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Autore: Amrlide    29/06/2009    5 recensioni
Non sempre ciò che è "ovvio" per qualcuno, lo è anche per gli altri. Tanti, infatti, sono gli "ovvio" che si intrecciano, si fraintendono e convivono. Per esempio, per Temari è ovvio andare a Konoha per finire il lavoro iniziato, anche per Kankuro è ovvio che lei voglia partire, ma per tutt'altra ragione.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò ansimando, osservando il disastro nel lavandino. La cena della sera prima scivolava irriverente sullo smalto bianco verso lo scarico; sembrava quasi che le ghignasse contro. Sbuffò pronta a far sparire con l'acqua quella massa informe quando un altro conato la costrinse di nuovo a piegarsi: quel poco che era rimasto nel suo stomaco raggiunse il resto del pasto.
Aspettò con gli occhi chiusi che la nausea passasse. Come i giorni precedenti, non sarebbe durata per molto. Tenendo gli occhi sempre chiusi, si sciacquò la bocca più volte con rabbia. Non ne poteva più di quel saporaccio in bocca la mattina. Inspirò e aspettò ancora qualche attimo.
Era passato.
Ripulì tutto velocemente e si sistemò i capelli biondi nelle consuete quattro code. Sospirò guardandosi allo specchio. Lei stava bene, doveva convincersene prima di riuscire a persuaderne gli altri. Abbozzò un sorriso e annuì al suo riflesso. Lei stava bene.
Aprì decisa la porta del bagno, ma si fermò sorpresa sulla soglia: Kankuro la stava aspettando in piedi con le braccia incrociate appoggiato alla parete di fronte.
- Non stai bene?
Temari alzò gli occhi al cielo e sbuffò; non l'apprensione di Kankuro di primo mattino!
- Sto benone. - rispose.
- Come ieri e ieri l'altro, immagino.
- E allora? - sbottò - Non sono affari che ti riguardano!
Il fratello rimase a fissarla impassibile, come se la sua reazione esagerata non fosse stata altro che un tassello di puzzle che andava al suo posto. La ragazza sospirò per tranquillizzarsi, in fondo lui si stava solo preoccupando per lei.
- Senti, - si avvicinò - Sto bene. Ho solo lo stomaco sottosopra. Ora mi faccio qualcosa di caldo e sto tranquilla per un po'. Non c'è niente da preoccuparsi, so badare a me stessa. - sorrise senza guardarlo - Posso partire per Konoha nel pomeriggio.
- Vai a Konoha?! - la notizia parve scocciarlo. Eppure non doveva essere affatto una novità.
- Dovevo partire già l'altro giorno. - Una fitta allo stomaco la bloccò. Alzò d'istinto una mano per portarsela alla bocca, ma conscia del fratello che la osservava attento, la ragazza iniziò a massaggiarsi le tempie distrattamente. Sperò che Kankuro interpretasse il gesto come un semplice sintomo di stanchezza.
- Va tutto bene. - ripeté a mezza voce e si avviò verso la cucina.
- Perché?
Temari si voltò appena - Cosa perché?
- Perché vai a Konoha? - Il fratello la guardava con i pugni chiusi, fremeva per la risposta.
- Devo vedere Shikamaru. - fu l'ovvia replica.

- "Devo vedere Shikamaru", così ha detto! Ti rendi conto?!
No, Gaara non si rendeva affatto conto di cos'avesse il fratello da inveire così.
Dall'altro lato della scrivania, aveva alzato a fatica gli occhi dal documento che aveva di fronte. La sua mente aveva valutato l'ipotesi di relegare in un angolo la consapevolezza della presenza di Kankuro nella stanza non appena aveva capito che questi non era entrato nel suo ufficio per fare rapporto, ma poi aveva rinunciato. Non perché il fratello marciasse troppo rumorosamente avanti e indietro nel suo ufficio per essere ignorato; semplicemente si sentiva in dovere di ascoltarlo. Più di altri, Kankuro gli aveva dato fiducia quando aveva dichiarato di voler cambiare il suo carattere; lui e Temari gli erano stati, e gli erano ancora, particolarmente vicini.
Guardò la foto fatta quando era stato nominato Kazekage, le mani di Kankuro e Temari sulle sue spalle. Come tre fratelli normali, tuttavia…
- Vuole andare a Konoha! Di nuovo! Non possiamo permettere che lo faccia.
Decisamente, Gaara proprio non capiva i problemi di Kankuro.
- È troppo giovane… non può farlo… - lo sentì borbottare.
