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Autore: Elena 1990    03/03/2018    1 recensioni
La storia mai narrata del terribile imperatore dello spazio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Re Cold sollevò un sopracciglio. -- Dove sei stato?
Feci spallucce. -- Sono andato a fare un giro. Avevo voglia di un volo notturno.-- dissi e sorrisi.
Mio padre mi fissò scettico. -- Da solo?
-- Certo! Ogni tanto un voletto da soli ci sta.-- ridacchiai.
Il re assottigliò lo sguardo. Al suo fianco Cooler cercava di trattenere una risata.
-- Hai una vaga idea di che ore sono?
Riflettei. -- Mattina?
-- È quasi ora di pranzo!
-- Cos, veramente?
Cooler teneva la mano davanti alla bocca, e aveva il colore di una melanzana.
-- Sono dispiaciuto padre. Vi faccio le mie scuse.-- dissi inginocchiandomi.
-- Che non capiti più. E adesso fila a darti una sistemata. Sembri uscito da uno di quei.. hai preso del ghiaccio nero?!
-- Cosa? No! Io non tocco quella roba!
-- Sarà meglio. E adesso via, fila!
Mi congedai con un inchino e mi allontanai canticchiando leggermente.
Guardandomi allo specchio capii perché mio padre mi aveva domandato del ghiaccio nero. Era una miscela potente a base di acqua ghiacciata, alghe tossiche e altre porcherie che non ricordo. Girava nei quartieri più malfamati. Ti lasciava un senso di euforia, felicità, rendendoti diabeticamente sdolcinato e raggiante. Sotto l'effetto di quella roba potevi trovare carino e coccoloso anche un ratto appestato che si rotolava nell'immondizia. Chi la prendeva, di solito girava fischiettando e canticchiando come un idiota, rilassato ed incurante di tutto e con un eterno sorriso ebete stampato in faccia.
Non avevo toccato una goccia di quella roba, eppure corrispondevo in pieno alla descrizione. Mi sentivo preda di un insolito ottimismo verso la giornata a venire, non pensavo a far buona impressione a mio padre, non ero in vena di scontri con mio fratello.
-- Che cosa mi succede? mormorai.
Corsi dal medico di corte e gli spiegai i sintomi nel dettaglio ma non gli dissi di Neve.
-- Il ghiaccio nero non provoca amnesia. Dovreste ricordare perfettamente cosa avete fatto la sera scorsa sire.-- disse il medico.
A quel pensiero sgranai gli occhi ed arrossii. -- Assolutamente niente.
Il medico fece un sorrisetto ed incrociò le braccia. -- E questo “assolutamente niente” con chi l'avreste fatto?
Avvampai.
-- Voi non avete preso del ghiaccio nero e siete sano come un pesce. L'origine del vostro comportamento è molto semplice sire. Voi siete cotto come un tacchino, innamorato perso di una persona ignota.
-- Shh abbassate la voce!-- sibilai. -- E va bene lo confesso. Ma nessuno dovrà saperlo.
-- Neanche il re?
-- Soprattutto il re! E se vi scappa una sillaba verrete cotto alla mia maniera.
Quello deglutì. -- Sì signore. Manterrò il silenzio sul vostro amore clandestino.
-- Shh!

-- Allora fratellino, a quando le nozze?
-- Chiudi il becco!
Cooler ridacchiò schivando i miei colpi. -- Lento.-- replicò parando e contrattaccando con un pugno.
Parai il colpo. -- Cos'è questo? Anche mia nonna potrebbe pararlo!-- contrattaccai con un montante ma Cooler lo schivò, ruotò su sé stesso e mi colpì con la coda.
Indietreggiai e contrattaccai con un colpo dell'aura ma mio fratello lo scacciò mandandolo contro un cumulo di neve.
-- Dai a me puoi dirlo, fratellino. Chi è la popolana con cui ti diletti?-- chiese lanciando una sfera di energia blu.
Io ne lanciai una viola ed entrambe esplosero. -- Come sai che non è nobile?
-- Se fosse stata nobile non l'avresti nascosta.-- replicò lui comparendomi di fronte all'improvviso e ficcandomi un pugno nello stomaco.
-- Sei distratto.-- replicò. -- Ti manca l'iniziativa. Non hai voglia di sfidarmi. Lei ti ha reso docile come un agnellino.
