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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    22/02/2018    1 recensioni
Helena Montgomery non ricorda nulla del suo passato.
Semplicemente, un giorno di mezza estate, si risvegliò, sola e abbandonata, in un campo di grano presso la città di Los Angeles.
A quel tempo, lei non sapeva, non poteva sapere.
Non ricordava nulla, né della sua identità, come l'amata figlia di Regina della Foresta Incantata, né di come fosse giunta in quel mondo, messa in salvo per sfuggire alle ire di Lui.
Costretta a vivere in un mondo che non le appartiene, capisce in fretta di essere, in qualche modo, "diversa".
Abbandonata la sua famiglia adottiva, inizia a viaggiare, alla ricerca di sé stessa.
E' solo quando, anni e anni dopo, Emma Swan giunge a Storybrooke che, finalmente, i suoi ricordi tornano.
Ora, non deve far altro che ricongiungersi alla madre.
Ma gli anni sono passati, riuscirà a ricondurre la donna sulla via della luce?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9
Il Mostro
 

“Hel … si può sapere che ci facciamo fuori a quest’ora? Hai idea di cosa succederà se mamma ci scopre?”, brontolò, per l’ennesima volta, la piccola Biancaneve.
A dire il vero, non riusciva proprio a capire come ci fosse finita, in quella dannatissima situazione.
Quando infatti, quella mattina, l’amatissima sorellina era corsa da lei, affermando di aver finalmente scoperto chi fosse l’uomo misterioso che, da alcuni anni a quella parte, faceva da maestro di magia a loro madre, non si sarebbe mai immaginata che sarebbero finite proprio in quel modo.
Sole, senza uno straccio di scorta o arma per difendersi, nel bel mezzo della foresta e col tramonto ormai alle porte.
Cavalcavano ormai da alcune ore, e checché ne dicesse Helena, la sorella aveva parecchi dubbi sul fatto che lei sapesse realmente dove stavano andando. Insomma … quei boschi le sembravano tutti uguali, così come il sentiero che, stretto e contorto, le stava guidando sempre più verso il fulcro della foresta.
Tuttavia, la bambina sembrava perfettamente sicura di sé e guidava il cavallo con decisione, come se sapesse esattamente dove fossero diretti.
“Te l’ho detto. Devi vedere una cosa, ok? Continui a dirmi che mi preoccupo per nulla. Bene, ora ti dimostrerò che avevo ragione!”, ribatté l’altra, sempre più convinta.
Aveva cercato invano di mettere in guardia la sorella sulla natura di quell’uomo, ma, per quanto si fosse sforzata, non vi era stato verso. Biancaneve si rifiutava categoricamente di credere che, al mondo, potesse esistere qualcuno di tanto malvagio e crudele … peccato che, invece, una persona simile esistesse eccome e stesse cercando di portarsi via pure lei: la loro mamma.
Aveva capito subito quanto fosse pericoloso, ma, prima che scoprisse la collezione di cuori che la donna teneva nella propria cripta personale, non aveva mai nemmeno dubitato che fosse riuscito a corrompere anche lei. Insomma … Regina si era sempre dimostrata una madre dolce e amorevole, non poteva essere caduta al suo stesso livello, era del tutto assurdo.
Peccato che, ormai, le prove fossero troppo evidenti per essere ignorate.
“Hel … suvvia, ne abbiamo già parlato. Quello che dici è del tutto ridicolo … mamma non avrebbe mai a che fare con una persona del genere!”, osservò, stancamente, la sorella.
Tuttavia, ormai Helena non la stava più nemmeno ascoltando.
Aveva dovuto faticare non poco, per scoprire dove i due si incontrassero, ogni giorno, per le loro lezioni di magia.
Fortunatamente, i suoi poteri erano cresciuti di molto, e la sua Magia Mutaforma le aveva permesso di pedinare comodamente la madre, in forma di rapace, fino al luogo in cui si tenevano le sue lezioni.
E ora mancava solo poco, alla meta.
Fece segno alla sorella di scendere, visto che, se non volevano farsi scoprire, da lì in poi avrebbero dovuto proseguire a piedi.
