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Autore: katyjolinar    25/02/2018    3 recensioni
Liberamente ispirata all'anime Sword Art Online.
In un futuro non troppo lontano un gruppo di persone da tutto il mondo ha la possibilità di vivere un'avventura fantastica come vichinghi in un mondo in cui esistono i draghi, grazie alla Realtà Virtuale
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era pomeriggio inoltrato quando arrivarono al villaggio.
Durante il tragitto non avevano detto una parola, poichè entrambi erano ancora sotto shock per l'incontro ravvicinato appena avuto, e appena arrivarono alla piazza centrale si diressero spediti alle scale che portavano alla Sala Grande, dove avrebbero potuto discutere con tranquillità dell'accaduto, poichè a quell'ora non ci sarebbe stato nessuno lì dentro.
Appena la porta fu chiusa alle loro spalle, Astrid tirò un forte pugno allo stomaco di Hiccup, ringhiando rabbiosa.
"Questo è per lo spavento che mi hai fatto prendere!" esclamò, tirando poi altri pugni a raffica "E questi perchè ci hai quasi fatti uccidere!"
"Ehi! Calma! Siamo vivi, no?" cercò di calmarla il castano, parando i colpi.
"Sì, per miraccolo! Quell'Incubo Orrendo poteva farci arrosto!" continuò lei, tirando ancora un altro pugno, che il giovane schivò, afferrandole il polso e guardandola in volto, serio.
"Astrid, calma." ripetè, a bassa voce "Hai ragione, ce la siamo vista brutta, ma siamo vivi, non abbiamo perso punti vita..."
"Parla per te..." borbottò la bionda, distogliendo lo sguardo.
Il ragazzo sembrò preoccupato e, con delicatezza, le fece aprire la mano, poggiò il proprio palmo su quello di lei e chiuse le dita, inducendola a fare lo stesso.
La giovane si stupì di quello che accadde: nel suo campo visivo, nella zona dove poteva controllare i propri parametri di gioco, appena sotto la barra della vita ne comparve un'altra, affiancata dal nikname dell'amico, completata da tutti gli altri parametri corrispondenti a lui.
Hiccup sembro controllare nello stesso punto, nel proprio campo visivo, e sorrise, facendo un sospiro di sollievo.
"Tranquilla, nel giro di pochi minuti tornerai ad avere tutti i punti vita." la rassicurò "Non credo, però, che c'entri il branco di draghi che abbiamo incontrato, forse dovresti esercitarti di più sulla resistenza, potrebbe esserti utile in casi come questo."
"Cosa... Hiccup, come diavolo hai fatto? Perchè vedo i tuoi parametri di gioco?" chiese la giovane, confusa.
"È una delle funzioni di gioco di DKO." spiegò Hiccup, mollandole la mano. Nello stesso istante scomparvero anche i suoi dati nel campo visivo di Astrid "Per controllare i parametri di gioco di un altro giocatore ci si può temporaneamente connettere in questo modo."
"E tu come sai certe cose?" chiese l'altra, stupita.
"Sono stato un beta tester del gioco, ricordi?" rispose il castano, sorridendo "Conosco alcuni trucchetti utili."
La ragazza ci pensò un minuto, in silenzio. Hiccup attese, senza muoversi, salvo poi venire investito da un'altra raffica di pugni, senza preavviso.
"Stupido egoista!" esclamò la bionda "Certe informazioni vanno condivise! Possono essere utili!"
"Ehi, calma!" la fermò nuovamente il ragazzo "Non l'ho fatta io questa regola!"
Astrid si calmò, ma lo guardò sconvolta. Il giovane si guardo intorno, fece un respiro profondo e riprese a parlare.
"I primi giorni del gioco c'è stata una riunione di beta tester." raccontò "Io non ero del tutto in me, per quello che era successo, ma Stoick mi ci ha portato e, pur non partecipando attivamente alla discussione, vi ho assistito. Si è parlato della possibilità di condividere le informazioni in nostro possesso, tra le altre cose. C'erano molti che erano a favore della condivisione, ma altri no, e alla fine si è dovuto optare per un compromesso: le informazioni sarebbero state condivise solo nel momento in cui fossero state davvero utili."
"Mi ricordo quella riunione." commentò Astrid, pensierosa "È stata qualche settimana dopo il crash del sistema... Stoick ti aveva portato in spalla nella Sala Grande, e aveva dato istruzioni perchè nessuno disturbasse finchè la riunione non fosse terminata. Quindi tutta quella gente con voi erano beta tester? E perchè è stata presa quella decisione?"
"Vedi, in quelle settimane erano usciti fuori i primi Giocatori Rossi..." continuò lui, serio.
