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Autore: Hele_Mary    24/04/2005    13 recensioni
Ipotetico VI libro. "Un nuovo piano perverso di Voldemort per ritornare al potere...le vite di adolescenti di due epoche diverse che s'intrecciano contro ogni logica temporale...tutti alle prese con qualcosa più grande di loro: l'inizio di una Guerra!" Questo e molto altro nella nostra prima ff su HP (siamo delle frane a fare i riassuntini)^^ Non sarà aggiornata spessissimo xkè abbiamo poco tempo...Pensiamo che più o meno riusciremo a pubblicare un cap al mese. P.S: Se avete l'album "Meteora", dei Linkin Park, vi consigliamo di leggere la ff con loro come colonna sonora ^-^
Genere: Dark, Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Aldilà del Cancello

Harry Potter
&
Il Velo della Morte

C A P I T O L O 1
Aldilà del Cancello.

Un altro giorno afoso di quell'estate senza fine, sorgeva su Privet Drive tra le case una uguale all'altra. Neanche la brezza leggera che sfiorava le chiome degli alberi dei perfetti giardini inglesi, donava un po' di sollievo da quell'arsura, pur essendo solo l'alba. La strada era deserta e i lampioni ancora accesi, si stavano lentamente spegnendo uno a uno, dando ora spazio alla luce appena accennata dei raggi del sole.
Non un anima viva...
Ma nell'oscurità mattutina, un ragazzo scrutava la strada dalla finestra della sua piccola camera spoglia. Gli occhi verdi fissi nel nulla davano al viso un'insolita inespressività, mentre teneva tra le dita sottili una piuma fresca d'inchiostro che si faceva dondolare ritmicamente davanti al naso.
Nulla...
Aveva la mente completamente vuota... Le occhiaia stavano scavando sempre più il viso del giovane, sommandosi una all'altra, segno delle innumerevoli notti insonni passate ad aspettare l'alba, filtrare nella stanza col gioioso danzare dei raggi solari che penetravano dalle imposte rotte, come un allegro invito al risveglio.
Scrollò la testa come per destarsi dal torpore che gli fissava lo sguardo nel vuoto e gli arruffati capelli neri gli scesero sugli occhi, ottenebrandogli lo sguardo. Sollevò una mano e se li riassestò alla meglio con un colpo scocciato, scoprendo una cicatrice a forma di saetta. Lentamente scese sulla fronte con le dita, che cercavano frementi la vecchia ferita.
Niente...
La cicatrice non gli diede alcun fastidio e non avvertì né bruciore né dolore. Era ormai tutta l'estate che andava avanti così...
Con uno scatto furioso accartocciò la pergamena che aveva davanti a sé e se la buttò alle spalle con noncuranza. Ai suoi piedi, giacevano diverse palle di carta simili.
Era da quando aveva lasciato Hogwarts, che non aveva più notizie dai suoi amici, né tanto meno dall'Ordine...
Eppure nessuno era venuto a controllare come stava. Neanche l'avvertimento di Moody alla stazione, pur avendo lasciato i Dursley piuttosto sconvolti, aveva dato il permesso a Harry di usare il telefono per chiamare Hermione e Ron. Nascosto sulla scala, aveva sentito un paio di volte lo zio riattaccare in malo modo l'apparecchio, sbraitando che avevano sbagliato numero e Harry Potter non abitava lì.
Come l'anno precedente nessuna notizia del telegiornale lasciava trasparire la presenza di magia dietro insoliti avvenimenti babbani. Inoltre, cosa che Harry non si riusciva a spiegare, non gli era più arrivato un solo numero della Gazzetta del Profeta.
Improvvisamente un fruscio d'ali, attirò l'attenzione del giovane. Il ragazzo aprì cautamente la finestra, cercando di fare meno rumore possibile. Si trovò davanti un gufo di un marrone acceso, che stringeva nel becco una busta sulla quale era scritto a chiare lettere il suo nome e indirizzo. L'afferrò aspettandosi che l'animale sparisse dalla sua vista con un battito d'ali, ma stranamente il gufo rimase immobile a fissarlo con i grandi occhi gialli.
Lesse distrattamente la provenienza sul davanti... Ministero della Magia. Il suo cuore mancò un battito, mentre deglutiva rumorosamente.
Cosa aveva fatto questa volta?
Era da quando si trovava a Privet Drive che non usava più la sua bacchetta, pur tenendosela sempre in tasca per precauzione.

Caro signor Potter,
Ai fini del Decreto per il Divieto alla Circolazione di Gufi da Posta, indetto recentemente alla luce degli avvenimenti di aggressione dei suddetti in territorio Magico e Babbano, è tenuto a consegnare la sua civetta Edvige al Ministero della Magia. L'animale sarà scortato dal gufo che le ha consegnato la lettera al Ministero, dove soggiornerà fino alla data di apertura di Hogwarts. Potrà trovarla nella gufiera della scuola il primo settembre.
Distinti saluti

Remus Lupin
Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche
Ministero della Magia

Harry rilesse la firma che compariva alla fine della lettera.

Remus Lupin...

Non c'erano dubbi! Era proprio la sua calligrafia accurata e precisa. Mille domande si affacciarono alla mente del ragazzo.
Lupin lavorava al Ministero della Magia? Decreto per il Divieto alla Circolazione di Gufi da Posta? In cosa consistevano le aggressioni a cui la lettera faceva riferimento?
Provò un'istintiva vampata di rabbia salirgli al petto per poi affannargli il respiro, pronta a esplodere.
Nessuno gli aveva detto niente dall'inizio dell'estate e, dall'oggi al domani, ecco giungergli un ordine di confisca firmato da Lupin! Si rammaricò di non riuscire a provare piacere per l'amico, che finalmente dopo anni di privazioni aveva trovato lavoro, ma era più forte di lui. L'unica possibilità di contatto col suo mondo gli veniva ora strappata dalle mani, senza una minima spiegazione.
Edvige era inoltre l'unica sua vera amica durante le lunghe e detestabili estati a Privet Drive e avrebbe dovuta consegnarla a degli sconosciuti fino alla riapertura delle scuole.
Lentamente si diresse verso la gabbia e aprì lo sportello con delicatezza. Guardò tristemente la civetta che emetteva gridolini eccitati, convinta che fosse l'ora della sua passeggiata notturna. Edvige gli si appollaiò sul polso, scrutandolo curiosa attraverso i grandi occhi d'ambra.
Harry le posò un bacio appena accennato sulla testa, per poi farla adagiare sul davanzale al fianco dell'altro gufo. Chiuse la finestra con uno scatto e si voltò per non vederla volare via, mentre l'ombra di una lacrima si affacciava sul suo viso giovane, senza però sfiorargli la guancia.

