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Autore: Sel Dolce    01/03/2018    3 recensioni
[ Fem!Stiles | Sterek | Let's go hide in Estonia sequel | Rating Verde ]
Piccoli attimi della vita di Stiles e Derek da quando scoprono della gravidanza a quando il bambino nasce.
Dal testo:
Derek sembrò ricordarsi in quel momento di essere a San Francisco, nell’appartamento delle ragazze, perché si guardò intorno confuso « Sono venuto a trovarti. » rispose titubante, facendo un’espressione talmente dolce che Stiles non resistette al baciarlo « Intendo perché sembra che tu stia cercando di trasformare il nostro appartamento in un magazzino di gommapiuma? » alzò gli occhi al cielo Stiles, la mano posata sul rigonfiamento del ventre.
« Oh, quello. » si illuminò il licantropo « Be’ dato che sei qui e non con me, mi sento più tranquillo nel sapere che non potresti farti male con qualche spigolo mentre sono lontano. Meglio essere prevenuti che dispiaciuti, no? » rise alzando le spalle.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Estonia's Chronicles'
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Tornare a casa era sempre un sollievo, soprattutto da quando aveva i piedi talmente gonfi da non permetterle di mettere nemmeno le scarpe da ginnastica. Aveva dato uno degli ultimi esami che le mancavano per prendere la laurea, il suo unico obbiettivo era quello di tornare all’appartamento e dormire fino al weekend.

Certamente non si aspettava di aprire la porta e trovare una Lydia furiosa guardare qualcosa oltre la sua visuale, le braccia incrociate al petto e lo sguardo che avrebbe potuto uccidere chiunque, magari era anche sul punto di urlare. Provò a ricordarsi se qualcuno sarebbe dovuto venire a trovarle, ma non le venne in mente nessuno, forse era successo qualcosa e Lydia aveva dovuto chiamare qualcuno, tipo l’idraulico.

Quello che non avrebbe mai immaginato, una volta arrivata vicino a Lydia, era di vedere Derek – vestito con una tuta da lavoro nera – incollare della gommapiuma sull’angolo e sul bordo di un mobile. Dopo uno sguardo più attento notò che l’intero salotto era ricoperto di gommapiuma.

« Grazie al cielo che sei arrivata! » urlò la rossa guardandola arrabbiata « Derek sta rovinando il nostro appartamento! » spiegò come se la ragazza non avesse già visto lo stato in cui riversava la stanza in cui si trovavano e non osava immaginare il resto della casa.

Derek – che era super concentrato ad usare la colla a caldo – si girò sorridendo smagliante quando si rese conto della presenza di Stiles al quinto mese di gravidanza. Si alzò pulendosi le mani sui pantaloni della tuta, avvicinandosi alla Stilinski per lasciarle un bacio a fior di labbra, mentre Lydia se ne andava sbattendo la porta « È andato bene l’esame? » domandò posando la mano sul dolce rigonfiamento del ventre della ragazza.

Erano passati tre mesi da quando il licantropo aveva scoperto della gravidanza e nonostante non avesse fatto le cose che voleva – come poteva pretendere che la ragazza si trasferisse da lui lasciando l’università solamente perché voleva averla vicina – la loro relazione stava andando bene. Certo, aveva ancora il segno della pallottola allo strozzalupo che Noah gli aveva inferto quando era andato a fare le sue scuse, ma sapeva di meritarselo.

Stiles sorrise, incastrando il viso nell’incavo del collo aspirando fortemente l’odore. Da quando era entrata nel quarto mese aveva sentito il bisogno impellente di avere Derek vicino e Deaton le aveva spiegato che era a causa della gravidanza. Al bambino non piaceva stare lontano dal padre, sentendosi poco protetto e la ragazza si ritrovò a pensare a come sarebbe stato fuggire in Estonia e sentirne il bisogno, sarebbe impazzita senza ombra di dubbio. Si era presa una bella strigliata, quando era andata dalla sua ginecologa licantropo (sotto raccomandazione di Deaton), in quanto se Derek non avesse mai scoperto della gravidanza lei sarebbe morta con il 98% delle probabilità. Essere licantropi o semplicemente portarne uno in grembo era molto più difficile di quanto si aspettasse.

