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Autore: Abby_da_Edoras    05/03/2018    3 recensioni
Mentre Elijah e Tristan si trovano a Marsiglia, a New Orleans i Mikaelson recuperano il terzo osso di Inadu e Rebekah telefona al fratello per informarlo. Elijah sembra dimenticare tutto ciò che ha promesso a Tristan e decide di partire, mandando il giovane Conte su tutte le furie... ma poi saprà farsi perdonare!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Comme un ouragan'
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Seconda parte

 

Finalmente Tristan si rese conto che la sua reazione alla partenza di Elijah era ben poco dignitosa. Per quanto soffrisse, era pur sempre il Lord della Strix e il Conte De Martel! Doveva fare qualcosa di costruttivo per dimostrare a Elijah che era capacissimo di sopravvivere senza di lui e che avrebbe potuto, anzi, dare un prezioso contributo alla lotta contro Inadu.

Così andò in bagno a prepararsi, si vestì con la consueta eleganza e chiamò il suo autista, un membro della Strix marsigliese di nome Jacques, affinché accompagnasse lui e la sorella Aurora a casa della reggente delle streghe di Marsiglia, Madame Angéle De La Barthe.

La reggente delle streghe viveva in una lussuosa villa fuori Marsiglia. Due giovani streghe accompagnarono Tristan e Aurora nel salotto privato di Madame Angéle dove l’anziana strega li stava attendendo.

Ammirando gli interni eleganti della villa, che aveva talmente tante stanze da poter essere usata, volendo, come un albergo di lusso, Tristan si lasciò andare ad una battuta scherzosa, rivolgendosi a bassa voce alla sorella.

“Noi siamo abituati a residenze grandi e di classe, ma la grandeur della villa di Madame Angéle, francamente, mi sembra eccessiva. Se qualcuno dei suoi ospiti si perdesse andando in bagno, dovrebbero organizzare delle squadre di ricerca per recuperarlo!”

Aurora soffocò una risatina coprendosi la bocca con la mano; era contenta di vedere che il fratello non aveva perduto spirito e ironia, sapendo quanto fosse provato per la partenza improvvisa di Elijah.

La reggente delle streghe era una donna con un carisma e una classe indiscutibili. Seduta su un’elegante poltrona del suo salotto, indossava un lungo abito blu; portava orecchini d’oro e una collana di perle nere e aveva i capelli grigio argento pettinati all’indietro. Il suo sguardo sembrava duro, ma a ben vedere era soprattutto ironico e indagatore al tempo stesso. Non stupiva che fosse la reggente delle streghe di Marsiglia da ben cinquant’anni. Discendeva da un’illustre stirpe di streghe potentissime e una sua lontana antenata, che portava il suo stesso nome, era stata bruciata sul rogo alla fine del 1200. *

Madame Angéle fece portare tè e pasticcini per accogliere i suoi ospiti, poi ordinò a tutti i servitori di non essere disturbata per nessuna ragione fino a quando non avesse parlato con loro. Anche a Marsiglia, così come a New Orleans, non c’era amicizia tra streghe e vampiri, ma sotto la reggenza di Angéle De La Barthe si era creato un clima di collaborazione che portava vantaggi a entrambe le fazioni.

La donna ascoltò con grande attenzione e interesse tutta la vicenda di Inadu, partendo dalla sua nascita fino ad arrivare alla cattura da parte degli Antenati e alla divisione delle quattro ossa, custodite da quattro vampiri millenari. Per tutto il tempo in cui Tristan parlò, la strega non staccò gli occhi chiarissimi dal suo volto, senza mai interromperlo ma solo annuendo di quando in quando.

Alla fine della narrazione, Madame Angéle si prese qualche minuto per riordinare i pensieri e poi parlò.

