Harry Potter
&
Il Velo della Morte
C A P I
T O L O 1
Aldilà
del Cancello.
Un altro giorno
afoso di quell'estate senza fine, sorgeva su Privet Drive tra le
case una uguale all'altra. Neanche la brezza leggera che sfiorava
le chiome degli alberi dei perfetti giardini inglesi, donava un
po' di sollievo da quell'arsura, pur essendo solo l'alba. La
strada era deserta e i lampioni ancora accesi, si stavano
lentamente spegnendo uno a uno, dando ora spazio alla luce appena
accennata dei raggi del sole.
Non un anima viva...
Ma nell'oscurità mattutina, un ragazzo scrutava la strada dalla
finestra della sua piccola camera spoglia. Gli occhi verdi fissi
nel nulla davano al viso un'insolita inespressività, mentre
teneva tra le dita sottili una piuma fresca d'inchiostro che si
faceva dondolare ritmicamente davanti al naso.
Nulla...
Aveva la mente completamente vuota... Le occhiaia
stavano scavando sempre più il viso del giovane, sommandosi una
all'altra, segno delle innumerevoli notti insonni passate ad
aspettare l'alba, filtrare nella stanza col gioioso danzare dei
raggi solari che penetravano dalle imposte rotte, come un allegro
invito al risveglio.
Scrollò la testa come per destarsi dal
torpore che gli fissava lo sguardo nel vuoto e gli arruffati
capelli neri gli scesero sugli occhi, ottenebrandogli lo sguardo.
Sollevò una mano e se li riassestò alla meglio con un colpo
scocciato, scoprendo una cicatrice a forma di saetta. Lentamente
scese sulla fronte con le dita, che cercavano frementi la vecchia
ferita.
Niente...
La cicatrice non gli diede alcun fastidio e non
avvertì né bruciore né dolore. Era ormai tutta l'estate che
andava avanti così...
Con uno scatto furioso accartocciò la pergamena che aveva
davanti a sé e se la buttò alle spalle con noncuranza. Ai suoi
piedi, giacevano diverse palle di carta simili.
Era da quando aveva lasciato Hogwarts, che non aveva più notizie
dai suoi amici, né tanto meno dall'Ordine...
Eppure nessuno era
venuto a controllare come stava. Neanche l'avvertimento di Moody
alla stazione, pur avendo lasciato i Dursley piuttosto sconvolti,
aveva dato il permesso a Harry di usare il telefono per chiamare
Hermione e Ron. Nascosto sulla scala, aveva sentito un paio di
volte lo zio riattaccare in malo modo l'apparecchio, sbraitando
che avevano sbagliato numero e Harry Potter non abitava lì.
Come
l'anno precedente nessuna notizia del telegiornale lasciava
trasparire la presenza di magia dietro insoliti avvenimenti
babbani. Inoltre, cosa che Harry non si riusciva a spiegare, non
gli era più arrivato un solo numero della Gazzetta del Profeta.
Improvvisamente un fruscio d'ali, attirò l'attenzione del
giovane. Il ragazzo aprì cautamente la finestra, cercando di
fare meno rumore possibile. Si trovò davanti un gufo di un
marrone acceso, che stringeva nel becco una busta sulla quale era
scritto a chiare lettere il suo nome e indirizzo. L'afferrò
aspettandosi che l'animale sparisse dalla sua vista con un
battito d'ali, ma stranamente il gufo rimase immobile a fissarlo
con i grandi occhi gialli.
Lesse distrattamente la provenienza sul davanti... Ministero
della Magia. Il suo cuore mancò un battito, mentre
deglutiva rumorosamente.
Cosa aveva fatto questa volta?
Era da
quando si trovava a Privet Drive che non usava più la sua
bacchetta, pur tenendosela sempre in tasca per precauzione.
Caro signor
Potter, Ai fini del Decreto per il Divieto alla Circolazione di Gufi da Posta, indetto recentemente alla luce degli avvenimenti di aggressione dei suddetti in territorio Magico e Babbano, è tenuto a consegnare la sua civetta Edvige al Ministero della Magia. L'animale sarà scortato dal gufo che le ha consegnato la lettera al Ministero, dove soggiornerà fino alla data di apertura di Hogwarts. Potrà trovarla nella gufiera della scuola il primo settembre. Distinti saluti Remus Lupin |
Harry rilesse la firma che compariva alla fine della lettera.
Remus Lupin...
Non
c'erano dubbi! Era proprio la sua calligrafia accurata e precisa.
Mille domande si affacciarono alla mente del ragazzo.
Lupin
lavorava al Ministero della Magia? Decreto per il Divieto alla
Circolazione di Gufi da Posta? In cosa consistevano le
aggressioni a cui la lettera faceva riferimento?
Provò un'istintiva vampata di rabbia salirgli al petto per poi
affannargli il respiro, pronta a esplodere.
Nessuno gli aveva
detto niente dall'inizio dell'estate e, dall'oggi al domani, ecco
giungergli un ordine di confisca firmato da Lupin! Si rammaricò
di non riuscire a provare piacere per l'amico, che finalmente
dopo anni di privazioni aveva trovato lavoro, ma era più forte
di lui. L'unica possibilità di contatto col suo mondo gli veniva
ora strappata dalle mani, senza una minima spiegazione.
Edvige
era inoltre l'unica sua vera amica durante le lunghe e
detestabili estati a Privet Drive e avrebbe dovuta consegnarla a
degli sconosciuti fino alla riapertura delle scuole.
Lentamente si diresse verso la gabbia e aprì lo sportello con
delicatezza. Guardò tristemente la civetta che emetteva
gridolini eccitati, convinta che fosse l'ora della sua
passeggiata notturna. Edvige gli si appollaiò sul polso,
scrutandolo curiosa attraverso i grandi occhi d'ambra.
Harry le
posò un bacio appena accennato sulla testa, per poi farla
adagiare sul davanzale al fianco dell'altro gufo. Chiuse la
finestra con uno scatto e si voltò per non vederla volare via,
mentre l'ombra di una lacrima si affacciava sul suo viso giovane,
senza però sfiorargli la guancia.
Si dondolava lentamente
sull'altalena, con lo sguardo fisso nel vuoto. Ormai era tardi,
ma non gli importava cosa avrebbero detto i Dursley del suo
ritardo o come lo avrebbero punito.
Per Magnolia Road non passava
nessuno... Le famiglie probabilmente erano già riunite attorno
alla tavola. I ragazzi, tornati a casa dopo un'afosa giornata
passata a infangarsi e correre, si sedevano a tavola dopo la
doccia, con i capelli ancora fradici, assaporando i manicaretti
preparati dalle mani amorevoli delle madri, mentre quest'ultime
li ammonivano per qualche ignota ragione.
Aveva sempre sognato di vivere una scenetta simile, rimettendo
piede in casa. Aveva sempre desiderato una quotidianità normale,
che non somigliasse al suo inferno quotidiano... Normale... Gli
suonava strana quella parola. Da sei anni a quella parte si era
rassegnato al fatto che nella sua vita, nella sua stessa
esistenza, non c'era niente di normale.
Le case si affacciavano, tutte uguali, sulla strada polverosa,
esibendo giardini impeccabili. Era cresciuto in quel posto, in
quella devastante normalità, in quell'ipocrisia... Ma il suo
mondo era un altro: la sua casa era un'altra. Da quando
frequentava la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, viveva
il suo breve soggiorno a Privet Drive con la gioia, in fondo al
cuore, di avere un posto dove tornare, dov'era accettato per
quello che era, dove c'erano persone che gli volevano un bene
sincero.
In quell'estate, però, l'avevano accompagnato solo incubi e
rimorsi. Nelle sue solitarie giornate l'unica cosa che lo
distraeva dalla loro monotonia, era l'immagine di Sirius che
veniva sbalzato all'indietro, colpito in pieno petto da un lampo
rosso, e scompariva dietro quelle tende spettrali. Come un disco
rotto, continuava a sentire le sue urla, la sua stessa voce,
chiamarlo...
E lui... non rispondeva...
Ormai pensava che la vita gli avesse negato fin troppe cose... Ma evidentemente
si sbagliava! Poteva togliergli ancora qualcuno:
la cosa lo faceva impazzire!
Perché chiunque volesse proteggerlo
moriva?! Perché le persone che amava di più facevano tutte la
stessa fine? Chi erano Voldemort e i suoi seguaci per decidere
chi aveva il diritto di vivere e chi no?! E perché lui era così
debole?! Perché non riusciva mai a salvare le persone a cui
teneva?
Si sentì inondare da una rabbia incontenibile...
Tremava, stringeva i pugni, affondando le unghie nel palmo della
mano fin quasi a farsi male. Si morse un labbro mentre sentiva
gli occhi arrossarsi. Non poteva... Non doveva piangere!
-AHAHAHHAHAHHAH!-
Qualcosa lo risvegliò dai suoi pensieri. Conosceva fin troppo
quella risata, molto più simile al grugnito di un maiale. Si
voltò, felice di avere un motivo di distrazione.
Ed eccolo lì
Dudley: sempre più grosso e sempre più stupido! Lui e la sua
banda di bulletti stavano ridendo e questo, sicuramente non
indicava niente di buono.
Si alzò di scatto, avvicinandosi per vedere cosa stessero
facendo. L'altalena dondolò lentamente ancora un po',
scricchiolando.
Harry vide l'oggetto del loro divertimento...
Dalla stazza sembrava poco più di un bambino. Era piegato su se
stesso, mentre si copriva con le mani affusolate. Una manciata di
capelli ramati gli incorniciavano il viso spaurito, in un
disordinato caschetto. Presi com'erano dal picchiare quel
piccoletto, non si accorsero della presenza del ragazzo che
continuava a fissare la scena.
