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Autore: __roje    26/02/2018    1 recensioni
Ren Tomomi è popolare, è il capitano della squadra di calcio della Kuromiya e si è fatto un nome. E' conosciuto da tutti, ha degli amici fidati e vive la sua vita scolastica in maniera normale ma un giorno, finito il campionato interscolastico, incontra un ragazzo dal profumo buonissimo e ne diventa ossessionato, Nao, il quale sarà un suo nuovo compagno di classe. Ma la conoscenza tra i due sarà tutt' altro che semplice, proprio perchè Nao disprezza i ragazzi come Ren, essendo lui riservato e secchione, ma dovrà affrontare la tenacia di Ren che le proverà tutte per diventare suo amico.
違い [chigai] significa letteralmente differenze. La storia ruota appunto intorno alla differenze sociali nell'ambito scolastico, ma cosa accade se due mondi diversi, due caratteri all'opposto si incontrano?
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo [8]

I lavori al teatro proseguirono per altre due settimane e tutto iniziava a prendere forma.
Alcune conoscenze, insieme ragazzi esperti in acustica contribuirono al nuovo impianto. Altri ragazzi aiutarono portando vestiti che non usavano più e che sarebbero diventati costumi, così come anche i fan di cosplay portarono delle parrucche. Lentamente tutti stavano partecipando e un po’ con la generosità e volontà di tutti non ci fu più bisogno di mettere mano al budget della squadra.
Tutti i giorni, prima di andare al teatro mi recavo nell’aula di scienze e mettevo al corrente Nao sulle novità. Lo tenevo aggiornato su tutti gli sviluppi, anche se lui mi rispondeva appena, o faceva tutt altro sentivo che un po’ mi stava ascoltando, qualcosa rispetto all’inizio stava cambiando. Aveva anche smesso di cacciarmi e le mie visite cominciarono a diventare all’ordine del giorno sia per lui, che per Momoka che sempre più spesso mi offriva del tè.
Era un giorno come tanti, chissà come riuscii a convincere Nao a seguirmi al teatro per vedere gli sviluppi. Forse riuscii a convincerlo solo perché lo stavo assillando da settimane.
“Vedrai, il nuovo impianto audio è fenomenale!” gli dissi mentre andavamo dagli altri.
“Si, me lo ripeti ogni dannato giorno” sbuffò annoiato.
Non appena entrammo nel teatro notai però c’era un misterioso silenzio. Rispetto al solito baccano notai fin da subito che c’era qualcosa di diverso e la causa di ciò era la presenza dei due membri del comitato studentesco che stavano parlando con Eiji e Cho.
Anche Nao si paralizzò di colpo e sul suo viso comparve una smorfia di odio. Subito mi tornò in mente la conversazione tra lui e quei due, sentivo che nulla di buono sarebbe venuto dal comitato.
Diversamente dalla prima volta non ebbi timore, tutto quel lavoro era frutto delle nostre forze, allora andai spedito verso di loro per sentire chiaramente la conversazione e Nao mi seguì a ruota.
“Forse non vi è chiaro ma non potete organizzare dei provini quando vi pare e piace. Ci sono dei periodi precisi per le iscrizioni, mi dispiace ma quest’anno non ci sarà alcuno spettacolo” li informò il solito ragazzo biondo particolarmente divertito da quella spiacevole notizia che stava dando loro.
Eiji e Cho erano bui, sapevano di non poter trasgredire alle regole. Lessi nelle loro espressioni quella stessa rabbia che avevo visto negli occhi di Nao oltre all’amarezza di non poter fare nulla.
“Andiamo Mahiro, qui abbiamo finito.”
Di nuovo come l’altra volta, il ragazzino come un cagnolino era pronto a seguirlo, ma fu allora che mi parai davanti al più grosso per bloccargli la fuga. Quest’ultimo si stupì di vedersi me faccia e faccia, ridacchiò per la cosa e si guardò intorno notando anche la presenza di Nao.
“Tu sei Ren Tomomi se non sbaglio. Cos’è hai sbagliato club?”
