Serie TV > Betty la fea
Segui la storia  |       
Autore: orchidee    05/03/2018    2 recensioni
Ciao a tutte. Questa è la mia seconda FF. completa e da le risposte alla precedente, Besame. E' una storia forse un po' pazza e l'ho immaginata in due parti, in due momenti distinti. La prima si ricollega alla mia prima storia, la seconda è il seguito, ma si discosta e molto per temi e atmosfere. Spero possa piacervi e possa darvi magari qualche emozione. Grazie in anticipo a chi vorrà dedicare un po' del proprio tempo alla lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 23
 
In qualche modo, l'equilibrio tra loro si era ricreato, a piccoli passi erano riusciti a costruire un loro rapporto forte, basato sui loro sentimenti, ma soprattutto su quello che era successo. Sul dolore che entrambi provavano, sulle paure di Marcella, sui dubbi di Nicola. Era un equilibrio instabile, precario. Un equilibrio però, che permetteva loro di vivere l'uno per l'altra. Marcella non era riuscita a confidarsi con lui. Non gli aveva raccontato com'erano andate le cose quella sera. Gli aveva chiesto di non parlarne e lui l'aveva accontentata. Era terrorizzata che potesse scoprire la verità, temeva che il suo uomo potesse fare una pazzia e lei non poteva perderlo. Sentiva di amarlo più di quanto non lo avesse mai amato. Per questo motivo vivevano in una sorta di campana di vetro, erano solo loro, nella loro vita non c'era spazio per nessun altro. Marcella non aveva ancora messo un piede fuori da quella casa, e lui assecondava il suo desiderio di averlo sempre accanto. 
“Nicola... Le cose non possono continuare in questo modo! Non state vivendo una vita reale. Tra un paio di settimane i bambini saranno a casa! Pensavo che sarebbe stata una buona idea lasciarvi soli, ma vi siete isolati dal resto del mondo!”
“Lei ha bisogno di tranquillità! Sta meglio ora, presto troveremo una nuova casa, tornerà tutto come prima!”
“Sta meglio? Non parla con nessuno, solo con te e al telefono con i bambini. Non risponde alle mie chiamate, né a quelle di Ugo. Da quanto non parla con i suoi fratelli?”
“Lei ha bisogno di tempo!”
“Avrebbe dovuto iniziare una terapia con un professionista! I medici all'ospedale si erano raccomandati... Perché non le parli e non la convinci a farsi aiutare?”
“Perché la sto aiutando io! Ha bisogno di me!”
“Ma non basta, Nicola! Come fai a non capirlo? Ha subito un trauma! Non ne parla, non può fingere che non sia successo! Deve assolutamente riuscire a esteriorizzare il dolore, le paure!”
“Betty... Non sapevo saresti passata!”
“Amore, come stai?” Nicola corse dalla donna che amava, che sembrava quasi arrabbiata.
Betty notò il fastidio di Marcella nel vederla.
“Scusami, forse avrei dovuto avvertire... Dovevo parlare con Nicola della compagnia...”
“Sei la benvenuta...”
“Amica mia, come stai?”
“Bene! Sto bene. Amore mio, c'è del caffè?”
“Te lo preparo... Betty, tu vuoi bere qualcosa?”
Betty declinò l'invito.
“Cosa fai davvero qui?”
“Volevo sapere come stai... Davvero Marcella!”
“Cosa gli hai detto?”
“Che sono preoccupata! Per te tesoro! Perché non usciamo insieme? Perché non vuoi più parlare con me?”
“Non devi preoccuparti di nulla! Io e Nicola stiamo bene!”
“Sembrate dei reclusi! Da quanto tempo non uscite?”
“Non sono affari tuoi!”
“Io ti voglio bene! Sei la mia amica! E sai che per me lui è come un fratello... Vorrei aiutarti!”
“Allora fallo! Lasciaci soli! Io non ho bisogno di altri che lui!”
“Marcella, non va bene! Ascoltami! Gli hai detto tutto?”
“Tutto quello che deve sapere! O vuoi che lo uccida? Smettila per favore!”
“Ok... Hai ragione! Ma devi pensare a curarti! Perché non hai cominciato una terapia con un professionista?”
“Lo sai, in questi giorni, io e lui, soli, abbiamo riscoperto il nostro amore! Ci bastiamo! Tutti i miei dubbi sono spariti...”
