Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: minsugasbitch    02/03/2018    0 recensioni
"Mi hai rubato il ragazzo già una volta, Yoongi, cosa ti fa pensare che te lo lascerò fare di nuovo?"
"Jimin non è il tuo ragazzo. E, se vuoi proprio sapere come la penso, io direi anche che preferisce me."
"Stiamo a vedere chi arriva prima, allora."
In una competizione, ci sono sempre almeno un perdente e un vincitore. Certo, a meno che entrambi non perdano di vista il premio, troppo occupati ad innamorarsi l'uno dell'altro.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4.

 

Da: Min Yoongi
A: Park Jimin
Non vedo l'ora di rivederti ballare, Park Jimin.

Da: Park Jimin
A: Min Yoongi
Ti lascerò a bocca aperta, hyung, vedrai.

Yoongi sorrise, riponendo il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni scuri.

"Yoongi-hyung?" 
"E' aperto." Jimin entrò in camera del biondo, un sorriso timido sul volto. "Vai già via?" il ragazzo annuì.
"Sì, Jungkook si è offerto di accompagnarmi a casa." dietro di lui, Yoongi riuscì a scorgere la figura del moro, che lo stava guardando con un ghigno.
"Oh, capisco. Allora ci si vede, ragazzi." Jimin lo guardò per un attimo, prima di rispondere al saluto.
"Dai, Chim, andiamo." Jungkook prese il ragazzo per il polso, invitandolo ad uscire dalla camera del biondo.
Yoongi si toccò un polso ancora arrossato, ripensando alla scena che un paio d'ore prima aveva avuto luogo proprio nella sua camera.
"Aspetta." Jimin gli rivolse un sorriso, rimuovendo con gentilezza la mano del moro dal suo polso. "Yoongi-hyung, se non sono troppo invadente, posso chiederti il numero di telefono?"
L'occhiata che Jungkook gli rivolse gli fece accapponare la pelle.
"Ma certo, Jimin-ah." rispose il maggiore, continuando a fissare il moro alle spalle del ragazzo, il cui sorriso era ormai sparito.

"Ancora non posso crederci che sei venuto di tua spontanea volontà, Suga. Cioè, non avevo nemmeno intenzione di chiedertelo!" Hoseok, si voltò nella sua direzione, continuando a camminare all'indietro. "E non hai nemmeno voluto prendere la macchina!"
"Mi raccomando, Hobi, fatti investire da qualche macchina." 
"Sei qui per Jimin, eh? È con lui che messaggi ininterrottamente da una settimana?" il biondo affrettò il passo, superandolo.
"Non sono cazzi tuoi, Hobi." commentò a bassa voce, finalmente raggiungendo l'ingresso della palestra.
"Sì che lo sono! Se riuscirai a scopare di nuovo sarà solo grazie a me, brutto ingrato; abbi almeno la decenza di coinvolgermi!" il biondo non riuscì a trattenere una smorfia, pensando a quanto schifosamente ambigua fosse quella frase.
"Abbassa la cazzo di voce, coglione, o la gente inizierà a pensare cose strane."

I due entrarono all'interno della sala in cui si sarebbe tenuta la lezione, aspettando l'arrivo dei vari ragazzi.
Dopo una decina di minuti, Park Jimin fece finalmente il suo ingresso, con addosso un paio di pantaloni di tuta diversi da quelli che aveva indosso la prima volta che l'aveva visto, che erano ben più larghi. Vuole farmi impazzire.
Immediatamente, Jimin cercò con lo sguardo il più grande, trovandolo seduto esattamente allo stesso posto della volta precedente.
Si avvicinò a lui, sorridente. Quando fu abbastanza vicino, Yoongi fu sul punto di salutarlo, ma Jimin si rivolse invece ad una ragazza che stava già facendo stretching proprio di fronte al biondo. Le disse qualcosa all'orecchio, e la ragazza annuì. Poi, si alzò da terra, e si andò a sedere da un'altra parte. 
Jimin prese il suo posto, sedendosi per terra di fronte a Yoongi. 
Ti lascerò a bocca aperta, gli aveva detto.