“Se dei ragazzi venissero qui di loro spontanea volontà per iscriversi al club di recitazione andrebbe bene no? Nessun provino, semplicemente dei ragazzi che vogliono farne parte.”
Il ragazzo biondo mi scrutò attentamente senza capire, poi sfoderò un ampio ghigno “Beh sì andrebbe bene, ma fidati ormai nessuno verrà ad iscriversi. E poi tu giochi a calcio, mi spieghi che ci fai qui? E per giunta in compagnia di Fukuda.”
Nao lo guardò in cagnesco.
“Pff, che bella accoppiata. Ti do un consiglio Tomomi evita di sprecare il tuo tempo con loro, sono club destinati a morire e non possono farci niente. La colpa non è loro, bensì dei ragazzi che non vogliono saperne di certe attività ” Tutti noi lo guardammo con disprezzo per quelle parole così crudeli, “Non guardatemi come se io fossi il cattivo, io devo solo dire le cose come stanno. Non basta un po’ di vernice e delle nuove tende per rendere un club popolare, mi spiace.”
Eiji e Cho sembravano consapevoli della cosa, così come gli altri attori si incupirono molto. Tutta la luce che era stata sprigionata nei giorni passati sembrò svanita di colpo e la cosa divertì non poco il membro del comitato studentesco. Nao invece, diversamente dagli altri era ancora furioso e non si lasciò abbattere dalle sue parole, così come nemmeno io.
“Ti sbagli!” dissi infatti all’improvviso spegnendo il suo divertimento, “Molti club non sono nemmeno conosciuti e altri non hanno dato ancora il loro massimo, vedrete che una volta sistemato i ragazzi verranno di loro spontanea volontà per chiedere di farne parte.”
Il bastardo scoppiò a ridere “Voglio proprio vedere. Mahiro andiamo!” l’altro ragazzo, minuto e tremante rispose seguendo il suo padrone, ed entrambi sparirono lasciando il teatro.
“Ti sei davvero uno stupido” commentò improvvisamente Nao severo.
Mi voltai per guardarlo “Perché mai?”
“Credi sul serio che un branco di ragazzi verrà qui spontaneamente per iscriversi? Non basta rimettere a nuovo una cosa per renderla interessante.”
Una mano mi sfiorò la spalla, era quella di Cho con uno sguardo spento “Nao ha ragione Ren, apprezziamo molto l’aiuto ma non possiamo cambiare le cose.”
“Vi sbagliate. Basterà semplicemente mostrare alle persone quanto sia divertente recitare.”
“Ti prego placati..”
Non avrei ascoltato nessuno, non accettavo che quella fosse la realtà delle cose. Se una cosa non va bene si puo’ cambiare, si puo’ sempre migliorare se lo si vuole, questa era la mia convinzione.
“Hyobe ci farà chiudere il teatro, ne sono sicuro” asserì Eiji improvvisamente sconfitto. Scoprii da lui il nome del membro del comitato studentesco.
“Non capisco, il comitato non è formato solo da due persone, dove sono gli altri tre membri?” domandai incuriosito che ancora non avessi visto in giro gli altri. Cho e Eiji si guardarono, quasi stupiti della mia domanda, “Che succede qui?!” riproposi la domanda con meno pazienza di prima.
“Hyobe è il vice presidente del comitato studentesco” intervenne Nao al posto degli altri due, “e da come hai potuto vedere Mahiro è un altro membro, ma manca di spina dorsale quindi tutte le decisioni sono prese solo da lui. Gli altri tre membri di cui parli non esistono, due di loro hanno lasciato a seguito di uno scandalo venuto a galla mesi fa mentre tu eri in giro con la tua squadretta di calcio.” Era la prima volta che sentivo quella storia, nè io, nè chiunque altro facesse parte del club di calcio sapeva nulla di tutta quella storia. Non mi ero mai veramente interessato alla politica della nostra scuola, o a chi doveva deciderne l’ordine. “Quello che una volta era il nostro rappresentante di istituto è sparito dalla circolazione subito dopo lo scandalo, troppo codardo e debole per affrontare la verità che era venuta a galla.”