Si dondolava lentamente sull'altalena, con lo sguardo fisso nel vuoto. Ormai era tardi, ma non gli importava cosa avrebbero detto i Dursley del suo ritardo o come lo avrebbero punito.
Per Magnolia Road non passava nessuno... Le famiglie probabilmente erano già riunite attorno alla tavola. I ragazzi, tornati a casa dopo un'afosa giornata passata a infangarsi e correre, si sedevano a tavola dopo la doccia, con i capelli ancora fradici, assaporando i manicaretti preparati dalle mani amorevoli delle madri, mentre quest'ultime li ammonivano per qualche ignota ragione.
Aveva sempre sognato di vivere una scenetta simile, rimettendo piede in casa. Aveva sempre desiderato una quotidianità normale, che non somigliasse al suo inferno quotidiano... Normale... Gli suonava strana quella parola. Da sei anni a quella parte si era rassegnato al fatto che nella sua vita, nella sua stessa esistenza, non c'era niente di normale.
Le case si affacciavano, tutte uguali, sulla strada polverosa, esibendo giardini impeccabili. Era cresciuto in quel posto, in quella devastante normalità, in quell'ipocrisia... Ma il suo mondo era un altro: la sua casa era un'altra. Da quando frequentava la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, viveva il suo breve soggiorno a Privet Drive con la gioia, in fondo al cuore, di avere un posto dove tornare, dov'era accettato per quello che era, dove c'erano persone che gli volevano un bene sincero.
In quell'estate, però, l'avevano accompagnato solo incubi e rimorsi. Nelle sue solitarie giornate l'unica cosa che lo distraeva dalla loro monotonia, era l'immagine di Sirius che veniva sbalzato all'indietro, colpito in pieno petto da un lampo rosso, e scompariva dietro quelle tende spettrali. Come un disco rotto, continuava a sentire le sue urla, la sua stessa voce, chiamarlo...
E lui... non rispondeva...
Ormai pensava che la vita gli avesse negato fin troppe cose... Ma evidentemente si sbagliava! Poteva togliergli ancora qualcuno: la cosa lo faceva impazzire!
Perché chiunque volesse proteggerlo moriva?! Perché le persone che amava di più facevano tutte la stessa fine? Chi erano Voldemort e i suoi seguaci per decidere chi aveva il diritto di vivere e chi no?! E perché lui era così debole?! Perché non riusciva mai a salvare le persone a cui teneva?
Si sentì inondare da una rabbia incontenibile... Tremava, stringeva i pugni, affondando le unghie nel palmo della mano fin quasi a farsi male. Si morse un labbro mentre sentiva gli occhi arrossarsi. Non poteva... Non doveva piangere!
-AHAHAHHAHAHHAH!-
Qualcosa lo risvegliò dai suoi pensieri. Conosceva fin troppo quella risata, molto più simile al grugnito di un maiale. Si voltò, felice di avere un motivo di distrazione.
Ed eccolo lì Dudley: sempre più grosso e sempre più stupido! Lui e la sua banda di bulletti stavano ridendo e questo, sicuramente non indicava niente di buono.
Si alzò di scatto, avvicinandosi per vedere cosa stessero facendo. L'altalena dondolò lentamente ancora un po', scricchiolando.
Harry vide l'oggetto del loro divertimento... Dalla stazza sembrava poco più di un bambino. Era piegato su se stesso, mentre si copriva con le mani affusolate. Una manciata di capelli ramati gli incorniciavano il viso spaurito, in un disordinato caschetto. Presi com'erano dal picchiare quel piccoletto, non si accorsero della presenza del ragazzo che continuava a fissare la scena.
-Allora marmocchio, ti rimangi quello che hai detto?!-
-Dai suonagliele Big D!- urlò di sottofondo una voce acuta.
-Chiedimi scusa brutto rifiuto umano!!!- un altro coro di ovazioni si levò dopo le parole del "piccolo Dursley".
Con una forza insospettabile il ragazzino si raddrizzò, rivelando il volto sfigurato dai loro colpi, ciononostante gentile quasi come quello di una ragazza. Un occhio era incorniciato da un colore violaceo, mentre un rivolo di sangue gli scendeva lungo il labbro inferiore. Inaspettatamente un sorriso beffardo gli comparve sul volto martoriato:
-Dudley... Hai ragione: mi rimangio quello che ho detto...- a quelle parole, pronunciate con una calma disarmante, malgrado la situazione, Dudley sembrò calmarsi, mentre un'espressione trionfante già gli si dipingeva sul volto: -Non sei solo grasso e stupido, ma picchi anche come una checca!-
Ci volle qualche secondo prima che il gruppetto capisse l'ennesimo affronto, presi com'erano a pregustarsi il trionfo.
Accadde tutto in un attimo. Il ragazzino abbassò il volto, pronto a ricevere una nuova scarica di pugni, ma non arrivò alcun colpo.
-Cosa ci fai tu qui?! Levati di mezzo!- disse con disprezzo Dudley, con una sfumatura di timore nella voce.
L'undicenne che era stato preso di mira fino a quel momento, alzò lo sguardo sorpreso, trovandosi davanti la figura slanciata di un ragazzo dai disordinati capelli neri. La sua stazza minuta era sottolineata dagli abiti smessi e rattoppati, troppo grandi per lui. Era evidente la superiorità numerica e fisica della combriccola di Dudley.
-Passeggiavo, cugino...- disse sottolineando il grado di parentela, ben sapendo che l'avrebbe mandato in bestia.
Harry notò che Dudley aveva stretto maggiormente il bastone che teneva in mano, parte integrante della divisa scolastica.
-No no! Non ti conviene farlo, sai? I miei amici non sarebbero felici di sapere che mi hai picchiato, non pensi Didino Piccino?!-
Il ragazzo si sentì avvampare: -AHAHAHA! Ci mancava solo un pazzo che crede di essere mio cugino...- disse impacciato, con un eccesso d'ilarità che non sfuggì ai compagni.
Piers Polkiss, che si ricordava dell'esistenza di quel cugino inquietante che all'undicesimo compleanno di Dudley era andato allo zoo con loro, affermò: -Dudley! Ma questo non è il tuo cugino che frequenta il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Criminali Irrecuperabili? Ma si, quello che sta via tutto l'anno e torna solo l'estate!-
-Ma no... ti stai sbagliando...- lo redarguì con un sorriso tirato Dudley, mentre cominciava a sudare freddo.
-No! Ne sono sicuro! E' quel tappetto che ha fatto uscire il serpente dal recinto... per poco non ti ha ammazzato!- esclamò convinto. A sentire quella "prodezza" gli altri arretrarono, guardando il moretto impauriti.
Sul viso di Harry comparve un ghigno compiaciuto, felice che quel nasone di Piers si ricordasse ancora della loro "gita".
Si stava sforzando di non ridere di fronte alla reazione di Big D, che non sapeva più che dire. La sua faccia, gonfia e rossa come un palloncino, sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro. Preso da un attacco d'ira diede uno spintone a Harry, che indietreggiò di qualche passo.
-Eh no Didino! Mi costringi a farti la bibi!- lo ammonì, indicando la tasca dei jeans dove, come il cugino sapeva, lui custodiva sempre la sua bacchetta.
-Guarda che lo so che non la puoi usare quella roba con me...- disse agitato.
Gli altri commentavano la scena incuriositi e un po' intimoriti dalla comparsa inquietante del cugino segreto dell'amico.
-E allora picchiami, così potrai scoprire da solo cosa posso fare!- fece con aria di sfida, puntando gli occhi verde smeraldo nelle due fessure da porcino.
-I... Io non picchio i matti! M... Mi fai pena! E... e... Con te Mark Evans faremo i conti quando il tuo amico matto non sarà più qui a salvarti!- con quell'uscita di scena, decisamente poco elegante, il gruppetto si allontanò.
Harry, felice di aver fatto perdere la faccia all'odiato cugino, si girò guardando il ragazzo del quale aveva scoperto il nome, mostrando un sorriso spontaneo. Mark notò la cicatrice sulla fronte del ragazzo, abilmente celata da una frangetta disordinata. Lo guardò con disgusto, senza distogliere gli occhi dallo sfregio:
-Ti credi tanto in gamba? Me la cavavo benissimo da solo! Fatti passare questa sindrome dell'eroe!- e spiccando una corsa, scomparve dietro l'angolo.
Harry lo guardò allontanarsi, colpito da quella reazione. Lui non era un eroe... né si riteneva tale! Inspiegabilmente erano in molti a considerarlo l'unico in grado di fermare Voldemort... forse perché l'aveva inconsapevolmente già fatto quando aveva solo un anno... o forse perché lo affermava una stupida profezia...
Fece spallucce e si incamminò verso "casa", mentre nella sua testa il fiume dei suoi malinconici pensieri ricominciava a scorrere senza pietà. In molti lo invidiavano, ma NESSUNO sapeva in realtà quanto fosse difficile essere Harry Potter...

21.30

Dannazione! Senza che se ne accorgesse si era fatto tardissimo!! Harry affrettò il passo appena scorse il numero quattro di Privet Drive nella sua perfetta normalità, completamente fagocitata dalla monotonia dell'intero quartiere, apparire in fondo alla via.
Le stelle erano già tutte comparse con la loro tenue luminosità in cielo, il quale avviluppava nel suo abbraccio l'intera strada come se fosse un mantello scuro.
Harry si sorprese a pensare che quella sera c'era una tranquillità quasi irreale: un silenzio ovattante aleggiava sui tetti delle case e tutto sembrava come sospeso, in attesa che qualcuno schiacciasse il tasto PLAY per far ripartire la vita di Little Whinging. Sentiva come se uno sguardo attento e fisso lo stesse seguendo da quando aveva lasciato il parco.
Si voltò, reagendo ai suoi stessi pensieri... non un'anima viva... la via era completamente deserta!
Senza sapere neanche lui il perché di quelle angoscianti sensazioni e della sua conseguente reazione esagerata, salì le scale correndo e si chiuse la porta di casa alle spalle con un colpo secco, per poi appoggiarvisi ansante.
-Dove sei stato?! Dud è tornato un'ora fa! Sbaglio o ti avevo detto che il tuo coprifuoco coincideva con il suo?!?!-
Dalla porta della cucina comparve zio Vernon con i baffoni frementi e ancora sporchi del cibo che aveva appena finito di trangugiare. Gli occhietti incavati saettavano furenti squadrando l'intera figura del giovane che aveva di fronte, mentre il doppio mente tremava visibilmente per la rabbia che gli stava montando addosso.
Per tutta risposta, Harry non lo degnò di uno sguardo e superandolo salì le scale diretto verso camera sua.
-COME TI PERMETTI?!?!?! NON PENSAVO CHE FOSSE POSSIBILE CHE TORNASSI ANCORA PIU' MALEDUCATO DI QUANTO GIA' NON FOSSI DA QUELLA SCUOLA DI PAZZI!!! SE VAI AVANTI DI QUESTO PASSO TI CHIUDERO' IN CAMERA A VITA E NON CI TORNER-
Harry fece sbattere rumorosamente la porta, escludendo così le urla disumane dello zio, che tentavano inutilmente di raggiungerlo.
Un tempo forse quelle stesse grida mascherate da minacce gli avrebbero fatto paura... ma quel tempo era ormai finito!
Sapeva che suo zio era troppo pigro anche solo per pensare di salire le scale per continuare la discussione. E comunque, se anche avesse deciso di metterle in pratica, lui sapeva esattamente cosa fare!
Avrebbe usato la magia e sarebbe scappato di casa come aveva già fatto... forse sarebbe diventato un rinnegato o un ricercato per il Ministero... forse non sarebbe neanche più potuto tornare a Hogwarts, ma con Voldemort a piede libero sulle sue tracce, quello era il male minore. Anzi! Sarebbe anche stato meglio! Così non avrebbe dovuto mettere nuovamente in pericolo la vita dei suoi amici e compagni di scuola... Forse col passare degli anni la sua incoscienza invece di diminuire era aumentata esponenzialmente, in maniera direttamente proporzionale alla sua altezza e a tutto ciò che gli era capitato... Troppi forse, ma e però...
Non gli importava farsi un'auto-analisi... non gli importava più di niente!
Si abbandonò stanco sul letto, con le braccia allargate e gli occhi spenti e fissi sul soffitto.
Stava forse diventando paranoico per avvertire il pericolo nascosto dietro ogni angolo?! Eppure...
Il filo conduttore dei suoi pensieri fu bruscamente interrotto da una scarica di ripetuti colpi alla porta. La sveglia sul comodino faceva le 10.30... chissà cosa volevano da lui a quell'ora?! Generalmente era l'ora in cui si coricavano... Non aveva la minima intenzione di spostarsi da quella posizione, così grugnì svogliatamente uno sgarbato: -Che vuoi?!-
-Papà ha detto di scendere... c'è un tuo amico che ti cerca in salotto!-
Subito riconobbe la voce spavalda del cugino, ma gli parve di non aver compreso appieno le sue parole: -Un mio che?!-
-Sei sordo?! Ho detto: c'è giù un tuo amico che ti sta aspettando!-
Harry sbarrò gli occhi portandosi a sedere sul materasso sgangherato, mentre il suo cervello lavorava frenetico alla ricerca di una spiegazione plausibile. Non poteva essere Ron... di sicuro avrebbe trovato un modo per avvertirlo del suo arrivo.
Che fosse un emissario di Voldemort?!
Scosse la testa... stava proprio diventando paranoico... molto peggio di Hermione! Anche al secondo anno Ron e i gemelli Weasley erano venuti a prenderlo in gran segreto sulla Ford Anglia, senza un minimo di preavviso. Con un balzo di ritrovata vitalità si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
Estrasse la bacchetta dalla tasca e la tenne nascosta dietro la schiena... VIGILANZA COSTANTE! Il falso Moody al quarto anno non avrebbe saputo dirlo meglio. Uscì nel corridoio e udì le voci dei suoi zii fare domande indiscrete e infastidite al nuovo venuto. Una voce maschile e imbarazzata rispondeva impacciatamente a monosillabi.
Doveva proprio essere il suo amico Ron... forse era venuto per condurlo a trascorrere le restanti vacanze alla Tana con tutta la famiglia Weasley! Il suo cuore ebbe un tuffo di gioia, che non si sarebbe mai aspettato di poter ancora provare... Con rinnovata tranquillità cominciò a scendere le scale seguito dal cugino, ma quello che vide entrando in salotto lo lasciò senza parole.
In piedi, al centro della stanza, c'era una figura slanciata, avvolta da un mantello nero, munito di un grosso cappuccio che non permetteva di identificarne l'identità.
-Lontani! Allontanatevi da lui!- urlò ai suoi zii, frapponendosi tra loro e il giovane, con la bacchetta levata e puntata contro di lui.
I Dursley ubbidirono, spiazzati dall'irruenza del nipote e scossi dalla smorfia di puro terrore che aveva oscurato per un attimo il suo viso alla vista dell'ospite che avevano invitato a entrare in casa.
La sua mente corse veloce... mille domande si affacciavano ad essa contemporaneamente... troppe per avere il tempo di rispondere a tutte! Sapeva che sotto il cappuccio gli occhi del Mangiamorte seguivano ogni suo più piccolo movimento, nell'attesa di colpire cogliendolo impreparato. Agì d'impulso come aveva sempre fatto in quelle occasioni, senza pensare alle conseguenze del suo gesto, né se fosse il più indicato per quella situazione.
-Vediamo se riesci a prendermi!- e lanciando quella sfida spiccò una corsa a rotta di collo.
Si gettò direttamente dalla finestra del salotto, ancora aperta per lasciare entrare un po' di aria notturna come refrigerio dall'arsura di quell'estate, e atterrò accovacciato sulle punte dei piedi, che per pura pigrizia calzavano ancora le scarpe da tennis. Si voltò e vide che anche la sinistra figura in nero si apprestava a fare lo stesso.
Con uno scatto felino balzò in piedi, riprendendo la sua folle corsa... Era semplicemente spacciato!
Senza poter usare liberamente la magia, pena l'espulsione da Hogwarts, sempre ammesso che fosse sopravvissuto a quell'attacco inaspettato, e senza la minima possibilità d'interventi esterni, essendo l'unico mago nell'arco di chilometri!
Di una sola cosa era certo... Qualunque cosa fosse accaduta da quel momento in poi, sarebbe morto combattendo come suo padre!

