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Autore: Classicboy    25/02/2018    0 recensioni
[Be more chill]
Una Swap AU, cioè una storia in cui i ruoli dei personaggi sono invertiti.
La mia visione di come sarebbero le cose durante la canzone Two players game, in cui assistiamo alla discussione tra i due milgiori amici nerd Jake e Rich. Aspetta, cosa?
Quarto capitolo di una serie.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Be more swap'
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Autore: Classicboy

Titolo storia: Two player game- swap versione

Rating: Verde

Genere: Commedia, Generale, Slice of life

Personaggi: Swapped!Jake Dillinger, Swapped!Rich Goranski, Swapped!Mister Heere (Mister Dillinger)

Note: Swap!AU, OOC

Note autore: allora, eccomi qui col terzo capitolo della serie. Mi sono divertito a scrivere questa parte e devo avvisarvi che l'ho decisamente modificata rispetto alla canzone. Alcune note a riguardo: “two player game” è quasi un gergo del mondo dei videogiochi che indica quei videogame con 2 giocatori e in italiano è più o meno intraducibile, per questo nel corso della storia l'ho cambiato con il modo di dire “a questo gioco si gioca in due”; nella canzone originale viene indicato il celebre tatuaggio a forma di pack man di Michael, ebbene sappiate che l'ho modificato, quello tatuato è Rich e ha come immagine una navicella del vecchio videogioco “Defenders”, quindi comunque un videogioco retrò; nel corso della storia compare il padre di Jake nel ruolo di Mr. Heere, sappiate che volutamente non gli ho dato un aspetto preciso, lascio che siate voi a immaginarvelo come meglio volete.

Bene, detto questo spero che apprezzerete, a me piace come è venuto fuori, aspetto i vostri pareri gente, bye!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TWO PLAYER GAME - SWAP VERSION

 

Jake era fermo in camera sua seduto sul suo letto, il computer aperto sulle gambe.

Il ragazzo chinò la testa e aguzzò la vista, per poi sospirare e chiudere lo schermo, spostando il dispositivo accanto a sé.

No, per quanto ne cercasse notizie non riusciva a trovare da nessuna parte informazioni su di un fatidico “Squip”. E pensare che era anche andato in biblioteca per vedere se trovava da qualche parte dei vecchi giornali o delle riviste scientifiche che ne parlavano, ma niente!

Per quanto ne sapeva lo Squip poteva essere una trovata di Jeremy per fregargli 600 dollari, forse era meglio se non ci pensava più...

Eppure qualcosa dentro di lui, una vocina dentro la sua testa molto simile a quella del bullo continuava a dirgli di pagare e ottenere quella fatidica droga miracolosa.

Jake scosse la testa. No, così facendo non sarebbe andato né avanti né indietro!

Aveva bisogno di un parere esterno!

E per fortuna sapeva che di lì a poco sarebbero arrivati i suoi rinforzi.

Guardò un attimo l'orologio digitale: se i suoi calcoli erano esatti proprio in quel momento...

Il silenzio della casa fu interrotto dal rumore del campanello. Sentì suo padre che andava ad aprire, e fra sé e sé pregò che avesse addosso dei pantaloni, per poi sentire il rumore di una discussione seguita da qualcuno che correva su per le scale.

La porta venne aperta di scatto rivelando sull'uscio Rich che lo guardava con un sorriso da folle mentre tra le braccia reggeva almeno quattro confezioni di patatine e schifezze varie.

“L'Apocalisse dei dannati!” urlò felice il biondo.

Jake si aprì in un sorriso identico prima di scattare in piedi e urlare a sua volta: “Livello nove!”

“Il Caffetorium!” finirono assieme.
A quel punto si buttarono a sedere su delle poltrone a fagiolo sistemate in mezzo alla stanza afferrando un controller a testa e fissando gli occhi sullo schermo del televisore in camera di Jake, che riportava l'immagine di quella che pareva una caffetteria in un ambiente post apocalittico con tanto di zombie. Il bruno fece partire il loro videogioco preferito e subito vennero assorbiti dall'azione.

