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Autore: VengefulSpirit    08/03/2018    1 recensioni
Un foglio ingiallito, una penna blu consumata per metà, tratti spigolosi che riempiono la pagina, parole che si adagiano sulle note di Tom, si attorcigliano ad ogni singolo suono come rovi.
È l’anima di Bill che si aggrappa disperatamente a quella di Tom, gridando il suo dolore, il suo bisogno, il suo amore ferito.
La mano che nervosamente si muoveva danzando sul foglio, si ferma e nella stanza torna il silenzio, non più musica, non più parole, non più lacrime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Premetto che è la prima pubblicazione su questo fandom, avendo rispolverato i Tokio Hotel dopo anni e anni.
La OS non è stata inserita come Song-Fic perchè è più basata sull'MV che sulla lyrics in sè, comunque, come da titolo, è ovviamente basata su Rette mich.
E' molto breve e mi scuso se qualcuno è infastidito dal twincest, ho messo "incest" negli avvertimenti, anche se l'argomento è trattato in maniera abbastanza leggera, è più che altro una storia triste ed introspettiva.
Spero sia di vostro gradimento e se ne avete voglia i commenti sono sempre graditi.

S.V.



Nella piccola stanza semivuota aleggia odore di umidità misto a fumo di sigaretta.
Le pareti dall’intonaco scrostato e piene di scritte come cicatrici su una pelle indurita dal tempo.
Un lavandino sporco e consumato che perde acqua, goccia dopo goccia, come un pianto ininterrotto.
Tra le assi irregolari che sbarrano l’unica finestra, si fa strada qualche raggio di un malaticcio sole autunnale.
Sul vecchio divano di pelle nera consunta siede Bill, gli occhi chiusi, la testa appoggiata al muro, le braccia scarne abbandonate sulla seduta.
Il respiro regolare e quasi impercettibile, Bill è stremato.
È la prima volta che si ritrova lì da solo, in quello che era il loro nascondiglio segreto, quello dove tante volte si sono rifugiati chiudendo tutto il resto del mondo al di fuori di quelle quattro pareti, quello che ha protetto il loro amore così sbagliato eppure così giusto.
Bill non ricorda nemmeno quando tutto è iniziato, forse perché quel sentimento è esistito da sempre, da prima che i loro occhi vedessero al luce, Tom era Bill, Bill era Tom.
Ricorda però la prima volta che hanno fatto l’amore, proprio in quella stanza, proprio su quel divano che sa ancora di loro.
Ricorda la paura, il cuore che martellava nel petto, lo smarrimento dei suoi occhi mentre fissava quelli del fratello, l’emozione, l’eccitazione, quel vortice di sentimenti sconosciuti che lo facevano bruciare dentro, la totale fiducia nell’abbandonarsi tra le braccia forti e gentili di Tom.

 
 
「La T-shirt vola sul pavimento – Gli occhi serrati – Il tintinnio della cinta – La stoffa dei jeans che scende accarezzando le gambe – Brividi di freddo – Calore che sale come un’onda devastante – Le dita segnate dalle corde della chitarra che scivolano leggere sulla pelle –
 
- Billy, sei bellissimo
 
 Il respiro caldo sulle labbra – La lingua bollente che percorre la linea della mandibola, il collo, il torace – Il calore che avvolge ogni cosa – Gli occhi famelici di Tom fissi nei suoi – I dread che, oscillando, solleticano la pelle – La lingua che continua il suo percorso sempre più in profondità – Pelle su pelle e di nuovo congiunti in un unico essere completo
 
Il respiro si fa irregolare, i singhiozzi scuotono il suo petto, non c’è più nulla, Tom è andato via devastato dai sensi di colpa e dalla vergogna per quell’amore impuro.
 
“Tomi, perché non vieni a salvarmi? Non lo vedi che mi sto consumando?Sei il mio sostegno, non posso farcela senza di te.”
 
Sul muro accanto al divano sono ancora incisi i loro nomi, Bill accarezza ogni lettera con le dita affusolate, smaltate di nero e bianco, vederli è doloroso, sono come una ferita infetta che ad ogni tocco pulsa, come un arto in cancrena che bisogna amputare.
Con le unghie inizia a graffiare la parete, vuole cancellare quei nomi, vuole cancellare quell’amore velenoso, con gli occhi appannati di lacrime nere continua a sfregiare quei tratti fino a scarnificarsi le dita, ma loro restano lì, davanti ai suoi occhi, a beffarsi di lui e della sua sofferenza.
Nell’angolo in fondo alla stanza, sul pavimento polveroso, c’è ancora quel vecchio coltello arrugginito, Bill, si alza e lo afferra con le mani sanguinanti; la lama graffia il muro con un lamento, una volta, due volte, innumerevoli volte, fino a lasciare nient’altro che irregolari linee grigie macchiate di sangue.
 
“In fondo il rosso è un bel colore”
 
Rannicchiato sul divano come un bambino abbandonato, Bill si chiede se tutti i loro sogni siano stati solo una menzogna, se tutte le loro promesse siano state solo una recita, vorrebbe che suo fratello fosse lì a confortarlo, a rassicurarlo che era tutto vero.
Ma Tom non c’è, di lui è rimasta solo l’audiocassetta infilata nel vecchio registratore sulla quale è incisa l’ultima melodia che gli ha lasciato, note senza parole, una canzone incompleta, proprio come Bill ora.
 
Un foglio ingiallito, una penna blu consumata per metà, tratti spigolosi che riempiono la pagina, parole che si adagiano sulle note di Tom, si attorcigliano ad ogni singolo suono come rovi.
È l’anima di Bill che si aggrappa disperatamente a quella di Tom, gridando il suo dolore, il suo bisogno, il suo amore ferito.
La mano che nervosamente si muoveva danzando sul foglio, si ferma e nella stanza torna il silenzio, non più musica, non più parole, non più lacrime.
Con quella stessa mano afferra quello stesso coltello con cui ha ucciso i loro nomi, due linee nette, nessun rumore, nessuna esitazione.
 
“Il rosso è davvero un bel colore”
 
Ed è come se all’improvviso i muri di quel loro piccolo mondo si stessero facendo più vicini mentre i sensi di Bill vanno lentamente spegnendosi.
Un’ombra scura accanto a lui, allunga la debole mano verso quel viso che è il suo tormento...il nulla...la notte avvolge ogni cosa.
 
Da qualche parte, lontano, l’anima di Tom si spezza con un suono sordo.
Tom corre, corre da Bill, dal suo Bill, corre nella notte, corre nella pioggia sferzante, corre nel freddo e nella nebbia che sbiadisce ogni cosa.
In quella stanza rischiarata dalle prime luci dell’alba, il corpo esanime di Bill adagiato in un sudario scarlatto, nella mano sinistra una pagina divorata dal rosso, solo due parole sopravvissute


 
[Rette mich]
   
 
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