Anime & Manga > Georgie
Segui la storia  |       
Autore: Rubina1970    04/03/2018    4 recensioni
In questa storia cercherò di dare spazio a tutti i personaggi. Che siate fans di Abel, di Arthur o di Lowell, prometto di dare la massima attenzione a tutti loro!
Il punto è: e se Georgie, alla fine del cartone, si fosse rimessa con Lowell?
Nell'anime, non si vede mai che s'innamori di qualcun altro, e anche se torna a casa coi Butman Brothers non per questo ne sceglie uno. Questo è uno dei motivi per cui il finale dell'anime non mi soddisfa.
Spero che la mia storia vi piaccia, ci saranno baci, lacrime e risate, e paesaggi che uno non si aspetta (tipo: che ci fa Georgie in Italia?!) ... e aspetto vostri commenti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Lowell Gray
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Tutte le frasi in corsivo all’interno di questo capitolo sono tratte dalla canzone “Quédate en mis brazos”, di Cristian Castro, dall’album Hoy Quiero Soñar (2004). A questo link (ma ce ne sono altri), la canzone, con video amatoriale: https://www.youtube.com/watch?v=JJy5hsTBKwg . Buona lettura e buon ascolto, ci rivediamo alla fine del capitolo!


Arthur si allungò sulla sua sposa e baciò di nuovo quella “bocca di rugiada” che tanto amava. Nel frattempo, si stese delicatamente su di lei. Difficile descrivere l’emozione di Maria a quel contatto! Ma Arthur si sentiva fortunato, e l’unica cosa che contava era che Maria non lo respingeva, anzi poteva sentirla palpitante sotto di sé. 
― Sta’ tra le mie braccia,
chiudi gli occhi belli …
Fa’ come se il tempo si fermasse proprio qui.

 ― No … voglio guardarti …
Si strinsero, mentre fuori la notte avanzava. Per loro pareva che il tempo si fosse fermato davvero, perché non erano coscienti di nient’altro che dei loro sospiri. Non sentivano le onde sulle scogliere, non si accorsero di un gruppo di giovani ridanciani che passò proprio davanti alla casa. Non avvertirono nemmeno i grilli, riportati da un nuovo riflusso dell’estate, quell’estate che ad Arthur ricordava tanto l’Australia.
Le loro parole erano brevi e dolci:
― Maria, ho paura ad essere tanto felice!
― Io non ho paura, ti amo troppo!
La paura pareva davvero un ricordo. La notte cresceva, e dentro quella stanza color crema e avorio, tutto avveniva come in un sogno gioioso per Arthur e Maria. Confusamente, a Maria venne in mente un’antica fiaba che aveva sentito una volta, da bambina: una fanciulla aveva sacrificato la sua libertà per diventare prigioniera di una bestia misteriosa, e aveva scoperto che quella creatura viveva in un castello circondato da un giardino incantato, su di un’isola sconosciuta. Lei era l’unica ospite a poter apprezzare le delizie di quel giardino, dove la natura era ricca e profumata e tutto invitava all’allegria; col tempo, la fanciulla aveva scoperto che non temeva più la bestia, anzi era felice di vivere con lui. Maria si sentì privilegiata: la paura era stata sconfitta, il giardino delle delizie era tutto per lei, e non c’era nessuna bestia ma soltanto Arthur, il suo bellissimo e tenero Arthur!
Pensando forse anche al giardino incantato e ai suoi frutti, o forse solo per istinto, Maria volle assaporare Arthur1: fu lei a cospargere di baci il suo corpo, senza timore di essere troppo audace, e i suoi baci si fecero molto meno casti di quelli che lui le aveva riservato poco prima! Come poteva, del resto, ignorare la felicità con cui Arthur accoglieva la sua passione? Arthur si abbandonava a quelle sensazioni, e intanto non riusciva a credere che finalmente Maria avesse superato tutte le sue angosce e fosse pronta ad amarlo di nuovo come una sposa, o meglio, continuava a ripetersi che non gli pareva vero. In effetti, quel momento era importante, una guarigione per lei e una benedizione speciale per lui.
Maria non ricordava quasi più le gioie provate sul treno mentre attraversavano la Francia, e in quel momento si sentiva senza esperienza né aspettative:
― Sto rinascendo! Tutto merito tuo!
― Anch’io … muoio nel cielo caldo della pelle tua … e rinasco!
In effetti, neanche Arthur ricordava bene quanto fosse intenso amare Maria fisicamente. Lui, il ragazzo posato della famiglia, abituato all’autocontrollo, fremeva di desiderio. Si concesse un’ultima battuta:
― Allora … vuoi che mi fermi?
― Non osare!
Risero, e poi continuarono ad amarsi con tutto lo slancio di cui erano capaci, fino a stancarsi, fino a quando il loro respiro fu tornato normale.
La notte scorreva silenziosa, a parte il mare. Ma nella stanza di nuovo tranquilla, Arthur non voleva ancora dormire: avrebbe voluto fermare quel momento, e combatteva per non cedere al sonno, ancora. Maria se ne accorse:
― Amore, mi sento bene! Ma forse ora dovremmo dormire …
― Perché?
― Come, “perché”? Perché non riesci a stare sveglio! – risero tutti e due, abbracciati – Chissà che ore sono …
― Dormi pure, se vuoi. Dormi dolcemente mentre io ti guardo …2