“È una reazione a ciò che ti hanno fatto! Sono felice tu abbia ricominciato a fidarti di lui... Ma non abbastanza per dirgli la verità!”
“Non è come dici! Ho solo paura possa succedere qualcosa di grave!”
“Marcella! Usciamo di qui! Ora! Io e te! Da sole!”
“Voglio stare con lui “
“Verrà anche lui! Usciamo!”
“Pensi non ne sia capace? Vuoi sfidarmi?”
“Non voglio sfidarti! Voglio aiutarti!” Marcella aveva reagito con rabbia, era agitata, le lacrime le riempivano gli occhi.
“Betty smettila! Non farla agitare! Amore calmati! Non devi fare nulla che tu non voglia!”
Nicola la abbracciava, e lei si lasciò andare in un pianto isterico. Era un chiaro segno dell'instabilità di Marcella.
“Scusami Marcella! Me ne vado! Ti prego, pensa a ciò che ti ho detto... Nicola... Guardala! Pensaci anche tu!”
Betty aveva ragione! Marcella stava meglio solo apparentemente! Quando si fu calmata la guardò negli occhi e con dolcezza le disse che lui voleva solo la sua felicità. E se per aiutarla era obbligato a portarla da un medico, lo avrebbe fatto. Se necessario ce l'avrebbe portata di peso. Marcella protestò, dicendogli che ora stava bene ma lui non si lasciò convincere. L'amava e le aveva giurato di starle vicino e di aiutarla. Lo avrebbe fatto!
 
Marcella a fatica aveva iniziato una terapia con un professionista. I bambini erano tornati e lei appariva davvero più tranquilla. Insieme, tutti e quattro, avevano visitato alcune case e i bambini erano felici di poter partecipare a quella che per loro era un'avventura. La scelta era caduta su una villa nello stesso quartiere dove vivevano Betty e Armando. Era una casa elegante ma semplice, con un giardino molto grande. I bambini erano entusiasti. Avevano delle camere grandi, tutte per loro. E si erano impegnati per renderle bellissime! Nella loro avventura avevano coinvolto anche i figli di Betty e Armando, che per loro erano quasi dei fratelli e quelli di Camilla e Mattia, con cui durante le vacanze avevano legato molto. Sembrava davvero che le cose fossero tornate alla normalità. Nicola continuava a tenere lezioni all'università. Era soddisfatto di quello che faceva. Era un ottimo insegnante e poteva gestire i suoi impegni e passare molto tempo con i figli, ma soprattutto non lasciare sola per troppo tempo la sua donna. Lei, ancora, nel profondo, non era affatto guarita. A volte si estraniava dal resto del mondo, gli occhi le si velavano di lacrime e bastava un leggero rumore per vederla chiudersi in una posizione di difesa. Lui la guardava e gli si spezzava il cuore. Quando succedeva la stringeva dolcemente sussurrandole parole dolci e lei tornava se stessa. Aveva deciso di aspettare a tornare al lavoro, voleva dedicarsi a se stessa e a quello che per lei era davvero importante, il suo uomo e la sua famiglia. Le sedute dall'analista la stancavano, la distruggevano, ma alcuni problemi erano già venuti a galla, la paura e come conviverci, il modo in cui contrastarla. Erano i sensi di colpa che faticavano ad emergere. Non era completamente sincera nemmeno con il medico. Temeva che anche solo pronunciando quel nome, il mostro si sarebbe rimaterializzato. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare la questione. Prima di tutto con se stessa, poi con il resto del mondo. 
“Mamma, possiamo andare a casa di Lorenzo e Laura? Papà dice che dobbiamo chiederlo a te!”
“Cosa c'è di diverso dalle altre volte?”
“Facciamo un pigiama party! Dormiremo soli, noi! Laura è la nostra babysitter!”
“Oh ecco, volete passare la notte fuori casa, con altri bambini, con una bambina come babysitter! Direi che non vedo dove sia il problema!” Marcella rideva guardandoli correre felici, Nicola la raggiunse e le sorrise.
“Hai dato il tuo consenso? Naturalmente i bambini saranno a casa dei signori Mendoza...”
“L'avevo immaginato...” Gli accarezzò una guancia.
“So che Betty e Armando faranno una cena a cui parteciperanno anche Ugo e il compagno, Caterina, e Camilla e Mattia... Una serata solo per loro... Potremmo andare anche noi...”
“Mi dispiace così tanto...”
“Non è un problema! Se non ti va possiamo fare qualcosa d'altro!”
