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Autore: lisi_beth99    22/02/2018    1 recensioni
Dopo essere usciti dal Labirinto, Lane e i suoi compagni d'avventure dovranno affrontare le sfide della Zona Bruciata. Avranno a che fare con gli Spaccati e con la W.C.K.D.
Ma questa è solo una parte della storia! Lane e Newt affronteranno alcune difficoltà, la fiducia potrebbe scarseggiare... l'Eruzione potrebbe mettersi fra loro... Come affronteranno le sfide? Rimarranno uniti?
Scopritelo leggendo!
// SEQUEL DI: LOVE LIVE REMEMBER \\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Cominciai a gattonare in quel condotto stretto. Mi voltai per assicurarmi che il biondo mi stesse seguendo e controllai in che direzione stavano andando gli altri.
Sbucammo da una griglia in un corridoio come tutti gli altri. Dovevamo trovare Teresa! La ricerca sarebbe stata complicata in quell’immensa struttura…
-Andiamo presto! – ci incitò Thomas ma Aris si fermò appena uscito dal condotto – Andate. Io devo fare una cosa… - tutti lo guardammo perplesso. – Fidatevi è una cosa importante. Volete uscire da qui sì o no? – disse guardandoci ad uno ad uno. Winston si propose di accompagnarlo e così ci dividemmo.
Imboccammo un corridoio secondari e quasi andai a sbattere contro la dottoressa che aveva visitato Teresa. Ci guardò sorpresa – Che ci fate voi qui fuori? – in quell’esatto momento scattò l’allarme di sicurezza, rendendo chiaro il motivo per cui fossimo a zonzo per la struttura.
La donna provò a scappare ma Thomas e Minho la presero e, prendendola come ostaggio, ci facemmo guidare in quella fitta rete di corridoi.
Ad un certo punto fummo individuati da una guardia. Ci intimò di restare fermi, naturalmente non lo ascoltammo. L’uomo cominciò a spararci addosso. Non erano proiettili ma delle specie di cariche che rilasciavano una scarica elettrica: non uccideva ma era molto dolorosa.
Tornammo sui nostri passi, quando eravamo un po’ lontani Minho si bloccò, si guardò alle spalle e prese una rincorsa. Urlammo il suo nome preoccupati. Si scaraventò sulla guardia con una tale forza che lo stese al suolo facendogli perdere i sensi.
Rimasi sorpresa dal gesto, era stato davvero fantastico! Newt gli diede una pacca sulla spalla – Bravo Minho! – esclamò. Thomas prese l’arma della guardia e la rigirò fra le mani. Sembrava aver scordato che ci avevano insegnato ad usarla… - Non ti ricordi come funziona? – gli chiesi avvicinandomi. Lui mi guardò perplesso così gli strappai l’oggetto di mano. Con la mano destra sul grilletto e la sinistra a sorreggere la canna. Non ricordavo fosse così pesante… gli occhi dei presenti erano pieni di sorpresa – Ricordati che il grilletto è sensibile. E non dimenticarti che spara in un raggio non ampissimo quindi non mirare troppo lontano! – tutti mi guardavano perplessi.
Restituii al moro l’arma – Come fai a sapere queste cose? – domandò mentre si incamminava tenendo la dottoressa per un braccio – Ci hanno addestrati, non ricordi? – lui scosse leggermente la testa.
Newt mi si affiancò mentre correvamo per i corridoi – Non pensavo fossi una letale killer! – disse ridendo. Io lo guardai divertita – Ho sempre odiato le armi… però so usarle – gli feci l’occhiolino.
Pochi attimi dopo arrivammo alla stanza in cui avevano rinchiuso Teresa. La dottoressa si fece aprire dai colleghi ed irrompemmo nella camera. Mentre io e Newt legavamo lo staff medico, Thomas trovò Teresa. Era sdraiata in un letto, sembrava svenuta ma fortunatamente, non appena il ragazzo la scosse, lei aprì gli occhi disorientata.
-Ragazzi, stanno arrivando! Che facciamo? – domandò Fraypan mentre guardava dall’oblò nella porta. Newt si guardò attorno pensando a qualcosa. C’era un tavolino di metallo, lo rovesciammo e lo spingemmo verso la porta così da bloccarla. In quel momento le guardie ci raggiunsero e, a suon di spallate, cercavano di buttare giù la porta.
