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Autore: Daleko    06/03/2018    0 recensioni
"Lui camminava guardando lei, lei gli trotterellava al fianco fissando la strada. «Ma Nico che ha detto, viene per Olandese?» gli chiese all'improvviso. Alessandro notò lo smartphone crepato che stringeva nella mano destra. «Gli stai scrivendo?» domandò in rimando, occhieggiando lo schermo. «Sì, ma su Whatsapp non risponde» gli mostrò lei: gli ultimi sei messaggi erano stati inviati da Chiara. Alessandro apprezzò mentalmente il non aver trovato emoticon affettuose sullo schermo."
~~~
"«Giuro che questa volta t'ammazzo, questa volta ti... Devi smetterla di tirarmi in mezzo a questa roba, hai capito?» ringhiò il ragazzo al telefono. Ci fu qualche secondo di silenzio riempito solo dalla pioggia. Nicola si era riparato sotto uno dei balconi del primo piano, l'acqua gli schizzava sulle scarpe ma la rabbia gli impediva di sentire freddo. «Senti Nico... Tu non devi rompere i coglioni a me perché tu c'hai i cazzi tuoi per la testa e all'improvviso te ne vuoi tirare fuori, t'è chiaro?». La voce al cellulare era stranamente glaciale, sgarbata, poco familiare. Il ragazzo non fu reattivo come avrebbe voluto."

Storia romantica ambientata all'Università "L'Orientale".

Feb2019: Storia modificata e revisionata.
Genere: Malinconico, Slice of life, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori sanguigni'
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2.

 

«Ma non abbiamo più contattiii, soltanto like a un altro pooost!»

«Ma tu mi manchi, mi manchi, mi manchi in carne ed ossa...»

Nicola li ignorava, restando in tema con la canzone e continuando a digitare sul suo smartphone. Rialzò lo sguardo, scoprendo incredibilmente che al duetto si erano aggiunti altri ragazzi, in quello che era diventato un piccolo coro. Alessandro era terribilmente stonato, ma nessuno sembrava farci caso più di tanto –e in ogni caso la canzone originale, utilizzata come base, usciva al massimo del volume dallo smartphone del cantante dilettante, aiutandoli a mascherare la loro incapacità canora.

«Daiiii Nico unisciti!»

Chiara era passata a chiamarli "Ale" e "Nico" a una velocità inquietante, più o meno a metà della prima lezione, ma Alessandro non sembrava essere da meno e così, non sapendo bene come, Nicola si era ritrovato risucchiato nella composizione di un terzetto estremamente esuberante. Erano seduti sui muretti umidi di Largo San Giovanni Maggiore, le lezioni erano terminate da un po’ e gli ultimi studenti si attardavano in giro con gli amici. La playlist era andata avanti, la musica aveva un qualcosa di familiare e Chiara si avvicinò a Nicola, prendendogli le mani e provando a tirarlo in piedi con sé. «Voglio ballare con teee, soltanto con te...» cantava scherzosamente sulla base, ma il ragazzo si limitò a sbuffare divertito. Alessandro recuperò lo smartphone dal muretto. «Oh, Chia, aspetta che cambio canzone...» «Vabbè, che metti?»

 

Dalla piazzetta arrivavano risate, urla e una canzone conosciuta. Nella luce del tramonto, nella temperatura fresca di fine ottobre, il vetro verde delle birre luccicava attirando l'attenzione di un passante. Alto, con la barba curata e un bel cappotto nero, occhiali squadrati, le spalle dritte e la borsa a tracolla, decise di fare una breve deviazione. Uscendo dalla libreria risalì la piazza, dirigendosi verso i muretti invece di continuare sulla strada principale. Lo sguardo scivolò distrattamente sui presenti, intenti a bere Heineken e a cantare tra loro, fermandosi su un coetaneo in disparte. Gli si fermò davanti, con un sorrisetto a incisivi scoperti. «Nico?» richiamò la sua attenzione. Nicola trasalì, alzando il capo di scatto e fissando il nuovo arrivato con aria sorpresa, come colto nel fare qualcosa di sbagliato. «...oh, Ale» rispose dopo un momento di troppo. «Ha! Che sorpresa vederti qui. Non sapevo ti fossi iscritto all'Orientale! Non volevi studiare alla Federico?» provò a chiacchierare, ma Nicola si limitò a stringersi nelle spalle. Provò a formulare anche una risposta vocale, ma Chiara arrivò all'improvviso poggiandogli pesantemente una mano sulla spalla. «Nicooo, non ci presenti il tuo amico?» chiese con un sorriso smagliante. Il ragazzo le tese la mano destra, stringendola in modo fermo e pacato. «Alessandro, piacere» si presentò. «Chiara» rispose lei, e continuando a stringergli la mano si voltò verso l'altro lato della piazzetta. «Aleee, qui c'è un altro Alessandro! Vieni!» richiamò la sua attenzione, emozionata per la coincidenza. Nicola seguiva la scenetta con lo sguardo. «Credo che Ale debba tornare a casa» s'intromise bruscamente nelle presentazioni. La ragazza provò a ribattere, ma il diretto interessato fu più veloce: «Oh, no, non preoccuparti. Non ho nulla da fare a casa». Nicola lo fissò con sguardo torvo, poi arrivò l'ultimo del terzetto. «Eccomi eccomi! Ciao omonimo» scherzò alzando una mano da afferrare, azione che l'altro Ale compì prontamente.
