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Autore: reggina    04/03/2018    3 recensioni
Si dice che i gemelli abbiano un legame misterioso, speciale e invidiabile.
James e Jason , forse incatenati allo stesso destino, imparano da subito di non essere il centro del mondo.
Si guardano le spalle, si proteggono e si difendono l'un l'altro. Sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passa in fretta quando è necessario asportare delle micro metastasi: più tempo restano attaccate al tuo corpo più danni possono fare.

Il tempo passa in fretta anche quando hai un esame da recuperare.

Jason è arrivato all’università con largo anticipo e, prima di raggiungere l’aula-magna, si concede una sosta alla caffetteria interna all’ateneo distraendosi nell’osservare gli altri studenti che circolano intorno a quel punto di ristoro. Affidandosi all’istinto e ad un buono spirito di osservazione gioca ad indovinare la facoltà che frequentano: quel tizio lì, tutto incravattato, con le scarpe lucide e una valigetta di pelle in mano è di sicuro un futuro principe del foro; e quei due pensatori con i loro occhiali enormi…Beh quelli fanno sicuramente filosofia! E vogliono cambiare il mondo.

Speriamo che ci riescano !

A interrompere Jason da quel decifrare futuri mestieri, proprio quando si è impelagato in un guazzabuglio di giapponese, inglese e spagnolo con alcune studentesse di lingue, è il bip del telefono.

In bocca al lupo. Oggi spacchi di sicuro !!!”

L’ sms di Zahra è scontato ma anche una bella miscela di ottimismo e di fiducia. Risponde veloce con due emoticon: mostra i muscoli in un sottinteso sono indistruttibile e lo smile romantico del cuore vicino alla bocca. È ora di riporre libro e quaderni nello zaino e di affrontare l’enorme scalinata in granito che sale fino al dipartimento di economia.


L’ambiente è molto luminoso, arredato con piante da interni e con un pavimento in parquet. Guardandosi intorno si rimane piacevolmente sorpresi ma oggi Jason avanza a passo spedito senza soffermarsi su nessun particolare. Nemmeno sulle due grandi bacheche affisse su un lato del muro e invase da cumuli stratificati di annunci diversi: gente che cerca e altra che affitta alloggio, ripetizioni private, vendita di libri usati…

Indugia un momento davanti alla porta dell’aula: il contrasto tra la vivacità dell’atmosfera per i corridoio e la calma inerte che regna lì dentro è piuttosto netto.

Sceglie un posto a caso, non troppo isolato ma nemmeno troppo vicino agli altri, e si siede. Recupera le dispense e, accertatosi che nessuno dei fogli spillati abbia fatto le orecchie , opta per un ultimo ripasso non prima però di aver fatto una panoramica di tutti i volti presenti.

L’aula inizia a riempirsi e qualcuno si siede anche vicino a lui…


“Tra le lacune della mia preparazione c’è anche questo argomento!”

Non lo ha notato subito finché il ragazzo, suo vicino di posto, non addita l’argomento su cui Jason è fermo da dieci minuti buoni e allora deve cercare una risposta fiduciosa per vincere le insicurezze dello sconosciuto e renderselo un po’ meno estraneo.

“Ho sentito dire che è rara come domanda!”

Ha fatto tutto quello che poteva perciò decide di smettere e di fare un po’ di conversazione per rilassarsi. Con il tipo non è il caso: è troppo teso e ha l’aria di avere ancora qualcosa da leggere; quindi tenta con le coppia di ragazze alla sua sinistra ma finisce per scambiarci soltanto due chiacchiere di circostanza. James sarebbe stato sicuramente più bravo di lui, affabile e spontaneo, avrebbe finito per trattarle da vecchie amiche. E avrebbe rimediato pure i loro numeri di telefono che sarebbero tornati utili, se non a lui, per lo meno per combinare un appuntamento a Clifford!

Jason valuta l’ipotesi e scuote la testa divertito e in quel momento arrivano il prof e i suoi assistenti.

Si comincia.


Esce tutto tronfio con il suo libretto adesso un po’ più pieno.

Zahra lo sta aspettando nel soffocante pomeriggio di fine luglio, trovando riparo dagli ardori del sole all’ombra di un vecchio salice. La sua sagoma in controluce è bloccata, quasi sull’attenti, ma il suo sorriso è sfacciato e bellissimo difronte allo stupore di Jason nel trovarla lì.

“Mi hanno tartassato di domande ma non mi sono fatto fregare: non mi sono limitato a ripetere le nozioni lette sul libro; gli ho fatto anche le spiegazioni sentite a lezione. Ho usato le sue stesse parole, i suoi stessi concetti. È andato tutto benissimo!”

Zahra scoppia a ridere, si lascia contagiare dal suo entusiasmo e gli salta al collo raggiante, forse più bella del solito. Jason non può che apprezzare quello slancio d’affetto, forse anche più di quei jeans attillati e di quella magliettina un po’ scollata.

“Stasera ristorante al sorriso ? Dobbiamo festeggiare!”

