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Autore: _Rhapsody_    20/02/2018    2 recensioni
Una raccolta dei momenti secondo me più significativi per questa coppia, a partire ovviamente dai fantomatici 3 anni prima dell'arrivo dei cyborgs.
" (...) guardò anche lei il cielo senza capire come mai il sayan fosse così interessato nella volta celeste.
– Non ti facevo appassionato di astronomia – gli disse, sperando di aver attirato la sua attenzione e di farlo girare verso di lei, invano. - Infatti non lo sono - - E allora perchè ogni sera guardi le stelle? - Bingo!"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Innanzitutto grazie per aver scelto di dare una possibilità alla mia storia ^^. Il primo capitolo è ambientato qualche tempo dopo Freezer ma prima che venga evocato il drago Shenron.Non voglio trattenervi oltre, soltanto specificare che le frasi scritte in rosa sono i pensieri di Bulma e quelli in blu quelli di Vegeta. 
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate, i commenti costruttivi di qualunque natura sono ben accetti, buona lettura!

 

Lo vide in giardino, col naso all'insù, intento a scrutare il cielo stellato. Da quando Vegeta era ospite a casa sua ogni sera si metteva ad osservare le stelle per almeno un'ora. Le era capitato di osservarlo di nascosto in questi mesi e ogni volta notava sul suo volto un'espressione indecifrabile che Bulma non gli aveva mai visto prima.

La ragazza stava dirigendosi verso la porta di casa per andare in camera sua a dormire ma proprio quando mise la mano sulla maniglia cambiò idea. Si avvicinò a lui titubante, il sayan era famoso per essere sempre imprevedibile e infastidito per cui almeno questa volta voleva provare ad avere una conversazione quantomeno civile con lui - Hey! - gli disse facendogli un sorriso, nonostante lui stesse continuando a guardare il cielo senza degnarla nemmeno di uno sguardo. Non ricevette risposta, ma era sempre stata una ragazza testarda e non bastava di certo così poco per farla demordere - Non hai freddo? Inizia a far fresco la sera – provò ad insistere - Non sono di certo un debole terrestre come te - Doveva aspettarsi un non così velato insulto, d'altronde si stava parlando di Vegeta. Alzò gli occhi al cielo sbuffando ma continuò comunque a parlargli – Si, me ne rendo conto... - guardò anche lei il cielo senza capire come mai il sayan fosse così interessato nella volta celeste.

– Non ti facevo appassionato di astronomia – gli disse, sperando di aver attirato la sua attenzione e di farlo girare verso di lei, invano. - Infatti non lo sono - - E allora perchè ogni sera guardi le stelle? - Bingo! Si voltò di scatto versò di lei, stupito che la ragazza fosse a conoscenza delle sue abitudini quotidiane. Si riprese quasi subito dallo shock però - Non sono cose che ti riguardano...e poi non capiresti -

Ma perchè gli viene così facile farmi perdere la pazienza? - Ma per favore! Sono la scienziata più intelligente della terra, il mio comprendonio non è un problema...mettimi alla prova! – Ormai sapeva che per ottenere una qualche reazione dal sayan, nel bene e nel male, il sistema più efficace e rapido era rendere il tutto una sfida. Il sayan infatti, dopo un primo momento di titubanza sciolse le braccia conserte e con il dito indicò un punto nel cielo – Lì è dove si trovava il mio pianeta, all'incirca – Ecco perchè sembra sempre così triste e sperduto.

- Oh – riuscì solo a dirgli. Era sempre così pieno di sé e dall'aria spietata, che spesso ci si dimenticava della vita infelice che Vegeta aveva vissuto o che ne portasse quotidianamente i segni, anche un tipo come lui. Iniziò ad immaginare come si sarebbe sentita ad essere l'unica sopravvissuta del proprio pianeta e non le piacque affatto la sensazione di desolazione e dolore che la pervase. Capire Vegeta non era poi così difficile in fondo.

- Com'era il tuo pianeta? - Bingo di nuovo!

Vegeta la guardò con un'intensità nuova... Perchè le interessa? Non è di certo una bella storia

- Perchè vuoi saperlo? - - Sono curiosa! E poi finchè ne parli non sarà scomparso del tutto...- Parla sul serio? Perchè mai mi sta dicendo queste cose, è forse dispiaciuta per me? Non sopportava la piega che stava prendendo questa conversazione, e ancor meno sopportava lei e la sua stupida compassione – Non dire stupidaggini, donna! - - Sono seria, voglio saperne di più! Era come la Terra? Più piccolo? - Era visibilmente infastidito e si riusciva a vedere una vena che pulsava sulla fronte, ma alla ragazza sembrava non importare. Vegeta sbuffò, ma nonostante il fastidio che provava ci teneva a specificare com'era veramente il proprio pianeta – Era molto più grande, il paesaggio non altrettanto bello...–

Ha veramente detto che qualcosa di terrestre era “bello”? Non lo interruppe però, sentirlo parlare era troppo prezioso - Il cielo era rosso, e c'era molta più desolazione – Continuò a parlare ancora e forse non rendendosene conto iniziò a spiegarle come funzionava la società, le varie classi di combattenti e alcuni abitudini della razza guerriera. Era chiaramente molto orgoglioso del suo popolo e di far parte della famiglia reale, le parlò un pochino anche di quella...

 

- Avevate un simbolo della vostra casata? - - Certo! Adornava la divisa mia e di mio padre - - E com'era fatto? - La guardò stranito. Ma che le prende? Da dove si sta prendendo tutta questa confidenza?

E che prendeva a lui? Perchè le stava dicendo tutte quelle cose? Perchè mi sta guardando a quel modo? La ragazza aveva gli occhi sgranati e lo guardava con estrema attenzione, come se temesse di non riuscire a cogliere ogni dettaglio di quello che lui le stava dicendo, avida di informazioni. Voglio saperne di più su di lui, per cui ne approfitterò!

- Come faccio a descriverti un simbolo, me lo vuoi dire? - Gli occhi di Bulma si illuminarono ulteriormente e senza dirgli nulla corse in casa. Ok, è completamente fuori di testa.

Qualche minuto dopo la vide correre verso di lui sventolando un foglio bianco - Ecco, fammi vedere – gli disse porgendogli il foglio e una matita. Stranito e stranamente incuriosito dalla donna che aveva di fronte, prese la matita, ignorando la sensazione che provò al fortuito contatto tra le loro dita ed iniziò a disegnare il simbolo della propria famiglia.

   
 
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