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Autore: clairemonchelepausini    24/02/2018    1 recensioni
[Kol/Davina]
“Si dice che ci vogliono anni per conoscere una persona, e pochi minuti per odiarla e infinito tempo per amarla, ma loro hanno fatto tutto il contrario. Kol e Davina si sono innamorati subito, approfondendo la conoscenza in poco tempo e non si sono odiati mai, neanche quando l’uno è stato la rovina dell’altro. Due metà che insieme combaciano perfettamente.”
Raccolta di drabble, flashfic e one shot che cercano di esprimere quanto li amo, raccontando piccoli momenti di quotidianità, di amore, promesse, delusioni…. Piccoli attimi che sanno di loro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davina, Davina/Kol, Kol Mikaelson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Rainy Time” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1.134
★ Prompt/Traccia: 37 - Fuori piove a dirotto. A e B non si muovono da sotto il piumone.
 












 
Davina continuava a cercare informazioni su come sconfiggere l’Ombra, un modo per riportare tutti uniti, ma nemmeno interi giorni passati su vecchi libri le avevano dato una qualche risposta.
Era frustante, ma in compenso poteva avere la compagnia del suo uomo.
Kol era dello stesso pensiero, anche se dietro la sua felicità c’erano celati la nostalgia, la tristezza e la rabbia per non riuscire ad aiutarli.
C’è l’avrebbero fatta, ma quando ripensava agli ultimi eventi qualcosa dentro di lui si rompeva.
 
“Always and forever” ripeté con un nodo alla gola, ma di quel motto di famiglia non era rimasto altro che parole al vento.
 
«Dove stai andando?» le domandò la strega dopo averlo visto indossare la giacca; lui era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di nulla.
«Kol» lo chiamò dolcemente lei e, nel momento in cui le sue labbra pronunciarono il nome, i suoi occhi si accesero di amore.
«Sto uscendo a fare un giro» rispose troppo di fretta, tanto che la ragazza lo guardò consapevole dell’enorme bugia.
Davina lo sapeva. Erano passati mesi e, quando il vampiro le rispondeva così, sapeva che avrebbe fatto un veloce giro e che sarebbe rimasto un giorno fuori di casa perché… Si doveva assicurare che la sua famiglia fosse al sicuro. Non potevano stare insieme, ma un’occhiata veloce era loro concessa.
Lei si alzò lentamente, si avvicinò alla finestra e rimase a fissare il paesaggio mentre piccole goccioline di pioggia bagnavano il vetro. Scuotè la testa, voleva lasciarlo libero ma allo stesso tempo era terrorizzata di farlo.
«Tonerò».
«Lo so, lo fai sempre».
Kol nel frattempo si era avvicinato alla porta, ma quando si girò a guardarla la vide mordersi il labbro. Era un gesto che faceva spesso quando era nervosa o quando pensava o quando voleva ottenere qualcosa. L’originale sorrise perché non aveva bisogno di spiegazioni, conosceva quel gioco.
«Non farlo» la rimproverò bonariamente lui.
«Fare cosa?» replicò lei da finta tonta, ma aveva perfettamente capito.
«Non morderti il labbro» e lei sentì la vittoria in pugno, poco dopo aver sussurrato quel “oh” e aver aperto appena la bocca sorpresa.
Kol raggiunse Davina in una falcata, prese il mento fra le dita, alzò il viso e quando i loro occhi s’incontrarono, capirono che entrambi sarebbero stati rovinati.
«Lo sai che mi fai impazzire» mugugnò, prima di assalire le sue labbra, mentre la giovane passò le braccia sulle sue spalle lasciando che le mani s’incastrassero tra i suoi capelli per tirarlo di più a sé.
 
“Un giorno di questi questa ragazza mi farà morire” pensò, mentre lasciava andare ogni sensazione e si cullava tra le sue braccia.

