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Autore: LauraNinja18    21/02/2018    1 recensioni
Ella Davis è una ragazza come tutte le altre, all’apparenza, ma con un passato difficile ed oscuro alle spalle. In seguito alla morte della madre, si trasferisce a New York in cerca di fortuna ed un po’ di pace per il suo animo tormentato. Non sarà affatto facile per la fanciulla riuscire a seppellire i ricordi tanto dolorosi che troppo spesso tornano a galla, pronti a sommergerla. Ma cosa accadrà quando per caso incontrerà Devon?
I due sono gli antipodi per eccellenza, il buio e la luce, il giorno e la notte, il bene e il male, ma hanno in comune più di quanto pensino. Entrambi custodiscono un enorme segreto che riguarda il loro passato. Riusciranno ad abbattere i muri che li separano e a fidarsi l’uno dell’altra? O il destino renderà vani i loro sforzi dividendoli per sempre?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Devon's pov

Le giornate a Londra non sono state poi così male, riunioni e congressi a parte, e quasi mi dispiace dovermene andare così presto. Soprattutto speravo d'incontrare mia sorella che a quanto pare, non tornerà in città prima di qualche settimana. 
Sono in procinto di ripartire alla volta di New York con il Jet che mia madre mi ha riservato con tanto amore affinché "non viaggi in quegli scomodi aerei comuni", sue testuali parole. Hai voglia di farle capire che non è così, ha la testa dura come un cocco quella donna. Mi chiedo come mio padre riesca a sopportarla tutti i giorni, ma forse con lui si sfoga meno che su di me.

« Fa buon viaggio tesoro. Chiama quando arrivi, mi raccomando. Ti voglio tanto tanto bene. » Mi si accolla rubandomi il fiato per qualche minuto. Ricambio l'abbraccio baciandole poi la guancia.

« Certamente mamma. Ci vediamo presto. » Mi lascia andare così saluto anche mio padre e mi volto verso Alfred che afferra prontamente i miei bagagli conducendomi all'uscita.
Con mia sorpresa ci trovo Charlotte, che appena mi vede, mi corre incontro.

« Devon stai partendo? Fai ritorno nella grande mela senza salutarmi? » 
« Ti avrei chiamata, scusami. » Scuote la testa e mi porge una bottiglia di vino bianco. 
« In ricordo dei vecchi tempi. » Mi sorride e mi abbraccia fugacemente. Ricambio il tutto afferrando la bottiglia di vino.
Da ragazzi eravamo soliti prenderle dalla cantina del padre di Charlotte per poi berle insieme dimenticando per un po' i nostri doveri.

« Grazie Charlotte... » Le sorrido e finalmente mi accomodo in auto salutando amici e familiari dal finestrino con un cenno della mano.

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Il volo di ritorno è stato piuttosto tranquillo ed il vino era proprio buono, come lo ricordavo. Atterro a New York che sono le sei del mattino, perciò, faccio velocemente ritorno al mio appartamento. Vorrei approfittare della mattinata per riposare un po' così il pomeriggio andrò allo studio privato per le visite lasciando il Lennox come ultima spiaggia. 
Appena metto piede in casa, l'odore di lavanda mi riempie le narici. Martha ha l'abitudine di utilizzare tutti i detersivi e profumi alla lavanda, appunto, essendo il suo aroma preferito e a me non dispiace, dopotutto.
Lascio cadere il borsone sul pavimento e mi godo il silenzio dell'appartamento avanzando man mano nel salotto buio. Accendo le luci e mi lascio andare sulla sedia e contemplo la solitudine che lentamente si abbatte su di me.
Prima che la stanchezza prenda definitamente il sopravvento, mi assicuro di mandare un paio di messaggi a Rose, uno ad Ella nel quale le do disponibilità per la visita questo pomeriggio allo stesso orario di sempre, ed infine uno a Richard per fargli sapere che sono sopravvissuto.
Ovviamente non può mancare una chiamata a mia madre.

Svolgo tutte le mie azioni abitudinarie, mi svesto, faccio una doccia calda e rilassante, svuoto la valigia mettendo in ordine i vari indumenti, rispondo a qualche mail e mi stendo sul letto più stanco di prima, infatti, mi addormento subito.
Mi sveglio alle dodici in punto e controllo il cellulare per vedere se qualcuno mi ha cercato.
Leggo i messaggi di Richard ed Ella che recitano rispettivamente:

" Quella pazza di tua madre come sta? Ti hanno fatto fare il damerino anche questa volta? Contento che tu sia vivo, amico. "

Digito velocemente una risposta altrettanto sarcastica per Rick.

