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Autore: crige    03/03/2018    4 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fin da piccoli ci insegnano a essere forti.
Ci dicono che piangere non serve a niente.
Che stare sdraiati a letto a rimuginare sulle cose è inutile.
Ci dicono di rimboccarci le maniche e di fare.
Non importa cosa.
Di fare qualcosa e basta.

"Devi essere forte per chi ti sta intorno".
Ma questo a chi giova?
Perché essere forti vuol dire anche mentire.
Vuol dire fingere di stare benissimo quando invece dentro stai morendo.
E questo solo perché così dimostri agli altri di essere forte?

Non tutti sanno però che non si può far star bene gli altri, se prima non stiamo bene noi stessi.
Non si può pretendere di riuscire a dare supporto a qualcuno se non sappiamo manco come supportare noi stessi.
Per cui, a chi giova essere forte?

A mio parere essere forti vuol dire anche saper ammettere quando è troppo.
Quando tutto il casino che hai dentro sta per esplodere e tu non sai come uscirne.
Essere forti vuol dire sapere quando si deve chiedere aiuto.
Quando ci si deve fermare e ammettere con noi stessi di avere un problema.
Questo non ci rende deboli, ma umani.

Purtroppo prima o poi capita a tutti di arrivare ad un punto in cui non sai dove sbattere la testa.
Dove le hai provate tutte eppure quella cosa è ancora lì.
Lì che preme contro il tuo petto.
Che rimbalza in ogni parte di te, incapace di trovare una via d' uscita.

Ed è allora che bisogna scavare nel nostro Io interiore.
Domandarci cosa si può fare.
Domandarci se da soli c'è ancora qualcosa da fare, da provare.
Ma se la risposta è no, fatevi un favore e fatelo anche a chi vi sta intorno: chiedete aiuto.
Perché essere forti vuol dire esattamente questo.

Essere forti vuol dire stare un giorno intero nel letto a piangere.
A sfogare tutto il proprio malessere.
A esternare quello che proviamo dentro.
E' aprirsi a qualcuno e lasciarlo entrare.
E' trovare il coraggio di alzarsi tutte le mattine quando ti sembra di non aver più niente per cui lottare.

Essere forti è mangiare una confezione intera di gelato mentre ti chiedi che cazzo stai facendo della tua vita.
E' uscire di casa quando vorresti solo nasconderti sotto le coperte.
E' girare in macchina con lo stereo a palla che manda in Loop una playlist composta dalla Pausini e Tiziano Ferro.

Perché non esiste un manuale per essere forti.
Essere una persona forte è avere il coraggio di fare tutto quello che pensiamo possa farci star meglio.
E' provarle tutte per poi ammettere che da soli non ci riusciamo.
Essere forti è sapere quando  bisogna dire basta.






                                                              *********






Entro in casa chiudendomi la porta alle spalle.
Mi ci appoggio contro con la schiena, chiudendo gli occhi.
Libero un sospiro, cercando di calmarmi.
Questa rabbia che provo deve svanire in fretta.

Tutti questi misteri con Nene mi ricordano gli inizi del nostro rapporto.
Quando a malapena mi guardava e non mi parlava neanche se costretta.
Quando potevo solamente scrutarla senza avere il diritto di chiederle cosa le passasse per la testa.
Mi sento di nuovo come se avessi le mani legate.

Ho capito che lei non vuole parlare con me.
Certo, si preoccupa ancora per me, ma non sente il bisogno di dirmi se c'è qualcosa che non va.
Il problema è che io sento che c'è un qualcosa che la turba!
Sento che non è tranquilla, ma se non me ne vuole parlare io non posso farci niente!
E questa cosa mi fa arrabbiare terribilmente.
Perché se sono io a non dirle cosa mi perplime, mi attacca e pretende delle risposte!

Sbuffo aprendo di nuovo le palpebre.
Adesso mi tocca riaffrontare il discorso con Ilaria.
Ci mancava pure lei a peggiorare le cose.
Sembra che si siano messi tutti d' accordo per rompermi le palle.

-Rum?- provo a chiamarla, gironzolando in giro -sei a casa?-

-Sono in cucina!-

La raggiungo trovandola indaffarata ai fornelli.
E' quasi buffa con il grembiule avvolto addosso e un mestolo in mano.
Scuoto la testa portandomi accanto a lei.

-Che fai?-

-Ti cucino il pranzo per farmi perdonare lo scazzo di questa mattina!- mi rivolge una rapida occhiata prima di tornare a concentrarsi sull' unica pentola di fronte a lei.

-Ma tu non sai cucinare!- sorrido -stai cercando di avvelenarmi?-

-Stronza- soffia, spegnendo i fornelli -e va bene, lo ammetto- sbuffa, imbronciandosi -ho preso un pollo arrosto da asporto e lo sto tenendo caldo in forno! Stavo solamente facendo uno di quei budini della Cameo. Ma sono riuscita a bruciarlo e mi sento tanto un' idiota!-

Scoppio a ridere incapace di controllarmi.
Ciò fa aumentare di gran lunga il suo broncio.
Mi sporgo in avanti abbracciandola di slancio.

-Non importa!- le dico con ancora un' ombra di sorriso sul volto -non ti devi far perdonare di nulla!-

-Sì invece!- ribatte, staccandosi -mi dispiace di essere impazzita così! Non so che mi è preso!- mormora, abbassando la testa -sono una stupida!-

-Sì, lo sei- annuisco divertita -ma lo capisco, ok? Non vuoi ritrovarti da sola nella tua bella casa grande perché ormai ti sei abituata alla mia fantastica presenza!-

-Idiota!- scoppia a ridere, mollandomi un colpo sulla spalla -quando ti ci metti sei proprio stronza!-

Si libera dal mio abbraccio, allontanandosi.
Apre il frigorifero recuperando una birra.
Si appoggia al ripiano in marmo lì vicino, iniziando a berla distrattamente.

