gesto provocò un conato di vomito a malapena trattenuto al suo mandante, una cascata di sangue nero sul pavimento e una borsa di soldi nella sua mano.
«Certo che basta, ora porta quella cosa fuori di qui.» Gli intimò, e lui fu felice di obbedire.
Gettò la grande zampa nel cassonetto del parcheggio, ritirò i soldi e distese le braccia nel sole.
«Cosa intendi fare ora, mio cuore?»
La domanda lo fece stringere nelle spalle. «Credo che potremmo andare ad Altissia, a quanto pare hanno problemi con un paio di creature non meglio identificate.»
«Si può fare.»
«Immaginavo saresti stata d’accordo.» Sorrise Nyx, facendo divertire la dea, e poi riprese a camminare.
Alla sua ultima visita alla capitale aveva silenziosamente rubato la Regalia, ma anche la fedele macchina della famiglia reale non era rimasta con lui.
«Perfino il metallo muore.» Aveva commentato mentre guardava l’ultima traccia in assoluto di ciò che aveva passato bruciare.
Da allora aveva avuto auto, furgoni, camion, e ora era il turno di una lucida moto nera che lo attendeva paziente accanto alla strada. «Ehi, hai idea del perché, dopo tutto questo tempo, esistono creature tipo i deamon?» Domandò a Bahamut, e lei fu lesta a rispondergli.
«Non sono deamon. Sono creature che esistevano prima dei deamon, fanno parte dell’equilibrio naturale della vita. Luce e buio.»
Mise in moto il veicolo, e s’infilò nella strada semi deserta. «Tutto chiaro.»
Sentì la dea ridere alla sua risposa sarcastica, e sorrise mentre il vento gli scompigliava i capelli e gli accarezzava le braccia scoperte. Era estate, e il caldo torrido spingeva gran parte delle persone in località più fresche, tipo Galdin e addirittura Altissia, e ciò svuotava abbondantemente le strade.
Nyx aveva momentaneamente abbandonato la sua casa sulla spiaggia a Galdin per sfuggire alle folle che riempivano la piccola località, ma già iniziava a sentirne la mancanza.
«Prima o poi dovremmo tornare ad Insomnia, e assicurarci che il Cristallo sia al sicuro.»
«Vero. E assicurarci che questo re sia più normale del suo predecessore.»
Nyx sorrise a quell’appunto.
In tutti quegli anni, lui e Bahamut si erano tenuti ai margini della famiglia reale, intervenendo di quando in quando per modificare gli equilibri e raddrizzare scelte sbagliate.
Avevano evitato lo scoppio di una guerra civile tra eredi, avevano discretamente riferito notizie utili e, più recentemente, Nyx si era introdotto nel Palazzo per causare un accidentale infarto fatale al despota che stava rovinando la città.
«Pensavo ci avessi rinunciato ormai, Insomnia e Lucis non saranno mai in pace perfetta.» Le fece notare, e le sembrò quasi di vederla sorridere. «Fatti vedere, nessuno ti noterà qui.» La invitò, e poi sentì quello strano click al cuore che preannunciava la sua comparsa.
Era ricomparsa fisicamente davanti a lui per la prima volta 3 secoli prima, in un momento che Nyx non ricordava con piacere.
Il peso del tempo, e della perdita l’aveva chiuso in una morsa buia, e lui aveva perso ogni voglia di andare avanti. E là, in mezzo al deserto di fuoco che un tempo era Gralea, aveva alzato lo sguardo al sole improvviso, e lei era lì, poco più bassa di lui, con le ali spalancate e un sorriso sul volto.
Non avevano parlato, ed erano rimasti a guardarsi.
Poi, lei gli aveva teso una mano, e lui aveva deciso.
Quando l’aveva afferrata, l’eternità aveva iniziato a girare nel modo giusto.
Sollevò lo sguardo nel cielo estivo, e lei era là, sopra di lui. La vide abbassare lo sguardo verso di lui, e le fece un cenno di saluto; nonostante fossero sempre insieme, averla accanto fisicamente era una cosa che gli faceva piacere, perché non era mai stato un tipo solitario.