-Allora marmocchio, ti rimangi quello che hai detto?!-
-Dai suonagliele Big D!- urlò di sottofondo una voce acuta.
-Chiedimi scusa brutto rifiuto umano!!!- un altro coro di
ovazioni si levò dopo le parole del "piccolo Dursley".
Con una forza insospettabile il ragazzino si raddrizzò,
rivelando il volto sfigurato dai loro colpi, ciononostante
gentile quasi come quello di una ragazza. Un occhio era
incorniciato da un colore violaceo, mentre un rivolo di sangue
gli scendeva lungo il labbro inferiore. Inaspettatamente un
sorriso beffardo gli comparve sul volto martoriato:
-Dudley... Hai ragione: mi rimangio quello che ho detto...- a
quelle parole, pronunciate con una calma disarmante, malgrado la
situazione, Dudley sembrò calmarsi, mentre un'espressione
trionfante già gli si dipingeva sul volto: -Non sei solo grasso
e stupido, ma picchi anche come una checca!-
Ci volle qualche secondo prima che il gruppetto capisse
l'ennesimo affronto, presi com'erano a pregustarsi il trionfo.
Accadde tutto in un attimo. Il ragazzino abbassò il volto,
pronto a ricevere una nuova scarica di pugni, ma non arrivò
alcun colpo.
-Cosa ci fai tu qui?! Levati di mezzo!- disse con disprezzo
Dudley, con una sfumatura di timore nella voce.
L'undicenne che era stato preso di mira fino a quel momento,
alzò lo sguardo sorpreso, trovandosi davanti la figura slanciata
di un ragazzo dai disordinati capelli neri. La sua stazza minuta
era sottolineata dagli abiti smessi e rattoppati, troppo grandi
per lui. Era evidente la superiorità numerica e fisica della
combriccola di Dudley.
-Passeggiavo, cugino...- disse sottolineando il grado di
parentela, ben sapendo che l'avrebbe mandato in bestia.
Harry
notò che Dudley aveva stretto maggiormente il bastone che teneva
in mano, parte integrante della divisa scolastica.
-No no! Non ti conviene farlo, sai? I miei amici non sarebbero
felici di sapere che mi hai picchiato, non pensi Didino
Piccino?!-
Il ragazzo si sentì avvampare: -AHAHAHA! Ci mancava solo un
pazzo che crede di essere mio cugino...- disse impacciato, con un
eccesso d'ilarità che non sfuggì ai compagni.
Piers Polkiss, che si ricordava dell'esistenza di quel cugino
inquietante che all'undicesimo compleanno di Dudley era andato
allo zoo con loro, affermò: -Dudley! Ma questo non è il tuo
cugino che frequenta il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per
Giovani Criminali Irrecuperabili? Ma si, quello che sta via tutto
l'anno e torna solo l'estate!-
-Ma no... ti stai sbagliando...- lo redarguì con un sorriso
tirato Dudley, mentre cominciava a sudare freddo.
-No! Ne sono sicuro! E' quel tappetto che ha fatto uscire il
serpente dal recinto... per poco non ti ha ammazzato!- esclamò
convinto. A sentire quella "prodezza" gli altri
arretrarono, guardando il moretto impauriti.
Sul viso di Harry comparve un ghigno compiaciuto, felice che quel
nasone di Piers si ricordasse ancora della loro "gita".
Si stava sforzando di non ridere di fronte alla reazione di Big
D, che non sapeva più che dire. La sua faccia, gonfia e rossa
come un palloncino, sembrava dovesse esplodere da un momento
all'altro. Preso da un attacco d'ira diede uno spintone a Harry,
che indietreggiò di qualche passo.
-Eh no Didino! Mi costringi a farti la bibi!- lo ammonì,
indicando la tasca dei jeans dove, come il cugino sapeva, lui
custodiva sempre la sua bacchetta.
-Guarda che lo so che non la puoi usare quella roba con me...-
disse agitato.
Gli altri commentavano la scena incuriositi e un po' intimoriti
dalla comparsa inquietante del cugino segreto dell'amico.
-E allora picchiami, così potrai scoprire da solo cosa posso
fare!- fece con aria di sfida, puntando gli occhi verde smeraldo
nelle due fessure da porcino.
-I... Io non picchio i matti! M... Mi fai pena! E... e... Con te
Mark Evans faremo i conti quando il tuo amico matto non sarà
più qui a salvarti!- con quell'uscita di scena, decisamente poco
elegante, il gruppetto si allontanò.
Harry, felice di aver fatto perdere la faccia all'odiato cugino,
si girò guardando il ragazzo del quale aveva scoperto il nome,
mostrando un sorriso spontaneo. Mark notò la cicatrice sulla
fronte del ragazzo, abilmente celata da una frangetta
disordinata. Lo guardò con disgusto, senza distogliere gli occhi
dallo sfregio:
-Ti credi tanto in gamba? Me la cavavo benissimo da solo! Fatti
passare questa sindrome dell'eroe!- e spiccando una corsa,
scomparve dietro l'angolo.
Harry lo guardò allontanarsi, colpito da quella reazione. Lui
non era un eroe... né si riteneva tale! Inspiegabilmente erano
in molti a considerarlo l'unico in grado di fermare Voldemort...
forse perché l'aveva inconsapevolmente già fatto quando aveva
solo un anno... o forse perché lo affermava una stupida
profezia...
Fece spallucce e si incamminò verso
"casa", mentre nella sua testa il fiume dei suoi
malinconici pensieri ricominciava a scorrere senza pietà. In
molti lo invidiavano, ma NESSUNO sapeva in realtà quanto fosse
difficile essere Harry Potter...
21.30
Dannazione! Senza che se ne
accorgesse si era fatto tardissimo!! Harry affrettò il passo appena scorse il
numero quattro di Privet Drive nella sua perfetta normalità, completamente
fagocitata dalla monotonia dell'intero quartiere, apparire in fondo alla via.
Le stelle erano già tutte comparse con la loro tenue luminosità in cielo, il
quale avviluppava nel suo abbraccio l'intera strada come se fosse un mantello
scuro.
Harry si sorprese a pensare che quella sera c'era una tranquillità quasi
irreale: un silenzio ovattante aleggiava sui tetti delle case e tutto sembrava
come sospeso, in attesa che qualcuno schiacciasse il tasto PLAY per far
ripartire la vita di Little Whinging. Sentiva come se uno sguardo attento e
fisso lo stesse seguendo da quando aveva lasciato il parco.
Si voltò, reagendo ai suoi stessi pensieri... non un'anima viva... la via era
completamente deserta!
Senza sapere neanche lui il perché di quelle angoscianti sensazioni e della sua
conseguente reazione esagerata, salì le scale correndo e si chiuse la porta di
casa alle spalle con un colpo secco, per poi appoggiarvisi ansante.
-Dove sei stato?! Dud è tornato un'ora fa! Sbaglio o ti avevo detto che il tuo
coprifuoco coincideva con il suo?!?!-
Dalla porta della cucina comparve zio Vernon con i baffoni frementi e ancora
sporchi del cibo che aveva appena finito di trangugiare. Gli occhietti incavati
saettavano furenti squadrando l'intera figura del giovane che aveva di fronte,
mentre il doppio mente tremava visibilmente per la rabbia che gli stava montando
addosso.
Per tutta risposta, Harry non lo degnò di uno sguardo e superandolo salì le
scale diretto verso camera sua.
-COME TI PERMETTI?!?!?! NON PENSAVO CHE FOSSE POSSIBILE CHE TORNASSI ANCORA PIU'
MALEDUCATO DI QUANTO GIA' NON FOSSI DA QUELLA SCUOLA DI PAZZI!!! SE VAI AVANTI
DI QUESTO PASSO TI CHIUDERO' IN CAMERA A VITA E NON CI TORNER-
Harry fece sbattere rumorosamente la porta, escludendo così le urla disumane
dello zio, che tentavano inutilmente di raggiungerlo.
Un tempo forse quelle stesse grida mascherate da minacce gli avrebbero fatto
paura... ma quel tempo era ormai finito!
Sapeva che suo zio era troppo pigro anche solo per pensare di salire le scale
per continuare la discussione. E comunque, se anche avesse deciso di metterle in
pratica, lui sapeva esattamente cosa fare!
Avrebbe usato la magia e sarebbe scappato di casa come aveva già fatto... forse
sarebbe diventato un rinnegato o un ricercato per il Ministero... forse non
sarebbe neanche più potuto tornare a Hogwarts, ma con Voldemort a piede libero
sulle sue tracce, quello era il male minore. Anzi! Sarebbe anche stato meglio!
Così non avrebbe dovuto mettere nuovamente in pericolo la vita dei suoi amici e
compagni di scuola... Forse col passare degli anni la sua incoscienza invece di
diminuire era aumentata esponenzialmente, in maniera direttamente proporzionale
alla sua altezza e a tutto ciò che gli era capitato... Troppi forse, ma e
però...
Non gli importava farsi un'auto-analisi... non gli importava più di niente!
Si abbandonò stanco sul letto, con le braccia allargate e gli occhi spenti e
fissi sul soffitto.
Stava forse diventando paranoico per avvertire il pericolo nascosto dietro ogni
angolo?! Eppure...