-Ilaria- mi avvicino posandole le mani sui fianchi -hai ragione, ok? Non posso sapere cosa accadrà tra un mese! Ma ora come ora sento di non provare più nulla per Alessia e non è cambiato assolutamente niente da quando mi sono trasferita. Non c'è nulla che mi trattenga dal tornare a Londra, ok?-

-C'è Eleonora- mi fissa negli occhi, posandomi una mano sulla guancia -e tua sorella e tutti i tuoi amici- sorride dolce -ho visto come ti gaurdano tutti. Ti vogliono davvero molto bene e tu ne vuoi a loro, specialmente alla biondona-

-Sì, ma sono già venuta via da qui comunque- mi avvicino, schiacciandola tra il ripiano e il mio corpo -perciò possiamo chiudere il discorso?-

-Come vuoi- si arrende, sospirando -e ora lasciami andare che se continui così saltiamo il pranzo e io ho veramente fame! Quel pollo fa davvero un buon profumo!-

La libero ridendo, osservandola mentre si accinge a preparare la tavola per mangiare.
Tutte le volte mi stupisco di come questa ragazza sia riuscita così facilmente a farsi breccia nel mio cuore.
Di quanto sia stato facile per lei abbattere tutti i muri che avevo innalzato.
Pensavo che non fosse più possibile.

Mi fa bene avere Ilaria qui a Firenze.
Perché è quel tocco di novità che mi tiene fuori dal circolo vizioso quale era la mia vita qui.
Quel tocco che mi tiene ancorata alla realtà, impedendomi di commettere i soliti vecchi errori.
E' la finestra sulla mia vita a Londra e ogni volta che la guardo mi ricorda perché ho scelto di rimanere lì e non tornare sui miei passi.

-E comunque, detto tra noi, la tua ex è veramente un sacco carina- esclama, attirando la mia attenzione -e sembra anche molto colta-

-Lo è- annuisco -perché me lo stai dicendo?-

-Perché se a te non interessa più, magari un giro me lo farei volentieri!-

-Ilaria!- tuono, richiamandola duramente -sei la solita ninfomane!-

-Non lo farei mai, scema- scoppia  a ridere -Dio, la tua faccia mi fa morire-

-Hai finito?- soffio, esasperata.

-Sìsì- annuisce, asciugandosi le lacrime -la mia preferita comunque rimane la biondona! Anche se pure la sua ragazza non è per niente male! Cazzo, me lo dovevi dire che a Firenze c'è questo grado di ficaggine assurdo!-

-Ma piantala- scuoto la testa divertita -se proprio ci tieni cercati qualcuna che non  faccia parte del gruppo dei miei amici!-

-Tranquilla- si avvicina -sei l' unica che mi interessa tra loro!- ride di nuovo, andando a controllare il pollo in forno.

Più volte mi sono chiesta quanto sia sano il tipo di rapporto che abbiamo intrapeso.
E tutte le volte non sono stata in grado di darmi una risposta.
Perché dipende da come lo si guarda.

Ad esempio per me Ilaria è solo un' ottima amica che ogni tanto mi porto a letto.
Ok, ultimamente spesso, ma questo è un altro discorso.
Non vedo di certo in lei una possibile relazione futura.
Ci abbiamo già provato, no?

Ma come lo dovrei spiegare agli altri?
E poi, glielo devo proprio spiegare?
E perché sento il bisogno di dire ad Alessia che tra me e Ilaria non c'è assolutamente nulla?
Forse perché ho notato lo sguardo deluso che mi ha lanciato ieri sera, quando Ilaria mi ha dato quel bacio?
E perché mi importa tanto?

-E comunque- richiama la mia attenzione -com'è che non mi avevi detto che sei andata a letto con Eleonora?-

-Avrei dovuto farlo?-

-Ovvio che sì!- esclama, convinta -come, quando, perché?-

-Io sarò anche stronza, ma tu quando ti ci metti sei proprio una rompipalle- soffio, incrociando le braccia -sto cercando di dimenticare quel particolare, va bene?-

-Cos'è, un altro momento buio del tuo passato che non mi rivelerai mai se non quando sarai sbronza marcia?- chiede con un tono leggermente irritato.

-Ilaria- mi porto vicino a lei -ma perché t' importa tanto?-

-Perché riguarda te!- dice con quel tono ovvio che mi fa sempre innervosire -ho imparato che ogni sfaccettatura del tuo carattere, ogni tuo comportamento ha un motivo ben preciso che deriva sempre da qualcosa che ti è successa!-

-Non pensi che magari voglia solo dimenticare tutto?-

-Certo che sì!- annuisce -ma sarebbe troppo facile, Francesca. Dal passato puoi scappare, oppure imparare qualcosa!-

-E' inutile che citi "Il Re Leone"- rido -non ho intenzione di raccontarti nulla-

Il suono del campanello mi fa sobbalzare, salvandomi da questa conversazione scomoda.
Sogghigno contenta, arretrando.
Ilaria ha un' espressione rassegnata in volto che mi strappa una risata.

-Hai vinto solo questo round, Creatini!- soffia, puntandomi un dito contro -prima o poi tornerò all' attacco e quando succederà sarò io a vincere!-

-Certo, credici!- 

Mi dirigo verso il portone d' ingresso ancora ridendo.
Sento distintamente la mia amica ringhiare rumorosamente di disappunto.
Amo quando è lei a perdere.
Apro la porta rimanendo completamente paralizzata sul posto.

-Ciao Francesca-

Maria mi sorride felice.
Le videochiamate su skype non le davano giustizia, è più bella di quello che ricordavo.
Poi però la guardo meglio e noto dei particolari che adesso posso capire.
Le occhiaie sotto gli occhi raccontano la verità.
Quella visione mi fa tremare visibilmente.

Mi butto tra le sue braccia all' improvviso.
Mi stringe dopo qualche attimo di sorpresa.
Le avvolgo la vita constatando quanto sia dimagrita.

-Grazie per essere venuta- mormora al mio orecchio.

-Maria- sussurro, cercando di trattenere le lacime -mi dispiace così tanto!-

-Tesoro mio, calmati- si scosta, per guardarmi negli occhi -va tutto bene, ora, capito? E' tutto a posto!-

-Davvero?-

-Davvero!- annuisce, accarezzandomi una guancia -ma avevo bisogno della tua presenza per..-

-Eleonora- finisco la frase in un sussurro.

-Sì- sorride dolce -si arrabbierà un sacco con me e suo padre e solo tu sai come prenderla. Spesso ancora Erica non ci riesce e questa cosa è...grossa-

-Non lo so, Maria- scuoto la testa -quella testona non parla con me-

-Lo farà- si abbassa baciandomi la fronte -entrerei volentieri a salutare la tua amica, ma tanto mio marito mi ha detto che rimane ancora per un po', no?- chiede, continuando una volta che ho annuito -bene! Allora vado che devo andare in ufficio, volevo solo abbracciarti-

La guardo allontanarsi, incapace di dire qualcosa.
Mi avrà detto la verità?
Adesso è davvero tutto ok?
L' unica cosa di cui sono certa è che ha pienamente ragione.
Nene s' infurierà come una bestia.

