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Autore: CHAOSevangeline    24/02/2018    1 recensioni
{ Soukoku | Questa storia partecipa al “Rainy Time” a cura di Fanwriter.it! }
A Chuuya la pioggia non piace, lo infastidisce e preferirebbe non esistesse. Non si tratta solo di nervosismo dovuto all'inzaccherarsi, all'umidità e al bisogno di portare con sé l'ombrello: no, la pioggia rovina il suo umore, lo rende pensieroso e triste. Scava in ricordi passati che riporta a galla e preferirebbe lasciare sopiti.
Sta a Dazai cercare di risolvere questo problema come può e tentare di far sorridere Chuuya.
Dopotutto se la pioggia ha un effetto su di lui, Dazai non può esserne immune come vorrebbe.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Rainy Time” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 854
★ Prompt/Traccia: 9. A e B si ritrovano con la casa allagata per la troppa pioggia.



 
4. Deluge
Una grande quantità di pioggia che provoca allagamenti


 
« Dazai sei un imbecille! »
Ah, quelle soavi parole.
Dazai aveva perso il conto delle volte in cui, con una sfumatura più o meno rude e cattiva, le aveva sentite pronunciare.
Quella volta Chuuya aveva ragione, anche se Dazai non lo avrebbe mai ammesso.
Dopotutto aveva scordato una finestra spalancata mentre fuori un acquazzone minacciava di imperversare come logico successore di una fitta pioggerellina primaverile.
Lui e Chuuya erano nel loro nido d’amore, cioè nella sciatta camera del solito motel dove, lavoro permettendo, si incontravano.
Chuuya però era stato chiamato per un incarico improvviso e beh, Dazai doveva pur passare la giornata in qualche modo.
La modalità consisteva nell’andare alla ricerca di qualcosa che potesse distrarre Chuuya dal probabile imperversare di una tempesta, che l’avrebbe fatto tornare arrabbiato non solo per averlo infradiciato, ma anche per le ormai note conseguenze che la pioggia aveva su di lui.
« Se stamattina non avessi fumato la finestra sarebbe rimasta chiusa e io non avrei potuto dimenticarmela aperta! »
Quella era la vera ragione per cui Dazai si era fatto più preoccupato: fumo voleva dire che Chuuya era tropo rilassato o troppo nervoso e a giudicare dal modo in cui aveva sentito correre l’intonaco lungo lo stipite della porta quando il rosso l’aveva sbattuta uscendo di casa, immaginava si trattasse della seconda opzione.
« Ma che ragionamento è?! » ringhiò Chuuya.
Ormai Dazai soffriva il maltempo come Chuuya, perché sapeva che il suo ex-partner sarebbe stato di cattivo umore. Vedersi in quelle occasioni era molto più complesso che in passato, con Chuuya fra i dirigenti della mafia e lui all’Agenzia dei detective armati.
Dazai rimediava quando potevano vedersi per tutte le volte in cui poteva tentare di farlo solo per telefono. In quei momenti, Chuuya aveva sempre bisogno di lui anche se lo negava.
Lo stesso Chuuya che continuava a passare lo straccio sul pavimento.
Forse se Dazai lo avesse aiutato non se la sarebbe presa tanto, ma il moro preferiva far ondeggiare le gambe a mezz’aria standosene a pancia in giù sul letto, piuttosto che alzarsi e aiutare.
Rimediava al nervosismo che fattori esterni provocavano a Chuuya, ma non a quello che provocava lui. Era una contraddizione ambulante.
« Almeno vammi a prendere un altro straccio », gli disse.
Dazai non parve troppo propenso a negare anche quell’aiuto. Scese dal letto, ma invece di raggiungere il bagno, andò di fronte al mini frigo.
Aprì la porta – sotto lo sguardo inquisitore di Chuuya, che pareva non aspettare altro che rimarcare quanto non fosse la strada giusta – e ne estrasse una torta.
« … E quella? »
« È una torta. »
Chuuya fu sul punto di lanciargli una scarpa. Se si fermò fu solo perché avrebbe rovinato il dolce che voleva assolutamente mangiare.
Panna e fragole. La sua preferita.
« Se metti giù quel mocio possiamo andare a mangiarla subito. »
Chuuya fissò il manico di plastica che reggeva fra le dita, poi guardò Dazai e lo raggiunse alla scrivania.
Dazai aveva già preparato l’occorrente tra piattini, posate e un coltello. Porse a Chuuya la sua fetta.
Il rosso lo scrutava, attento e silenzioso, mentre mangiava la propria torta in silenzio.
Prima i riccioli di panna, poi la fragola.
Era arrabbiato con Dazai, quindi un grazie sarebbe stato uno strappo alla regola troppo grande.
« Per questo sei uscito? »
Dazai alzò le spalle.
« Mi andava di fare un giro e la pasticceria era lungo la strada. »
Chuuya aveva lavorato per anni con Dazai; conosceva i percorsi delle sue passeggiate ed era certo che se avesse scelto un itinerario particolare lì intorno, nessuna pasticceria sarebbe stata di strada. La più vicina era lontana chilometri, questo spiegava perché quando era tornato si stesse lamentando tanto dell’umidità.
A meno che non avesse preso un taxi, Dazai non guidava.
Aveva fatto tutta quella strada a piedi soltanto per lui.
Il rosso non parlò più, continuando a mangiare con un piccolo sorriso sulle labbra. La torta ne era la causa in minima parte.
« Allora ha funzionato », disse Dazai, la propria fetta ancora a metà.
Aveva osservato Chuuya per tutto il tempo.
« Che cosa? » chiese confuso il rosso.
« La torta. Per tirarti su di morale. »
« Allora era per quello. »
Dazai lo fissò, nessun imbarazzo nello sguardo.
« Quando sei giù di corda è inevitabile lo sia anche io », confessò tutto d’un fiato. « Sei talmente nervoso che… »
Chuuya si sporse e lo baciò. Lentamente, con gli occhi chiusi e le labbra ancora sorridenti sotto quelle di Dazai.
Se ne accorse.
Ad un soffio dal suo viso, quando si allontanò, Chuuya sussurrò.
« Eri sporco. »
Sapevano entrambi di non aver detto tutta la verità nel modo migliore e più palese, ma avevano capito questo e anche quanto avrebbero voluto dire.
Erano così, Chuuya e Dazai: vedevano oltre le proprie stesse apparenze senza difficoltà.
« Grazie. »
Le forchette tornarono a tintinnare sul fondo dei piatti, Dazai finalmente sereno e Chuuya svuotato di ogni sensazione negativa.
Fuori aveva smesso di piovere, ma se stava bene era solo merito di Dazai.



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È stata un po' una corsa, ma sono riuscita a concludere anche questa raccolta seppur non rispettando i ritmi serrati che mi ero data.
Così eccoli qui, tutti e quattro i capitoli pubblicati.
Che dire? Spero che pur non trattandosi di un racconto pretenzioso, ma solo di qualche stralcio della vita di questi due nel corso del tempo vi sia piaciuto e che vi vada di farmi sapere che cosa ne pensate <3
Grazie a chiunque abbia letto fino a qui e alla prossima!
   
 
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