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Autore: Altair13Sirio    23/02/2018    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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<< Luna, come te lo sei fatto questo? >> Chiese un ragazzino che era nella stessa classe di Luna Bianca. Indicava il cerotto sul ginocchio della bambina.
Era l’ora della ricreazione e i bambini se ne stavano seduti in cortile con le schiene poggiate al muro della scuola a guardare gli altri giocare. Luna stava bevendo lentamente il succo di frutta che aveva portato da casa attraverso la cannuccia di plastica quando la voce del suo compagno le fece alzare lo sguardo con interesse.
<< Oh. >> Disse guardando il proprio ginocchio munito di cerotto, ben esposto alla vista. << Stavo combattendo con mio padre. >> Rispose con tono fiero. << Non sono riuscita a batterlo e ho finito per farmi un po’ male. >>
Alcuni dei bambini e bambine che erano seduti assieme a Luna sembrarono riempirsi di meraviglia. << Tu combatti con tuo padre? >> Chiese uno pieno di stupore.
<< Robin? >> Squittì una bambina con indosso un vestitino rosa che a Luna piaceva molto. << Tu combatti con Robin? >>
<< Com’è combattere con un supereroe? >> Chiese prontamente un altro bambino portando la schiena in avanti per vedere meglio Luna.
Luna alzò lo sguardo al cielo. Com’è combattere con un supereroe? Si chiese. Non ci aveva mai pensato, perché in fondo i suoi genitori erano solo i suoi genitori per lei, non era nulla di speciale lottare con loro se non in termini affettivi. << E’ normale. E’ come lottare con i propri genitori… >> Rispose come se si trattasse della cosa più semplice del mondo. I bambini la guardavano disorientati.
<< Luna, perché combatti con i tuoi genitori? >> Chiese la bambina con il vestito rosa. << Ti comporti male con loro? >>
Luna corrugò la fronte. << Cosa? No! Io e il mio papà ci alleniamo soltanto! >> Disse contrariata.
Uno dei bambini accanto a lei chiese:<< E perché vi allenate? Vuoi diventare come lui? >>
Luna si voltò a guardarlo. << Perché…? Non lo so. Lo facciamo e basta… >> Mormorò confusa. Poi abbassò lo sguardo e si mise a riflettere. << Diventare come lui…? >> Sussurrò con voce tono pensieroso.
<< Oh, ho capito! I tuoi vogliono farti diventare una supereroina proprio come loro! >> Disse un bambino alzando le braccia. << Così potrai picchiare i cattivi come loro un giorno! >>
<< Quali sono i tuoi poteri? >> Chiese un altro bambino.
Luna non rispose istantaneamente perché spiazzata dai vari commenti dei suoi compagni. Lei una supereroina? Non ci aveva mai pensato seriamente. Certo, le piaceva il lavoro che facevano i suoi genitori e le piaceva conoscere le loro avventure e vederli in azione, ma non le era mai passata per la mente l’idea di poter effettivamente diventare proprio come i suoi genitori… In fondo lei non aveva dei poteri, e poi loro non sembravano volerlo poi così tanto. << Io… Un supereroe? >> Mormorò pensierosa abbassando la testa e portando le mani sopra alle proprie ginocchia, mettendo il succo di frutta in bilico su di esse. Poi alzò lo sguardo rispondendo alla seconda domanda che le era stata posta. << Io non ho superpoteri. >> Disse guardando intensamente il bambino che glielo aveva chiesto.
I bambini rimasero in silenzio per qualche istante, confusi e curiosi, poi qualcuno alzò la voce con un tono positivo:<< Neanche Robin ha i superpoteri, però è un supereroe fortissimo! >>
Qualcun altro riprese da dove aveva l’asciato l’ultimo bambino e disse:<< Giusto! Sicuramente ti sta allenando per poter diventare una supereroina fortissima anche senza i poteri! >>
Le parole di quei bambini non fecero che dare vita a nuovi dubbi nell’animo di Luna. Seriamente suo padre la stava crescendo per poter diventare un’eroina? E se allora fosse così, avrebbe dovuto fare qualcosa di più per dimostrare di meritare tutto quello, oppure avrebbe dovuto limitarsi a seguire i suoi genitori?
