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Autore: mystery_koopa    22/02/2018    4 recensioni
Con l'Impero Bizantino dell'VIII secolo sullo sfondo si svolgono le vicende dell'ammiraglio della flotta imperiale Konstantinos Ampatis, dei nobili della città di Bisanzio e delle province e del basileus Leone III l'Isaurico. La storia, che segue la vita dell'ammiraglio, inizia con la fine del secondo assedio arabo di Costantinopoli nel 718 e continua per alcuni altri anni successivi a questo evento, coinvolgendo i personaggi in battaglie, intrighi, cospirazioni e storie d'amore.
Dal II capitolo: "Ormai la solitudine era diventata un’abitudine che era parte integrante della sua vita quotidiana, e difficilmente avrebbe rinunciato al tempo che utilizzava per riordinare i suoi pensieri, che correvano nel tempo senza che lui se ne rendesse conto e potesse fermarli"
REVISIONE COMPLETATA
Genere: Introspettivo, Storico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Fenice Purpurea'
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IV – OÌ NOSTOI

 
Konstantinos avrebbe voluto sbattere la porta per il nervosismo, ma in quel modo sarebbe stato udito da tutto il palazzo, per cui la trascinò lentamente fino a chiuderla, fissandola al muro con un lucchetto. L’ammiraglio si buttò quasi a peso morto sul letto, volendo chiudere gli occhi e cedere al sonno, cosa che da giorni gli era estremamente difficile; per una volta però riuscì ad abbandonare tutti i suoi pensieri fino alla mattina seguente, quando fu svegliato dal Sole, che era ormai alto in cielo.

Konstantinos si sedette sul letto, non volendo vedere nessun altro per il resto della mattinata: teneva la schiena appoggiata al duro schienale di legno massiccio, in modo da poter scrivere: estrasse una lista contabile e iniziò a studiarla, rimanendoci per circa un’ora, quando la sua quiete lavorativa fu interrotta da Philoteos, che lo avvisò di prepararsi per il pranzo: l’ammiraglio rispose però che non avrebbe mangiato per dedicarsi al lavoro e chiese di non essere disturbato, ma le sue reali intenzioni erano altre. Non appena fu certo che il giovane si fosse allontanato si alzò dal letto, indossò i suoi vestiti da giorno e si calò dalla finestra, grazie a delle pietre sconnesse che sporgevano dal muro della costruzione. Appena arrivato in strada si immerse nella folla: quanto gli era mancata in quei mesi di commerci la sua città natale, nella quale si sentiva veramente a casa…
Camminava lentamente per le strade, assaporando tutte le sensazioni che i profumi e gli odori dell’ambiente gli provocavano; quasi senza accorgersene era arrivato fino alla sua vera casa, il porto, dove la sua nave era attraccata da solamente un giorno, ma sembrava già pronta a ripartire: quell’imbarcazione era come lui, non aveva una dimora fissa, ma Costantinopoli occupava una parte importante della sua vita, e avrebbe combattuto ancora per difenderla.

L’ammiraglio si allontanò dal porto per tornare verso il palazzo, il tempo era passato veloce, era già trascorsa metà del pomeriggio. Anche in città girava voce che il basileus sarebbe tornato il giorno seguente e avrebbe scelto il suo nuovo consigliere; Konstantinos sapeva già tutto, anche che quell’armeno inetto in balìa della moglie sarebbe stato scelto per ricoprire la carica dato che alle casse dell’impero, vuote dopo il lungo assedio, i suoi soldi avrebbero fatto molto comodo. Non che l’altro candidato fosse migliore, anzi: Heliodoros Thamen, generale della cavalleria, era noto in città per i suoi vizi materiali e per i suoi grandi sprechi di denaro; decisamente non sarebbe stato utile per risanare l’economia. Con l’imperatore sarebbe arrivata anche la posta proveniente dagli altri Themata imperiali. Chryssa aveva detto che gli avrebbe spedito una lettera: forse conteneva altre informazioni su Leonora, o forse la donna voleva solo accertarsi di come si stesse evolvendo la situazione nella capitale. Konstantinos si diresse velocemente verso il palazzo dei Cazaretian, situato nella parte meridionale della città, ne raggiunse il retro, si arrampicò fino alla finestra che aveva lasciato aperta e rientrò nella stanza: prese il campanello per chiamare il cameriere e, quando il ragazzo fu arrivato, gli disse che non avrebbe nemmeno cenato. L’ammiraglio si tolse gli abiti di dosso e si mise a letto, mentre il Sole stava tramontando; non voleva rovinare la sua giornata di ricordi, per una volta piacevoli, con la vista di quella donna.

 
*
 
Il mattino Konstantinos si svegliò di buon'ora: era affamato, non mangiava da un giorno intero. Scese subito le scale e si diresse verso la sala da pranzo. L’unica altra persona sveglia in tutto l’edificio era il padre del signor Cazaretian, che stava bevendo una tazza di grenache cipriota¹; l’uomo invitò l’ammiraglio a sedersi con lui, facendo portare al cameriere del servizio di credenza², che i due consumarono velocemente. L’anziano, il cui nome era Ambrosios, rivolse la parola al suo interlocutore: “Vede, ho capito che non c’è affinità tra lei e la moglie di mio figlio; sarò anche vecchio, ma il mio istinto non mente. Sa, quella donna non piace neanche a me, penso che ogni sua azione abbia un secondo fine”.

