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Autore: kamy    24/02/2018    0 recensioni
E se al posto di Natasha Romanoff, in Capitan America The Winter Soldier, ci fosse stato Tony Stark?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Autore: Kamy

Fandom: Capitan America.

Iniziativa: Questa storia partecipa al ‘Rainy time’ a cura di Fanwriter.it!

Numero Parole: 631.

Prompt: 10. Aspettare in macchina

 

 

Cap.4 Verità sconcertante

 

Del fumo nero si alzava dalla base militare esplosa, la pioggia scrociante non riusciva a spegnere le fiamme e l'edificio era in parte crollato.

< Proprio qui, nella base militare che mi ha visto addestrarmi per diventare Capitan America, dove Howard ha creato la prima base dello S.H.I.E.L.D. tocco con mano il tradimento americano > pensò Steve.

"Que-quello che ha detto il computer di Zemo, pensi sia vero?" domandò con voce tremante.

Tony sospirò, bagnato da capo a piedi, i vestiti aderivano alla sua pelle scura.

"Cosa vuoi che ti dica? Tutti sanno che il governo è corrotto, ma da qui ad essere nazista ne passa di acqua sotto i ponti".

"Hanno davvero tenuto per loro degli scienziati Hydra? Per cosa?! Per una potenza bellica?!". Steve si ritrovò a gridare, mentre i lampi di luce illuminavano il cielo plumbeo in lontananza. I suoi occhi bruciavano.

< Scopro che Howard è stato ucciso e poi che, probabilmente, è la causa della sua stessa fine. No, non lo accetto! > gridò mentalmente.

Tony sogghignò, infilando le mani in tasca, teneva gli occhi fissi sulle macerie in fiamme.

"Sai cosa hanno fatto dei terroristi, appena catturata la mente più brillante nonché più ricca di questo secolo?" chiese, atono.

Steve lo guardò con aria confusa.

Tony fissava le fiamme, che si riflettevano nei suoi occhi.

"Lo hanno trascinato in un laboratorio e gli hanno ordinato di produrre delle armi. Gli hanno portato qualsiasi cosa chiedesse, comprese pistole, proiettili, missili, metalli velenosi ..." elencò.

Si voltò a guardare Steve.

"Lui ha costruito un'armatura, li ha uccisi tutti ed è scappato".

Steve trattenne le lacrime, le gambe gli cedevano.

"Pe-pensi, allora...

Di poter recuperare qualcosa di questi dati distrutti?" domandò.

Tony rise roco, scrollò le spalle e avanzò, si voltò verso Steve e allargò le braccia.

"Con chi pensi di parlare?" chiese.

Steve gli diede le spalle.

"Allora ti aspetto in macchina" disse con voce cavernosa.

< Peggy cercava di dirmi questo >.

Tony lo guardò, negò con il capo e sospirò, dirigendosi verso le macerie a passo deciso.

< Va bene così, Tony. L'HYDRA ha ucciso tuo padre, che probabilmente ha sia collaborato con loro sia inseguito la propria morte come un disperato, facendo uccidere anche tua madre, ma il Capitano deve piangere la sua patria ideale perduta nelle fiamme. Ignora quella prima donna >.

Abbandonò il capo all'indietro, scrutando il profilo di Steve.

"Nessun problema. Buttarmi tra fiamme e detriti è uno scherzo, senz'armatura".

Sogghignò.

< O anche no >.

< Buttarsi? > realizzò Steve. Si voltò di scatto, impallidendo.

"Pensavo lo facessi da remoto!" gridò.

Tony rise forte, infilato sotto una trave che sorreggeva dei detriti.

"Devo prima attaccare il mio sistema!".

Una lacrima rigò il viso di Steve. < Diamine, è per questo che volevo aspettare in macchina. Che razza di stronzo piange il dolore di un altro? > si chiese Rogers.

"È troppo pericoloso!" gridò.

I suoi capelli biondi gocciolavano.

Tony agitò una mano, per metà strisciato dentro con la schiena.

"Allora vieni a reggere questa roba! Non abbiamo tutto il giorno, se l'hardisck brucia neanche il sottoscritto riuscirà a cavarne molto".

Steve fece leva e alzò una parete, i muscoli possenti delle sue braccia in tensione.

"Fai in fretta" ringhiò.

Tony scivolò sotto la parete, s'infilò tra alcune travi e avanzò, le fiamme scoppiettavano facendo esplodere dei macchinari. Socchiuse gli occhi, raggiunse il macchinario principale e prese a digitare velocemente sui grandi tasti. Infilò degli occhiali da sole, che presero a scansionare gli schermi, di cui alcuni bucati.

"Tieni duro, ragazzone" disse.

"Giuro che è l'ultima volta che ti propongo di aspettare in macchina. A te non bisogna mai perderti di vista!" sbraitò Steve, rosso in viso per lo sforzo. La sua maglietta venne strappata dai suoi straripanti muscoli in tensione.

  
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