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Autore: Huilen4victory    06/03/2018    1 recensioni
La storia di Seokjin e Namjoon, come si sono incontrati, le difficoltà che hanno attraversato, come si sono quasi persi e come infine si sono ritrovati, anche se lontanissimi dal punto di partenza.
“Signora Kim, Signor Kim, vostro figlio Kim Namjoon è l’anima gemella dell’erede dei Kim, Kim Seokjin.”
Improvvisamente tutti gli sguardi dei presenti si concentrarono su di lui. Namjoon si sentì di nuovo come quella volta in cui aveva rotto senza volere la tazza preferita di sua madre. A quel punto, si disse, tanto valeva mangiare qualcosa. Si infilò un cornetto in bocca per evitare di urlare.
La sua vita, lo sapeva, era sul punto di cambiare ma non sapeva se questa volta avrebbe gradito la svolta.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.8


 


 

Quella mattina Namjoon si svegliò accaldato e con un fastidioso prurito al naso, ma stranamente anche ben riposato. Sentendosi ancora un po' stordito, sbatté le palpebre per allontanare i rimasugli di sonno mentre allungava pigramente la mano verso il suo telefono sulla scrivania di modo da spegnere la sveglia prima che suonasse. Nel fare quel gesto però, si rese conto che le coperte non si allungavano con lui ma lo trascinavano all'indietro, come se ci fosse qualcosa a trattenerle.

Anche nel suo stato letargico, Namjoon rimase impassibile, quasi troppo calmo quando, voltandosi per capire cosa stesse succedendo, i suoi occhi si posarono sulla figura addormentata di Seokjin.

Le coperte erano avvolte intorno al maggiore come un bozzolo, lasciando visibile solo metà della sua faccia eppure, anche con i capelli che arruffati sparavano in ogni direzione, riusciva ugualmente a colpire Namjoon, i lineamenti del viso così meravigliosamente rilassati nella sua maschera di sonno. In modo particolare ciò che lo colpiva di più era quanto il fatto che la sua anima gemella fosse sdraiata di fianco a lui lo facesse sentire a posto.

Namjoon strizzò gli occhi, in attesa di essere colpito da una sensazione di disagio che, tuttavia, non arrivò mai. Non era sicuro se quel momento potesse essere incluso nella sua cartella personale che raccoglieva i momenti felici ma una parte di lui, non sapeva quanto grande ma era innegabilmente lì, era soddisfatta. Sapeva anche che stava iniziando a venire a patti con questa verità. Era difficile non farlo non quando, in quelle lunghe settimane che si erano trasformate in mesi, il suo rapporto con Seokjin era cambiato così drasticamente.

"Nessun segreto", questa era stata la parola chiave della promessa che si erano fatti l'un l'altro la notte in cui avevano finalmente chiarito un lungo periodo di bugie e incomprensioni, ed era felice di dire che erano rimasti fedeli alle loro parole.

Non era come se fino a quel momento non avesse saputo che Seokjin era gentile, perché il maggiore non era stato altro che quello con lui, ma senza le barriere che entrambi avevano costruito intorno a loro, specialmente Namjoon, il più giovane si era reso conto di quanto fosse facile parlare con Seokjin, che si trattasse di un argomento serio o di uno scherzo sciocco. Seokjin aveva, in effetti, uno strano senso dell'umorismo e una risata, della quale si era guardato bene da rivelare a Namjoon, talmente ridicola che non mancava mai di far ridere quest'ultimo. Sentire quindi la risata di Seokjin aveva confermato il superamento dell'iniziale fase di pudore e timidezza, ma, cosa più importante, vederlo così rilassato, così se stesso e così poco simile a un Kim, faceva provare a Namjoon un senso di calore mai provato prima.

Era vero che non si erano avventurati in argomenti sensibili, Seokjin era ancora un po' riservato quando si trattava dei suoi sentimenti legati alla sua infanzia, ma Namjoon sentiva che era un argomento che non gli piaceva menzionare in generale e non perché si trattava di Namjoon. Da parte sua, il più giovane si era ritrovato ad essere più aperto riguardo ai suoi sentimenti. Dopotutto, si era sempre dimostrato un chiacchierone una volta che si sentiva abbastanza a suo agio da interagire con qualcuno, al punto che Yoongi si lamentava sempre dei suoi discorsi sulla vita e sulla ingiusta premeditazione della realtà e "per l'amor del cielo Namjoon taci". Pertanto, ora che le barriere tra di loro erano diminuite, si sentiva abbastanza a suo agio da esprimere persino questa parte della sua personalità a Seokjin.

In parole più semplici e senza inutili aggettivi ridondanti, stavano legando. La connessione che aveva sempre sentito tra loro da quando si erano incontrati per la prima volta, si stava rafforzando giorno dopo giorno. Namjoon sapeva che non era solo una questione di anime gemelle perché questo non gli aveva impedito di essere dubbioso all'inizio, quindi l'unica risposta logica era che stava davvero cominciando ad apprezzare Seokjin, che probabilmente lo aveva sempre fatto, l'unica differenza era che ora, finalmente, si stava permettendo di farlo.

Namjoon si passò una mano sul viso mentre lanciava un'altra occhiata verso la figura addormentata di Seokjin. Avevano bisogno di alzarsi e prepararsi il prima possibile o rischiavano di arrivare in ritardo al college. Allungò la mano, affondando un dito sul fianco coperto di Seokjin, ma quando il gesto si rivelò inefficace, posò delicatamente la mano sulla sua spalla e lo scosse con più forza. Per tutto il tempo, dovette inghiottire l'insana voglia di appoggiare la sua mano sulla guancia dell'altro e accarezzargli leggermente lo zigomo nel tentativo di svegliarlo. Era un'immagine dolce, una che non sapeva se fosse legittimato a mettere in atto.