Depose la penna e si appoggiò completamente allo schienale della sedia; lo fissò sperando che si fermasse e gli esponesse con calma e ordine le sue preoccupazioni.
Lui però non sembrava intenzionato a spiegarsi.
- Beh, non dici niente?
Gaara alzò appena un sopracciglio.
- Nostra sorella vuole andare a Konoha! - sbottò l'altro.
Il Kazekage annuì, sebbene il tono del fratello non gli piacesse. - Lo so. - davanti però alla smorfia sbigottita dell'altro aggiunse: - Deve organizzare il prossimo torneo per la selezione dei Chunin.
Kankuro sbuffò: - Non va per il torneo.
Il viso di Gaara mutò impercettibilmente: certo che Temari andava a Konoha per organizzare al meglio quell'evento. Era quello l'incarico che lui le aveva affidato.
- Deve vedere quel Nara Shikamaru!
- Beh, sì. - il ragazzo annuì di nuovo con quel tono e quella calma irritante che tanto contrastavano con l'irruenza del fratello maggiore - È lui che si occupa dell'organizzazione.
- No! - Kankuro si prese la testa fra le mani, esasperato. Possibile che proprio non ci arrivasse? Inspirò preparandosi a spiegare l'ovvio con tutta la calma che possedeva. - Non è solo per il torneo…
Gaara fece una smorfia, cominciando a intuire quello che l'altro intendeva. - Se Temari vuole vedere quel Nara anche per altri motivi…
- No, Gaara! Quei due non si limitano a "vedersi".
Il Kazekage lo fissò attento, non era certo su dove il discorso andasse a parare.
Kankuro gli si avvicinò poggiando entrambe le mani sulla scrivania.
- Ascolta, - ora sussurrava. - Sono un paio di giorni che Temari ha la nausea la mattina…
Il fratello concordò: - Mi ha chiesto di rinviare la partenza appunto perché era indisposta.
- Non è semplicemente "indisposta", Gaara. - si guardò intorno come a controllare che non ci fosse nessun altro nella stanza. Quando parlò, il suo tono di voce era ancora più basso. - Ha la nausea da giorni e stamattina si stava massaggiando la testa come se avesse un'emicrania.
- Se sta ancora male, posso inviare a Konoha qualcun altro…
- No! Non capisci?! - sbatté i palmi sul tavolo e di nuovo si guardò intorno preoccupato. Si inclinò maggiormente verso il fratello e bisbigliò - È incinta.
La rivelazione aleggiò nell'aria tra i due e poi cadde pesante nel silenzio. Lo sguardo di Gaara si oscurò per qualche attimo. Lo fece girovagare un po' nella stanza, come per accertarsi anche lui che non ci fosse nessuno a spiarli.
- Te l'ha detto lei?
- I sintomi sono evidenti! - Kankuro iniziò a numerarli sulle dita - Nausee mattutine, nervosismo, emicranie… sperava di fare tutto di nascosto, ma una cosa così evidente non poteva sfuggirmi.
Si interruppe notando l'espressione persa del fratello, lui evidentemente non si era accorto di nulla ed era meglio non farglielo pesare. - Temari è troppo orgogliosa per confidarsi con qualcuno, perfino con noi. E poi, lei "sa badare a se stessa", ricordi? - fece una pausa mentre sul suo viso si dipingeva un ghigno acido - D'altra parte riusciresti a immaginarti una Temari che entra saltellando gridando "Ragazzi, sono incinta." - sbuffò scettico. - Con quel suo solito sorrisetto sadico: "Diventerete zii!".
Il Kazekage tornò a fissare il fratello interrompendo la sua pessima imitazione della sorella - Come può essere incinta?
L'altro sorrise divertito nella sua direzione - Beh, Gaara, quando un uomo e una donna non si limitano a "vedersi" per organizzare tornei…
- Quello lo so, Kankuro. - lo interruppe seccato - Ma Temari...? - fece una smorfia, come se non riuscisse nemmeno a figurarsi la sorella al fianco di qualcuno che non fosse loro.
- È ovvio che c'è di mezzo quel Nara, no? - si sporse di nuovo sulla scrivania - Negli ultimi mesi si sono visti spesso da soli con la scusa dell'organizzazione. - fece una pausa aspettando che il fratello annuisse. - E ora lei vuole vederlo nonostante stia male. Probabilmente vuole stanarlo nella sua stessa tana.
Lo sguardo del Kazekage si fece più sottile.
- Ma sì! È probabile che lui non accetti le sue responsabilità!
- Cosa? - di nuovo Gaara non capiva dove Kankuro andasse con i suoi sproloqui.