Il filo conduttore dei suoi pensieri fu bruscamente interrotto da una scarica di
ripetuti colpi alla porta. La sveglia sul comodino faceva le 10.30... chissà
cosa volevano da lui a quell'ora?! Generalmente era l'ora in cui si
coricavano... Non aveva la minima intenzione di spostarsi da quella posizione,
così grugnì svogliatamente uno sgarbato: -Che vuoi?!-
-Papà ha detto di scendere... c'è un tuo amico che ti cerca in salotto!-
Subito riconobbe la voce spavalda del cugino, ma gli parve di non aver compreso
appieno le sue parole: -Un mio che?!-
-Sei sordo?! Ho detto: c'è giù un tuo amico che ti sta aspettando!-
Harry sbarrò gli occhi portandosi a sedere sul materasso sgangherato, mentre il
suo cervello lavorava frenetico alla ricerca di una spiegazione plausibile. Non
poteva essere Ron... di sicuro avrebbe trovato un modo per avvertirlo del suo
arrivo.
Che fosse un emissario di Voldemort?!
Scosse la testa... stava proprio diventando paranoico... molto peggio di
Hermione! Anche al secondo anno Ron e i gemelli Weasley erano venuti a prenderlo
in gran segreto sulla Ford Anglia, senza un minimo di preavviso. Con un balzo di
ritrovata vitalità si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
Estrasse la bacchetta dalla tasca e la tenne nascosta dietro la schiena...
VIGILANZA COSTANTE! Il falso Moody al quarto anno non avrebbe saputo dirlo
meglio. Uscì nel corridoio e udì le voci dei suoi zii fare domande indiscrete e
infastidite al nuovo venuto. Una voce maschile e imbarazzata rispondeva
impacciatamente a monosillabi.
Doveva proprio essere il suo amico Ron... forse era venuto per condurlo a
trascorrere le restanti vacanze alla Tana con tutta la famiglia Weasley! Il suo
cuore ebbe un tuffo di gioia, che non si sarebbe mai aspettato di poter ancora
provare... Con rinnovata tranquillità cominciò a scendere le scale seguito dal
cugino, ma quello che vide entrando in salotto lo lasciò senza parole.
In piedi, al centro della stanza, c'era una figura slanciata, avvolta da un
mantello nero, munito di un grosso cappuccio che non permetteva di identificarne
l'identità.
-Lontani! Allontanatevi da lui!- urlò ai suoi zii, frapponendosi tra loro e il
giovane, con la bacchetta levata e puntata contro di lui.
I Dursley ubbidirono, spiazzati dall'irruenza del nipote e scossi dalla smorfia
di puro terrore che aveva oscurato per un attimo il suo viso alla vista
dell'ospite che avevano invitato a entrare in casa.
La sua mente corse veloce... mille domande si affacciavano ad essa
contemporaneamente... troppe per avere il tempo di rispondere a tutte! Sapeva
che sotto il cappuccio gli occhi del Mangiamorte seguivano ogni suo più piccolo
movimento, nell'attesa di colpire cogliendolo impreparato. Agì d'impulso come
aveva sempre fatto in quelle occasioni, senza pensare alle conseguenze del suo
gesto, né se fosse il più indicato per quella situazione.
-Vediamo se riesci a prendermi!- e lanciando quella sfida spiccò una corsa a
rotta di collo.
Si gettò direttamente dalla finestra del salotto, ancora aperta per lasciare
entrare un po' di aria notturna come refrigerio dall'arsura di quell'estate, e
atterrò accovacciato sulle punte dei piedi, che per pura pigrizia calzavano
ancora le scarpe da tennis. Si voltò e vide che anche la sinistra figura in nero
si apprestava a fare lo stesso.
Con uno scatto felino balzò in piedi, riprendendo la sua folle corsa... Era
semplicemente spacciato!
Senza poter usare liberamente la magia, pena l'espulsione da Hogwarts, sempre
ammesso che fosse sopravvissuto a quell'attacco inaspettato, e senza la minima
possibilità d'interventi esterni, essendo l'unico mago nell'arco di chilometri!
Di una sola cosa era certo... Qualunque cosa fosse accaduta da quel momento in
poi, sarebbe morto combattendo come suo padre!
*
Il sole era sorto
da qualche ora su *Hertford. Illuminava i tetti e i mattoni delle
villette a schiera, caratterizzate da tipici giardini inglesi, di
un colore verde accesso. La città, ancora assopita, si preparava
ad affrontare una nuova giornata. Le vie erano ancora
semideserte, eccezion fatta per qualche gatto che si aggirava nei
vicoli bui, fra cartoni e bidoni di latta.
Hermione socchiuse gli occhi. Aveva ancora sonno, ma detestava
alzarsi tardi e perdere tempo prezioso, dormendo più del dovuto.
Si decise a spalancare gli occhi color nocciola e venne investita
dalla luce del sole che entrava attraverso la finestra aperta.
Anche quel giorno faceva un caldo torrido e le sue lenzuola
giacevano disordinate in fondo al letto. Si alzò svogliatamente,
infilando i piedini nudi in un paio di ciabatte di qualche numero
più grande. Trascinò i piedi fino all'uscita della graziosa
cameretta, per poi, con un ultimo sforzo, scendere le scale che
la separavano dalla cucina.
Appena mise piede nel locale venne investita da un odore di
ciambelle appena sfornate. Guardò divertita la madre che le
appoggiava sul tavolo perfettamente apparecchiato, ammirando con
aria compiaciuta la sua nuova mania culinaria... Era tutta
l'estate che andavano avanti a ciambelle! Ovviamente né lei né
il padre osavano contraddire la donna, che era tutta entusiasta
dei suoi manicaretti. Si lasciò cadere su una sedia, mentre
cercava di riavviarsi i capelli gonfi e crespi, avendo notato con
orrore il suo riflesso nella credenza di fronte al suo posto.
-Mamma! Per la fine di luglio potremmo andare a Little Whinging?
E' il compleanno di Harry, ma non riesco a mettermi in contatto
con lui via gufo! Pleaseeee!- concluse con aria di supplica, con
gli occhi da cucciolo bastonato.
La madre emise una breve risata e le rispose, guardandola
maliziosa: -Devi volergli un gran bene a questo Harry...-
Hermione abbassò lo sguardo per nascondere le guance che si
erano tinte di rosso e borbottò: -N-no! Siamo solo amici!-
-Che ne dici, caro? Facciamo contenta la nostra streghetta? Se lo
merita, con tutti i bei voti che prende a scuola!-
Il padre sembrava non aver udito le parole della donna e, come
era solito fare la mattina, continuò a leggere il giornale.
Aveva la faccia scura e concentrata.
-Ci sono cattive notizie caro?- chiese la donna, notando
l'espressione del marito. Il marito annuì silenziosamente,
borbottando qualcosa sulla crudeltà di certe persone. Hermione
addentò svogliata una ciambella, pensando a un modo per far
passare la mania alla madre.
-Cosa è successo sta volta?!- chiese poi esasperata.
Suo padre era bravissimo a fare ramanzine e discorsi altamente
filosofici sui valori e sulla giustizia umana, e lei era
piuttosto scocciata dal fatto che in quel modo, avevano cambiato
discorso. Senza contare che era ancora troppo presto per mettere
seriamente in moto il cervello!
-Hanno aggredito un ragazzino a Little Whinging... l'hanno
trovato in un parco in fin di vita! Cose da matti! Un aggressione
armata in un centro abitato per giunta!-
Little Whinging... ragazzino... parco... in fin di vita... quelle
parole furono come una secchiata di acqua gelida per la ragazza,
che scattò in piedi strappando il giornale dalle mani del padre.
-Da qua!-
-Mah?! Ma Hermione...?!-
Ormai la giovane era troppo concentrata sulla lettura del
quotidiano per sentire i rimproveri del padre.
Little
Whinging, tentato omicidio in Magnolia Road: -Little
Whinging- Ieri, nel parco di Magnolia Road, è
avvenuto un fatto che gli inquirenti non sono riusciti a
spiegarsi. La Signorina Figg, residente in Privet Drive,
uscita alle 23.00 per fare una passeggiata al chiaro di
luna, è stata attirata da un tonfo. Correndo nella
direzione del rumore ha trovato un ragazzo, steso per
terra, in fin di vita, a fianco di un albero abbattuto.
"Il ragazzo giaceva a terra svenuto! Sono inorridita
notando che era il mio vicino di casa: un caro
ragazzo!" a p. 7 nuovi approfondimenti. Rita Skeeter |
Hermione ebbe un sussulto nel
leggere l'autrice dell'articolo. Cosa ci faceva lei a scrivere
per un giornale babbano?! Cosa aveva in mente? Ma soprattutto
cos'erano quelle evidenti allusioni al mondo magico? La sua parte
razionale fu subito sopraffatta da quella emotiva nel ricordare
chi era la vittima... Com'era possibile che Harry stesse
morendo?! Era sicuramente uno scherzo...
-Tesoro, posso finire di leggere l'articolo?!- chiese il padre
leggermente indispettito.
La ragazza non si muoveva. Le mani si strinsero attorno al
giornale e venne presa da tremiti in tutto il corpo. La madre le
posò amorevole una mano sulla spalla: -Qualcosa non va piccola?-
Quando Hermione si girò verso di lei, i suoi occhi erano pieni
di lacrime: -Harry...- sussurrò, trattenendo un singhiozzo, per
poi abbracciare la madre, lasciando cadere a terra il giornale.
La foto di un albero riverso a terra completamente secco, come se
la linfa vitale che lo avrebbe dovuto caratterizzare non fosse
mai corsa lungo i suoi rami e la sua corteccia, era posta al
centro dell'articolo nella sua totale e desolante presenza.
*
Dove si trovava? Cos'era
successo? Non ricordava niente... Sbatté le palpebre più volte
per abituarsi alla luce e a quel bianco accecante che lo
circondava. In quel posto il terreno era soffice... Soffice come
le nuvole. Ridusse gli occhi a due fessure per riuscire a vedere
cos'era quel riflesso dorato davanti a lui... Continuava a
camminare come in trance, come se fossero le sue gambe a decidere
dove portarlo. Si avvicinava sempre di più... Iniziò a correre,
curioso di scoprire, curioso di vedere.