«Dopotutto... Non è un male rimane qui se fuori piove a dirotto» disse sorridendo, consapevole che aveva dichiarato guerra.
Davina non era stata sempre intraprendente, ma quei mesi con lui le avevano insegnato a vivere.
Kol non riuscì più a trattenersi, così mentre le strappava di dosso il vestito nero che lui stesso le aveva regalato, lei riuscì a sfilargli la giacca e la camicia nera senza mai interrompere il loro bacio.
«A me piaceva quel vestito» affermò guardandolo torvo, mentre lui si scusava promettendole di ricomprarlo.
«Piccola, così mi uccidi» gli disse, mentre le sue mani erano sul suo corpo e quelle di lei scendevano a slacciare i pantaloni.
Lei sogghignò, sapeva che non c’era molto che potesse fare, ma in qualche modo riusciva sempre ad alleviare i suoi problemi.  Quel mattino, era proprio affamata perché non staccò mai le mani dal suo corpo; Kol non era da meno e lentamente lasciò scivolare le mani dietro la schiena per slacciare il reggiseno di pizzo nero.
. La osservava attentamente , non aveva mai visto quel completino e dentro di sé sorrise.
Davina voleva conquistarlo non una volta ma sempre. Lui era il suo per sempre.
La strega lasciò che la sua mente si annebbiasse di emozioni e sensazioni sempre più insistenti, lui scacciò via il senso di colpa e si godettero quello che avevano.
Stavano ancora giocando e quando lui la adagiò sul letto dolcemente, sapevano che nessuno dei due sarebbe uscito da quella stanza quel giorno.
«Oh mio Dio!» esclamò la mora, mentre si accasciava sul suo petto, spostando i capelli sudati dall’altra parte in modo che la sua guancia fosse al contatto con la sua pelle.
«Già. Ci so ancora fare» affermò malizioso e modesto.
Quello era Kol Mikaelson, un uomo che amava la sua donna e che sapeva come renderla felice, modestamente parlando. Non c’era bisogno che si voltasse a guardarlo perché poteva sentire le sue labbra accennare un sorriso e vedere i suoi occhi lucidi di passione, proprio come i suoi.
C’erano molti modi per passare un giorno di pioggia e loro ne avevano trovato uno che soddisfacesse entrambi.
«Non mi farai uscire da sotto questo piumone, vero?» le domandò lei, conoscendo già la risposta.
«No» e sorrise, prima di girarsi verso di lei e lasciare che i loro nasi si sfiorassero, mentre nelle loro espressioni si riversava tutto l’amore che l’uno provava per l’altro.
«Sei tu che hai stuzzicato il cane che dormiva» affermò con nonchalance, sapendo bene che era lui che il più delle volte lo faceva.  Davina non perse occasione di ricordarglielo, sapeva tenergli testa. Questa era una delle qualità che Kol amava di lei, la stessa che lo aveva conquistato sin dalla prima volta.
«Dovrai farmi uscire da qui» lo provocò lei, ma sapeva che non era il giusto modo per convincerlo.
«Sì, ma non oggi. Questa sarà la nostra giornata. Ho tanto di cui farmi perdonare» disse lasciando che i suoi occhi accarezzassero la sua figura.
«Non devi Kol. Non sentirti in colpa. Non eri tu quello che mi ha fatto del male e poi…» ma non fece in tempo a finire perché lui le baciò il collo,su e giù prima di raggiungere le sue labbra. Si staccò giusto il tempo di osservare la sua espressione di desiderio, non stava parlando ma sapeva già cosa voleva, così scostò le coperte e riprese a baciarla fino a quando lei non lo fermò e lo costrinse a risalire.
«Amami» con voce roca chiese, sembrava quasi una supplica nata dalla sua convinzione di non meritare tutto quell’amore.
«Lasciati amare» rispose, mentre con le mani prese il suo volto e con dolcezza lo baciò per fargli sentire che lo meritava, che non era il mostro che sua madre dipingeva.
La situazione in pochi minuti si riscaldò e quando quei piccoli contatti non bastarono più, lui la prese e la trascinò su di sé. Davina era a cavalcioni su di lui ed era lei ad avere il controllo, ma qualcosa nell’espressione del vampiro diceva che non sarebbe durato a lungo.
Così, in attesa del sole in un cielo luminoso e splendente, loro si amavano in un giorno di nuvole e pioggia.
 



 












Spazio d'autrice:
Buona sera a tutti... 
Beh, sinceramente era da tantissimo, forse anche troppo tempo che non aggiornavo questa raccolta e, quando ho visto questo contest e dopo aver letto i prompt c'era questo che mi saltava in testa. Ehm... avete presente un canguro? Bene... Avevo questa consegna in testa e mi diceva "scrivimi, scrivmi" e beh... subito dopo mi diceva "kolvina, kolvina"....
Lo so, dopo queste parole vi sembrerò pazza... ma... La scrittura è il mio mondo e... Questo regalo è un pò per tutti noi, culliamoci in questa breve storia dolce e sogniamo ;)
Alla prossima,

Claire
   
 
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