« Bene, il massimo dei voti. Ora mi mancano solo due esami prima di poter iniziare a scrivere la tesi. » rispose la ragazza sorridendo orgogliosa. Non era stato semplice per lei andare a lezione quando il ventre era iniziato a gonfiarsi, tutti la guardavano in modo strano e bisbigliavano, facendole immaginare quali cattiverie stessero dicendo. I professori poi non erano stati da meno, come se rimanere incinta fosse l’equivalente di aver ucciso qualcuno, quando in realtà si stava facendo l’esatto opposto. Cercava di non dare molto peso alla situazione, ma spesso si ritrovava a sentirsi in colpa per essere rimasta incinta. Assurdo.

L’Alpha sorrise, accompagnandola gentilmente a sedersi sul divano bordeaux. Stiles si guardò nuovamente intorno notando che anche gli spigoli dei muri erano stati ricoperti « Uhm, si può sapere cosa stai combinando a casa mia? » domandò cercando di non sembrare rude, infondo la faccia di Lydia l’aveva anche fatta divertire. Si sventolò una mano davanti al viso sentendo particolarmente caldo, il sudore che scivolava lentamente da una tempia. Sapeva che durante questo mese avrebbe sudato di più, avrebbe avuto più fame e finalmente sarebbero cessate le nausee.

Derek sembrò ricordarsi in quel momento di essere a San Francisco, nell’appartamento delle ragazze, perché si guardò intorno confuso « Sono venuto a trovarti. » rispose titubante, facendo un’espressione talmente dolce che Stiles non resistette al baciarlo « Intendo perché sembra che tu stia cercando di trasformare il nostro appartamento in un magazzino di gommapiuma? » alzò gli occhi al cielo Stiles, la mano posata sul rigonfiamento del ventre.

« Oh, quello. » si illuminò il licantropo « Be’ dato che sei qui e non con me, mi sento più tranquillo nel sapere che non potresti farti male con qualche spigolo mentre sono lontano. Meglio essere prevenuti che dispiaciuti, no? » rise alzando le spalle. Il suo lupo non era stato tranquillo nemmeno per un giorno da quando aveva scoperto della gravidanza, desiderando prendere Stiles e nasconderla in camera sua fino alla fine della gravidanza, ma sapeva di non poter fare una cosa del genere. Un’altra cosa che poi lo rendeva tranquillo era il fatto che Deaton avesse trovato un ginecologo donna licantropo per seguire la Stilinski, non credeva sarebbe riuscito a non morire di gelosia se fosse stato un uomo. Era un pensiero da eremita, ma non voleva nessun uomo vicino le grazie della madre di suo figlio.

Stiles rise di cuore, posando entrambe le mani sulle spalle dell’Hale « Quando nascerà ricoprirai casa nostra di materassi? » domandò cercando di non prendersi troppo gioco della preoccupazione del più grande. Una volta finiti gli esami Stiles sarebbe tornata a Beacon Hills, precisamente sarebbe andata a vivere con Derek nella riserva, l’anello d’oro bianco all’anulare che le ricordava ogni mattino della proposta di matrimonio ricevuta nemmeno un mese prima. Aveva accettato senza pensarci troppo, anche se era stato meschino, anche se le aveva fatto credere di non amarla, Stiles non riusciva ad immaginare un futuro senza Derek ed il suo bambino. La scelta giusta era sposarsi, lo sapeva, e forse avrebbero dovuto farlo prima che la pancia iniziasse ad essere prominente, ma Lydia era stata chiara: dopo la nascita avrebbero organizzato il matrimonio perché non esisteva che dovesse organizzare un evento così importante in poco tempo. Si era praticamente autoproclamata la sua wedding planner e nessuno aveva avuto il coraggio di negarle quel ruolo.

« No, idiota. » rise a sua volta Derek « Il bambino sarà un licantropo, sbattere contro gli angoli non gli farà nulla, sono più preoccupato per la mia bellissima, intelligentissima, spettacolare, umana futura moglie. » disse baciandole il collo per ogni aggettivo pronunciato. Stiles chiuse gli occhi sentendo gli ormoni risvegliarsi come impazziti. Nonostante si fossero fidanzati i due non avevano mai consumato, più che altro perché Derek aveva paura di far male al bambino, poco importava che la dottoressa Parker avesse dato loro il via libera, ricordando all’uomo con un sorriso malizioso che dopo il parto non avrebbero potuto fare nulla per tre mesi e di approfittarne. Era irremovibile, nemmeno quella volta che aveva messo un completo provocante regalatole da Lydia era riuscita a farlo cedere.