“In pratica è Hyobe che detta legge ” osservai.
Nao annuì “Vedo che ci sei arrivato” sorrise bieco.
“Lo scandalo ha distrutto la credibilità del comitato studentesco, nessuno ha più avuto coraggio di candidarsi per i ruoli vacanti, e il mandato di Hyobe e Mahiro dura un anno” intervenne Cho con voce preoccupata per la situazione.
Mi resi conto che oltre al problema dei club c’era molto altro, il problema di fondo era che mancava una direzione scolastica. Nessuno rappresentava adeguatamente gli studenti, e ora iniziavo a capire perché nessuno aveva risposto alla lettera del club di scacchi.
Pagare, comprare nuove attrezzature non era sufficiente se non si risolveva il problema di base. C’era bisogno di un nuovo e degno rappresentate che non fosse Hyobe.
Da quel curioso giorno presi una decisione, io non potevo fare tanto ma avrei risollevato i club decadenti mettendo sotto gli occhi tutti la verità che da poco avevo scoperto. Da subito informai anche Yuki e Take, così come i miei compagni. A parte Yuki nessuno era a conoscenza della mancanza di un rappresentante, ne furono sconvolti quanto me e più che mai sentirono la necessità di mettersi al lavoro per aiutare gli studenti che non venivano ascoltati.
Di nostra iniziativa piazzammo un banchetto in uno dei corridoi principali dell’istituto, uno di quelli dove c’era maggiore affluenza di studenti e grazie all’aiuto di alcuni ragazzi bravi nel disegno collocammo un grosso cartellone con su scritto ‘Comitato di Aiuto per i Club in Difficoltà’. Fui fiero di quella iniziativa, andava contro tantissime regole e molto presto Hyobe si sarebbe accorto che qualcosa stava andando diversamente dalle regole che lui voleva far rispettare ma il mio obiettivo era proprio quello. Volevo dare voce a tutti, volevo che fossero gli studenti stessi a interessarsi di quella situazione.
Nei primi giorni nessuno venne a parlarci, nessuno si avvicinò al nostro banco. Nelle ore di pausa aspettavamo in vano alternandoci con altri nostri compagni di squadra, ma nessuno sembrava voler cogliere l’occasione, anzi ci fissavano incuriositi ma titubanti.
Era un giovedì come tanti, l’ennesima pausa pranzo in cui nessuno aveva intenzione di avvicinarsi e me ne stavo scoraggiato e irritato che nessuno volesse aiuto o dire la sua.
“Non ti arrendi proprio mh?”
Roteai appena gli occhi verso quella voce, e immediatamente sussultai nel vedere che era Nao. Tornai dritto e composto sulla mia sedia, un sorriso mi si stampò sul volto.
“Sei venuto a trovarmi Nao? Ti piace il cartellone? I ragazzi del gruppo di disegno sono davvero bravi.”
Nao gettò una rapida occhiata verso il cartellone ma la sua espressione critica non mutò, tornò a porre la sua attenzione su di me. “Dovresti smetterla con tutto questo, è stupido.”
Strinsi i pugni, non era proprio il momento di sentirmi dire la sua solita ramanzina da vecchio brontolone, non quando vedevo che nessuno voleva aiuto.
“Sei venuto qui solo per dirmi questo Nao? Solo per insultarmi?”
Fece spallucce “Ricambio per tutte le volte che sei venuto ad assillarmi.”
Sospirai lasciandomi cadere contro lo schienale della sedia, ero scoraggiato al massimo. “Dove sbaglio. Per il teatro sono venuti tanti ragazzi ad aiutare e ora nessuno. Perché.”
