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Autore: FriNet    25/02/2018    1 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Fri: Mi scuso anch'io per tutti i ritardi, perdonateci ç.ç .




Il sole quella mattina, alzandosi nel cielo, non ebbe pietà per una giovane ragazza che dormiva, pacificamente, nel proprio letto della nona casa dello zodiaco, colpendola direttamente sul viso.
Ma ella si svegliò con il sorriso sulla faccia lo stesso, non perché finalmente era riuscita nel suo intento, anzi figuriamoci se lo adempiva nel tempio del fratello maggiore della sua ‘preda’, piuttosto perché aveva trovato un gioco da regalare a Kiki, ergo Shion non l’avrebbe più incastrata a fare la segretaria visto che il nipotino ero bello che occupato.
Sospirò felice, Agape, accoccolandosi meglio tra le lenzuola ancora calde che l’avevano cullata nel sonno, quel giorno era il grande giorno, se lo sentiva. Sarebbe diventata una donna nel vero senso del termine, con un ragazzo molto bello, molto muscoloso, molto attraente e anche molto gentile, non poteva chiedere di meglio, assolutamente.
Sorrise ancora, abbracciando il cuscino.
Poi un suono interruppe il suo sogno ad occhi aperti.
Scosse la testa, magari era ancora leggermente nel mondo dei sogni, impossibile sentire un suono del genere proprio in quel tempio…peccato che lo risentì.
Ancora.
E ancora.
Scattò immediatamente seduta a sedere, il cuscino ancora abbracciato a lei.
Quello che stava sentendo…era proprio vero! Si alzò velocemente e si acquattò pure vicino al muro per averne certezza. Si mise quasi ad urlare quando ebbe un’altra certezza.
Altro che grande giorno, doveva assolutamente uscire da quella casa! Immediatamente!

“Quindi…sei qui per cosa?”
Chiese Milo, alzando un sopracciglio.
Camus, di fianco a lui con un waffles appena scaldato nel forno in mano, osservò la ‘mise’ della ragazza: una maglietta enorme. Basta, solo quella. Ah, se non si contava il cuscino.
“Asilo politico”
Rispose la bionda.
“Vestita così? Credevo che Milo avesse pagato anche te per fargli compagnia”
Mormorò il francese, addentando la sua colazione.
Mugugnando di disapprovazione quando lo sentì ancora mezzo crudo.
“Non sono così disperato!”
Urlò lo scorpione.
“Possiamo parlarne”
Rispose l’amico.
“Non sono IO così disperata, preferisco decisamente Aio-…”
Agape si bloccò un attimo.
Lei voleva chiedere ospitalità per poi mandare Milo a chiamare Hilda alla terza, ma pensandoci ben bene…poteva approfittare un po’ della cosa.
Sorrise maliziosa.
“Ripensandoci, potreste prestarmi delle ciabatte e un mantello? Sapete non me la sento di entrare così nel tempio del santo padre Shaka”
“Shaka santo pa-“
“Non fare domande e dalle quello che ha chiesto”
Borbottò, saggiamente, Camus interrompendo l’altro, tornandosene poi in cucina per riaccendere il forno.

“Spiegami perché devo fare colazione qui!”
Urlò Kanon, legato al letto.
“Semplice, Hilda non vuole vederti, Aphrodite neanche, e io non voglio perdere il pesci e i fiori che quei due mi portano, e siccome io sono il padrone di casa si fa come dico io”
Spiegò, con estrema calma, Saga, mollando la colazione del fratello sul letto.
“Ma almeno slegami!”
“No”
“Perché?”
Chiese Kanon, ringhiando.
“Perché qualche soddisfazione me la devo prendere anch’io, non credi?”
Domandò Saga a sua volta, incrociando le braccia al petto.
Hilda, seduta comodamente in cucina, se la rideva, neanche tanto sotto i baffi, mentre mangiava un pezzo di crostata appena sfornata.
“Un punto per te, mia cara”
Rise con lei, Aphrodite, bevendo con calma il suo thè, ovviamente alle rose.

Anche per il leone dorato giunse infine il risveglio.
Sbadigliò, grattandosi leggermente la pancia scoperta.
Iniziava a sentirsi osservato, però.
Girò un attimo la testa e trovò Agape che gli sorrideva, tutta tranquilla mentre iniziava pure a toccargli la guancia con un dito.

L’urlo del micio dorato, lo sentirono tutti i proprietari delle dodici case, compreso Shion che era al tredicesimo.