Odia quando la trattano ancora come una bambina.
Detesta essere tenuta all' oscuro delle cose importanti.
E di sicuro s' arrabbierà ancora di più constatando che io sapevo tutto e lei no.
Mi domando quando hanno intenzione di dirglielo.

-Francesca- Ilaria mi si para di fronte, abbandonando una mano sul mio viso -chi era? Che hai?- chiede, preoccupata, notando il mio sguardo assente.

-Maria- rispondo, semplicemente.

-Come sta?- 

-Dice bene- mi sforzo di sorridere -ti dispiace se prima di mangiare mi faccio una doccia?-

-No, tanto è presto- mormora -sicura che stai bene?-

-Sìsì, io sto benissimo- soffio donandole poi una carezza, prima di dirigermi in bagno.

Maria mi ha chiesto di tornare per dare supporto a Nene quando finalmente le diranno la verità.
Ma non sa che sua figlia non mi dice più niente.
Che non si apre più con me.
Quindi mi chiedo che cazzo ci sto veramente a fare io qui.

Ogni giorno che passa scopro sempre una cosa in più che mi mancava.
Come ad esempio l' andare regolarmente da Federica.
O l' uscire con i miei amici.
Perfino lavorare al Danger mi manca!

Queste sono cose che avevo sepolto in una parte molto remota della mia testa.
Avevo messo tutto in un cassetto e buttato via la chiave.
Così che non potessero influire sull' andamento della mia nuova vita in Inghilterra.
Dovevo essere forte e decisa e tutte quelle cose non aiutavano.
Quindi, semplicemente, ho cercato di farle sparire.
E aveva funzionato!

Almeno fino a quando non ho rimesso piede a Firenze.
All' improvviso quel cassetto si è riaperto.
La mia testa è stata riempita di ricordi, momenti e a stento riesco a trattenere tutto.
E' come se tutte le cose brutte che mi avevano fatto lasciare questa citta fossero sparite e avessero lasciato il posto solo alle cose che mi rendevano felice.
Il punto è che non posso permettere che m' invadano.
Non posso restare qui.
So che tornerei presto ad essere inghiottita dal buio.

Ecco quindi perchè mi chiedo cosa ci sto a fare qui.
Si erano tutti abituati alla mia assenza, si erano adattati.
E adesso ho riscombussolato il loro equilibrio, ma anche il mio.
Se non ho un vero motivo per stare qui, perché allora non riesco ad andarmene subito?

Mi spoglio velocemente, chiudendomi nella cabina della doccia.
Butto la testa all' indietro, lasciandomi cullare dal getto d' acqua calda.
Pensare a tutto ciò non mi serve a niente.
Devo cercare di tenermi impegnata.

Stasera andrò agli allenamenti e domani mi dedicherò al disegno per la pubblicità che mi è stato assegnato.
La sera magari andrò al Danger a lavorare.
Se tengo la mente impegnata forse riuscirò a smettere di pensare.

D' un tratto sento due braccia avvolgermi.
Apro gli occhi di scatto trovandomi di fronte Ilaria completamente nuda.
Manco l' ho sentita entrare.

-Che ci fai qui?- domando, stranita.

-Devo farmi perdonare, ricordi?- sussurra roca al mio orecchio -non so cucinare, ma so fare molto bene altre cose-

-Si?- soffio, appiattendomi contro le piastrelle dietro di me.

-Come se tu non lo sapessi- mormora, prima di scendere a baciarmi il collo -e ora zitta e lascia che mi scusi-



                                                                   **********


Scruto fuori dalla finestra, prendendo un bel respiro.
Cerco di riordinare i pensieri.
Cerco di trovare un senso a tutto questo, così da non impazzire.
Sento una marea di emozioni contrastanti opprimermi il petto.

Mi sono chiusa in ufficio appena sono arrivata a lavoro.
Ho chiesto alla segretaria all' entrata di dire a chiunque chiamasse che non ci sono.
Ho bisogno di stare da sola.
Ho bisogno di riflettere.

Stamattina sono uscita di casa presto per venire qui.
Ho sbrigato subito delle pratiche e poi, quando mi sono fermata un secondo, ho sentito l' irrefranabile bisogno di vedere Francesca.
Così sono uscita di corsa dirigendomi a casa sua.
Ma non c'era ed è come se mi fosse mancata l' aria.
Non riuscivo a respirare regolarmente.

Tutto è tornato alla normalità quando finalmente l'ho vista uscire dal cancello del cimitero.
Le mani hanno smesso di tremare e il respiro si è regolarizzato.
Per fortuna, perché lei non deve sapere niente.

Ancora mi domando perché non mi abbia detto subito di quella famosa telefonata.
Non capisco perché non me ne abbia parlato a tempo debito.
E' stata veramente quella la causa che l' ha portata ad andarsene?
O c'è altro che non mi dice?

Ma come posso biasimarla?
Nemmeno io riesco ad aprirmi con lei.
Tutte le volte che ci provo le parole mi muoiono in gola.
E' frustrante.

Menomale che la psicologa ha accettato di vedermi con così poco preavviso.
Era suo il messaggio che ho ricevuto stamattina al bar.
Ci devo andare nel pomeriggio.
Spero tanto che riesca a darmi delle risposte a tutto ciò.

All' improvviso sento bussare alla porta.
Sospiro, voltandomi.
Mi siedo alla scrivania, cercando di far finta di nulla.

-Sono occupata!- urlo, recuperando una paccata di cartelle.

-Eleonora, sono io-

Mi alzo di scatto appena riconosco la voce.
Corro alla porta, aprendola immediatamente.
Rimango un attimo paralizzata sul posto, prima di abbracciarla.

-Mamma- soffio, stringendola forte.

-Tesoro- mormora, staccandosi leggermente -tutto a posto?-

-Sìsì!- annuisco, sbrigativa -tu?-

-Tutto bene-

Ha un' aria stanca, quasi stravolta.
La vedo dimagrita e un po' sciupata.
Non le fa bene lavorare così tanto.
E' stata in giro per l' Italia due settimane per varie conferenze e consulenze.

-Dovresti dormire un po', sai? Hai delle occhiaie assurde!- 

-Te non sei messa meglio- sorride, accarezzandomi una guancia -posso entrare o hai tanto lavoro?-

-Nono, entra pure!- 

Mi scosto per lasciarla passare, chiudendo la porta subito dopo.
Faccio il giro della scrivania sedendomi sulla mia sedia.
Le faccio cenno di sedersi di fronte a me.