- Che facciamo? – urlò Minho in direzione dell’altro Velocista. Questo notò il vetro in fondo alla stanza. Afferrò uno sgabello e provò a romperlo senza successo – Newt, aiutami! – ordinò al biondo. In due riuscirono a frantumare la superficie dandoci la possibilità di fuggire. Thomas prese la ragazza in braccio, dopo aver superato la parete.
C’erano vetri ovunque… - Sbrigatevi! – urlò Minho mentre uno degli uomini era riuscito a superare la porta. Cazzo! Pensai quando sentii un dolore alla mano. Guardai il palmo e trovai un taglio da cui uscivano alcune gocce di sangue. – Lane! – Newt mi sollevò e mi fece passare nell’altra stanza, poi mi seguì.
Thomas aprì la porta ritrovandosi un tipo armato di fronte. Si guardarono per alcuni secondi – Spara! – gli gridai, temendo che si fosse impietrito.
Partì un colpo che centrò il torace dell’uomo. Si accasciò a terra mentre il suo corpo era percorso da scosse elettriche. Ricordavo perfettamente quanto fossero dolorose…
-Forza venite! – ci incitò il moro proseguendo la sua corsa. Io mi soffermai un secondo sull’uomo che giaceva agonizzante sul pavimento. Mi avvicinai e gli presi la pistola che doveva essergli uscita dalla fondina con la caduta. La nascosi dietro alla mia schiena, infilandola nei pantaloni.
Raggiunsi il resto del gruppo mentre Thomas indicava l’uscita. Provò ad aprire la porta con il cartellino magnetico che aveva rubato ad una guardia ma, probabilmente, non aveva l’accesso a quell’area e il suo tesserino non apriva la porta. – Dannazione! Apriti! – imprecò il moro mentre continuava a tentare invano.
-Thomas! – la voce odiosa di Janson ci raggiunse dal fondo del corridoio. – Apri la porta Janson! – Thomas gli puntava contro l’arma pronto a fare fuoco. – è meglio di no, fidati! Sto cercando di salvarvi la vita. Il Labirinto è un conto ma non durereste un giorno nella Zona Bruciata – continuava a parlare avvicinandosi, dietro di lui diversi uomini con scudi avevano creato una formazione. – Thomas devi credermi. Io desidero solo il vostro bene. – disse infine.
Intanto Minho continuava a provare ad aprire la porta – è inutile – gli sussurrai posandogli una mano sul braccio – tanto non si aprirà… -
Thomas continuava a fronteggiare Janson – Fammi indovinare: W.C.K.D. è buono? – a quelle parole l’uomo fece un mezzo sorrisetto – Non supererai quella porta, Thomas – disse calmo.
In quell’esatto momento la luce del lettore magnetico divenne verde e la porta si aprì. Dall’altro lato c’erano Winston ed Aris sorridenti – Hey ragazzi – disse quest’ultimo con il fiatone. Superammo immediatamente la porta chiamando il moro perché ci raggiungesse.
Questo cominciò a sparare contro le guardie e corse verso di noi. Janson diede l’ordine di richiudere l’accesso e così Thomas dovette accelerare per non rimanere bloccato. Furono secondi, per me, interminabili. L’uomo stava per raggiungere il Velocista, lo avrebbe fermato… Non ci pensai molto, estrassi la pistola e mi buttai a terra per avere una migliore visuale, dato che la porta si stava chiudendo dall’alto. Presi la mira e premetti il grilletto. Il proiettile però colpì l’uomo appena di striscio all’altezza della caviglia, facendolo rallentare per la sorpresa, più che per il dolore. Non avevo mai avuto una grande mira da lontano, avevo sempre odiato le armi però mi avevano imposto di imparare ad usarle…
Thomas scivolò giusto in tempo mentre la barriera si richiudeva – Ma chi sei? – chiese rivolgendosi a me… io lo guardai arrossendo leggermente – Te lo racconto un altro giorno. Ora andiamo! – prima di allontanarci il moro fece il dito medio a Janson che, per risposta, lo guardò pieno d’odio. Poi fissò me, con intensità – Ve la siete cercata! –
Raggiungemmo il portellone che conduceva all’esterno e lo aprimmo. Di fronte a noi c’erano immense dune di sabbia. Cominciammo a correre senza pensare a dove andare…
La sabbia mi faceva un male agli occhi e faticavo a vedere. Dietro di noi stavano arrivando gli uomini di W.C.K.D. quindi non c’era tempo per riprendere fiato.