«Hai deciso la nostra direzione?» Gli chiese, e lui sentì la sua voce come se fosse ancora nel suo cuore. Mentre attraversavano il ponte la vide abbassarsi di quota, nascondendosi sotto la grande costruzione per evitare gli sguardi indiscreti dei pochi avventurieri. «Credo di sì. Torniamo a casa, Altissia può aspettare.»
«Mi piace come decisione.»
Nyx sorrise, notando quanto lei fosse diventata umana. «Sono contento.»
 

 
La casa che si era costruito sulla collina vicino al Porto di Galdin era piccola, accogliente e, all’esterno, il più anonima possibile. Quando vi rientrò gli sembrò di entrare in un ricordo.
Dopo quasi cinque secoli, della sua vita rimaneva una dolce malinconia, che lui accoglieva come una vecchia amica ogni volta che la percepiva.
Era stato un rifugiato, un soldato, un Generale, un amico, un marito, un padre e un nonno, e tutto ciò era in ogni angolo della casa, dove abitava il mercenario solitario che tutti conoscevano.
Nyx spalancò le finestre delle stanze man mano che avanzava nell’abitazione, lasciando che fosse inondata dalla fresca aria serale che veniva dal mare, poi si rassegnò al caldo afoso e uscì sulla terrazza. Estrasse i kukri, si abbandonò sulla poltrona all’esterno e, mentre l’immensità blu davanti a lui s’illuminava del rosso del sole morente, si dedicò alla cura quotidiana dei suoi compagni.
Ripulì con cura entrambe le lame, e poi le affilò con calma, percorrendone il filo più volte.
Erano le uniche cose alle quali impediva di rovinarsi.
«Sei tornato.»
Era così preso dalla sua attività che non aveva notato la coppia avvicinarsi alla casa.
Lei aveva una disordinata matassa di capelli color nocciola ad incorniciare gli occhi blu, e lui aveva i capelli neri e un particolare paio di occhi bicolore, verde e grigio, ed entrambi gli sorridevano.
«Da poco.» Ammise. «Non vi avevo notati.»
Ricambiò il sorriso; Gloria e suo marito, Caesar, erano i cuochi proprietari del ristorante sul mare, nonché gli unici che Nyx considerava amici negli ultimi anni. «L’avevamo immaginato. Hai fame? Se fai un salto da noi ti prepariamo qualcosa.»
«Credo che accetterò volentieri la vostra proposta.» Ammise Nyx senza mezzi termini mentre si alzava. Di norma, avrebbe declinato l’offerta sostenendo di non voler disturbare, ma dopo aver vissuto così a lungo, semplicemente diceva le cose come stavano. «Arrivo subito.»
Rientrò solamente per posare i pugnali nel loro stand e infilarsi una maglia pulita, e poi si diresse verso l’ormai illuminato ristorante sul mare.
Galdin era il posto perfetto, pensò mentre osservava i piccoli pesci luminescenti nell’acqua sotto il ponte: era piccolo, per la maggior parte non molto affollato, e nessuno di coloro che arrivava soggiornava abbastanza a lungo per chiedersi chi fosse l’uomo nella casa sulla collina.
«Nyx. Vieni.» Ceaser lo accolse all’entrata, e Nyx non poté evitare di notare l’occhiata che lanciò ai foderi vuoti dei pugnali.
«Ci sono problemi?» Gli domandò sottovoce, camminando tra i tavoli con calma apparente, e l’uomo annuì continuando a sorridere. Quando lo ebbe fatto sedere al banco intorno alla cucina, gli fece un cenno alle spalle. «Per ora non hanno creato particolari problemi, ma continuano ad importunare i clienti, a fare domande.»
«Su cosa?»
Gloria scosse la spalle senza sollevare lo sguardo dai fornelli. «Sulla Profezia della Luce, e sui giorni di buio.»