*

Il sole era sorto da qualche ora su *Hertford. Illuminava i tetti e i mattoni delle villette a schiera, caratterizzate da tipici giardini inglesi, di un colore verde accesso. La città, ancora assopita, si preparava ad affrontare una nuova giornata. Le vie erano ancora semideserte, eccezion fatta per qualche gatto che si aggirava nei vicoli bui, fra cartoni e bidoni di latta.
Hermione socchiuse gli occhi. Aveva ancora sonno, ma detestava alzarsi tardi e perdere tempo prezioso, dormendo più del dovuto. Si decise a spalancare gli occhi color nocciola e venne investita dalla luce del sole che entrava attraverso la finestra aperta. Anche quel giorno faceva un caldo torrido e le sue lenzuola giacevano disordinate in fondo al letto. Si alzò svogliatamente, infilando i piedini nudi in un paio di ciabatte di qualche numero più grande. Trascinò i piedi fino all'uscita della graziosa cameretta, per poi, con un ultimo sforzo, scendere le scale che la separavano dalla cucina.
Appena mise piede nel locale venne investita da un odore di ciambelle appena sfornate. Guardò divertita la madre che le appoggiava sul tavolo perfettamente apparecchiato, ammirando con aria compiaciuta la sua nuova mania culinaria... Era tutta l'estate che andavano avanti a ciambelle! Ovviamente né lei né il padre osavano contraddire la donna, che era tutta entusiasta dei suoi manicaretti. Si lasciò cadere su una sedia, mentre cercava di riavviarsi i capelli gonfi e crespi, avendo notato con orrore il suo riflesso nella credenza di fronte al suo posto.
-Mamma! Per la fine di luglio potremmo andare a Little Whinging? E' il compleanno di Harry, ma non riesco a mettermi in contatto con lui via gufo! Pleaseeee!- concluse con aria di supplica, con gli occhi da cucciolo bastonato.
La madre emise una breve risata e le rispose, guardandola maliziosa: -Devi volergli un gran bene a questo Harry...-
Hermione abbassò lo sguardo per nascondere le guance che si erano tinte di rosso e borbottò: -N-no! Siamo solo amici!-
-Che ne dici, caro? Facciamo contenta la nostra streghetta? Se lo merita, con tutti i bei voti che prende a scuola!-
Il padre sembrava non aver udito le parole della donna e, come era solito fare la mattina, continuò a leggere il giornale. Aveva la faccia scura e concentrata.
-Ci sono cattive notizie caro?- chiese la donna, notando l'espressione del marito. Il marito annuì silenziosamente, borbottando qualcosa sulla crudeltà di certe persone. Hermione addentò svogliata una ciambella, pensando a un modo per far passare la mania alla madre.
-Cosa è successo sta volta?!- chiese poi esasperata.
Suo padre era bravissimo a fare ramanzine e discorsi altamente filosofici sui valori e sulla giustizia umana, e lei era piuttosto scocciata dal fatto che in quel modo, avevano cambiato discorso. Senza contare che era ancora troppo presto per mettere seriamente in moto il cervello!
-Hanno aggredito un ragazzino a Little Whinging... l'hanno trovato in un parco in fin di vita! Cose da matti! Un aggressione armata in un centro abitato per giunta!-
Little Whinging... ragazzino... parco... in fin di vita... quelle parole furono come una secchiata di acqua gelida per la ragazza, che scattò in piedi strappando il giornale dalle mani del padre.
-Da qua!-
-Mah?! Ma Hermione...?!-
Ormai la giovane era troppo concentrata sulla lettura del quotidiano per sentire i rimproveri del padre.

Little Whinging, tentato omicidio in Magnolia Road:
Siamo soli nell'universo?!
Aggressione nel parco... Misteriose le circostanze.

-Little Whinging- Ieri, nel parco di Magnolia Road, è avvenuto un fatto che gli inquirenti non sono riusciti a spiegarsi. La Signorina Figg, residente in Privet Drive, uscita alle 23.00 per fare una passeggiata al chiaro di luna, è stata attirata da un tonfo. Correndo nella direzione del rumore ha trovato un ragazzo, steso per terra, in fin di vita, a fianco di un albero abbattuto. "Il ragazzo giaceva a terra svenuto! Sono inorridita notando che era il mio vicino di casa: un caro ragazzo!"
Quello che ha spiazzato la donna è stato il trovare l'albero completamente appassito, "come se gli fosse stata strappata la vita" afferma sconvolta l'anziana signora. Il ragazzino, Harry Potter 16 anni, al momento si trova all'ospedale di Little Whinging e sta combattendo per rimanere in vita. Gli zii e il cugino, unici parenti rimasti al poveretto, sono distrutti: "E' sempre stato un ragazzo con molti problemi... Poverino... Ha perso i genitori quando era ancora in fasce in un terribile incidente stradale... Noi l'abbiamo cresciuto come un figlio: gli volevamo bene!" afferma Petunia Dursley, scossa dai singhiozzi. Il signor Dursley aggiunge sorreggendo la moglie: "Era un ribelle e abbiamo fatto fatica a insegnarli una buona educazione! Sapevamo che in molti ce l'avevano con lui, ma l'abbiamo sempre protetto e mai ci saremmo sognati di doverlo perdere così." Il cugino, molto affezionato a Harry, lancia un ultimo disperato appello al capezzale del giovane: "Se mi senti Harry: ti prego torna da noi!!!"
Una famiglia distrutta senza un motivo... Cosa ha spinto il misterioso aggressore a colpire il giovane? Ma soprattutto chi, o cosa, lo ha ridotto in quello stato?!
I medici non riescono a spiegare quale sia l'arma con la quale è stato aggredito. Infatti Harry riporta ferite gravi sul braccio e sul fianco sinistro, simili a bruciature. Altro fenomeno strano, a causa di qualche strana infezione ci sono sfumature tendenti al verde su entrambe le escoriazioni. Il ragazzo è stato sottoposto a vari esami, ma nessuno di questi è riuscito a spiegare cosa gli sia capitato. I competenti non riescono a capacitarsi di come due ematomi, seppure di grave entità, abbiano potuto provocare disfunzioni a livello cardiaco e respiratorio. Il caporeparto esclama: "Se non sappiamo da cosa è stato colpito, abbiamo le mani legate!"
La sorte di Harry Potter sembra quindi segnata.
Ci siamo abituati a non credere ai fenomeni paranormali, alla magia, agli alieni... Ma siamo certi di essere soli nell'universo?! Qualsiasi cosa abbia colpito il ragazzo non aveva niente di umano... E il resto è mistero!

a p. 7 nuovi approfondimenti.