« E poi questo pomeriggio hai l’ecografia morfologica, credevi veramente ti avrei lasciato andare da sola? » chiese il licantropo sfilando i sandali dai piedi della ragazza, pronto a farle un massaggio, ben sapendo quanto stesse soffrendo il quel periodo di dolori. Stiles lo guardò sorridendo leggermente, era tutto così bello e domestico.

♠♠♠

La ragazza si appoggiò completamento contro il torso de suo fidanzato, lasciandolo unire le mani davanti alla pancia all’ottavo mese di gravidanza. Erano sdraiati sul loro letto, intenti a guardare un vecchio film di cui non conoscevano bene la trama.

« Tuo figlio mi sta facendo impazzire, scalcia da questa mattina. » si lamentò Stiles imbronciandosi. Finalmente aveva dato gli ultimi due esami ed era potuta tornare a Beacon Hills per riposarsi mentre scriveva la tesi prendendosi tutto il tempo necessario. Derek non l’aveva lasciata nemmeno per un giorno, prendendosi il permesso di maternità dall’azienda che lui stesso dirigeva, deciso a vivere appieno i due mesi che precedevano il parto e i tre mesi successivi alla nascita del loro bambino.

Derek le baciò la fronte, aprendo la mano sul ventre sentendo effettivamente la mano – o era il piede? – del bambino spingere prepotentemente dall’interno. L’uomo riusciva a sentire il suo battito regolare, domandandosi cosa ci fosse che non andava per farlo agitare così tanto « Vuoi che ti porti via del dolore? » chiese mormorando dolcemente le parole nel padiglione auricolare della ragazza, cercando di confortarla come meglio poteva.

La ragazza scosse la testa, sbuffando infastidita, lacrime di frustrazione agli occhi « È che ho una voglia matta di fragole, ma non voglio che tu esca per me, poi è anche notte fonda. Dove le trovi le fragole, dove? » domandò mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di mettere il broncio, non voleva sembrare una bambina capricciosa, ma aveva voglia di fragole, ma non voleva rimanere sola in quell’enorme villa che ormai era casa sua.

L’Alpha sorrise, muovendo lentamente le mani sul ventre della ragazza, riuscendo a calmare il bambino, sicuramente tranquillizzato dalla presenza di suo padre ed Alpha « Possiamo sempre schiavizzare Peter. » disse tirando fuori dalla tasca il cellulare. Suo zio alla notizia di un pronipote era praticamente impazzito di gioia, scordandosi quasi di essere uno squilibrato che aveva messo tutti loro più volte nei guai, era come se la notizia gli avesse fatto mettere la testa apposto e nessuno se ne stava lamentando. Sapeva per certo, Derek, che lo zio sarebbe andato anche in un altro Stato pur di portare alla donna incinta delle fragole.

Stiles annuì, beandosi di quei momenti di pace, gioendo della calma ritrovata del suo bambino. Era tutto diventato così calmo, tranquillo, la tv che emetteva suoni al minimo del volume, era talmente stanca che crollò addormentata ancora prima di riuscire ad avere le sue care e desiderate fragole.

♠♠♠

Lydia e Kira avevano organizzato un baby shower alla Villa, approfittando del bel tempo per usare il giardino sul retro per avere un pranzo in famiglia. Stiles non aveva potuto organizzare niente, nemmeno scegliere il set di piatti da usare a tavola in quanto la rossa era una vera maniaca del controllo e Derek non aveva fatto assolutamente nulla per fermarla, anzi, aveva allungato senza tante storie la carta di credito per acquistare il necessario per la festa.

Anche se non erano stati invitati, parecchi Branchi intorno al loro avevano mandato dei regalo in segno di rispetto per l’Alpha che stava per diventare padre, così come i pochi compagni dell’università di Stiles che avevano avuto il piacere di conoscerla. E uno anche dal Dio Poseidone, ma quello Derek lo aveva gettato nel fiume senza nemmeno cercare di capire cosa fosse; inutile dire che non aveva preso bene l’informazione che fosse uscito con Stiles mentre era incinta di suo figlio.

