Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    24/02/2018    0 recensioni
Cristina, Gabriele, Paolo, Jessica e Saverio sono cinque ragazzi nati tutti nell’anno 2000.
Saverio non ha voglia di fare niente nella vita.
Preferisce rimanere a letto tutto il giorno o dinanzi al computer o alla tv.
La loro vita cambia quando Jessica decide di andare in vacanza con solo due di loro: Paolo e Gabriele.
E Saverio e Cristina?
Cosa avrebbero fatto?
E soprattutto, come sarebbe cambiata realmente la loro vita?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Saverio non sapeva dove andare.
Era praticamente solo al mondo.
Solo e senza l’aiuto dei suoi genitori.
“Forse c’è una sola persona che può aiutarmi in questo momento” pensò il ragazzo.
Arrivò dinanzi al portico di Jessica, bussando ripetutamente alla sua porta di casa.
“Perché Jessica non risponde? Che non sia ancora tornata dal suo viaggio? Eppure oggi mi aveva detto che si annoiava in quella città…”
Stanco della lunga giornata che aveva trascorso, Saverio si accovacciò sulle umide scale della sua casa in attesa dell’arrivo della ragazza.
Nel mentre la stava aspettando, il giovane ragazzo ripensò alla cruenta litigata che aveva avuto con sua madre.
“Perché continua a trattarmi come un bamboccio? Perché non riesce a capire che sono grande? E soprattutto, perché non riesco a cambiare il mondo come piace a me?”
Tante domande e nessune risposte.
Era arrivato ad un periodo cruciale della sua vita.
Capire cosa avrebbe fatto da grande.
“Mi piacerebbe diventare scienziato… Ma se non ho una laurea, o peggio ancora il diploma di scuola superiore, non potrò mai diventarlo… Potrei diventare un calciatore… Ma faccio schifo in ogni zona del campo in cui sarei impiegato… Che cosa potrei fare, allora? Sono arrivato ad un punto della mia vita che non ho nessuna idea. Eppure qualche anno fa’ era tutto così diverso. Sembrava che il mondo mi potesse sorridere. Che potesse avere un posto per me… Ma adesso guarda dove sono finito. A chiedere aiuto ad una mia amica se mi ospita per la notte. La mia vita è un vero schifo.”
Saverio ripensò a tutto questo per un paio d’ore, fino a quando Jessica non si fermò con la sua auto dinanzi la sua casa.
«Saverio!»
Il ragazzo si svegliò di soprassalto cadendo dallo scalino.
«Che diavolo ci fai dinanzi casa mia?»
«Ti stavo aspettando.»
«E per quale motivo?»
«Vedi, ho litigato con mia madre…»
«Ancora?»
«Sì, ma questa volta è diverso…»
«Anche le altre volte mi hai detto così, e sei sempre ritornato a casa. Perché stasera dovrebbe essere diverso?»
«Perché io e mia madre abbiamo litigato di brutto sulla mia situazione di vita. Mi ha rinfacciato ancora una volta che io non faccio niente tutto il giorno e che non m’impegno a trovare un lavoro.»
«Perché? Non ha forse ragione?»
«Credevo che tu fossi una mia amica e non che tu mi remassi contro.»
«Purtroppo è la verità, Saverio.»
«Grazie tante… Visto che non ho il tuo appoggio, devo cercare un posto dove mi vogliono davvero.»
«E sarebbe?»
«Ancora non lo so. Ci devo pensare…»
Ma mentre Saverio stava lasciando il vialetto di casa della sua amica, Jessica lo prese per il colletto della camicia.
«Fermati. Dove credi di andare? Puoi rimanere.»
«Sul serio?»
«A patto che tu mi aiuti a risistemare le mie cose.»
«Sarà fatto!»
«Molto bene. Entriamo. Qui fuori si gela.»
 