"Seokjin, svegliati," chiamò, alzando un po' la voce. Chiamare il suo nome fu la mossa giusta perché sentì il respiro del maggiore farsi più rumoroso mentre le sue sopracciglia si corrugavano leggermente prima che un paio di occhi castano scuro incontrassero i suoi. Per un paio di secondi, il maggiore sembrò non solo stordito ma anche un po' sorpreso, come se non capisse perché Namjoon fosse lì, a pochi centimetri da lui. Sebbene ultimamente uno dei due finisse spesso per addormentarsi sul letto dell'altro, così presi nelle loro conversazioni da non rendersi conto del ticchettio dell'orologio e quindi facile preda del sonno, sembrava che Seokjin non fosse riuscito ancora ad abituarsi a questo fatto.

La sua espressione confusa era vagamente tenera ma causava anche un moto di senso di colpa in Namjoon. Da quella sera in cui Seokjin aveva perso conoscenza, Namjoon era diventato dolorosamente consapevole di come il suo comportamento avesse ferito il maggiore più di quanto avesse mai voluto e Seokjin, sia il precedente Seokjin che questo Seokjin che lui aveva scoperto e che gli piaceva molto, non se lo meritava.

Namjoon strinse il braccio del maggiore mentre la sua mano scivolava affettuosamente, ma brevemente, lungo il fianco di Seokjin, senza poterlo evitare.

Voleva essere gentile con Seokjin, ne aveva bisogno.

"Dobbiamo essere pronti in meno di un'ora, puoi fare la doccia qui dopo che ho finito e dormire un po' di più ma so che ti piace prenderti il tuo tempo ed è per questo ..." Namjoon si interruppe gesticolando con le mani come se potesse aiutarlo a esprimersi meglio. Seokjin sembrava ancora un po' stordito, ma lui gli sorrise comunque, come se Namjoon non fosse solo eloquente, ma anche particolarmente tenero.

"Sì hai ragione, mi piace prendermi il mio tempo," disse quasi raggiante nonostante fosse evidentemente ancora mezzo addormentato.

Emerse completamente dal suo bozzolo allora, sventolando le braccia in aria e scroccandosi le ossa mentre Namjoon ne approfittava per iniziare a muoversi, prendendo i suoi vestiti dall'armadio e dagli articoli da toeletta. Sentì più che vedere Jin scostare le coperte e sedersi sul materasso.

Ebbe il coraggio di lanciare un'ultima occhiata alle sue spalle prima di entrare nel suo bagno privato. Fu una rapida occhiata, ma abbastanza da permettergli di scorgere la pelle di Seokjin, che si intravedeva dalla maglietta che si era allentata, e dall'avere un'immagine di ciocche spettinate che gli coprivano la sua fronte facendolo sembrare più attraente che mai.

Namjoon entrò nel bagno il più velocemente possibile, sentendo il suo stomaco fare delle capriole una volta che la porta fu chiusa alle sue spalle. Alla fine, col passare del tempo, sarebbero stati loro la prossima coppia consolare di Kim. Avrebbero avuto una casa e un posto da chiamare come loro e quello che era appena successo poteva trasformarsi in un rituale mattutino, che si sarebbe ripetuto per tutti gli innumerevoli giorni che avrebbero trascorso insieme. Mentre quell'immagine gli si incideva nella sua testa, loro più vecchi ma anche più vicini, Namjoon non riuscì a trovarla spiacevole.

Si strinse gli abiti al petto mentre spingeva quell'ennesima realizzazione in fondo alla sua mente e cercava di riprendere le sue attività. Lasciò i suoi vestiti sul coperchio chiuso del gabinetto e cercò di non far cadere gli articoli da toeletta mentre li posava vicino al lavandino, prima di guardarsi allo specchio.

Era cambiato? Il suo riflesso allo specchio era lo stesso di alcuni mesi fa, ma Namjoon riusciva a vedere un cambiamento nei suoi occhi, c'era la traccia di qualcosa di diverso. Se confrontava se stesso con la persona che era stata più di un anno fa, sapeva che la persona che lo guardava ora dallo specchio era un'altra. Si insaponò le mani e si massaggiò le guance con la schiuma, stringendo forte gli occhi per avere una scusa e non dover quindi guardarsi perché avrebbe solo innescato altre congetture selvagge nella sua testa.

"Suo figlio ha un quoziente intellettivo alto, signora. Per non perdere se stesso e per tenere sotto controllo il suo comportamento, ha bisogno di impiegare il suo cervello in attività impegnative e utili o finirà per essere infelice,” il medico aveva detto a sua madre quando la diagnosi errata di avere un disturbo dell'attenzione aveva lasciato il posto a quella scoperta. Sua madre aveva preso sul serio il consiglio del medico e aveva sempre cercato di incoraggiare il figlio a intraprendere ogni tipo di attività. Ma sfortunatamente per loro, Namjoon era anche un ragazzino maldestro e nonostante avesse mostrato un grande interesse per la musica, si era anche dimostrato incapace di tenere uno strumento in mano senza rovinarlo o ferirsi. E così per anni, l'unico sbocco per Namjoon erano stati i libri, i cruciverba e gli scacchi, fino a quando non si era imbattuto in Yoongi e aveva rincontrato il suo vecchio amore, la musica, al contempo rendendosi conto che c'erano altri modi di fare musica che non includevano il ferirsi fisicamente o rompere cose.

Aprì il rubinetto e si schizzò dell'acqua fredda in faccia per eliminare la schiuma.

"Ci è ancora permesso parlare dei sogni, Namjoon", aveva detto Seokjin e Namjoon a volte si chiedeva se il maggiore avesse la più pallida idea di quanto quelle parole fossero state importanti per lui. Come, aprendo quella porta, fosse riuscito a far respirare Namjoon di nuovo perché non doveva più sopportare quel peso da solo ma aveva qualcuno, che non era Yoongi che al momento era indisponibile, con cui condividerlo.