Il fratello lo guardò con un misto di compassione e raccolse di nuovo con un profondo sospiro la sua pazienza prima di spiegarsi.
- Pensaci: Temari e quel Nara si conoscono da anni ormai, e lei non si è mai mostrata insofferente nei suoi confronti come per altri ragazzi. Non venirmi a dire che non hai mai sospettato che lei avesse un debole per lui.
Gaara sosteneva imperturbabile gli occhi e le parole di suo fratello. L'aveva sentito ancora borbottare contro "l'insulsa infatuazione di Temari per quel bellimbusto con il codino" e in parte anche lui aveva intuito che le frequenti visite della sorella a Konoha non fossero dovute esclusivamente a una straordinaria dedizione al suo incarico. - Lei non ha mai detto niente a questo proposito.
- Probabilmente temeva le nostre reazioni. - Kankuro tacque lasciando scorrere i pensieri.
Gaara invece inspirò profondamente abbassando di nuovo lo sguardo sulla fotografia, l'attenzione sul volto sorridente della sorella. Era stata proprio Temari a volerla scattare e ne aveva fatta incorniciare una copia per ciascuno.
- Quel Nara potrebbe averla raggirata. Non credo si sia approfittato di lei con la forza: Temari non si farebbe mettere i piedi in testa da nessuno. Però in fondo in fondo resta una donna: lui potrebbe averla illusa. - fece una pausa accigliandosi incrociando le mani al petto. - E averla abbandonata una volta avuto quello che voleva.
Gaara inclinò appena la testa ascoltando attentamente. Il continuo parlare di Kankuro metteva in ordine idee e scenari che lui difficilmente sarebbe stato in grado di delineare.
- Questo spiegherebbe perché lei voglia precipitarsi a Konoha nelle sue condizioni e perché non ci ha detto niente.
Il Kazekage non cambiò la sua posizione, nemmeno quando il fratello si sporse di nuovo appoggiandosi alla sua scrivania.
- Vuole tenerci all'oscuro per poter salvare il suo onore da sola, altrimenti sa che interverremo in qualche modo. - un'espressione dura gli oscurò il volto - Come minimo io mi precipiterei a Konoha a picchiare quel Shikamaru! - Kankuro schiacciò un pugno nel palmo della mano con decisione dimostrando quanto quell'idea non gli dispiacesse per niente e lanciò un'occhiata al fratello per intendere che con il suo assenso sarebbe partito subito. Gaara purtroppo si limitò a ripetere - Salvare il suo onore?
- Beh, sì: vuole andare a Konoha! Sicuramente vuole parlare con quel Shikamaru nel luogo dove ha meno possibilità di dare nell'occhio.
Gaara annuì. Sarebbe stato un comportamento proprio di Temari: andare, sentenziare, radere al suolo quello che non le andava. Forse, da Kazekage, avrebbe dovuto avvertire l'Hokage del rischio che stava per correre Konoha.
- Probabilmente vuole trovare un accordo per potersi prendere cura del bambino insieme. E non si farà abbindolare su questo punto: lo costringerà ad assumersi il suo ruolo di padre. - Kankuro strinse i pugni: conosceva bene sua sorella. - Forse quel Nara non ne sarà nemmeno troppo dispiaciuto. - si rilassò un poco - Magari si sposeranno. - Tono lapidario e profonda disapprovazione. La prospettiva non lo allettava per niente. - Andranno a vivere a Konoha.
- Possono allevare un figlio anche qui a Suna. - sussurrò Gaara.
- Quel rammollito non farà mai la fatica di trasferirsi. Con il suo subdolo QI superiore convincerà la nostra Temari a rimanere con lui. Lontana. In terra straniera!
Gaara storse il naso. L'immagine di sua sorella distante, sposata e con figli era molto sfumata nella sua testa, quasi irreale. Da troppo poco tempo si era abituato all'idea di avere una famiglia e ora, l'eventualità che uno dei suoi componenti intraprendesse una strada diversa e lontana, era tremendamente opprimente.
Si riscosse sbattendo le palpebre. Prima però che potesse dire qualunque cosa, Kankuro si era già girato verso di lui sbattendo i pugni sul tavolo. - Dobbiamo farla rimanere qui. Dobbiamo farle capire che noi vogliamo che lei rimanga a Suna anche se ha in grembo il figlio di quello scansafatiche.
- E se lei avesse già deciso?
- La vuoi vedere sposata con quell'addormentato?
Di nuovo gli occhi di Gaara si persero verso la fotografia e di nuovo i pugni di Kankuro li richiamarono indietro.
