Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Abby_da_Edoras    28/02/2018    4 recensioni
A Natale si diventa tutti più buoni... io invece sono la solita bastian contrario e divento ancora più cattiva! Così eccomi a immaginare una delle mie parodie sul Trono di Spade e in particolare su Ramsay e Theon (dev'esserci qualcosa di profondamente malato in me, visto che questi personaggi mi ispirano tante storie di umorismo nero! Comunque, essendo una parodia, i personaggi sono OOC, i fatti sono allegramente travisati da me (ma del resto, anche nella serie TV fanno ciò che gli pare! XD), pertanto: Ramsay non sposa Sansa, né Jeyne Poole né chi per loro... instaurerà piuttosto un rapporto particolare col suo prigioniero (che, misericordiosamente, ho deciso di non evirare...); nelle mie storie, che sono appunto prese in giro ironiche e senza troppa cattiveria, non morirà (quasi) nessuno e... diciamo che finirà tutto più o meno bene, a tarallucci e vino.
Dai, in fondo è Natale! XD XD XD
Grazie a chiunque sarà tanto pazzo da leggere le mie follie.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, produttori e sceneggiatori della serie TV Il Trono di Spade.
Genere: Angst, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Roose Bolton, Theon Greyjoy, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo decimo

Lo spirito caustico e pungente di Ramsay, tuttavia, era piegato ma non vinto. La strategia di Theon, che fino ad allora gli era sembrata tanto geniale, crollò miseramente quando il giovane Bolton si ricollegò al suo unico neurone e si rese conto che, alla fin fine, di cavalli ce n’era soltanto uno.

“Se davvero non pensavi di scappare da solo, com’è che allora hai preso solo un cavallo? Contare fino a due ti restava tanto difficile?” sbottò.

Theon era buono e caro, ma a quel punto cominciava francamente a perdere la pazienza. Alla resa dei conti, non era obbligato a portarsi dietro quel peso: Grande Inverno era stata riconquistata dagli Stark e, ormai, Ramsay contava quanto il due di briscola; era stato mazziato ben bene da Jon Snow e quindi sarebbe stato piuttosto improbabile che lo aggredisse e cercasse di tagliargli ancora qualcosa; infine, cosa da non sottovalutare, prima o poi Rickon sarebbe caduto dal pero e avrebbe rivelato a Snow e Sansa quello che ancora non sapevano, ossia che nel castello, da qualche parte, c’era anche Theon e che sembrava stare dalla parte dei cattivi… Insomma, non è che Theon Greyjoy avesse tutto il tempo di questo mondo per starsene lì a spiegare cose ovvie a un imbecille totale mentre Snow poteva organizzare un inseguimento da un momento all’altro!

“Stamattina stavate organizzando un esercito” replicò comunque, abbandonando finalmente quel tono remissivo a cui non credeva più neanche il gatto… pardon, non c’erano gatti a Grande Inverno, immagino… e mostrandosi piuttosto esasperato. “I cavalli migliori ve li siete presi tutti voi ed è già tanto che sia riuscito a rubarne uno. Comunque, se deve essere un problema, posso tentare di introdurmi di nuovo nella fortezza e cercarne un altro… sempre che lo trovi e non mi catturino e che abbiamo tutto questo tempo da buttare via.”

Ramsay era bravo a fare il gradasso con i più deboli ma, quando qualcuno faceva la voce grossa con lui (come accadeva con Roose Bolton), generalmente faceva presto a sgonfiarsi.

“No, senti, non puoi lasciarmi da solo proprio ora!” reagì, afferrandolo per un braccio. “Magari non abbiamo nemmeno bisogno di cavalli, possiamo scappare a piedi, tu i boschi di Grande Inverno li conosci bene, hai detto…”

Theon si era spazientito, ma a quel punto non riusciva più ad essere davvero arrabbiato con quel ragazzo. Ramsay era esasperante e insopportabile il più delle volte, ma adesso era anche diventato improvvisamente innocuo, aveva perso qualsiasi potere avesse mai avuto su di lui ed era soltanto un giovane spaventato, in balìa di mille emozioni contrastanti che nemmeno capiva. Non avrebbe mai più potuto fargli del male… e anzi aveva un bisogno disperato di lui. Se davvero voleva riscattarsi e sentirsi finalmente un vero cavaliere, un eroe positivo, Theon doveva passar sopra quelle manifestazioni di infantilismo e mostrarsi magnanimo.