" Sì, sono libera. Ci vediamo alle 19 nel tuo studio. A dopo! "

Leggo il messaggio di Ella e poi passo a quelli di lavoro. Mi stressano anche quando non sono presente fisicamente! Non ho il dono dell'ubiquità, purtroppo per loro. Vorrà dire che si beccheranno una strigliata domani mattina non appena metterò piede in ospedale ed ecco uno dei motivi per il quale preferisco fare studio oggi pomeriggio, almeno lascerò lo stress a domani cercando di prolungare, per quanto mi sia possibile, questa apparente tranquillità dovuta al breve viaggio.
Chiudo tutto e mi alzo dal letto ravvivandomi i capelli con una mano e dirigendomi verso la cucina per pranzare. Ero certo che Martha non mi avrebbe lasciato digiuno al mio ritorno, infatti, in frigo trovo ciò che mi ha conservato, così devo solo riscaldarlo ed è fatta.
Mi gusto le prelibatezze della mia domestica accendendo la tv sul telegiornale. È incredibile quanto ormai dia più notizie negative che positive, sempre se ce ne sono, infatti, finisco per spegnerlo dopo neanche due minuti e la stanza risprofonda nel silenzio. Sono questi i momenti peggiori, i momenti nei quali mi sento sempre più solo finendo per pensare al passato, ancora troppo doloroso affinché riesca ad andare avanti. È trascorso solo un anno e mezzo e a quanto pare, ho ancora bisogno di tempo per dimenticare e vivere la mia vita, ammesso che ci riesca davvero. 
Accantono il piccolo pranzo che stavo gustando per prepararmi psicologicamente al turno in studio. Certo, potrei restare a casa, ma che senso avrebbe? 
Non ho nulla da fare qui, tanto vale farsi la croce e occuparsi della salute dei miei pazienti. 
Con questo pensiero e con molta calma, mi vesto e prendo tutto il necessario per affrontare il turno. Che strano, Summer non mi ha ancora chiamato e assillato perché non le ho detto che sono tornato da Londra. Meglio così!
Recupero le chiavi dell'auto ed il giubbotto partendo così alla volta di Maine Street.

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Adoro i miei pazienti dello studio tranne quando si mettono ad urlare mentre aspettano nella sala affianco. Sono tutti così cordiali e riconoscenti del mio operato, soprattutto quando do loro risultati positivi, che mi fanno innamorare del mio lavoro ogni volta di più. Infatti, mi rilasso completamente nel pomeriggio durante le varie visite che si susseguono rapidamente una dopo l'altra.

« Rose abbiamo finito? » Le chiedo verso le sei e quarantacinque quando fa capolino nel mio studio. 
« Sì, dottore! Oggi abbiamo fatto prima. » Mi sorride contenta di poter tornare a casa in anticipo, giustamente. 
« Benissimo. » Mi alzo dalla mia postazione dandole i vari referti che si sono accumulati in queste ore. 
« Metti pure in ordine questi nelle varie cartelle e quando hai finito puoi andare a casa.» Le dedico un piccolo sorriso, sono di buon umore oggi. Rose li afferra servizievole e scompare alla sua scrivania.

Mi rilasso questi quindici minuti mentre aspetto che arrivi anche l'ultima "paziente" della giornata. Non devo attendere più del dovuto perché alle sette in punto, wow è stata puntuale, la vedo fare la sua comparsa nell'ingresso. Rose, che a quanto pare ha appena terminato il suo lavoro, sopraggiunge guardando prima Ella e poi me con aria interrogativa. Starà sicuramente pensando a cosa ci faccia qui poiché le avevo confermato che potesse andare a casa. 
Ci fissiamo per un attimo tutti e tre, dal mio canto sto aspettando che una delle due parli. Comincia Rose facendosi avanti.

« Ehm... Dottore, avrei finito di riordinare quei fascicoli. »
« Perfetto, cosa fai ancora qui, allora? Vai pure a casa. » Mi guarda perplessa, da un'ultima occhiata ad Ella e poi annuisce sparendo dalle nostre viste più imbarazzata che mai neanche avesse visto chissà che cosa. È troppo timida quella donna...

« Perché terrorizzi sempre quella povera ragazza? » Mi canzona bonariamente Ella entrando finalmente nella stanza. Fin ad ora era rimasta ferma nel corridoio osservando la scenetta.

