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Autore: Burrobirra_24    05/03/2018    1 recensioni
Il cuore iniziò a battere veloce nel petto.
Che aveva progettato per te, quella mente diabolica?
Ti avrebbe costretto a mangiare una di quelle sue merendine malefiche davanti a tutta la sala comune?
Oppure ti avrebbe costretto a salire su una scopa?!
Il solo pensiero ti fece rabbrividire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Te ne stavi seduta tutta sola nell’aula di babbanologia a pensare alla sfuriata che ti aveva fatto Ron riguardo le lettere che tu e Victor vi scambiavate.
Ron. Ron. Ron.
Quanto ti faceva infuriare! Sembrava fosse il suo sport preferito, farti saltare i nervi.
Ma, insomma, cosa credeva? Che eri una di quelle ragazzine sprovvedute, che non si sarebbe accorta se Victor la stesse prendendo in giro?
Ancora immersa in questi pensieri, non ti accorgesti che qualcuno era venuto a disturbare il tuo bisogno di quiete.
Qualcuno di alto, con i capelli rossi e sguardo malandrino.
Ebbene sì, come se quel giorno non fosse stato già abbastanza pesante, ti era imbattuta nel Weasley più irritante, irriverente, diabolico (perché eri certa fosse lui, il più diabolico) e difficile da tenere a bada: Fred.
“Ehi Prefetto!”
Ti eri sentita apostrofare.
Ti sei volata lentamente per scrutare il tuo interlocutore, come se volessi carpirne il pensiero e le intenzioni.
Da quando eri diventata prefetto, era cambiato qualcosa nel vostro strano rapporto.
Non sapesti dirlo nemmeno tu il motivo ma, ogni qualvolta ti trovavi in presenza di Fred, in te cresceva questa strana esigenza di parlarci, di avvicinarti a lui quando non sembrava sconveniente, si intende.  
“Che c’è Weasley?”
“Come mai ancora in giro a quest’ora?”
Dai un’occhiata all’orologio e sono già le due passate.
Ma quanto tempo avevo trascorso qui, tra queste quattro mura?
“Sono un Prefetto. Devo finire il mio giro di ronda”
“Ah ah. Come direbbe il rospo vestito di rosa: Non devi dire bugie”
Dopo una manciata di secondi, che a te parvero ore, Fred si decise a parlare, di nuovo.
“Sai Granger, ti cercavo.”
“Cercavi me?”
“Si… Mi devi una risposta, e lo sai…”
Arrossisti a quest’ultima richiesta, perché sapevi di averlo tenuto sulle spine troppo a lungo e Fred non è mai stato un ragazzo paziente.
La tua mente viaggiò a qualche giorno prima.
 
Era una fredda giornata di dicembre e Hogwarts era coperta di neve.
Saresti dovuta andare ad Hogsmade per comprare i regali di Natale.
Ai tuoi genitori, a Harry, Ron, Ginny, i gemelli…
Pensando ai gemelli, ti era venuto in mente Fred.
Chissà perché tra i due, proprio lui.
Ricordi quando li vedesti al prima volta sul binario 9 ¾.
Alto, smilzo, che correva da una parte all’altra con il suo gemello e quel loro amico con i rasta, che poi conoscesti come Lee Jordan.
Fu con questi pensieri che ti dirigesti verso la biblioteca: concludesti che nonostante tutti i regali che avevi in programma di fare, per quel giorno era meglio rimanere al caldo nel castello.
Non appena girasti l’angolo però, ti ritrovasti a cozzare contro il petto di quello che era stato fino a quel momento, il centro dei tuoi pensieri.
Non facesti in tempo ad emettere un fiato, perché Fred fu molto più lesto di te, ti tappò la bocca con una mano e ti tirò dietro la colonna più vicino.
“Ti prego non urlare!” ti aveva sussurrato all’orecchio.
Tu, con il volto in fiamme, annuisti senza pensare: volevi uscire da quella assurda situazione il prima possibile.
Avevi quasi paura a girarti perché appena l’avresti fatto, sai cosa avresti trovato: Fred nudo. O meglio, Fred in boxer.
Doveva ringraziare Merlino che non avevi la bacchetta a portata di mano, se no l’avresti schiantato seduta stante.
Con il volto ancora in fiamme, decidesti di girarti per andare in dormitorio.
Peccato che a mandare in fumo i tuoi bei piani (ancora), ci avesse pensato Fred che ti aveva trascinato nell’aula di babbanologia, la più vicina.
Con un colpo di bacchetta serrò la porta e, come se ti fossi appena svegliata, ti decidesti finalmente a parlare.
“Ma sei impazzito o cosa?! Andartene in giro nudo per la scuola!”
“Tecnicamente non sono nudo, ma in boxer. Seconda cosa, ho fatto una scommessa con Georgie… non dirgli che l’ho chiamato così....”
“Voi due non siete normali. Ma cosa vi è saltato in mente. E fammi uscire immediatamente di qui!”
“Se no che fai?! Non hai nemmeno la bacchetta con te”
Imprecasti mentalmente.
Quel disgraziato stava giocando al gatto e al topo e sfortunatamente, il topo eri tu.
Ti aveva in trappola.
“Ti propongo un patto, Miss Prefetto”
“Non faccio patti col diavolo.”
“Stammi a sentire. Io ti propongo una cosa e tu mi fai sapere se accetti o meno.”
Alzasti gli occhi al cielo e sbuffasti contrariata.
Che intenzioni aveva Fred? Doveva divertirsi parecchio a giudicare dalla sua espressione divertita e gongolante.
Oh, ma se un giorno mi servisse far pratica con la maledizione Cruciatos…
“Se non vuoi che dica a tutti che mi hai visto nudo e che poi ci siamo chiusi insieme nell’aula di babbanologia…”
Il cuore iniziò a battere veloce nel petto.
Che aveva progettato per te, quella mente diabolica?
Ti avrebbe costretto a mangiare una di quelle sue merendine malefiche davanti a tutta la sala comune?
Oppure ti avrebbe costretto a salire su una scopa?!
Il solo pensiero ti fece rabbrividire.
“…sabato prossimo devi uscire con me.”
 
Come qualche giorno prima, il cuore accelerò ineducato.
Diventasti di un monocromatico arancione.
Voleva uscire con lui? Maledizione, sì!
E allora perché non riusciva a formulare una frase di senso compiuto?
Dopo qualche secondo, la tua mente decise che era il momento di comportarsi da vera Grifonodoro e di prendere il coraggio a due mani.
“Be…. Ecco… ci ho pensato…”
Gli occhi di Fred brillarono per un secondo.
Quegli occhi così Blu, così belli e così carichi di aspettativa.
Non avevano più nemmeno un barlume di scherno o di malizia.  Solo tanta aspettativa.
“E ho deciso che voglio venire con te ad Hogsmade, domani”
Il volto di Fred si dipinse di un sorriso sincero così, senza pensarci su due volte, premette dolcemente le sue labbra contro le tue.
Istintivamente avevi poggiato le mani contro il suo petto e lo sentisti anche tu il cuore che martellava incessantemente, proprio come faceva il tuo in quel preciso momento.
E ormai non esisteva più Victor, né Ron con le sue stupide accuse.
Esistevate solo tu e Fred.
“Ci vediamo alle 10.00 davanti al portone di ingesso” aveva sussurrato sulle tue labbra prima di lasciarti da capo ai tuoi pensieri.
Eh sì, sarà proprio una bella mattinata.
 
 
 
   
 
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