Jungkook, ancora una volta, arrivò a lezione iniziata, e fu costretto a mettersi vicino alla porta, abbastanza distante da Jimin e...Yoongi.
Sbuffò, notando che gli occhi del maggiore erano puntati sulla figura di Jimin, che seguiva attentamente le istruzioni di Hoseok, compiendo movimenti impeccabili.
Frequentava Jimin da mesi, ormai, e aveva avuto modo di conoscere e comprendere alcuni tratti della sua personalità che venivano fuori solo quando il ragazzo si sentiva abbastanza in confidenza con qualcuno.
Nonostante Park Jimin fosse, all'apparenza, un ragazzo molto timido, e apparisse incredibilmente innocente, la verità era ben diversa.
Quando voleva, Jimin sapeva essere un vero uragano, ed era capace di stregare qualsiasi ragazzo.
Per muoversi in quel modo davanti al biondo, per comportarsi, soprattutto, in quel modo, di sicuro Yoongi doveva aver attirato la sua attenzione. No, cazzo, non di nuovo.
La gelosia e la rabbia lo destabilizzarono a tal punto da fargli commettere diversi errori, che non passarono affatto inosservati.
"Kookie? È tutto okay?" Hoseok chiese, mentre tutti si fermarono a guardarlo.
Imbarazzato, Jungkook si grattò la nuca, abbozzando un sorriso.
"Sì, hyung, scusa, sono solo un po' giù di tono." il rosso annuì, riportando poi l'attenzione di tutti su di sé.
L'unico che non sembrava volergli staccare gli occhi di dosso, era proprio Min Yoongi. I due si fissarono, Jungkook tremendamente irritato, Yoongi con un'espressione vittoriosa stampata in faccia. Il moro, prestando attenzione a non farsi notare, mimò un "vaffanculo" con le labbra, a cui il biondo rispose con un sorriso. 

Quando la lezione fu conclusa, Jimin sparì in fretta, senza aver nemmeno salutato il maggiore, proprio come la prima volta.
Questa volta, però, il biondo decise di non lasciarlo scappare così facilmente. 
"Aspettami fuori." disse al rosso, prima di uscire dalla sala e fiondarsi all'interno degli spogliatoi.

"Ma che ci faceva di nuovo qui?" 
La voce di Jungkook fu la prima che Yoongi sentì, non appena ebbe messo piede all'interno degli spogliatoi maschili. Chiuse la porta lentamente, senza fare rumore, e si nascose dietro uno dei tanti muri che divideva le singole docce. Fortunatamente, ad eccezione dei tre, sembrava non esserci nessun altro.
"Sono stato io a chiedergli di venire." rispose Jimin. 
Il biondo, sporgendosi in avanti, lo vide togliersi la canottiera, per poi prendere dal suo borsone una maglietta pulita.
Jungkook, intanto, si voltò dall'altro lato. Già, come se non stessi morendo dalla voglia di guardare, pensò Yoongi.
"Ti piace Suga, per caso?" 
Jimin, dopo aver indossato la maglietta pulita, ripose l'altra all'interno della borsa, senza prestare particolare attenzione all'altro. 
"Ci conosciamo da una settimana, Kookie, è ancora presto per dirlo!" disse, poi, voltandosi finalmente verso il minore. Yoongi, troppo lontano, non poté accorgersi delle guance rosse dall'imbarazzo di Jimin, che invece Jungkook vedeva benissimo, così vicino. Il moro sbuffò. "E poi, come mai lo chiami così? Non pensavo foste così in confidenza!"
"Oh, quindi non lo sai?" nonostante, da quella posizione, Jungkook gli desse le spalle, Yoongi era sicuro che in quel momento il moro stesse sorridendo. Non vorrà sul serio dirglielo.
"Sapere cosa?"
"Io e Yoongi ci conosciamo da una vita, si può dire." si limitò a dire il più piccolo. Da una parte, il fatto che Jungkook avesse deciso di tenere la boccaccia chiusa lo fece sentire più sollevato; dall'altra, invece, poteva immaginare che il motivo per cui non avesse detto nulla a Jimin non promettesse nulla di buono. "Non te l'ha detto?" Jimin scosse il capo.
"Non è poi così importante!" disse poi, sollevando le spalle. Afferrò la tracolla del borsone e se la portò sulla spalla. "Ci vediamo giovedì, Kookie."
Jungkook, però, prima che l'amico potesse allontanarsi, lo prese per l'avambraccio, fermandolo. Cristo, ma allora ce l'ha per vizio.
"Aspetta." Jimin abbassò lo sguardo sulla mano ferma del moro sul suo braccio, per poi rialzarlo e puntarlo su di lui. Jungkook ritrasse immediatamente la mano. "Scusa."
"Che c'è, Jungkookie? Devo tornare a casa."
"Non voglio che parli con Yoongi." disse il più piccolo a bassa voce, tanto che il biondo, da dov'era, ebbe qualche difficoltà a sentirlo. Jimin rise.
"Cosa? E perché non dovrei?" chiese, poi.
"Lo sai perché." gli rispose il moro, avvicinandosi a lui. Jimin, invece, indietreggiò, cercando di mantenere le dovute distanze.
"Kook, no. Te l'ho già detto, non deve più succedere." la voce del ragazzo era ferma, nonostante avesse mantenuto il suo sorriso. Non voleva urtare i suoi sentimenti, probabilmente. Ciò vuol dire che c'è già stato qualcosa tra loro. "È stato solo uno stupido bacio e non è significato nulla per entrambi, no?" sembrava quasi volesse convincerlo. A Yoongi venne da ridere. Di sicuro è più carino, ma resta ancora un imbecille coi ragazzi. Jungkook annuì. "Bene, allora vado!"