Si asciugò la faccia e si lavò i denti mentre il pensiero di un 'passo successivo' si faceva strada nella sua mente e gli faceva valutare le conseguenze di un eventuale coinvolgimento di Seokjin in quello che considerava la parte più importante della sua vita.

Mentre si intratteneva con i suoi pensieri, cercando di decidere se fosse una buona idea o meno, si liberò del suo pigiama e procedette a lavarsi. Dopo una doccia soddisfacente, indossò degli abiti puliti e si pettinò, controllandosi un'ultima volta nello specchio prima di uscire dal bagno. Ovviamente, trovò la stanza vuota, l'aveva previsto, ma si rese conto di aver sperato che Seokjin rimanesse. Namjoon scosse la testa per liberarsi di quell'assurdo pensiero e uscì dalla sua stanza. Non era come se non avrebbe più rivisto Seokjin e infatti, quando entrò nella sala da pranzo, il maggiore era lì con un sorriso sulle labbra, tutto pulito e con un maglione di cotone che lo faceva sembrare piacevolmente domestico, in attesa che lui si unisse a colazione.

Indubbiamente, c'era una cosa buona che era venuta fuori dall'assenza perpetua dei genitori di Seokjin, ed era quel tipo di momenti, i momenti i cui erano solo loro due e in cui potevano essere pienamente rilassanti, senza doversi preoccupare dei dintorni e l'eventuale, inevitabile giudizio. Quando i genitori di Seokjin non erano in giro, Namjoon poteva dimenticare il fatto che erano i Kim, ma solo Seokjin e Namjoon, due giovani numeri due che si stavano conoscendo.

Fecero colazione con calma, Seokjin gli chiese delle sue lezioni, mentre Namjoon rispondeva con poco o nessun entusiasmo. Era una benedizione non dover nascondere il suo disgusto per il corso di economia imposto.

"Farò le tue Statistiche se farai Diritto Penale per me?" Suggerì Seokjin, facendogli l'occhiolino e Namjoon dovette astenersi dallo sbuffare facendo ridacchiare il maggiore. Era bello scherzare così, anche quando era triste rendersi conto di quanto entrambi odiassero le loro rispettive scelte universitarie. Dopotutto dicevano mal comune, mezzo gaudio.

Si separarono solo quando fu il momento di partire per le loro rispettive lezioni: non si separarono quando Namjoon tornò nella sua stanza per raccogliere i suoi libri, Seokjin lo seguì anche allora, e, naturalmente, neppure durante il viaggio in macchina, così coinvolti nella conversazione che non si resero nemmeno conto che erano seduti così vicini che le loro cosce erano a contatto.

"Ci vediamo dopo, Joon," disse Seokjin agitando la mano una volta che furono scesi dalla macchina. Namjoon annuì, rimanendo impalato all'ingresso a fissare la schiena di Seokjin per diversi secondi, prima di disincantarsi. Un po' imbarazzato dal suo gesto, si aggiustò la tracolla sulla spalla prima di dirigersi finalmente verso il dipartimento di Economia.

Non aveva amici in classe, e non era nemmeno a causa della sua età, dal momento che il suo viso maturo lo aiutava a mascherarla. Era il fastidio che provava nei confronti di una materia che lo annoiavano profondamente la causa del suo onnipresente cipiglio che, da quello che erano soliti dire Yoongi e gli altri artisti al pub, lo faceva sembrare insolitamente inavvicinabile. Era qualcosa di strano per lui, considerando la sua solita personalità calma e amichevole. In quel posto invece si sentiva fuori luogo come quando si trovava ad una di quelle feste della famiglia Kim.

Entrò nell'aula e si sedette al suo solito posto in fondo senza che nessuno lo degnasse di uno sguardo, la sua espressione ombrosa che si scontrava con i sorrisi sognanti stampati sui volti degli altri. Il suo dipartimento sapeva che lui era l'anima gemella del nuovo erede e quella era l'unica ragione per cui non era stato ostracizzato per essere un numero zero, anche se sapeva che se i Kim avessero scoperto che tipo di comportamento lui teneva in classe, probabilmente gli avrebbero fatto una lavata di capo.

Non poteva farne a meno, non voleva essere costretto a fingersi un'altra persona anche li, era abbastanza essere costretto a occuparsi di qualcosa per cui non provava il minimo interesse.

Quattro ore dopo, quando la sua seconda lezione del giorno finì, Namjoon corse fuori dalla classe per prendere un po' di meritata aria e fu allora che si trovò davanti Seokjin con la schiena appoggiata al muro di fronte all'aula che sembrava aspettarlo li da un po'. Quella era un'altra delle loro nuove abitudini, qualcosa che Seokjin non aveva fatto durante i primi mesi della loro convivenza, ma aveva iniziato a fare da quando avevano incominciato a parlarsi di più. All'inizio, sporadicamente poi, man mano che la loro relazione migliorava, più spesso, al punto che Namjoon al giorno d'oggi non vedeva l'ora di vedere la testa di Seokjin sbucare dalla folla.

Per fortuna, i suoi compagni di classe avevano smesso di fissare Seokjin spudoratamente anche se lanciavano ancora sguardi al maggiore, e a Namjoon per estensione, di tanto in tanto, come se loro fossero delle celebrità. In un certo senso, lo erano, e il pensiero fece contorcere Namjoon.

"Andiamo Joon! Sono così affamato!" Esclamò Seokjin, comportandosi come se non fosse affatto influenzato da quegli sguardi. Namjoon all'inizio aveva pensato che fosse esattamente così, che il comportamento di Seokjin fosse naturale perché sembrava sempre impassibile, il sorriso non vacillava mai. Inoltre, le poche parole che il padre di Seokjin aveva detto a proposito del fatto che suo figlio si trovava a suo agio con il pubblico, lo avevano portato ad accettare quell'idea. Ma ora che lo conosceva meglio, stava iniziando a pensare che Seokjin fosse stato e forse lo fosse ancora, terrorizzato come Namjoon, e che quella calma fosse solo il risultato di anni di auto addestramento e probabilmente la ragione per cui il maggiore era estremamente paziente con lui, essendo in grado di comprendere molto bene il disagio del più giovane.