Si inoltrarono nel sottobosco, camminando per alcuni minuti fino a quando, in lontananza, non iniziarono a sentire alcune voci.
E non solo.
C’erano anche delle grida.
Pallida, Biancaneve la trattenne per una manica, sussurrando: “F-forse dovremmo tornare indietro … non mi piace questa cosa!”
Tuttavia, la sorella scosse il capo: “No. Ormai siamo quasi arrivate, dobbiamo andare avanti, ti dico. Tranquilla, non ci scopriranno …”, o almeno così sperava.
A dire il vero, nemmeno lei era del tutto sicura di ciò che stavano facendo … ma, purtroppo, non aveva altra scelta.
Proseguirono, cercando di fare meno rumore possibile, fino a quando non si trovarono di fronte a una piccola radura, tappezzata da un morbido manto di foglie ormai morte, di tutti i colori dell’autunno.
Ormai, il sole stava calando e i suoi ultimi raggi rosati sfioravano appena le fronde degli alberi, proiettando giochi di luce sul terreno leggermente umido e spesso cedevole.
Helena tirò verso di sé la sorella, costringendola a nascondersi dietro a un fitto cespuglio di bacche color rosso sangue, per poi sporgersi in silenzio a osservare la scena di fronte a loro.
Dovette tappare la bocca della sorella altrimenti, di fronte a quello spettacolo, probabilmente si sarebbe messa a urlare.
Proprio davanti a loro, infatti, si stagliava una scena tanto macabra da gelare letteralmente il sangue nelle vene.
Brutalmente impalati su dei tronchi contorti e scuri, si stagliavano una schiera di figure brutalmente sfigurate. I corpi, magri a smunti, erano coperti solo da alcuni stracci, mentre laddove la pelle era visibile si notava un terribile intreccio di profonde ustioni purulente, tagli orribili e lividi ormai scuri e gonfi.
Gli occhi sgranati, le bocche ancora aperte nel terrore della morte, quei poveretti avevano tutta l’aria di aver patito le peggiori pene dall’inferno, prima di passare all’altro mondo.
E cosa ancora più orribile furono, poi, le due figure al centro della radura, due figure che entrambe conoscevano fin troppo bene.
Regina e lui, il tanto rinomato (e temuto), Signore Oscuro, si stagliavano nel mezzo della radura, osservando in silenzio quel macabro spettacolo mentre, disperata, una donna (probabilmente una contadina, a giudicare dall’abbigliamento) supplicava pietà ai loro piedi.
Helena si morse un labbro, mentre, impotente, osservava la madre strappare il cuore della giovane, per poi sbriciolarlo con freddezza quasi agghiacciante.
Di fianco a lei, sentì la sorella irrigidirsi, gli occhi sgranati su quello spettacolo completamente inatteso.
La tirò indietro, costringendola ad allontanarsi di alcuni passi prima di prenderla per le spalle, scuotendola con forza per poi dire: “Hai visto? Ora capisci ciò di cui ti stavo parlando? Quell’uomo è un mostro e se continuerà a mantenere i legami con lui anche nostra madre farà la stessa fine!”
Biancaneve, ormai in lacrime, dovette sforzarsi non poco per deglutire e, infine, osservare con occhi disperati la sorella: “E noi cosa dovremmo fare? Siamo solo delle bambine, e lui … lui … o cielo. Non riusciremo mai a fermarlo!”, osservò, affranta e amareggiata, “Non abbiamo i mezzi per confrontarci con un mostro del genere … cosa potremmo mai fare per impedirgli di ottenere ciò che vuole? E poi … se dovessimo incorrere nelle sue ire, allora …”
Fu, ancora una volta, la minore a fermare il flusso ormai incontenibile di parole della sorella, stringendola a sé e abbracciandola con trasporto, per poi sussurrare: “Troveremo un modo. Ti prometto, sorella mia, che nessuno ci porterà via la nostra mamma. Nessuno.”
 
Ottenere delle informazioni sul misterioso insegnante della loro tanto adorata madre fu, per le due sorelle, un’impresa per nulla semplice.