E questo era ciò che si raccontava. Poi c’era la parte che non ammetteva nemmeno con se stesso e che lo faceva letteralmente eccitare quando vedeva Ramsay così sperduto e spaurito. Quella parte lì, a dirla tutta, era anche quella che premeva maggiormente… in tutti i sensi.

Theon strinse quel Ramsay così insolito e lo baciò ben bene, prima di tentare un’altra spiegazione (anche lui, come Roose Bolton, si era ben presto reso conto che la maggior parte delle volte spiegare le cose a Ramsay finiva per essere un inutile spreco di tempo).

“Non vado da nessuna parte, Lord Ramsay, stai tranquillo. Però bisogna che ti renda conto di una cosa: è preferibile tentare di allontanarci il più possibile in due sullo stesso cavallo piuttosto che avventurarci a piedi nei boschi” gli disse. “E’ vero che conosco bene questi luoghi, ma Jon Snow li conosce bene quanto me se non di più. E poi c’è un’altra cosa… tu che cosa facevi quando un tuo prigioniero scappava?”

“Ah, questa è facile!” rispose Ramsay, illuminandosi a quei ricordi felici. “Lo facevo inseguire con i cani e, in genere, loro non lo riportavano in prigione…”

“Ecco, proprio qui volevo arrivare” ribatté Theon in tono grave e guardandolo fisso. L’avrebbe capita prima o poi? Meglio prima, possibilmente?

E invece no, come al solito Ramsay non aveva capito un accidenti! Theon pensò che salvare il giovane Bolton anche da se stesso sarebbe stato molto più faticoso del previsto, ma chi glielo faceva fare?

“Ma dai, hai paura che ci mandino dietro i cani?” Ramsay si mise a ridere e non avrebbe potuto trovare momento più inopportuno… “Sì, capisco che tu non abbia avuto delle esperienze tanto positive con loro, ma ora è diverso, io sono con te, non ti faranno niente se io non voglio.”

La sicumera del giovane Bolton stava diventando davvero esasperante. Theon mandò agli Estranei ogni prudenza, lo prese per le spalle e insisté, lasciando alle ortiche anche quell’inutile e ormai obsoleto titolo di Lord che non significava più un cavolo.

“Insomma, Ramsay, vuoi starmi a sentire? Quando Snow scoprirà che sei scappato, e magari Rickon lo avrà gentilmente informato che con te ci sono anch’io, organizzerà le ricerche e userà proprio i tuoi adorati cani per recuperarci. Vuoi proprio scoprire cosa si prova ad essere la preda invece del cacciatore?”

L’idea che i suoi cani potessero rivoltarsi contro di lui era qualcosa di fantascientifico per Ramsay, che abbozzò un’altra risatina, anche se meno convinta, stavolta.

In tutto ciò pareva non aver minimamente notato il fatto che Theon lo avesse chiamato per nome e senza nemmeno tanti riguardi… doveva essere davvero più sconvolto del solito!

“Quelli sono i miei cani, perché mai dovrebbero obbedire a Snow?” replicò, quasi scandalizzato al solo pensiero. “Obbediscono solo a me, io li comando con un fischio e non faranno male nemmeno a te se io…”

“Ramsay, ma tu non mi ascolti proprio!” lo interruppe Theon, che ormai aveva perso ogni ritegno. Temeva molto più un eventuale inseguimento dei cani di Ramsay piuttosto che Ramsay stesso, che ormai pareva contare ancora meno del due di briscola. “Ieri mi raccontavi tu stesso di averli tenuti a digiuno una settimana per fargli attaccare Snow e il suo esercito, o sa il Dio Abissale chi accidenti volessi fargli sbranare. Quelle sono bestie impazzite per la fame, adesso. Pensi davvero che ti starebbero ad ascoltare mentre fischi?”

Una briciola di lucidità parve finalmente farsi strada nella mente ottenebrata del giovane Bolton, che spalancò gli occhi fissando Theon con uno sguardo di assoluto orrore. Ma come? Le sue adorate bestioline? Oh, no, non era possibile…

“Ma quelli sono i miei cani, non possono fare del male a me…” tentò ancora di obiettare, ma sempre più debolmente.

“Sono animali, Ramsay, e muoiono di fame. Vuoi davvero verificare se ti chiederanno il nome della tua casata prima di saltarti alla gola? Io non ci tengo affatto e tu?” lo incalzò Theon. Il suo tono si era fatto più paziente, ora, in un certo senso comprendeva lo psicodramma che stava vivendo Ramsay e la cosa gli faceva anche una certa tenerezza, vai a capire perché.