Maria chiuse gli occhi, mentre Arthur parlava sottovoce:
― Non mi manca niente quando ti ho vicino
e sento che il cuore mio è in festa amandoti,
la serenità che ho cercato sempre,
va più in là più di quanto io abbia sognato mai.
Sta’ tra le mie braccia, restaci per sempre,
Voglio immaginarti eternamente qui con me.

― Abbracciami, Arthur, che poi ai tuoi sogni ci penso io … Andremo in Australia, presto, come volevi tu …
Arthur si commuoveva quasi nel notare che Maria pareva leggergli nel pensiero: era anche l’idea dell’Australia che rendeva la sua felicità così perfetta! E lui la strinse più forte, sussurrando ancora una speranza, quasi una preghiera:
― Sta’ tra le mie braccia, che ti sento mia,
e che il nostro cuore possa non spezzarsi mai,
ho paura ad essere tanto felice,
che toccare il cielo sia soltanto fantasia.
Niente è per sempre e il mio cuore trema,
Voglio che stanotte, amore, non finisca più.

Poi, anche Arthur fece silenzio.
 
***
 
L’indomani, Lowell si mise in cammino presto. Aveva fretta di arrivare, ma questo non gli impediva di ammirare ogni cosa con stupore infantile, proprio per l’entusiasmo che provava. Era la convalescenza che volgeva lentamente al termine, e le forze che lentamente ritornavano, a farlo sentire così. In realtà non era in forma, doveva appoggiarsi ad un bastone per sicurezza poiché era ancora debole, ma si era rifiutato di aspettare. “Quante volte sono dovuto guarire, nella mia vita?”, pensava, “E dire che sono così giovane! Povera Georgie, che arnese ti sei trovata!” Ma non c’era amarezza nei suoi pensieri, solo un’ eccitazione che lo faceva sorridere di tutto. Il tragitto verso il porto gli parve un sogno, coi viali limpidi nel primo sole, e i negozi che aprivano.
Rideva tra sé, nel guardare il golfo sereno che si spalancava davanti a lui, col molo dei traghetti nuovamente gremito dopo la riapertura dei collegamenti diretti, coi pescatori di mitili di nuovo all’opera senza timori, sotto costa … e, più lontano, i pescherecci, i vari navigli che un tempo era abituale osservare, e le isole. Non guardava più la città o il Vesuvio: gli interessava solo individuare Ischia, dove c’era la sua casa con la sua famiglia. Voleva che l’orizzonte fosse sereno, che il viaggio fosse breve.
Georgie si alzò sul letto di scatto: era giunto il giorno! Si buttò addosso una vestaglia e uscì:
― Sveglia, sveglia, tutti quanti! – e abbracciò Antonia, che passava in corridoio e quasi si spaventò.
Abel la sentì, ma non ebbe paura, a differenza di Antonia, perché lui aveva già udito tante volte quel tono squillante nella voce di Georgie ragazzina. Fu felice per lei e uscì dalla sua stanza seguendo i richiami (“Sveglia, che è oggi!”) che lo condussero verso il piano inferiore. La chiamò, e lei tornò indietro, spuntando in fondo alle scale. Vedendolo, Georgie corse di nuovo su, la vestaglia leggera e chiara che svolazzava intorno a lei, e lo abbracciò stando un gradino più giù di lui. Profumo di grano maturo … “proprio come una volta”, pensò Abel.
La casa si animò in fretta. Arthur e Maria non erano particolarmente svegli, ma erano particolarmente felici, e date le circostanze nessuno notò né la loro indolenza, né la loro allegria. Una cameriera di fiducia uscì a comprare le ultime cose necessarie per un banchetto, alcuni garzoni arrivarono con alimenti prenotati con anticipo. Il Conte diede il braccio a sua figlia per uscire e salire in carrozza, coi bambini, e tutti andarono al porto.