“Mi dispiace sapere che la tua vita sia ferma per colpa mia! Non solo per questa cena, per tutto...”
“La mia vita sei tu! E non ho bisogno di altro per essere felice! Sicuramente non di una cena tra colleghi o ex colleghi di lavoro...”
“Sono tuoi amici... Nostri amici! E a te piacerebbe... Non mentirmi! Dimmi la verità!”
“Non mi dispiacerebbe, è vero! Ma non mento quando ti dico che mi basti tu per essere felice!”
“Va bene, andiamoci!”
“Sei sicura?”
“Sono sicura! Promettimi solo di non lasciarmi mai la mano, che se dovessi avere una crisi, mi porterai via subito!”
“Marcella, sai che sarebbe così, ma non voglio forzarti...”
“Lo so! Non mi imponi nulla, sono io che ti chiedo di andare a quella cena...”
 
Marcella si guardava allo specchio, era pronta già da un po' ma non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo volto riflesso. Era la prima volta che uscivano a cena. Era spaventata, ma non sapeva perché. Era una cena tra amici, amici veri, Betty era davvero l'amica più cara che aveva! Le era stata accanto e non l'aveva tradita, lui sarebbe stato con lei. Erano le persone a cui teneva di più. Perché era tanto in ansia? Nicola la abbracciò da dietro e la strinse dandole un bacio sul collo.
“Se hai cambiato idea possiamo guardare un film...”
“No... Sono solo in ansia, ho quasi paura ma voglio andare! Ci sei tu e mi basta!”
“Allora se vuoi possiamo andare!”
Lei gli strinse la mano e uscirono. Arrivati a casa di Betty furono accolti con allegria! Erano tutti felici di vederla! Ugo, lasciandosi andare come raramente aveva fatto, la abbracciò e le disse che era bellissima, da togliere il fiato. Fu grata anche a Camilla che, nonostante la gentilezza, non finse di essere la sua migliore amica, mantenendo un certo distacco e dimostrandole che per lei era la stessa donna di prima. Fu piacevole essere considerata come sempre! 
La serata fu gradevole, Nicola, come promesso, non smise di tenerle la mano nemmeno mentre cenavano. Fu lei che, accarezzandolo, lo lasciò libero. Nessuno le chiese nulla, solo Armando le disse che in ufficio sarebbe stato più facile se fosse tornata. Gli promise di pensarci ma che trovava piacevole passare le giornate a pensare ai bambini e a farsi coccolare da suo marito. Betty era sinceramente felice di vederla, ogni suo gesto, ogni parola le dimostravano quanto fossero unite. Non c'era nulla di forzato tra loro e prima di andare via, abbracciandola, le aveva sussurrato delle parole che per Betty furono il più bello dei regali.
“Ho bisogno di te! Della mia amica! Ti prego, vieni presto a trovarmi!”
Betty le accarezzò la guancia e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Per la prima volta, dopo tanto tempo, la sua amica le aveva parlato con affetto.
 
“Amore mio, sei stata meravigliosa... Come stai?”
“Bene, ero tesa, ma poi mi sono calmata... Te l'ho detto, per me l'unica cosa importante sei tu!” 
“Non vedo l'ora di coccolarti... Vuoi andare in bagno prima tu?”
“Andiamo insieme...”
“Marcella, questa serata è stata bellissima e tu meravigliosa! Non devi dimostrare altro!”
“Lo so, ma vorrei fare il bagno con te... Non occupo molto spazio...”
Le si avvicinò dandole un bacio a fior di labbra e le sorrise intenerito dai suoi occhi dolci.
“Nemmeno io... Sono sempre un po' magrolino!”
Marcella si spogliò piano, e lui distolse lo sguardo.
“Per favore, guardami!”
Lui la guardò, era da tempo che non la guardava, da troppo. Era ancora magra, ma sembrava che il suo corpo reagisse insieme a lei. Avrebbe voluto stringerla ma non si mosse, era assurdo essere imbarazzato di fronte alla donna che gli aveva dato due figli, che conosceva fino all'anima, eppure gli sembrava di vederla per la prima volta, quasi come stesse spiandola. 
“Non puoi rimanere vestito se dobbiamo entrare nella vasca... Nicola, perché mi guardi in questo modo? Mi trovi tanto orribile?” L'imbarazzo scomparve per fare posto alla tenerezza, alla dolcezza
“Sei sempre bellissima! Più di prima! Ti sto ammirando Marcella, sto ammirando la mia donna...”
