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Autore: katyjolinar    02/03/2018    4 recensioni
Liberamente ispirata all'anime Sword Art Online.
In un futuro non troppo lontano un gruppo di persone da tutto il mondo ha la possibilità di vivere un'avventura fantastica come vichinghi in un mondo in cui esistono i draghi, grazie alla Realtà Virtuale
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente si presero una pausa dalla ricerca. Astrid si concentrò maggiormente sulle sue mansioni al villaggio e Hiccup si sistemò davanti alla bottega del fabbro, a un tavolo basso che faceva da sua postazione personale, per controllare la protesi, che andava ripulita e aggiustata ogni tanto per poter funzionare al meglio.
Inginocchiato per terra, seduto sul proprio tallone, era concentrato sulla pulizia di un pezzo quando Moccicoso si avvicinò, con aria spavalda, scortato dai gemelli e da Gambedipesce, che sembrava volerlo far desistere da qualsiasi cosa volesse fare.
"Che vuoi, Moccicoso?" domandò il giapponese, senza alzare gli occhi dal suo lavoro "Se hai bisogno di affilare l'ascia chiedi a Skarakkio; io sono in pausa."
"Sai, dicono che hai colpito un Furia Buia con quel tuo marchingegno, l'altro giorno." rispose l'altro, mentre Tufo e Bruta ridevano dietro di lui "Certo è strano che una schiappa come te ci sia riuscito."
"Perchè strano? Sono pur sempre un beta tester. Potrei conoscere cose che tu non sai." spiegò Hiccup, poggiando i pezzi della sua protesi e spostandosi, in modo da poter essere faccia a faccia con il moro, ma rimanendo nella sua posizione seduta tipica orientale.
"Certo, sei un beta, ma a mio parere sei tra le schiappe." continuò il canadese, inginocchiandosi per guardarlo più da vicino, e ridendo nel suo modo bullo "Altrimenti occuperesti un posto di maggior rilievo, non credi? Non saresti qui a fare l'apprendista fabbro, ma da qualche parte ad aumentare il tuo livello di combattimento e cercare un modo di passare il primo boss, ovunque esso sia."
"Suppongo che tu lo stia facendo." disse il giovane fabbro, poggiando le mani sulle ginocchia e distogliendo lo sguardo "Visto che, a tuo dire, i migliori giocatori dovrebbero allenarsi per cercare il boss del primo livello, suppongo che tu ti stia impegnando negli allenamenti."
"Eh? Certo che lo sto facendo!" esclamò Moccicoso, tirandosi su e raddrizzando la schiena, ma sembrava preso alla sprovvista.
"Davvero? A che livello sei nella resistenza e nel combattimento?" chiese Hiccup, a bruciapelo.
"Non... ehm... non sono affari tuoi!" balbettò Moccicoso, cercando di ignorare le risate dei gemelli, che ormai avevano iniziato a ridere anche di lui "Ma di certo ho un livello superiore al tuo!"
Per enfatizzare quelle parole, cercò di spingerlo via con un calcio, ma prima che potesse accorgersene era bloccato a terra, con un braccio storto dietro la schiena.
Testa di Tufo e Testa Bruta si zittirono di colpo, mentre Hiccup continuava a tenere Moccicoso bloccato per terra, usando il minimo sforzo.
"Che succede qui?!" esclamò Astrid, avvicinandosi al gruppo, con la sua ascia in mano.
"Astrid, mia dea!" la chiamò il moro, salvo poi fare un verso di dolore quando l'altro strinse la presa sul braccio.
"Ehm... M... Moccicoso ha... ha detto delle cose a Hiccup sulla faccenda del Furia Buia..." spiegò Gambedipesce, tremante, poichè la bionda sembrava piuttosto arrabbiata "E lui non l'ha presa bene."
La ragazza li guardò, incrociando le braccia al petto, e poi si rivolse al giovane fabbro.
"Hiccup, lascialo andare." disse, calma, ma il ragazzo aumentò di nuovo la stretta, provocando un'esclamazione di dolore da parte del canadese "Ho detto che devi lasciarlo andare!"
A quel punto il castano obbedì e mollò la presa. Moccicoso si alzò in fretta, massaggiandosi la spalla, e Astrid lo prese per un orecchio.
"Ahi!" si lamentò "Ma perchè?"
"Chiedigli scusa!" ordinò, e all'esitazione dell'altro ripetè "Chiedigli scusa per quello che hai detto. I giapponesi ci tengono a queste cose, quindi ora gli chiederai scusa come si deve!"
"Scu... scusa...." balbettò. Astrid strinse la presa e il ragazzo urlò "Ahi! Scusa! Scusa! TI CHIEDO SCUSA!"
Hiccup scosse la testa, sistemandosi bene in ginocchio, seduto sul tallone, e si inchinò leggermente.
"Accetto le tue scuse." rispose, per poi rivolgersi all'amica "Astrid, puoi lasciarlo andare."
La giovane lasciò andare l'altro, che si allontanò insieme ai gemelli, i quali ancora erano piegati dal ridere. Scosse la testa e si sedette a terra, vicino al tavolino basso dove il castano stava lavorando, imitata da Gambedipesce.
"Crede di essere Wolverine, e invece è solo una mezza cartuccia..." commentò il giovane fabbro, rimontando la protesi.
"È solo un bulletto." disse il biondo, guardandosi intorno "Ho esperienza con i bulli, fuori di qui; bisogna solo ignorarli e prima o poi si sgonfieranno."