Quella semplice menzione ebbe il potere di fargli tendere le spalle.
«Hanno detto da dove vengono?»
«No, ma è abbastanza ovvio.»
Nyx li osservò con la coda dell’occhio, e comprese il perché di quella risposta quando intravide lo stemma di Insomnia sulle loro camicie. Perché erano lì?
«Aspettiamo, per il momento. Se creano qualche problema ci penso io.»
«Perfetto. Grazie Nyx.» Gloria gli fece scivolare due piatti sotto il viso. «Sei un amico, e questo lo offre la casa.»
Successe quando stava finendo il perfetto filetto fritto.
Sentì un movimento improvviso alle sue spalle, e fece finta d’ignorarlo, sperando che il quartetto avrebbe rinunciato alla ricerca, ma non era mai stato particolarmente fortunato.
Li sentì sussurrare, e ancora continuò a mangiare.
Aveva appena posato la forchetta quando il suono perforò la pace del ristorante, zittendo i clienti.
Nyx reagì d’istinto, e il proiettile si disintegrò sulle ali che si erano spalancate a difendere anche coloro che gli stavano davanti. Mentre il silenzio diventava ancora più grave, Nyx ripiegò le ali sulla schiena, si alzò e si voltò verso gli inviati della capitale.
«O sei molto coraggioso, o molto stupido, e io sceglierei la seconda.» Sogghignò, godendosi le loro espressioni terrificate. «Quella la togliamo di torno, tanto per iniziare.» Allungò di scatto una mano, e la scarica elettrica si schiantò precisa sulla pistola che gli era ancora puntata contro, e la disintegrò in polvere.
E mentre l’intero ristorante rimaneva sospeso nel limbo della decisione della fuga o meno, i quattro soldati di Insomnia piegarono un ginocchio a terra e abbassarono il viso.
Nyx inarcò un sopracciglio, incuriosito.
«Sei tu…Sei davvero tu.» Mormorò colui che gli aveva sparato, e Nyx comprese che la sua visita ad Insomnia era stata anticipata quando terminò la frase. «Sua Maestà desidera parlarti.»
«Sua Maestà avrebbe dovuto mandare qualcuno di più furbo a chiamarmi.» Lo freddò Nyx, lasciando svanire le ali mentre usciva dal ristorante sotto gli sguardi esterrefatti dei presenti.
«Uomo dagli occhi d’argento! Ti prego, ascoltaci!»
Alzò gli occhi al cielo e attese che il quartetto lo raggiungesse.
«Possiamo…parlare in un posto più discreto?» Domandò quello che doveva essere il loro leader, ma Nyx scosse la testa. «Non so chi siate, non so se quelle uniformi sono vere e non so cosa volete. Ma so che, se provate a fare scherzi, non tornerete da qualsiasi posto veniate.»
Il più giovane di loro si schiarì la voce, e si fece avanti.
Solo in quel momento Nyx notò che i suoi occhi sembravano troppo vecchi per quel viso sbarbato, che il colore grigio del suo sguardo contrastava con il biondo dei capelli. C’era qualcosa di familiare nei suoi occhi, e piegò le labbra in un sorriso beffardo quando comprese chi era.
«Il principe, immagino.»
«Esatto. Se mi riconosci sai che siamo chi diciamo di essere, quindi, ti prego, ascoltami.»
Con un sospiro, Nyx gli fece cenno di parlare, chiedendosi perché, nonostante tutti gli anni passati, avesse ancora un debole per la famiglia reale.
«Perché hai promesso che avresti protetto ciò per cui lei ha lottato.» Gli ricordò Bahamut, e le sue parole gli fecero involontariamente portare una mano alla collana d’argento.
Solo in quel momento si rese conto che i quattro davanti a lui lo stavano fissando. «Verrai?»
Nyx inarcò un sopracciglio, e fu spietatamente sincero, com’era di solito. «Nessuna offesa, ma non ho ascoltato una parola di quello che hai detto. Tuttavia…»
«Ma….»