Rita Skeeter

Hermione ebbe un sussulto nel leggere l'autrice dell'articolo. Cosa ci faceva lei a scrivere per un giornale babbano?! Cosa aveva in mente? Ma soprattutto cos'erano quelle evidenti allusioni al mondo magico? La sua parte razionale fu subito sopraffatta da quella emotiva nel ricordare chi era la vittima... Com'era possibile che Harry stesse morendo?! Era sicuramente uno scherzo...
-Tesoro, posso finire di leggere l'articolo?!- chiese il padre leggermente indispettito.
La ragazza non si muoveva. Le mani si strinsero attorno al giornale e venne presa da tremiti in tutto il corpo. La madre le posò amorevole una mano sulla spalla: -Qualcosa non va piccola?-
Quando Hermione si girò verso di lei, i suoi occhi erano pieni di lacrime: -Harry...- sussurrò, trattenendo un singhiozzo, per poi abbracciare la madre, lasciando cadere a terra il giornale. La foto di un albero riverso a terra completamente secco, come se la linfa vitale che lo avrebbe dovuto caratterizzare non fosse mai corsa lungo i suoi rami e la sua corteccia, era posta al centro dell'articolo nella sua totale e desolante presenza.

*

Dove si trovava? Cos'era successo? Non ricordava niente... Sbatté le palpebre più volte per abituarsi alla luce e a quel bianco accecante che lo circondava. In quel posto il terreno era soffice... Soffice come le nuvole. Ridusse gli occhi a due fessure per riuscire a vedere cos'era quel riflesso dorato davanti a lui... Continuava a camminare come in trance, come se fossero le sue gambe a decidere dove portarlo. Si avvicinava sempre di più... Iniziò a correre, curioso di scoprire, curioso di vedere.
Quando fu abbastanza vicino, si fermò di colpo. Davanti a lui si estendeva un cancello dorato, offuscato da una fitta coltre di nebbia. Sembrava non avere fine, né entrata... Si avvicinò silenziosamente, appoggiando una mano alle sbarre... Come per incanto la nebbia scomparve, rivelando le splendide finiture della cancellata che si estendeva all'infinito.
-C'è nessuno?-
La sua voce risuonò non trovando risposta, come un eco lontano. Dall'altra parte del cancello sembrava non esserci nessuno... Si aggrappò alle sbarre, guardando verso il basso, cercando di ricordare cosa gli era successo. Quando rialzò gli occhi, un giovane ricambiava il suo sguardo con un paio di penetranti occhi grigi, al di là della cancellata. Quando era arrivato? Aveva distolto lo sguardo solo un paio di secondi...
-Ciao Harry!-
Le labbra sorridenti si erano dischiuse per parlare, rivelando una voce quasi adulta e cordiale. Come conosceva il suo nome? Si decise a guardarlo più attentamente. I capelli scuri gli incorniciavano il viso dolce, ricadendo leggermente scompigliati in un caschetto. Harry spalancò la bocca in una sorta di urlo silenzioso: non credeva ai suoi occhi!
-C... Cedric!!!- si decise a dire, con la voce rauca.
-Ti ricordi ancora di me! Mi fa piacere vederti, ti sei fatto grande!-
Harry non riuscì a rispondere, mentre gli occhi gli si offuscavano di lacrime.
-P... Perdonami! E' tutta colpa mia!!! Io n... non... non volevo! Se non ti avessi detto di prendere la coppa con me... T... tu... ora...-
Cedric Diggory fece passare una mano affusolata e pallida al di là della cancellata, incontrando la spalla di Harry. Il ragazzo lo guardò impotente.
-Non è colpa tua Harry. Doveva succedere e non sei stato certo tu a farlo accadere: sei veramente una bella persona Harry Potter!- il suo viso serio si distese in un sorriso.
Harry desiderò con tutto se stesso di oltrepassare quella cancellata... Come d'incantò apparve dal nulla una piccola apertura. Ci passava una persona soltanto: sembrava fatta su misura per il moretto. La guardò per un attimo sbalordito... Mosse qualche passo incerto in quella direzione, ma la voce di Cedric lo frenò.
-Attento! Se oltrepassi il cancello non potrai più tornare da quella parte... Mai più. Pensaci bene, tu che puoi scegliere!- aggiunse tristemente.
Il ragazzo lo guardò un attimo indeciso. Chiuse gli occhi un attimo... Cosa aveva nella vita? Cosa aveva che gli impedisse di morire? Si convinse a fare un ultimo decisivo passo... Niente più sofferenze... niente più dolorose perdite da sopportare... niente più Voldemort! Ma il suo piede non oltrepassò il cancello.
Una mano si era stretta salda al suo braccio... Una presa sicura che non lo lasciava muovere. Cedric, la cancellata e tutto quel bagliore scomparvero... Nella sua mente si avvicendarono delle immagini veloci... Un tronco che cadeva a terra senza vita... Una luce verde... Un viso dai tratti gentili incappucciato... Lui che correva per Magnolia Road...
Rinvenne senza fiato... Si girò per vedere chi lo avesse trattenuto, mentre l'apertura alle sue spalle si richiudeva cigolando.
-Sirius!-
Il padrino lo guardava amorevolmente con gli occhi blu e lucenti. Le sopracciglia corrucciate, gli davano un'aria severa, tradita dal sorriso appena accennato che compariva sulle sue labbra. Il viso sciupato rivolto nella sua direzione, contornato dai lunghi capelli disordinati del colore dell'ebano.
-Cosa avevi intenzione di fare?!- chiese con voce severa, quasi di rimprovero.
Harry, senza rispondere, buttò le braccia attorno al collo dell'uomo, stringendosi a lui più forte che poteva, per paura che, silenzioso com'era arrivato, sparisse. Sirius ricambiò impacciato l'abbraccio, accarezzandogli leggermente i capelli.

-SIRIUS!-

Due paia di braccia gli circondarono il collo soffocandolo, mentre il viso gli si inumidiva di lacrime non sue. Una gran massa di capelli castani gli solleticavano la punta del naso, mentre una cascata di capelli rosso fuoco gli pizzicavano il collo. Ci mise un po' per orientarsi e capire dove si trovava... Era vivo... Cercò di ricambiare il caloroso abbraccio, ma sentì una dolorosa fitta al fianco sinistro e al braccio, che non riuscì a muovere. Soffocò un gemito, socchiudendo gli occhi e subito Hermione si staccò con gli occhi ancora umidi e arrossati.
-S... scusa Harry!- disse fra i singhiozzi.
Ron, ancora inginocchiato a terra, non si decideva a staccarsi dall'amico. Le mani poderose di Mamma Weasley lo strapparono dal collo del convalescente, mentre lo ricopriva con una miriade di rimproveri. Harry rise, ma sentì un'altra dolorosa fitta... Si coricò lentamente, guardando gli astanti sorpreso... Alcuni membri dell'Ordine erano lì davanti a lui... L'occhio di vetro di Moody sembrava volesse scrutargli le interiora, mentre una sorridente Tonks sfoggiava una montagna di capelli azzurri.
Lupin lo guardava teneramente con gli occhi lucidi e le occhiaia più profonde del solito.
Una schiera di teste rosse attorniava il letto. Ginny piangeva a dirotto, aggrappata al fratello maggiore Bill. Papà Weasley cercava invano di calmare la moglie, che sfogava la preoccupazione, repentinamente tramutata in gioia al risveglio di Harry, sommergendo l'ultimogenito di rimproveri, mentre il suo migliore amico lo guardava con gli occhi sgranati, come se non credesse a ciò che vedeva.
Quel silenzio imbarazzante fu rotto dallo schiamazzare confuso di due voci famigliari.
Fred e George irruppero nella camera d'ospedale, ridendo a crepapelle.
-AHAHAHHAH! Allock è ancora più flippato di quando era ad Hogwarts!-
-Già! Vuoi un mio autografo??- George si calò nella perfetta imitazione dell'ex-professore di difesa contro le arti oscure.
Tutti gli occupanti della stanza si erano girati nella loro direzione e in quella fila di occhi i due gemelli riconobbero quelli verde smeraldo di Harry.
-Perbacco! Ci eravamo preparati un "bentornato" coi fiocchi!-
-E' vero Harry! Potevi aspettare altri due secondi per tornare dal regno dei morti!!!-
La madre fulminò Fred, che incurante si era buttato letteralmente su Harry, seguito a ruota dal gemello. Ad uno schiocco di dita di George, la camera si riempì di fischi di petardi e di fuochi d'artificio, mentre Harry veniva sommerso da una fitta pioggia di coriandoli multicolore. I due gemelli tirarono fuori dalle tasche una cascata di leccornie di ogni genere e tipo, che riversarono sul letto, il quale per poco non si piegò in due sotto il peso dei regali. Il ragazzo non riuscì a non ridere, malgrado il dolore che questa semplice operazione gli provocava al fianco.
Chissà quanto gli sarebbero mancati i gemelli Weasley quell'anno a Hogwarts...
Ci volle un bel po' per svuotare e ripulire la stanza dal passaggio dei due terremoti, che erano stati costretti dalla madre a fare pulizia. Vennero trascinati fuori dalla camera da quest'ultima, aiutata dal marito che, sottovoce, si complimentava con i figli per lo spettacolo.
Hermione e Ginny si erano sedute ai piedi del letto, mentre Ron continuava a fissare l'amico in piedi e senza parlare.
-Io torno tra poco Harry... chissà quante cose avrete da dirvi tu e i tuoi amici!- concluse Lupin con un sorriso stanco. Tonks lo seguì lanciando un ultimo sorriso radioso in direzione del malato: -In gamba Harry!-
Moody, infine, lo guardò con fare circospetto, sussurrando prima di uscire: -Occhio alle spalle ragazzo!-