Namjoon fece del suo meglio per seguire l'esempio di Seokjin e quindi ignorò anche lui il resto, ridendo del tono allegro di quest'ultimo e lasciandosi trascinare fuori dall'edificio, verso la direzione della mensa. Sentì il braccio di Seokjin sfiorare il suo, ultimamente stava iniziando ad essere iper-consapevole di tutti i contatti minimi che condividevano. Non allacciavano mai le loro braccia, era qualcosa che facevano solo durante le occasioni ufficiali, e questo era anche il motivo per cui il suo sguardo si fissava su quel punto, e tuttavia incapace di dire nulla a riguardo.

Fortunatamente il brontolio del suo stomaco lo distolse dalla sua crisi interna e fece ridere Seokjin di rimando.

Poi, cogliendolo di sorpresa e come se non avesse fatto altro che leggergli nel pensiero fino ad allora, Seokjin lo afferrò, le dita che leggere si chiudevano intorno al suo polso, e lo tirò in avanti, costringendo Namjoon a correre con lui e strappandogli un guaito strozzato che fece ridacchiare il maggiore come un ragazzino dispettoso. Era così concentrato nel non permettere che le sue maldestre membra lo tradissero e lo facessero inciampare, e trascinare così entrambi a terra, che non realizzò che si erano presi per mano se non fino a quando non raggiunsero la mensa, ansimanti e ridenti.

Non ebbe il tempo di soffermarsi su questo, su come un gesto che doveva essere normale tra numeri due riuscisse invece a scombussolarlo, perché una voce tonante chiamò entrambi e quando si voltarono in direzione di essa videro che si trattava di Hyosang, che agitava entrambe le braccia nella loro direzione.

Avvicinarsi a Seokjin aveva significato in qualche modo avvicinarsi anche a Hyosang, e quest'ultimo si era rivelato essere un individuo molto rumoroso e ridicolo. Era davvero impressionante come fosse riuscito a ingannare Namjoon facendogli credere che fosse in realtà serio e severo. Namjoon sospettava che la relazione fattosi più stretta tra lui e Seokjin, fosse stato un fattore decisivo nel suo rapporto con Hyosang il quale, dopo la loro conversazione di quel giorno, aveva iniziato ad agire in modo più aperto e più simile al suo vero sé di fronte a Namjoon.

Apparentemente, si sentiva abbastanza a suo agio da avere il coraggio di fare l'occhiolino al più giovane, quando anche lui notò come si stavano ancora tenendo per mano. Seokjin, che fino a quel momento non se ne era accorto, lasciò la mano di Namjoon con un sorriso di scusa, ma nessuno dei due commentò l'accaduto.

Lasciarono i loro zaini al tavolo del cugino prima di affrettarsi a riempire i loro vassoi.

Osservò con gioia come Seokjin riempisse il suo vassoio con ogni tipo di cibo, il maggiore avendo dimostrato più di una volta quanto amasse mangiare, rendeva giustizia a ogni piatto. Sentì il maggiore sospirare rumorosamente per l'eccitazione mentre allungava il braccio per prendere l'ultimo muffin ai mirtilli e cioccolato rimasto sullo scaffale. Namjoon stava per lasciarsi sfuggire un sospiro di sconfitta perché quelli erano i suoi preferiti, ma prima che potesse battere le palpebre due volte, trovò lo stesso muffin sul suo vassoio.

"Tuo," disse Seokjin come se non avesse appena rinunciato all'ultimo muffin ai mirtilli, che entrambi amavano, in favore di Namjoon.

Fu allora, dopo quel gesto inaspettato modellato dalla gentilezza naturale e dal genuino affetto, che finalmente Namjoon prese una decisione.

"Jin hyung, vorresti uscire con me domani sera?" Chiese, cogliendo Seokjin di sorpresa. Vide gli occhi del maggiore spalancarsi per la sorpresa, ma notò anche che un timido sorriso gli adornò il viso poco dopo.

Sì, era stata la decisione giusta.


 


 


 


 


 


 

La prima cosa che Namjoon notò non appena entrò nel pub fu il forte odore di fumo e alcool, e un paio di occhi penetranti che si avvicinavano. Yoongi si avventò su di loro non appena li vide, gli occhi che li scandagliarono da capo a piedi e facendo sì che Seokjin si contorcesse al suo fianco. Tuttavia, non fu sgarbato e li accolse invece educatamente, accompagnando la coppia dietro le quinte. Namjoon sorrise rassicurante a Seokjin che si stava aggiustando nervosamente il colletto della maglia scura che indossava. Per una volta era nel suo ambiente mentre Seokjin faceva la parte del pesce fuor d'acqua, e questo era il motivo per cui Namjoon si sentiva protettivo. Voleva che il maggiore si divertisse, ma più di ogni altra cosa, desiderava davvero che lui conoscesse il suo mondo, lo scoprisse e capisse perché Namjoon lo amava così tanto e non riusciva a farne a meno.

Seguirono Yoongi nella stanza adibita a backstage che era già piena di gente, altri artisti, lo staff dei pub e probabilmente amici e familiari di artisti come lo stesso Seokjin. Yoongi si spostò verso il loro solito angolo e si lasciò cadere senza tante cerimonie sul paio di bidoni metallici che usavano come sedie.Seokjin e Namjoon ne condivisero uno, i corpi molto più vicini di quello a cui erano abituati ma nessuno dei due diede alcun segno di sentirsi a disagio, anzi, addirittura Seokjin sembrava che si stesse appoggiando a Namjoon come se fosse inconsciamente in cerca di supporto. Namjoon notò che Yoongi li stava osservando, ma non sembrava essere dell'umore giusto per pronunciare uno dei suoi soliti commenti sfacciati e quindi, qualsiasi cosa avesse voluto dire, venne taciuta.

