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Autore: RufyCarlmichael    23/02/2018    0 recensioni
Dustan, giovane ragazzo della tribù degli Iaraj, è prossimo alla prova per divenire cacciatore. L'alba è imminente e si prepara con quattro dei suoi fedeli compagni, la loro missione è quella di entrare in comunione con una bestia selvatica, renderla il proprio famiglio. Dopo ore di cammino, prima di separarsi, il gruppo decide di riposare ad eccezione di Cedric che prosegue in solitario. Mentre si rilassano vengono sorpresi da abili combattenti ed infine incontrano la morte. Sentendo le urla in lontananza il ragazzo accorre, ma arriva troppo tardi e si imbatte nei quattro corpi dei compagni a terra, tutti senza vita eccetto quello di Dustan che privo di sensi. Si prende cura di lui, lo medica, lo protegge dai pericoli della foresta e dopo qualche giorno tornano al villaggio o meglio... quello che dovrebbe esserlo stato. L'unica cosa che trovano è morte e distruzione, tutti i loro cari, gli amici e l'intero popolo trucidato. Cercano delle tracce, indizi, una pista da seguire per trovare risposte, ma sopratutto... vendetta.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Migliaia di anni fa, quando gli Antichi nel loro florido paradiso decisero di far nascere nuove forme di vita, crearono un intero universo colmo di galassie, pianeti e stelle. Tra questi possiamo trovare il nostro mondo, Sètrad, con una varietà di flora e fauna così vasta da poter riempire intere biblioteche. Tra lande desolate, foreste imponenti e mari impetuosi possiamo trovare i monti dell’Hadishek, una singolare catena montuosa circolare con vette che raggiungono minimo i cinquemila metri d’altezza, dove al suo interno è situata Valle Ombrosa. Questa fu chiamata così dai primi coloni che, vedendo le poche ore di luce disponibili nell’arco dell’intera giornata, per via degli alti monti, si ritrovavano spesso a lavorare nel buio. Come puoi vedere non è cambiato molto da quei tempi considerando che su trentotto ore giornaliere, solamente quattordici ne sono diurne nelle stagioni solari. Ma torniamo alla nostra storia… I nostri avi, quando iniziarono ad esplorare la valle, decisero di dividersi in quattro gruppi in maniera tale da ottimizzare i tempi. Ognuno di essi poi trovò un buon punto d’appoggio per costruire un rifugio, una casa e così nacquero le quattro tribù. Ognuna di esse con il tempo sviluppò particolari abilità, tecniche avanzate per sopravvivere nel territorio da loro scelto, ma non smettemmo mai di collaborare tra noi, fornendo a chi ne avesse bisogno cibo o materie prime come pelli, legno e minerali grezzi». Il vecchio prese una piccola pausa e in quel breve lasso di tempo il ragazzo disse con tono perplesso: «Ma Anziano, queste storie le conosco bene... Non potrei sapere altro sulle tribù piuttosto?» A quella domanda gli occhi dell'uomo si spostarono rapidamente sul giovane e lo fulminò con sguardo severo, ma rispose con quiete accarezzandosi il folto pizzetto «So bene che sin da piccolo ascolti queste storie, ma è tradizione rimembrarle prima dell'iniziazione. Come ben sai noi, gli Iaraj, ci troviamo ad est della valle e siamo ottimi predatori e per questo abbiamo affinato al massimo i nostri sensi per poter meglio cacciare nella notte ed utilizziamo erbe e piante per creare unguenti curativi e potenti veleni. Ad ovest possiamo imbatterci nella tribù delle Merique, composta da sole donne, ma non bisogna sottovalutarle... mai! La maggior parte di esse sono guerriere ed eccellono nell'utilizzo del falcione. Con il tempo hanno sviluppato una velocità quasi tre volte maggiore alle persone comuni, inoltre sono anche ottime sarte ed è proprio da loro che provengono le toghe pregiate che utilizziamo nelle cerimonie o i vestiti dei nobili di città e tutti le rispettano, ma non saprei dirti se per paura o per stima», disse lasciandosi sfuggire una risatina. Il ragazzo, non più intimorito dallo sguardo fulminante, contraccambiò e con voce stupita disse: «Pensavo fossero solo finzione le storie raccontante sulle Merique e invece è proprio così! Ci saranno sicuramente anche delle donne affascinanti tra loro», arrossendo e chinando leggermente il capo, «e magari potrei sposare la più bella di tutte…» Il vecchio scoppiò in una grossa risata che venne udita anche dalle tende affianco.  «Mio caro Dustan, sei ancora molto giovane per pensare a tutto ciò, ma lascia che ti dia un consiglio,» mettendo una mano sulla testa del ragazzo, «non cercare la donna dei tuoi sogni… lei arriverà esattamente quando meno te l’aspetti. Ma adesso parliamo delle nostre care tribù va bene?» Senza aspettare una risposta, l’Anziano riprese il suo discorso: «Dunque, proseguendo il cammino verso nord potrai incontrare i Thanshui, guerrieri che, rispettando la natura circostante, riescono ad avere un parziale controllo su quest’ultima, come se fossero un tutt’uno con essa. Il loro punto di forza risiede nel combattimento con la katana, la più nobile delle lame, utilizzano armature in ceramica per essere più rapidi nei movimenti e nella corsa. Importante è il senso dell’onore incommensurato che permette loro di essere rispettati, siano essi amici o nemici. Infine possiamo trovare i Kensur, tribù di pace che cerca di arrivare sempre ad un compromesso non violento. Coloro che producono tutto il cibo coltivabile della valle, allevano il bestiame, creano commerci con i popoli al di fuori della valle e cercano sempre di rimanere in buoni rapporti con tutti. Il loro stile di vita li ha portati a sviluppare arti magiche curative ed è grazie a loro che la città, Stonewood, iniziò ad essere edificata. Convinsero le tribù a costruire un luogo di riposo, di cultura e commercio accessibile a tutti.» Il vecchio prese una breve pausa e solo in quel momento si rese conto che il ragazzo si fosse appisolato. Senza fare rumore si alzò e fece stendere su uno stuoino di pelle il giovane, il quale si riaddormentò all’istante. A quel punto l’Anziano prese un telo e coprì l’adolescente sussurrando: «Riposati Dustan, domani ti attende una grande giornata… finalmente diventerai un vero cacciatore e potrò essere fiero di te…» con una lacrima che scende lungo il viso. «Come se già non lo fossi.» Il vecchio si stiracchiò e uscì dalla tenda sorridendo.
   
 
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