- Tu devi ordinarle di restare, Gaara!

Nel frattempo, alle porte di Suna, Shikamaru Nara attendeva il permesso di entrare nel Villaggio della Sabbia. Venire fin lì era stata davvero una gran seccatura. Trascinarsi dietro tutte quelle scartoffie, poi, un supplizio. Se non fosse stato per l'urgenza di finire di organizzare quel benedetto torneo e se Temari non si fosse ammalata, non avrebbe mai fatto quella faticaccia… Sbuffò mentre i ninja di guardia gli facevano cenno di poter procedere.
Avviandosi per la via principale sotto alcuni sguardi curiosi dei cittadini, il ragazzo si chiese se fosse il caso di passare nell'ufficio del Kazekage per ufficializzare la sua presenza prima di andare da Temari. Obiettivamente, prima vedeva la sua collega organizzatrice e prima avrebbe finito, ma una puntata nell'ufficio del Kazekage presto o tardi avrebbe dovuto farla. Visto che erano fratelli, magari li avrebbe trovati insieme; si sarebbe risparmiato la fatica di parlare separatamente ad entrambi, con tutti quei formalismi burocratici che regolavano i rapporti tra i vari paesi. Si ricordò di essere a Suna proprio a causa di quei formalismi e sbuffò.
Tutta la faccenda era veramente scocciante.

- Parlare con Temari non servirà, Gaara! Lei è cocciuta: negherà di essere incinta.
I due fratelli erano scesi in strada, o meglio, Gaara aveva lasciato l'ufficio rimuginando l'idea di andare dalla sorella e Kankuro l'aveva seguito.
- Non è di lei che dovremmo preoccuparci, ma di quel bieco, pigro, subdolo… - Kankuro lasciò la frase a metà scorgendo l'oggetto del discorso. Anche Gaara individuò il nuovo arrivato e lo fissò impassibile.
Shikamaru dal canto suo, fu grato di non dover fare scale per doversi presentare al Kazekage; in strada poi non avrebbe dovuto essere nemmeno troppo formale. - Buongiorno. - salutò i due che lo scrutavano - Sono appena arrivato a Suna…
- Sappiamo perché sei qui. - lo interruppe Kankuro - In fondo sei un tipo intelligente. Speri davvero di evitare scenate così? - ovvio che lo sperasse: Temari non si sarebbe arrischiata nemmeno ad alzare la voce lì a Suna per paura di far sapere a tutti che era incinta.
- Kankuro, non essere aggressivo. - forte della sua carica, Gaara si sforzò di essere un buon mediatore. - Nara potrebbe avere delle buone intenzioni.
Pensando alla sfacchinata che si era fatto con tutte quelle bolle e scartoffie sulla schiena, Shikamaru non poté esimersi dal commentare - Le buone intenzioni purtroppo sono spesso una gran seccatura.
Kankuro lo fulminò con lo sguardo. - Avresti dovuto pensarci prima.
- In realtà, non mi è mai stata data molta libertà di scelta. - nella mente di Shikamaru si materializzò il ghigno perentorio del Quinto Hokage mentre gli conferiva l'incarico di organizzare il torneo.
In quella di Kankuro invece si delineò tutt'altra scena e rosso in viso esplose - Non mi sembra che tu ti sia particolarmente opposto se si è arrivati a questo punto!
L'altro scrollò le spalle - Beh, ci sono sempre degli aspetti piacevoli accanto agli inconvenienti.
- Sta' attento a come parli, Shikamaru Nara! - Kankuro aveva assunto una posizione di attacco: non gli importava nulla della diplomazia, avrebbe pestato quel bieco approfittatore se avesse osato continuare a parlare di sua sorella e della situazione in cui lui l'aveva gettata, con quel tono noncurante.
L'altro ragazzo alzò un sopracciglio perplesso dall'intimidazione; non gli sembrava di aver detto nulla di male, anzi era un'ovvietà. Era da sempre l'Hokage ad affidare gli incarichi ai propri ninja, non c'era scelta a meno di non dimostrare la propria totale incapacità nello svolgerlo. A lui era stata affidata l'organizzazione del torneo per la selezione dei Chunin a Konoha, così come Temari era stata nominata dal Kazekage di Suna per fare le sue veci in quell'evento. Per quanto quel torneo fosse una scocciatura, era sempre meglio di una missione di ricognizione o di spionaggio. L'indignazione del suo interlocutore era davvero fuori luogo.
- Non provare nemmeno a lasciare Temari con quel fardello... - stava borbottando il ninja di Suna.