“E allora togliti i vestiti e abbracciami!”
Lui lo fece, senza toglierle gli occhi dai suoi. Poi la strinse, sentendo il profumo dei suoi capelli, della sua pelle, accarezzando la sua schiena e riconoscendo ogni centimetro del suo corpo. Lei si aggrappò a lui come se fosse l'unico modo per non cadere. Restarono abbracciati a lungo, poi lui le alzò il viso e sorridendo la invitò nella vasca. Fu un momento molto intimo, molto delicato. Dopo mesi, lei si lasciava toccare senza tremare, senza spostarsi per il fastidio ma soprattutto lo accarezzava senza paura, con dolcezza. Era un amore che rifioriva con timidezza ma anche bisogno.
La avvolse nell'accappatoio e si infilò il suo. Le asciugò i capelli con un asciugamano e poi si lavarono i denti. Erano piccole cose, banali, ma che avevano assunto un importanza enorme. Gesti quotidiani per tutti, ma che per loro non erano più scontati.
Quando tornarono in camera da letto, lei lo invitò a raggiungerla sul letto chiedendogli di restare così, solo con una vestaglia...
“Nicola, dimostrami che mi trovi davvero bella, fammi sentire speciale...”
Lui la guardò negli occhi, occhi pieni di amore, e la baciò. Fu un bacio pieno di passione che lo spinse ad avvicinarsi a lei e ad accarezzare il suo corpo, e lei non lo rifiutò, al contrario, lo strinse e gli slacciò l'accappatoio. Poteva sentire la sua pelle sfiorare la sua. Si tolse il suo, rimanendo completamente nuda, mentre lui si allontanò, mettendosi a sedere. Lei, appoggiandosi alla sua schiena, lo abbracciò e gli baciò il collo.
“Nicola Mora, voglio fare l'amore con te! Voglio sentirmi ancora la tua donna... Guardami, amore mio! Ho bisogno di te!”
“Marcella... Ascoltami, non voglio farti del male... Non voglio che una mia carezza possa farti soffrire!”
“Nicola, io ti amo! E ho davvero bisogno di te! Ho bisogno di quello che sai darmi... Ora mi faresti del male se non facessimo l'amore!”
Lui la baciò, le accarezzò una guancia e le sussurrò di amarla. Lei si abbandonò a lui, si fidava del suo uomo, lo amava e per un momento dimenticò davvero quello che le era stato fatto. Fu come fare l'amore per la prima volta, per entrambi. Le loro paure e i loro dubbi scomparvero. Tra loro era sempre stato così, si persero l'una nell'altro, come ogni volta.
“Marcella...”
“Ti amo! Sei stato meraviglioso! Nicola... Dimmi che è stato bello anche per te!”
“Amore mio... Io... Io non so nemmeno esprimerti quello che ho provato... È stato... È stato magico... Marcella, io voglio risposarti! Voglio che tu torni ad essere mia moglie! Ti prego non dirmi di no!”
“È per sempre? Voglio dire, sarà davvero per sempre?”
“Lo è sempre stato! Mi sento così idiota ad aver rovinato tutto! Ma ti giuro che sarà tutto diverso! Hai pagato tu per i miei errori e forse non merito la donna che sei!”
“Taci, ti prego basta! Non voglio più parlare del passato, né degli errori che abbiamo commesso! Voglio te! Io lo so di non aver ancora superato tutto... Ma posso farcela... Se tu sei con me!”
“Sono qui, per te, per noi!”
 
“Marcella, il suo percorso sta procendo molto bene... Nelle ultime settimane mi sembra si sia aperta e abbia messo in discussione molte delle sue paure, dei suoi dubbi. Come si sente?”
“Bene... Direi che mi sembra di essere rinata!”
“Mi ha raccontato che tra lei e suo marito le cose vanno meglio...”
“Già, e le cose vanno bene perché io sto bene... Non il contrario!”
“È una cosa molto bella, importante! È una donna molto forte! Ho solo una domanda, ha parlato con lui di quello che è successo?”
“Beh, io sono stata aggredita... Sa quello che è successo!”
“Marcella, se davvero vuole che le sue ferite guariscano completamente, è necessario sia completamente sincera, sopratutto con se stessa. L'uomo che le ha fatto del male, lo conosce, non è vero?”
“Ha importanza?”