Il sole era alto quando il traghetto arrivò. Georgie vide qualcosa che brillava e non ebbe dubbi: solo Lowell poteva essere biondo così! Allora, si mise a correre. Non si ricordava più di essere “una signora sposata” (come avrebbe detto sua madre, e forse anche Antonia), il busto non la preoccupò. Il cappello le si sganciò dall’acconciatura e cadde, raccolto prontamente da Arthur, e la sua chioma luminosa fu ben visibile dalla barca, mentre man mano si liberava e si avvicinava veloce lungo il molo. Lowell avrebbe voluto essere più agile e in salute per raggiungerla subito, mentre la voce gli si chiudeva per l’emozione: non riusciva nemmeno a chiamarla! E quando fu finalmente sceso dalla passerella, Georgie lo raggiunse con un grido di gioia, abbracciandolo con la forza che l’aveva sempre caratterizzata. Era la Georgie di tanti anni prima alla gara di boomerang, quella di Londra, che non si fermava di fronte a niente per amor suo. E lui era riconoscente di tanta fortuna:
― Non partirò più, non ti lascerò mai più! – le giurava tra le lacrime. Alzò lo sguardo oltre il viso radioso e umido di Georgie (non era mai stata così bella!) e vide i suoi figli, rosei e rotondetti, che si avvicinavano col resto della famiglia.
― Certo, che non andrai via! Io non ti farò andare più da nessuna parte! Oh, Lowell, resta tra le mie braccia …


 
1Continua la metafora, per chi non se ne fosse accorto: nel capitolo precedente, Arthur parla di “bocca di rugiada” a proposito di Maria, e qui lei lo vede come un giardino, dove evidentemente la rugiada si posa.
2Si riportano le parole della canzone. La traduzione è mia, ed è stata fatta in modo da rispettare il più possibile il ritmo originale (che è anche ballabile). Ecco il testo seguito dalla traduzione: 
 
Quédate en mis brazos, cierra tus ojitos,
Haz como si el tiempo ha decidido no volver.
Quédate dormida mientras yo te miro
Y muero en el cielo oscuro y tibio de tu piel.
No me falta nada cuando estás conmigo
Y mi corazón está de fiesta amándote,
Es la eterna calma que nunca he tenido
Mucho más que todo lo que alguna vez soñé.
Quédate en mis brazos, quédate por siempre,
Quiero imaginarte tan eterna como ayer.
Quédate en mis brazos que hoy te siento mía,
Que no llegue el día en que se rompa el corazón,
Tengo tanto miedo de ser tan dichoso
Que tocar el cielo sea tal vez una ilusión.
Nada es para siempre y hoy me tiembla el alma
Quiero que esta noche amor nunca salga el sol.
Quédate en silencio, mírame a los ojos,
Déjame volar al infinito en tu mirar,
Háblame despacio palabras del alma
Que son el conjuro a mis angustias y mi penar.
Quédate en mis brazos, quédate por siempre,
Quiero imaginarte tan eterna como ayer.
Quédate en mis brazos que hoy te siento mía,
Que no llegue el día en que se rompa el corazón,
Tengo tanto miedo de ser tan dichoso
Que tocar el cielo sea tal vez una ilusión.
Nada es para siempre y hoy me tiembla el alma
Quiero que esta noche nunca salga el sol.
Quédate en mis brazos que hoy te siento mía,
Que no llegue el día en que se rompa el corazón,
Tengo tanto miedo de ser tan dichoso
Que tocar el cielo sea tal vez una ilusión.
Nada es para siempre y hoy me tiembla el alma
Quiero que esta noche, amor, nunca salga el sol.
 