“Ho trovato il cattivo!” urlò Rich mentre sparava ad un non morto appena spuntato sul lato destro del suo schermo.

“Andiamo avanti, ti copro io, bro!” rispose Jake mentre eliminava con una bomba a mano un altro manipolo di zombie.

“Oh cavolo, un assalto a sorpresa!”

“Resisti, Rich, ci penso io!”
“Grazie bello!”
“Di nulla. Oh no, ho finito le cartucce!”
“Ricarica, ti copro le spalle nel frattempo!”
“Sei il migliore!”
“Ci aiutiamo a vicenda, no? In fondo, per quanto questo mondo sia un disastrato...”

I due si guardarono negli occhi per un attimo, prima di esclamare assieme con un largo sorriso: “A questo gioco si gioca in due!” per poi scoppiare a ridere.

I ragazzi passarono così il successivo quarto d'ora, dandosi indicazioni, urlando improperi quando uno zombie gli uccideva o ci andava vicino, correndo in soccorso l'uno dell'altro e ridendo a crepapelle.

Alla fine, dopo essere stato eliminato, Jake si passò la lingua sulle labbra prima di iniziare titubante: “Sai oggi dopo le prove mi è successa una cosa davvero strana mentre ero in bagno...”

“Qualcuno ti ha di nuovo fatto delle proposte sconce?” chiese l'amico mentre spappolava l'ennesima creatura digitale, prima di prorompere in un “sì cazzo!” accompagnato da un gesto del braccio.

“Ehm, ecco...”
“Perché lo sai bene bro, tu me lo dici e ci penso io. Avanti, Jakey D, dimmi chi devo pestare questa volta! Si tratta di Dustin Kropp? Scommetto che è Kropp! Quel ragazzo non mi è mai piaciuto, con quel viso da schiaffi che si ritrova...”
“No, Rich, nessuno ha fatto nulla del genere. Ho avuto però un incontro particolare”
“Con chi?” chiese sovrapensiero il ragazzo mentre cercava di concentrarsi sul gioco.

“Jeremy Heere”
“Cioè ti ha di nuovo ficcato la testa nel cesso?”
“No, non ha fatto nulla del genere, anzi si è comportato in maniera quasi... amichevole”
A sentire quelle parole il biondo fece cadere il joystick per la sorpresa, e subito il suo avatar venne divorato da una torma di zombie, mentre sullo schermo compariva in rosso la scritta “Game Over”.

Rich si voltò a fissare l'amico con gli occhi sgranati: “Amichevole? Heere? Lo stesso che da due anni a questa parte ci getta nell'armadietto, ci ruba il pranzo e ci ficca la testa nel cesso? Lo stesso Heere che solo stamattina ci ha scritto sugli zaini “homo” per sfotterci ancora di più rispetto a quanto già lo faccia? Lo stesso che ti ha urlato “gay!” quando sei andato a firmare per entrare nel corso di teatro? Quel Jeremy Heere? Amichevole?”

Jake si grattò la testa, mentre le guance si imporporavano per il ricordo della mattinata appena passata: “Sì, quel Jeremy Heere. Vedi il fatto è che...” e prese a raccontare dell'incontro e della proposta del castano.

Ad un certo punto Rich riprese il controller in mano e riavviò la partita. Jake sapeva che lo faceva per concentrarsi meglio e ragionare a fondo sulle informazioni che gli stava dando.

Finito il racconto Jake lo guardò pieno di aspettativa: “Allora, che ne pensi?”

“Ti sta truffando, bello, ed anche in maniera plateale. Anche se devo dire che come truffa è bella strana”
“Sì, ma... pensa se così non fosse! - e gli abbassò il controller facendolo di nuovo perdere e riguadagnando la sua più completa attenzione - Potrebbe essere l'affare del secolo! In fondo tutto ciò che devo fare è solo dare al ragazzo che mi tormenta e... mi bullizza... da due anni... sei... cento... dollari... - Jake sospirò affranto – Mi sta decisamente truffando, vero?”