Quando Helena aveva avuto modo d’incontrarlo, la prima volta, esso si era astenuto attentamente dal fornire qualsivoglia informazione sul proprio conto, evitando di rivelarle persino il proprio nome. Cosa che, a distanza di mesi, rendeva la Principessa sempre più tesa.
Si era infatti presentato con un nome visibilmente falso, ossia quello di Sir Gold, che tra l’altro non figurava nemmeno nel catalogo dei cavalieri ufficialmente investiti del regno.
Eppure, il tempo ormai stringeva, ed entrambe erano consapevoli di quanto, più tempo avessero lasciato passare, più per la loro amata madre non ci sarebbe stata possibilità di ritorno.
Ogni giorno che passava, infatti, vedevano la donna cadere in un baratro di oscurità senza fine, cosa che Helena constatava con apprensione sempre maggiore, ogni volta che le capitava.
Anche se, comunque, Regina rimaneva inguaribilmente legata alla figlia, e per lei fosse disposta e tutto, era innegabile come proprio tale amore la stesse rendendo sempre più severa e spietata.
Bastava una minima disattenzione, e le guardie incaricate di proteggerla potevano rischiare di trovarsi col cuore strappato. Non tollerava l’idea che la sua amata piccoletta potesse correre dei pericoli e per proteggerla sapeva dimostrarsi incredibilmente crudele verso coloro che non adempivano al loro dovere come dovuto. Ancelle, serve, cuoche … tutti dovevano guardarsi attentamente dal nuocere in qualsivoglia modo la bella Principessina, altrimenti la pena era la morte.
Ed Helena, purtroppo, non ne era affatto contenta. Amava la madre, e stravedeva per lei, ma non era quella la donna che stimava … anzi, così facendo sarebbe diventata esattamente come il maestro: un mostro.
Per questo, nelle loro ricerche, né Helena né Biancaneve si risparmiarono, indagando notte giorno alla ricerca d’informazioni sul misterioso individuo, nel disperato tentativo di trovare un modo per fermarlo.
Chiesero informazioni presso il villaggio, tra le guardie e dalla servitù … eppure tutti sembravano fin troppo terrorizzati per toccare anche solo lontanamente quell’argomento.
Semplicemente, quell’essere, qualsiasi cosa fosse, era troppo crudele e malvagio per essere sfidato, e tutti si guardavano bene dal farlo.
Fu in preda allo sconforto più totale che, un giorno, Biancaneve venne illuminata da un’idea particolare che, forse, avrebbe potuto dare loro le risposte che tanto cercavano. Se quell’uomo c’entrava con la magia, allora, per risolvere il loro problema, avrebbero dovuto affidarsi anch’esse a tale potere, chiedendo però aiuto alle Fate.
Fu così che, anni e anni dopo la morte della madre, Biancaneve decise di chiedere nuovamente consiglio alla Fata Turchina.
 
“Continuo a pensare che sia una cavolata.”, osservò, ancora una volta, la piccola Helena, sbuffando irritata, “Dobbiamo affrontare un essere così potente da tenere in scacco mezzo regno, e tu pensi che una tizia con le ali da libellula possa risolvere i nostri problemi?”
Si trovavano nella foresta.
Ormai, il sole era tramontato da un pezzo e un manto di stelle lucenti ricopriva la volte celeste, simili a mille lucciole immobili, a illuminare appena il sottobosco carico dei fruscii e dei sussurri della vita notturna.
La luna, un’ampia sfera perlacea, riluceva fulgida nel cielo, mentre i suoi raggi perlacei s’infiltravano silenziosi tra le ampie fronde degli alberi, permettendo di orientarsi senza problemi.
Faceva abbastanza freddo, ma le due sorelle si erano adeguatamente preparate, optando per un abbigliamento abbastanza caldo e comodo da permettere loro di allontanarsi rapidamente a cavallo senza tuttavia rischiare di soffrire troppo per le basse temperature.
Biancaneve sorrise.