Lo stuzzica mentre lui, con il pollice, disegna il contorno di quelle labbra a cuore con l’arco di Cupido ben definito.

“Perché non festeggiamo da me?”

Prende l’iniziativa, protraendosi in avanti e baciando quelle labbra che ama.

Un bacio d’amore che pulsa come i loro cuori.

Il tremendo squillo del telefono interrompe il meraviglioso idillio. Jason si fruga nelle tasche e appena legge il nome sul display cambia espressione, levando gli occhi al cielo.

“Maledetto scocciatore!”

Bofonchia seccato mentre Zahra ridacchia e si allontana verso una delle panchine in pietra serena dove gli studenti trascorrono le pause tra una lezione e l’altra approfittandone per socializzare.

“Salutami quello scavezzacollo!”

Mormora al fidanzato prima di lasciargli un po’ di privacy.


“Allora secchione li hai stesi tutti questa volta?”

La voce trepidante di James giunge dall’altro capo del Giappone, squillante come sempre.

“È andata e tutto si è concluso con un bel ventotto!”

È orgoglioso di quel genio di suo fratello, della bravura e della determinazione che mette nelle cose che fa ma…Accidenti quanto è permaloso!

“E comunque prendere buoni voti non è una cosa da secchioni, non prendere sul serio lo studio potrebbe avere impatti negativi sul tuo futuro!”

James storce il naso immaginando che quella filippica sia rivolta a lui e, per fortuna, Jason non può vedere il suo sbadiglio annoiato.

“Io ho poca propensione per la matematica!”

Replica con la massima nonchalance. Le sue parole sono disinvolte ma il tono della voce non lascia spazio a dubbi: quella telefonata è un piacevole diversivo per distrarsi dal continuo Sali e scendi della giornata tra la sua camera (rigorosamente a due letti) e l’ambulatorio.

“Sei un gran rompiscatole, Jay! Stamattina mi hanno messo un ago nel braccio e mi hanno succhiato un numero imprecisato di provette di sangue, tra poco mi faranno stendere su un lettino e mi attaccheranno decine di elettrodi sul petto. Sinceramente, in questa giornata di merda, mi ci manca soltanto la tua ramanzina da supplente delle elementari!”

James è sorpreso e anche un po’ imbarazzato dal suo stesso sfogo, da quel tentativo di trovare sollievo ad una situazione difficile che sta cercando di affrontare con un ammirevole forza d’animo.

Dall’altro capo del telefono un lungo silenzio. James ha toccato un nervo scoperto e lo sa benissimo.

Lui è quello forte, quello che riesce sempre a mettere a posto le cose. Per Jason è strano che lasci trasparire i suoi limiti eppure capisce benissimo la sua tristezza, le sue recriminazioni ma questo non è suo fratello!

Tuttavia, a scuola di frecciatine, è una delle poche persone che riesce a non prendersela e a rispondere a tono al sarcasmo.

“Ti hanno scritturato per il remake di Dracula?”

Lo sfogo di tensione, il momento di crisi è passato e riprendono a sfottersi e punzecchiarsi come sempre, come due fratelli uniti.


“Allora spiritosone hai casa libera! Che programmi hai per stasera e, soprattutto, per stanotte?”

L’allusione non è neanche troppo velata e un improvviso rossore infiamma il viso di Jason nel momento meno opportuno. Ha la pessima idea di voltarsi a guardare Zahra: non sa dove e quando la ragazza abbia comprato quel ghiacciolo al limone con cui si sta rinfrescando. Quello con lo stecco di liquirizia di fronte al quale, di solito, si tira indietro, arricciando il naso di disgusto. Sa che quel bastoncino sarà riservato a lui.

Sentendosi osservata, lei abbozza un saluto con la mano.

“Sono un bravo ragazzo io!”

James è divertito da quella puntualizzazione e gode nello stuzzicarlo ancora.

“Oh tranquillo Zahra lo sa che non mordi mica!”

Adesso le guance di Jason brillano di un bel rosso acceso come la cresta dei galli, tuttavia quella risata contagiosa, da bimbo, fa sbollire tutta la sua rabbia.

Incredibile: suo fratello sta ridendo di lui e si sente felice!

È il momento di chiudere la conversazione ma prima vuole dirgli qualcosa che gli sta davvero a cuore.

“James…”

Il nome per intero, senza vezzeggiativi, prelude a un discorso più profondo e anche il chiamato in causa si ricompone tornando completamente serio.

“Io ce l’ho fatta. Adesso tocca a te!”

Deve strappargli quella promessa, anche se è ben consapevole che non dipenderà soltanto da James, ma non può restare fermo, non può far spegnere la speranza. Deve scacciare la possibilità che suo fratello faccia brutti scherzi.

“Ci proverò con tutto me stesso. Te lo prometto!”

La voce di Jamie è rotta dalla commozione ma c’è tutto il loro legame incrollabile e indistruttibile quando all’unisono pronunciano quel motto, diventato immancabilmente un portafortuna in casa Derrick prima di ogni partita dell’Hot Dog.

“E chi se ne frega del risultato, se darai il massimo avrai già vinto!”

   
 
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