Rich si limitò ad annuire con un'aria della serie “e io che ti ho detto?”.

A quel punto il castano riprese il suo joystick e riavviò la partita, uccidendo gli zombie con ancora più foga e rabbia di prima, mentre sibilava tra i denti: “È ufficiale: sono destinato a rimanere un perdente fino alla fine dei tempi. Anzi no, anche oltre”

Il biondo sgranò gli occhi prima di esclamare: “Ma che stai dicendo, Jakey D?!”

A quel punto lo prese con un braccio per le spalle ed esclamò: “Tu, bello mio, sei più figo di una cassetta retrò, semplicemente quegli altri idioti non lo hanno ancora capito. Sarai anche una nullità nello schema sociale scolastico, ma in fondo non è un problema, no? Perché io e te, noi due assieme, noi siamo un team! Siamo come dei videogiochi fuori produzione, degli skate retrò. In fondo anche il mio tatuaggio della navicella di “Defenders” non è apprezzato da quegli stupidi, ma ti sembro preoccupato, Jakey D? No! È sai perché? Perché so che presto lo faranno!”
“Che intendi dire?” mormorò confuso il ragazzo mentre cercava di liberarsi dalla stretta di ferro dell'amico.

Rich rispose con un sorriso, prima di alzarsi in piedi ed indicarlo, esclamando a pieni polmoni: “Perché io e te, amico, saremo fighi al college! Lo so, i tipi come noi spaccano lì, dai retta a me bro. Certo, le superiori sono un inferno, ma noi ce la stiamo cavando bene, e sai perché?”
Il castano si limitò a scuotere la testa confuso.

Il sorriso di Rich si allargò ancora di più prima di lanciargli la console mentre mostrava la sua ed esclamava fiero: “Perché stiamo giocando in due a questo gioco!”

Jake lo fissò sorpreso, prima di aprirsi in un timido sorriso: “In fondo, come giocatori abbiamo affrontato insieme per anni sia i nostri compagni popolari sia gli zombie dei videogame. È solo che... in questo momento mi sento bloccato in un livello che, per quanto impegno ci metta, proprio non riesco a superare...” concluse sconsolato.

Rich si buttò a sedere affianco all'amico, prima di dargli un pugno amichevole sulla spalla ed esclamare: “Aspetta due anni e vedrai, perché noi due saremo...”

“Fighi al college. Lo so Rich, ho capito, però non siamo ancora al college!”
Il biondo liquido l'opposizione con un gesto della mano: “È la stessa cosa, bello. Quello che sto cercando di farti capire è che per quanto la scuola sia terribile noi due ci guarderemo sempre le spalle a vicenda - alzò la mano - Perché...”
Jake la guardò sorpreso, prima di sorridere e afferrarla con decisione, mentre assieme esclamavano: “A questo gioco si gioca in due!”
A quel punto ripresero la partita, tornando ad urlare uno sopra l'altro avvertimenti e simili.

Ad un certo punto si sentì qualcuno che bussava alla porta ed una voce che domandava: “Ragazzo?”
Ma i due amici erano talmente presi dal gioco che neanche lo sentirono mentre esclamavano: “ZOMBIE!”

“Figliolo?”

“SANGUE!”

“Ehi?”

“ARTIGLI!”

“JAKE!”

In quel momento finalmente gli amici sentirono e con un sospiro infastidito misero in pausa.

