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Autore: SAKURA UZUMAKI    29/06/2009    0 recensioni
Ogni attimo sfuggente riesco ad intrappolarlo nella mia mente, ingarbugliato e confuso con gli altri, ma poi riesco a fare mente locale, una volta tranquillizzata. Ripesco quel ricordo, lo metto in una cartella chiamata: 'IMPORTANTE, da non dimenticare' assieme a tutti gli altri file contenenti le SUE informazioni. Le catalizzo, le immagazzino alla perfezione e, una volta riordinate le idee, mi metto in pace con mente e corpo e, in tutta calma, col cuore pompante di euforia, e le ripesco mettendole vicine una ad una. Ne ricostruisco il puzzle, e ottengo quello che per il momento è il mio desiderio secondario: RICORDARLO NEI MINIMI PARTICOLARI.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono successe tante cose, quelle che un anno fa non avrei minimamente immaginato...


Lui sta ad osservare come va riparato il danno, in piedi, le braccia lungo i fianchi, le mani rigide.
Quei suoi occhi fissi e attenti, quasi come spiritati. Azzurri. Il cielo nelle iridi, ha.
Le sopracciglia perfette leggermente corrucciate.
Le sue labbra piene sono tese.
La mascella robusta è serrata.
Il volto, pallido e lineare, quasi completamente inespressivo.
Da quando apre a quando chiude, svolge il suo dovere con professionalità. Direi che lo appassiona anche, dal mio punto di vista.
Ogni volta è quella buona.
Il mio cuore prende a battere come un cavallo al galoppo, mi rimbomba nel petto e se poso la mano sul collo sento il sangue pulsare più velocemente.
Divento anche rossa.
Strano, sapete, non mi succede mai... Non sono tipa da arrossire. Ma ultimamente sembra che la cosa sia cambiata.
Le mie mani cercano disperate un qualsiasi appoggio, che sia il ciuffo da mettere a posto, che sia la maglietta da tirare giù, che sia la spallina dello zaino da sistemare, anche se sono sempre in ordine, soprattutto quando passo lì davanti. E' solo una scusa, un modo per evitare espressioni strane. Se ho qualcosa da fare cerco di pensare di meno alla situazione in cui mi trovo.
Il respiro prende ad accellerare, il petto rimbombante scatena un rumore fastidioso. Le mie dita cercano quel povero ciuffo che mi cade appena sugli occhi, pronte per spostarlo agitatamente; le mie labbra si curvano pronte a farsi mordere dai denti; la lingua prende a battermi contro il palato mentre canto una qualsiasi cosa mentalmente.
I miei occhi a vagare.
Il rombo del motore mi stordisce, e non è quello della macchina su cui sta lavorando, ma quello del mio cuore. Un rombo che scoppietta dentro di me.
Scatenato il putiferio dentro di me, dal fiori appaio come una ragazza semplicemente distrutta o semplicemente seria di suo. La mia mente urla, urla il suo nome e urla cose strane, urla semplicemente come sfogo e urla a squarcia gola. Ma dall'esterno, le mie labbra sono spesso tese in un arco all'ingiù. Poi rido, perchè lei fa delle battute troppo funnose o perchè rido dall'emozione.

Ed ecco... Tutto si ferma.

Fuori c'è silenzio, dentro c'è l'inferno.

...

No, no, torno indietro, mi correggo...

... C'è SOLO LUI. IL RESTO, E' SILENZIO.

Trattengo il respiro e impercettibilmente muovo le labbra in modo talmente veloce, sussurrando suppliche, preghiere, testi di canzoni, che nemmeno la mia migliore amica riesce a scorgere.
Spesso alzo troppo la voce, e finisce che parlo di discorsi insensati o semplicemente già ribaditi.
Ma anche lei è agitata, lo sento. Anche lei ci tiene, lo so. Lei tiene a me, io tengo a lei e a lui. Lui è il mio pensiero fisso, la mia fantasia durante le pallose lezioni di matematica, lui è quello grazie alla quale riesco ad addormentarmi la notte, lui è la mia ispirazione, lui è 'il tipo dell'officina' come lo chiamavamo all'inizio quando non sapevamo ancora il suo nome, lui è il mio tappetto, lui è Fede, lui è il ragazzo che mi piace all'impazzata.