"Joon, il proprietario ha detto che siamo i quarti ad esibirci, il che non è male considerando che ci siamo registrati un po' all'ultimo momento. Eseguiremo tre vecchi pezzi e la nuova canzone su cui hai lavorato. "

"Quattro? L'ultima volta che abbiamo parlato si trattava solo di tre canzoni, perché hai detto che l'evento era gremito stasera, "rispose Namjoon con una leggera nota di panico. Si era preparato mentalmente per tre canzoni, non quattro e sicuramente non era pronto per la sua nuova composizione. L'aveva provato assieme a Yoongi solo una volta.

"Rilassati. Questa sera non è una gara, ma più un mini concerto di più artisti, quindi non abbiamo bisogno di fare alcun freestyle o niente di particolare. Il pubblico è solo qui per godersi lo spettacolo, "Yoongi ribatté nel suo solito tono annoiato mentre liquidava le sue preoccupazioni con un cenno della mano. A Namjoon sarebbe piaciuto rispondere che per quella sera non gli importava di nessuno tranne che di una persona e quella persona era seduta accanto a lui e aveva bisogno di impressionarla. Era per questo che fissava il suo migliore amico con uno sguardo eloquente il quale tuttavia, sfortunatamente, non dava alcun segno di prendere sul serio la sua irritazione.

"Se mi dite dov'è il bagno, posso lasciare voi due a discutere i dettagli" disse Seokjin interrompendoli con un sorriso imbarazzato, avendo percepito la tensione. Prima che Namjoon potesse rispondere, Yoongi aprì la bocca per mormorare un "alla fine del corridoio a sinistra", che era tutto ciò che Seokjin aveva bisogno di sapere prima di scattare fuori di lì alla velocità della luce.

Namjoon sapeva che qualcosa stava per arrivare, lo sapeva, lo aveva saputo non appena i suoi occhi avevano incontrato quelli di Yoongi ma, in realtà, aveva cominciato a sospettarlo sin da quando aveva finito di parlare con il suo amico al telefono, dopo che non solo aveva annunciato il suo desiderio di prendere parte alla serata, ma aveva anche dichiarato la sua volontà di portare Seokjin con sé. Una parte di Namjoon era grato al suo amico per aver fatto del suo meglio e averli piazzati bene in un evento già pieno, ma questo non cambiava il fatto che lui al momento si stesse arrabbiando per il fatto che Yoongi fosse arrabbiato perché sapeva che quest'ultimo stava per dire qualcosa di sgradevole.

"Sputa il rospo Yoongi," disse Namjoon, cercando di non sospirare. Il rumore delle risate e delle chiacchiere nella stanza stava diventando più forte, ma né Namjoon né Yoongi vi prestarono attenzione.

Nei loro anni di amicizia, avevano avuto diversi scontri ma più che altro concernenti la musica e questioni creative, tuttavia mai per quel che riguardava le loro sensazioni personali, essendo sempre stati in sincronia. E anche quando Yoongi aveva confessato il problema che aveva nascosto per tanto tempo, anche allora Namjoon aveva cercato di essere dalla sua parte. Ma questa volta era diverso.

"Non so è il caso di dirtelo..." iniziò Yoongi, ma Namjoon sapeva che era solo una posa.

"Da quando in qua hai paura di dire la tua, hyung?" Chiese Namjoon, provocando di proposito l'altro. Yoongi strinse gli occhi e il più giovane capì di aver toccato un nervo. Se Yoongi voleva dire qualcosa era meglio che lo facesse prima piuttosto che dopo, anche se il tempismo, proprio prima di una performance, non era dei migliori per scambiare delle opinioni.

"E da quando tu sei uscito fuori di testa?" Ribatté Yoongi, ugualmente brutale. Namjoon dovette sforzarsi di non distogliere lo sguardo e mantenere il contatto visivo con il maggiore.

"Non so cosa intendi,” rispose Namjoon, sporgendo la mascella in modo difensivo.

"Portare Seokjin qui? Cosa ti ha fatto pensare che fosse una buona idea? "Chiese Yoongi con sarcasmo, come se Namjoon avesse commesso un crimine.

"Stiamo solo trascorrendo del tempo insieme, non c'è bisogno di essere così drammatici al riguardo."

"Non stai semplicemente trascorrendo del tempo insieme. L'hai portato qui perché questo posto è importante per te e questo significa ... "

"L'ho portato qui perché stiamo cercando di conoscerci, siamo anime gemelle dopo tutto," replicò Namjoon, sopraffatto dall'irritazione ma non appena quelle parole uscirono dalla sua bocca, si rese conto del peso di ciò che aveva appena detto.

Yoongi scoppiò a ridere allora, e anche se il più giovane si era aspettato che lui sembrasse compiaciuto o addirittura sprezzante, il suo amico invece sembrava tutto tranne che quello, come se una nuvola fosse scesa su di lui e lo avesse inghiottito.

Erano numeri due ed era innegabile, e anche quando avevano cercato di ignorare la loro realtà, sapevano che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbero dovuto affrontarla, tuttavia ora che la verità era proprio li davanti a loro e avevano entrambi incontrato la loro anima gemella, essa li aveva affossati invece di sollevarli. Il concetto di anime gemelle non si adattava bene a nessuno di loro due, anche se per ragioni diverse, ma sapere che c'era un altro numero due che condivideva lo stesso sentimento, nel corso degli anni li aveva rassicurati e aveva permesso loro di sentirsi meno fuori luogo o estranei nella loro stessa pelle.

Ma soprattutto, li aveva fatti sentire meno soli.

