Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: PrincessintheNorth    04/03/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
MURTAGH
 
 
 
Era da una settimana che Katie ce l’aveva con me.
A morte.
Il tutto perché?
Per come le avevo risposto quando, alla riunione, aveva tirato in ballo il discorso Marina.
Perché secondo lei, avrei preso bene e con gioia smodata l’idea che lei si imbarcasse per andare a combattere Grasvard, che l’aveva quasi uccisa più di una volta ed era riuscito ad uccidere nostro figlio.
Ma no. Per lei, avevo ecceduto ai miei diritti e avevo “attuato un comportamento che potrebbe mettere in pericolo l’intero Paese”.
Quando avevo provato a parlarne con lei, dopo la piccola festa privata per il bambino (nella quale lei alla fine aveva pronunciato le fatidiche parole “aspetto un bambino”), si era subito chiusa, opponendosi a qualunque tentativo di ragionamento.
Sapevo quanto odiasse che “limitassi” la sua libertà, ma era incinta. Non l’avrei lasciata combattere. E se fossi dovuto andare in Congresso per farle avere un divieto formale, ci sarei andato senza problemi.
Da una settimana, quindi, lei era ritornata nelle sue stanze, e ogni mio tentativo di riavvicinarmi era stato prontamente abbattuto.
Generalmente, ogni qualvolta cercassi di entrare in camera sua, lei mi chiedeva, quasi implorandomi, di uscire, dicendo che aveva bisogno di restare sola e che non se la sentiva di vedermi, che non lo diceva per uno di quei meccanismi strani delle donne per cui se dici a un uomo di andarsene, lui resta, ma perché era così, aveva bisogno di stare sola.
Era stato quello, la sua disperazione, a farmi capire che c’era qualcos’altro che non andava, ma sapevo quanto forzarla potesse compromettere tutto. Perciò, nonostante la cosa mi facesse stare male, l’avevo lasciata in pace.
Ovviamente, si era presentato un altro problema.
Castigo, da quando eravamo partiti e tornati dal Tridente, era stranamente silenzioso. Parlava pochissimo, spesso teneva la sua mente chiusa anche a me e partiva per “voletti” di due o più giorni, senza volere che andassi con lui, e sapevo quanto volesse, da parecchio, che ci prendessimo una vacanza solo per noi.
La necessità di Katie di stare da sola, perciò, mi diede l’occasione di riuscire a mettere all’angolo quel drago cocciuto.
Andai alla torre dei draghi, proprio mentre ritornava da uno di quei suoi “voletti” che duravano giorni: stavolta era stato via cinque giorni, strano.
Ovviamente, strinse gli occhi quando mi vide lì ad aspettarlo, e assunse subito un’aria altezzosa.
Dove sei andato stavolta?
Lo sapresti se fossi venuto.
Peccato, sarei venuto se mi avessi invitato. Dove sei andato?
Montagne Ghiacciate.
Fa freddo. Guarda che è il caldo a fare bene ai draghi, non il freddo. Ti si ghiaccia qualunque cosa tu abbia nel ventre per sputare fuoco e poi esplodi.
Ho le squame abbastanza dure per non esplodere.
Se lo dici tu … ah, già, è da un po’ che non dici niente.
Se a te non interessa … sibilò.
Che stai dicendo? Guarda che mi interessa di te.
Allora te ne saresti dovuto accorgere prima.
In un attimo, era partito di nuovo.
Fu a quel punto che mi preoccupai seriamente.
Castigo mi parlava così, ed evitava di dirmi quale fosse il problema, solo se era successo qualcosa di grave, e non ce l’aveva solo con me, ma anche con qualcun altro.
E sapevo benissimo anche che, quando si comportava così, non dovevo lasciarlo sbollire, ma martellare finché non avesse ceduto.
Antares, riesci a farmelo raggiungere?
Non posso … fu la sua laconica risposta.
Ti si è rotta un’ala?!
No … ma non posso. Per favore, non chiedermi altro.
Perfetto.
Quei due stupidi draghi avevano dei problemi e toccava a me risolverli, come se non ne avessi abbastanza io, con una moglie incinta che si rifiutava di vedermi.
Veramente perfetto.
Beh, in ogni caso, ora quella moglie avrei dovuto vederla, perché tra il mio drago e il suo era accaduto qualcosa.
E se la sua dragonessa aveva fatto qualcosa di brutto al mio, di drago, ne avrebbe risposto a me.
 
 
 
Bussai alla sua porta mezz’ora dopo.
-     Chi è?
-     Amore, sono io, dobbiamo parlare.
Tre secondi di silenzio.
-     Va bene.
Sembrava essersi appena alzata dal letto, constatai non appena la vidi.
Aveva i capelli raccolti in una crocchia disordinatissima e indossava solamente l’intimo … non che la cosa mi dispiacesse, ma dopo una settimana che non la vedevo doveva proprio presentarsi con una corta sottoveste nera di pizzo?! Cos’era, un complotto per farmi crollare?!
-     Stai bene, Katie?
Annuì in fretta, ma senza guardarmi.
-     Sei sicura?
-     Sì, sì. Sono solo stanca. – mormorò. Lasciò persino che l’abbracciassi.
Nel momento in cui la riebbi tra le braccia, per un attimo mi dimenticai del problema di Castigo. Katie era tornata, e con lei, ovviamente, il suo profumo inebriante di rose e stelle alpine e, ultimo ma non meno importante, il bimbo.
-     Scusa. – sussurrò.
-     Non fa niente, amore, scusami tu. Va tutto bene.
-     Davvero?
-     Certo. Almeno … tra di noi va tutto bene. Dobbiamo parlare di Castigo e Antares. Credo che abbiano dei problemi, lui continua ad andarsene, non vuole parlarmi, e di sicuro nasconde qualcosa.
Non appena gliene parlai, anche lei si riscosse. – Anche Antares è un po’ strana in questi giorni. – osservò. – Ma più che arrabbiata è … triste e confusa, credo.
-     Non sai perché?
-     No. Anche lei non parla molto. – mormorò. – Penso ce l’abbiano l’uno con l’altra.
-     Sì, il punto è che Castigo non sta affatto bene.
-     Beh, nemmeno Antares.
Aggrottò un momento le sopracciglia, per poi sospirare.
-     Perfetto. Scappa via anche lei, ora.
-     Se ne sta andando?
-     Che ti ho appena detto?!
-     Beh, allora vestiti. Adesso andiamo a sistemare questa cosa.
 