Jimin superò il punto in cui il biondo era nascosto, e, fortunatamente, non si accorse di lui. 
Non appena lasciò lo spogliatoio, Jungkook sbuffò, sedendosi su una delle panche presenti all'interno della stanza.
Una risata lo fece sussultare.
"Complimenti, Jungkook." Min Yoongi apparve dal nulla di fronte a lui, battendo le mani, l'espressione chiaramente divertita. "Vedo che continui ad approcciarti di merda coi ragazzi!"
"Che cazzo ci fai qui?" Yoongi non rispose. Semplicemente, continuò a fissarlo ridacchiando. "Hai sentito tutto, vero?"
"Ogni singolo imbarazzante rifiuto." gli rispose il maggiore, facendo qualche passo indietro per potersi poggiare ad uno dei tanti armadietti posti lungo le pareti.
"Ridi di me quanto vuoi, coglione, ma almeno sono riuscito a combinarci qualcosa, io." così dicendo, il più piccolo si rialzò dalla panca, aprendo la cerniera della sua borsa.
"Solo uno stupido bacio che non è significato nulla." fece il maggiore, riprendendo ciò che Jimin aveva detto poco prima. "Ha detto così, no?" Jungkook non rispose.

Senza curarsi dell'altro, si slacciò il nodo dell'elastico della tuta, per poi farla scivolare lungo le sue gambe.
Per un attimo, Yoongi pensò di girarsi, o magari andarsene. Del resto, l'aveva già stuzzicato abbastanza, per quel giorno poteva anche bastare.
Ma no, rimase esattamente dov'era, con gli occhi puntati sulle cosce del più piccolo, che immaginava essere incredibilmente sode. Deglutì con difficoltà, incrociando le braccia al petto.
Jungkook non si degnò nemmeno di guardarlo. Con estrema calma, come se fosse stato solo, lì dentro, si sfilò definitivamente i pantaloni, per poi prendere dalla borsa aperta un paio di jeans neri.
Il biondo osservò attentamente ogni suo movimento, prestando particolare attenzione al modo in cui quei pantaloni stretti risalivano lungo le sue gambe, fasciandole completamente e risaltandole.
Non distolse lo sguardo nemmeno quando, dopo aver nuovamente indossato le scarpe da tennis, il più piccolo si sfilò la maglietta bianca, rivelando il petto rivestito da un sottile strato di sudore, e per questo lucido sotto le luci della stanza. Jungkook indossò una maglia scura, poi anche la felpa.
Solo quando fu completamente vestito, il maggiore chiuse gli occhi, per poi grattarsi dietro l'orecchio destro.
Il moro sorrise, ricordando che quella era sempre stata un'abitudine del ragazzo, un tic che si manifestava ogni qualvolta il biondo fosse particolarmente nervoso o a disagio.
Richiuse la cerniera del borsone e se lo portò ad una spalla.
"Scommetto che ti è piaciuto quello che hai visto, vero?" gli disse Jungkook, prima di allontanarsi in direzione dell'uscita.
Yoongi ci mese qualche minuto per rendersi conto che, quelle, erano esattamente le stesse parole che aveva usato lui col più piccolo appena una settimana prima.
Forse l'aveva sottovalutato.

   
 
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