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Autore: sectum_sempra    03/03/2018    2 recensioni
La morte non si accetta, alla morte non ci si abitua. Ci si rassegna all’assenza, alla mancanza, al vuoto, al nulla. La morte di un amante, di un genitore, di un amico. La morte di un figlio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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La morte non si accetta, alla morte non ci si abitua. Ci si rassegna all’assenza, alla mancanza, al vuoto, al nulla. La morte di un amante, di un genitore, di un amico. La morte di un figlio.

La mente umana attua innumerevoli strategie nell’elaborazione di un lutto, a livello inconscio e consapevolmente. Molly era tutt’altro che umana, eppure la sua mente escogitò tante di quelle strategie, forse anche troppe. Pensò di disfarsi di ogni ricordo, accantonando tutto in soffitta. Occhio non vede, cuore non duole, si dice. Eppure il mostruoso senso di colpa finiva sempre per avere la meglio, ed ogni foto finiva per tornare al suo posto. Pensò di donare i suoi vestiti ai meno fortunati, un briciolo del suo morale ne fu risollevato, alla fine. Tuttavia, ad ogni indumento restava legato un indissolubile ricordo.
Un berretto di lana lavorato ai ferri, quei pantaloni di velluto a coste di seconda mano, trasandati, di un caldo colore ocra che lui indossava sempre, quasi ogni giorno. Una sciarpa invernale, di quelle pesanti, dagli sgargianti colori di quella che era stata la sua Casa, il suo orgoglio, la sua religione. Le sue vecchie scarpe, ormai probabilmente da buttare. La divisa del Quidditch, che aveva indossato poi Ron, ma che era stata fatta su misura per lui. Era così alto, così magro e così irrequieto! Quante volte non riportò a casa la divisa a brandelli, quante volte lei trovò un rimedio, da abile sarta quale era. L’uniforme, la sua uniforme. Ricordava come fosse avvenuto il giorno stesso il primo anno ad Hogwarts dei gemelli, lo spavento e l’emozione.
La maggior parte di quegli indumenti era stata comprata per Bill e poi passata ad ogni fratello, per arrivare infine a Ronald. Ad ogni indumento era legato il ricordo di ogni figlio, in realtà, ma non riusciva proprio a ridimensionare la cosa. Le capitò tra le mani quel suo maglione blu, quello con l’iniziale del suo nome ricamata al centro, uno di quei maglioni che aveva dato in dono ad ogni figlio in occasione di un Natale passato. Ricordava come i gemelli crescessero in fretta, e come un solo maglione all’anno non fosse decisamente bastato a coprirli fino ai diciassette anni.
Ricordava il suo profumo. O meglio, ogni bambino ha un suo odore. Si dice che nulla abbia un profumo migliore della testa di un neonato, ed è così. Niente infonde maggiore serenità di una creatura minuta e indifesa tra le braccia, del suo respiro regolare e profondo, dell’odore della sua pelle. Odore d’amore. Un amore eterno, di quelli che non vedrà il tramonto neanche alla fine dei tempi, perché è questo ciò che ha in serbo una mamma per un figlio, un amore incontenibile e smisurato, un amore forse anche pericoloso. Molly era stata una brava madre per i suoi figli, anzi, era stata una mamma. Che tra madre e mamma, c'è una sottile differenza. Sottile, ma non trascurabile. Fred e George richiesero particolare impegno e dedizione nella crescita, innumerevoli attenzioni e tanta, tanta di quella pazienza, non era mai abbastanza. Spesso credette d’essere sull’orlo di una crisi di nervi, poi però finiva sempre col realizzare che in nessun altro posto nel mondo si sarebbe sentita a casa, con nessun altro avrebbe mai potuto essere realmente felice e in nessun altro caso la sua esistenza avrebbe mai potuto avere un senso.
Molly si guardò indietro e realizzò d’aver lasciato un segno, una traccia del suo passaggio su questo mondo, o in qualunque mondo vivesse. Era orgogliosa di ognuno dei suoi figli, dal più freddo e ingrato al più scalmanato e indisciplinato. Molly amava, era innamorata e amava a dismisura. Dopo tutti quegli anni nessuna possibile strategia era servita, non c’era stato verso di farsene una ragione, di accettare che la prepotenza di un altro mago potesse aver spazzato via per sempre l’esistenza di suo figlio, della creatura che aveva messo al mondo e che aveva amato tanto, con ogni fibra del suo corpo e della sua anima.
Molly era pentita d’aver ucciso, ma tornando indietro si rese conto che non avrebbe potuto fare altrimenti. Aveva fatto quello che doveva. Molly aveva protetto sua figlia, la sua unica figlia, eppure aveva fallito. Le avevano portato via Fred, il suo unico Fred. E non c’era davvero strategia che potesse rimediarvi.
   
 
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