Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    28/02/2018    2 recensioni
Quindici giorni, quindici capitoli.
L'estate che separa i giorni di Collége e di Papillon, appena passati, da quelli del liceo e della nuova vita, almeno per alcuni dei nostri eroi.
Cosa accadrà in questo breve squarcio d'estate?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
22 Giugno
 

Adrien, con un gesto secco, conficcò il tubo bianco dell’ombrellone nella sabbia, cominciando poi a ruotarlo vigorosamente, in modo da piantarlo per bene e impedire a qualsiasi alito di vento di spostarlo in qualche modo. Poco dopo l’ombra rossastra, dovuta dal colore della tela, venne proiettata sulla sabbia bianca.
«Finalmente soli...» sospirò entusiasta, prendendo un bel respiro dell’aria salina di mare, facendo emettere una leggera risata a Marinette, che stava stendendo i loro due asciugamani uno di fianco all’altro.
«Che c’è? Perché ridi?» domandò il ragazzo, avvicinandosi a lei, pronto per un qualche suo solito agguato, ma qualcosa lo bloccò prima che arrivasse al suo fianco.
«Moccioso... Mi hai portato il camembert?» fece una vocetta odiosa, proveniente dalla borsa da mare.
«Rido perché non siamo mai soli, Adrien.» specificò la corvina, accentuando la parola “mai”, mentre lui con uno sbuffo esasperato si allontanava di nuovo da lei, dirigendosi alla borsa.
«Plagg per una buona volta, non urlare in spiaggia che qualcuno potrebbe sentirti.» disse, dando l’impressione di parlare con la borsa stessa.
«L’hai portato o no?» domandò il kwami nero, infischiandosene dell’avviso del suo portatore.
«È qui Plagg... – intervenne Tikki, mostrando al compagno la scatola rotonda del formaggio – Ora per amor del cielo, li lasci un po’ in pace?»
«Bene, ciao!» fece lui con tono schietto afferrando poi la cerniera e chiudendosi dentro la borsa, lasciando Adrien a fissare malissimo il nulla.
«Davvero non lo sopporto quel kwami, un giorno o l’altro mi farà diventare matto.» sospirò il ragazzo, tirandosi di nuovo in piedi e voltandosi verso la fidanzata.
Questa era già in costume: un bellissimo bikini di un rosso acceso, con il pezzo di sopra a fascia, che le copriva il petto e il pezzo di sotto parecchio semplice e un po’ alla brasiliana, il tutto decorato con un un’aggiunta di stoffa arricciata, sia sopra che sotto per renderlo più elegante.
«Te l’ho mai detto che sei meravigliosa?» domandò il biondo e Marinette percepì i suoi occhi verdi posarsi su ogni centimetro del suo corpo, facendola arrossire nervosa.
«A-almeno un miliardo di volte...» rispose lei abbassando lo sguardo.
«Beh... Lo sei...» la sua voce le sussurrò quelle parole leggere a pochi millimetri da lei, facendole sentire un brivido lungo la schiena. Tentò di alzare nuovamente lo sguardo, mentre lui le posava una mano dietro la schiena, poco sopra alla parte di sotto del bikini, sospingendola verso di lui.
«Meravigliosa come il giorno in cui ho compreso di amarti.» disse, sempre con quel tono di voce leggero e quasi sensuale.
«S-sarebbe?» domandò lei, arrossendo di nuovo. Lui ghignò divertito per poi avvicinare il volto al suo, darle un fugace bacio sulle labbra e staccarsi nuovamente, dandole le spalle.
«Non credo voglia dirtelo...» disse, con un tono di voce nuovamente alto.
«Cosa?! Perché?» chiese quasi offesa lei.
«Beh perché perderei il mio fascino misterioso se rivelassi le mie debolezze, no?» rispose, voltandosi nuovamente verso di lei e strizzando l’occhio; a quel gesto lei scoppiò a ridere, divertita.
«Senti, fascino misterioso, che ne dici di farci il bagno?» propose, prendendolo in giro.
Lui, nonostante avesse percepito benissimo il tono ironico con cui gli si era rivolta, ignorò tutto e si tolse la maglia.
Lo sguardo di Marinette rimase inchiodato sul suo fisico atletico, mentre si toglieva l’indumento nero di dosso, notando i muscoli della schiena contrarsi e tendersi leggermente nel movimento. Il suo sguardo però, ad un certo punto, come sempre, rimase calamitato da quella piccola cicatrice all’altezza della scapola destra e i suoi occhi blu si rabbuiarono. Quando il giovane modello si voltò, notò subito quel cambiamento d’umore.
«My lady, cosa…?» tentò di chiedere, avvicinandosi a lei con aria preoccupata, ma si bloccò nel vedere la ragazza scuotere il capo e far ondeggiare gli sciolti capelli corvini.
«Non è niente…»
«Marinette, ti conosco, cosa succede?» domandò Adrien, il suo viso era serio e dolce in quel momento: ogni segno di malizia, divertimento o sfacciataggine era sparito.
Lei sospirò, non riusciva proprio a resistere a quel suo sguardo verde che sembrava volerle sondare anche l’anima nel tentativo di comprendere cos’avesse. Si aggrappò a lui, nel vero senso della parola, facendo passare le braccia attorno al suo torace e poggiando il capo sul suo petto.
Lui rimase interdetto solo per qualche secondo, dopodiché le avvolse le spalle, dolcemente.
Rimasero lì, in quella posizione, per vari minuti. Il biondo non si sarebbe mosso di un centimetro nemmeno se avesse voluto; finché lei non avesse deciso che non aveva più bisogno di quell’abbraccio, lui non gliel’avrebbe negato. Fu lei infatti, ad un certo punto ad alzare il volto, poggiando il mento nell’incavo dei pettorali e incrociando il suo sguardo.
«Ti… – storse le labbra, come se non riuscisse a dire la parola successiva – Ti voglio bene, Adrien.» disse poi, a mezza voce, strappando un sorriso al ragazzo.
«Ti voglio bene anche io, coccinellina.» le rispose lui, per poi posare le labbra sulle sue, regalandole un bellissimo e lungo bacio.

