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Autore: BakemonoMori    01/03/2018    0 recensioni
I ricordi di un protagonista stremato accompagnano il suo ultimo tragitto, mentre perso con la mente viaggia tra immagini del passato, cercando il modo di rendere meno faticoso questo duro cammino.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neve candida solcava il mio sguardo, mentre malato sedevo sul divano del mio salotto; coperta sulle
gambe, bevanda calda al fianco destro e televisore acceso su programmi casuali e di poco interesse.

Non ero veramente concentrato su qualcosa, fissavo la finestra oltre la quale lenti fluttuavano quei delicati
frammenti di cielo.

Mentre con la mente vagavo, immagini di leggiadre creature delle nevi varcavano i miei pensieri, facendomi
sognare di poterle un giorno incontrare.

Passavano i giorni mentre solo mi godevo quell’immacolato panorama, i miei genitori non parevano
apprezzare, per loro tutto era dato per scontato; mio fratello maggiore, troppo concentrato su sé stesso
per ammirare questo spettacolo della natura. Infine il mio gatto, unica beata creatura disposta a tenere
compagnia ad un malato miserabile come me. Amavo quella docile bestiolina.

Ricordo ancora il freddo di quelle giornate affiancato al tepore di casa, le coccole del mio animaletto, quello
spettacolo celestiale e le giornate passate a letto.

Nessuno immagina quanto nostalgia io provi verso quelle giornate di pace; a quei tempi, innocentemente
beato credevo di potermi permettere intere giornate di ozioso riposo.

Rammento i soli e le lune visti trascorrere e mutare, ricordo il timore delle decisioni e tutt’ora percepisco la
sofferenza degli errori, delle perdite e del tempo gettato all’aria.

Ancora una volta mi ritrovo a letto, dalla finestra scorgo il limpido giardino, irradiato dalla mite luce del
sole, immaginando il caloroso piacere provato se solo potessi farmi nuovamente stringere dal tiepido
abbraccio di Elio, nonostante diversa sia la visita che pazientemente attendo.

Mi perdo ancora nei pensieri, distraendo una volta di più la mia mente dal sonno che senza sosta la assale;
questa volta ho deciso, non devo dormire.

Non posso permettermi un sonno tranquillo, non da quando la consapevolezza di non sapere quando poi
mi sveglierei mi ha travolto.

La paura invade nuovamente le esauste membra di questo sciagurato, mentre solitario cerca di affrontare i
suoi malanni. I genitori mi hanno da tempo abbandonato, mio fratello, a lungo felicemente sposato, non è
neppure al corrente dell’attuale situazione di un così stretto parente.

La mente divaga una volta di più tra gli argomenti più disparati pur di allontanarsi dalla sofferente
situazione: i primi amori, i bei momenti di amicizia, il dolore della solitudine, il sole, la neve...

Calde lacrime solcano questo straziato viso, un sorriso si forma sulle mie labbra, mentre ancora penso a
quella gelidamente accogliente giornata, quando noncurante mi gettai malato tra la pura neve, nel
momento in cui, finalmente unita, la mia famiglia si svagò al mio fianco. Quando per la prima volta in vita
mia mi sentì felice.

Un gelido brivido mi attraversa nel rigido freddo di questa buia stanza, fintanto che, pensando ad altro,
non mi accorgo della luna che ora sovrasta il cielo stellato

La neve, non riesco a togliermi dalla mente quell’immagine, la prima nevicata che ha attraversato la mia
vista; la pungente sensazione sul palmo delle mani, la gioia di una famiglia unita ed il tepore della serata
attorno al camino.

Non sono mai riuscito ad avere una relazione stabile con una donna, non mi sono mai sposato, ho sempre
vissuto da solo, da quando, a 20 anni, me ne sono andato di casa.

Mi sono sempre mantenuto con lavori occasionali, nessuna certezza e salario minimo. Ho approfittato di
queste poche occasioni per godere dei piccoli piaceri della vita; certamente non rimpiango nulla, ma mi
sarebbe piaciuto realizzare i sogni accumulati nel passato.

D’altro canto, a contrastare la mia malasorte c’è sempre stata una buona salute, nonostante alla fine si
giunga sempre alla stessa conclusione.

Nel tempo sempre più gravi malattie si sono impossessate delle mie membra, inizialmente nulla di cui
preoccuparsi, ma proprio per questa mia noncuranza mi ritrovo ora, in veneranda età, sul mio letto di
morte.

Come già detto non ho grandi rimpianti, ho vissuto una lunga vita che mi sono saputo godere. Lacrime agli
occhi sgorgano al ricordo dei bei tempi vissuti, un sorriso sul volto mi rammenta la vita trascorsa.

Ed ecco che, a lungo attesa, la mia ospite giunge al mio fianco, stringe la sua ossuta mano alla mia, mi alzo e
la seguo lungo il lungo viale che conduce all’eterno riposo, dolce sonno eterno.

Neve candida solca il mio cammino, mentre guarito dagli affanni abbandono il mio disgraziato corpo,
seguendo la tetra fanciulla che intreccia il destino di tutti i mortali.

Ringrazio per la vita passata, prego per la pace futura e medito, seguendo l’inesorabile sentiero della
luminosa oscurità.

   
 
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