Quando fu abbastanza vicino, si fermò di colpo. Davanti a lui si
estendeva un cancello dorato, offuscato da una fitta coltre di
nebbia. Sembrava non avere fine, né entrata... Si avvicinò
silenziosamente, appoggiando una mano alle sbarre... Come per
incanto la nebbia scomparve, rivelando le splendide finiture
della cancellata che si estendeva all'infinito.
-C'è nessuno?-
La sua voce risuonò non trovando risposta, come un eco lontano.
Dall'altra parte del cancello sembrava non esserci nessuno... Si
aggrappò alle sbarre, guardando verso il basso, cercando di
ricordare cosa gli era successo. Quando rialzò gli occhi, un
giovane ricambiava il suo sguardo con un paio di penetranti occhi
grigi, al di là della cancellata. Quando era arrivato? Aveva
distolto lo sguardo solo un paio di secondi...
-Ciao Harry!-
Le labbra sorridenti si erano dischiuse per parlare, rivelando
una voce quasi adulta e cordiale. Come conosceva il suo nome? Si
decise a guardarlo più attentamente. I capelli scuri gli
incorniciavano il viso dolce, ricadendo leggermente scompigliati in un caschetto. Harry spalancò la bocca in una sorta di urlo
silenzioso: non credeva ai suoi occhi!
-C... Cedric!!!- si decise a dire, con la voce rauca.
-Ti ricordi ancora di me! Mi fa piacere vederti, ti sei fatto
grande!-
Harry non riuscì a rispondere, mentre gli occhi gli si offuscavano
di lacrime.
-P... Perdonami! E' tutta colpa mia!!! Io n... non... non volevo!
Se non ti avessi detto di prendere la coppa con me... T... tu...
ora...-
Cedric Diggory fece passare una mano affusolata e pallida al di
là della cancellata, incontrando la spalla di Harry. Il ragazzo
lo guardò impotente.
-Non è colpa tua Harry. Doveva succedere e non sei stato certo tu a
farlo accadere: sei veramente una bella persona Harry Potter!- il
suo viso serio si distese in un sorriso.
Harry desiderò con tutto se stesso di oltrepassare quella
cancellata... Come d'incantò apparve dal nulla una piccola
apertura. Ci passava una persona soltanto: sembrava fatta su
misura per il moretto. La guardò per un attimo sbalordito...
Mosse qualche passo incerto in quella direzione, ma la voce di
Cedric lo frenò.
-Attento! Se oltrepassi il cancello non potrai più tornare da
quella parte... Mai più. Pensaci bene, tu che puoi scegliere!-
aggiunse tristemente.
Il ragazzo lo guardò un attimo indeciso. Chiuse gli occhi un
attimo... Cosa aveva nella vita? Cosa aveva che gli impedisse di
morire? Si convinse a fare un ultimo decisivo passo... Niente
più sofferenze... niente più dolorose perdite da sopportare...
niente più Voldemort!
Ma il suo piede non oltrepassò il cancello.
Una mano si era
stretta salda al suo braccio... Una presa sicura che non lo
lasciava muovere. Cedric, la cancellata e tutto quel bagliore
scomparvero... Nella sua mente si avvicendarono delle immagini
veloci... Un tronco che cadeva a terra senza vita... Una luce
verde... Un viso dai tratti gentili incappucciato... Lui che correva per
Magnolia Road...
Rinvenne senza fiato... Si girò per vedere chi lo avesse
trattenuto, mentre l'apertura alle sue spalle si richiudeva
cigolando.
-Sirius!-
Il padrino lo guardava amorevolmente con gli occhi blu e lucenti.
Le sopracciglia corrucciate, gli davano un'aria severa, tradita
dal sorriso appena accennato che compariva sulle sue labbra. Il
viso sciupato rivolto nella sua direzione, contornato dai lunghi
capelli disordinati del colore dell'ebano.
-Cosa avevi intenzione di fare?!- chiese con voce severa, quasi
di rimprovero.
Harry, senza rispondere, buttò le braccia attorno al collo
dell'uomo, stringendosi a lui più forte che poteva, per paura
che, silenzioso com'era arrivato, sparisse. Sirius ricambiò
impacciato l'abbraccio, accarezzandogli leggermente i capelli.
-SIRIUS!-
Due paia di braccia gli circondarono il collo soffocandolo,
mentre il viso gli si inumidiva di lacrime non sue. Una gran
massa di capelli castani gli solleticavano la punta del naso,
mentre una cascata di capelli rosso fuoco gli pizzicavano il
collo. Ci mise un po' per orientarsi e capire dove si trovava...
Era vivo... Cercò di ricambiare il caloroso abbraccio, ma sentì
una dolorosa fitta al fianco sinistro e al braccio, che non
riuscì a muovere. Soffocò un gemito, socchiudendo gli occhi e subito Hermione si staccò con gli occhi ancora umidi e
arrossati.
-S... scusa Harry!- disse fra i singhiozzi.
Ron, ancora inginocchiato a terra, non si decideva a staccarsi dall'amico. Le mani poderose di
Mamma Weasley lo strapparono dal collo del convalescente, mentre
lo ricopriva con una miriade di rimproveri. Harry rise, ma sentì
un'altra dolorosa fitta... Si coricò lentamente, guardando gli
astanti sorpreso... Alcuni membri dell'Ordine erano lì davanti a lui...
L'occhio di vetro di Moody sembrava volesse scrutargli le
interiora, mentre una sorridente Tonks sfoggiava una montagna di
capelli azzurri.
Lupin lo guardava teneramente con gli occhi
lucidi e le occhiaia più profonde del solito.
Una schiera di teste rosse attorniava il letto. Ginny piangeva a
dirotto, aggrappata al fratello maggiore Bill. Papà Weasley
cercava invano di calmare la moglie, che sfogava la preoccupazione,
repentinamente tramutata in gioia al risveglio di Harry, sommergendo l'ultimogenito di rimproveri,
mentre il suo migliore amico lo
guardava con gli occhi sgranati, come se non credesse a ciò che
vedeva.
Quel silenzio imbarazzante fu rotto dallo schiamazzare
confuso di due voci famigliari.
Fred e George irruppero nella
camera d'ospedale, ridendo a crepapelle.
-AHAHAHHAH! Allock è ancora più flippato di quando era ad
Hogwarts!-
-Già! Vuoi un mio autografo??- George si calò nella perfetta
imitazione dell'ex-professore di difesa contro le arti oscure.
Tutti gli occupanti della stanza si erano girati nella loro
direzione e in quella fila di occhi i due gemelli riconobbero
quelli verde smeraldo di Harry.
-Perbacco! Ci eravamo preparati un "bentornato" coi
fiocchi!-
-E' vero Harry! Potevi aspettare altri due secondi per tornare
dal regno dei morti!!!-
La madre fulminò Fred, che incurante si era buttato
letteralmente su Harry, seguito a ruota dal gemello. Ad uno
schiocco di dita di George, la camera si riempì di fischi di
petardi e di fuochi d'artificio, mentre Harry veniva sommerso da
una fitta pioggia di coriandoli multicolore. I due gemelli
tirarono fuori dalle tasche una cascata di leccornie di ogni
genere e tipo, che riversarono sul letto, il quale per poco non si
piegò in due sotto il peso dei regali. Il ragazzo non riuscì a
non ridere, malgrado il dolore che questa semplice operazione gli provocava al fianco.
Chissà quanto gli sarebbero mancati i gemelli Weasley quell'anno
a Hogwarts...
Ci volle un bel po' per svuotare e ripulire la stanza dal
passaggio dei due terremoti, che erano stati costretti dalla
madre a fare pulizia. Vennero trascinati fuori dalla camera da
quest'ultima, aiutata dal marito che, sottovoce, si complimentava
con i figli per lo spettacolo.
Hermione e Ginny si erano sedute ai piedi del letto, mentre Ron
continuava a fissare l'amico in piedi e senza parlare.
-Io torno tra poco Harry... chissà quante cose avrete da dirvi
tu e i tuoi amici!- concluse Lupin con un sorriso stanco. Tonks
lo seguì lanciando un ultimo sorriso radioso in direzione del
malato: -In gamba Harry!-
Moody, infine, lo guardò con fare circospetto, sussurrando prima di
uscire: -Occhio alle spalle ragazzo!-
Hermione aspettò che fosse
uscito anche Bill e poi cominciò a parlare. Evidentemente si era
trattenuta fino a quel momento e, conoscendola, aveva fatto
parecchia fatica. Harry si preparò al fiume di parole che gli
avrebbe riversato addosso.
-Quando ho letto l'articolo sul giornale per poco non mi veniva
un infarto! Cosa ti è successo? Chi è stato?-
Ginny la guardò ammonendola: -Non è meglio che non affrontiamo
il discorso per ora?! Harry sarà già abbastanza scosso!-
-Impossibile! Ne va anche della sua salute... finché non è lui
a dire cosa è successo realmente, anche i guaritori non possono
curarlo in alcun modo!-
-Ma è già un passo avanti che abbia ripreso conoscenza, no?!-
protestò Ginny, accalorandosi.
Harry cominciava ad irritarsi. Stavano beccandosi a vicenda tra
di loro, discutendo su cosa fosse o non fosse meglio per lui,
ignorandolo completamente pur avendolo a un palmo di naso, dopo un'intera estate
nella quale nessuno di loro si era proprio fatto sentire!