 
Dopo due ore che aveva incontrato Jessica, era ancora intento a mettere apposto la sua roba.
«Ma quanta roba ti sei portata per stare via due settimane?»
«Tutto l’occorrente. Nella valigia di una donna non deve mancare niente» replicò Jessica mentre si stava sistemando il trucco.
«Così siete davvero esagerate… 25 paia di vestiti, 14 paia di completo intimo, 6 paia di scarpe. Per non parlare del trucco.»
«Tu sei un uomo, Saverio. Non puoi capire la razza femminile.»
«Ecco perché litigo sempre con mia madre…»
«Questo non centra niente.»
«Tu dici?»
«Ogni donna è diversa. Come lo è ogni uomo…»
Jessica si avvicinò all’uomo accarezzandogli il ginocchio.
Il cuore di Saverio cominciò a battere all’impazzata.
Avrebbe voluto saltargli addosso.
Quella ragazza gli faceva provare sentimenti che non riusciva a provare con un’altra.
«Domani… andrai a scuola?»
«Sì. Perché?»
«Quindi posso rimanere da solo nel tuo appartamento?»
Lo sguardo della ragazza si rabbuiò all’istante.
«No, Saverio. Tu domani dovrai cercare il perdono di tua madre, tornandotene immediatamente a casa tua.»
«Ma Jessica, io…»
«Niente ma. Tu lo farai e basta. È così che deve andare.»
Jessica non diede nemmeno il tempo a Saverio di controbattere.
«Buonanotte, Saverio. Ci vediamo domattina… Ah, va bene se ti ho sistemato sul divano in salotto?»
«Sì. Certo.»
«Bene. Buonanotte.»
 
 
Erano le sette del mattino.
Appena Jessica si alzò, vide che Saverio non era più lì.
Dove aveva dormito, trovò una lettera di lui.
“Grazie per la bella serata e per le belle parole. Spero solo che tu abbia ragione su tutto.
Ti voglio bene.
Saverio.”
Dopo averla letta un paio di volte, Jessica tirò un sospiro di sollievo.
“Meno male che una volta tanto mi ha ascoltata.”
 
 
Una volta ritornato a casa sua, Saverio lasciò una lettera per sua madre in cucina.
Stanchissimo, il ragazzo si gettò sul divano addormentandosi all’istante.
«Ma, Saverio…»
«Ciao mamma» fece il ragazzo con voce assonnata.
«Mi hai spaventato. Quando sei rientrato?»
«Poco fa’.»
«Non riuscivi a stare lontano da me?»
«Come del resto in tutte le cose» replicò il ragazzo ritrovando il sorriso.
«Vieni qui.»
Madre e figlio si lasciarono andare in un lungo abbraccio dimenticando tutte le loro dispute.
«È molto tardi. Devo andare al lavoro.»
«Se mi dai cinque minuti usciamo insieme. Vado a sistemarmi, ok?»
«Hai fatto colazione?»
«No… Ma non importa. La farò fuori. Oggi è una bella giornata. Ed è qui che inizierà definitivamente la mia vita.»
La madre di Saverio era emozionata dalle parole del figlio.
Credeva quasi che non fosse nemmeno lui.
«Ok. Vai, ti aspetto.»
Nel mentre Saverio era di sopra, sua madre lesse la lettera che gli aveva scritto suo figlio.
“Ti voglio bene.
Saverio.”
Semplici parole ma piene di sentimento.
«Eccomi. Sono pronto.»
«Sistemati la camicia. Oggi devi essere impeccabile.»
Quest’ultimo ordine di sua madre non fu pieno di rabbia come le altre volte.
In fondo, era per il suo bene.
«Fatto. Andiamo.»
 
 
Nel corso della giornata, Saverio fece numerosi colloqui di lavoro.
Purtroppo nessuno dei quali andò a buon fine.
Tutti volevano esperienza e un diploma di scuola superiore.
Rientrò in casa stanco e sconsolato e in colpa con se stesso per non aver concluso niente d’importante.
«Ciao tesoro. Com’è andata oggi?»
«Sono uno stupido… Un idiota e uno stupido…»
«Perché dici questo?»
«Ho fatto un errore madornale abbandonando la scuola… Se solo l’avessi conclusa, non mi troverei in questa situazione.»
La madre, accarezzandogli il volto, cercò di consolare il suo unico figlio.
«Ormai è acqua passata. Ora non ci pensare più.»
«Tu la fai facile…»
«No, non la faccio facile. Vedrai che con il passare del tempo, riuscirai a trovare un lavoro. Basta metterci un po’ di buona volontà.»
«Spero che tu abbia ragione.»
«Fidati… Cambiando discorso, oggi cosa mangiamo?»
«Non ne ho la minima idea.»
«Io invece ne avrei una… Che ne dici se usciamo a mangiare qualcosa?»
«Cosa?»
«Sì. Un appuntamento madre e figlio. Che ne dici?»
«Mamma, l’ultima volta che mi hai portato a cena fuori avevo dieci anni e ho distrutto un calice, due bicchieri e due piatti.»
«Lo so. Ma credo che dopo quasi otto anni tu sarai cambiato, no?»
«Credo proprio di sì» replicò Saverio mettendosi a ridere.
«Benissimo. Andiamo?»
«Ok. Mi hai convinto.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94