Helena era una bambina decisamente particolare … per lei, era inconcepibile che delle creaturine piccole come le Fate potessero utilizzare la magia. Dopotutto, era abituata al potere della madre, un potere superbo e pieno di energia, in grado di distorcere le leggi del mondo senza guardare in faccia nessuno.
Era assurdo che un potere simile potesse risiedere anche in delle bamboline in miniatura.
“Capisco la tua perplessità, sorellina, ma posso assicurarti che anche le Fate sanno essere molto potenti, quando vogliono. Inoltre, siamo qui solo per chiederle informazioni su quell’uomo … non sono intenzionata a coinvolgere la mia Fata Madrina in un’impresa che potrebbe non avere un felice lieto fine.”, fece la maggiore, sorridendo appena.
Improvvisamente, un piccolo fascio luminoso parve staccarsi dalla volte stellata, mentre quella che inizialmente pareva una stella cadente avanzava rapida verso la loro direzione.
Lentamente, la luce divenne sempre più accesa, passando dal bianco candido delle stelle a un dolce alone azzurrino, al cui interno pulsava una creatura in carne e ossa, che planò elegantemente di fronte a loro.
La Fata Turchina era un esserino minuscolo, apparentemente fragile non fosse stato per l’alone di energia pura che la avvolgeva come un manto protettivo. Indossava un grazioso abito color turchese, che ne metteva in risalto le forme e pareva brillare di povere di stelle, mentre i capelli erano raccolti in una morbida crocchia.
Biancaneve sorrise, salutando la Fata come una vecchia amica, allorché l’altra esordì: “Mia Principessa … ho sentito la vostra preghiera. Ditemi, cos’è che turba il vostro animo, al punto da necessitare del mio aiuto?”
Biancaneve sospirò appena, per poi osservare di sottecchi la sorella, che si fece avanti.
“Siamo qui per chiedervi se possedete alcune informazioni su un individuo particolare che, da un po’ di tempo a questa parte, ha iniziato a frequentare il Castello.”, fece la piccola, con tono fermo e conciso.
Quella parve oscurarsi, per poi rispondere: “Certamente, vi dirò tutto quello che so. Com’è quest’uomo? Sembrate molto scosse, percepisco un grande peso che assilla i vostri giovani cuori, cosa sta succedendo?”
Helena deglutì, per poi proseguire: “Si tratta di nostra madre. È da qualche mese, ormai, che è cambiata. Ha iniziato a seguire delle lezioni di magia da quest’uomo, un essere insolito, dalla pelle simile a scaglie di coccodrillo e gli occhi neri come la pece e carichi di un odio profondo, un’oscurità senza fine. E da quando lo frequenta … nostra madre non è più la stessa.”, concluse, mentre la gola le si serrava, come oppressa da un macigno inconfessabile.
La Fata parve raggelarsi, guardando silenziosa le due sorelle che, in attesa, la osservavano con l’ansia riflessa nelle iridi giovani.
Fece un sospiro, alzando gli occhi verso il cielo … non vi erano dubbi. Non poteva che essere Lui.
Si morse il labbro, apprestandosi a rispondere.
“L’uomo di cui parlate, l’Essere che sta corrompendo Regina dall’interno … ecco, il suo nome è Tremotino. Il Signore Oscuro.”
L’aria parve bloccarsi mentre, basite, le due sorelle si osservavano con gli occhi sgranati.
Certo, avevano già sentito parlare di quella creatura.
Un mostro senza cuore, un essere il cui potere era al di là di ogni umana comprensione e che aveva fatto del potere la propria ragione di vita. La sua crudeltà era leggenda, ma mai, mai avrebbero immaginato che sarebbe potuto giungere fin lì, nelle loro stesse vite.
Deglutirono, guardando ora con occhi disperati la Fata che, tristemente, si avvicinò loro, sospirando.
“Comprendo il vostro dolore. Avete ragione a essere preoccupate … quando il Signore Oscuro decide un obiettivo, nessuno è in grado di opporglisi, e voi non siete che delle ragazzine. Nemmeno io, con tutto il Consiglio delle Fate alle mie spalle, potrei fare nulla per impedirgli di proseguire con i propri piani scellerati … esso è immortale, e il suo potere non ha limiti. Tuttavia …”, esitò per un istante, prima di proseguire, “… esiste un modo per fermarlo.”