I due futuri genitori non sapevano il sesso del bambino, ma Scott – che gli aveva accompagnati per forza, obbligando la dottoressa Parker a rivelare solamente a lui il sesso del bambino – aveva pensato bene di fare una rivelazione fantastica, come aveva visto fare nei video di Instagram. Sia Derek che Stiles ne erano preoccupati, non sapendo assolutamente cosa aspettarsi.

Il Sole riscaldava dolcemente i presenti, ma la donna gravida si era riparata sotto il gazebo per evitare di essere troppo a contatto con la luce per evitare di incorrere a delle scottature. Non aveva la carnagione adatta per essere una californiana, troppo pallida e con una resistenza talmente bassa che da bambina sua madre doveva ricoprirla di crema solare per non farla diventare talmente rossa da sembrare un’aragosta.

Derek sedeva tranquillo accanto a lei, godendosi l’odore del Branco alleggiare intorno a loro, una mano posata delicatamente sul ventre della fidanzata coperta dal leggero abito azzurro con la stampa di colibrì rossi. Guardava sentendosi in pace con il mondo Isaac, Scott e Melissa giocare una partita ad Uno; Lydia, Jackson e Kira chiacchieravano sorseggiando del succo d’arancia con ghiaccio mentre Peter e Noah si occupavano della carne sulla brace, litigando su chi dovesse essere quello a comandare e considerando il desiderio di potere di potere dell’ex Alpha e la mania di controllo dello sceriffo, Derek già sapeva che sarebbe dovuto intervenire ovviamente in favore del suocero.

« Preferisci un maschio od una femmina? » domandò per la prima volta la ragazza prima di catturare tra le labbra la cannuccia del suo bicchiere pieno di succo alla pera e ketchup. Disgustoso, ma a lei piaceva.

L’Alpha fece scattare un sopracciglio in alto, credendo in una domanda trabocchetto, insicuro se dovesse realmente rispondere o semplicemente… « E non ti azzardare a dire non importa, basta che sia in salute perché potrei castrarti. Anzi no, sarebbe una perdita anche per me, facciamo che ti porto a fare una vasectomia. » aggiunse la Stilinski salvandolo appena in tempo perché stava per dire quelle stesse esatte parole. Si schiarì la gola, scegliendo attentamente quali parole usare per non far scattare qualche attacco d’ira da parte della fidanzata « Vorrei un maschio » disse e alzò una mano quando la vide aprire la bocca per parlare « così che, quando avrà una sorella, potrà proteggerla e spaventare tutti i ragazzi che penseranno di poter essere all’altezza di uscire con lei. » concluse ricordandosi di come suo padre gli avesse detto dolcemente, il giorno della nascita di Cora, che lui era suo fratello maggiore e che doveva proteggerla. Doveva ammettere di non aver fatto poi un gran lavoro, ma stava sistemando le cose lentamente.

Stiles sorrise, sciogliendosi all’idea dell’Alpha che pensava già ad avere un secondo figlio, del loro futuro insieme. Si avvicinò maggiormente al fidanzato posando la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi senza trovare le parole per rispondere a quel pensiero dolce che aveva fatto. Certo, sapeva che era un pensiero un po’ sessista, ma era anche confortante sapere che c’era qualcuno che tenesse a te in maniera particolare, come quando Scott le era sempre stato accanto durante le loro serate nei locali, accorrendo in suo aiuto quando qualcuno si faceva troppo insistente.

Videro Lydia marciare verso di Scott e capirono immediatamente che era giunto il momento di scoprire il sesso del bambino. Derek aiutò Stiles a mettersi in piedi, tenendole un braccio mentre l’accompagnava al centro del giardino. I loro cuori battevano così in fretta che tutti i licantropi credettero in un infarto di coppia, soprattutto da parte di Derek.

Scott si avvicinò a loro tenendo un ombrello e Stiles capì immediatamente cosa doveva fare. Lo afferrò e attese che Derek mettesse la mano sulla sua prima di puntarlo verso il cielo e spingere il bottone per aprirlo.

Blu.

Del fumo blu stava uscendo dall’ombrello. Aspettavano un bambino.