E Ron
continuava a osservarlo con le pupille blu oltremare dilatate e fisse su di lui,
accentuando così ancor di più l'espressione ebete che aveva assunto dal suo
risveglio. Lo
metteva a disagio guardare nella sua direzione e quindi si girò
dall'altra parte, cogliendo con sommo disgusto le ultime parole
di Hermione.
-Se non fosse stato per la pozione di Piton a quest'ora sarebbe
già morto!-
Quelle ultime parole riecheggiarono nella mente di Harry e furono
come una scarica elettrica per lui... Piton gli aveva salvato la
vita! Quell'odioso essere strisciante e mellifluo... Si
rifiutava!
-PIANTATELA! E' stato Sirius a salvarmi!-
Nel trambusto del suo risveglio si era completamente dimenticato
del sogno e delle mille domande che gli frullavano nella testa...
Era sicuro che non fosse solo un sogno, una sua fantasia...
Quello doveva essere una specie di luogo dove transitavano le
anime che non erano né vive né morte. E quel cancello
rappresentava la porta dell'aldilà... Sirius gli aveva impedito
di oltrepassarla... di conseguenza neanche lui l'aveva varcata!
Era merito suo se adesso era di nuovo assieme ai suoi amici!
I tre lo osservarono stupiti (l'espressione di Ron, in pratica,
non era cambiata di una virgola). Hermione abbassò lo sguardo
e, con enorme fatica, sussurrò: -S... Sirius è morto! Ormai devi
fartene una ragione!-
-NO! L'ho visto! Era vivo quanto me!!! Era da questa parte del
cancello, mentre Cedric era di là! E mi ha preso il braccio
quando avevo deciso di morire! E poi ho visto la luce verde,
l'albero e il ragazzo incappucciato che mi ha colpito! E mi sono
risvegliato grazie a Sirius! Non era un sogno! Era la realtà!
Sono sicuro che lui si è risvegliato da qualche altra parte!!!-
urlò tirandosi a sedere, cercando d'ignorare le mille lame che
gli trafiggevano il costato.
Quella che doveva essere una spiegazione, confuse ancora di più
i tre amici.
-Calmati Harry! Se la metti giù così, più che la verità,
sembrano le farneticazioni di un pazzo! Fai un respiro profondo e
spiegaci tutto dall'inizio...- lo interruppe Ginny, cercando di
controllarsi a sua volta e facendogli notare quale era il
pensiero comune dopo le sue parole.
Dopo essersi calmato, Harry descrisse per filo e per segno quello
che aveva visto in quel posto strano. Ron non aveva cambiato
espressione e come in trance continuava a fissare incredulo
il malato. Ginny lo guardava perplessa, non sapendo se credergli o
meno, mentre Hermione soppesava le parole dell'amico nella sua
mente con fare meditabondo. Fu proprio lei la prima a parlare.
-In molti scienziati hanno cercato di scoprire il significato
dei sogni, soprattutto quelli raccontati da persone appena uscite
dal coma... potresti avere ragione... ma se fosse solo un sogno o
peggio ancora un'altra trappola di Voldemort? E comunque sia non
sei nelle condizioni adatte per andarlo a cercare! Penso che la
soluzione migliore sia quella di parlarne a Silente...-
Silente...
Harry sentì il cuore salirgli in gola, ravvelocizzando il suo normale battito. Subito gli tornò in
mente l'ultimo loro colloquio nel suo ufficio. Aveva appreso il
contenuto della profezia fino in fondo, ma era tutta l'estate che
cercava di non pensarci per paura che Voldemort potesse leggergli
nel pensiero... o più semplicemente perché era lui stesso ad
avere paura... neanche i suoi amici sapevano niente di quello che
si erano detti, ma lui se lo ricordava fin troppo bene...
L'Oscuro
Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a
lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro,
perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive...
Ricordava
con estrema precisione le parole della sua condanna... Le parole
che l'avevano reso consapevole partecipe del suo stesso destino,
al quale era stato affidato dalla sorte o forse da Voldemort stesso, quando era ancora in fasce. Chinò il capo, oppresso da
quel fardello insopportabile e dai suoi stessi pensieri.
Doveva
scegliere... essere vittima o assassino!
Avvertì il tocco lieve di una mano amica, sfiorargli la spalla e
sollevò la testa, ridestandosi da quel vortice di emozioni.
Hermione, che si era alzata in piedi cominciando a girare
irrequieta per la stanza, si era fermata di colpo ad osservarlo.
Alzò poi gli occhi su Ginny che lo guardava apprensiva al suo
fianco, con la mano ancora appoggiata alla sua spalla. Ron non si
era spostato di un millimetro, ma finalmente aveva cambiato
espressione da sorpresa a pensierosa e, perso nel suo mondo,
guardava fisso un punto imprecisato della stanza.
-Tutto bene, Harry? Forse è il caso che ti riposi... hai avuto
già abbastanza emozioni per oggi!- disse Ginny con fare materno.
-N...no! Sto bene... ci sono ancora tante cose che voglio
sapere!-
-E ci sarà tempo e luogo per saperle... ma non ora!-
Lupin rientrò in quello stesso momento nella camera. Aveva
cercato di riposare dieci minuti, ma era stato subito ridestato
dalle urla provenienti dalla camera d'ospedale.
-E' il caso che voi tre
usciate... io e Harry dobbiamo parlare da uomo a uomo...-
Harry si sarebbe aspettato rumorose proteste da parte dei suoi
amici, ma nessuno dei tre aprì bocca. Uscirono in silenzio
chiudendosi la porta alle spalle. Il ragazzo si appoggiò
nuovamente ai numerosi cuscini che gli avevano posizionato dietro
la schiena, non riuscendo più a sorreggere il suo stesso peso.
Ciononostante, non avvertiva minimamente la stanchezza.
-Per quanto ho dormito?-
-Una settimana.-
-E i Dursley?-
-Tutto a posto... sanno che sei qui. Ti siamo venuti a prendere
di nascosto all'ospedale Babbano, ma li abbiamo avvertiti. Silente era
infuriatissimo con loro per quello che hanno fatto! Ha fatto ad entrambi una
bella lavata di capo.-
-Che giorno è oggi?-
-E' il 31 di luglio... buffo risvegliarsi dal coma il giorno del
proprio compleanno, vero?-
Remus gli rivolse un sorriso cordiale, mentre Harry annuiva
sommessamente. Poteva catalogare il suo sedicesimo compleanno
come il peggiore della sua vita, il che era dire tutto!
Evidentemente non aveva ancora imparato che quando le cose vanno
male possono sempre andare peggio.
Tenne lo sguardo basso, cercando di non guardare in faccia l'uomo
che gli sedeva accanto, perché non potesse leggere nei suoi
occhi il profondo risentimento che provava nei suoi confronti.
Era lo stesso risentimento che infondo provava per tutti gli
altri. Si sentiva un verme a sentire quella frustante sensazione
di abbandono, nonostante tutto quello che avevano fatto per lui,
ma non poteva farne a meno.
Solo... smarrito... incompreso... era
così che si sentiva.
Del resto, come gli aveva ricordato Silente
prima dell'inizio delle vacanze, era umano... per quanto volesse
nasconderlo e non esserlo.
-Se hai finito con le tue domande, posso iniziare con le mie...-
aggiunse Lupin pacatamente, ben sapendo che non era così.
-Non ho potuto fare a meno di ascoltare i vostri discorsi... del
resto era un po' impossibile non sentirli, visto che avete urlato
per la maggior parte del tempo!-
Harry arrossì lievemente a quelle parole, vergognandosi del suo
stesso comportamento... da un anno a quella parte non riusciva
più a tenere a freno le emozioni che provava.
-... e così hai sognato Sirius...-
-Non era semplicemente un sogno! Era qualcosa di diverso... tipo
quando sognavo di percorrere il corridoio dell'Ufficio Misteri...
solo che era molto più... più reale, ecco!- cercò di mantenere
la calma, mentre ripeteva le stesse parole per l'ennesima volta.
-Alla luce dei fatti, non ti posso credere ciecamente, anche se
vorrei tanto!-
-Ma lei DEVE almeno provare a cercarlo!-
-Non mi è permesso, Harry! E immagino che tu possa capire il
perché...-
-Ah, sì?! E così una stupida carica di lavoro e più importante
di uno dei suoi migliori amici?!-
Lupin strinse i pugni sulle ginocchia, trattenendo il respiro e
subito Harry si accorse della cattiveria che gli era appena
sfuggita. Sapeva quanto l'uomo avesse aspettato un incarico, ma
soprattutto, nella Stamberga Strillante al terzo anno, aveva
avuto ampia prova di quanto per Remus Lupin gli amici contassero
più di qualsiasi incarico, anche più della sua stessa vita. Si
era nuovamente trovato seduto, senza accorgersene. Subito si
morse la lingua e abbassando lo sguardo, aggiunse: -... m... mi
scusi...-
-Non importa... Sirius manca a tutti, ma non possiamo permetterci
sciocchezze, soprattutto in questo delicato periodo... Purtroppo
la Seconda Guerra è cominciata e dobbiamo tener conto che d'ora
in avanti le perdite saranno molte e dolorose.-
Harry non disse nulla e tenne lo sguardo fisso sulle coperte che
stringeva nei pugni chiusi.
In quello stesso momento la porta si
aprì lentamente rivelando l'austera figura di Severus Piton,
l'ultima persona che Harry avrebbe voluto vedere in quel momento.
Entrò avvicinandosi al letto con l'ampio e tipico frusciare di
mantello che sempre l'accompagnava e con gli occhi neri e vuoti,
puntati come due pozzi senza fondo su di lui, quasi volessero
scrutargli l'anima. I capelli color pece gli incorniciavano unti
il viso, mettendo in evidenza il naso adunco.