Tossii e lo guardai. -- Questo lo credi tu.
-- Alziamo la posta allora. Se perdi, mi presti la tua sgualdrina. Che ne dic- --
Cooler dovette evitare il fascio di energia viola che gli scagliai contro. Mi ritrovò davanti a sé in un battito di ciglia ed incassò una lunga serie di calci e pugni alla mia massima velocità.
-- Lei non è una sgualdrina!-- urlai e lo colpii con una codata lanciandolo verso i cumuli di ghiaccio. Li prese in pieno distruggendoli e sollevando frammenti di ghiaccio e fiocchi di neve. Lo raggiunsi con uno slancio dell'aura e prima che si rialzasse gli ficcai il piede sul collo.
-- Rimangiatelo.-- ordinai.
Lui ridacchiò e io aumentai la pressione.
-- RIMANGIATELO!
-- Va bene, va bene!-- disse col fiato che gli restava. -- Ritiro quel che ho detto!
Tolsi il piede e lui si girò su un fianco tossendo.
Solo allora mi accorsi di avergli fatto male. -- Scusa fratello. Non so cosa mi è preso.
Lui riprese fiato e fece un gesto di non curanza, sorridendo. -- Tutto bene.-- ridacchiò. -- Sei proprio cotto.
Mi sedetti vicino a lui. -- Già. É graziosa ed elegante molto più di certe nobili. Come se fosse un qualcosa d'innato. E poi è bella. Fratello, vedessi quanto è bella. La scambieresti per una principessa. Ti chiederesti che ci fa in quel tugurio, come un diamante in un mucchio di melma.
-- Caspita.-- disse e poi si fece serio. -- Fa un favore a te stesso fratellino, scordati di lei. Nostro padre non permetterebbe mai ad uno della famiglia reale di unirsi ad una popolana.
-- Quando sarò imperatore, potrò sposare chi voglio.
-- Sarai imperatore solo se mi sconfiggerai fratellino. Ed anche allora, non credere che nostro padre te lo permetta.
-- Allora rinuncerò alla corona.
Cooler sgranò gli occhi. -- Sei impazzito? Nostro padre ti ucciderebbe.
Mi morsi il labbro e Cooler mi mise una mano sulla spalla.
-- Forse ti serve stare un po' lontano da lei, a prescindere. Si avvicina il giorno del nostro scontro. Nostro padre esige sempre di più da noi. Devi essere concentrato.
-- Come potrei allontanarmi restando qui?
Mio fratello fece un lieve sorriso. -- Mi è venuta un'idea: ti ricordi di Plant?
-- Plant? Quel pianetucolo di provincia?-- feci spallucce. -- Vagamente.
-- C'è una guerra lì. I saiyan cercano di conquistarlo.
-- E allora?
-- Tu non hai mai partecipato ad una vera battaglia, vero fratellino?
Scossi il capo. -- Nostro padre dice che non è roba da principi.
-- Vero. Io però l'ho fatto una volta.
-- Davvero?
-- Sì e credimi, quello che apprendi sul campo non te lo insegnano in anni di addestramento. Pensa, sarebbe una buona occasione per farti le ossa.
Feci una smorfia. -- Nah, avrei un trattamento di favore.
-- Non se ti spacci per un comune mercenario. Inventeremo una scusa per nostro padre, diremo che vai via per qualche giorno in una delle province, a studiare. Invece, tu ti imbarchi per Plant e vai a suonarle a tutti!
Ridacchiai. -- Come se potessi fare qualche differenza.
-- Vuoi scherzare? Parliamo di saiyan e tsufuru. Basterebbe il più debole della nostra razza per sconfiggerli entrambi.
-- Dici?-- ero un po' scettico ma sapevo che mio fratello aveva ragione. Forse non sarebbe stata una passeggiata ma facile di sicuro. E poi mi solleticava l'idea di combattere in una vera guerra. Già mi vedevo trionfare glorioso sugli avversari e in un paio di giorni tornare a casa e rientrare a palazzo tra i complimenti di mio padre.
-- Lo faccio!-- esclamai.
Alcuni giorni dopo, il tempo di salutare Neve e inventare una buona scusa per mio padre, partii per la mia nuova e gloriosa avventura su Plant.
Non l'avessi mai fatto.
  
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