♠♠♠

Stiles aveva iniziato ad odiare tutti, dopo la prima settimana nel nono mese di gravidanza. Non lasciava entrare nessuno in camera sua, non permetteva a Derek di lasciarla un attimo da sola e aveva severamente vietato a chiunque di anche solo pensare di mettere piede nella Villa.

Derek guardava preoccupato la pila di coperte sistemate sul loro letto domandandosi cosa dovesse farci, considerando che erano i primi di settembre e che faceva caldo. La osservava silenzioso seduto sulla sedia del vanity della ragazza, attento a non respirare troppo pesantemente per non disturbarla, mentre cercava di non farsi vedere intento a mandare un messaggio d’aiuto a Deaton.

Non che avesse paura della ragazza, sapeva che non lo avrebbe avvelenato con lo strozzalupo che teneva in tasca, ma non poteva che preoccuparsi della sua salute mentale. Sembrava aver completamente perso il senno e aveva perfino rifiutato la visita del padre di quella mattina. Una cosa pazzesca, considerando quanto la ragazza volesse bene al genitore.

Stiles sistemò dei cuscini all’interno della piccola apertura tra le coperte, come se cercasse di ricreare l’entrata di una caverna, ma non sembrava essere soddisfatta, buttando tutto giù per ricominciare. La cosa peggiore era il fatto che rimanesse in silenzio, una cosa talmente inusuale per lei e non si stava nemmeno lamentando dei dolori alla schiena per il peso del bambino come faceva solitamente appena stava più di dieci minuti in piedi. Era tutto molto strano e Derek non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo.

La risposta di Deaton arrivò in fretta grazie al cielo, in poche righe spiegò che Stiles stava nidificando, in parole povere stava creando il luogo dove avrebbe dato luogo al suo bambino con la protezione dell’Alpha, lontana da qualsiasi persona potesse essere un pericolo per loro. E, oh, Derek non ne era molto contento.

Se il parto dovesse avere delle complicazioni, come poteva lui intervenire? Doveva assolutamente parlare con Stiles, anche se in quel momento così delicato non gli sembrava il caso.

Si chiarì la gola cercando allo stesso tempo di non fare troppo rumore, ben sapendo quanto fosse suscettibile nell’ultimo periodo la ragazza. Si alzò dalla sedia avvicinandosi lentamente al nido, ancora insicuro su come intavolare l’argomento, ma non dovette sforzarsi poi tanto in quanto Stiles, sentendo l’Alpha vicino gli si buttò addosso piagnucolando su quanto fosse incapace nel creare il nido che avrebbe visto dar la luce a loro figlio.

L’uomo se passò dolcemente una mano tra i capelli castani, stringendola contro il suo petto mentre lentamente la faceva sedere sulle sue gambe nel tentativo di consolarla « Tranquilla, Stiles, va tutto bene. » mormorò tra un piccolo bacio e l’altro lungo il viso, ma la ragazza non si tranquillizzò « Non posso partorire senza un nido, Derek! » esclamò senza rendersi conto di quanto suonasse strano.

Il licantropo inarcò un sopracciglio « Ma Stiles, dobbiamo andare in ospedale per partorire. » disse titubante, impaurito per la reazione che sarebbe potuta arrivare, ma cercò di ricordarsi di sua madre. Lei aveva avuto parti in casa o all’ospedale? Non riusciva minimamente a ricordarselo e d’un tratto si chiese cosa avesse fatto suo padre in quella situazione.

« No! » urlò Stiles « Nessuno deve avvicinarsi, Derek! E se vogliono fare del male al bambino? » domandò ormai piangendo, un turbine di emozioni negative che le scuotevano il petto. Sapeva che la dottoressa le aveva detto di evitare di sforzarsi e di evitare le forti emozioni, per non innervosire il bambino, ma proprio non ce la faceva. Doveva prepararsi, suo figlio stava arrivando e lei non era pronta.

Derek sospirò afferrandole le mani « Ti prometto, Stiles, che nessuno farà del male al bambino o a te. Sarò lì ogni secondo, saremo io e la dottoressa Parker, te lo prometto. » disse obbligandola a guardarlo negli occhi. La ragazza non sembrava ancora completamente tranquilla, ma annuì lentamente guardando dubbiosa quello che rimaneva del suo tentativo di fare un nido.