Hermione aspettò che fosse uscito anche Bill e poi cominciò a parlare. Evidentemente si era trattenuta fino a quel momento e, conoscendola, aveva fatto parecchia fatica. Harry si preparò al fiume di parole che gli avrebbe riversato addosso.
-Quando ho letto l'articolo sul giornale per poco non mi veniva un infarto! Cosa ti è successo? Chi è stato?-
Ginny la guardò ammonendola: -Non è meglio che non affrontiamo il discorso per ora?! Harry sarà già abbastanza scosso!-
-Impossibile! Ne va anche della sua salute... finché non è lui a dire cosa è successo realmente, anche i guaritori non possono curarlo in alcun modo!-
-Ma è già un passo avanti che abbia ripreso conoscenza, no?!- protestò Ginny, accalorandosi.
Harry cominciava ad irritarsi. Stavano beccandosi a vicenda tra di loro, discutendo su cosa fosse o non fosse meglio per lui, ignorandolo completamente pur avendolo a un palmo di naso, dopo un'intera estate nella quale nessuno di loro si era proprio fatto sentire!
E Ron continuava a osservarlo con le pupille blu oltremare dilatate e fisse su di lui, accentuando così ancor di più l'espressione ebete che aveva assunto dal suo risveglio. Lo metteva a disagio guardare nella sua direzione e quindi si girò dall'altra parte, cogliendo con sommo disgusto le ultime parole di Hermione.
-Se non fosse stato per la pozione di Piton a quest'ora sarebbe già morto!-
Quelle ultime parole riecheggiarono nella mente di Harry e furono come una scarica elettrica per lui... Piton gli aveva salvato la vita! Quell'odioso essere strisciante e mellifluo... Si rifiutava!
-PIANTATELA! E' stato Sirius a salvarmi!-
Nel trambusto del suo risveglio si era completamente dimenticato del sogno e delle mille domande che gli frullavano nella testa... Era sicuro che non fosse solo un sogno, una sua fantasia... Quello doveva essere una specie di luogo dove transitavano le anime che non erano né vive né morte. E quel cancello rappresentava la porta dell'aldilà... Sirius gli aveva impedito di oltrepassarla... di conseguenza neanche lui l'aveva varcata! Era merito suo se adesso era di nuovo assieme ai suoi amici!
I tre lo osservarono stupiti (l'espressione di Ron, in pratica, non era cambiata di una virgola). Hermione abbassò lo sguardo e, con enorme fatica, sussurrò: -S... Sirius è morto! Ormai devi fartene una ragione!-
-NO! L'ho visto! Era vivo quanto me!!! Era da questa parte del cancello, mentre Cedric era di là! E mi ha preso il braccio quando avevo deciso di morire! E poi ho visto la luce verde, l'albero e il ragazzo incappucciato che mi ha colpito! E mi sono risvegliato grazie a Sirius! Non era un sogno! Era la realtà! Sono sicuro che lui si è risvegliato da qualche altra parte!!!- urlò tirandosi a sedere, cercando d'ignorare le mille lame che gli trafiggevano il costato.
Quella che doveva essere una spiegazione, confuse ancora di più i tre amici.
-Calmati Harry! Se la metti giù così, più che la verità, sembrano le farneticazioni di un pazzo! Fai un respiro profondo e spiegaci tutto dall'inizio...- lo interruppe Ginny, cercando di controllarsi a sua volta e facendogli notare quale era il pensiero comune dopo le sue parole.
Dopo essersi calmato, Harry descrisse per filo e per segno quello che aveva visto in quel posto strano. Ron non aveva cambiato espressione e come in trance continuava a fissare incredulo il malato. Ginny lo guardava perplessa, non sapendo se credergli o meno, mentre Hermione soppesava le parole dell'amico nella sua mente con fare meditabondo. Fu proprio lei la prima a parlare.
-In molti scienziati hanno cercato di scoprire il significato dei sogni, soprattutto quelli raccontati da persone appena uscite dal coma... potresti avere ragione... ma se fosse solo un sogno o peggio ancora un'altra trappola di Voldemort? E comunque sia non sei nelle condizioni adatte per andarlo a cercare! Penso che la soluzione migliore sia quella di parlarne a Silente...-
Silente...
Harry sentì il cuore salirgli in gola, ravvelocizzando il suo normale battito. Subito gli tornò in mente l'ultimo loro colloquio nel suo ufficio. Aveva appreso il contenuto della profezia fino in fondo, ma era tutta l'estate che cercava di non pensarci per paura che Voldemort potesse leggergli nel pensiero... o più semplicemente perché era lui stesso ad avere paura... neanche i suoi amici sapevano niente di quello che si erano detti, ma lui se lo ricordava fin troppo bene...
L'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive...
Ricordava con estrema precisione le parole della sua condanna... Le parole che l'avevano reso consapevole partecipe del suo stesso destino, al quale era stato affidato dalla sorte o forse da Voldemort stesso, quando era ancora in fasce. Chinò il capo, oppresso da quel fardello insopportabile e dai suoi stessi pensieri.
Doveva scegliere... essere vittima o assassino!
Avvertì il tocco lieve di una mano amica, sfiorargli la spalla e sollevò la testa, ridestandosi da quel vortice di emozioni. Hermione, che si era alzata in piedi cominciando a girare irrequieta per la stanza, si era fermata di colpo ad osservarlo. Alzò poi gli occhi su Ginny che lo guardava apprensiva al suo fianco, con la mano ancora appoggiata alla sua spalla. Ron non si era spostato di un millimetro, ma finalmente aveva cambiato espressione da sorpresa a pensierosa e, perso nel suo mondo, guardava fisso un punto imprecisato della stanza.
-Tutto bene, Harry? Forse è il caso che ti riposi... hai avuto già abbastanza emozioni per oggi!- disse Ginny con fare materno.
-N...no! Sto bene... ci sono ancora tante cose che voglio sapere!-
-E ci sarà tempo e luogo per saperle... ma non ora!-
Lupin rientrò in quello stesso momento nella camera. Aveva cercato di riposare dieci minuti, ma era stato subito ridestato dalle urla provenienti dalla camera d'ospedale.