Namjoon voleva allungare la mano e toccare il braccio di Yoongi, ma non lo fece perché non sapeva cosa dire o anche se avrebbe avuto senso aggiungere qualcosa. Prima che potesse decidere cosa fare però, lo sguardo di Yoongi si concentrò da qualche parte dietro di lui e il giovane capì che non erano più soli.

Si girò leggermente per vedere Seokjin a pochi passi da loro, che li osservava con un'espressione un po 'perplessa, ma Namjoon sapeva che era troppo gentile per pensare di intromettersi.

"Abbiamo quindici minuti prima che inizino le performance, Namjoon può mostrarti il posto Seokjin hyung, dopo di che temo che saremo un po' occupati," commentò Yoongi con un tono piatto mentre si alzava dal suo posto e si dirigeva in direzione dei bagni. Namjoon vide Seokjin corrugare la sua fronte per un momento, ma quando incontrò il suo sguardo, il suo sorriso tornò insieme a quello che Namjoon riconobbe come una scintilla di eccitazione." Ti farò vedere i dintorni hyung, anche se non so se saremo in grado di gironzolare troppo visto che il posto è già pieno."

"Allora andiamo, se non riesco a essere in prima fila è meglio che mi mostri il punto in cui posso avere la migliore visione del palco,” disse Seokjin eccitato. Namjoon rise un po', imbarazzato dalla reazione entusiastica di Seokjin. Era preoccupato all'idea di lasciare il maggiore là fuori in mezzo alla folla selvaggia perché era abbastanza sicuro che non era la sua solita scena, ma Seokjin gli aveva assicurato che era abbastanza grande e che poteva prendersi perfettamente cura di se stesso, e "inoltre, tecnicamente sono l'adulto qui, e se tu puoi essere laggiù," disse indicando il palco, "io posso sopravvivere qui", concluse con il suo miglior tono Kim. Namjoon non osò aggiungere altro e quindi si limitò ad annuire mentre tornava nel backstage per unirsi a Yoongi.

La frenesia dell'anticipazione che lo attraversava ogni volta che doveva salire sul palco stava iniziando a prendere il sopravvento e Namjoon, come sempre, si ritrovava a saltellare sul suo posto. Non scambiò nessun'altra parola con Yoongi, ma il maggiore sembrava essere entrato nel suo stato pre-performance e aver quindi abbandonato qualunque sentimento per potersi concentrare.

Era una sensazione complessa da spiegare, un sentimento di piacere mischiato al nervosismo, come il brivido che provavi prima di saltare da un'alta piattaforma e giù nell'acqua profonda, la paura e l'eccitazione che ti uccidevano quasi, ma che ti tenevano a galla nello stesso tempo. Tuttavia, nel momento in cui i loro nomi furono chiamati, tutte le preoccupazioni che avevano avuto precedentemente, svanirono nel nulla. Namjoon sentì una forza gigantesca spingerlo in avanti, un impulso irresistibile che non avrebbe mai, mai potuto combattere. Si voltò a guardare Yoongi, che gli fece un cenno di intesa prima di salire i pochi gradini che conducevano al palco. Namjoon lo seguì poco dopo, le urla lo accolsero non appena raggiunse il centro del palco. Prese il microfono proprio quando la base del loro pezzo iniziò a suonare. Namjoon sorrise prima di aprire la bocca per gridare. La folla urlò più forte.

Dovevano eseguire quattro canzoni, tre vecchie e una nuova, quest'ultima era quella che lo preoccupava di più, ma una volta che iniziò la base della loro ultima canzone, più dolce e quasi lenta, ogni traccia di preoccupazione volò via la finestra.

Era difficile riconoscere una persona in particolare nel mezzo del caos della folla con la luce troppo fioca, ma mentre i suoi occhi vagavano sulle persone di fronte al palco, il suo sguardo incrociò quello di Seokjin. Mentre i loro occhi si incontrarono, una sensazione di calore si diffuse su di lui come un balsamo perché nessuno lo aveva mai guardato così prima di allora.

"Ti ho amato sin dalla prima volta che ci siamo incontrati", gli aveva detto Seokjin e il concetto sembrava ancora estraneo a Namjoon perché amore era una parola così grande. Nelle pubblicità del governo, parlavano spesso di anime gemelle e della necessità di essere completi, ma raramente, molto raramente di amore.

Inoltre, come poteva qualcuno essere programmato per amare un'altra persona, Namjoon se lo era chiesto spesso.

"Un'anima gemella è quella persona che ha la capacità di capirti più di chiunque altro. Ad un certo punto, quando invecchierai, capirai quanto è incredibile incontrare qualcuno che è questo per te, tesoro, "gli aveva detto sua madre.

Quando la performance finì, con applausi assordanti che ancora risuonavano nelle sue orecchie, non attese Yoongi per tornare insieme nel backstage e commentare le loro esibizioni per poi rimanere al pub a guardare il resto come facevano di solito. Rinunciò a tutto questo invece e si mosse velocemente fuori dal palco perché doveva andare dove aveva visto Seokjin prima che si perdesse in mezzo alla folla. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare alla sua azione, mentre era sommerso dall'improvviso bisogno di parlare con il maggiore.

Risultò che non dovette muoversi molto lontano perché non appena scese dal palcoscenico le sue braccia furono piene di Seokjin, la fragranza del suo sapone per il corpo riconoscibile anche tra l'odore di fumo e alcol pesante. Era un abbraccio forte, bello e caldo con le dita di Seokjin che affondavano solo leggermente nella sua pelle, riuscendo comunque a lasciare una profonda impressione su di lui, ma anche breve, investendolo come una brezza primaverile e come essa velocemente scivolando via.

Seokjin indietreggiò poco dopo, ma rimase abbastanza vicino perché Namjoon notasse una ciglia posatosi sul suo zigomo.