“Ciò che mi racconta è davvero interessante, Lord De Martel” disse. “Questa creatura, questa Inadu, è una potentissima strega, ma allo stesso tempo è nemica delle sue stesse sorelle. Non ha mai usato i suoi poteri per proteggere le streghe, anzi, ha ucciso indiscriminatamente senza batter ciglio. E’ un pericolo per noi come per voi, ma non è la prima volta che sento una storia del genere…”

“Come dice, Madame? Aveva già sentito parlare di Inadu in passato?” si stupì Tristan.

“No, non di Inadu” rispose la reggente delle streghe di Marsiglia. “Avevo sentito questa storia da mia nonna, alla quale era stata tramandata da altre streghe nel corso dei secoli.”

Tristan e Aurora si scambiarono un’occhiata preoccupata, poi si disposero ad ascoltare ciò che la donna aveva da raccontare.

“Una creatura simile viveva già ai tempi dell’Impero romano ed era allora conosciuta con il nome di Helvia. La sua origine si perde nella notte dei tempi, ma nella Roma imperiale era ben conosciuta e temuta: rapiva le fanciulle delle famiglie patrizie e sacrificava neonati” spiegò Madame Angéle. “E’ così che si è originata la leggenda secondo la quale i cristiani rapivano e uccidevano i bambini: poiché non erano in grado di fermarla, alcuni fra gli Imperatori dell’epoca decisero di usare i suoi crimini per incolpare i seguaci della nuova religione che si stava diffondendo nell’Impero. Allo stesso modo, nel corso dei secoli, per dare una spiegazione alle morti atroci di bambini in fasce e di fanciulle è stato cercato più di un capro espiatorio, a volte creature fantastiche, a volte streghe innocenti, altre volte ancora gruppi di minoranze etniche o religiose. Ma la vera colpevole era sempre lei, Helvia, anche se nel tempo ha avuto molti altri nomi.”

“E questa Helvia è stata eliminata? Esiste un modo per distruggere un essere tanto potente?” domandò Tristan.

“Esiste, certo” replicò la strega. “Questa creatura è stata uccisa durante la sua ultima incarnazione, nel 1614: allora era conosciuta come Erzsébet Báthory. **

“Ma… non era la Contessa ungherese accusata di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne per berne il sangue e bagnarsi in esso?” intervenne Aurora, allibita. “Mio fratello mi ha raccontato la sua storia quando viaggiavamo per l’Europa, avevo creduto che si trattasse di una strega particolarmente malvagia…”

“Sì, era lei, ma quella era solo una delle tante identità che aveva assunto nel corso dei secoli” rispose Madame Angéle. “Erzsébet Báthory fu scoperta, imprigionata e condannata ad essere murata viva nella sua stanza, tuttavia questo non l’avrebbe certo fermata: avrebbe lasciato morire il suo corpo per poi reincarnarsi in un altro.”

“Sì, questo concorda con ciò che sappiamo di Inadu” commentò Tristan, pensieroso. “Dunque non è veramente morta?”

“Nei secoli si era formata una congregazione che univa sia vampiri che streghe allo scopo di eliminare quella creatura” replicò la reggente. “Quando ebbero notizia della Contessa, compresero subito che si trattava della nemica che tante volte era loro sfuggita. Alcuni di loro avevano amicizie importanti presso il sovrano d’Ungheria e riuscirono ad ottenere il permesso di entrare nella stanza dove Erzsébet era rinchiusa. Con un incantesimo imprigionarono il suo spirito in un pendente di onice nero, poi fecero a pezzi il suo corpo e, per distruggerlo una volta per tutte, gettarono i pezzi in un vulcano.”

“Che incantesimo usarono per imprigionare il suo spirito? E che ne fu, poi, della pietra?” chiese ancora Tristan, impaziente. Quello poteva essere il momento che attendeva da tanto tempo: avrebbe scoperto come eliminare definitivamente Inadu?

“Lord De Martel, non pensavo più a questa storia da molti anni e devo confessarle di non conoscere l’incantesimo che fu usato per imprigionare quello spirito malvagio” ammise la strega. “Tuttavia posso contattare una mia cara amica che attualmente vive in Italia e che discende da una delle streghe che eliminarono Erszébet. Lei potrà darvi tutte le informazioni che vi occorrono.”