 
Mi raggiunse alle stalle dopo venti minuti, il tempo di vestirsi e fare il tragitto. Dato che, evidentemente, eravamo sprovvisti di draghi, ci toccò accontentarci dei cavalli.
Mentre cercavamo di capire dove diavolo si fossero cacciati, mi resi conto che, in effetti, avrei dovuto ringraziarli: avevano fatto in modo che Katherine dovesse uscire, e magari sarei riuscito a farle tirare fuori cosa non andava.
-     Katie …
-     Mmh?
-     Cosa succede? – decisi di andare direttamente al sodo.
-     Beh, succede che abbiamo due draghi scomparsi. – osservò.
-     No, intendevo cosa ti sta succedendo. Te ne sei rimasta da sola per una settimana, e comunque non sembra che tu ce l’abbia solo con me.
-     Con te non ce l’ho più. – sospirò.
-     Buon per me, ma c’è ancora qualcosa che ti turba.
-     Non è vero. – mentì.
-     Katie …
-     Non è niente! Solo …
-     Solo?
Sospirò. – è che … mi sono solo resa conto di una cosa. A parte il fatto che ha più o meno senso il fatto che non prenda parte ad un’azione militare della Marina da incinta … ma una volta che sarà nato, comunque, non potrò più, comunque … essere in Marina.
-     In che senso? – chiesi. Cosa voleva dire, che una volta che avrebbe avuto il bimbo l’avrebbero estromessa?
-     Il mio sarà solo un incarico formale … quando lo troverò il tempo per andare in missione? Il bimbo dovrà mangiare, dovremo comunque stargli dietro … mi ridurrò a firmare qualche atto. – sospirò.
-     Tu sai che io esisto, vero? 
Mi beccai una sua occhiata a metà tra il confuso e l’insospettito.
-     Sì. – rispose lentamente.
-     E allora. Il bambino lo guardo io.
-     E come lo allatti?
Corretta osservazione.
-     Ci sono le balie! Sta tranquilla, potrai continuare a sparire giorni e giorni per combattere i pirati, piccola. La nana la guarderò io, non ti preoccupare. Le insegnerò a sputare.
-     Se tu ci provi io non solo ti ammazzo, ma impedirò che il bambino abbia dei fratellini. – ridacchiò. Nonostante mi avesse minacciato, scherzava, e questo mi fece capire di essere riuscito nella missione, ovvero tranquillizzarla.
-     Così non credi che la bambina ti si ritorcerà contro? “Mamma ma perché non mi fai un fratello?” “Amore, ho castrato papà perché ti ha insegnato a sputare!”
Stavolta, la risata fu molto più aperta e liberatoria.
-     Ma non è detto che sia una bambina …
-     Katherine, se lo dico io è così.
-     Quindi se dici che un serpente è un uccello, gli spuntano le piume e inizia a volare? – fece scettica.
Guarda caso, in quel momento passava una biscia.
Non ci misi niente a sbuffare un incantesimo di trasfigurazione e far comparire un bel paio d’ali all’animale, che prese a svolazzare.
-     Ma io dove l’ho trovato questo … - sospirò Katie. – In una gabbia di matti, l’avrò trovato …
-     A questo punto penso di aver ragione a ritenermi offeso. – la presi in giro. – Mia moglie non si ricorda il luogo del nostro romanticissimo primo incontro …
-     Oh, certo … la neve, il paesaggio paradisiaco … e un idiota che si butta giù dal drago. Peccato, il trauma cranico non lo ha reso più intelligente …
-     È perché tu sei troppo stupida per capire quanto io sia intelligente.
-     Perfetto. Si è messo a far filosofia, siamo messi bene. – sospirò.
-     Quindi … sei rimasta chiusa in camera tua per una settimana, per questo? Ti disperavi per una paura che non aveva ragione di esistere?
-     Tu come ti sentiresti se non potessi fare ciò che ami e che è anche il tuo lavoro?
-     Beh …
Stava per dire qualcosa, ma si irrigidì.
-     Che hai?
-     L’ho trovata, Antares. – sussurrò.
-     Allora vai, e dimmi cosa scopri.
In un attimo, aveva fatto girare il cavallo ed era corsa via.
E nello stesso momento in cui lei scomparve alla mia vista, addentrandosi nella foresta, i frutti delle mie ricerche diedero un risultato: finalmente, nella mia mente comparve un’altra, piccola, luce.
Sapevo dove fosse Castigo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: PrincessintheNorth