“Ne ha molta! Ciò che le hanno fatto è terribile, ma lo sarebbe ancora di più se fosse un uomo che conosce, di cui magari si fidava... Lei ha davvero fatto tanti progressi, ma se riuscisse a parlare con me di quella notte, le assicuro che le cose andrebbero ancora meglio...”
“Non sono pronta a parlarne! Non voglio rivivere quella notte...”
“Non la obbligherò a farlo! Quando sarà pronta... Abbiamo tempo!”
Marcella sapeva bene che l'analista aveva ragione, ma per lei in quel momento non era davvero possibile parlarne. 
 
“Armando! Mio Dio! Cosa diavolo ci fa qui?”
“Cosa? Luca? Mi ha chiamato l'altro giorno, dicendo che gli sarebbe piaciuto assistere alla sfilata... Alla sua compagna piacciono le creazioni di Ugo! Perché me lo chiedi?”
“Ci sarà anche Marcella! Armando perché?”
“Non capisco! Lei è tornata con Nicola, non credo sarà un problema... Dubito sia mai stata innamorata di lui!”
“No, no! No Armando!”
“Amore... Perché sei così preoccupata?”
“Non importa! Prima che arrivino loro, sistemerò io la situazione!”
Armando era confuso, non capiva il motivo di quel comportamento. Per lui Luca era un socio dello studio legale a cui da sempre l'Ecomoda faceva riferimento, un uomo con cui aveva condiviso parte del suo tempo all'università e un semplice ex della sua socia. Era una persona che avevano ospitato in casa loro. Sapeva che Marcella era tornata con Nicola e che tra loro era tutto perfetto. Forse sua moglie credeva che non fosse opportuno che loro si incontrassero... Magari non si erano lasciati con una stretta di mano. Non immaginava quello che aveva fatto quell'uomo.
“Dottoressa Mendoza, Betty, la trovo come sempre bellissima!”
“Lei non è il benvenuto! Vada via! Subito!”
“Un tempo eravamo amici...”
“No! Non lo siamo mai stati! Signora, la prego porti via il suo compagno! Non c'è posto per voi!”
“Betty, ho un invito di suo marito! Andremo via solo quando la sfilata sarà conclusa! Ora mi lasci in pace! Vieni tesoro! Lasciamo questa signora poco cortese alle sue sciocchezze!”
“Vada via! O giuro che la farò cacciare dalla sicurezza!”
Betty non finì la frase, Nicola e Marcella avevano fatto il loro ingresso nella sala dove si sarebbe svolta la sfilata. Nicola sembrava felice, mentre Marcella vedendola accanto all'uomo che le aveva fatto del male, sbiancò in volto. Impietrita non riuscì a muovere un passo. Era la prima volta che lo rivedeva... Betty le corse in contro ma non fece in tempo a raggiungerla. La vide svenire, sorretta da Nicola! 
“Lasciatela respirare! Andate via! Nicola! Armando!! Portiamola sul retro!” Nicola la prese in braccio e seguì Betty che si faceva strada tra la gente. Lo vide sorridere maligno! Non sbagliava, era lì per tormentare la sua amica! 
“Amore mio...”
“Nicola... Io...”
“Tesoro, va tutto bene! È stata solo un po di ansia! Stai tranquilla, andiamo subito a casa!”
“Nicola vai a prendere dell'acqua, rimango io con lei! Vai!”
“Betty, no!! Cosa ci fa qui?”
“È stato Armando! Io l'ho saputo solo adesso! Ho provato a cacciarlo! Ma è meschino! Mi dispiace, Armando non sa nulla... Avverto la sicurezza e lo faccio buttare fuori a calci!”
“No, Betty, dovrei spiegare troppe cose... Vuole intimidirmi! Vuole farmi altro male! Non glielo permetterò!”
“Marcella, amore, bevi un po' di acqua! Vado subito a riprendere l'auto e andiamo a casa!”
“No, amore! Lo hai detto tu! È stato solo un po' di stress! Sto bene! Non voglio andare a casa! L'ho promesso ad Ugo!”
“Marcella, sei sicura? Lui lo capirebbe!”
“Sì, Betty, ne sono sicura! Questa azienda è mia! Ugo è un mio amico! E ci sei tu, non è vero Betty?”
“Sì! Sono qui!”
“E io? Mi hai già dimenticato?”
“Non potrei, tu sei tutto!” Disse al suo uomo, accarezzandogli dolcemente una guancia e sorridendogli.