Questo aveva già più senso per Shikamaru; sorrise davanti all'affetto fraterno che Kankuro dimostrava, sebbene lo giudicasse del tutto superfluo per Temari. Lei era una che voleva sempre fare da sé, ma che mai si sarebbe sobbarcata la parte di lavoro di un altro.
- Tranquillo, non ho intenzione di lasciare tua sorella da sola. - oltretutto con l'organizzazione praticamente conclusa, sarebbe stato stupido. - Sono qui per questo.
- Avete già deciso come fare? - Gaara misurò attentamente le parole: aveva mentalmente registrato il tono tranquillo e per nulla imbarazzato dell'altro, come se la soluzione prospettata fosse già stabilita.
Shikamaru inclinò la testa appena per guardarlo: ovvio che avevano già disposto la maggior parte delle cose, ci lavoravano da mesi a quel torneo. - Sì. Mancano solo alcuni dettagli burocratici e poi sarà tutto a posto. - accennò allo zaino sulle sue spalle. I due fratelli osservarono fugacemente il bagaglio, decisamente troppo piccolo per una lunga permanenza, e tornarono a scrutare il ragazzo.
- Hai intenzione di prenderti la tua parte di responsabilità?
Il ninja della foglia si sentì lievemente sotto accusa - Quando devo, ovviamente faccio il mio dovere.
I due fratelli lo guardarono per niente soddisfatti.
- Non credo proprio che mi piaccia questa soluzione.
Shikamaru avrebbe risposto a Kankuro che qualunque fosse il suo giudizio, non avrebbe cambiato affatto l'organizzazione del torneo. In quel momento però, anche il Kazekage stava per dire qualcosa, e la sua opinione invece contava parecchio.
- È proprio quello che Temari vuole?
Shikamaru alzò un sopracciglio un po' sorpreso. - Mi pareva piuttosto soddisfatta.
Kankuro borbottò un - Questo lo dici tu. - non molto nascosto e voltò la testa di lato.
- Sì, era soddisfatta e contenta. - si difese il ragazzo. Cominciava a essere un po' stufo di quell'interrogatorio - Io ero con lei. Se la prossima volta vuoi esserci anche tu, accomodati. Non credo che a Temari dispiacerà.
Uno scatto e l'avrebbe ucciso, Shikamaru ne era certo: quel tipo voleva la sua testa. E il Kazekage non sembrava volerlo trattenere per molto.
- Certo che verrò! Mi metterò in mezzo! Ti impedirò anche solo di vedere mia sorella. - Kankuro sputava minacce sconnesse mentre si sporgeva dal braccio teso di Gaara.
Il ragazzo di Konoha volse gli occhi spaesati verso l'impassibile Kazekage, sperando che gli spiegasse perché suo fratello sembrava avercela tanto con l'organizzazione del torneo e con lui in particolare.
- Ti aspetti che io dia la mia benedizione? - Gaara incrociò le braccia al petto, incurante del borbottio continuo del fratello, ancora pronto a scagliarsi contro quello "sfacciato pervertito".
Shikamaru fece fatica a concentrarsi su quanto gli stesse domandando il Kazekage, troppo intento a studiare il comportamento assurdo dell'altro. - Uhm, sì, sarebbe meglio… - rispose distrattamente. Poi con più decisione riprese. -Ormai è già tutto pronto.
- Vorrei parlarne con Temari. - asserì Gaara. - Lei non ci ha ancora accennato niente.
Shikamaru ne fu veramente sorpreso, pensava che Temari avesse consegnato un rapporto come aveva fatto lui con l'Hokage. Annuì. - Comunque, lei è stata parte attiva in tutte le decisioni. Ed è sempre stata d'accordo. - assicurò.
I due fratelli non sembrarono rassicurarsene, anzi, era come se la notizia li avesse in qualche modo profondamente rattristati.
- Vorrei ben vedere se hai provato a costringerla. - Kankuro, finalmente di nuovo padrone di sé, fece scrocchiare le dita minaccioso.
I due fratelli fecero strada verso casa, dove avrebbero sicuramente trovato la sorella.
Shikamaru approfittò del momentaneo silenzio per ripassare mentalmente il dialogo appena avuto: aveva il netto sospetto che qualcosa non quadrasse come doveva.
Gaara camminava tra un assorto Nara e un fratello che assomigliava di nuovo a dell'acqua in ebollizione; poteva sentire stralci di frasi come "non ci ha detto una parola", "nostra sorella", "terra straniera". Effettivamente, c'erano cose che potevano essere chiarite subito.
- Andrete a Konoha? - chiese a mezza voce.