“Ma che avrà da urlare di prima mattina?”
Chiese Saga, mescolando la pastella per i pasticcini da portare al gran sacerdote.
“Magari Agape gli ha fatto un attentato”
Mormorò Hilda, seduta composta mentre Dite, dietro di lei, le acconciava i capelli per la giornata e aspettava di poter assaggiare uno di quei pasticcini.
I tre si guardarono, poi scoppiarono a ridere.

Peccato che Aiolia non stesse assolutamente ridendo.
Ora seduto pure lui nella sua cucina, con Agape seduta davanti a lui sempre avvolta nella sua magliettona che lasciava poco all’immaginazione del ragazzo.
Come se quella notte non si fosse già sfogato abbastanza dannazione a lei!
“Ricapitoliamo, cosa ci fai qui? Dov’è Aiolos?”
“In questo momento nella sua stanza…”
“A fare co-“
“A fare ginnastica, molto probabilmente con Seika se il mio udito non mi ha ingannata, e credimi, ho ascoltato attentamente”
Rispose Agape, seriamente, fin troppo seriamente per i gusti de leone.
“Comunque non hai risposto al perché tu ti trovi qui, da me, piuttosto che da Hilda”
Riprese Aiolia.
Agape sorrise maliziosamente e gli accarezzò il piede con il suo.
Il castano scattò in piedi.
“Vado a chiamartela! Immediatamente, ti serve Hilda si, ti serve assolutamente Hilda!”
E andò per la sua strada, dimentico d’indossare i suoi famosi boxer con sopra i gattini.
La bionda sbuffò, grande giorno una cippola.

“Quindi stavi davvero facendo un attentato!”
Urlò Hilda, seduta con Agape sul divano della quinta, come se fosse casa loro.
“Cos’avrei dovuto fare? Era già quella la mia intenzione, Aiolos mi ha dato perfino un input per andarmene da casa!”
Rispose l’altra, con un broncio bell’in vista sul viso, mentre tendeva l’orecchio aspettando che il gold finisse di fare la doccia.
La rossa però aveva una domanda precisa in testa.
“Ma Aiolos fa davvero…sesso? Sembrava così…così…”
“Sempliciotto?”
Chiese Agape per darle una mano.
“Rimbambito”
Corresse Hilda.
“Insomma mi fa strano venire a sapere che lui lo fa mentre Saga che, senza offesa, è più…macho ecco, si sfoga facendo da mangiare”
“In effetti, fa strano”
Le diede ragione la bionda, dopo averci pensato su anche lei.
Si misero quindi a farsi domande a vicenda sul perché gemini non avesse una ragazza, un ragazzo o qualsiasi altro genere lo attragga.
Che fosse assessuato? Impossibile. Che sia innamorato senza speranza? Possibile. Che si fosse sfogato con orge mentre era gran sacerdote? Assolutamente.
Allora perché non continuare?
“Forse perché ci sono io in casa…”
Ponderò Hilda.
“A proposito non mi hai detto com’è andato l’appuntamento ieri”
Chiese Agape.
Quando sentì il cosmo dell’amica alzarsi, la bionda decise che fosse concentrarsi solamente sul quando Aiolia avrebbe finito la doccia.
E in quel momento si fece trovare assolutamente pronta.
“Ciao micione”
Mormorò la bionda, in tono suadente, dando una zampata all’aria mentre aveva assunto una posa tutta sexy per lui.
Aiolia dovette tornare a farse una seconda doccia.
Hilda intanto, nascosta dietro un mobile, se la rideva bellatamente.

Quando Aiolia decise di uscire dalla sua seconda doccia del giorno, ed era sicuro che non sarebbero finite lì, la saintia del pavone già lasciato le tende, per favorire le azioni della sua cara amica che, in quel momento era sdraiata in modo scomposto sul divano, con le braccia alzate nell’intento di stiracchiarle, lasciando intravedere così da sotto le mutandine azzurrine con pizzo.
Il leone si coprì gli occhi con una mano, sospirando.
Doveva pensare ad Athena e alla sua castità, verginità…Agape era verg-.
“Così non va!”
E se ne tornò nuovamente in bagno, facendo scappare un risolino alla gufettina.