-E' il caso che voi tre usciate... io e Harry dobbiamo parlare da uomo a uomo...-
Harry si sarebbe aspettato rumorose proteste da parte dei suoi amici, ma nessuno dei tre aprì bocca. Uscirono in silenzio chiudendosi la porta alle spalle. Il ragazzo si appoggiò nuovamente ai numerosi cuscini che gli avevano posizionato dietro la schiena, non riuscendo più a sorreggere il suo stesso peso. Ciononostante, non avvertiva minimamente la stanchezza.
-Per quanto ho dormito?-
-Una settimana.-
-E i Dursley?-
-Tutto a posto... sanno che sei qui. Ti siamo venuti a prendere di nascosto all'ospedale Babbano, ma li abbiamo avvertiti. Silente era infuriatissimo con loro per quello che hanno fatto! Ha fatto ad entrambi una bella lavata di capo.-
-Che giorno è oggi?-
-E' il 31 di luglio... buffo risvegliarsi dal coma il giorno del proprio compleanno, vero?-
Remus gli rivolse un sorriso cordiale, mentre Harry annuiva sommessamente. Poteva catalogare il suo sedicesimo compleanno come il peggiore della sua vita, il che era dire tutto! Evidentemente non aveva ancora imparato che quando le cose vanno male possono sempre andare peggio.
Tenne lo sguardo basso, cercando di non guardare in faccia l'uomo che gli sedeva accanto, perché non potesse leggere nei suoi occhi il profondo risentimento che provava nei suoi confronti. Era lo stesso risentimento che infondo provava per tutti gli altri. Si sentiva un verme a sentire quella frustante sensazione di abbandono, nonostante tutto quello che avevano fatto per lui, ma non poteva farne a meno.
Solo... smarrito... incompreso... era così che si sentiva.
Del resto, come gli aveva ricordato Silente prima dell'inizio delle vacanze, era umano... per quanto volesse nasconderlo e non esserlo.
-Se hai finito con le tue domande, posso iniziare con le mie...- aggiunse Lupin pacatamente, ben sapendo che non era così.
-Non ho potuto fare a meno di ascoltare i vostri discorsi... del resto era un po' impossibile non sentirli, visto che avete urlato per la maggior parte del tempo!-
Harry arrossì lievemente a quelle parole, vergognandosi del suo stesso comportamento... da un anno a quella parte non riusciva più a tenere a freno le emozioni che provava.
-... e così hai sognato Sirius...-
-Non era semplicemente un sogno! Era qualcosa di diverso... tipo quando sognavo di percorrere il corridoio dell'Ufficio Misteri... solo che era molto più... più reale, ecco!- cercò di mantenere la calma, mentre ripeteva le stesse parole per l'ennesima volta.
-Alla luce dei fatti, non ti posso credere ciecamente, anche se vorrei tanto!-
-Ma lei DEVE almeno provare a cercarlo!-
-Non mi è permesso, Harry! E immagino che tu possa capire il perché...-
-Ah, sì?! E così una stupida carica di lavoro e più importante di uno dei suoi migliori amici?!-
Lupin strinse i pugni sulle ginocchia, trattenendo il respiro e subito Harry si accorse della cattiveria che gli era appena sfuggita. Sapeva quanto l'uomo avesse aspettato un incarico, ma soprattutto, nella Stamberga Strillante al terzo anno, aveva avuto ampia prova di quanto per Remus Lupin gli amici contassero più di qualsiasi incarico, anche più della sua stessa vita. Si era nuovamente trovato seduto, senza accorgersene. Subito si morse la lingua e abbassando lo sguardo, aggiunse: -... m... mi scusi...-
-Non importa... Sirius manca a tutti, ma non possiamo permetterci sciocchezze, soprattutto in questo delicato periodo... Purtroppo la Seconda Guerra è cominciata e dobbiamo tener conto che d'ora in avanti le perdite saranno molte e dolorose.-
Harry non disse nulla e tenne lo sguardo fisso sulle coperte che stringeva nei pugni chiusi.
In quello stesso momento la porta si aprì lentamente rivelando l'austera figura di Severus Piton, l'ultima persona che Harry avrebbe voluto vedere in quel momento. Entrò avvicinandosi al letto con l'ampio e tipico frusciare di mantello che sempre l'accompagnava e con gli occhi neri e vuoti, puntati come due pozzi senza fondo su di lui, quasi volessero scrutargli l'anima. I capelli color pece gli incorniciavano unti il viso, mettendo in evidenza il naso adunco.
-Come si sente oggi, Potter?-
-Bene...-
-Sono contento che la mia pozione abbia avuto effetto!- aggiunse non potendo nascondere un ghigno di soddisfazione che a Harry non sfuggì.
-Il polso, Potter!-
Harry lo guardò con aria di sfida, non capendo bene a cosa volesse arrivare.
-Porgi il polso al professor Piton, Harry...- lo esortò gentilmente Lupin e Harry ubbidì impaziente. Se solo avesse potuto andarsene da quella stanza con le sue gambe! Ma non era sicuro che l'avrebbero sorretto, dopo aver passato una settimana immobili.
-Battito regolare... Peccato, speravo di riuscirmi a liberare di te una volta per tutte e invece...-
Il ragazzo strinse i denti nel tentativo di placare la rabbia che si stava impossessando del suo corpo.
-Fammi vedere la ferita!-
Prima eseguiva gli ordini del professore di pozioni e prima sarebbe finita quella tortura! Harry si sbottonò lentamente la camicia del pigiama. La buttò a terra con noncuranza, scoprendo di essere stato abilmente bendato con medicamenti magici, che a un tocco della bacchetta di Piton si disfecero da soli per poi giacere inermi ai piedi del letto a fianco della camicia.
Ciò che vide lo lasciò senza fiato, con l'amaro sapore del vomito che gli stava salendo dalla gola in bocca. Piton notò la sua reazione e un ghigno compiaciuto comparve sul suo volto severo. La ferita occupava gran parte del costato sinistro, appena sotto il cuore. Era molto simile ad una escoriazione, ma di un insolito colore verdastro arricchito da sfumature nere. La ferita si allargava anche sul braccio, seguendo poi il corso sinuoso delle vene che erano ora, ben visibili in superficie.
Lupin strinse la mano destra di Harry nella sua e il ragazzo gli rivolse un silenzioso ringraziamento, con un debole sorriso. Piton estrasse dal pesante mantello, una fiala contenente un unguento di un colore violaceo, che dopo aver rovesciato su un pezzo di garza appoggiò sul fianco ferito di Harry. Il ragazzo trattenne a stento un urlo di dolore, stringendo i denti con forza quasi volesse romperseli.
-Mi sono dimenticato di dirti che avrebbe bruciato un pochino... ma se sei sopravvissuto a questo... - e mentre lo diceva percorse la ferita sul braccio con un dito facendo rizzare Harry come se fosse appena stato attraversato da una scossa elettrica: -... non vedo come possa nuocerti!-
Era troppo! Sentì un odio profondo fargli torcere le viscere e se non fosse stato per Lupin, che gli teneva saldamente la mano, gli avrebbe mollato un pugno in pieno viso, così da raddrizzarli quel suo brutto naso! Ma la tortura era appena cominciata...
Severus Piton si accomodò su una poltroncina vicino al letto e, incrociando le dita sulle ginocchia accavallate, disse: -E mentre aspettiamo che l'unguento faccia effetto, il giovane Potter potrebbe allietarci con il racconto della sua avventura!-
Vedendo che Harry non dava segno di voler rispondere alla sua provocazione, aggiunse: -Non era un invito, Potter!-
Harry gli lanciò un'occhiata velenosa, incattivita maggiormente dal dolore pungente che gli proveniva dal costato. Strinse forte la mano di Lupin, deciso più che mai a non raccontare niente all'odiato professore. Lo sfidò con lo sguardo senza dire niente.
-Noto che la morte del suo padrino, signor Potter, invece che tranquillizzarla, l'ha reso più arrogante e intrattabile! Ogni giorno che passa assomiglia sempre più a quello sbruffone di suo padre!-
Harry si sforzòi a rivivere nella sua mente il ricordo di Sirius che gli impediva di attraversare l'entrata dell'aldilà e l'abbraccio che si erano scambiati subito dopo. NON era morto! Non sapeva come, ma era sicuro che fosse così...
Tuttavia non si sentì lusingato dal commento sulla sua somiglianza con il padre. L'anno precedente, a Hogwarts, era venuto a conoscenza di fatti spiacevoli che riguardavano il genitore... Il ricordo di Piton, che aveva vissuto grazie al pensatoio, non gli era piaciuto affatto...
James Potter non era quello che lui si aspettava!
Il fatto che era solo un ragazzo all'epoca, non giustificava un comportamento così crudele.
Scacciò quel pensiero... Non poteva condannare suo padre per gli errori che aveva fatto da giovane.
-Allora... Perché non mi racconta quello che è successo?!- chiese Piton con quello che sembrava un ordine, più che una domanda.
-No...-
-Ah no?! Sa... Non mi impietosisce solo perché è gravemente ferito, Potter. Posso leggere i suoi pensieri quando desidero e se lei si fosse applicato seriamente nella materia dell'Occulmanzia, a quest'ora potrebbe escludermi senza troppi problemi, non trova?! Invece a causa della sua arroganza adesso lei non può fare proprio NIENTE per fermarmi... Certo, se fosse in forma potrebbe usare le mani o la sua bacchetta... In fondo l'unica cosa che sa fare quando è a Hogwarts è azzuffarsi con Malfoy e andarsi a cercare i guai come se fosse divertente! Un grande evviva per l'eroe Harry Potter, che ci libera dal male anche quando non ce n'è bisogno!-
Piton non era mai stato così loquace in vita sua e persino Lupin lo guardava con tanto d'occhi. Ma Harry scoprì con orrore il perché di tante parole... la vista gli si annebbiò all'improvviso, facendogli perdere il controllo di sé...
Ricordi che non avrebbe mai e poi mai voluto rivedere e che aveva tenuto nascosti, celati in un angolo del suo cuore, riaffiorarono nitidi sotto i suoi occhi come se li stesse rivivendo una seconda volta.
Il Torneo Tre Maghi... Cedric morto al suo fianco... il cimitero... quegli occhi da serpente... Voldemort!
E ancora il signor Weasley morso dal serpente... la porta dell'Ufficio Misteri, ora abituato a riconoscere... i Mangiamorte... i suoi amici colpiti uno ad uno per causa sua...
Sirius... Sirius che cadeva aggraziatamente dietro al velo con gli occhi spalancati, senza un gemito...
Gli occhi gli si riempirono di lacrime contro la sua volontà, mentre si portava le mani alla testa scrollandola con forza. Ma Piton non era ancora soddisfatto e nonostante tutti i suoi sforzi stava ancora scavando nel suo cuore...
Rivide la luce verde, la stessa che gli aveva procurato la cicatrice...
Le immagini si confusero, mischiandosi e diventando una parte dell'altra...
La madre che lo proteggeva e poi cadeva a terra, il fascio di luce che lo mancava e l'albero che cadeva a terra di fianco a lui...
La voce del padre che diceva a Lily di scappare, il volto incappucciato che lo guardava con odio...
L'immagine s'ingrandì alla ricerca delle fattezze di quel volto... poi tutto scomparve!
Venne catapultato sul lettino di quella squallida stanza d'ospedale.
Con gli occhi ancora umidi si voltò verso Piton...
Era a terra...
In piedi, con gli occhi infuocati e il viso deformato da un'espressione mista di spavento e odio, torreggiava un Lupin tremante. La sua mano destra era ancora aggrappata a quella di Harry, che respirava affannosamente. Il braccio sinistro era proteso verso Piton... L'aveva spinto a terra per allontanarlo dal ragazzo che adesso lo guardava con gratitudine, stringendogli leggermente la mano ossuta.
-Fuori di qui...- sibilò con il volto paonazzo, Lupin.
Ma Piton non lo ascoltava: -Chi era, Potter?-
Harry lo guardò smarrito e ci mise qualche secondo per capire la domanda: -N... Non lo so!-
-Menti, Potter! Chi era?! Rispondi, Potter!- dicendo quelle parole si rialzò in piedi fissandolo con occhi vitrei.
-NON LO SO! NON MI RICORDO UN CAZZO!- sbottò il ragazzo frustrato.
Piton puntò la bacchetta contro Harry che trattenne il respiro spaventato e impotente.
Lupin cercò di mettersi in mezzo, ma fu troppo lento...
Dalla punta della bacchetta sgorgarono solo bende nuove, che si strinsero attorno alle sue ferite.
Harry tirò un respiro di sollievo: aveva veramente pensato che il professore volesse schiantarlo! In quelle condizioni non sarebbe sopravvissuto! Anche Lupin era evidentemente sollevato e guardò Piton con riconoscenza, riconquistando la sua calma esasperante.
-Adesso è meglio che lo lasciamo da solo a riposare...- aggiunse Remus.
Piton, senza dire una parola, si avvicinò al letto con gli occhi severi ancora puntati su Harry. Allungò la mano per afferrare il braccio del ragazzo, che con uno scatto repentino si ritrasse nell'angolo del letto. Il professore non disse nulla, ma continuò a guardarlo imperterrito.
-Harry...- lo ammonì Lupin: -... fidati.-
Il giovane porse il braccio sano rivoltante e Piton gli iniettò un'altra sostanza, questa volta azzurra.
-Cos'è?!- chiese sgarbato, temendo la risposta.
-E' un veleno per ucciderti...- affermò serio.
Harry inorridì guardando pallido il braccio, mentre a Remus sfuggiva una risata.
-Ti farà stare meglio... E' un antidolorifico, ma provoca un po' di sonnolenza!- spiegò pratico l'ex-professore, tornando serio.
A conferma di quelle parole, Harry iniziò a sentire le palpebre appesantirsi.
Guardò un'ultima volta Piton, accennando un sorriso: -Grazie...- sussurrò prima di chiudere gli occhi.
Piton lo guardò con aria disgustata per poi uscire burbero dalla stanza, seguito dalle risate del lupo mannaro.