"So cosa sono: sono quei giocatori che nei giochi di ruolo si divertono a uccidere altri giocatori, come forma di divertimento. Di solito si distinguono dagli altri per il colore del cursore sopra la loro testa, che è rosso invece che verde." lo interruppe lei.
"Esatto. Solo che, se negli altri giochi chi 'muore' può riconnettersi e riprendere a giocare, qui non è possibile farlo, inoltre c'è il sospetto che chi muore qui dentro, muore anche nella vita reale."
"Come fai a dirlo?"
"Hai presente tutte quelle morti anomale dei primi tempi? Quelli che senza fare nulla si accasciavano e sparivano? Penso siano morti di fame e di sete, nella vita reale. Probabilmente non avevano nessuno che abbia potuto chiamare i soccorsi per trasportarli all'ospedale più vicino per poter essere tenuto in vita, come è sicuramente successo a noi."
Astrid spalancò gli occhi, portandosi le mani al volto in un'espressione colma di dolore e terrore.
"Che morte orribile..." commentò, con un filo di voce.
Hiccup annuì, fece un altro respiro profondo e guardò l'amica, tornando al discorso principale.
"Stavo dicendo... i Giocatori Rossi. Ci sono alcune cose che noi beta sappiamo e che nelle mani sbagliate potrebbero fare danni seri, per questo abbiamo preso la decisione di tenerle segrete finchè fosse possibile. Certo, una cosa come quella che ti ho mostrato sembra innocua, ma non sappiamo quale uso possa farne un Rosso."
La ragazza abbassò lo sguardo. Aveva ragione, qualunque cosa sapessero i beta tester non potevano condividerla con tutti indiscriminatamente. Però, nonostante questo, era felice che lui le avesse mostrato quell'applicazione nascosta, seppur piccola e apparentemente innocua: significava che si fidava di lei.
Allungò la mano verso quella di lui e la afferrò, cercando di farlo nello stesso modo di prima, seguendo anche le indicazioni del giovane, che aveva capito cosa volesse fare. Quando vide di nuovo i parametri di Hiccup nel suo campo visivo sorrise e lo abbracciò, dandogli un veloce bacio sulla guancia.
"Questo è perchè ti fidi di me." spiegò, calma, tenendogli le mani sulle spalle "Ora, visto che mi hai fatto prendere un brutto spavento con quel branco di draghi, dimmi che hai in mente di fare. Dal tuo sguardo mi pare di capire che non hai intenzione di lasciar perdere la ricerca."
"Hai ragione, non ho intenzione di mollare, soprattutto ora." confermò il castano, posandole le mani sui fianchi "Ma ancora non ho un vero piano d'azione, abbi pazienza..."
Astrid annuì, senza muoversi. In quel momento nella Sala entrarono Mulch e Bucket, due tra i giocatori più anziani della comunità di Berk; Hiccup li guardò e sorrise, sereno, continuando a osservarli.
"Cosa c'è?" domandò la bionda, notando il cambio d'espressione.
"Niente... è solo che..." sussurrò il giovane, indicando gli altri due con un cenno della testa "Se i Giocatori Rossi incarnano la parte peggiore dell'umanità, qui dentro, Mulch e Bucket credo che possano rappresentare la parte migliore, sai?"
"In che senso?" chiese la bionda, incuriosita.
"Lo sai che una parte delle console con il gioco sono state donate ad alcuni ospedali del mondo per un progetto sperimentale di assistenza a pazienti con gravi lesioni cerebrali?" rispose l'altro.
"Sì, ne avevo sentito parlare, ma questo cosa c'entra?"
"Beh, Bucket è uno dei partecipanti a quel progetto. È israeliano, paziente di un ospedale di Tel Aviv, e ha subito una lesione alla testa a causa di un attentato da parte di un gruppo di miliziani palestinesi. Mentre Mulch da ragazzo è stato nelle milizie palestinesi... e ora, qui dentro, si prende cura di lui. Ecco perchè dico che rappresentano la parte migliore dell'umanità, la possibilità di convivere nonostante le differenze."
Astrid osservò i due giocatori, notando subito la cura con cui Mulch si occupava di Bucket. Sì, Hiccip aveva ragione, rappresentavano proprio la speranza per un mondo migliore.
Speranza che non doveva morire, non lì, perchè dovevano fare tutto il possibile per riuscire a completare il gioco.
E per farlo, forse, l'unico modo era aiutare Hiccup in quelle sue pazzie.
"Si è fatto tardi." disse, prendendolo per mano e trascinandolo fuori "Andiamo a dormire, poi domani vediamo che altro possiamo fare per quelle tue ricerche... sperando di non finire in pasto a qualcuno di quei draghi."
Il ragazzo annuì, scendendo lentamente le scale. Doveva ritrovare quel branco di draghi e studiarlo, solo così, forse, avrebbe capito qualcosa di utile per avanzare nel gioco.
   
 
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