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Autore: lisi_beth99    24/02/2018    1 recensioni
Dopo essere usciti dal Labirinto, Lane e i suoi compagni d'avventure dovranno affrontare le sfide della Zona Bruciata. Avranno a che fare con gli Spaccati e con la W.C.K.D.
Ma questa è solo una parte della storia! Lane e Newt affronteranno alcune difficoltà, la fiducia potrebbe scarseggiare... l'Eruzione potrebbe mettersi fra loro... Come affronteranno le sfide? Rimarranno uniti?
Scopritelo leggendo!
// SEQUEL DI: LOVE LIVE REMEMBER \\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Il tempo passava. Noi continuavamo a camminare sempre dritti. Il panorama era sempre quello: sabbia, sabbia e ancora sabbia. A volte c’era qualche edificio distrutto ma nulla di più.
Dopo ore, fummo raggiunti da un vento fastidiosissimo: dovetti coprirmi il naso e la bocca con un foulard che avevo trovato nel centro commerciale. Gli occhi lacrimavano. Mi avvicinai a Winston per cercare di proteggerlo almeno un po’. – Dobbiamo trovare riparo! – gridò Thomas per farsi sentire.
A pochi passi da noi c’era un ammasso di detriti che erano perfetti. Ci riparammo là sotto sperando che la bufera passasse in fretta.
Winston stava sempre peggio. Mi avvicinai per dargli un po’ di conforto – Hey – gli sorrisi – Vedrai che riusciremo a raggiungere le montagne. Lì troveremo il modo di curarti… - la sua faccia però lasciava pensare tutto il contrario…
Thomas e Teresa si erano allontanati non appena la bufera era scemata. Newt si alzò per vedere cosa stavano facendo – Quanta strada manca? – urlò ai due
-Ci siamo quasi… - rispose il moro. Non lo vidi in faccia ma dal tono non sembrava la verità… sembrava più un tentativo fallito di non farci perdere le speranze…
-Non è molto convincente… - disse Newt avvicinandosi a me. – Vuoi bere? – mi chiese porgendomi una borraccia. Avevo la gola secca a causa di tutta quella sabbia, così la presi mandandogli un bacetto di ringraziamento.
A quel gesto Minho sghignazzò – Lo sapete? Me lo aspettavo che vi sareste messi insieme. Solo… speravo di non beccarvi in doccia assieme – ironizzò. Io diventai rossa per l’imbarazzo. Ancora non riuscivo a pensare a quel fatto senza sentire la voglia di ucciderlo. – Potevi restartene nella tua doccia! – esclamò Newt lanciandogli un pezzettino di calcinaccio addosso – Non te lo abbiamo chiesto noi! –
Smisi di guardare quei due che si punzecchiavano come bambini e tornai a concentrarmi su Winston. Le labbra avevano assunto una colorazione violacea, gli occhi gonfi erano semichiusi e il respiro era sempre più affannato e difficile…
Gli passai una mano sulla fronte per sentire se scottava. Il gesto lo spaventò facendolo sobbalzare – Scusa – sussurrai- lui però aveva lo sguardo perso.
Mi voltai un solo dannato secondo, per guardare Newt, e Winston mi afferrò la pistola che ancora tenevo dietro alla schiena. Lo percepii subito, mi rigirai per fermarlo – Che fai? – quasi urlai gettandomi sull’arma. Partì un colpo che, fortunatamente mi mancò.
-Winston! – Newt corse per cercare di fermarlo. Io buttai via la pistola atterrandolo con tutte le mie forze – Lasciami! – urlò sul mio viso il ragazzo. Mi strinse le mani sulle spalle cercando di allontanarmi. Era talmente forte che mi bucò la pelle poco sopra la clavicola, provocandomi un dolore immenso.
Newt mi afferrò e mi tirò via dall’altro. Nel frattempo erano arrivati anche Teresa e Thomas – Che è successo? – chiese quest’ultimo trafelato. Non badai a quello che si stavano dicendo loro, ma mi concentrai su Winston. Si era messo a carponi supplicando di ridargli la pistola. – Per favore… - continuava a ripetere.
-Winston che cos’hai? – Thomas gli andò accanto ma questo vomitò sangue facendo indietreggiare tutti. Io fui l’unica ad andargli vicino – Hey – sussurrai accarezzandogli la schiena con movimenti circolari. Newt provò a fermarmi ma non lo ascoltai. Non mi avrebbe fatto del male. Era solo disperato… - Lane sta lontano – disse il ferito. Si sdraiò di schiena ed alzò la maglietta – Sta crescendo dentro di me… - disse singhiozzando.
La sua pancia era per metà mangiata, tutto il tessuto era rosso e bluastro. All’altezza delle costole si vedeva la carne viva muoversi. Era una cosa disgustosa… Poi mi portai una mano là dove le sue unghie avevano inciso la mia carne e un brivido mi percorse tutta la schiena. Sarebbe successa la stessa cosa a me! Era così che si trasmetteva quel virus… Winston era stato ferito dagli Spaccati ed ora ero io quella ferita.
-Mi dispiace… - sussurrò guardandomi negli occhi. Io gli risposi con un sorriso – Non fa niente, non mi hai ferita – mentii. Preferivo non dirlo per il momento a nessuno. Avrei pensato dopo a cosa fare…
-Non ce la farò mai… - continuò il ferito – Vi prego, non voglio diventare uno di quei mostri… - allungò una mano verso Frypan che teneva la pistola in mano. – Per favore – supplicò ancora.
Rimanemmo immobili. Se fosse stato per me la pistola sarebbe già stata fra le sue mani, ma non spettava a me quella scelta, non lo conoscevo come gli altri. Newt aveva vissuto con lui per anni, così come Minho e Frypan. Loro avevano il diritto di fare come credevano fosse meglio per il loro amico.
Newt prese la pistola dalle mani di Frypan e si avvicinò a Winston. – Aspetta Newt – lo fermò Thomas, ma lui continuò come se non lo avesse sentito. Rimase a guardare l’amico morente, per un attimo temetti che volesse sparargli lui… Poi si inginocchiò e gli appoggiò l’arma sul petto – Grazie… Ora andate via – ordinò debolmente il giovane.
Prima di allontanarsi, Newt gli sussurrò – Addio amico mio -, poi si avvicinò a me con gli occhi lucidi e la tristezza che traspariva. Prese il suo zaino e si allontanò di qualche passo.
Stavo per seguirlo, quando decisi di dire addio anch’io a Winston, non ci conoscevamo molto ma era sempre stato gentile con me e meritava un saluto. Mi inginocchiai e lo abbracciai stando attenta a non fargli del male. Prima che potessi allontanarmi mi bloccò in quella posizione – Lo so che ti ho ferita… mi dispiace infinitamente Lane… - mi appoggiò una mano proprio nel punto in cui c’erano le sue unghiate. Io lo guardai negli occhi – Ti ripeto: non è nulla. A me dispiace per te… - non gli permisi di aggiungere altro, perché mi alzai e raggiunsi Newt che, con la testa bassa, stava camminando a passo lento lungo la duna di sabbia su cui eravamo.
Gli presi la mano e la strinsi, non parlammo. Non c’erano parole giuste per quel destino crudele.
Dopo una ventina di passi, quando tutti ci eravamo allontanati uno sparo riecheggiò nel vento. Ci fermammo per un secondo compiangendo l’ennesimo compagno che non ce l’aveva fatta.
   
 
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