-Sono passata a salutare Francesca- m' informa -la trovo bene!-

-Sì, sta bene- concordo -ti ha presentato Ilaria?-

-Non ancora- scuote la testa -com'è?-

-Non l'ho ancora inquadrata bene- soffio -ma piace a tutti i nostri amici. Ad Erica anche troppo!-

-Smettila- sorride -quella ragazza ha occhi solo per te!- ride di gusto -avete sistemato tutto per la casa?-

-Sì!- sorrido felice -Lunedì ci trasferiamo!-

-Sono molto contenta per voi, Tesoro-

La scruto con una brutta sensazione addosso.
Non riesco a spiegarmela.
Forse è soltanto uno strascico di quelle che già ho.

-Come sono andate le consulenze?-

-Sei come tuo padre! Parlate sempre e solo di lavoro!- ride, strappandomi un sorriso -bene, comunque! Abbiamo un nuovo grosso cliente! Sono stata brava!-

-Come sempre- le faccio un occhiolino, complice.

-Marta come sta? Quella ragazza è iperattiva! Neanche per te e Francesca mi sono mai preoccupata così tanto!-

-No, ma grazie!- brontolo, fingendomi risentita -quella stupida sta benone! Lo sapevi che si frequenta con Alessandro?-

-Certo che sì- annuisce sorridendo -mi ha chiesto un parere prima di uscirci!-

-Ah, perfetto- soffio -io e Feffe lo abbiamo scoperto solamente la scorsa settimana!-

-Perché siete due possessive del cavolo! Aveva paura di una vostra qualche brutta reazione! Ma le ho detto che non avreste avuto problemi. E' così vero?- mi lancia un' occhiataccia dura che non ammette repliche.

-Sìsì- sventolo una mano -nessun problema-

-Sarà meglio per voi!- alza un sopracciglio in perfetto stile Santoro, prima di alzarsi -devo andare da tuo padre- m' informa -ci vediamo a casa-

-D' accordo- mi alzo a mia volta, andandole incontro -digli che questo pomeriggio devo uscire prima!-

-Lo farò- si allunga dandomi un bacio in fronte e donandomi un' ultima carezza sul viso, prima di abbandonare la stanza.

Una volta chiusa la porta, torno alla finestra.
Appoggio una mano sul vetro chiudendo gli occhi.
Avrei davvero bisogno di una sigaretta.
Ma ho promesso a mio padre che non avrei più fumato in ufficio.
Accidenti a me.

Almeno adesso che è tornata mia madre avrò meno lavoro da fare.
Potrò rilassarmi un po' di più.
Forse dovrei tornare a frequentare quei famosi corsi di yoga.
Ma sono veramente di una noia mortale.
L' unica cosa positiva è che l' istruttrice è davvero una gran gnocca.
Se lo sa Erica mi ammazza.

Sorrido di quell' ultimo pensiero.
Mi domando che avrei fatto io senza di lei in questi ultimi tre anni.
Specialmente durante gli attacchi di panico.
Mi ha aiutato davvero molto.

-Amore!- 

La porta si spalanca all' improvviso.
La mia ragazza fa la sua apparizione in perfetto stile teatrale.
Chiude poi la porta, saltellando in fretta verso di me.

-Ciao Musona!- trilla, gettandomi le braccia al collo -ti ho portato il pranzo!-

-Erica, quante volte ti ho detto che devi bussare?-

-Rachele mi ha detto che non c'era nessuno con te!- sorride beffarda -così sono entrata!- mi fa una linguaccia, posando delle buste sulla mia scrivania -oggi lasagne dal tuo ristorante preferito!-

-Così mi vizi- sorrido, sedendomi -non mangi in mensa?-

-No, volevo stare un po' con te- m' informa, aprendo il suo contenitore iniziando a mangiare con gusto -anche perché stasera non ci vediamo!-

-Eh no, ho allenamento- scuoto la testa -per fortuna solo questa settimana che abbiamo la partita!-

-Direi!- dice, imbronciandosi -altrimenti non ci vedremo praticamente mai!-

-Dai, che tanto tra poco vivremo insieme- sorrido felice, allungando una mano per stringere la sua.

-Non vedo l' ora- mi dedica un enorme sorriso prima di tornare a dedicarsi alla sua porzione di lasagne.

La guardo e come per magia il peso che ho sul petto diminuisce drasticamente.
E' così bella da togliere il fiato.
Così spontanea e pura da azzerare totalmente tutte le mie paure.
Ormai è cinque anni che è diventata tutto il mio mondo.
Ancora mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmela.

E' il mio porto sicuro.
La prima persona che mi viene in mente quando mi capita qualcosa di bello.
La persona che cerco quando mi sento morire.
Sono sicura che lei sia davvero l' unica per me.

-Oggi vado dalla psicologa-

-Ne hai avuti altri?- chiede preoccupata, riferendosi agli attacchi di panico.

-Stamattina- annuisco -mi sento sfinita- confesso, abbassando la testa.

-Amore- soffia, richiamando la mia attenzione -io sono ancora convinta che tu ne debba parlare con Francesca-

-No!- tuono -che senso avrebbe? Tra poco se ne andrà di nuovo e sarò punto e a capo!-

-Ti aiuterebbe- insiste, stringendo la mia mano -perché io posso anche starti vicino e supportarti, ma è lei quella che capirebbe davvero come ti senti-

Sbuffo rumorosamente.
Dubito che ci riuscirebbe.
Non può neanche immaginare cosa ha scaturito in me la sua partenza.
Cosa la sua assenza mi ha fatto.
Ma non ho nessuna intenzione di farglielo sapere.

Quando Federica è morta mi sono rimboccata le maniche.
Mi sono ripromessa che non avrei permesso che si lasciasse andare.
L' ho aiutata a reagire, a rimettersi in piedi.
Ho messo da parte tutto il mio dolore per supportare al meglio il suo.

Sono stata forte, di ghiaccio.
Cosa penserebbe di me, quindi, se sapesse che è bastata la sua partenza a farmi crollare?
Penserebbe che sono una persona debole e non verrebbe più da me quando ha bisogno.
Non le servirei più a niente.

-So cosa pensi- mi riprende duramente Erica -e sappi che è una gran cazzata e te l'ho detto più volte-

-Non so di cosa tu stia parlando- mento, voltando la testa di lato.