«Tuttavia verremo.» Concluse, poi voltò le spalle a quell’improvvisata delegazione.
Stava per andarsene e lasciarli lì quando gli tornò in mente un particolare.
Si voltò nuovamente e incrociò gli occhi totalmente neri dell’uomo che gli aveva sparato.
«Sparami ancora, e ti conviene sperare che io sia morto.»
 

 
Rientrare ad Insomnia fu come tornare dopo una lunghissima vacanza.
La sottile Barriera scintillante di Bahamut era ancora lì, le mura della città erano uguali, perfino le vie erano le stesse.
Ciò che davvero non si aspettava era che là, al centro della grande potenza che controllava Lucis, la gente ricordava ancora la dea dalle ali di metallo, e l’uomo che ne custodiva il cuore.
Rallentò la moto sulla strada, incrociando gli sguardi stupiti e ammirati di bambini, uomini e donne.
Quando iniziarono ad inneggiare all’uomo dagli occhi d’argento, Nyx affiancò l’auto del principe.
«Non sei molto benvoluto qui, vero?» Lo provocò con un sorriso divertito, ma il ragazzo si strinse nelle spalle. «Di solito si, ma qui tutti raccontano storie su cos’hai fatto per Insomnia. E sinceramente, è bello passare in secondo piano per una volta.»
Nyx incassò il colpo in silenzio, mentre la grande onda temporale dei ricordi lo investiva.
Dopo tutti quegli anni la maggior parte erano ormai immagini sfocate investite di emozioni vivide, ma quando la strada si allargò nella piazza, ricordò perfettamente il sole che sorgeva, e la pace che aveva provato svanire mentre si rendeva conto di essere ancora vivo.
«Beh, ci vediamo a Palazzo, principe.» Sorrise prima di accelerare all’improvviso, e ben presto svanì tra i vicoli e le strade che avevano ospitato la sua vita. Il bar dove lui, Crowe e Libertus passavano le sere, la vecchia casa del suo migliore amico, ogni casa, finestra e locale sembrava bloccato nel tempo con lui, sempre in cambiamento e sempre uguale.
Frenò con una derapata volontariamente teatrale davanti alle grandi scale che portavano all’entrata del palazzo.
Ecco il posto dove, soffocando nel suo stesso sangue, aveva chiesto a Luna di sposarlo.
Quando alzò lo sguardo, gli venne da ridere nel vedere i sei soldati davanti al portone puntargli i fucili contro. Scese dalla moto, sollevò le mani e sogghignò. «Vorrei quasi vedere se avete il coraggio di provarci.»
Sentì la scossa del potere della dea, e quando loro videro i suoi occhi tingersi d’argento abbassarono le armi e, senza dire una parola, aprirono i portoni, permettendogli l’accesso al Palazzo reale.
Nyx superò le scale due alla volta e fece un cenno di saluto alle guardie mentre passava.
Le mura di marmo si chiusero intorno a lui come l’abbraccio di una madre, e lui inspirò a fondo quell’odore pulito di pietra.
«Come stai, io cuore?»
Nyx sorrise a quella premura. «Bene. Pensavo che mi avrebbe fatto più effetto rivedere questi…posti.» Gli si smorzò la voce quando lo scintillio catturò il suo sguardo, e si fermò ad osservare il grande giardino congelato, le colonne coperte di quella spessa copertura ghiacciata che nemmeno cinque secoli erano riusciti a sciogliere.
«Sei stato tu, vero?»
La voce lo colse di sorpresa, e voltandosi incrociò brillanti occhi verdi contro capelli neri.
L’abito nero e dorato e l’aria distinta tradirono l’identità del suo interlocutore improvviso. «Se già lo sai, perché me lo chiedi, Altezza?»
Nyx voltò le spalle alla prova fisica del momento peggiore di tutta la sua vita, e si appoggiò al muro accanto alla finestra a braccia incrociate.