Mentre Luna era distratta a seguire i propri pensieri, la bambina con il vestito rosa disse con aria sognante:<< Però che bello che deve essere, avere dei genitori che fanno i supereroi. >>
Luna alzò lo sguardo destandosi finalmente dai propri pensieri. << In che senso? >>
<< Nel senso che deve essere davvero emozionante! >> Spiegò la bambina. << Una vita piena di pericoli, combattimenti e colpi di scena… Una vita così non sarebbe mai noiosa! >>
Luna osservò con occhi confusi la sua compagna per tutto il tempo, pensando che quello che stesse dicendo non fosse assolutamente vero: certo, i suoi genitori andavano ogni giorno incontro a pericoli e affrontavano i criminali con una frequenza allarmante, ma non rischiavano mai seriamente la vita, non portavano sempre con sé Luna… E pur non essendo come diceva la bambina, la sua non era assolutamente una vita noiosa!
Luna Bianca non rispose e rimase a guardare il succo di frutta che teneva tra le mani, chiedendosi se fosse normale che la sua vita fosse diversa da come immaginassero i suoi amici oppure se normale fosse quello che dicevano loro.
Proprio mentre era concentrata su questi pensieri che non si era mai posta prima, la campanella della fine dell’intervallo suonò forte nell’aria facendo sospirare con delusione tutti i compagni di Luna che erano seduti con lei al bordo del cortile. Tutti cominciarono ad alzarsi, sapendo di dover tornare in classe, ma Luna neanche udì la campanella e rimase per terra.
<< Luna! >> La bambina con il vestitino rosa dovette chiamarla e darle dei colpetti sulla spalla per attirare la sua attenzione. Quando finalmente Luna Bianca si accorse di lei, si voltò spaesata e guardandosi intorno con aria disorientata chiese:<< Dove sono tutti? >>
La bambina rise divertita. << E’ finito l’intervallo. Vieni, torniamo in classe! >> E con questo si voltò dirigendosi verso l’entrata della scuola, dove un gruppo ben fornito di ragazzini e ragazzine stava rientrando nell’edificio e nelle rispettive classi. Luna la osservò allontanarsi finché non ebbe svoltato e fu scomparsa dietro l’angolo assieme a molti altri studenti, poi decise di alzarsi e rientrare in classe a sua volta.
Mentre era nel corridoio, lo spazio per passare era limitato. Alcuni bambini stazionavano fuori dalle classi, prendendo tempo con la speranza di recuperare qualche secondo di aria in più prima dell’arrivo dei loro maestri e per questo era difficile passare con facilità. Luna fece del suo meglio per muoversi con grazia senza dare fastidio a nessuno, ma dovette poggiarsi un paio di volte a qualche schiena prima di stringersi in mezzo alla strada per passare tra due compagni o cambiare strada repentinamente trovandosi qualcuno davanti all’improvviso.
A un tratto la bambina sentì una forte spinta alle proprie spalle e si sentì cadere a faccia in giù. Non ebbe il tempo di elaborare cosa fosse successo, che i suoi gomiti e le sue ginocchia si scontrarono contro il pavimento con forza. L’espressione della bambina era rimasta la stessa fino al momento della caduta, quando la sua pelle si era leggermente scorticata al contatto con il pavimento. Le sfuggì un gemito di dolore e subito si voltò per capire cosa fosse stato a spingerla.
Luna vide un trio di ragazzini più grandi che la guardavano in modo strano; qualcuno di loro sembrava star trattenendo delle risate mentre quello al centro la fissava con sdegno, mostrando poco interesse al fatto che fosse appena caduta.
<< Oh. >> Disse quello al centro, che aveva gli occhi scuri e severi. << Scusa, non ti ho vista. >> Poi se ne andarono tutti e tre, seguendo il flusso di bambini che rientravano nelle classi.
Luna rimase lì per terra a fissare quelle tre figure mentre si amalgamavano perfettamente nella folla e sparivano, abbandonandola in quella sua difficoltà senza mostrare un briciolo di gentilezza. Per qualche motivo lo sguardo di quei bambini le trasmise un forte senso di timore e Luna non riuscì a muovere un muscolo per tutto il tempo in cui ebbe i loro occhi su di sé.
Cosa era successo?
   
 
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