-Come si sente oggi, Potter?-
-Bene...-
-Sono contento che la mia pozione abbia avuto effetto!- aggiunse
non potendo nascondere un ghigno di soddisfazione che a Harry non
sfuggì.
-Il polso, Potter!-
Harry lo guardò con aria di sfida, non capendo bene a cosa
volesse arrivare.
-Porgi il polso al professor Piton, Harry...- lo esortò
gentilmente Lupin e Harry ubbidì impaziente. Se solo avesse
potuto andarsene da quella stanza con le sue gambe! Ma non era
sicuro che l'avrebbero sorretto, dopo aver passato una settimana
immobili.
-Battito regolare... Peccato, speravo di riuscirmi a liberare di
te una volta per tutte e invece...-
Il ragazzo strinse i denti nel tentativo di placare la rabbia che
si stava impossessando del suo corpo.
-Fammi vedere la ferita!-
Prima eseguiva gli ordini del professore di pozioni e prima
sarebbe finita quella tortura! Harry si sbottonò lentamente la
camicia del pigiama. La buttò a terra con noncuranza, scoprendo
di essere stato abilmente bendato con medicamenti magici, che a
un tocco della bacchetta di Piton si disfecero da soli per poi
giacere inermi ai piedi del letto a fianco della camicia.
Ciò
che vide lo lasciò senza fiato, con l'amaro sapore del vomito
che gli stava salendo dalla gola in bocca. Piton notò la sua
reazione e un ghigno compiaciuto comparve sul suo volto severo.
La ferita occupava gran parte del costato sinistro, appena sotto
il cuore. Era molto simile ad una escoriazione, ma di un insolito
colore verdastro arricchito da sfumature nere. La ferita si
allargava anche sul braccio, seguendo poi il corso sinuoso delle
vene che erano ora, ben visibili in superficie.
Lupin strinse la mano destra di Harry nella sua e il ragazzo gli
rivolse un silenzioso ringraziamento, con un debole sorriso.
Piton estrasse dal pesante mantello, una fiala contenente un
unguento di un colore violaceo, che dopo aver rovesciato su un
pezzo di garza appoggiò sul fianco ferito di Harry. Il ragazzo
trattenne a stento un urlo di dolore, stringendo i denti con
forza quasi volesse romperseli.
-Mi sono dimenticato di dirti che avrebbe bruciato un pochino...
ma se sei sopravvissuto a questo... - e mentre lo diceva percorse
la ferita sul braccio con un dito facendo rizzare Harry come se
fosse appena stato attraversato da una scossa elettrica: -... non
vedo come possa nuocerti!-
Era troppo! Sentì un odio profondo fargli torcere le viscere e
se non fosse stato per Lupin, che gli teneva saldamente la mano,
gli avrebbe mollato un pugno in pieno viso, così da raddrizzarli
quel suo brutto naso! Ma la tortura era appena cominciata...
Severus Piton si accomodò su una poltroncina vicino al letto e,
incrociando le dita sulle ginocchia accavallate, disse: -E mentre
aspettiamo che l'unguento faccia effetto, il giovane Potter
potrebbe allietarci con il racconto della sua avventura!-
Vedendo che Harry non dava segno di voler rispondere alla sua
provocazione, aggiunse: -Non era un invito, Potter!-
Harry gli lanciò un'occhiata velenosa, incattivita maggiormente
dal dolore pungente che gli proveniva dal costato. Strinse forte
la mano di Lupin, deciso più che mai a non raccontare niente
all'odiato professore. Lo sfidò con lo sguardo senza dire
niente.
-Noto che la morte del suo padrino, signor Potter, invece che
tranquillizzarla, l'ha reso più arrogante e intrattabile! Ogni
giorno che passa assomiglia sempre più a quello sbruffone di suo
padre!-
Harry si sforzòi a rivivere nella sua mente il ricordo di Sirius che gli
impediva di attraversare l'entrata dell'aldilà e l'abbraccio che si erano
scambiati subito dopo. NON era morto! Non sapeva come, ma era sicuro che fosse
così...
Tuttavia non si sentì lusingato dal commento sulla sua somiglianza con il padre. L'anno
precedente, a Hogwarts, era venuto a conoscenza di fatti
spiacevoli che riguardavano il genitore... Il ricordo di Piton, che
aveva vissuto grazie al pensatoio, non gli era piaciuto
affatto...
James Potter non era quello che lui si aspettava!
Il fatto che era solo un ragazzo all'epoca, non giustificava un
comportamento così crudele.
Scacciò quel pensiero... Non poteva condannare suo padre per gli
errori che aveva fatto da giovane.
-Allora... Perché non mi racconta quello che è successo?!-
chiese Piton con quello che sembrava un ordine, più che una
domanda.
-No...-
-Ah no?! Sa... Non mi impietosisce solo perché è gravemente
ferito, Potter. Posso leggere i suoi pensieri quando desidero e
se lei si fosse applicato seriamente nella materia
dell'Occulmanzia, a quest'ora potrebbe escludermi senza troppi
problemi, non trova?! Invece a causa della sua arroganza adesso
lei non può fare proprio NIENTE per fermarmi... Certo, se fosse
in forma potrebbe usare le mani o la sua bacchetta... In fondo
l'unica cosa che sa fare quando è a Hogwarts è azzuffarsi con
Malfoy e andarsi a cercare i guai come se fosse divertente! Un
grande evviva per l'eroe Harry Potter, che ci libera dal male
anche quando non ce n'è bisogno!-
Piton non era mai stato così loquace in vita sua e persino Lupin
lo guardava con tanto d'occhi. Ma Harry scoprì con orrore il
perché di tante parole... la vista gli si annebbiò
all'improvviso, facendogli perdere il controllo di sé...
Ricordi
che non avrebbe mai e poi mai voluto rivedere e che aveva tenuto
nascosti, celati in un angolo del suo cuore, riaffiorarono nitidi
sotto i suoi occhi come se li stesse rivivendo una seconda volta.
Il Torneo Tre Maghi... Cedric morto al suo fianco... il
cimitero... quegli occhi da serpente... Voldemort!
E ancora il
signor Weasley morso dal serpente... la porta dell'Ufficio
Misteri, ora abituato a riconoscere... i Mangiamorte... i suoi
amici colpiti uno ad uno per causa sua...
Sirius... Sirius che
cadeva aggraziatamente dietro al velo con gli occhi spalancati,
senza un gemito...
Gli occhi gli si riempirono di lacrime contro la sua volontà,
mentre si portava le mani alla testa scrollandola con forza. Ma
Piton non era ancora soddisfatto e nonostante tutti i suoi sforzi
stava ancora scavando nel suo cuore...
Rivide la luce verde, la
stessa che gli aveva procurato la cicatrice...
Le immagini si
confusero, mischiandosi e diventando una parte dell'altra...
La
madre che lo proteggeva e poi cadeva a terra, il fascio di luce
che lo mancava e l'albero che cadeva a terra di fianco a lui...
La voce del padre che diceva a Lily di scappare, il volto
incappucciato che lo guardava con odio...
L'immagine s'ingrandì
alla ricerca delle fattezze di quel volto... poi tutto scomparve!
Venne catapultato sul lettino di quella squallida stanza
d'ospedale.
Con gli occhi ancora umidi si voltò verso Piton...
Era a terra...
In piedi, con gli occhi infuocati e il viso
deformato da un'espressione mista di spavento e odio, torreggiava
un Lupin tremante. La sua mano destra era ancora aggrappata a
quella di Harry, che respirava affannosamente. Il braccio
sinistro era proteso verso Piton... L'aveva spinto a terra per
allontanarlo dal ragazzo che adesso lo guardava con gratitudine,
stringendogli leggermente la mano ossuta.
-Fuori di qui...- sibilò con il volto paonazzo, Lupin.
Ma Piton non lo ascoltava: -Chi era, Potter?-
Harry lo guardò smarrito e ci mise qualche secondo per capire la
domanda: -N... Non lo so!-
-Menti, Potter! Chi era?! Rispondi, Potter!- dicendo quelle
parole si rialzò in piedi fissandolo con occhi vitrei.
-NON LO SO! NON MI RICORDO UN CAZZO!- sbottò il ragazzo
frustrato.
Piton puntò la bacchetta contro Harry che trattenne il respiro
spaventato e impotente.
Lupin cercò di mettersi in mezzo, ma fu
troppo lento...
Dalla punta della bacchetta sgorgarono solo bende
nuove, che si strinsero attorno alle sue ferite.
Harry tirò un
respiro di sollievo: aveva veramente pensato che il professore
volesse schiantarlo! In quelle condizioni non sarebbe
sopravvissuto! Anche Lupin era evidentemente sollevato e guardò
Piton con riconoscenza, riconquistando la sua calma esasperante.
-Adesso è meglio che lo lasciamo da solo a riposare...- aggiunse
Remus.
Piton, senza dire una parola, si avvicinò al letto con gli occhi
severi ancora puntati su Harry. Allungò la mano per afferrare il
braccio del ragazzo, che con uno scatto repentino si ritrasse
nell'angolo del letto. Il professore non disse nulla, ma
continuò a guardarlo imperterrito.
-Harry...- lo ammonì Lupin: -... fidati.-
Il giovane porse il braccio sano rivoltante e Piton gli iniettò
un'altra sostanza, questa volta azzurra.
-Cos'è?!- chiese sgarbato, temendo la risposta.
-E' un veleno per ucciderti...- affermò serio.
Harry inorridì guardando pallido il braccio, mentre a Remus sfuggiva una risata.
-Ti farà stare meglio... E' un antidolorifico, ma provoca un po'
di sonnolenza!- spiegò pratico l'ex-professore, tornando serio.