« Non lo faccio, è lei che è troppo suscettibile...» Mi sistemo il camice notando che Ella non si è ancora levata il giubbotto che la copre fino alle ginocchia. Mi accomodo sulla mia poltrona indicandole una delle due sedie poste di fronte a me.

« Vieni, accomodati... » La incito a sedersi così possiamo dare inizio alla visita. Fa come le dico aprendosi il soprabito, finalmente, rivelando il suo abbigliamento.
Non ci credo l'ha fatto sul serio! Ed io che scherzavo... 
Indossa un abitino nero stretto che le fascia perfettamente il corpo circondando le sue forme e una scollatura sul davanti non troppo profonda e per niente volgare. Accavallando le gambe, mi offre la visuale su ciò che credevo fossero semplici calze mentre, invece, scopro essere il mio capo d'abbigliamento preferito: le autoreggenti! 
È evidente che deve aver preso le mie parole come una sfida. Non so se esserne affascinato o stupito, forse entrambe le cose. In ogni caso, si prospetta essere una visita molto interessante.

Ella's pov

Sono letteralmente sommersa dai miei disegni. Centinaia di fogli sono sparsi sul pavimento della mia camera in attesa che decida il loro destino. Molti sono incompleti perché non ho abbastanza ispirazione per finirli così li lascio in sospeso. Molti altri sono appena accennati e mi sa che è il caso di gettarli a questo punto.
Pochi sono invece finiti e, infatti, sono gli unici che sto cercando di sistemare nella mia cartella azzurra. Scrivere la tesi sta diventando più complicato del previsto ma se non mi sbrigo, sarà un bel problema per me. Sbuffando mi alzo dalla mia postazione e raccolgo tutte le cianfrusaglie che ho lasciato in giro. Questa stanza fa sempre pena, maledizione. Ed io che provo a tenerla in ordine! Oggi non sono proprio dell'umore giusto quindi, dopo aver buttato parte dei miei schizzi, mi stendo sul letto sprofondando sul materasso. Che vitaccia quella degli artisti! Se non hai ispirazione sei fottuto, ne va della tua carriera e nel mio caso della tesi.
Mi rotolo un po' nel letto in cerca della giusta posizione, quando il "din" del cellulare mi fa letteralmente saltare dallo spavento. Con il cuore ancora in gola, mi metto subito seduta quando leggo il mittente. È Devon che mi chiede se oggi alle diciannove sono libera per la visita. Ma certo che sì! No, aspetta.. meno entusiasmo... meno entusiasmo, Ella. Mi ripeto mentalmente aspettando di proposito qualche minuto prima di rispondergli e confermargli la mia presenza. In questi giorni nei quali è stato a Londra, ho veramente utilizzato tutta la mia forza di volontà per non pensarlo o scrivergli ma se lo fa lui per primo come faccio?! Sembra che lo faccia quasi apposta, ma ovviamente non sa ciò che provo io, quindi è improbabile. Mi sono continuamente ripetuta che "dopo la visita basta contatti", ma chi voglio prendere in giro? 
Poi ci si mettono anche i miei amici con la storia "se non glielo dici non lo saprai mai", ma non capiscono che è una questione delicata e potrei peggiorare tantissimo le cose soprattutto con quella pazza di Summer tra i piedi disposta a fare carte false per lui. 
Mi alzo dal letto, ormai sono troppo sveglia, e vado nel salotto da Audrey per capire cosa sta facendo di tanto impegnativo da non proferire parola da ore. Troppo strano per lei.

« Ehi, cosa fai? » Mi accoccolo contro la sua spalla sbirciando lo schermo del suo pc. Sta sfogliando varie foto di servizi fotografici fatti da altre modelle.

« Ella, ciao. Beh niente, cerco di capire cosa desidera il pubblico. » Alzo un sopracciglio confusa.

« Ovvero...? »
« Ovvero voglio capire cosa piace alla gente per migliorare i miei servizi. »
« Credo che tu possa piacere indifferentemente, guarda...» Faccio spallucce, è la verità. Non ha bisogno di inventarsi chissà quale strategia. Ma poi non sta alla sua agenzia farlo?

« Sei troppo buona. Comunque per oggi basta.» Abbassa lo schermo del pc poggiandolo sul tavolino di fronte a noi.

« Non vai al lavoro? » Le chiedo, sperando che mi lasci la macchina così faccio prima ad andare allo studio di Devon non essendo vicinissimo.

