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Autore: tsukuyomi_    25/02/2018    1 recensioni
È invidia quella che ti stringe il cuore? O forse è una completa e opprimente delusione, una costante tristezza, un profondo odio che ti perseguita nel vedere in altri ciò che tu non hai?
{600 parole}.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kushina Uzumaki, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
- Questa storia fa parte della serie 'Se noi siamo la tela, coloriamola di Rosso e Giallo. '
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1.2
Le tue iridi cerulee incontrano le sagome di un'allegra famiglia che si scontrano contro la luce arancione del tramonto di metà estate: un padre, una madre, un figlio. Una famiglia unita, un bambino che ha ricevuto sin dalla nascita l'amore di un nucleo compatto, di un focolare domestico colmo di gentilezza e affetto. 
Tu lo sai, Naruto. Sai che quel bambino ha sempre avuto ciò che tu non hai mai potuto provare sulla tua pelle; lo riesci a capire dai suoi movimenti, dal modo in cui le labbra del piccolo si schiudono sino a formare un largo sorriso tutto denti, e da come richiede costantemente attenzioni ai famigliari più prossimi a lui. 
Quanto ti fa male? 
È invidia quella che ti stringe il cuore? O forse è una completa e opprimente delusione, una costante tristezza, un profondo odio che ti perseguita nel vedere in altri ciò che tu non hai? 
Stringi le mani con forza a pugno; gli occhi che ti pungono in modo ostinato per quanto avresti voglia di metterti a piangere lì, davanti a tutti — continuando imperterrito a far finta di non udire i commenti e non vedere le occhiate di puro odio delle persone che ti circondano. Vorresti urlare, far sapere a tutti che anche tu sei un essere umano; che anche tu, come tutti quanti intorno a te, meriti amore e sentimenti positivi.
L'amore che ti è stato negato sin dal principio, da tutti e tutto. Perché sai di non meritarti affatto quell'odio che ricevi giornalmente, senza alcun apparente motivo, alcuna causa che spieghi tutti quei comportamenti così spregevoli — anche perché se ce ne fosse davvero uno, tu non ne sei a conoscenza.
Ti volti di scatto nell'intento di distanziarti da quel sereno quadretto che non fa altro che logorarti da dentro — che ti fa solo crescere un odio senza precedenti in grado di bruciarti ogni lembo di pelle — deciso a ritornare nell'unico luogo in cui puoi mostrarti debole: la tua casa.  

 

 •

 
Dattebane!
« Dattebane... ? ».
Le tue palpebre si spalancato di colpo, mentre lentamente le tue braccia si abbassano sino a raggiungere i fianchi. Il tuo corpo si riempie di spasmi ininterrotti; conosci già molto bene cosa li sta procurando. Quante volte quando eri un bambino non hai sentito i tuoi arti sussultare — di percepire ciò che anticipava delle lacrime? 
I bulbi oculari ti pungono ancora con l'irruenza di mille aghi, come quando osservavi le famiglie del villaggio o quando ti capitava di immaginare i motivi per cui tu non avevi dei genitori al tuo fianco pronti a confortarti nel momento del bisogno. 

Erano degli shinobi, ti ripetevi ogni volta sull'orlo delle lacrime, per questo non ci sono.

« Sì, io sono tua... ».
Non le dai neanche il tempo di completare la frase che le sei già addosso. Porti le mani e le braccia dietro alla sua schiena, al di sopra dei suoi soffici e vellutati capelli cremisi, stringendola a te con dolcezza e — al tempo stesso — forza, mentre appoggi la guancia tra l'incavo del collo e la sua spalla; senti il desiderio che nasce dentro il tuo petto di bearti sino all'ultimo momento della vicinanza con la donna che ti aveva messo al mondo, con quella persona che avevi sempre desiderato stringere nel momento in cui ti facevi stupidamente del male, quando ti svegliavi dopo un brutto sogno oppure quando ne sentivi semplicemente il bisogno. 

« Ho sempre, sempre... sempre voluto incontrarti... mamma. » Affermi fra i singhiozzi, le gote imperlate da due scie di brillanti e bollenti lacrime perlacee. 

















**************

Non è una MinaKushi, lo so, lo so... ma non ho potuto proprio resistere. Questo è un momento che mi sentivo particolarmente di inserire all'interno di questa serie dedicata alla coppia... in fin dei conti lui è il loro unico figlio quindi ci doveva essere per forza. (?)
Lo ammetto: non ho potuto che scrogiolarmi nel dispiacere mentre scrivevo questa piccola storia: ricordarmi il momento della morte di questi due, del dolore provato da Naruto per gran parte della sua vita e chi più ne ha più ne metta. 
La prima parte è frutto di una mia invezione che, sicuramente, si va a collocare nella parte non raccontata dell'anime/manga. Si può quindi perfettamente immaginare che, una scena come questa, ci sia stata più di una singola volta nella vita dell'Uzumaki. 

La seconda, ovviamente, è quella in cui Naruto lotta contro Kurama per prendergli il chakra, controllare il cercoterio dove, come sapete, verrà aiutato dalla madre. 
Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, e sorvolando l'ora vi ringrazio per essere giunti sino alle note d'autrice. Un grande bacio,

Misaki.


 
 
   
 
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