"Lo so, ma aveva passato il segno." si lamentò Hiccup, agganciandosi la gamba di ferro a ciò che restava della sua.
"Non dovevi provocarlo." si intromise la ragazza, aiutandolo a stringere le fibbie attorno alla gamba "Anche io ho esperienza di bullismo, ma dall'altro senso. So come ragionano, per questo ti dico di lasciarlo perdere."
Gambedipesce la guardò, aprendo la bocca per parlare di nuovo, ma Hiccup lo fermò, si alzò in piedi e trascinò via Astrid, con la scusa che avevano da fare.
Poco dopo erano al limite del bosco, sul sentiero di nord ovest, e il castano si fermò, guardandosi intorno.
"Voglio tornare a cercare quel branco." la informò.
"Come? Ma a quest'ora chissà dove saranno! Potrebbero essere in un'altra isola." obiettò lei, affiancandolo.
"Non credo. Ho un presentimento, fidati di me." rispose il giovane, afferrandole la mano e camminando spedito lungo il sentiero.
Restarono in silenzio per parte del tragitto, finchè il ragazzo non sembrò prendere coraggio per parlare.
"Hai detto di avere esperienza di bullismo nell'altro senso." disse "Significa quello che penso?"
Astrid esitò, e poi annuì, restando a testa bassa.
"Là fuori avevo problemi di gestione della rabbia, da quando i miei si sono separati." confessò "A scuola ho iniziato a dare problemi e prendermela con i più deboli, così mi hanno mandato da uno psicologo; per farla breve, oltre alla terapia normale mi è stato consigliato di scaricare la rabbia nei videogiochi..."
"Quindi è per questo che sei qui? È parte della terapia?" chiese il ragazzo, sorpreso "Ed è per questo che sei così violenta, a volte?"
"Dentro DKO è tutto difficile... ed è così realistico che non sempre riesco a controllarmi... gli sparatutto mi aiutavano, ma volevo provare qualcosa di nuovo, così ho convinto mio padre a comprarmi la console con questo gioco... ma qui, con tutto quello che sta succedendo, posso solo contare sulla seconda parte della terapia."
"Cioè?"
"Nel mondo reale era difficile praticarla questa parte... impossibile." ammise la bionda, abbassando lo sguardo "A scuola nessuno dei miei compagni si fidava a starmi vicino... chi vuoi che si avvicini a un bullo? Hanno tutti paura di lui... però secondo lo psicologo avrei dovuto aiutare almeno una delle vittime a liberarsi dei bulli e seguirla finchè non si fosse ripresa. Diventarne amica, in poche parole."
Il giovane si fermò, guardandola serio.
"Stai dicendo quello che penso?" chiese.
Astrid annuì, evitando il suo sguardo, e Hiccup le poggiò una mano sulla testa.
"Credo di aver dimostrato di essere in grado di difendermi da solo dai bulli." ammise "Però un aiuto mi è utile, quindi se vuoi puoi continuare a seguirmi."
La bionda sorrise debolmente, mentre l'amico le scompigliava i capelli. Arrossì e, senza preavviso, gli tirò un leggero pugno sul torace.
"Così mi rovini la treccia!" si lamentò.
Il ragazzo scosse la testa, alzando gli occhi al cielo, infine le afferrò la mano e riprese la marcia.
Arrivati in prossimità del fiordo sentirono un gran baccano. Il giovane si affacciò dalla scogliera per sbirciare.
Come sospettava, il branco era lì, raccolto attorno al Furia Buia, il quale aprì le ali e spiccò il volo, passando radente sulla loro posizione, ma subito precipitò, con un urlo di frustrazione, tornando vicino ai compagni.
"Cosa..." sussurrò Astrid, affiancando il castano, che prese dalla tasca il suo taccuino e il carboncino e fece un veloce schizzo dell'animale.
"Perchè non volano via?" chiese l'altro, osservando il disegno, per poi cancellare una parte della coda, notando che quella dell'animale era asimmetrica.
Ma nel farlo perse la presa del carboncino, che cadde giù. Il leggero rumore attirò l'attenzione del branco, e tutti i draghi si voltarono verso i due ragazzi.
L'Incubo Orrendo ruggì e prese fuoco, pronto ad attaccarli, ma il drago nero lo fermò con un verso autoritario, per poi posare lo sguardo su Hiccup, in un'espressione indecifrabile.
La bionda era bloccata dal terrore, e l'amico dovette trascinarla giù, così che potessero stare entrambi al riparo. Lei fece per urlare, ma la mano del ragazzo si posò sulla sua bocca, così che la pressione le impedì di emettere qualsiasi suono.
Attesero per qualche minuto e poi la trascinò via, di corsa. Quando furono a distanza di sicurezza si fermarono per prendere fiato.
"Dobbiamo avvicinarci di più." sentenziò Hiccup, ma venne subito investito da una raffica di pugni.
"Tu sei pazzo!" esclamò lei, isterica "Vuoi farci uccidere!"
"Fidati di me, sono certo che non ci succederà nulla." la tranquillizzò il castano, afferrandole i polsi "Se volevano farci del male lo avrebbero già fatto."
La giovane tremò leggermente, mentre l'altro mollava la presa, e poi poggiò la fronte sul petto dell'amico e annuì.
Hiccup la strinse, lasciandola calmare. Certo, in quel momento non sembrava affatto la bulla che diceva essere stata, ma poteva capirla.
In fondo, quel mondo virtuale in cui erano bloccati stava tirando fuori da ciascuno di loro caratteri e capacità che non avevano mai pensato di avere.
   
 
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