*

Spalancò gli occhi all'improvviso.
Stava fluttuando nel nulla, attorniato da una miriade di fiammelle trasparenti.
Si abituò all'assenza di luce a fatica, socchiudendo gli occhi per poi riaprirli gradualmente. Una fiammella gli passò di fianco e lui la fissò con sgomento.
Non erano fiammelle... erano anime!!!
Una miriade di volti pallidi gli scorrevano tutt'intorno, gli si aggrappavano ai vestiti con aria supplichevole. Si agitò per scrollarseli di dosso, mentre veniva preso dal panico.
Che ci faceva lì?! Cos'era quel posto?! Dove si trovava?!
All'improvviso ricordò... Bellatrix l'aveva colpito e lui era finito in quello strano velo...
Cercò di sentire i rumori che lo circondavano ma era immerso in un assordante silenzio. Neanche la voce di Harry era più lì a chiamarlo...
Harry!
Harry era in pericolo, doveva aiutarlo... ma come?
Non c'era né entrata né uscita... Desiderò con tutte le sue forze di trovarsi fuori da quel luogo orrendo e inquietante, ma non accadde nulla.
Era prigioniero... Prigioniero per l'ennesima volta!
Un'espressione di scherno per se stesso gli increspò il volto, mentre pensava a quanto fosse beffardo il destino.
Urlò, ma le parole gli morirono in gola. Si dimenò disperato alla ricerca un appiglio, per sottrarsi al continuo fluire di quegli spiriti informi, ma non trovò nulla. Cominciava ad abbandonare ogni speranza...
D'un tratto uno spiritello gli volò davanti al viso, scompigliandogli i lunghi capelli neri. Si stava forse prendendo gioco di lui?! Non era per niente divertente! Cercò di afferrarlo... e la fiammella gli fece... una pernacchia?! Iniziava ad irritarsi...
-Piantala! Non sono per niente in vena di giocare!!! Chi diamine sei?!-
Come per magia, gli era tornata la voce, ma sembrava che le altre anime non se ne fossero accorte.
In compenso lo spiritello dispettoso si era fermato di colpo davanti al suo naso.
-Che palle! Sei così cresciuto che non ti va neanche più di giocare con un vecchio amico?!- una voce profonda gli rispose dal nulla.
-Cos...?!-
-Come... Non ti ricordi più di me?-
Improvvisamente nella luce azzurrina della fiammella, comparvero due grandi occhi nocciola che lo guardavano tristi dietro agli occhiali. Lentamente presero forma una gran massa di capelli neri disordinati e un viso sorridente, finché un uomo sui venticinque anni lo guardava divertito in carne ed ossa.
-Che mi venga un colpo! J... James?!-
-Ehilà! Ci sei arrivato eh?! Allora ancora un pochino ci pensi a me!- disse con gli occhioni che fingevano commozione.
In un attimo Sirius gli fu addosso con un balzo, ma gli passò attraverso finendo parecchio più in là.
-AHAHAHAHAHHAHAH!!! Non ti facevo così tonto! E guarda che non è mica piacevole essere attraversato da parte a parte da uno scheletro vivente! Magari fosse una bella donna... che ti è successo?! Sei tutto pelle e ossa, neanche lontanamente l'ombra del ragazzo tutto sexy e sorrisi che ricordavo!- chiese ingenuamente James, ben sapendo la storia dell'amico.
-Ah ah! Davvero molto divertente...-
-Non sai quanto mi dispiace, Sirius! Hai dovuto sopportare tutto questo per una colpa che non avevi commesso!- d'un tratto il viso dell'uomo si era fatto estremamente serio.
Sirius sorrise amareggiato, guardando gli occhi lucidi dell'amico.
-Me lo sono meritato... Non sono riuscito a fare niente per te e Lily... E se non te l'avessi detto io, tu non avresti mai affidato il segreto a quel traditore di Peter!-
A sentire quel nome, gli occhi di James brillarono di rancore represso, mentre i pugni trasparenti si stringevano pericolosamente.
-Non è colpa tua amico! Sono sicuro che quella pantegana avrà quello che gli spetta... Prima o poi morirà e non vedo l'ora che succeda... Spero che muoia nel modo peggiore possibile!-
Ma le parole dello spirito, per quanto potessero sembrare dure, erano tradite dai suoi occhi che esprimevano una grande tristezza. Sirius sorrise nel vedere quegli occhi sinceri e quel ragazzo che non riusciva a provare odio per Peter, che un tempo era stato uno dei loro migliori amici e che l'aveva condannato ad una morte certa.
-E' inutile continuare a pensare al passato, in ogni caso. Tu hai un futuro davanti...-
-Bel futuro... Vagare qui per l'eternità assieme a questi simpatici spiritelli?! Wow! Non vedo l'ora!- affermò poco entusiasta.
-Ma sei scemo?! Tu sei vivo, loro sono solo anime! Per la miseria, non vedi che hai un corpo?- spiegò James impaziente.
-Portami con te...- affermò malinconico guardando in basso.
Non sopportava più la mancanza delle persone a lui più care e rivedere James gli aveva riaperto una ferita profonda nel cuore, mai guarita... Non sopportava più la vita, che non lo aveva mai risparmiato... Voleva semplicemente seguire il suo amico.
-Non se ne parla!- gridò l'anima dopo lo stupore iniziale nel sentire le parole dell'uomo che aveva di fronte: -Tu devi vivere! Hai un compito là fuori! Però devi volerlo veramente per uscire da qui... Devi desiderarlo fortemente... Aggrappati a quello di più caro che hai di là... E in men che non si dica ti ritroverai fuori da qui... Libero!- il viso gli si aprì in un sorriso radioso.
Sirius lo guardò spiazzato...
Per un attimo sembrò smarrito, ma alla fine annuì deciso, con una luce nuova negli occhi.
-Grazie amico... Mi manchi...- disse, trattenendo a fatica una lacrima.
-Tu invece no!- rispose, per poi mostrargli la punta della lingua, strappando un sorriso da quel volto scavato.
Sirius gli voltò le spalle deciso a non girarsi più nella sua direzione per non avere ripensamenti.
-Aspetta!- lo trattenne. Lui si fermò senza voltarsi: - Senti... Puoi dire a Harry che io e Lily gli vogliamo un mondo di bene?! E digli che mi dispiace di averlo lasciato solo... e...- cercò le parole.
-E..?- chiese Sirius continuando a dargli le spalle.
-E che sono fiero di lui! Prenditi cura del mio piccolo Harry...-
Sirius socchiuse gli occhi concentrandosi sulla voce di Harry che lo chiamava al di là del velo, risentendola nella sua mente come se il ragazzo fosse ancora fuori a gridare.
Il volto del giovane comparve nella sua mente accompagnato da quello sorridente e invecchiato di Lupin.

Harry...

Il pavimento era freddo e duro a contatto con il suo volto.
Si alzò di scatto sentendo una fitta insopportabile al centro del petto. Portò una delle mani spettrali nel punto in cui il dolore era più forte respirando a fatica. Successivamente si alzò in piedi con grande sforzo, barcollando.
Si trovava su una piattaforma rocciosa con l'arco alle spalle. Era situata al centro di una cavità profonda almeno sei metri.
Cercò con gli occhi vacui un'uscita...
L'unica porta era sulla sommità di una fila interminabile di gradoni, che percorrevano le pareti di tutta la stanza, come in un'arena.
Cercò in tasca la sua bacchetta e invece ne tirò fuori un oggetto che gli rimandava il suo riflesso...
Lo guardò interdetto e in quel momento la porta si spalancò, rivelando tre figure incappucciate. Si avvicinavano velocemente, scendendo i gradoni. Sembrava che gli uomini ai lati strisciassero invece di camminare...
Ebbe l'impulso di scappare, ma le sue gambe faticavano ad obbedirgli. Mosse qualche passo incerto all'indietro e si fermò appena prima di ricadere sotto al velo.
Le tre figure ormai erano vicine.
Sentì come se tutta la felicità e la forza vitale che gli era rimasta, lo stessero lasciando, come se non avesse mai provato niente di piacevole in tutta la sua vita. Dal mantello degli esseri ai lati, spuntavano delle mani putride e di un irreale pallore, in pieno contrasto con le mani di porcellana della figura in testa.
Si sentì mancare il terreno sotto i piedi, mentre ricadeva in avanti, sbattendo il viso sulla fredda roccia.
-Bentornato cugino...-

To be continued...