Konstantinos però non ebbe l’opportunità di rispondergli, perché qualcuno stava entrando dalla porta: era la signorina Yael, e presto la Signora l’avrebbe raggiunta. Konstantinos tornò nella sua stanza, aspettando che tutti fossero pronti per scendere in strada: avrebbero dovuto assistere al ritorno del basileus dalla Grecia. Circa un’ora dopo Vassilis Cazaretian, la moglie, la signorina Yael, Philoteos e l’ammiraglio stavano uscendo dal palazzo, per dirigersi verso il porto; le uniche persone a parlare erano i due giovani, mentre gli altri erano immersi nel silenzio, freddamente distaccati l’uno dall’altro. Konstantinos aveva già deciso che non si sarebbe avvicinato a Leone per salutarlo di persona, ma si sarebbe immerso nella folla per osservare Leonora da lontano: non aveva ricevuto alcuna indicazione da Chryssa, per cui avrebbe agito come meglio credeva.

Il porto era gremito di persone provenienti da ogni strato della società, che osservavano l’orizzonte, dove si stavano affacciando le prime navi della flotta imperiale. L’ammiraglio guardò in direzione dei due nobili: lui stava guardando, come tutte le altre persone, verso le navi, mentre la donna stava estraendo una piccola pergamena dalla tasca, della quale iniziò subito la lettura; nel mentre le galee stavano attraccando, e la folla si divise per creare un passaggio all’Imperatore. Konstantinos rimase diviso dalla donna, perdendola di vista, trovandosi invece vicino ai due giovani, nascosti dietro una colonna, dediti a passatempi ben poco consoni in pubblico per due persone non sposate: ah, la gioventù, l’età perduta ed irritrovabile, che per l’ammiraglio era finita da un giorno all’altro. In ogni caso, capì perché la loro attività di spionaggio fosse poco efficiente.

 
***
 
Il basileus stava scendendo dalla nave. La folla lo attendeva trionfalmente, ma lui era tutt’altro che sicuro di star assolvendo il suo compito nel modo giusto: pareva ovvio a tutti su chi la sua scelta sarebbe ricaduta, ma pressanti dubbi lo attanagliavano ugualmente. Sapeva che Cazaretian era preferibile a Thamen, ma egli non era l’uomo giusto per l’Impero: era facilmente manipolabile da praticamente chiunque ed, eccetto a quella economica, non presentava nessun altro tipo di garanzia. Da quella scelta sarebbe dipeso il destino di un già fragile Impero, e tutto era nelle sue mani.

Leone toccò terra con il piede; solamente pochi giorni trascorsi per mare a lui parevano un’eternità: chissà come faceva il suo amico ammiraglio a sopportare tutti quei giorni in balia delle onde! Aveva avuto notizia del suo rientro in città e avrebbe voluto palarci al più presto. Purtroppo, ripensò, non poteva sceglierlo come consigliere per il suo rifiuto di occupare alte cariche pubbliche, ma il suo aiuto gli sarebbe stato fondamentale in un momento difficile come quello: aveva conquistato il potere e sconfitto un invasore, divenendo noto per la sua fermezza, ma ora si sentiva completamente in balìa degli eventi.
All’interno dell’Impero infuriavano anche le lotte iconoclastiche³: lui era favorevole verso quella pratica, avendo assimilato in gioventù alcuni principi dei Pauliciani, la setta iconoclasta più influente del tempo, attiva intorno ad Erevan e Van e nella Piccola Armenia, tra Edessa e l’Isauria. Su quello non poteva chiedere un consiglio a nessuno, neanche a Konstantinos, essendo quest’ultimo lontano dalla pratica religiosa. Intanto, il corteo imperiale si era spinto fino al palazzo, dove il basileus si rifugiò per riflettere accuratamente: in questo, lui e Konstantinos si assomigliavano molto, la riflessione era una parte fondamentale delle loro vite.



 
NOTE:
-Per chi non avesse colto la citazione, il titolo è tratto dall’omonimo poema (la parola è traducibile come “i ritorni a casa”) appartenente al Ciclo Troiano; esso racconta appunto i ritorni a casa dalla guerra di eroi come Agamennone o Menelao, mentre in questo caso è riferito all’ammiraglio e al basileus;
1: la grenache era un vino leggermente speziato prodotto a Cipro, ritenuto nel Medioevo il più pregiato al mondo;
2: il servizio di credenza era una portata di pasticceria secca dolcificata con il miele, spesso servita all’inizio di ogni pasto;
3: l’Iconoclastia era una dottrina che proponeva la distruzione delle icone sacre, in quanto il loro culto era ritenuto da alcuni, gli iconoclasti, superiore di quello che era riservato alla Divinità stessa. Leone III fu il primo imperatore a supportare questo movimento.


SPAZIO AUTORE:
Ditemi se vi è piaciuto il cambio di prospettiva finale, è la prima volta che lo propongo in questa long. Alla prossima!
EDIT: Capitolo Revisionato.
  
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