Ed ogni volta che i nostri sguardi si incrociano il battito accellera nuovamente, e non riesco a farlo smettere.
Ed ogni volta che quel venticello leggero imprigna l'aria del suo gradevole profumo non riesco a ragionare. Respiro tutto quello che sento, involontariamente. E non voglio smettere di respirare col naso.
Ed ogni volta che è a pochi metri di distanza da me, mi sembra di percepirne la presenza come se stesse AFFIANCO a me.
Ed ogni volta, ogni sacrosanta volta in cui lo penso... mi sento mancare, il petto mi si stringe, soffro. Soprattutto se la mia mente vaga a quel disgraziato giorno, il giorno di quella crisi isterica causata da stress generale...

Ogni attimo sfuggente riesco ad intrappolarlo nella mia mente, ingarbugliato e confuso con gli altri, ma poi riesco a fare mente locale, una volta tranquillizzata. Ripesco quel ricordo, lo metto in una cartella chiamata: 'IMPORTANTE, da non dimenticare' assieme a tutti gli altri file contenenti le SUE informazioni. Le catalizzo, le immagazzino alla perfezione e, una volta riordinate le idee, mi metto in pace con mente e corpo e, in tutta calma, col cuore pompante di euforia, e le ripesco mettendole vicine una ad una. Ne ricostruisco il puzzle, e ottengo quello che per il momento è il mio desiderio secondario: RICORDARLO NEI MINIMI PARTICOLARI.

Il secondo si sa, la cosa che vorrei più di ogni altra ora come ora: CONOSCERLO. Conoscere il mio Fede.



E non so chi frequenta, non so se è già impegnato, e l'unica cosa che so è il suo nome più qualche dettaglio sul carattere fornitomi da una mia amica che porta la macchina a riparare lì. Non so se ha altre corteggiatrici, non so se ascolta quella minchia di 'aus' o 'tecno' o se è particolarmente attratto, come tutti i ragazzi al giorno d'oggi, dalle bimbeminKia. Non lo so, e ci sto male per questo, ma alla fine a che mi serve? Se anche fosse ci posso far nulla, non sono un computer che riesce ad eliminare i file definitivamente. Quella cartella, 'IMPORTANTE, da non dimenticare', non se ne andrà in modo facile dalla mia testa, soprattutto SE SONO IO A VOLERLA TOGLIERE. Tutto ciò che desidero mi si rivolta contro, e quindi tanto vale pensarlo, magari provare, pian piano, con una scusa dietro l'altra, a conoscerlo bene e poi abbastanza bene. E' un desiderio, lo so, ma fattibile. Non chiedo mica il principe azzurro che mi porti a cavallo, anche se mi piacerebbe. Che io non sia l'unica a pensarlo o meno, non fa una piega. Non cambia il fatto che lo penserò finchè, come tutte le cotte, mi sarò stufata di aspettare di fare il primo passo. Non cambia il fatto che me ne devo sbattere e fare quel che mi pare, perchè anche io, come tutte, ho il diritto di avere il cuore occupato da lui, la mia mente dalle sue immagini, il mio olfatto dal suo profumo - colonia maschile, semplice ma l'ho sempre adorata, soprattutto su di lui -, la mia bocca dai ricordi fatti parole, raccontati col sorriso sulle labbra.

NON VOGLIO smettere di pensarlo finchè tutti i miei sensi non si saranno liberati di lui.



~ {{ E a tutto questo dedico la canzone SHY dei SONATA ARCTICA. }} ~



__ Me.

  
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