 

Il resto della giornata lo passarono in completo relax, facendo di tutto e di più. Giocarono in acqua, schizzandosi a vicenda e facendo gare di nuoto; rimasero a prendere il sole, chiacchierando del più e del meno o ascoltando musica dalla piccola radio che Marinette si era portata dietro; giocarono con la sabbia, costruendo castelli, per poi divertirsi semplicemente a distruggerli; pranzarono assieme ai due kwami, facendosi raccontare un po’ dei loro predecessori e scoprendo che tutti i gatti, maschi o femmine che fossero erano particolarmente maliziosi come Adrien, mentre non tutte le coccinelle erano state brave e tranquille, come Marinette.
Alla fine della giornata, quando il sole ormai era sul calare, decisero che era meglio rientrare, in bici ci voleva un po’ per tornare al castello e non volevano assolutamente pedalare con il buio, con il rischio di prendere qualche sasso e farsi male.
«Allora my lady, passato una bella giornata?» domandò il biondo, montando sulla sua bicicletta.
«Stupenda!» esclamò lei entusiasta, imitandolo.
«E ricordati che quella ferita non è colpa tua, hai capito?»
«Cosa?!» domandò Marinette stupita e confusa allo stesso tempo.
«Pensi che non l’avessi capito che questa mattina hai fatto quella faccia per quella? – fece con un sorriso – Siamo supereroi, Marinette. Quando abbiamo accettato i poteri, abbiamo accettato anche i rischi che ne comportano, ma finché staremo vicini, andrà tutto bene.»
Un sorriso sincero e spontaneo comparve sul volto della ragazza, che con quella certezza nel cuore, cominciò a muovere i piedi, in modo da pedalare fino al castello.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92