“No… no, non voglio nemmeno io” mormorò Ramsay, allo stesso tempo deluso, affranto, incredulo e spaventato.

“Allora non succederà” lo rassicurò Theon, contento di essere finalmente arrivato al dunque. Lo abbracciò, lo baciò di nuovo (sì, qualche problema lo manifestava anche lui, ma era comprensibile dopo essere stato così tanto tempo in compagnia di Ramsay…) e salì a cavallo, aiutando poi il suo nuovo compagno di avventure a montare dietro di lui nonostante la spalla fasciata.

E così, dopo tante peripezie, iniziò la fuga più improbabile del mondo.

A Grande Inverno, intanto, Jon Snow aveva appena scoperto che Ramsay non si trovava da nessuna parte e, per buona misura, Sansa gli aveva spiegato quello che aveva saputo da Rickon su Theon…

“Ecco perché Ramsay è riuscito a fuggire!” esclamò Jon, che in quel momento non sapeva chi dei due avrebbe fatto a pezzi per primo se li avesse avuti tra le mani. Ramsay era un sadico e uno psicopatico e questo lo sapeva tutto il Nord, ma Theon si era dimostrato ancora una volta un bieco e meschino traditore. “E’ stato Theon a indicargli il percorso da seguire, quel maledetto è cresciuto qui con noi…”

“Rickon mi ha detto anche che Theon e Ramsay sembravano andare molto d’accordo quando li ha visti lui” aggiunse Sansa.

“Dovremo organizzare una squadra di ricerca nei boschi, ma non sarà facile. Se ci fosse stato solo Ramsay… ma Theon conosce i dintorni quanto noi” disse Jon, cercando di decidere il da farsi.

“Se trovassi dei soldati abbastanza coraggiosi, potresti usare i cani di Ramsay, quelli che sono a digiuno da una settimana” suggerì Sansa, che era evidentemente quella che portava i pantaloni in famiglia. “Almeno a qualcosa serviranno.”

Snow pensò che il suggerimento della sorella fosse quanto mai utile e, sebbene gli ci volesse un po’ più del previsto per mettere insieme un gruppo di uomini disposto a cercare i prigionieri insieme a quelle bestiacce sanguinarie, alla fine riuscì nel suo intento.

Peccato che, nel frattempo, fosse calata la sera e si dovesse rimandare la ricerca al mattino successivo!

“Beh, poco male” sdrammatizzò Sansa. “Quei due saranno a gironzolare nei boschi anche domattina, anzi, domani saranno ancora più deboli, dopo una nottata passata al gelo e senza cibo.”

Come potete vedere, la nomea che Theon si era fatto di inetto, incapace, idiota e traditore, a qualcosa era pur servita: nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe stato tanto lungimirante da pensare a portarsi dietro provviste, mantelli pesanti e persino un cavallo. Ormai la sua fama lo precedeva, ma in quel caso gli fece proprio comodo!

E invece la necessità aveva aguzzato l’ingegno non soltanto di Theon, ma anche, incredibile a dirsi, di Ramsay. Il giovane Greyjoy aveva deciso di far guadare un fiume al loro cavallo, in modo da confondere le tracce, ma Ramsay aveva avuto un’idea ancora più brillante (il suo neurone evidentemente funzionava meglio sotto stress…). Aveva tagliato un lembo di mantello, si era fatto una ferita sul palmo della mano (per un terribile istante Theon aveva pensato che avrebbe tagliato qualcosa a lui…) e aveva lasciato tracce di sangue sul sentiero opposto al guado del fiume, sistemandoci poi anche il pezzo di mantello col quale si era tamponato la ferita.

Visto che l’idea gli era sembrata tanto brillante, una volta raggiunta l’altra sponda del fiume Ramsay aveva fatto la stessa cosa, seminando false tracce su un altro sentiero che andava nella direzione opposta a quella che avrebbero preso loro.

“Se i cani sono tanto attirati dall’odore del sangue, non potranno fare a meno di seguire le tracce false” disse poi, tutto soddisfatto.

Beh, l’istinto del cacciatore non lo aveva abbandonato del tutto, nonostante le esperienze traumatiche subite e lo shock provato nell’apprendere del tradimento dei suoi cani (tutto sommato era rimasto molto più deluso da quello che dalla fuga precipitosa di Roose Bolton durante la battaglia… questo tanto per dire come funzionavano le cose in quella famiglia!).

Ma adesso era in fuga con Theon e, a quanto pareva, tanto gli bastava… e anche a Theon pareva non dispiacere affatto!

Fine capitolo decimo

 

   
 
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