Shikamaru si voltò verso di lui. Stavolta era sicuro di aver sentito bene la domanda, ma non ne capiva il senso: ovvio che avrebbero dovuto, sia lui che Temari, andare a Konoha. L'incartamento avrebbero potuto finirlo tranquillamente a Suna, ma dovevano essere entrambi presenti a Konoha per avviare insieme il torneo.
- Sì, tutto si svolgerà lì. - tentò di sorridere per sdrammatizzare - Rapirò Temari il prima possibile.
Si rese conto immediatamente di non aver detto una cosa gradita: Kankuro si era fermato per squadrarlo, i suoi occhi mandavano fulmini.
Shikamaru lo fronteggiò a guardia alta. Decisamente, quel tipo era un fratello troppo premuroso e possessivo. Se faceva così tante scenate solo perché lui e Temari avevano avuto e stavano per avere qualche incontro di lavoro, era un bene che non sapesse che non avevano un rapporto esclusivamente professionale.
- Kankuro. - Gaara richiamò il fratello alla calma con il suo solito tono pacato. - Posso chiedervi come mai avete scartato Suna? - continuò rivolgendosi all'altro ragazzo.
Quello probabilmente era il vero problema del Kazekage. Era giusto: l'esame dei Chunin, occasione di pubblicità per Villaggi, si teneva di nuovo a Konoha.
Nella mente di Shikamaru anche quella ostilità cominciava a prendere un qualche senso.
- Abbiamo convenuto che a Konoha ci fossero le strutture più adeguate.
Gaara alzò le sopraciglia.
- Non che a Suna non siate attrezzati. - aggiunse, prima di causare uno screzio politico - Solo, visto il periodo turbolento, abbiamo convenuto che stare a Konoha fosse più sicuro.
Il Kazekage non rispose e riprese a camminare. Konoha un Villaggio più sicuro… Temari non si fidava forse della sua capacità di proteggere il Villaggio?
- "Strutture più adeguate"… intendi dire che avete alberi e prati per addormentarsi meglio al sole? - Kankuro non aveva smesso di guardare in cagnesco il ninja di Konoha, anche se si era incamminato dietro al fratello.
- Certo, e giardini e terme. - ora che Shikamaru aveva attribuito la maleducazione dell'altro ad un eccesso di gelosia fraterna, non si preoccupò di trattenere il sarcasmo.
- Qui siamo nel deserto… - mormorò Gaara. Entrambi i fratelli abbassarono lo sguardo mogi: Temari non si era mai lamentata, ma non era da biasimare se preferiva crescere suo figlio in un posto dove non ci fosse il rischio di tempeste di sabbia.
Per tutta risposta Shikamaru sbadigliò sonoramente constatando che i due erano entrambi parecchio bizzarri.
Arrivarono a destinazione senza dire altro.
- Shikamaru! - era più che palese che Temari non aspettava l'arrivo del ragazzo di Konoha. Era anche palese quanto la sorpresa non le dispiacesse affatto. - Stavo proprio pensando a te stamattina: vorrei rivedere alcuni punti, se non ti spiace…
Il ragazzo increspò le labbra e le si avvicinò superando gli altri due.
- Sembra felice. - bisbigliò Gaara in direzione del fratello.
Kankuro grugnì scostando lo sguardo dalla coppietta sorridente.
- Sì, avevo intuito che ci fosse qualcosa che non andava… - stava confessando Shikamaru accennando con la testa ai fratelli della ragazza.
Kankuro grugnì di nuovo stavolta scrutando Shikamaru e la sua troppo esigua distanza da Temari, ma non poté fare a meno di soffermarsi anche sul volto contento della sorella. Sospirò rassegnato.
- Nara ci ha accennato ai vostri progetti. - iniziò Gaara appena ebbe su di sé l'attenzione della ragazza; la sue espressione era impassibile come sempre, ma aveva una nota quasi malinconica. - Se è veramente quello che vuoi tu, Temari, noi lo accettiamo.
Kankuro alzò la testa come per ribattere, ma la riabbassò subito sconfitto: anche lui avrebbe sottostato alla decisione di Temari, qualunque fosse stata.
La ragazza scrutò i fratelli perplessa mentre azzardava un - Ok… - senza sapere esattamente a cosa si stavano riferendo.
Gli occhi azzurri del Kazekage quasi non battevano ciglio. - Tuttavia, - continuò lentamente abbassando appena il tono di voce - Avresti potuto dircelo prima. - Proprio lui, che una volta aveva malignamente dichiarato di non sentirsi affatto membro della famiglia, scopriva ora quanto bruciasse l'essere stato intenzionalmente escluso.