“In Italia?” mormorò, delusa, Aurora.

“La chiamerò stasera stessa e sono certa che sarà lieta di aiutarvi” concluse Madame Angéle. Il suo tono lasciava capire che, per quanto la riguardava, la visita era terminata. “Lord De Martel, la contatterò io non appena avrò delle risposte. Auguro a lei e alla sua deliziosa sorella una buona giornata.”

Tristan non volle insistere. Ciò che aveva ottenuto, per il momento, era sufficiente. Ringraziò con molta cortesia la reggente e le baciò la mano per salutarla, poi, al fianco di Aurora, seguì le due streghe che erano tornate per riaccompagnarli all’uscita.

 

La sera successiva Tristan ricevette la chiamata che attendeva con ansia: non quella di Madame Angéle bensì quella di Elijah, che non aveva più sentito dalla sua partenza.

“Elijah” lo salutò, tentando di mantenere un tono di voce controllato. “Come procedono le cose a villa Mikaelson?”

“Va tutto bene. Rebekah è partita poche ore fa per New York con Marcel, portando il terzo osso di Inadu. Al momento, però, non sappiamo ancora dove si trovi l’ultimo” rispose il vampiro Originale.

“Quindi… pensi di tornare presto a Marsiglia?” domandò Tristan, fingendo un disinteresse che era ben lontano dal provare.

“Sicuramente, ma ho pensato di trattenermi ancora qualche giorno. Sai, Hayley ha deciso di trasferirsi con Hope a Mystic Falls per farle frequentare una scuola speciale per giovani con poteri magici. Domattina io e Niklaus le accompagneremo là per farci un’idea del posto e visitare la scuola…”

Come sempre, l’accenno a Hayley fu come una pugnalata al cuore per il giovane Conte. Insomma, c’era proprio bisogno che andasse anche Elijah a Mystic Falls? Non sarebbe stata sufficiente la presenza di Klaus? In fondo era lui il padre… E, come sempre, la rabbia e la gelosia si trasformarono in sarcasmo.

“Una scuola speciale per giovani con poteri magici? Stai forse parlando di Hogwarts? O magari della scuola del Professor X?” fece, caustico.

La battuta pungente di Tristan provocò un attacco di nostalgia al vampiro Originale. Quanto gli mancava il suo piccolo, insolente e ironico Conte… Elijah rise piano, colmo di tenerezza per quell’ennesima dimostrazione di attaccamento del suo giovane amante.

“Tristan, mi stupisci. Non credevo che ti intrattenessi con simili libri e spettacoli, ero convinto che non li ritenessi alla tua altezza. Comunque no, non si tratta di quello, è una scuola gestita da due amici di Niklaus e credo che sia la soluzione perfetta per Hope” replicò.

“Solo le menti più elevate possono comprendere le molteplici e profonde chiavi di lettura celate in quei libri e quegli spettacoli apparentemente destinati alle volgari masse” ribatté Tristan, nel suo tono più altezzoso. “Comunque, forse ti interesserà sapere che ieri io e Aurora abbiamo incontrato la reggente delle streghe di Marsiglia…”

Il giovane Conte riassunse per il suo Sire ciò che Madame Angéle aveva loro rivelato.

“Se tornassi in tempo, magari potresti partecipare al prossimo incontro che avremo con lei” accennò poi, come per caso.

Una violenta emozione attraversò il corpo di Elijah e non solo per la prospettiva di avere presto una soluzione definitiva per eliminare Inadu.

“Sarebbe sicuramente molto interessante” replicò il vampiro Originale. “Richiamami subito non appena avrai notizie da parte di Madame Angéle e io prenderò il primo aereo per incontrarla.”

Nessuno dei due voleva dire quello che realmente pensava e provava, pertanto la conversazione si concluse con un saluto formale e la promessa di risentirsi presto.

