Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.2
La magia di Loki
"Signore,
ho localizzato il soggetto" recitò Jarvis e la voce
dell'A.I. risuonò nell'auricolare del casco dell'armatura di
Tony.
Tony
annuì, in volo tra le nuvole che punteggiavano il cielo
azzurro.
"Bene,
allora portami lì, J. Voglio proprio
vedere
cosa sa questo tizio di quel che sta succedendo".
L'armatura
solcò il cielo e atterrò davanti alla porta della
mostra per
Capitan America.
Tony
alzò la visiera dell'elmo e inarcò un
sopracciglio.
"Sul
serio?" chiese.
Entrò,
avanzando tra i vari pannelli, alcuni venivano recitati ad alta voce.
Le poche persone passavano da un pannello all'altro, alcuni presero ad
indicare
Tony.
Barnes
stava davanti a un pannello intitolato: "La svastica e la
droga". Guardava con sguardo intenso il video in cui si raccontava il
modo
in cui Steve aveva dato fuoco alle fabbriche di cioccolato alle
meta-anfetamine.
Tony
inarcò un sopracciglio, uscì dall'armatura e gli
si accomodò vicino.
"Figo,
eh?" commentò.
Bucky
negò piano con il capo.
"Non
quando sei tu ad essere sottoposto a quella robaccia ed
esperimenti intensivi che cancellano la tua identità"
rispose.
Tony
lanciò un fischiò.
"Wow.
Deve essere dura, amico".
Bucky
lo guardò in viso e arrossì.
"Sei
uno Stark?" gli chiese con voce cavernosa.
Tony
ridacchiò, chinandosi verso di lui con gli occhi socchiusi.
"Ho
il bollino di garanzia?".
Bucky
chinò il capo.
"T-tuo
padre... era mio amico..." esalò.
Tony
roteò gli occhi.
"Condoglianze"
rispose.
Sogghignò,
porgendogli la mano.
"Abbiamo
un altro amico in comune, e ha bisogno di te" disse.
"Rogers?"
chiese Bucky con tono preoccupato.
Tony
annuì, gli fece cenno di seguirlo e si alzò in
piedi.
"Credo
sia terminale, o ci va vicino".
Bucky
corrugò la fronte, assumendo un'espressione decisa.
"Mi
faccia strada".
Tony
lo tirò in piedi, gli fece cenno di seguirlo e raggiunse
l'armatura.
Vi entrò, sogghignò.
"Aggrappati
forte. Succede una volta sola nella vita".
Bucky
si strinse con gambe e braccia, avvinghiandosi, pallido in volto.
Tony
ghignò, sparò al tetto facendolo crollare e
spiccò il volo.
Bucky
strinse gli occhi, il vento gli sferzava il viso.
<
Basterebbe così poco per cadere da qui >
pensò. Socchiuse gli occhi
e notò dei filamenti azzurri che ogni tanto avvolgevano Tony.
"Signore..."
comunicò Jarvis.
Tony
accelerò la velocità di volo, tenendo un braccio
attorno a Bucky.
"Che
c'è, J?" chiese.
"...
una sorta d'interferenza intorno al reattore arc" rispose
l'A.I.
<
Mi sento stordito, ma sono abbastanza abituato ai controlli mentali da
riconoscerne uno > pensò Bucky.
"Stark,
hai qualcosa che inibisce la mente addosso!" sbraitò.
Tony
atterrò nel mezzo di un prato, lasciò Bucky e
uscì dall'armatura.
Guardò il reattore, ad occhi socchiusi.
"Mi
sa che il problema non sei tu, Tenente Burns".
Bucky
cadde seduto sull'erba, il viso arrossato.
"Che
intendi?" chiese.
La
luce blu del reattore arc si rifletté nei suoi occhi e
l'uomo
indietreggiò.
Tony
fece aprire il petto dell'armatura, il reattore gli cadde in mano.
Tony lo gettò in terra e lo calpestò
ripetutamente.
"A
quanto pare è lui a fare strani effetti, da che ha detto J".
"Da
quando gli Stark fanno cose difettose?" chiese Bucky,
alzandosi in piedi.
Tony
roteò gli occhi, osservò i frammenti che ancora
mandavano scintille.
"Dev'essere
stato sabotato. In modo magico, perché nessuno capisce il
suo funzionamento".
"Sei
venuto in contatto con della magia?" lo interrogò Winter,
sentendo l'erba umida sotto di sè.
Tony
annuì, prese l'auricolare dall'armatura e se lo mise
all'orecchio.
"Un
tizio che si crede un dio ha ticchettato con il suo bastone del
destino sul mio reattore, ma non sembrava avergli fatto nulla, finora".