La sorella sbatté le palpebre piuttosto disorientata, si voltò verso Shikamaru chiedendosi che cavolo avesse loro raccontato, ma lui sembrava perplesso almeno quanto lei.
- Konoha non è proprio dietro l'angolo. - intervenne Kankuro - Ma se avrai bisogno di qualcosa, chiamaci: verremo subito.
Temari sorrise incerta ai fratelli - Grazie. So di poter sempre far affidamento su di voi.
- Ovvio! Quindi se lui ti tratta male, o cerca di raggirarti con il suo stupido QI superiore, gli daremo una lezione!
- Ehm… grazie, Kankuro, ma lui sa che mi deve trattare bene. - Temari batté scherzosamente una mano sulla spalla di Shikamaru, ma lui non sorrise: la sua mente stava di nuovo esaminando i dialoghi alla ricerca del senso nascosto che ancora gli sfuggiva.
I due fratelli annuirono.
- Immagino che ora vorrete stare soli a definire meglio il tutto… - Kankuro batté una mano sulla spalla di Gaara per andare, ma questi non si mosse. Stava ancora guardando la sorella con l'aria di chi attende una spiegazione o le parole "Sorpresa! È tutto uno scherzo".
Kankuro gli mise un braccio sulla spalla, comprensivo.
Dal canto suo, la ragazza non sapeva che dire né che fare, sentiva di essersi persa un passaggio importante, ma non capiva quale. Guardò Shikamaru, poi Kankuro e infine Gaara. Si comportavano in maniera piuttosto strana tutti e tre.
- Gaara … - tentò.
- Sai, - la interruppe Kankuro - Credo sarebbe più facile per noi, se restaste a Suna, almeno per un po'. Capisco che qui non ci siano le "strutture adeguate" come dice Nara, ma un evento così importante… vorremmo essere più partecipi.
- A Konoha è già tutto pronto. - la voce di Shikamaru era fievole fievole. Ormai era certo che c'era un fraintendimento a monte del discorso, ma non era sicuro di afferrare quello giusto. O meglio, sperava che quello giusto non fosse quello che stava pensando. Scrutò il profilo di Temari e richiamò a memoria le parole della sua ultima lettera.
La ragazza era perplessa: né Gaara né Kankuro aveva mai mostrato un particolare interesse sull'esame per la selezione dei Chunin, se non a livello puramente lavorativo. E ora invece Kankuro stava rispondendo a Shikamaru: - Non ci avete nemmeno interpellato. Avete fatto tutto in silenzio…
Li studiò attenta - Credevo che non vi interessasse molto…
- Ma certo che ci interessa, Temari! - Kankuro le si avvicinò trascinando un imbarazzato Gaara per mettere un braccio intorno al collo anche a lei - È la tua vita, vogliamo farne parte.
La ragazza sorrise debolmente mormorando un altro incerto - Grazie.
- Tu comunque ricorda sempre, Nara, - Kankuro aveva lasciato i fratelli per guardare di nuovo in cagnesco Shikamaru. - Se oserai crogiolarti nell'ozio mentre lei lavora, dovrai vedertela con noi.
Il ninja si costrinse ad annuire. Non per la minaccia subita, figurarsi! Chiunque sapeva che era praticamente impossibile dormire con quel terremoto di Temari intorno. La mente di Shikamaru stava finendo di ricontrollare gli ultimi tasselli dell'equivoco… ormai non aveva più molti dubbi.
- Ehm… ragazzi… - la ragazza cercava di raccogliere il suo senso pratico, ma davanti all'abbozzo di sorriso di Gaara e gli occhi prossimi alle lacrime di Kankuro le era piuttosto difficile.
- Beh, ora vi lasciamo soli… - con un cenno del capo un po' burbero i due si avviarono verso la porta.
- Ehi! Ma… - sbottò lei.
Shikamaru saltò prontamente al suo fianco e le intimò di tacere afferrandole una spalla. Sul volto del ragazzo a stento non si dipingeva un sorrisetto divertito.
I due fratelli si erano fermati al richiamo di Temari e non sembravano apprezzare molto il vederli così vicini.
- Che ne dite di pranzare insieme? - Shikamaru continuò a stritolare la spalla della ragazza - Così possiamo parlare con calma…
Per tutta risposta i due si limitarono a spostare lo sguardo sulla sorella.
- Mi sembra una buona idea. - azzardò lei.
I due annuirono e uscirono lapidari.