L’opzione migliore era andare in ospedale, ma proprio non riusciva a fidarsi, temeva qualche cacciatore potesse introdursi e rapire suo figlio e ucciderlo. Era paranoico da pensare, ma non poteva farne a meno considerando quante volte i cacciatori l’avevano ferita nel trascorrere degli anni.

La ragazza annuì, sentendosi finalmente più tranquilla, riuscendo ad addormentarsi dopo tutta la fatica sprecata nel tentativo di creare il suo nido.

♠♠♠

La dottoressa Parker ne aveva visti di parti, ma quello di Stiles era particolare. Le luci dell’ambulatorio erano scoppiate e c’era del vento. Derek le stringeva la mano mentre lei urlava con tutta le sue forze, spingendo per mettere alla luce loro figlio. Intorno a loro si era creata una luce che sembrava quella delle lucciole, dando la visibilità necessaria alla Parker.

« Vedo la testa, manca poco! » urlò cercando di superare il rumore del vento che stava facendo tremare le finestre. Sperò con tutto il cuore che dall’esterno non accorresse nessun altro medico perché sarebbe stato difficile spiegare quella scena a dei semplici umani.

« Non ce la faccio, fa troppo male! » urlò la donna piangendo, il dolore che le sembrava volerla uccidere. Stiles sentiva di non potercela fare, che una volta messo alla luce il bambino lei sarebbe morta. Era così doloro, sentiva come se la stessero tagliando a metà. Si girò verso Derek, chiedendogli scusa con gli occhi per la sua debolezza.

Il licantropo si fece più vicino, cercando di assorbire quanto più dolore possibile, ma era troppo. Stiles stava provando un tale livello di sofferenza che nemmeno lui riusciva a sopportarlo. Pensò di far entrare gli altri licantropo per spartire maggiormente il dolore, ma questo forse avrebbe peggiorato la situazione ben sapendo come Stiles si sarebbe sentita in pericolo per la vita del loro bambino.

« Andrà tutto bene, amore mio, andrà tutto a meraviglia. » provò a rassicurarla passandole una mano tra i capelli, ma i suoni emessi dai monitor che controllavano le sue funzioni vitali non promettevano nulla di buono. La dottoressa Parker iniziò a puzzare di agitazione mentre cercava di far uscire il più velocemente possibile il bambino e questo non fece altro che far agitare l’Alpha.

« Derek, voglio mio padre, ti prego, fallo entrare. » ansimò la donna continuando a spingere per far uscire suo figlio, non preoccupandosi dei fastidiosi rumori emessi dai monitor. Doveva mettere alla luce il suo cucciolo, doveva concentrarsi solo su quello, ma non poteva negarsi di vedere per l’ultima volta suo padre. Il fidanzato non la lasciò sola, gli bastò parlare per farsi sentire da Isaac che era proprio fuori la porta.

Noah entrò correndo a posizionarsi vicino alla figlia, come se non ci fosse un forte vento e una luce misteriosa. In quel momento sapeva solamente che sua figlia aveva bisogno di lui e niente gli avrebbe impedito di raggiungerla.

« Un ultima spinta, Stiles! » esordì la dottoressa Parker e Stiles lo fece, diede un’ultima dolorosa spinta sentendo come il lontananza il dolce pianto di suo figlio, poi chiuse gli occhi.

♠♠♠

Derek camminò lento verso la Villa, le mani piene di suo figlio di appena due mesi e la spesa. Iniziava a fare freddo e si appuntò di dover andare a procurarsi della legna per il camino in modo da riuscire a riscaldare l’intera abitazione.

« Siamo quasi a casa, Logan. » borbottò recuperando dalla tasca dei jeans le chiavi di casa, fermandosi sul portico sentendo l’odore del Branco all’interno. Non c’era giorno in cui qualcuno non venisse nella sua dimora e non sapeva se esserne contento od infastidito.

Entrò puntando dritto al salotto dove sapeva di trovare gli altri, così da lasciare il piccolo Logan e poter andare a sistemare la spesa in cucina. Appena vi mise piede venne travolto dai versi estasiati delle ragazze alla vista del bambino, alzandosi in piedi pronte ad afferrarlo « Hey, quello è mio figlio, lasciatemelo! » la voce allegra di Stiles fece sorridere Logan e Derek lo posò tra le braccia della donna.