“E’ stato diverso per il teatro” ascoltai, e la sua frase attirò la mia attenzione. Nao rendendosene conto sembrò voler ritirare ogni parola, ma non lo fece e continuò “li non ha messo niente di tutta questa roba, cos’è questo banchetto e quel ridicolo cartellone” lo indicò con disgusto “nella restaurazione del teatro tutti si sono divertiti e gli studenti incuriositi si sono avvicinati spontaneamente.”
Spalancai gli occhi davanti a quella osservazione, in effetti era vero. Molti si erano offerti di aiutare, si era creata una bella atmosfera. Guardai Nao, era la prima volta che mi dava una sorta di consiglio o meglio una sua opinione su qualcosa che mi riguardasse. La cosa mi fece piacere e fece esplodere il mio solito sorrisone. Davanti ad esso Nao distolse lo sguardo chiaramente a disagio.
Sapevo cosa fare ora. Con l’aiuto degli amici, feci la stessa cosa fatta per il teatro, mi recai di club in club, feci la conoscenza dei loro membri e dopo un po’ di diffidenza iniziale offrii loro una mano. Passammo molti pomeriggi a sperimentare le loro attività. La volta più clamorosa fu quando l’intera squadra venne con me nel club di musica e cominciarono a suonare qualche strumento creando un baccano assurdo. Le risate e quel baccano attirarono l’attenzione di chi passava di li, e da un grosso casino cominciò a crearsi una melodia di strumenti e parole abbozzate, composta dai ragazzi del club e da noi. Fu divertente.
Nelle settimane seguenti andai a trovare altri club come quello di economia domestica, quello di disegno, e altri molto piccoli e particolari. Quando andai a trovare Yuki e il suo club di lettura costrinsi i miei compagni di squadra a leggere qualcosa, a tentare un approccio diverso e si dimostrarono rispettosi e silenziosi. Dopo una settimana erano i primi a voler confrontare le loro opinioni riguardo dei testi.
Nel giro di un mese la voce cominciò a girare, la notizia che i ragazzi della Kuromiya stavano passando di club in club per aiutare. Un po’ alla volta furono i rappresentanti di altri club a cercarci in cerca di supporto. Spendemmo gran parte del nostro budget per strumenti, e altri oggetti necessari. Arrivò anche il tempo per il club di scienze, e senza che Nao me lo chiedesse domandai a Momoka di cosa avessero bisogno, seguendo la sua lista comprai ogni cosa servisse. Quando Nao scoprì la cosa era troppo tardi, una mattina come tante si ritrovò l’aula completamente ridipinta, pulita e con nuove attrezzature. La sua faccia per una volta parve sconvolta, ma subito si mostrò furioso nei miei confronti, ma io ero ben lontano da lui e me la ridevo potendo immaginare cosa stesse borbottando. Fu Momoka in seguito a raccontarmi che aveva dato di matto, ma pochi minuti dopo aveva iniziato ad usare le attrezzature con piacere e il suo umore era tornato normale.
Trascorsero due mesi dall’inizio della mia campagna di cambiamenti. Take e gli altri erano entusiasti, negli allenamenti di calcio davano il meglio e cominciarono a sviluppare altri interessi che andassero oltre lo sport Spesso erano loro a chiedermi di andare a trovare un particolare club. Quella novità, quella nostra peculiarità di passare da un club all’altro spinse anche altri ragazzi a fare lo stesso, molti che avevano rinunciato ad iscriversi. Un giorno alcuni chiesero di poter disegnare, o di poter provare a fare delle fotografie e i rappresentanti dei vari club li avevano accolti con piacere, così come lentamente molti si interessarono alla recitazione dopo aver visto le terribili e divertenti scenette tra Cho e Take mentre improvvisavano qualcosa sul palco.
Sentivo che dopo due mesi di duro lavoro ero riuscito in qualcosa, e per tutta la scuola si percepiva un aria di rivoluzione che non tardò ad arrivare al naso di Hyobe che intensificò le sue visite, rimproverando chi partecipava senza iscrizione ai club e la cosa comportò l’effetto opposto, molti decisero di iscriversi proprio per non essere più rimproverati e così facendo il club di recitazione e quello di musica furono salvi.

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