A conferma di quelle parole, Harry iniziò a sentire le palpebre
appesantirsi.
Guardò un'ultima volta Piton, accennando un
sorriso: -Grazie...- sussurrò prima di chiudere gli occhi.
Piton lo guardò con aria disgustata per poi uscire burbero dalla
stanza, seguito dalle risate del lupo mannaro.
*
Spalancò gli occhi all'improvviso.
Stava fluttuando nel nulla, attorniato da una miriade di
fiammelle trasparenti.
Si abituò all'assenza di luce a fatica, socchiudendo gli occhi per poi riaprirli
gradualmente. Una fiammella gli passò di fianco e lui
la fissò con sgomento.
Non erano fiammelle... erano anime!!!
Una
miriade di volti pallidi gli scorrevano tutt'intorno, gli si
aggrappavano ai vestiti con aria supplichevole. Si agitò per
scrollarseli di dosso, mentre veniva preso dal panico.
Che ci
faceva lì?! Cos'era quel posto?! Dove si trovava?!
All'improvviso ricordò... Bellatrix l'aveva colpito e lui era
finito in quello strano velo...
Cercò di sentire i rumori che lo
circondavano ma era immerso in un assordante silenzio. Neanche la
voce di Harry era più lì a chiamarlo...
Harry!
Harry era in
pericolo, doveva aiutarlo... ma come?
Non c'era né entrata né
uscita... Desiderò con tutte le sue forze di trovarsi fuori da
quel luogo orrendo e inquietante, ma non accadde nulla.
Era
prigioniero... Prigioniero per l'ennesima volta!
Un'espressione
di scherno per se stesso gli increspò il volto, mentre pensava a quanto fosse
beffardo il destino.
Urlò, ma le parole gli morirono in gola. Si
dimenò disperato alla ricerca un appiglio, per sottrarsi al
continuo fluire di quegli spiriti informi, ma non trovò nulla.
Cominciava ad abbandonare ogni speranza...
D'un tratto uno spiritello gli volò davanti al viso,
scompigliandogli i lunghi capelli neri. Si stava forse prendendo
gioco di lui?! Non era per niente divertente! Cercò di
afferrarlo... e la fiammella gli fece... una pernacchia?!
Iniziava ad irritarsi...
-Piantala! Non sono per niente in vena di giocare!!! Chi diamine
sei?!-
Come per magia, gli era tornata la voce, ma sembrava che le altre
anime non se ne fossero accorte.
In compenso lo spiritello
dispettoso si era fermato di colpo davanti al suo naso.
-Che palle! Sei così cresciuto che non ti va neanche più di
giocare con un vecchio amico?!- una voce profonda gli rispose dal
nulla.
-Cos...?!-
-Come... Non ti ricordi più di me?-
Improvvisamente nella luce azzurrina della fiammella, comparvero
due grandi occhi nocciola che lo guardavano tristi dietro agli
occhiali. Lentamente presero forma una gran massa di capelli neri
disordinati e un viso sorridente, finché un uomo sui venticinque
anni lo guardava divertito in carne ed ossa.
-Che mi venga un colpo! J... James?!-
-Ehilà! Ci sei arrivato eh?! Allora ancora un pochino ci pensi a
me!- disse con gli occhioni che fingevano commozione.
In un attimo Sirius gli fu addosso con un balzo, ma gli passò
attraverso finendo parecchio più in là.
-AHAHAHAHAHHAHAH!!! Non ti facevo così tonto! E guarda che non
è mica piacevole essere attraversato da parte a parte da uno
scheletro vivente! Magari fosse una bella donna... che ti è
successo?! Sei tutto pelle e ossa, neanche lontanamente l'ombra
del ragazzo tutto sexy e sorrisi che ricordavo!- chiese
ingenuamente James, ben sapendo la storia dell'amico.
-Ah ah! Davvero molto divertente...-
-Non sai quanto mi dispiace, Sirius! Hai dovuto sopportare tutto
questo per una colpa che non avevi commesso!- d'un tratto il viso
dell'uomo si era fatto estremamente serio.
Sirius sorrise amareggiato, guardando gli occhi lucidi
dell'amico.
-Me lo sono meritato... Non sono riuscito a fare niente per te e
Lily... E se non te l'avessi detto io, tu non avresti mai
affidato il segreto a quel traditore di Peter!-
A sentire quel nome, gli occhi di James brillarono di rancore
represso, mentre i pugni trasparenti si stringevano
pericolosamente.
-Non è colpa tua amico! Sono sicuro che quella pantegana avrà
quello che gli spetta... Prima o poi morirà e non vedo l'ora che
succeda... Spero che muoia nel modo peggiore possibile!-
Ma le parole dello spirito, per quanto potessero sembrare dure,
erano tradite dai suoi occhi che esprimevano una grande
tristezza. Sirius sorrise nel vedere quegli occhi sinceri e quel
ragazzo che non riusciva a provare odio per Peter, che un tempo
era stato uno dei loro migliori amici e che l'aveva condannato ad
una morte certa.
-E' inutile continuare a pensare al passato, in ogni caso. Tu hai
un futuro davanti...-
-Bel futuro... Vagare qui per l'eternità assieme a questi
simpatici spiritelli?! Wow! Non vedo l'ora!- affermò poco
entusiasta.
-Ma sei scemo?! Tu sei vivo, loro sono solo anime! Per la
miseria, non vedi che hai un corpo?- spiegò James impaziente.
-Portami con te...- affermò malinconico guardando in basso.
Non sopportava più la mancanza delle persone a lui più care e
rivedere James gli aveva riaperto una ferita profonda nel cuore,
mai guarita... Non sopportava più la vita, che non lo aveva mai
risparmiato... Voleva semplicemente seguire il suo amico.
-Non se ne parla!- gridò l'anima dopo lo stupore iniziale nel
sentire le parole dell'uomo che aveva di fronte: -Tu devi vivere!
Hai un compito là fuori! Però devi volerlo veramente per uscire
da qui... Devi desiderarlo fortemente... Aggrappati a quello di
più caro che hai di là... E in men che non si dica ti
ritroverai fuori da qui... Libero!- il viso gli si aprì in un
sorriso radioso.
Sirius lo guardò spiazzato...
Per un attimo sembrò smarrito, ma
alla fine annuì deciso, con una luce nuova negli occhi.
-Grazie amico... Mi manchi...- disse, trattenendo a fatica una
lacrima.
-Tu invece no!- rispose, per poi mostrargli la punta della
lingua, strappando un sorriso da quel volto scavato.
Sirius gli voltò le spalle deciso a non girarsi più nella sua
direzione per non avere ripensamenti.
-Aspetta!- lo trattenne. Lui si fermò senza voltarsi: - Senti...
Puoi dire a Harry che io e Lily gli vogliamo un mondo di bene?! E
digli che mi dispiace di averlo lasciato solo... e...- cercò le
parole.
-E..?- chiese Sirius continuando a dargli le spalle.
-E che sono fiero di lui! Prenditi cura del mio piccolo Harry...-
Sirius socchiuse gli occhi concentrandosi sulla voce di Harry che
lo chiamava al di là del velo, risentendola nella sua mente come
se il ragazzo fosse ancora fuori a gridare.
Il volto del giovane
comparve nella sua mente accompagnato da quello sorridente e
invecchiato di Lupin.
Harry...
Il pavimento era freddo e duro a
contatto con il suo volto.
Si alzò di scatto sentendo una fitta
insopportabile al centro del petto. Portò una delle mani spettrali nel punto
in cui il dolore era più forte respirando a fatica. Successivamente si alzò in
piedi con grande sforzo, barcollando.
Si trovava su una
piattaforma rocciosa con l'arco alle spalle. Era situata al
centro di una cavità profonda almeno sei metri.
Cercò con gli
occhi vacui un'uscita...
L'unica porta era sulla sommità di una
fila interminabile di gradoni, che percorrevano le pareti di
tutta la stanza, come in un'arena.
Cercò in tasca la sua bacchetta e invece ne tirò fuori un
oggetto che gli rimandava il suo riflesso...
Lo guardò
interdetto e in quel momento la porta si spalancò, rivelando tre
figure incappucciate. Si avvicinavano velocemente, scendendo i
gradoni. Sembrava che gli uomini ai lati strisciassero invece di
camminare...
Ebbe l'impulso di scappare, ma le sue gambe
faticavano ad obbedirgli. Mosse qualche passo incerto
all'indietro e si fermò appena prima di ricadere sotto al velo.
Le tre figure ormai erano vicine.
Sentì come se tutta la
felicità e la forza vitale che gli era rimasta, lo stessero
lasciando, come se non avesse mai provato niente di piacevole in
tutta la sua vita. Dal mantello degli esseri ai lati, spuntavano
delle mani putride e di un irreale pallore, in pieno contrasto
con le mani di porcellana della figura in testa.
Si sentì
mancare il terreno sotto i piedi, mentre ricadeva in avanti,
sbattendo il viso sulla fredda roccia.
-Bentornato cugino...-
To be continued...
*Hertford = La città dove abita Hermione. Non sappiamo se sia realmente così, ma abbiamo consultato la cartina dell'Inghilterra e abbiamo preso il nome della città più in prossimità di Londra che abbiamo trovato^^;
+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+^+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+^+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+.^.+.*.+^
La
parola alle autrici^^...
HOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLAAAAAAAAAAAAAAA!!!! Ecco il nostro grido...
ehm... saluto di battaglia!^^ Ci presentiamo! Siamo le due
sorelle delle Fanfic's Angels (Key, l'altro membro del gruppo,
diciamo che non "apprezza molto" Harry Potter e quindi
non si è unita a noi per questa fic! =D ndH&M No No! Diciamo
le cose come stanno: IO NON SOPPORTO QUELLO STUPIDO LIBRO, NE'
TANTO MENO GLI ODIOSI FILM CHE MI AVETE TRASCINATO A VEDERE CON
LA FORZA!!! SGRUNT! ndKey Eh Eh Eh! Ovviamente scherza! eh eh eh!
ndH&M): Mary, quasi diciottenne e ossessionata dal capolavoro
della Rowling (Sto rileggendo tutti i libri per la terza
volta^^;; E pensate che sono nata esattamente lo stesso giorno di
Harry! *.* Infatti è il personaggio che si avvicina di più al
mio carattere... Non c'è storia... siamo fatti l'uno per
l'altra! ndMary)(fanatica... A volte mi spaventi O_o ndHele), e
Hele, un anno meno ma molto più sale in zucca (...e poca voglia
di scrivere! >.< Sembra la copia sputata di Hermione!
Sempre sui libri a studiare...-- ndMary)(Ma per favore... Non è
vero che studio sempre... -.- ndHele)
Avevamo già messo online questa fic, ma dopo diverse revisioni, grammaticali,
sintattiche e lessicali, abbiamo deciso di pubblicarla nuovamente nella versione
riveduta e corretta. Già che c'eravamo abbiamo sistemato anche la suddivisione
dei paragrafi e dei dialoghi, apportando qua e là qualche cambiamento di
contenuto (come avrete sicuramente notato abbiamo aggiunto un nuovo paragrafo
sull'aggressione subita da Harry).
Visto che Mary ha quasi finito di rileggersi tutti e 5 i libri
nell'attesa del sesto, abbiamo trovato qualche incongruenza con la storia della Rowling e così ne abbiamo approfittato per sistemarla. Inoltre abbiamo apportato
diversi cambiamenti (futuri) anche nella trama e questo ci ha portato a rivedere
i capitoli che avevamo già scritto e pubblicato.
Soprattutto per questo motivo, abbiamo tralasciato un po' la stesura dei
nuovi... Vi chiediamo umilmente perdono! é.è
Aspettate fiduciosi! Manca solo l'ultima parte del quinto che metteremo online
alla fine di questa revisione e che vi riserverà qualche sorpresa piacevole e
qualcuna un po' meno...^^; (Hele&Mary sudano già freddo per paura di
un'insurrezione di massa dei loro lettori)
Come avrete notato abbiamo anche aggiunto questa parte finale per interagire un
po' con voi lettori... speriamo che sia di vostro gradimento!^^
E' probabile che faremo questa operazione di revisione anche altre volte...
Siamo entrambe piuttosto pignole e quando rileggiamo quello che abbiamo scritto
in precedenza riusciamo sempre a trovare qualcosa che non va!^^;
Piaciuto il primo capitolo? La ff è appena incominciata e Harry
ha già seriamente rischiato la vita! Quel ragazzo attira i guai
come la merda con le mosche...-- (A chi avete dato della merda?!
E poi non ho mica chiesto io di essere Harry Potter! ndHarry_molto_vicino_a_una_crisi_di_nervi) E pensate che questo è solo
l'inizio! MUAHAHAHAHAH!!! (ohi... ohi... povero me! Per fortuna
ho una buona assicurazione sulla vita!^^ ndHarry)
Come mai la cicatrice a forma di saetta non gli ha
fatto male per tutta l'estate, nonostante Voldemort sia a piede
libero? E come mai questo Decreto per il Divieto alla
Circolazione di Gufi da Posta? E' ricomparsa, anche se
indirettamente, Rita Skeeter la ficcanaso... come mai si è
abbassata a scrivere per i Babbani? Quante domande! Tutte troveranno una
risposta ovviamente... prima o poi! GhGhGhGhGhGh! =P
Bene o male sono comparsi quasi tutti i nostri eroi in questo
primo capitolo... anche quelli meno simpatici, vedi Piton, ma
indispensabili per una buona fic su Harry Potter. Harry è un po'
scontroso, ma è da capire povera patata! Invece Ron è caduto in
uno stato catatonico... nel secondo capitolo capirete il perché
di questo suo comportamento! ^_-
Per farci perdonare l'attentato alla vita di Harry abbiamo fatto
tornare il buon vecchio caro Sirius (Come potevamo lasciarlo
uscire di scena così... Siriuuuuuusss! Hele&Mary hanno
pianto come delle fontane quando hanno letto quel maledetto
capitolo!!! ç_ç Come ha potuto la Rowling farci questo?!),
anche se fuori dal velo c'era la sua dolce cugina assassina al
posto di Harry ad aspettarlo! Poteva anche andare peggio... pensate se quando è
svenuto invece di cadere in avanti cadeva di nuovo all'indietro! =P (Ok...ok...
stavamo solo scherzando! Lasciate giù quelle pietre! O.o ndH&M) Speriamo che ci perdonerete anche
questa^^ In compenso, per la vostra felicità, lo abbiamo fatto incontrare con il suo amico di
marachelle preferito!
E già che c'eravamo, abbiamo pure infilato
Cedric. ^_^ (Doppio BWUAAAAAH!!! Un altro meraviglioso
personaggio che ci ha lasciato troppo presto! E' entrato in scena
di sfuggita nel terzo libro e già alla fine del quarto abbiamo
dovuto salutarlo... ç_ç Perché devono sempre morire i
miglioriiiiii??? >_< Sgrunt!)(Non dirlo a me...--
ndCedric)(No comment... che io sono stato addirittura presentato
come già morto all'inizio del primo libro! E con il mio carisma,
la mia avvenenza, la mia bravura e la mia simpatia avrei potuto
essere il protagonista indiscusso! ndJames_in_lacrime)(-- ... e meno male che sei morto, allora! Sennò chi ti
reggeva più?! ndLily) STOP! 'Sti personaggi si prendono fin
troppe libertà...--'
Uff! Che poema! O.O
Saremo più sintetiche la prossima volta! =P
Fateci sapere cosa ne pensate del tutto...
Ci
risentiamo tra una settimana esatta con il secondo capitolo rivisto e corretto!
Hola Hola!^^
H&M
Ed ecco le
risposte ai vostri commenti^^...
X TUTTI: Siamo consapevoli della nostra lentezza esasperante
nell'aggiornare, ma dovete portare pazienza! Ce la mettiamo
davvero tutta per rispettare il mese di pubblicazione, ma tra
impegni, mancanza d'ispirazione e di tempo, scuola e il nostro pc
(internet compreso) che ne ha sempre una, è davvero difficile!
Cercheremo di compensare i nostri ritardi con la lunghezza e il
livello dei capitoli, promesso!^^
Risposte ai commenti fatti alla prima edizione della fanfic (riferiti al primo capitolo):
Grazie mille Serena^^ Ci siamo divertite a scrivere quel pezzo! E' un peccato che la Rowling cominci a descrivere il rapporto tra i Malandrini solo dal terzo libro... Speriamo di aver rappresentato bene il rapporto che c'è tra quei due... è così che ce lo immaginiamo! Eh sì! Remus è buono e tranquillo, ma non si fa mettere i piedi in testa tanto facilmente! D'altronde anche lui è un degno Malandrino! =D Beh in effetti Sirius ne farà vedere delle belle ai nostri amici, ma non vi anticipiamo nulla! =P Continua a seguirci e alla prossima^^
Grazie tante Ci^^ La correttezza ortografico-grammaticale, sintattica e lessicale è importantissima per la riuscita di un buon testo! (Se mi sentisse il mio prof d'italiano... rimarrebbe estasiato da questa mia affermazione! =P ndMary) Ci hai fatto davvero un bel complimento! Speriamo che anche i contenuti siano all'altezza delle tue aspettative! ^_^
Grazie Fredryck! Così ci fai arrossire! #^.^#
Grazie a te Vega per averci lasciato un commento^^ Era d'OBBLIGO riportare in vita uno dei nostri personaggi preferiti! Che mondo sarebbe senza Sirius?! (Ehi! Non sono mica Nutella io! >_< Sgrunt! ndSirius) (Zitto, ingrato! Se non era per noi eri ancora dietro al velo!! ndH&M)
Grazie Arianna^^ Cosa ti fa pensare che Hermione si metterà con Harry? Se leggi tra le righe attentamente, non abbiamo fatto trapelare niente di simile! =D Ma non è neanche detto che si metterà con Ron... Abbiamo una personalissima visione di come sia organizzato il triangolo all'interno del mitico trio... (questo tenendo conto di quello che ha scritto la Rowling finora!) ma vi anticipiamo che questa fic vi riserverà non poche sorprese a riguardo! =P Hermione sarà ambita da più di un ragazzo, ma quale sceglierà? Segreto, ovviamente!
Grazie mille Buffy 86^^ Riguardo a quello che hai scritto ti rimandiamo alla nostra risposta per la recensione precedente! ^.^ Non possiamo svelare troppo sugli intrallazzi amorosi, sennò non c'è più gusto! ^_- E poi Hermione non è l'unica ragazza... Possiamo solo dirti di continuare a seguirci!
Grazie a tutte e due Vale e Mely^^ Beh... la nostra posizione a riguardo è chiara! Anche se temiamo che la Rowling non sarà tanto magnanima con il povero Sirius... ce lo siamo giocati per sempre... BWWUUUUAAAAAAHHH!!! ç_ç Eh... Ehm! Ricomponiamoci... che ff avete scritto? Se mi dite il titolo vado a dare un'occhiata! (ndMary: Hele è una sfaticata! Già devo legarla al pc per farla scrivere, figuratevi se si mette a leggere altre ff...--)
Recensite numerosi, sennò niente secondo capitolo! =P
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