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Autore: KiarettaScrittrice92    21/02/2018    2 recensioni
Quindici giorni, quindici capitoli.
L'estate che separa i giorni di Collége e di Papillon, appena passati, da quelli del liceo e della nuova vita, almeno per alcuni dei nostri eroi.
Cosa accadrà in questo breve squarcio d'estate?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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21 Giugno
 

Tian e Angelie stavano passeggiando tranquillamente nei Jardin des Amouhoques. Appena qualche ora prima, preso da un moto di coraggio, il giovane cinese era riuscito ad invitare la ragazza ad uscire; forse più che il suo coraggio doveva ringraziare la sua esasperazione nel non riuscire più a sopportare i continui incitamenti di Adrien. Doveva ammettere però, che quei giardini erano meravigliosi e che sicuramente era il posto perfetto in cui tentare di approcciarsi un po’ di più con la ragazza.
La giovane modella stava camminando tranquillamente, a qualche passo più in là rispetto a lui, guardandosi attorno entusiasta. Quel giorno era davvero carina, dava proprio l’impressione di una parigina: indossava una gonna skater nera, sulle gambe candide e, nella parte di sopra, una maglia a righe bianche e blu orizzontali, infine sui lunghi e sciolti capelli corvini portava un basco rosso, messo di traverso. Si fermò ad osservare un fiore, tutta ammirata, leggendo il cartellino che lo descriveva.
«Almeno ho scelto bene…» scherzò il ragazzo, affiancandosi a lei, questa si voltò verso di lui con aria interrogativa, come a domandare a cosa si riferisse.
«Parlo del posto… Ho scelto bene.» spiegò e lei sorrise dolcemente.
«Tu dubiti troppo di te stesso Tian, non ti accorgi di essere un ragazzo meraviglioso. È solo il tuo credere di non essere all’altezza che t’impedisce di provarci seriamente con me.» disse schietta, per poi dargli le spalle e ricominciare a camminare.
Il giovane cinese sentì le guance andargli in fiamme. Rimase paralizzato sul posto, solo per un paio di secondi, poi raggiunse la ragazza.
«Tu lo sapevi?» domandò.
«Beh, è difficile non notarlo con Adrien che lo ripete ogni cinque minuti.» rispose lei.
«Sì… Credo di avere un amico con la lingua fin troppo lunga.» disse lui ridendo, anche se si rendeva conto fosse una risata alquanto nervosa e forzata, a cui Angelie sospirò, fermandosi davanti a un’altro fiore.
«Sono io che non dovrei sentirmi alla tua altezza, Tian.» disse, mettendo le mani dietro la schiena e continuando a fissare il bocciolo che aveva davanti, come a volerlo far schiudere con lo sguardo.
«Scherzi? – domandò stupito il ragazzo, strabuzzando i suoi piccoli occhi a mandorla – Angelie, tu…»
«So cosa stai per dire: che sono una modella, che sono bellissima, gentile, carina… Beh io non mi vedo così… O meglio mi vedevo così all’inizio, ma… Ultimamente quando mi guardo allo specchio vedo solo il soldatino di Papillon. Vedo una ragazza che ha ceduto all’oscurità, che è riuscita a far akumatizzare il suo stesso cuore per gelosia e che ha fatto delle cose terribili. Non so nemmeno come abbiate fatto a perdonarmi.» a quelle parole il piccolo kwami della farfalla uscì dalla borsetta della sua portatrice, pronto a rassicurarla e incoraggiarla, ma il giovane cinese fu più veloce: le mise le mani su entrambe le spalle e la voltò verso di lui.
«Vuoi sapere cosa vedo, io, in te? – domandò e in quell’attimo di assoluto silenzio si perse nei suoi occhi grigi – Vedo una ragazza decisa e determinata, che ha saputo riconoscere i propri errori e che sta facendo di tutto per espiare le sue colpe. Vedo una giovane modella con ancora una vita e una carriera davanti tutta da scoprire, ma soprattutto vedo un eroina, pronta a difendere la città che ama, nonostante in passato abbia tentato di distruggerla.»
Lei rimase a fissarlo, quasi sbalordita da quelle parole, così innocenti, così sincere, così dolci. Si avvicinò a lui e posò le labbra sulla sua guancia, schioccandoli un leggero bacio.
«Grazie.» sussurrò poi, mentre con la coda dell’occhio vedeva Nooroo tornare nella sua borsa.
Il ragazzo sorrise, contento di essere riuscito a tirarla di nuovo su di morale.
«Parlando invece del provarci con te… – disse, come se alla fine si fosse ricordato la discussione da cui era partito tutto – Non voglio affrettare le cose.»
«Sarebbe a dire?» domandò incuriosita lei, alzando il sopracciglio.
«Sarebbe a dire che non importa quello che dice Adrien. Io ho i miei tempi e non voglio assolutamente rovinare il rapporto che ho con te solamente perché abbiamo corso troppo. È vero, mi piaci… e anche tanto… Però non credo proprio di essere innamorato e… Beh, a me piace il rapporto che ho con te adesso.» spiegò mettendosi le mani in tasca e ricominciando a camminare sul sentiero sterrato.
La corvina lo raggiunse, infilando il braccio nell’incavo del gomito e poggiando la testa sulla sua spalla.
«Anche a me piace il nostro rapporto, chissà forse un giorno staremo insieme, o forse rimarremo miglior amici per sempre.»
«Tu ti sposerai un bel modello…»
«Attore prego.» lo corresse lei.
«Come?» domandò lui, voltandosi appena.
«Non te l’ho detto? Faccio la modella perché mi piace sì, ma il mio sogno è diventare un’attrice e quale miglior marito di un bell’attore hollywoodiano?» disse, aggiungendo un tono scherzoso all’ultima frase.
«Oh mi scusi, mia diva.» la prese in giro lui, ricevendo un buffetto stizzito sul braccio.