-Stiamo uniti – urlò Thomas per sovrastare il rumore del vento.
Afferrai la mano di Newt, non volevo rischiare di perdermi in quel deserto… lui la strinse a sua volta guardandomi velocemente mentre ci avvicinavamo a qualcosa che sembrava un edificio distrutto.
Teresa vi ci entrò – Venite! – urlò da dentro. I ragazzi erano poco convinti ma io la seguii immediatamente, lì avremmo trovato riparo dal vento…
Newt mi seguì e così fecero gli altri. Ci ritrovammo in un ampio spazio, sul pavimento c’erano decine di centimetri di sabbia. – Andiamo – disse Thomas dopo essersi guardato attorno.
Teresa però non era dello stesso avviso. Si fece avanti – No! Dimmi cosa sta succedendo! – era preoccupata, potevo capirla. Lei era rimasta in quella stanza senza sapere cosa succedeva realmente in quel posto…
Il moro le si avvicinò – è W.C.K.D., ci hanno mentito. Non siamo mai scappati… Aris ed io abbiamo trovato dei corpi. Neanche si contavano… - tutti rimanemmo allibiti. – Cosa? Dei cadaveri? – chiese Minho. Thomas scosse la testa – Non sembravano neanche vivi però. Erano appesi. Li collegavano a dei tubi… li stavano dissanguando. W.C.K.D. vuole qualcosa che è dentro di noi! – la cosa era assai raccapricciante. Mi feci più vicina al mio amato. Speravo che non ci avrebbero mai trovati. Non volevo tornare ad essere una cavia.
Newt mise le mani sui fianchi – Okay, qual è il piano? – chiese rivolto al moro. Questo non rispose, rimanendo a fissare il pavimento. Il biondo a quel punto si agitò notevolmente – Ce l’hai un piano vero? – chiese ancora. Thomas farfugliò qualcosa – Sì, beh ecco io… -.
Ciò fece saltare i nervi a Newt – Ti abbiamo seguito fin qui e ora ci dici che non sai dove stiamo andando né che cosa stiamo facendo?! – lo afferrai per un braccio cercando di farlo calmare – Newt, se non fosse per lui ora saremmo morti! O peggio… - aggiunsi sussurrando. Il ragazzo si passò una mano fra i capelli, guardandomi preoccupato – Forse hai ragione… ma adesso che facciamo? –
Aris, che fino a quel momento era rimasto zitto, si fece avanti – Janson ha detto qualcosa a riguardo di un popolo delle montagne… una specie di esercito ribelle. – a quelle parole Thomas si illuminò – Il Braccio Destro! Se lottano contro W.C.K.D. forse ci aiuteranno… - Newt continuava ad essere poco convinto e molto incavolato – Un popolo, sulle montagne… dei montanari! È questo il piano? – domandò infine. – è l’unica possibilità che abbiamo – disse l’altro seriamente.
E purtroppo aveva ragione. Non saremmo andati lontani senza aiuto… Janson ci dava la caccia, la Zona Bruciata brulicava di Spaccati, ancora non avevo capito cosa fossero, e non avevamo nulla con cui sfamarci, men che meno avevamo da bere! Non saremmo durati più di pochi giorni…
Winston richiamò la nostra attenzione notando delle orme nella sabbia.
Ci addentrammo in quel posto che, a poco a poco, capii essere un centro commerciale abbandonato. Ne avevo sentito parlare da mia madre, la gente ci andava per fare acquisti perché ci si trovavano vari negozi… io non ne avevo mai visto uno, ero sempre rimasta nei laboratori. Dicevano fosse troppo pericoloso per noi bambini uscire ed ora ne capivo il motivo.
   
 
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