Il re sorrise, divertito dalla sua risposta. «Certezze. Non mi piacciono le ipotesi ma, a giudicare dal tuo aspetto e dalla tua reazione a questo posto, sei davvero tu.»
I loro occhi s’incrociarono e, quando il sovrano gli porse la mano, non poté fare a meno di notare che aveva un braccio solo. Mentre si chiedeva come mai, gli tornò in mente l’uomo che aveva risolto tutti i suoi problemi pur non sopportandolo.
«Nyx Ulric è il nome, tanto per la cronaca.» Precisò stringendo la mano del re, e poi dovette mordersi una guancia per non ridere.
«Ravus Lucis Caelum.»
Il destino aveva davvero un gran senso dell’umorismo.
«Papà, noi abbiamo trovato…» Il principe si fermò accanto a loro, li guardò un attimo e poi fece un cenno rassegnato con la mano. «Lasciamo stare. Vedo che vi siete già incontrati.»
Nyx studiò padre e figlio e, anche se non avrebbero potuto sembrare più diversi, gli ricordarono Noctis e Regis, e la cosa lo fece sorridere. «Allora, perché sono qui? Senza offesa, ma spararmi non è stato un granché come invito.»
«Posso spiegare papà, dovevamo assicurarci che fosse lui e…»
«E vi siete comportati da idioti. Sparisci ora, faremo i conti dopo.»
Il principe piegò il capo senza protestare e poi se ne andò, ma Nyx non riuscì a trattenere un sorriso.
«Non gli farai niente, vero?»
Il re sembrò sorpreso dalla sua intuizione. «No. Lui e i suoi amici non sono cattivi, solo sprovveduti, quindi ti chiedo scusa per il loro approccio poco ortodosso.»
Si sorrisero, e alla fine Nyx cedette. «Nessun problema. Parliamo d’affari ora. Perché è per questo che sono qui, giusto?»
«Esattamente.»
 

 
«Questo non era esattamente la mia idea di estate tranquilla.» Commentò Nyx con un sorriso e il re al suo fianco ridacchiò divertito.
«Lo immagino, ma sei la nostra ultima speranza. Sei, tra le altre cose, anche il miglior cacciatore di bestie in circolazione, e loro due hanno già mietuto troppe vittime.»
Nyx osservò le due grandi figure in lontananza.
Quando il più grande dei behemot distese le ali nel cielo terso, fece un breve fischio ammirato.
«Non penso di riuscirci da solo.»
Il re esitò un attimo. «So che è difficile, ma…»
«Tu non sei mai solo, mio cuore.» La voce della dea interruppe il re, che rischio quasi di cadere dallo stupore quando lei apparve all’improvviso. «Ma cosa…»
Nyx si lasciò andare ad una breve risata divertita.
Ecco com’era la sua vita immortale allora.
Proteggere ciò per cui abbiamo lottato.
Estrasse i kukri con un movimento fluido e naturale, e poi incrociò lo sguardo della sua divina compagna.
«Pronta?»
Bahamut spalancò le grandi ali, e le sue spade traslucide le comparvero attorno.
«Sempre.»



NOTE DELL'AUTORE:
Ed eccoci qui, all'ultimo capitolo! (Finalmente, penserete xD)
Non sono soddisfatta di questo finale, ma ne ho valutati altri, che comprendevano l'arrivo di Stella Nox Fleuret, Nyx e Bahamut come coppia, Nyx che si uccideva pugnalando il Cristallo, e nessuno di loro mi convinceva, quindi questo è quello che vi siete beccati xD
Che dire?
La fine di questa fic non vuol dire che non scriverò più su questo universo, quindi non siete ancora salvi xD
Non scriverò più long fic per un bel pezzo, ma qualche one shot si U.U Missing Moments, specialmente ^.-
Grazie <3
Grazie a tutti coloro che hanno letto senza recensire, e un grazie enorme a _White_, che è con me dalla prima fic, e che non si è mai stufata di seguirmi: sei la migliore x3
  
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