Temari continuò a guardare la porta chiusa per un po' prima di voltarsi verso il ninja di Konoha.
- Ma che è successo?
Lui non le rispose. La fissò intensamente facendola arrossire.
- Temari… - sussurrò. Il suo viso era tremendamente serio e attento. La mano ancora sulla sua spalla. - Tu sei assolutamente sicura di aver avuto solo una semplice indigestione in questi giorni, vero?
La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte - Sì, te l'ho scritto anche per lettera…
- Solo indigestione, vero?
Temari sembrò cogliere una certa allusione e si alterò diventando ancora più rossa - Certo che è solo indigestione! Cos'altro dovrebbe essere, caro il mio signor "sono troppo stanco per fare qualsiasi cosa anche se siamo finalmente soli"?!
Lui sorrise, le mise entrambe le mani sulle spalle e le strinse. - Non si sa mai…
La sentì borbottare uno - Scemo. - soffocato mentre voltava la testa di lato ancora rossa sulle gote.
- Beh, dopo un'accoglienza del genere da parte dei tuoi fratelli, un minimo dubbio mi poteva anche venire, no?
Temari alzò la testa allarmata. - Cosa?
- Non preoccuparti, - Shikamaru cercò il volto della ragazza per poterla guardare negli occhi - Ora che sanno che è una tua libera scelta, sembrano essere più tranquilli. Avresti dovuto vederli prima…
Temari rialzò la testa e si staccò dal ragazzo - Cosa è una mia libera scelta?
- Vivere a Konoha. - Shikamaru inclinò la testa cercando di trattenersi dal ridere - Crescere tuo figlio con le potenti "strutture adeguate" del Villaggio della Foglia. - ostentò un sorriso davanti alla faccia sconvolta della ragazza - Credo che il Kazekage se la sia un po' presa per questo punto.
Lei non lo ascoltava più, si era lanciata di scatto verso la porta.
Lo sbuffo di Shikamaru la raggiunse prima delle sue braccia.
- Devo andare. - mormorò alla mano che le tratteneva il polso - Loro credono che io sia incinta!
- Penso che credano anche che stiamo organizzando il nostro matrimonio.
Di nuovo Temari si divincolò cercando di raggiungere la porta e di nuovo Shikamaru glielo impedì.
- Li rivediamo a pranzo, - si lagnò - Lasciali soffrire fino ad allora.
- Ma sono convinti che io abbia potuto decidere di sposarmi e avere un figlio senza nemmeno informarli! - Temari stava rasentando l'isterismo.
Lui sbuffò una mezza risata. - Beh, loro hanno deciso che tu fossi incinta e che ti stessi sposando senza chiederti niente. Direi che siete pari.
La ragazza parve fermarsi a riflettere e Shikamaru ne approfittò per trarla più vicino a sé.
- A pranzo spiego loro tutta la situazione. - disse lei lentamente - E tu chiederai scusa per averli imbrogliati.
- Cosa? - il ragazzo si allontanò contrariato.
- Se tu non avessi dato risposte ambigue se ne sarebbero accorti prima anche loro che c'era uno sbaglio. - ribatté lei decisa incrociando le braccia.
- Ma se tu non ti ostinassi a fare tutto da sola e di nascosto, non capiterebbero questi equivoci. - inclinò appena la testa, pensieroso; doveva chiudere la bocca a Temari prima di iniziare a litigare per tutta quella assurda faccenda.
- Sono i miei fratellini, - stava ghignando lei - Non voglio che si preoccupino per me.
- Perché, facendo intendere loro di essere incinta, non li fa preoccupare più di confessare un'indigestione… - mormorò Shikamaru mentre con circospezione circondava con le braccia la vita della ragazza e l'avvicinava di nuovo a sé sfiorandole i capelli con il naso. Sorrise sentendola irrigidirsi. In parte, i due fratelli avevano avuto perfettamente ragione su di lui: sapeva come aggirare la furia di Temari prima che si manifestasse e se ne approfittava apertamente.
Lei infatti lasciò perdere il discorso cercando di scostarsi da quelle spalle così invitanti.
Inspirò profondamente prima di battere con una mano sullo zaino che ancora lui portava sulla schiena. - Non c'era del lavoro burocratico da finire?
Shikamaru rise alzandosi. - Eh... una volta che eravamo finalmente soli e non ero stanco…
Lei gli sorrise provocante - Dici che se finiamo velocemente con le scartoffie, ti avanzeranno energie per fare qualcosa?
- Se con "qualcosa" intendi l'aiutarti a preparare il pranzo…
Temari sorrise - Ovvio, no?

  
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