« No, oggi no. Credo che dopo uscirò con Ashley che voleva vedere non so che cosa in quel negozietto all'angolo che vende cose strane... » 
« Sì... ho capito. Quindi posso prendere la tua macchina? » Le faccio gli occhietti dolci guadagnandomi una sua occhiata curiosa.

« Che ci devi fare? »
« Devo andare a farmi leggere le analisi. »
« Ah, devi andare da Devon! » Mi lancia una delle sue occhiate maliziose. Dal mio canto alzo semplicemente gli occhi al cielo.

« Sì, me la presti o no? »
« Certo, come desideri. Sai già dove trovare le chiavi. » 
« Grazie! » Mi alzo dal divano e afferro velocemente le chiavi per evitare di dimenticarle. Conoscendomi succederebbe sicuramente.

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Sono in macchina diretta in direzione dello studio medico del caro dottor Reinfield. Ho preso tutto il necessario ed ho riposto accuratamente in borsa la cartella con gli esami svolti. Speriamo mi dia buone notizie...
Arrivo dopo una ventina di minuti, non c'era praticamente traffico, lasciando la macchina nel primo posto libero che per fortuna è proprio sotto lo studio. È evidente che è orario di chiusura, insomma. A passo svelto mi fiondo all'interno percorrendo la strada a me già nota. Controllo l'orologio e constato che sono le diciannove, sono puntuale, miracolo! 
Salgo con calma le scale giungendo nel piccolo corridoio che porta allo studio del dottor Reinfield. Chissà se ha già finito o sono arrivata troppo presto..
Mi guardo intorno e proprio quando sto per fare la mia comparsa, l'assistente di Devon, credo si chiami Rose se non ricordo male, spunta dal nulla con dei fogli in mano. C'è un silenzio molto imbarazzante tra noi tre, ma alla fine si decidono a parlare e la poverina viene congedata. Dev'essere un trauma lavorare per lui dato quanto sia lunatico alle volte! 
Mi schiarisco la voce rompendo il ghiaccio con una battuta per poi accomodarmi di fronte a lui. Come sempre indossa il camice dal quale si intravede una camicia di colore azzurro chiaro. Sembra più rilassato, il viaggio a Londra deve avergli fatto più che bene.
Appoggio la cartella con gli esami sulla scrivania che ci separa tenendomi stretta il cappotto. Non so per quale motivo l'abbia fatto, mi ero ripetuta più volte che dopo la visita non lo avrei più cercato, ma non ho potuto resistere alla tentazione. Non dimentico facilmente le cose, soprattutto le sfide che accetto come quella tra me e Devon per quanto riguarda l'abbigliamento che avrei dovuto indossare alla prossima visita.
Tentenno perché non so se sto facendo bene o se sto peggiorando le cose, ma ormai sono qui tanto vale giocare tutte le carte. Mi sfilo, quindi, il soprabito scoprendo il mio jolly. Ovviamente non ho indossato niente di esagerato, non è nel mio stile, ma ho osato con un abito più aderente del solito e anche parecchio più corto. Il pezzo forte dell'outfit sono senza dubbio le autoreggenti che mi ha regalato Audrey tempo fa, nella speranza che prima o poi le mettessi. Eccola accontentata! Devo dire che sono niente male e per nulla scomode, anzi. Seguo lo sguardo di Devon che cade inevitabilmente sulle mie gambe quando le accavallo mostrando le autoreggenti. 
Il mio intento è di vincere la scommessa e constatare la sua reazione, niente di più. Avevo deciso che dopo questa visita avrei chiuso questa storia, ma mi devo togliere la curiosità di capire se davvero gli sono completamente indifferente oppure no. Nel caso in cui lo fossi, non esiterei a farmi da parte. Richard mi ha raccontato di come Devon sia sempre molto sicuro e che sa perfettamente cosa vuole e cosa no e non si fa problemi a respingere o rifiutare qualsiasi persona se sa di non volerci avere a che fare. Se dovesse essere questo il caso, bene, ne prenderò atto e sparirò dalla sua vita.























Angolo autrice:

Buon pomeriggio, lettori! Finalmente siamo in procinto di scoprire questi maledetti risultati, ma soprattutto, possiamo constatare che Ella ha tenuto fede alla scommessa fatta. Secondo voi come procederà la visita? Lo scopriremo settimana prossima! 
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.
Kisses.

   
 
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