Sta’ tra le mie braccia, chiudi gli occhi belli,
Fa’ come se il tempo si fermasse proprio qui.
Dormi dolcemente mentre io ti guardo
e muoio nel cielo tiepido della tua pelle.
Non mi manca niente quando ti ho vicino
e sento cheil cuore mio è in festa amandoti,
la serenità che ho cercato sempre,
va più in là più di quanto io abbia sognato mai.
Sta’ tra le mie braccia, restaci per sempre,
Voglio immaginarti eternamente qui con me.
Sta’ tra le mie braccia, che ti sento mia,
Che il nostro cuore non debba spezzarsi mai,
Ho paura ad essere tanto felice
Che toccare il cielo sia soltanto fantasia.
Niente è per sempre e il mio cuore trema,
Voglio che stanotte, amore, non finisca più.
Non mi dire niente, guardami negli occhi,
Lasciami volare nel tuo sguardo all’infinito,
Parla piano piano, parlami col cuore
E allontanerai da me l’angoscia e il dolore.
Sta’ tra le mie braccia, restaci per sempre,
Voglio immaginarti eternamente qui con me.
Sta’ tra le mie braccia, che ti sento mia,
Che il nostro cuore non debba spezzarsi mai,
Ho paura ad essere tanto felice
Che toccare il cielo sia soltanto fantasia.
Niente è per sempre e il mio cuore trema,
Voglio che stanotte non finisca più.
Sta’ tra le mie braccia, che ti sento mia,
Che il nostro cuore non debba spezzarsi mai,
Ho paura ad essere tanto felice
Che toccare il cielo sia soltanto fantasia.
Niente è per sempre e il mio cuore trema,
Voglio che stanotte, amore, non finisca più.

 
Sono qui ad aggiornare con enorme ritardo sul previsto, e di questo mi scuso. Dall'inizio dell'anno, i problemi di salute all'interno della mia famiglia si sono moltiplicati e il lavoro ha le sue pretese. Per esempio, oggi dovrei dedicarmi a quello e anche a un concorso che per me è molto importante e che non ho ancora cominciato a preparare ...
Invece non potevo star lontana da voi ancora, così ecco qua, pur con qualche dubbio su questo capitolo, anche se l'ho immaginato tanto tempo fa. Come vedete, mi mantengo fedele alla mia costante: più è problematica la mia vita, più dolci sono i miei lavori. Ma non nascondo che scrivere è sempre più difficile, soprattutto per mancanza oggettiva di tempo e di serenità. Però vi faccio una promessa: finché potrò avere un collegmento a internet e un computer, io continuerò a pubblicare le mie storie. Magari lentamente, ma lo farò. E se dovessi smettere, cercherò di avvisarvi, ma per me sarebbe enormemente triste ... E dunque grazie della pazienza e dell'affetto. La mia storia finirà abbastanza presto in termini di capitoli, ma non so quando potrò aggiornare, comunque sia ... la finirò, e non sarà certamente l'ultima! A presto, spero che il mio capitolo vi abbia portato un po' di gioia e vi abbraccio con tutto il cuore!
 

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Georgie / Vai alla pagina dell'autore: Rubina1970