*Hertford = La città dove abita Hermione. Non sappiamo se sia realmente così, ma abbiamo consultato la cartina dell'Inghilterra e abbiamo preso il nome della città più in prossimità di Londra che abbiamo trovato^^;

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La parola alle autrici^^...
HOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLAAAAAAAAAAAAAAA!!!! Ecco il nostro grido... ehm... saluto di battaglia!^^ Ci presentiamo! Siamo le due sorelle delle Fanfic's Angels (Key, l'altro membro del gruppo, diciamo che non "apprezza molto" Harry Potter e quindi non si è unita a noi per questa fic! =D ndH&M No No! Diciamo le cose come stanno: IO NON SOPPORTO QUELLO STUPIDO LIBRO, NE' TANTO MENO GLI ODIOSI FILM CHE MI AVETE TRASCINATO A VEDERE CON LA FORZA!!! SGRUNT! ndKey Eh Eh Eh! Ovviamente scherza! eh eh eh! ndH&M): Mary, quasi diciottenne e ossessionata dal capolavoro della Rowling (Sto rileggendo tutti i libri per la terza volta^^;; E pensate che sono nata esattamente lo stesso giorno di Harry! *.* Infatti è il personaggio che si avvicina di più al mio carattere... Non c'è storia... siamo fatti l'uno per l'altra! ndMary)(fanatica... A volte mi spaventi O_o ndHele), e Hele, un anno meno ma molto più sale in zucca (...e poca voglia di scrivere! >.< Sembra la copia sputata di Hermione! Sempre sui libri a studiare...-- ndMary)(Ma per favore... Non è vero che studio sempre... -.- ndHele)

Avevamo già messo online questa fic, ma dopo diverse revisioni, grammaticali, sintattiche e lessicali, abbiamo deciso di pubblicarla nuovamente nella versione riveduta e corretta. Già che c'eravamo abbiamo sistemato anche la suddivisione dei paragrafi e dei dialoghi, apportando qua e là qualche cambiamento di contenuto (come avrete sicuramente notato abbiamo aggiunto un nuovo paragrafo sull'aggressione subita da Harry).
Visto che Mary ha quasi finito di rileggersi tutti e 5 i libri nell'attesa del sesto, abbiamo trovato qualche incongruenza con la storia della Rowling e così ne abbiamo approfittato per sistemarla. Inoltre abbiamo apportato diversi cambiamenti (futuri) anche nella trama e questo ci ha portato a rivedere i capitoli che avevamo già scritto e pubblicato.
Soprattutto per questo motivo, abbiamo tralasciato un po' la stesura dei nuovi... Vi chiediamo umilmente perdono! é.è
Aspettate fiduciosi! Manca solo l'ultima parte del quinto che metteremo online alla fine di questa revisione e che vi riserverà qualche sorpresa piacevole e qualcuna un po' meno...^^; (Hele&Mary sudano già freddo per paura di un'insurrezione di massa dei loro lettori)
Come avrete notato abbiamo anche aggiunto questa parte finale per interagire un po' con voi lettori... speriamo che sia di vostro gradimento!^^
E' probabile che faremo questa operazione di revisione anche altre volte... Siamo entrambe piuttosto pignole e quando rileggiamo quello che abbiamo scritto in precedenza riusciamo sempre a trovare qualcosa che non va!^^;

Piaciuto il primo capitolo? La ff è appena incominciata e Harry ha già seriamente rischiato la vita! Quel ragazzo attira i guai come la merda con le mosche...-- (A chi avete dato della merda?! E poi non ho mica chiesto io di essere Harry Potter! ndHarry_molto_vicino_a_una_crisi_di_nervi) E pensate che questo è solo l'inizio! MUAHAHAHAHAH!!! (ohi... ohi... povero me! Per fortuna ho una buona assicurazione sulla vita!^^ ndHarry)
Come mai la cicatrice a forma di saetta non gli ha fatto male per tutta l'estate, nonostante Voldemort sia a piede libero? E come mai questo Decreto per il Divieto alla Circolazione di Gufi da Posta? E' ricomparsa, anche se indirettamente, Rita Skeeter la ficcanaso... come mai si è abbassata a scrivere per i Babbani? Quante domande! Tutte troveranno una risposta ovviamente... prima o poi! GhGhGhGhGhGh! =P
Bene o male sono comparsi quasi tutti i nostri eroi in questo primo capitolo... anche quelli meno simpatici, vedi Piton, ma indispensabili per una buona fic su Harry Potter. Harry è un po' scontroso, ma è da capire povera patata! Invece Ron è caduto in uno stato catatonico... nel secondo capitolo capirete il perché di questo suo comportamento! ^_-
Per farci perdonare l'attentato alla vita di Harry abbiamo fatto tornare il buon vecchio caro Sirius (Come potevamo lasciarlo uscire di scena così... Siriuuuuuusss! Hele&Mary hanno pianto come delle fontane quando hanno letto quel maledetto capitolo!!! ç_ç Come ha potuto la Rowling farci questo?!), anche se fuori dal velo c'era la sua dolce cugina assassina al posto di Harry ad aspettarlo! Poteva anche andare peggio... pensate se quando è svenuto invece di cadere in avanti cadeva di nuovo all'indietro! =P (Ok...ok... stavamo solo scherzando! Lasciate giù quelle pietre! O.o ndH&M) Speriamo che ci perdonerete anche questa^^ In compenso, per la vostra felicità, lo abbiamo fatto incontrare con il suo amico di marachelle preferito!
E già che c'eravamo, abbiamo pure infilato Cedric. ^_^ (Doppio BWUAAAAAH!!! Un altro meraviglioso personaggio che ci ha lasciato troppo presto! E' entrato in scena di sfuggita nel terzo libro e già alla fine del quarto abbiamo dovuto salutarlo... ç_ç Perché devono sempre morire i miglioriiiiii??? >_< Sgrunt!)(Non dirlo a me...-- ndCedric)(No comment... che io sono stato addirittura presentato come già morto all'inizio del primo libro! E con il mio carisma, la mia avvenenza, la mia bravura e la mia simpatia avrei potuto essere il protagonista indiscusso! ndJames_in_lacrime)(-- ... e meno male che sei morto, allora! Sennò chi ti reggeva più?! ndLily) STOP! 'Sti personaggi si prendono fin troppe libertà...--'

Uff! Che poema! O.O Saremo più sintetiche la prossima volta! =P
Fateci sapere cosa ne pensate del tutto...
Ci risentiamo tra una settimana esatta con il secondo capitolo rivisto e corretto!
Hola Hola!^^
H&M

Ed ecco le risposte ai vostri commenti^^...
X TUTTI: Siamo consapevoli della nostra lentezza esasperante nell'aggiornare, ma dovete portare pazienza! Ce la mettiamo davvero tutta per rispettare il mese di pubblicazione, ma tra impegni, mancanza d'ispirazione e di tempo, scuola e il nostro pc (internet compreso) che ne ha sempre una, è davvero difficile! Cercheremo di compensare i nostri ritardi con la lunghezza e il livello dei capitoli, promesso!^^

Risposte ai commenti fatti alla prima edizione della fanfic (riferiti al primo capitolo):

Grazie mille Serena^^ Ci siamo divertite a scrivere quel pezzo! E' un peccato che la Rowling cominci a descrivere il rapporto tra i Malandrini solo dal terzo libro... Speriamo di aver rappresentato bene il rapporto che c'è tra quei due... è così che ce lo immaginiamo! Eh sì! Remus è buono e tranquillo, ma non si fa mettere i piedi in testa tanto facilmente! D'altronde anche lui è un degno Malandrino! =D Beh in effetti Sirius ne farà vedere delle belle ai nostri amici, ma non vi anticipiamo nulla! =P Continua a seguirci e alla prossima^^

Grazie tante Ci^^ La correttezza ortografico-grammaticale, sintattica e lessicale è importantissima per la riuscita di un buon testo! (Se mi sentisse il mio prof d'italiano... rimarrebbe estasiato da questa mia affermazione! =P ndMary) Ci hai fatto davvero un bel complimento! Speriamo che anche i contenuti siano all'altezza delle tue aspettative! ^_^

Grazie Fredryck! Così ci fai arrossire! #^.^#

Grazie a te Vega per averci lasciato un commento^^ Era d'OBBLIGO riportare in vita uno dei nostri personaggi preferiti! Che mondo sarebbe senza Sirius?! (Ehi! Non sono mica Nutella io! >_< Sgrunt! ndSirius) (Zitto, ingrato! Se non era per noi eri ancora dietro al velo!! ndH&M)

Grazie Arianna^^ Cosa ti fa pensare che Hermione si metterà con Harry? Se leggi tra le righe attentamente, non abbiamo fatto trapelare niente di simile! =D Ma non è neanche detto che si metterà con Ron... Abbiamo una personalissima visione di come sia organizzato il triangolo all'interno del mitico trio... (questo tenendo conto di quello che ha scritto la Rowling finora!) ma vi anticipiamo che questa fic vi riserverà non poche sorprese a riguardo! =P Hermione sarà ambita da più di un ragazzo, ma quale sceglierà? Segreto, ovviamente!

Grazie mille Buffy 86^^ Riguardo a quello che hai scritto ti rimandiamo alla nostra risposta per la recensione precedente! ^.^ Non possiamo svelare troppo sugli intrallazzi amorosi, sennò non c'è più gusto! ^_- E poi Hermione non è l'unica ragazza... Possiamo solo dirti di continuare a seguirci!

Grazie a tutte e due Vale e Mely^^ Beh... la nostra posizione a riguardo è chiara! Anche se temiamo che la Rowling non sarà tanto magnanima con il povero Sirius... ce lo siamo giocati per sempre... BWWUUUUAAAAAAHHH!!! ç_ç Eh... Ehm! Ricomponiamoci... che ff avete scritto? Se mi dite il titolo vado a dare un'occhiata! (ndMary: Hele è una sfaticata! Già devo legarla al pc per farla scrivere, figuratevi se si mette a leggere altre ff...--)

 

Recensite numerosi, sennò niente secondo capitolo! =P

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