-Lo sai invece- si mette in piedi, poggiando entrambi i palmi delle mani sul ripiano della scrivania -io ti amo, Ele, lo sai e farei di tutto per te. Mi prenderei io il tuo dolore se solo potessi, ma non posso! E non posso neanche capirlo a pieno perché io non c'ero in quel periodo! Io non so niente!- sbatte una mano, facendomi sobbalzare -ma Francesca sì! E ti può aiutare! Credo che sia anche l' ora che tu affronti questo dolore che per troppo tempo hai soppresso esclusivamente per stare accanto a Feffe e non è giusto! Guarda cosa ti sta facendo!-

-Sei fuori strada- mormoro, senza guardarla.

-Non penso proprio!- sbotta -penso invece di avere ragione! E una parte di te sa che è così! Ma hai solo troppa paura per ammetterlo! E sai cosa? Credo sia arrivato anche il momento di dire finalmente a Francesca che Federica non era semplicemente un' amica per te! Ma che l' amavi!-

-Smettila!- esclamo, puntando finalmente gli occhi nei suoi -non sai quel che dici!-

-Sì invece!- ribatte, guardandomi duramente -e penso che tu abbia questi attacchi di panico perché Francesca è l' unica cosa che ti tiene ancorata alla realtà e che riesce a non farti pensare a quello che hai dentro! Ecco perché quando non c'è  o quando pensi che se ne andrà di nuovo, vai nel panico!- le sue parole mi travolgono come lame, lasciandomi senza respiro -perché credi che sei stata meglio quando hai ripreso a suonare il piano? Eh? Forse perché finalmente hai affrontato in parte il tuo dolore? Forse perché finalmene hai ripreso a fare qualcosa che ami senza stare a pensare a Federica? Avanti, dimmi che non ho ragione!-

-Piantala!- sibilo, a denti stretti -ora basta!-

-Certo- sorride sarcastica -è più facile così-

La vedo recuperare le sue cose.
Mi dedica un' ultima occhiata rassegnata, prima di voltarsi.
Rimango a fissarla fino a quando non la vedo sparire dietro la porta.

-Cazzo!- sbotto, sbattendo una mano sulla scrivania.

Piego il capo in avanti, tenedomi la testa tra le mani, poggiando i gomiti sul ripiano.
Chiudo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro.
Sento il cuore esplodermi dal petto.

Sto per avere un attacco di panico.
Lo sento salire piano piano.
E' come se mi si stringessero lentamente i polmoni.
Come se avessi un cappio intorno al collo che tende a chiudersi sempre più.

Mi alzo in fretta andando alla finestra.
La apro tentando di riprendere fiato.
Metto fuori la testa, guardando di sotto.
Mi concentro sul traffico, cercando così di regolarizzare il respiro.

Erica si sbaglia.
Non è così.
Io sto bene.
Io sto bene.
Io..sto.

Libero un ringhio frustrato, sbattendo una mano sul vetro.
Non è come dice lei.
Non ho gli attacchi di panico per quel motivo.
Ho superato la perdita di Federica da tempo.
Non può essere per quello.
Deve esserci un  altro motivo.

Torno alla scrivania, aprendo il cassetto di lato con la chiave che ho nascosto in un altro cassetto.
Ne estraggo una bottiglia di vodka e un bicchiere.
Me ne verso un po', bevendolo tutto subito.
Me ne faccio altri due, riponendo poi tutto quanto.

Mi alzo di scatto, sentendo il bisogno di uscire da qui.
Raduno le mie cose in fretta per poi correre fuori.
Che diavolo mi sta succedendo?




                                                                    *********

-Feffe?-

Sobbalzo sentendo la porta di casa chiudersi.
Mi alzo in fretta dal letto, avvolgendomi nelle lenzuola.
Mi volto verso il bagno sperando di non vederla uscire.

-Cazzo!- sibilo a denti stretti, cercando di rivestirmi in fretta.

Dopo il pranzo io e Ilaria ci siamo lasciate trasportare.
Un bicchiere di vino tira l' altro e siamo finite a letto.
Adesso è semplicemente andata a rinfrescarsi un attimo.
Fa veramente caldo oggi.

Comunque Nene non doveva arrivare così presto.
Aveva detto che sarebbe passata solo in serata.
Se ci scopre che cavolo le dico?
Si arrabbierà di certo perché non gliel' ho detto.
Ma del resto non sono affari suoi, giusto?

Recupero la biancheria indossandola subito.
Prendo i pantaloni dal pavimento infilandomeli con foga.
Perdo un battito quando la vedo entrare.

-Francesca, scusa se sono arrivata ora..- s' interrompe vedendo sbucare Ilaria dal bagno, avvolta solo da un asciugamano.

-Mostro sei pronta per il quarto...oh..- rimane paralizzata sul posto, fissando Eleonora.

Alterno lo sguardo da una all' altra, senza saper bene che dire.
Non ho idea di come tirarmi fuori da questa situazione al quanto imbarazzante.
Alla fine libero un sospiro con l' intenzione di dire qualcosa.
Qualsiasi cosa.

-Ti aspetto di là- mormora la mia amica, annullando ogni mio tentativo di giustificarmi -scusatemi, non volevo disturbare- soffia, prima di voltarsi e abbandonare la camera.

-Cazzo!- sbuffo, sedendomi sul letto -che gran bel tempismo, Rum!-

-Ehi!- esclama l' altra, leggermente risentita -non è colpa mia se la biondona è arrivata prima!-

-Scusami- lascio andare un grugnito frustrato -e ora che diavolo le dico?-

Mi alzo finendo di vestirmi.
Vedo Ilaria lasciarsi cadere sul letto.
Si gira a guardarmi con un' espressione ovvia in volto.

-La verità- dice, semplicemente -e immagino che il pomeriggio di sesso sia andato a farsi fottere-

-Non mi sembra il momento, che dici?-

Sbuffa per tutta risposta.
Fa roterare gli occhi, recuperando i suoi vestiti sparsi per la stanza.
Li indossa lentamente, lanciandomi ogni tanto un' occhiata torva.

-Stai qui- le dico -io vado a parlarle-

-Ecco, brava!- esclama -dille che ci ha rovinato i piani! Mi deve almeno tre orgasmi!-

-E piantala!-

Scuoto la testa, andando in sala.
Trovo Ele seduta sul divano.
Una mano a reggersi la testa e l' altra impegnata a tenere una sigaretta.
Mi sembra molto strana.

-Ehi- mormoro, sedendole vicino -scusami, io..-

-Quindi state insieme?- domanda, senza guardarmi.

