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Autore: alessandroago_94    22/02/2018    8 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pruno ardente

IL PRUNO ARDENTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nelle notti d’Oriente

il pruno ardente,

a illuminare il cielo,

a renderlo meno nero,

dal rossore del fuoco sacro

che incendia le umane brame.

È l’odore delle città che bruciano,

il pruno ardente come il metano,

i combustibili fossili che si esauriscono

e che nessuno è in grado di rimpiazzare

in modo valevole, di ridestare

ciò che sembra per sempre perduto.

Il pruno ardente

incendia l’Occidente;

sono le grandi metropoli occidentali

che ogni notte s’accendono,

le loro strade illuminate a giorno,

la gente che non conosce più gli orari della Natura,

le lunghe notti che non conoscono l’ora

di andare a dormire,

e se si dorme lo si fa con la luce accesa.

Nel mondo che ti fa sentire incompresa,

anima,

stanca anima,

sangue animale,

il buio che prende fuoco

grazie al potere dell’energia elettrica,

come se fosse un gioco,

energia prodotta dalle centrali nucleari,

le cui radiazioni solcano oceani e mari,

non conoscono confini naturali,

con l’estrazione del petrolio che non si ferma,

pieni i barili e ogni cisterna.

È la linfa della natura che irrora

e irriga i nostri campi,

l’acqua condotta grazie alla forza delle pompe,

e niente più limita le fontanelle

da cui l’acqua sgorga e si sciupa.

Il pruno ardente non serve più,

quando il buio è stato finalmente sconfitto,

la notte a capofitto,

l’oscurità che scompare fin negli angoli del soffitto.

Quando non esistono più Leggi,

se non il fine personale,

se non il bene materiale;

tutto il resto lo si vende,

lo si svende,

pochi euro fanno il buon commerciante,

un paio di minerali generano la moneta più sonante.

E’ nell’Occidente

dove niente ferma più la gente

a osservare un punto ardente,

un pruno ardente,

perché gli occhi sono accecati dall’abuso elettrico,

e non esiste più alcun freno.

Appunto, quando sarà l’ora di tirare il freno?

Quando il mondo sarà esaurito,

esausto,

e allora richiederà riposo a modo suo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Piccola poesia scritta di getto. Una minuscola riflessione sui problemi generati dall’abuso delle risorse del nostro pianeta. Spero sia stata di vostro gradimento!

 

   
 
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