“Preferisci rimanere qui?”
“No! Voglio sedermi in prima fila! Voglio godermi questa sfilata e voglio che tutti vedano che io e mio marito siamo ancora una coppia!”
“Allora andiamo a sederci! Avverto Armando che è tutto a posto!”
Marcella si rialzò e si sistemò il bellissimo abito che indossava, Nicola le disse che era bellissima e le porse il braccio che lei afferrò con dolcezza. Furono subito raggiunti da Betty e insieme si accomodarono nei posti a loro assegnati.
Armando fece un discorso breve, ma molto sentito. Senza nominarla fece riferimento alla sua amica, che capì che quella sfilata era un omaggio per lei! Anche Ugo presentò i suoi abiti, affermando che erano ispirati ad una persona speciale, forte e a cui voleva bene! E la sfilata fu un successo! Ugo corse da Marcella per abbracciarla e ringraziarla della sua presenza e poi si lasciò coinvolgere dai giornalisti che volevano informazioni sugli abiti. Anche Armando e Caterina erano impegnati con i clienti e la stampa. Camilla e il marito si avvicinarono ai tre che in disparte chiacchieravano allegramente. 
“Marcella, non ti manca tutto questo? Non dirmi che non vorresti tornare... Guarda quello che facciamo!”
“Camilla, non ho mai detto di non voler tornare. Ma ora ho altre cose a cui pensare” disse sorridendo a Nicola
“E a te Nicola? A te basta insegnare a quattro studentelli? Tu che sei stato per anni il presidente di una delle più grandi aziende del sud America e possiedi una società da milioni di dollari?”
“Sai Camilla, non è male... E non escludo nemmeno io di tornare ad occuparmi di affari, ma anche io, come la mia bellissima donna, al momento ho altre priorità!”
“Mia moglie è molto più simile a sua madre di quanto voglia far credere... Perdonatela, non ha mai avuto il dono della diplomazia!” 
Il piccolo gruppo rideva quando lui si avvicinò a loro.
“Ho appena fatto i complimenti ad Armando! Questa serata è stata davvero molto, molto interessante. Ora vorrei farli anche a lei signora Mendoza!”
“Oh la ringrazio... Si riferisce a me vero? Visto che mia cognata, che sta guardando, non fa parte dell'Ecomoda!”
Camilla gli rispose piccata, per quell'uomo provava una certa antipatia da sempre, che non sapeva celare.
“Ma certamente... Marcella, sei sempre bellissima! Spero che ora tu stia bene... Era da molto tempo che non ci vedevamo! Nicola... Che piacere rivederla! Lei è la mia compagna, Olga!”
Marcella non si mosse, distolse lo sguardo e Betty le si pose davanti quasi a difenderla dallo sguardo di quell'uomo. Nicola invece, scocciato per quell'interruzione inopportuna lo salutò scostante.
“Nicola, sembra infastidito... Non dovrebbe, sono stato solo una piacevole parentesi nella vita di Marcella!”
“Sa una cosa? Lei è molto maleducato! Ha interrotto un nostro discorso senza nemmeno scusarsi! La prego se ne vada”
Intervenne Camilla che trovava sgradevole la confidenza e l'arroganza di quell'uomo.
"Camilla... Non preoccuparti... E non si preoccupi nemmeno lei, non sono infastidito. Come potrei?"
"Ne sono felice allora... Ora vi saluto, io e la mia signora vorremmo concludere questa bella serata degnamente! Marcella, spero di vederti presto... Magari per un caffè!"
Prima che raggiungesse l'auto, Betty lo fermò 
"Forse non sono stata chiara! Lei deve restare fuori dalla sua vita! E dalla nostra! Non glielo ripeterò!"
"È una minaccia? Mi sta davvero minacciando? Betty, la facevo più intelligente! La sua amica non deve poi essersi pentita più di tanto della mia compagnia! Visto che è chiaro che quello stupido del marito non sa nulla! È lei a rischiare più di me! E adesso mi lasci andare! Ah Betty, non si permetta mai più di parlarmi in questo modo!"
La donna rimase esterrefatta da quell'atteggiamento. Arrogante e supponente! Senza un briciolo né di vergogna né di pentimento. Bene, avrebbe fatto in modo di non doverlo mai più vedere! Avrebbe fatto in modo che lo studio dell'avvocato Santamaria non rappresentasse più l'Ecomoda.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Betty la fea / Vai alla pagina dell'autore: orchidee