Hilda intanto era tornata al terzo tempio, con Agape in missione micione non aveva molto da fare, quindi si mise a sedere a tavola, osservando come, abilmente, Saga stesse già preparando il sugo per il pranzo di quel giorno.
“Ci vuole tanto tempo per farlo?”
Domandò curiosa.
Non aveva mai visto le sue suore dell’orfanotrofio cucinare, e la mensa delle saintia…diciamo che lei e Agape alcuni giorni avevano preferito digiunare.
“Se vuoi farlo buono si, vuoi imparare anche questo da quel gran maestro che è il sottoscritto?”
“Uhm…no grazie, ho di meglio da fare”
Mormorò la rossa, arricciandosi una ciocca di capelli attorno al dito e guardandola attenta.
“Tipo andare a slegare il mio amato fratellino?”
Chiese Saga, voltandosi verso di lei con il mestolo sporco di sugo con in mano, con il quale indicava la stanza dove Kanon era ancora legato e imbavagliato.
Perché si, Saga aveva bisogno di concentrazione mentre cucinava e le urla di Kanon non avrebbero aiutato affatto.
Hilda si alzò immediatamente in piedi per andare ad abbracciare il braccio libero di gemini.
“Mio caro maestro! Insegnami anche questa arte culinaria come solo tu sai fare, ti prego, sono ignorante e ho bisogno del tuo aiuto!”
“Continua, mi piacciono le lodi”
Disse Saga, incitandola, tornando al suo sugo.
E Hilda continuò, tutto pur di non ritrovarsi davanti quell’altro.
Tale citato, comunque, si era ormai addormentato nella camera da letto, troppo stanco dopo tutto lo scalciare che non era servito a liberarlo.
Che poi, i due, avessero la stessa faccia, per la saintia del pavone erano solo dettagli.

“Ripetimi perché tu, nuova saintia eletta da poche settimane, ti fai portare sulle spalle da me, gold stimato, fino alla nona dove abita mio fratello maggiore, nonché tuo maestro”
Borbottò Aiolia, Agape sulle spalle che quasi faceva le fusa.
“Perché sono una ragazza e sono delicata, e poi non vuoi che Los si arrabbi con te perché la sua preziosa allieva si è fatta male no?”
Mormorò suadente la bionda, avvicinandosi all’orecchio del ragazzo per soffiarci dentro queste parole.
Lia avvampò all’istante, sentendo che anche il micino sotto i pantaloni stava rispondendo a quella chiamata, ma scosse la testa, non avrebbe fatto una quarta doccia quel giorno! Ne andava del suo onore!...Onore che tra un po’ andava a fare visita a Hades in persona negli Inferi, quando sentì la ragazza premere di più il seno contro la sua schiena.
…Non sarebbe arrivato vivo a fine giornata.
Ma continuò la sua scalata, fino a raggiungere la casa del fratello, dove aveva tutta l’intenzione di scaricare il dolce ed eccitante peso che portava sulle spalle così da potersi finalmente sfogare con il mic-COSì da poter andare all’arena ad allenarsi, si, stava pensando solo a quello.
Purtroppo non poté mantenere quel proposito e il motivo è molto semplice: appena entrarono nel tempio, le loro orecchie furono investite dai gemiti che alcune ore  prima avevano costretto Agape a emigrare alla quinta.
“Perché non prendiamo il loro esempio e andiamo a rilassarci alla quinta?”
Chiese ancora, con voce vellutata la bionda, passando le mani aperte sui muscoli del petto del leone dorato.
Aiolia, in risposta…la fece cadere, ma non per terra, no, era troppo galantuomo.
Senza farsi vedere, attivò il congegno che apriva la botola che faceva arrivare al sotterraneo della nona e ci lasciò cadere dentro la ragazza.
Insomma, era tempo che anche lei si facesse una doccia fredda per calmare i suoi bollenti spiriti!