Tristan depose il cellulare sul comodino e, malinconicamente, si preparò per andare a dormire. Tutta l’euforia che aveva provato nel parlare con la reggente di Marsiglia era svanita per lasciare il posto ad una terribile sensazione di vuoto e solitudine. Gli era bastato sentire la voce di Elijah per essere invaso da una lacerante nostalgia… ma lui aveva parlato di Hayley e Hope, si sarebbe trattenuto ancora con la famiglia per accompagnare la sua ex amante e la figlia di suo fratello a quella stupida scuola, si era mostrato interessato soltanto alla possibilità di incontrare Madame Angéle!

Era solo uno sciocco a farsi illusioni. Elijah era devoto solo ed esclusivamente alla sua famiglia… e forse anche a Hayley. Lui sarebbe sempre venuto dopo.

 

Tristan trascorse una notte agitata, tormentato da incubi e visioni angosciose che si confondevano tra loro. Inadu gli appariva e lo costringeva a guardare Elijah e Hayley che partivano insieme per Mystic Falls, che passeggiavano mano nella mano facendo progetti per il futuro; poi era la stessa Inadu a imprigionarlo in un container che si inabissava sempre più profondamente, sempre più nell’oscurità. Il giovane Conte cercava di chiamare Elijah, di chiedergli aiuto, ma il vampiro Originale si allontanava con Hayley e non poteva sentire le sue grida, che si perdevano nel vuoto…

Era mattina inoltrata quando Tristan riuscì finalmente a svegliarsi da quei sogni spaventosi, boccheggiando e soffocando un grido. E non riuscì nemmeno a capire che cosa stava accadendo quando sentì due braccia forti che lo circondavano e lo stringevano, la bocca del suo Sire sulla sua e il suo corpo solido che premeva su di lui.

“Non appena ho chiuso la comunicazione con te, ho chiamato l’aeroporto e ho prenotato il primo volo per Marsiglia” gli disse Elijah, avvolgendolo nel suo abbraccio confortante e coprendogli il volto e le labbra di baci, come se non potesse saziarsi di lui. “Ho viaggiato per tutta la notte per riuscire a essere da te il prima possibile. Sarà Niklaus a pensare a sua figlia, io ho qualcun altro di cui occuparmi…”

Stordito e incredulo, Tristan si abbandonò ai baci sempre più profondi e intimi del suo Sire, al calore e alla forza della sua stretta, perdendosi nel sapore e nell’odore di Elijah. Il vampiro Originale aderì a lui con passione, baciandolo e accarezzandolo; lo prese ancora e ancora, come se non dovesse smettere mai, fino ad annullare qualunque confine tra i loro corpi, fino a diventare un’unica essenza, prolungando al massimo il piacere e godendo di ogni singolo istante, fino a travolgere il suo piccolo Conte in un oceano di passione.

Il tormento di Elijah si placò, la rabbia e la gelosia di Tristan si dissolsero. Uniti l’uno all’altro nel corpo e nello spirito, i due amanti compresero finalmente che ciò che davvero avevano desiderato disperatamente durante quei giorni di separazione era stato soltanto quello, essere tra le braccia dell’amato e appartenersi completamente, ancora e ancora, sempre e per sempre.

Nessun incubo poteva più spaventare Tristan: nel calore dell’abbraccio del suo Sire egli ritrovava la pace e la serenità perdute; solo nel cerchio delle sue forti braccia poteva riposare, placato.

 

FINE

 

 

* Il personaggio della mia storia è inventato, ma non la strega del 1200 con lo stesso nome, che a quanto pare è vissuta in Francia ed è stata condannata a morte dall’Inquisizione. Ringrazio Aliseia che mi ha suggerito il nome! La Madame Angéle che immagino io, invece, è ripresa dal personaggio interpretato da Judi Dench in “Assassinio sull’Orient Express”.

 

** Personaggio realmente esistito e considerato uno dei primi serial killer della storia. Ovviamente la vicenda relativa al pendente di onice nero e al corpo distrutto nel vulcano non è vera, la Contessa morì di fame nella sua cella nel 1614.

   
 
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