"Ti è piaciuto?" Chiese Namjoon, non facendo neanche una mossa per fare un passo indietro.

"Mi è piaciuto," rispose Seokjin, accecandolo con un sorriso e venendo pericolosamente vicino, tentando Namjoon a fare altrettanto.

Tuttavia proprio in quel momento Yoongi li superò, non aprì bocca e nemmeno getto loro un'occhiata, ma la sua presenza ombrosa e frettolosa fu sufficiente a far scoppiare la bolla e il momento tra lui e Seokjin svanì con la stessa rapidità con cui era arrivato.

"Coraggio, andiamo a bere qualcosa, niente alcool visto che qualcuno qui è un po 'troppo giovane", disse allora Seokjin. Namjoon scosse la testa perché Seokjin doveva semplicemente scherzare su questo a ogni occasione, ma era anche segretamente felice di poter ridere del loro divario d'età adesso.

Lo seguì verso il bancone del bar e insieme si godettero il resto della serata insieme chiacchierando e bevendo, ma quando finirono i rispettivi drink, Namjoon notò che Yoongi non si era fatto vivo tutta la notte.


 


 


 


 


 


 

Namjoon aveva trascorso alcuni strani giorni godendosi il suo tempo con Seokjin ma chiedendosi anche se tutto andava bene come sembrava. Seokjin e lui avevano frequentato le lezioni come ogni altro giorno, la loro confortevole relazione era stabile e piacevole; pranzavano regolarmente con Hyosang, e chiacchieravano dopo cena e parlava spesso anche con Yoongi. Tuttavia non poteva fare a meno di provare uno strano presentimento nei riguardi sia di Seokin che Yoongi.

Per quanto riguardava quest'ultimo, Namjoon non sapeva davvero come affrontare la questione e nemmeno se fosse lui a doverne parlare. Il più giovane sapeva che il suo migliore amico aveva una ferita da sempre, ma avere Namjoon al suo fianco avrebbe potuto rendere il suo peso sopportabile, proprio come aveva confortato Namjoon sapere che non era l'unico numero due ad avere opinioni diverse. Dopo tutte le sue parole contro il sistema e i Kim, l’aver portato Seokjin al pub probabilmente sembrava piuttosto ipocrita o finto. Ma Yoongi sapeva molto bene che Namjoon non era il tipo di persona che si lamentava delle cose solo per il gusto del dramma, e forse per questo la cosa era ancora più difficile da accettare: sapere che il cambiamento in Namjoon era in realtà genuino.

Il giovane si sentiva sgonfiare come un palloncino ogni volta che ci pensava perché non era affatto così semplice; le cose non erano cambiate al punto che le precedenti circostanze non sussistevano più, semplicemente andava più d'accordo con Seokjin. Tuttavia non aveva mai pensato che quest'ultimo fosse una persona cattiva; in realtà, il suo problema era sempre stato che il maggiore gli piaceva nonostante le sue convinzioni personali.

Ciò che era cambiato non erano le sue circostanze, che erano ancora soffocanti e deludenti, ciò che era cambiato era che aveva smesso di mentire e aveva cominciato a venire a patti con quello che sentiva, anche se quell'attività si stava rivelando più difficile di quanto avesse previsto. Dopotutto, quella era la più grande differenza tra i due migliori amici. Avrebbero sempre condiviso un sentimento simile, tuttavia, Namjoon stava affrontando la sua verità mentre Yoongi …

Namjoon sbatté le palpebre furiosamente mentre si girava su un fianco, viso rivolto verso la luce che proveniva dalla finestra. Era un sabato mattina e per una volta poteva rotolarsi nel suo letto e sonnecchiare un po’ ma il suo cervello era sempre vigile, e lo teneva sveglio e lo faceva riflettere su molte cose.

Non incolpava Yoongi, desiderava solo che ci fosse un modo in cui tutti potevano vincere invece di essere lasciati a sanguinare nel brodo della propria sconfitta.

Sentì un rumore di passi nel corridoio e Namjoon ebbe a malapena il tempo di girarsi verso la porta prima che qualcuno bussasse.

"Namjoon sei sveglio?" Chiese la voce, che riconobbe come quella di Seokjin, da dietro la porta di legno.

"Sì?" Mormorò e poco dopo vide la testa di Seokjin che faceva capolino dalla porta leggermente aperta, con un largo sorriso stampato in volto.

"Sai se non ero sveglio prima, lo sarei ora grazie a te?" Commentò scherzosamente Namjoon con una voce ancora roca dai resti del sonno. Il suo commento però non sembrò minimamente turbare il maggiore, il cui sorriso rimase ampio come quando era entrato.

"Ti piacerebbe venire con me in un posto oggi?" Namjoon si alzò dal suo cuscino, le orecchie tese perché era la prima volta che Seokjin gli aveva proposto di fare qualcosa insieme che non era sotto la supervisione dei Kim.

"Certo," disse sedendosi sul letto e sorridendo quando notò che il maggiore si stava trattenendo dal saltellare sul suo posto.

Poi Seokjin si assicurò che facesse una doccia veloce e si gestisse, e dopo una sostanziosa ma breve colazione lo trascinò verso la fermata dell'autobus, mentre Namjoon cercava di immaginare dove Seokjin volesse portarlo senza riuscirci. Una cosa era certa, però, non aveva mai visto il maggiore in quel tipo di umore prima; sembrava piuttosto contento, quasi ribolliva di anticipazione mentre sedeva sul sedile accanto a Namjoon, le dita che si agitavano sul suo grembo. Namjoon non sapeva cosa aspettarsi per una volta, non pensava che Seokjin sapesse come muoversi senza essere accompagnato in giro, non perché fosse un moccioso viziato che era troppo pigro per agire come una persona indipendente, non l’ aveva mai pensato neanche all'inizio quando era stato più scettico nei suoi confronti; ma per qualcuno che Namjoon, nonostante il fatto che fosse la persona più carina che avesse mai incontrato, aveva pensato fosse il più prudente di tutti, Seokjin sembrava invece aver oltrepassato i confini del rigido regime dei Kim abbastanza volte da sentirsi a suo agio nel farlo anche ora, e realizzare ciò gli stava facendo sentire delle cose.