Helena alzò gli occhi, osservandola carica di speranza, ma subito quella la bloccò, fissandola con severità.
“Non fraintendetemi. Dubito fortemente che possiate fare qualcosa … anzi, sarebbe sciocco pensare il contrario. Se volete seguire un mio consiglio, allora tornate al Castello e, semplicemente, rinunciate al vostro proposito … si tratta di un’impresa troppo grande, specialmente per delle bambine, come voi. Molte persone hanno tentato di fermarlo, maghi e streghe mille volte più forti ed esperti di voi hanno perso la vita nel provarci, e nessuno ha mai avuto successo.”
Biancaneve sospirò, osservando in silenzio la sorella.
D’altro canto Helena, per tutto il tempo, non aveva smesso di stringere i pugni, osservando seria la Fata, gli occhi scintillanti di determinazione.
Fu solo con la conclusione del suo discorso che, infine, esplose: “Non ci penso nemmeno. Avete idea di cosa ci state chiedendo di fare? Se rinunceremo, per nostra madre sarà la fine! Lei è la nostra famiglia … da quando il re è morto, ci è rimasta solo lei, e non merita di fare la fine di quel mostro. Il suo cuore è buono, nobile e gentile, noi lo sappiamo e non permetteremo a quell’essere di portarcela via, sia anche a costo della vita!”, gridò, osservandola febbrilmente, il labbro che tremava di fervore mentre gli occhi luccicavano di lacrime appena represse.
Biancaneve sorrise: “Mia sorella ha ragione. Non permetteremo a nessuno di distruggere la nostra famiglia, tantomeno a una creatura che, di amore, non ne sa proprio nulla. E se esiste un modo per fermarlo, allora faremo qualsiasi cosa pur di ricacciarlo da dove è venuto!”
La Fata sorrise, sebbene tristemente.
Non voleva illudersi.
Probabilmente, se avesse detto loro ciò che sapeva esse non avrebbero più potuto fare ritorno.
Eppure … eppure … osservò i loro occhi.
Così diversi, due color cioccolato, due verde smeraldo, ma allo stesso tempo accomunati dalla stessa, incredibile, incrollabile fiducia in un futuro migliore per tutti loro.
E qualcosa, improvvisamente, le disse che il risultato non era poi così scontato.
Perché c’era forza, in quegli sguardi.
Una forza diversa, che non ha nulla a che fare col potere, o con la magia, una forza dettata da uno spirito puro, disposto e tutto pur di proteggere ciò che esse amavano.
Uno spirito che, comprese, avrebbe potuto dare del filo da torcere persino al Signore Oscuro.
Sorrise … iniziando a raccontare.



Note dell'Autrice:
Rieccomi!
Allora, tanto per iniziare, vorrei fare una piccola comunicazione di servizio.
Fin'ora ho pubblicato approssimativamente con quattro/cinque giorni di distanza tra un capitolo e l'altro ma, per motivi di comodità, ho pensato che non sarebbe poi male darvi una data fissa per i miei aggiornamenti (che per come procede la storia potrebbero anche essere di due capitoli per volta). Quindi si ... d'ora in avanti il nostro appuntamente per questa storia sarà il giovedì, mattina o sera in base a come mi viene.
Quindi, riassumendo.
Come vi ho anticipato, quando Helena ha incontrato Tremotino non sapeva ancora chi fosse, sebbene anche lei conoscesse le voci sul Signore Oscuro non sapeva come fosse fatto fisicamente. E da qui l'aiuto della Fata Turchina.
Oltre a questo, è ormai chiaro che nessuna delle nostre due principessina se ne starà con le mani in mano e da qui chissà cosa potrebbe succedere ... ai posteri l'ardua sentenza.
Un ringraziamento ai miei recensori EragonForever, k_Gio_ e Ghillyam, oltre che a tutti oloro che continuano a seguirmi.
Alla prossima!

Teoth

 
   
 
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