«Sei tu che hai messo mezza discografia di Calcutta?» cominciarono a chiacchierare tra loro. «Sì, ti sei unito per questo?» «Oh, no, salutavo Nico».  Tre paia di occhi si spostarono sulla figura di Nicola, l'unico seduto, poi tornarono alla conversazione. «Ah, vi conoscete?» «Già. Non è meglio Brunori?» «Chi?». Ale –quello nuovo– rise divertito. «Conosci solo Calcutta e Thegiornalisti, ho indovinato?» «Sgamato!» «Il mio ex ascoltava musica indie italiana, si faceva tutti i concerti dei Gazebo Penguins» disse all'improvviso Chiara, felice di poter contribuire. Il secondo Ale si voltò verso Nicola. «Nico, te lo ricordi il concerto dei Gazebo al club?». Sfoggiava una fila di denti dritti e bianchi, in contrasto con l'espressione infastidita dell'amico. «Sì, me lo ricordo» ribatté seccamente. «Ti ubriacasti e vomitasti addosso a Roberto» aggiunse l'altro. «Ricordo pure questo» fu l'unico commento di Nicola. Ale tornò a rivolgersi verso gli altri due, intenti a cercare qualcosa sul cellulare. «Mo
li cerco, che canzone metto?» «Ma scusa, non consumi dati?» «No Chia, c'ho l'All Inclusive» «Metti Difetto» suggerì il secondo Ale, con le mani in tasca e il collo allungato sullo schermo dell'altro. Con le prime note della canzone nell'aria, Ale si voltò nuovamente verso Nicola, chiudendo uno dei suoi occhi azzurri in un occhiolino divertito.
Un paio di ragazzi si avvicinarono; uno dei due portava un casco aperto stretto in mano, l'altro una birra. «Oh, Ale!» lo salutarono da lontano. Il terzetto rimase in silenzio, Chiara e Ale in disparte a guardare, Nicola nuovamente con lo sguardo sullo smartphone. «Oh Iva
, Gianni, ciao. Che ci fate qui?» rispose cordialmente; il suo carisma si avvertiva come l'odore di un dopobarba costoso. «Andiamo a fa un giretto co gli altri. Te?» «Niente di che, ho appena finito le lezioni...» «Du palle 'stuniversità, eh? Ma quando finisci?» «Un altro po, un altro po. Nicola te lo ricordi?». Il ragazzo fu costretto ad alzare il volto, stirando le labbra in un sorriso esageratamente finto e muovendo una mano nell'aria in segno di saluto. Ivan sorrise divertito, alzò una mano e costrinse l'altro a battergliela, in modo simile a come fatto dai due Alessandro pochi minuti prima. «Oooh, Nico! Sei proprio 'no stronzo, è 'na vita che non ti fai vede in giro! Che morte avevi fatto?!». Nicola inspirò a fondo. «Sai com'è, dovevo studiare per la maturità...» «A facc do cazzo, 'intimeno alla fine del quarto anno già avevi da studia per la maturità?». Nicola si limitò a una risatina imbarazzata. Ivan tornò a rivolgersi verso Alessandro. «'abbuò fra noi dobbiamo andare, fatti senti, abbuo?» si congedò. Dopo i saluti di rito, mentre i due conoscenti si allontanavano ridendo e chiacchierando ad alta voce, Alessandro riportò la sua attenzione ai due rimasti in disparte. «Scusate, nostre vecchie conoscenze» commentò affabile. 


«Tu fumavi, e ostentavi una malinconia che male si intonava coi tuoi leggings fluorescenti» cantava Ale a memoria. Chiara urlava. «Le lomo, le polaroid, l'immagine di sé che mette ansia, le finte ansie giuro non c'è posto nel mio cuore per un post in più su Facebook!» si univa alla voce del nuovo amico; avevano cambiato gruppo, e ora una canzone de I Cani era diventata la loro nuova fonte d'intrattenimento. Nicola sembrava accartocciato su se stesso, e non ebbe alcuna reazione quando l'altro Alessandro andò a sederglisi accanto. Indossava solo una felpa. «Sembra simpatico, eh?» notò. Nicola grugnì in segno di finta approvazione, ma Alessandro non ci fece caso. «Beh, di sicuro sembrano andare d'accordo» notò ancora. Nicola gli scoccò finalmente uno sguardo, gli occhi marroni stretti a scrutarlo. «A proposito, cos'è questa novità dell'All Inclusive? Ieri non hai voluto cercare la canzone data a lezione» domandò sospettoso. Alessandro abbassò lo sguardo sulle Timberland scamosciate, ridacchiando imbarazzato. Ci fu un momento di silenzio, poi: «Non dirlo a Chiara, eh?». Nicola tornò con lo sguardo sullo smartphone, scuotendo la testa in modo divertito. «Assurdo» commentò. Le note di Wes Anderson riempirono il silenzio fra i due.

 


Note dell'Autore
Se leggi fin qui e non lasci una recensione, manderò Alessandro (quello stonato) a cantare per te tutta la discografia dei Gazebo Penguins, sotto la finestra di camera tua, per tutta la notte precedente il tuo prossimo esame. Lettore avvisato, mezzo salvato!
Ancora una volta, tutti i personaggi sono solo frutto della mia immaginazione. Non conosco nessun Alessandro all'Orientale, ma vi voglio tutti bene a prescindere. Nessun hipster è stato maltrattato durante la stesura di questo capitolo. A presto!

   
 
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