-No!- mi affretto a rispondere -solo noi, ecco... ogni tanto.. noi..-

-Scopate- sussurra, puntando finalmente gli occhi nei miei -quando pensavi di dirmelo?-

-Non credo siano affari tuoi, Nene-  dico con tono fermo.

-Immagino di no- sospira -mi spiace di essere entrata senza prima chiamarti o suonare-

-Beh, non lo hai mai fatto-

Libero un sorriso facendole capire che è tutto ok.
Le rubo la sigaretta tra le mani, notando che ormai è quasi finita.
Ma non di certo da lei.
E' come se l' avesse accesa e poi lasciata bruciare.
Ha ancora tutta la cenere attaccata.

La spengo nel posacenere, tornando poi a scrutarla.
Ha uno sguardo stanco e delle occhiaie sotto gli occhi.
Che le prende?

-Che ti succede? Non dovevi venire a prenderci in serata?-

-Scusa!- soffia, reggendosi il capo con entrambe le mani -ho avuto una discussione con Erica-

-Come mai?- chiedo, un po' preoccupata -non hai un bell' aspetto-

-Niente di ché- risponde, sbrigativa -volevo solo vederti-

-Non mi convinci-

Mi sporgo verso di lei, cercando il suo sguardo.
Le porto due dita sotto il mento per farle girare la testa nella mia direzione.
Rimango un attimo folgorata dai suoi occhi.
Sembrano così tristi e cupi..

-Mi dici che c'è?- insisto, adesso allarmata sul serio.

-Nulla!- sbotta, alzandosi di scatto -scusami, non dovevo venire qui. Non volevo disturbarti. Io..io è meglio che vada-

Si dirige a passo svelto verso la porta, senza neanche guardarmi.
Le corro dietro, agguantandola per un braccio.
La costringo a voltarsi.

-Nene!- la scuoto un po' -che hai?-

-Niente, davvero- afferma, liberandosi dalla mia presa -ho avuto solamente una giornata pesante! Senti, ci vediamo direttamente al campo, ok?- si gira uscendo velocemente, chiudendosi il portone alle spalle.

-Ele!- le urlo dietro senza ottenere nulla.

Libero un grugnito infastidito.
Cosa è venuta a fare qui se poi non parla con me?
Non ho idea di come aiutarla se non mi dice cosa la fa stare così.

Quello stesso sguardo lo aveva pure stamattina in macchina.
L'ho notato quando mi ha lasciato davanti casa.
Mi sta davvero facendo preoccupare a morte.

Dubito che Maria le abbia detto la verità.
Altrimenti sarebbe venuta qui per aggredirmi o per avere spiegazioni.
Quindi non ho idea di cosa possa avere.
Forse dovrei semplicemente parlarne con Erica.
Perché se lei non si decide a parlare con me, non so che altro potrei fare.

-Francesca- Ilaria richiama la mia attenzione, venendomi inconto -che succede?-

-Credimi, non lo so-

-Problemi con la tua amica?- domanda, avvicinandosi e posando le mani sui miei fianchi -vuoi che stasera la picchi?-

-Scema- sorrido, spingendola scherzosamente -sai, una persona una volta mi disse che non si risolve niente con la violenza-

-Beh, evidentemente quella persona non ne ha mai avuto bisogno-

-Non credo sia esattamente così- rido, scuotendo la testa.

Quand'è che è diventato tutto così difficile tra di noi?
Quand'è che Nene si è allontanata così tanto da me?
E' veramente solo colpa mia o c'è qualcos' altro?

Forse come a me non viene più naturale aprirmi con lei, neanche a lei viene più naturale aprirsi con me.
Forse ci vuole solo tempo.
Ma il tempo sta per finire e tra poco dovrò andarmene di nuovo.

-Dovresti dirle la verità-

-Lo sai che Maria non vuole- riporto lo sguardo su Ilaria -non posso-

-Non mi riferisco a quella- scuote la testa -mi riferisco a ciò che davvero ti ha convinto a lasciare Firenze-

Quella frase riporta alla mia mente brutti ricordi e orribili sensazioni.
Mi riporta indietro a quella notte.
Ma non posso permettermelo ora.
Non posso permettere a quel buio di invadermi di nuovo.

-Non capirebbe- la supero, andando in cucina -conoscendola si sentirebbe in colpa e non mi sembra che adesso sia nelle condizioni migliori per sapere tutto-

-Non puoi deciderlo tu- mi raggiunge, aprendo il frigorifero -penso che abbia il diritto di conoscere come sono andate davvero le cose- recupera due birre, passandomene una -almeno questo glielo devi-

-Lo farò, ok?- le concedo, esasperata -ma non ora!-

-Come preferisci -alza le spalle -dove vai?- domanda, vedendomi abbandonare la stanza.

-A fare il borsone per gli allenamenti-

-Nono!- esclama, agguantandomi per un polso e trascinandomi in sala -adesso tu balli con me!- trilla, strappandomi la birra tra le mani e abbandonandole entrambe sul tavolincino.

-Che cosa?-

-Sìsì!- annuisce, convinta -hai capito bene-

Sogghigna bastarda portandosi vicino allo stereo.
Continua a guardarmi furba, mentre lo accende.
Una stazione a caso sta replicando "Pezzo di Me" di Levante.

-Dai Francesca!- urla, dimenandosi -stacca la mente e balla con me!-

-Ti odio- ribatto, prima di assecondarla.

Ogni tanto ci vuole una persona che ti faccia distaccare, anche solo per un momento, dalla realtà.
Che ti prenda per mano e ti dica cosa fare.
Che ti faccia dimenticare per qualche minuto tutti i problemi e le paure.
E questa persona per me, adesso, è Ilaria.

Balliamo e cantiamo a squarciagola.
Facendo ogni tanto qualche commento su quanto sia figa Levante.
Cosa che, ovviamente, è inevitabile.

-"Che sarà un coca e Rum! Lo dica qua..non bevo più"- le canto in faccia, ridendo subito dopo -è perfetto per te!-

-Che stronza!- si unisce alle mie risate, spingendomi poi di lato -io però continuo a bere!- mi dedica una linguaccia, prima di voltarsi e dimenarmi il suo bel sedere davanti.

Scuoto la testa rassegnata.
Continuiamo a ballare su diverse canzoni per almeno una mezz'oretta.
Alla fine decido che può bastare e spengo la musica.

Ilaria si lascia cadere sul divano sfinita.
Cerca di riprendere il respiro, rollandosi una sigaretta.
Ah, mi sembra il modo più efficace per farlo.