« Ecco il mio piccolo principe. » sussurrò aprendo lentamente la tutina imbottita, spogliandolo lentamente. Lydia scattò una foto sorridendo, decisa ad averne il più possibile perché non capitava ogni giorno di avere un mini Alpha da coccolare.

Scott aiutò l’Hale a portare la spesa in cucina, sapendo di lasciare Stiles in buone mani « Non è molto felice. » disse il messicano catturando l’attenzione del nato licantropo « Vuole alzarsi e camminare, ma nessuno glielo lascia fare. » spiegò guardando sconsolato la ragazza rilegata sulla sedia a rotelle da quando aveva era uscita dall’ospedale.

Il parto era stato senza dubbi ricco di complicazioni e avevano rischiato di perderla, fortunatamente la dottoressa Parker era riuscita ad evitare il peggio usando le sette erbe, ma questo non voleva dire che non ci voleva tempo prima che Stiles si sarebbe rimessa in sesto e Derek non voleva rischiare di incorrere ad altre complicazioni, anche se questo voleva dire subire il broncio arrabbiato di Stiles per tutto il giorno.

« È per il suo bene. » rispose sbuffando, ancora non completamente ripreso dallo spavento che gli aveva fatto prendere. Quando l’aveva vista chiudere gli occhi sul lettino d’ospedale e le mistiche luci spegnersi lasciandoli al buio, aveva creduto di essere rimasto solo, un’altra volta. Forse era stato per la gioia di vederla stare bene che le aveva permesso di chiamare suo figlio come un personaggio degli X–MEN, anche se non disprezzava completamente il nome Logan.

Scott annuì, comprensivo, immaginando che avrebbe fatto lo stesso con Kira in una situazione analoga. Finì di aiutare ed insieme tornarono in salotto, godendosi la vista di Stiles passare dolcemente la punta dell’indice lungo il contorno delle labbra del bambino, guardandolo come se ci fossero solamente loro.

Derek sorrise, la sua vita era così bella.

♠♠♠

Logan aveva iniziato a parlare, dicendo piccole parole come mama, papa, ‘cott, lu’o e altre che sentiva giornalmente dai suoi genitori. Erano sdraiati sul letto, nelle tarde ore del mattino di domenica. Stiles leggeva svogliatamente le ultime righe scritte per la tesi mentre Derek era sdraiato accanto a lei e giocava con dei pupazzi insieme a Logan.

La stanza era riempita dalle risate del bambino, divertito dalle voci del padre mentre impersonava i diversi personaggi.

« E chi l’avrebbe mai detto che il Sourwolf fosse capace di fare lo scemo. » disse Stiles chiudendo il laptop e posandolo sul comodino, guardando con amore i suoi due uomini giocare distogliendola dai suoi doveri.

L’Alpha per scherzare schiaffeggiò la coscia della fidanzata e prima ancora di staccare la mano dalla carne della giovane si ritrovò con una manina schiaffata sul viso. Cadde il silenzio, sia Stiles che Derek si girarono a guardare il bambino che ora sembrava sull’orlo delle lacrime « No ‘ote a mama. » balbettò con il labbro inferiore che tremava.

La ragazza non resistette e scoppiò a ridere, correndo ad afferrare Logan e tirarselo al petto per riempirlo di baci. Il suo ometto l’aveva appena difesa dal grande e cattivo Alpha.

Derek non sembrò nemmeno arrabbiarsi, tutt’altro, era contento dell’istinto protettivo del figlio nei confronti della madre.

Erano proprio una bella famiglia e Derek non vedeva l’ora di allargarla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About Satan and Hell:

Eccomi qua ragazzuoli con il continuo di Let’s go hide in Estonia!

Scritta in seguito a numerose richieste sia qui che su Wattpad, non so come mi sia uscita, ma questa volta posso dirvi che ci sarà un seguito di sicuro, senza che dobbiate pregarmi ^.^

Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi, cercherò di rispondere il più presto possibile.

Fatemi sapere cosa ne pensate e non dimenticatevi che vi adoro.

Sel



   
 
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