Dopo un paio di ore, Agape si trovava alla terza, seduta a tavola, capelli bagnati fradici ed espressione imbronciata sul volto.
“Suppongo che il leone si sia dato alla ritirata”
Le pattò la testa, Hilda.
“Altro che ritirata, è scappato letteralmente con la coda tra le gambe ed io sono dovuta risalire dalla buca da sola”
Borbottò la bionda, guardandosi le povere unghie ridotte a qualcosa di osceno.
Come facevano Marin e Shaina ad averle sempre perfette e limate, davvero non riusciva a spiegarselo.
La rossa le passò una limetta, grazie ad Aphrodite ormai ne aveva fatto una scorta di prodotti del genere.
“Credo che tu abbia perso la tua occasione d’oro”
Le disse poi Hilda.
Insomma Agape era da un po’ che ci stava provando, e Aiolia ancora non aveva ceduto, vuoi perché era un bravo ragazzo o vuoi per l’onore, non era ancora andato a letto con la bionda, nonostante essa si proponesse disponibile.
“Oh, vedrai cara Hilda, ho ancora tutto il pomeriggio davanti grazie ad Aiolos e Seika, questa volta cederà!”
Urlò Agape dando un pugno sul tavolo.
“Tutto…il pomeriggio?”
Ma che razza di resistenza aveva, Aiolos, a letto? Si chiese Hilda, mentre Saga urlava ad Agape di non prendersela con il suo povero tavolo.
“Ora, Agape, ascolta bene. Sarai la prima in assoluto che mangerà qualcosa preparato da Hilda, la quale ha avuto il grande onore di essere addestrata da me pure in questo”
Esclamò Saga, entrando orgoglioso con in mano la padella con i bucatini all’amatriciana, preparati appunto dalla rossa.
“Oh! Non vedo l’ora!”
Batté le mani la bionda.
Così il gold le servì una bella porzione, Agape assaggiò…e corso a bere tutto il cartone di latte che gemini aveva nel frigorifero.
Saga guardò il piatto. Poi Hilda.
“Per curiosità…quanto peperoncino ci hai messo?”
“Lo stretto indispensabile per sentire le urla di tuo fratello”
Confessò la rossa, senza tanti giri di parole.
Saga guardò Hilda, poi di nuovo il piatto.
E lo andò a portare a Kanon.

Poco più tardi, dopo aver bevuto almeno un litro di latte per calmare il bruciore del peperoncino, Agape era di nuovo pronta alla battaglia.
Si fece consigliare da Hilda e Aphrodite e mise la sua biancheria più sexy, con sopra una camicia da notte che faceva vedere praticamente tutto da quanto era trasparente, e si coprì con una vestaglia, color rosso passione, che fish le regalò, per finire il tutto.
Con il sostegno dell’amica e del gold, che era contento di poter quasi vantare due bambole viventi che mostravano i suoi capolavori di trucco, parrucco e moda, Agape scese le scale che l’avrebbero portata dritta dritta alla quinta.
Ovviamente alla nona fece il giro lungo. Non voleva sentire di nuovo Los e Seika mentre si davano alla pazza gioia.
Ovviamente fece il giro lungo anche alla sesta. Non voleva mostrarsi in quel modo a padre Shaka, appena ritornato dall’India.
Così arrivò alla quinta, pronta, bellissima, sexy come non mai per la sua preda, il suo micione che, questa volta, non avrebbe potuto resistere a quello spettacolo mozzafiato.
Si tolse la vestaglia nel corridoio principale e poi si diresse negli appartamenti privati, arrivando alla camera si sdraiò in posa sensuale e aspettò il ritorno del suo micio.
Aspettò.
…Aspettò.
… … Aspettò.
Dopo che furono passate ben due ore si alzò furibonda dal letto e andò a perlustrare l’appartamento.
“Dove diavolo si è cacciato?!”
Si azzardò a controllare perfino nella stanza dei gomitoli ma di Aiolia nessuna traccia.
Dopo dieci minuti di perlustramento, alla fine notò il biglietto appeso al frigorifero.

-Per Agape.
Se mai venissi alla quinta, sono andato ad allenarmi con Shura per il resto della giornata-

“Dannato leone codardo!”
Urlò la bionda, portandosi le mani tra i capelli, maledicendo Shura e Aiolos.
Si pure Los, perché lui si stava dando alla pazza gioia mentre lei no.

Aiolia rientrò a notte ormai inoltrata, speranzoso che la santia fosse ormai tornata al nono tempio da un pezzo. Invece se la ritrovò nel letto addormentata. Con una camicia da notte trasparente che faceva vedere tutto.
Ma, stranamente, Lia non si fece prendere da quel dettaglio, anzi si concentrò più sul fatto che Agape fosse rimasta ad aspettarlo per tutto il giorno e il cuore gli si riscaldò per un attimo.
Le accarezzò la fronte e le diede un leggero bacio sulle labbra, sdraiandosi poi accanto a lei.
Solo dormire poteva concederselo.

Chi non dormì fu Kanon, ancora incatenato, che urlava che stava meglio quando era rinchiuso a Capo Sunion.
Saga e Hilda, al contrario, dormirono come due angioletti, grazie ai tappi che il primo era andato a comprare quel pomeriggio.

   
 
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