Sorrido divertita di fronte quella scena, sedendomi accanto a lei.
Le rubo il drum dalle mani accendendomelo, ignorando la sua faccia indignata.
Faccio qualche tiro e glielo ripasso.

Butto indietro la testa sullo schienale chiudendo gli occhi.
Sento il cuore battere all' impazzata.
Voglio vedere dopo una mattinata di corsa, un pomeriggio di sesso e ballo come faccio ad allenarmi stasera.
Morirò a fine serata, me lo sento.

-Sai, spesso penso che avrei voluto incontrarti prima- mormora all' improvviso.

-Prima?- chiedo, continuando a tenere le palpebre serrate.

-Prima che quella stronza mi spezzasse il cuore e mi facesse dubitare nell' amore e nelle persone- risponde, spiazzandomi, per poi lasciare la sala.

So a chi si sta riferendo.
Me ne parlò quando le raccontai di Federica.
Volle ripagare in qualche modo la mia sincerità.
Così mi iniziò a raccontare di lei.

Era la sua insegnante di musisa.
Prendeva lezioni di chitarra da lei.
Ilaria aveva sedici anni e lei venticinque.
Si invaghirono l' una dell' altra.
Sono state insieme due anni.
Poi un giorno la mia amica andò a casa sua per farle una sorpresa e la trovò a letto con un' altra.

Quando finalmente lo raccontò ai suoi le cose pricipitarono ulteriormente.
Suo padre la comprese e cercò di sostenerla.
Sua madre invece non la prese per niente bene.
Non accettava che la figlia fosse lesbica.
Due mesi dopo decise di mollare tutto e andare ad abitare dai nonni in Inghilterra.
Ha ripreso un qualche tipo di rapporto con sua madre solo da qualche anno.

Dopo di lei Ilaria non ha avuto più una storia seria.
Si rifiuta di impegnarsi per evitare di stare male di nuovo.
Ma non capisce che questo la porterà solo a stare peggio.
Ho provato a parlarci più volte, ma non vuole starmi a sentire.
Spero che un giorno trovi qualcuno che le faccia cambiare idea.




                                                        **********


Quando stamattina mi sono svegliata, speravo che il senso di frustrazione fosse passato.
E invece no.
Era ancora lì, insieme al senso di delusione, di tristezza  e a quello di rimpianto.
Praticamente mi sono alzata a pane e simpatia.
Mia madre mi ha passato il caffè da un piccolo spiraglio della porta, senza manco entrare.
Me lo ha quasi tirato, pur di non avere a che fare con me.

La serata di ieri mi ha fortemente destabilizzato.
Ha preso ciò che era rimasto del mio equilibrio mentale e lo ha letteralmente spazzato via.
Mi sono sentita prosciugata e incredibilmente triste.

Vedere le labbra di Ilaria posarsi con così tanta naturalezza su quelle di Francesca mi ha fatto impazzire.
Non pensavo fosse possibile.
Non pensavo che m' importasse così tanto.
E invece mi rendo conto, ora più che mai, di come i miei sentimento per Feffe non fossero spariti del tutto.
Al contrario, si erano solamente nascosti in una parte remota della mia mente.
E rivederla ha accesso tutto quanto.

Mi è impossibile concetrarmi su altro.
Fisso questo libro da mezz' ora con la matita sospesa in aria, senza riuscire ad assimilare nemmeno una parola.
Sto diventando pazza.

Ormai siamo a giugno inoltrato.
Dovrei iniziare a fare qualcosa per l' università. 
Eppure non ci riesco.

Sbuffo, chiudendo il libro e gettandolo con poca grazia sul letto.
Recupero poi la mia macchina forografica Canon da principianti per rivedere le ultime foto che ho scattato.
Ne devo scegliere una da portare alla prossima lezione.

-Alessia!- mia madre bussa alla porta -c'è Erica!-

Mi alzo stranita dalla mia scrivania.
Mi giro verso la porta restando in attesa del solito uragano Erica.
Rimango molto confusa quando me la vedo entrare con la testa bassa e la schiena ricurva.
Che diavolo le è preso?

-Ehi!- mi avvicino abbracciandola -che è successo?-

-Ho litigato con Eleonora- rivela, sospirando -le ho detto un sacco di cose che so la fanno arrabbiare-

Punta i suoi occhioni azzurri nei miei.
Perdo quasi un battito quando mi accorgo di quanto son tristi.
Direi che la cosa deve essere abbastanza seria.

-Raccontami- le dico donandole una carezza sul viso -spiegami tutto per bene-

Ci sediamo sul letto, mano nella mano.
Resto in silenzio aspettando che la mia amica trovi le parole.
In fine prende un bel respiro e inizia a raccontarmi.

-Non posso dirti tutto tutto o Ele mi uccide- 

-Tranquilla- annuisco, un po' confusa.

-Sono andata nel suo ufficio per pranzare con lei e l'ho trovata molto strana- sussurra, con voce tremante -sta passando un momento difficile e io le ho detto che ne dovrebbe parlare con Francesca perché io non sono in grado di capirla fino in fondo e l' unica che potrebbe farlo è lei-

Tira su con il naso, cercando di non piangere.
Si alza dal letto, prendendo a misurare a grandi passi la mia stanza.
Si tortura le mani, cercando di continuare.

-Ma è una testona orgogliosa- sorride amara -a volte mi chiedo come facesse Federica a farla ragionare-

-Ah, fidati, me lo sono chiesto più volte anche io pensando a Francesca. Quella ragazza doveva essere davvero una santa!- le strappo una risata, sentendomi un po' sollevata.

-Mi sono alterata, Ale- confessa -le ho praticamente urlato in faccia che sta mentendo a sé stessa, oltre che a me e alla sua migliore amica. Che non può andare avanti a sopprimere sempre tutto perché prima o poi scoppierà e sta già scoppiando e io mi sento così impotente..-

Mi alzo in fretta, correndo ad abbracciarla.
La stringo forte tra le mie braccia, passandole una mano sulla schiena.
Odio vedera così.

-Vedrai che si risolverà tutto- mormoro -Eleonora è forte-

-No, invece!- ribatte, staccandosi -cioè sì, ovvio che sì!- scuote la testa -ma in questo momento no! Non capisce che tra poco Feffe se ne andrà di nuovo e che se non si apre con lei ora, non avrà più modo di farlo tanto presto?-

-Forse è questo il punto- dico, cercando i suoi occhi -forse si chiede se ne vale la pena aprirsi ora se tanto presto non  potrà più farlo quando vuole. Non potrà trovarla quando ha bisogno di lei-

-Sì, ma adesso l' unica persona in grado di aiutarla è Francesca! E ho paura che se non si lascia aiutare, presto non saprà più come uscirne!-

-Ma da cosa? Cosa succede, Erica?-

-Non posso dirtelo- abbassa la testa -Eleonora non vuole che si sappia-

-Ma mi devo preoccupare?- chiedo allarmata.