 

La passeggiata proseguì tranquilla, girarono in lungo e in largo quei meravigliosi giardini, parlando del più e del meno, ammirando le piante e i fiori che vi erano raccolti all’interno; finché qualcosa non distolse il loro pensiero dalle piante. Un brontolio cupo, si levò dallo stomaco del portatore della tartaruga, il ragazzo tirò fuori l’orologio dalla tasca e osservò l’ora.
«Accidenti è già l’una e mezza, forse dovremmo pensare a rientrare a casa, o perlomeno trovare un posto in cui mangiare.» suggerì.
«Alla villa credo ci siano Marinette e la famiglia Agreste al completo, meglio non disturbarli. – pensò ad alta voce la giovane modella – Potremmo raggiungere Lila, Jinnifer e Nathaniel, ma credo che siano andati in spiaggia e sia troppo lontano, non li raggiungeremo mai in tempo.”
«E se tornassimo a Veules-les-Roses in quel ristorante dove siamo andati tutti il primo giorno?»
«Intendi Le Pinocchio?» domandò Angelie.
«Sì esatto, quello.»
«Perché no, almeno siamo sicuri di mangiare bene e pagare poco.» sorrise lei.
«A no cara mia, potrà anche non essere un’appuntamento, potremmo anche non stare assieme, ma oggi pago io.» la rimproverò, per poi prendere il sentiero che li avrebbe portati alle loro biciclette.
Ci vollero all’incirca ventitré minuti per arrivare al paesino e quindi al ristorante, i due giovani arrivarono così stanchi e affamati che ordinarono il doppio di quanto avrebbero mangiato normalmente.
«Se il mio manager sapesse che sto mangiando tutte queste schifezze, soprattutto le patatine fritte, credo mi ucciderebbe seduta stante.» fece la corvina afferrando una di quelle untuose strisce gialle e ficcandosela in bocca.
«Ma figurati… Un pranzo solo non ti rovinerà di certo la linea.» fece lui, con un gesto della mano, facendola scoppiare a ridere.
«Non funziona così il metabolismo umano Tian, lo sai? Insomma non è solo la linea il problema. Ci sono certi alimenti che procurano altri disturbi.» specificò la ragazza.
«Forse… Comunque rimane solamente un pranzo… Adrien s’ingozza da mattina a sera eppure ha un fisico perfetto.» fece il cinese, succhiando una cozza dal suo guscio.
«Non essere geloso… Pure tu sei bello.» disse lei, facendogli l’occhiolino.
«Dovresti smetterla di prendermi in giro, sai?» disse ironico lui, alzando lo sguardo verso quello grigio della ragazza.
«Ma io non sto scherzando: sei un bel ragazzo.» rispose lei con un sorriso, questa volta sincero.

  
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