Capitolo 27 Il matrimonio seconda parte
Ora i ringraziamenti:
MUSICAL: non ti preoccupare, spero che questo capitolo possa piacerti quanto è piaciuto a me scriverlo :) e comunque, un pochino deve soffrire il nostro caro Gotenuccio ù.ù xD
Luna_07: e già, avevo fatto un errore, e chiedo umilmente perdono, ecco che succede ad aggiornare a mezzanotte xD
PaN93_BeLLa: emh, mi spiace non aver aggiornato molto presto :P spero che ti piaccia lo stesso :)
Super Sirod: davvero? wow, mi spiace solo che qua Doris è solo una specie di comparsa :(
Valese si voltò sconvolta, come una bambina sorpresa con la marmellata in
mano. < c’è tempo per parlare, abbiamo una vita insieme > disse lei con
lo sguardo basso.
Colpevole?
< è importante... > le risposi con la voce bassa.
Il prete ci fissava esterrefatto e ormai gli occhi di tutta la chiesa erano
puntati su di noi... o meglio, su di me. Non mi era mai piaciuto essere al
centro dell’attenzione.
Due occhi mi fissavano speranzosi. No, non quelli di Valese.
Quelli di Kim.
Ricordai ad un tratto il discorso che qualche giorno prima mi aveva fatto.
< Goten, ti posso rapire un attimo? Tanto tra
qualche giorno tu rapirai la mia piccola > la voce di Kim voleva essere
allegra ma c’era un velo di tristezza nella voce.
Annuii e la seguii, allontanandomi da Valese.
< sig... Kim, stai bene? > ancora non
riuscivo a chiamarla per nome.
< io sì, e voglio che tu lo dica anche a
Valese, io sto molto bene. >
Corrugai la fronte.
< Perché ha allontanato Valese allora? >
Lei sospirò.
< non mi crede, ma a te sì.> sospirò di
nuovo come se espirare aria la potesse aiutare ad organizzare le idee.
< Goten, sei un ragazzo fantastico, so che vuoi
solo il bene di Valese, e il mio. Lo so che lo vuole anche lei, ma sappi che io sarò felice solo nella vostra
felicità. >
Prima non avevo capito.
< anch’io devo dirti una cosa > la voce di Valese era poco udibile, e
vidi appena le sue labbra muoversi con il capo chino.
< scusami Vale, ma è importante, è difficile anche dirlo >
< no Goten, ascoltami, solo un momento > aveva alzato la testa e
stava iniziando a tormentarsi il labbro inferiore rovinando il rossetto rosa.
< davvero Vale... io... >
< Goten. Io ... >
< non voglio sposarmi più.... eh? > avevamo parlato all’unisono.
Le labbra di Valese si curvarono in un sorriso.
Eravamo davanti ad un altare, e ci stavamo lasciando entrambi.
Sì, era abbastanza comico per poter incurvare le labbra.
Ma non per ridere.
Mancava ancora qualcosa.
O qualcuno.
< dovrei dedurre che questo matrimonio è annullato > chiese il prete
intromettendosi nella nostra felicità
< sì, non è fantastico? > disse Valese
< Goten, credo che in questo momento si dovrebbe dire mi dispiace, ma
non credo che ne te ne a me dispiaccia > rideva ancora.
< curiosità personale, ma cosa ti ha fatto cambiare idea? > le chiesi
come un turista chiede una domanda a un passante.
< Kim mi ha parlato, e... > le sue guance diventarono rossastre.
< e? > la incitai io
< sono innamorata >
< bhè.. ecco, come avete capito > mi rivolsi al nostro pubblico
perplesso. < la festa è finita, perciò... bhè ecco, potete andare > non
ero mai stato bravo nei discorsi, mi sentivo a disagio.
Mentre finivo di parlare mi accarezzavo la nuca con la destra.
Con gli occhi nella folla cercai
Bra, accanto a Trunks.
Non c’era.
< TRA! Aspetta! > mi avvicinai al mio migliore amico, che era a
braccetto con Marron.
< dove è Bra? >gli chiesi senza preamboli.
Lui alzò un sopracciglio.
< Bra... mia sorella? > mi chiese
Frenai l’istinto di strangolarlo
< quante Bra conosci? > gli chiesi con la mascella tesa
< è partita > disse piano con un sorriso
< cosa? > sentii
all’improvviso di non avere più voce, la gola secca, aprii
la bocca cercando di ricordarmi come si respirasse.
< sta andando da mia zia, con il treno della città ovest, tra non molto
parte se non è già partita >
Non mi servì altro, gli voltai le spalle e iniziò a correre nella navata
mentre la gente mi guarda esterrefatta.
< ehy, ti devo fare gli auguri o ti devo consolare? > mi urlò mentre
di me in quella chiesa c’è solo un ombra.
< Goten! Aspetta! > il gelo mi avvolge.
Valese? Non è che ha cambiato idea?
< Goten, volevo solamente sapere perché anche tu hai cambiato idea >
non è offesa o risentita, solo curiosa.
Sospiro sollevato.
< per il tuo stesso motivo > le spiegai con un alzata di spalle.
< questo lo sapevo ma... dimmi la verità ...è Bra? > sorride allegra.
Io non le rispondo ma il mio sguardo inconsciamente sembra farlo, e non
volle altro.
< corri da lei, è da una vita che vi aspettate > mi sorride sembra
felice.
Alle sue spalle si avvicinò un ragazzo molto più alto di lei, quasi come
me, e le circonda le spalle. All’inizio non lo riconosco, ma dopo me ne
ricordai.
Era lo stesso per cui ci lasciammo, lo stesso che avevo visto di sfuggita
alla sua festa di nubilato.
< Auguro tanta felicità anche a voi > le dico prima di correre verso
la macchina... bhè dovrebbe essere mia, ma con tutti quei nastri rosa e bianchi
non la riconosco più.
Quella che mi aveva portato in chiesa.
L’autista non c’era, ma le chiavi erano già
dentro. Se in quel momento fossi stato in uno stato normale, avrei urlato
contro quell’essere, dato che chiunque avrebbe potuto prendere il mio
gioiellino (anche se i nastri rosa facevano da antifurto), ma ora non sono
normale.
Sono innamorato... e anche pazzo.