Jake si voltò verso l'uscio e subito si coprì gli occhi mentre esclamava: “Per l'amor del cielo, papà! I pantaloni!”
L'uomo assunse un'aria sorpresa e assieme colma di aspettative: “Perché? C'è anche una ragazza con te?”
Tuttavia non appena vide il biondo assunse un'espressione quasi delusa mentre mormorava: “Ah no, è soltanto Rich”

Il ragazzo non sembrò prendere a male le parole dell'adulto mentre alzava una mano e salutava educatamente: “Salve, mister Dillinger”

“Stavo per ordinare una pizza, c'è per caso qualcosa che voi ragazzi...”
“Ti sei almeno vestito oggi?” lo interruppe Jake alzandosi con un tono scocciato della voce.

Il padre lo guardo sorpreso per un attimo, prima di portarsi imbarazzato una mano dietro la testa e mormorare: “Ehm, non avevano bisogno di me in ufficio oggi e quindi... ho lavorato a casa”
Jake si trattenne a stento dal sospirare dall'esasperazione, mentre mormorava supplichevole: “Sì, ma molte persone a casa indossano i pantaloni, 'pà”

“Ed è per questo che molte persone... non sono il tuo vecchio” tentò di scherzare l'uomo con un lieve sorriso. Vedendo tuttavia che il figlio continuava a fissarlo con aria assieme seccata e imbarazzata si affretto a richiudere la porta mentre mormorava un “è stata una bella chiacchierata”.

Quando lo ebbe sentito scendere dalle scale il castano si buttò sulla poltrona a fagiolo e prese in mano il controller con un'espressione quasi arrabbiata sul viso.

Rich si mosse a disagio sul suo posto, prima di schiarirsi la gola e chiedere con tono casuale: “Allora... come se la sta cavando?”

“Lo hai visto, no?” rispose con un grugnito e un espressione torva l'amico.

Il biondo sospirò: “Avete avuto sue notizie?”

“No, e in fondo chi se ne importa? - esclamò il castano con tono scocciato scagliando per terra il joystick in un motto di rabbia - Io sono pur andato avanti, no? E anche mamma lo ha fatto, perché lui non può fare lo stesso, mi chiedo io?!”

“Ehi, amico...” lo ammonì a mezza voce Rich.

“Io non voglio che quello sia il mio futuro, Rich! - esclamò Jake voltandosi a guardarlo, una nuova decisione che gli brillava negli occhi - Jeremy ha detto di avere un contratto al Payless, quindi perché non ci andiamo noi? Giusto... giusto per controllare che sia vero o meno!”
Il più basso si mosse a disagio di fronte al sorriso dell'amico, per poi sospirare di nuovo e guardarlo serio: “E dopo?”
“Come, scusa?”
“Intendo dire: e dopo? Che farai? Se fosse vero, cosa succederà? Diventerai troppo figo per... per i videogiochi?” e raccolse la console scagliata prima, per poi guardarla con una sorta di tristezza interiore.

Jake lo osservò confuso, prima di capire: Rich aveva paura che una volta diventato popolare Jake si dimenticasse di lui!
Quel “troppo figo per i videogiochi” voleva dire “troppo figo per uscire ancora con me”.

Jake sorrise di fronte alla preoccupazione dell'amico, prima di scompigliargli i capelli in un gesto amorevole e prendere la console, esclamando deciso: “Certo che no! Rich, lo sai bene, tu sei la mia persona speciale, non ti sostituirei mai! Però... però questo non significa che non possa sognare, giusto?”
Rich teneva lo sguardo basso: “È la verità? Sono la tua... persona speciale?”

Pronunciò l'ultima frase con un sorriso strafottente e un sopracciglio alzato.

Percependo il tono di presa in giro Jake lo spinse amichevolmente facendo una linguaccia mentre l'altro ridacchiava.

“E smettila, stronzo, sto cercando di essere serio, qui. Ma sì: noi non due non smetteremo mai e poi mai di essere un team, questo non succederà, te lo assicuro! La scuola per adesso fa schifo, ma assieme la conquisteremo. In fondo dobbiamo solo fare quello che facciamo sempre, e cioè...”
“Dobbiamo giocare questo gioco in due!” conclusero assieme i ragazzi dandosi il cinque, prima di scoppiare a ridere.

   
 
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