-No- scuote la testa in un cenno negativo -non ancora almeno-

-Beh, allora penso che ti rimanga solo una cosa da fare-

-Cosa?- domanda, confusa.

-Vai da Francesca- soffio, semplicemente -vai e dille quello che succede. Vai e ordinale di andare dalla tua ragazza e di costringerla a parlare-

E' l' unica cosa che mi viene da suggerirle.
E forse credo sia proprio l' unica cosa che può fare se tanto Eleonora non vuole stare a sentire.
Tanto può andare peggio di così?

-Eleonora si incazzerà di brutto con me- sospira -non mi rivolgerà più la parola-

-Sta a te la scelta- le prendo una mano, stringendogliela -vuoi continuare a sentirti impotente o vuoi provare a fare qualcosa?-

-Lo so, Alessia- mi guarda, rassegnata -ma conoscendo Ele, si arrabbierà talmente tanto che potrei rischiare di perderla-

-Mi rendo conto che non sia una decisione facile- le sorrido, cercando di rincuorarla -ma io ci sono se avrai bisogno di me e puoi sempre concederle un po' di tempo prima di scavalcarla e andare da Francesca-

All' improvviso scatta in avanti abbracciandomi.
Mi stringe forte, quasi come se avesse paura che possa andarmene.
La sento sospirare contro la mia spalla.

-Grazie- mormora.

-E di cosa?-

-Di esserci-

Ricambio la stretta, sentendomi d' un tratto molto meglio.
La consapevolezza di aver riavuto indietro la mia migliore amica mi riempe ogni volta il cuore di gioia.
Mi è davvero mancata molto la sua presenza.

-Ma ora basta parlare di me- si stacca velocemente, cercando di regalarmi un bel sorriso -tu come stai?-

-Una domanda di riserva?- le sorrido, andandomi a sedere alla scrivania -parliamo di quanto mi piaccia il corso di fotografia!-

-Oh, ma quello lo so che lo ami!- sogghigna -io voglio i particolari scottanti!-

-Su chi?-

-Su, Giulia!- risponde, ovvia, sedendosi sul ripiano della scrivania -allora?-

-Sì, lo abbiamo fatto- le concedo -è andata bene!-

-Tutto qui?- alza un sopracciglio in perfetto stile Eleonora -solo un "è andata bene"?-

-Che vuoi che ti dica?-

-Dove? Come? Quando?- 

Sospiro, ripensando a ieri sera.
Dopo il Danger ho raggiunto Giulia a casa sua.
Abbiamo messo su un film, ma lo abbiamo visto decisamente poco.
Un bacio tira l' altro e si sa come va a finire.

Certo, è stato bello e appagante, ma non so...
Non mi sono sentita pervasa da emozioni forti o da un coinvolgimento profondo.
Sembrava...sesso.
Solo e semplicemente sesso.
Forse perché sono stata impegnata per quasi tutto il tempo a fare paragoni con Francesca.

-Ieri sera a casa sua- le rivelo, in fine -tutto molto bello-

-Non hai la faccia di una che ha passato la nottata a scopare come un riccio!-

-Quanto sei fine, Erica!- rido, spingendola scherzosamente di lato.

-Beh, rende meglio il concetto!- si giustifica, alzando le spalle -quindi ti è piaciuto, ma.....-

-Ma non mi sono sentita del tutto appagata, ok?- confesso -ho pensato per tutto il tempo a..-

-Francesca- finisce la frase al posto mio -ho notato il tuo sguardo quando hai visto lei e Ilaria scambiarsi quel bacetto-

-Beh ero confusa, va bene?- soffio, alzandomi -mi aveva detto che non stava con nessuno!-

-Infatti è così- m' interrompe -e poi di certo non sta con Ilaria! Hanno provato a stare insieme, ma Feffe mi ha detto che volevano cose diverse. Sono rimaste ottime amiche che ogni tanto si scambiano qualche innocuo bacetto a stampo-

-Ma che cazzo vuol dire?-

-Alessia, ma perché t' importa tanto?-

-Perché io la amo ancora!- sbotto d' un fiato, senza rendermene conto.

M' immobilizzo con una mano davanti la bocca.
Alzo lo sguardo su Erica e la trovo a fissarmi con un sorrisetto vittorioso in faccia.
Non aspettava altro, sta stronza.

-Volevi proprio farmelo dire, eh?- le chiedo, duramente.

-Eh sì!- trilla, balzando giù dalla scrivania -si capisce lontano un miglio. Mi domando cosa tu stia combinando con Giulia, allora-

-Mi fa stare bene!- ribatto, balbettando -sto bene con lei, abbiamo un sacco di cose in comune, è bella e divertente ed è ciò di cui ho bisogno adesso-

-Io lo so questo, Alessia- si avvicina, posandomi una mano sulla spalla -ma a lungo andare non farà bene a lei e nemmeno a te stessa-

-Senti, tanto Francesca tra poco se ne andrà e tutto tornerà normale- dico ad alta voce, così da cercare di convincermene a mia volta.

-Io me lo auguro per te-





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ANGOLO AUTRICE:

Mi risparimierò le scuse per il ritardo, perché sembro un disco rotto.
Ma ehi! Ho aggiornato, no?!
Quindi faremo tutti finta di niente!

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Personalmente odio vedere la Santoro così!
Voi che vorreste facesse Erica?
Che corresse da Feffe a rivelarle tutto o che lasciasse che fosse Eleonora a parlarle?
Per ogni gesto ne segue una conseguenza!
Staremo a vedere!

Vi è piaciuto questo momento ritrovato tra Alessia e Erica?!
Spero di sì, perché ne riavremo altri!
Presto conosceremo anche questa Giulia!

Francesca e Ilaria?
Che mi dite?
So che la magigor parte di voi la odia, ma io la adoro.
Chissà se e come si evolveranno le cose tra loro.

E' tornata Maria!
Ha fatto una breve apparizione lanciando indizi qua e là!
Staremo  a vedere!

Adesso vi lascio.
Alla prossima!
Un bacio,

Crige.












  
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