Stava cambiando la sua percezione e spingendo i suoi sentimenti verso una corsia pericolosa.

Il viaggio fu breve e prima che se ne rendesse conto Seokjin lo stava tirando per la felpa e gli faceva cenno di seguirlo. Namjoon non osò fare domande e non si scambiarono una parola per tutto il tempo necessario a coprire la distanza dalla fermata dell'autobus fino alla loro destinazione. Eppure il silenzio non era pesante e Seokjin sembrava concentrato piuttosto che a disagio, forse un po' nervoso, ma più simile a qualcuno che stava organizzando molti compiti nella sua testa che a qualcuno che stava avendo dei ripensamenti. Namjoon lo prese come un buon segno.

Tuttavia, nemmeno nei suoi sogni più selvaggi avrebbe mai immaginato il posto in cui Seokjin lo portò.

L'edificio sembrava arrugginito e c'era qualche traccia di graffiti qua e là insieme a qualche tentativo di ridipingere per rendere il posto più ordinato, anche se era chiaro che lo staff a un certo punto aveva rinunciato poiché alcuni graffiti sembravano nuovi.

Namjoon non voleva sembrare sbalordito di fronte al maggiore e così fece del suo meglio per tenere sotto controllo le sue emozioni. Seokjin sembrò avvertire il suo tumulto interiore perché gli strinse la mano e lo guidò oltre le porte scorrevoli che permettevano loro di entrare nell'edificio.

Namjoon non era mai entrato in un circolo ricreativo per numeri zero prima di allora. Contrariamente a quello che le istituzioni dicevano a proposito, tacciando queste strutture come luoghi che incoraggiavano comportamenti sovvertivi, Namjoon invece preferiva non esprimersi. Semmai la sua perplessità derivava non dal fatto di considerarli chissà quale alcova di insurrezione, quanto piuttosto nel ritenerli un colossale spreco di tempo e risorse.

I centri ricreativi infatti spesso fungevano anche da doposcuola per i bambini i cui genitori lavoravano fino a tardi. Ma più di ogni altra cosa, con il tempo i centri erano finiti col diventare un punto d'incontro per i numeri zero, e questo era ciò che probabilmente spaventava il governo. Ciò li innervosiva ancora di più che sapere che i centri insegnavano le arti a una parte della popolazione che non doveva avere l'opportunità di perseguire questa branca come professione dopo la scuola superiore.

Era proprio questa la parte che in realtà meravigliava Namjoon, perché non capiva come qualcuno potesse passare attraverso lo sforzo di imparare a ballare, recitare, cantare, dipingere o persino suonare uno strumento, e magari innamorarsi di uno di questi, se tale dedizione aveva una data di scadenza inevitabile.

Ad ogni modo considerando la cattiva reputazione che i circoli ricreativi avevano tra la maggioranza della popolazione, Namjoon sapeva che il fatto che Seokjin, un Kim, li frequentasse, piuttosto spesso se il "buongiorno Seokjin!" della receptionist era di una qualche indicazione, era qualcosa che l’altro doveva aver serbato nel più profondo segreto. Namjoon era sicuro che se i Kim o chiunque altro lo avesse scoperto tutto ciò si sarebbe trasformato in un enorme scandalo, tuttavia osservando l’atteggiamento naturale di Seokjin, era abbastanza sicuro che quest’ultimo non ne preoccupasse. O molto più probabilmente, se aveva imparato qualcosa su Seokjin in tutti quei mesi, questi era pronto a combattere nell'eventualità che venisse scoperto.

"Hyung cosa stiamo facendo qui?" Chiese Namjoon timidamente quando Seokjin lo portò in quello che sembrava lo spogliatoio di una palestra. Seokjin aprì un armadietto che, a giudicare da quanto era pieno di cose sue, doveva essergli stato assegnato da un pezzo.

"Faccio volontariato qui," rispose Seokjin distrattamente mentre controllava una vecchia maglietta prima di dargliela.

"Indossala, i bambini possono essere selvaggi ed è altamente probabile che finirai con la tua maglietta macchiata di pittura", disse, ma quando sollevò lo sguardo, all'improvviso parve nervoso come se avesse paura della reazione di Namjoon e allora lui capì fino a che punto tutto questo fosse importante per Seokjin, anche se non sapeva il perché.

"Va bene, vado a cambiarmi allora, "Namjoon rispose semplicemente prima di scomparire dietro la porta di una cabina.

Quando uscì con la nuova maglietta indosso, Seokjin lo stava aspettando con un'espressione più rilassata, il che fece desiderare al più giovane ancora di più scoprire perché questo posto sembrava significare così tanto per lui.

In quel momento, Namjoon sentì il telefono vibrare in tasca ma quando nel controllare chi era si rese conto che era un messaggio della signorina Choi, improvvisamente decise che non voleva dover affrontare altro durante una giornata del genere, una giornata in cui Seokjin era finalmente uscito dal suo guscio per mostrargli il suo vero sé.

Decise quindi di mettere il suo telefono nell'armadietto di Seokjin prima di seguire il maggiore fuori dagli spogliatoi.

Qualunque cosa fosse, poteva aspettare.










NdA: ho una vita frenetica, lavoro, sto gestendo, tre storie, due delle quali in due lingue (italiano e inglese), e sto cercando di preparare A world of us. Faccio del mio meglio per aggiornare tutto >_< grazie per la pazienza. Piuttosto se qualcuno la fuori sarebbe disposto a darmi una mano con le traduzioni, accetto volontari <3 

 

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